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Autore: aras5    03/06/2007    1 recensioni
FF scritta a 4 mani da me (Felix) e Fidia, prima dell'uscita di DH. Una catena di efferati delitti nella Hogwarts del secolo scorso, un giovane mago determinato ad arrivare in fondo al mistero, un grande pericolo... Contiene descrizioni di scene cruente, attenzione. Recensite, mi raccomando!
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Albus si sentì pervadere da una sensazione di angoscia e di orrore. Non sentiva più il sangue circolare nel suo braccio sinistro, ed il cuore aveva cominciato a battergli all’impazzata, quasi in preda ad un infarto. L’estremo terrore lo fece deglutire, ma non aveva il coraggio di voltarsi per guardare in faccia colui che l’aveva scovato. Ma solo allora si rese conto di quanto era stato imprudente ad entrare nel cimitero. Per prima cosa non avrebbe dovuto varcare la soglia del cimitero a prescindere: il coprifuoco era fissato alle otto per tutti gli studenti della sua età, e aveva trasgredito le regole un’altra volta, a causa della sua sciocca curiosità. Si sentì un’idiota e non osò neanche pensare cosa quei ragazzi avrebbero potuto fargli, senza che lui avesse potuto reagire. Era così piccolo ed esile. Ma aveva pur sempre la bacchetta. In ogni caso non avrebbe mai usato una Maledizione senza Perdono. Pensò a tutto ciò in una frazione di secondo perchè poi, meccanicamente, spostò lo sguardo, che si posò sugli occhi circospetti di Tony Hole, il ragazzo a cui era destinato il bigliettino segreto che aveva portato a quel disastro. Se Albus non si fosse curato di quel pezzo di carta abbandonato nel corridoio, certamente ora non sarebbe stato lì, solo ed indifeso, come una gazzella in pasto ai leoni.
<< Sei sordo? Ho detto che diavolo ci fai qui? >> ripetè Hole in tono di sfida, ma Albus non osò rispondere, anche perchè non sapeva proprio cosa replicare.
Il cancello di ingresso del cimitero dietro di loro scricchiolò in modo sinistro, come se qualcuno fosse appena entrato o uscito. Senza allentare la presa sul braccio di Albus, Tony Hole si voltò di scatto per provare ad individuare un altro intruso. Albus avrebbe potuto giurare d’aver visto sgusciare fuori dal cancello un’ombra furtiva, ma forse era stato solo uno scherzo della luna. Tony Hole strattonò Albus, che non riuscì a non farsi sfuggire un gemito.
<< Jordan! Guarda un po’ chi è venuto a trovarci! >> urlò poi, mentre Silente aveva assunto un’espressione corrucciata, come se una parte di se stesso volesse intimidire quel gruppo di ragazzi temerari. In cuor suo, Silente, sapeva già che non poteva fare nulla di fronte a ragazzi molto più grandi di lui e con intenzioni che non sembravano essere affatto buone.
Jordan Peak, che stava tergendosi la fronte grondante di sudore, fissò sbigottito Silente, che tentava invano di liberarsi da quella stretta pressante.
<< Silente! Che diamine ci fai qui? >> farfugliò Peak, con la fronte corrugata.
Albus non si chiese come Jordan conoscesse il suo nome. Gli occhi algidi di Peak sembravano attraversare il cervello di Silente, che si sentì sempre più sgomentato.
Attorno alla cripta mortuaria che si trovava davanti a Peak erano assiepati dei ragazzi poco più grandi di lui, e tutti sembravano un tantino sconvolti.
Louis Lager accorse subito, raggiungendo Peak per offrirgli sostegno.
Finalmente Albus si armò di coraggio e parlò, mentendo spudoratamente: << Sono uscito alla ricerca di una mia amica! >>.
<< E la cerchi al cimitero? >> sbottò Louis, sogghignando, mentre dietro di lui, nello stesso tempo, un coro di risate imbecilli scoppiava di botto.
Albus non dimostrò il suo panico. Più avrebbe mostrato di essere spaventato, più quei ragazzi avrebbero intuito quanto fosse debole. Indossò dunque una maschera di impassibilità e rispose a tono: << No, ho sbagliato strada, ero diretto alla Sala Comune! >>.
Jordan inarcò le sopracciglia: << Vuoi fare lo spiritoso? Ti insegno io cos’è il sadismo, ragazzino! Ci divertiremo noi alle tue spalle! >>.
Si voltò verso Louis Lager, batté due volte le mani e il ragazzo si portò una mano alla testa a mò di soldato.
<< Toglietegli la bacchetta e seppellitelo vivo nella cripta, e richiudetela! >>.
Il cuore di Silente arrivò in gola. Prese ad ansimare, mentre Matt Gallagher, un ragazzo di sesto anno, era divenuto bianco come un fantasma.
<< Volete farlo davvero? >> balbettò.
Evidentemente, comprese Albus, non voleva essere complice di un assassinio.
<< Certo che sì! Cos’è, hai paura? >> rispose Jordan Peak.
<< No! >> borbottò Matt. << E’ solo che… >>.
<< Allora sta zitto! >> gli intimò Peak.
Louis puntò la bacchetta contro Albus e gli fece volare via in un secondo la bacchetta. Aveva utilizzato forse un incantesimo non-verbale, vista la sua velocità.
<< Lo torturiamo? >> chiese Anthony Hole, come se quella prospettiva lo allettasse.
<< Abbiamo da fare, Tony, non abbiamo tempo da perdere! >> lo zittì Jordan, poi si avvicinò a Silente, gli impugnò il braccio destro, mentre il ragazzino gemeva di paura in modo quasi impercettibile, e lo gettò, con l’ausilio di Tony, nella cripta.
Albus sbatté per terra con un colpo sordo, massaggiandosi la caviglia, prima di rialzarsi in piedi. Ricadde subito, a causa del dolore lancinante che gli attanagliava la gamba destra. Senza la sua bacchetta si sentiva nessuno.
Il clima dentro la cripta era caldissimo. Nel momento immediatamente successivo, un ragazzo di settimo anno, un certo Phelps, scese nella cripta, lo afferrò per la collottola e con forza sovrumana lo spinse dentro uno dei quattro o cinque sepolcri che c’erano in quella stanza.
<< No! >> urlò Albus, dibattendosi come un forsennato.
“Stavolta riuscirò a reagire” si disse con determinazione. Si alzò di colpo e piantò un pugno sul naso di Phelps. Per un attimo credette di aver vinto almeno la battaglia. Ma si sbagliava. L’attimo dopo, infatti, si ritrovò rinchiuso dentro quel sarcofago, con pochissimo ossigeno. Sentì che Phelps sigillava l’urna, assegnando Albus ad una morte lenta e atroce.
Albus aveva sentito di uomini che erano stati seppelliti vivi nelle bare, e quando queste erano state scoperchiate, c’erano segni di unghie sulla parte superiore. Mentre delle lacrime gli solcavano il viso, si ritrovò costretto a sdraiarsi per trovare una posizione più o meno adatta ad un luogo come quello. Passò un secondo, quando però, rivoltandosi agitato dal lato opposto, si accorse che c’era un dente, in quella bara. Questo poteva significare soltanto una cosa: i ragazzi del gruppo segreto avevano profanato una tomba, avevano rimosso il cadavere e, peggio, avevano messo lui dentro quello stesso sepolcro.
Sentì gli ultimi residui di vita svanire, e si sentì completamente perduto. Nonostante tutto, comunque, sentiva che qualcosa stava per accadere. Sentiva che qualcuno avrebbe aggiustato le cose, lo avrebbe liberato. Magari quegli stessi ragazzi che lo avevano chiuso, o forse Matt Gallagher avrebbe spifferato tutto a Submit o agli insegnanti. Eppure non era una certezza. Era molto scosso, e i suoi polmoni sembravano soffocati da quella puzza pungente e vomitevole che regnava nell’urna. Come avrebbe fatto ad uscire?
“Se solo avessi approfondito la Materializzazione, quest’estate, forse oggi saprei come fare per uscire di qui! Forse posso provare a Materializzarmi in un altro luogo!”.
Scartò l’ipotesi, primo perché non sapeva da dove cominciare, secondo perché sapeva che era impossibile Materializzarsi o Smaterializzarsi entro i confini della scuola.
Doveva trovare un rimedio al più presto, o sarebbe stata la fine. Era un mago coi fiocchi, dopotutto. Uno come lui, morire a quell’età! Sarebbe stata la rovina! Per un attimo provò un’ondata di amore verso se stesso, verso la sua vita, che dopotutto non era granché. Pensò però a sua madre, ad Aberforth, e al sacrificio che quest’ultimo faceva per lui. Prese a singhiozzare e a respirare a intervalli sempre più brevi.
Si abbandonò al suo triste destino, mentre le voci dei ragazzi che si erano riuniti al cimitero, risuonavano al di sopra della sua cripta.
Jordan stava dicendo con tono enfatico: << Possiamo dare inizio al rito che porterà questo cadavere ad essere uno dei soldati del nostro esercito! Un urrà per la Stratià Necròn! Hip hip… >>
<< URRA’ >> urlarono all’unisono gli studenti.
Albus si interrogò velocemente sulle parole che erano state pronunciate da Jordan Peak. Che volessero creare un Inferus?
Senti uno scalpiccio di passi. Sopra di lui, Peak stava mobilitando i ragazzi, che stavano probabilmente ritornando ad Hogwarts. Albus fu colto dall’orrore. Non sarebbero tornati a liberarlo? L’avrebbero lasciato lì, per sempre?
Silente percepì una voce rozza all’entrata della cripta.
<< Wingardium Leviosa! >>.
Albus la riconobbe. Era Aberforth, stava venendo a liberarlo! Ringraziò il Cielo per il miracolo, e sorrise. Provò un impeto di affetto verso il fratello e mai desiderò riabbracciarlo quanto in quell’istante.
Aberforth stava scendendo nella cripta. Albus era certo che si trattasse di lui. Quando finalmente il sarcofago fu scoperchiato, senza il bisogno di utilizzare la bacchetta, da Aberforth, Albus tirò un respirò lunghissimo e sonoro, tenendosi il collo e sbarrando gli occhi. Si riaccasciò nel sarcofago, e respirò più lentamente. Poi sussurrò, col filo di voce che gli rimaneva: << Ab… Aberforth! >>.
<< Albus! >> gemette il fratello, tirandolo su dall’urna. << Stai bene? >>.
<< Credo di avere… una caviglia… lussata! Per il resto tutto… tutto apposto! >> ansimò. << Che cosa ci fai qui? >>.
Persino l’aria immonda e umidiccia della cripta sembrava ristoratrice per Albus, che respirò a pieni polmoni a intervalli sempre più regolari.
<< Avevamo un appuntamento alla statua di Madeleine la Matta, lo avevi scordato? >> barbugliò Aberforth.
Albus si sentì ancora più stupido. Abbracciò il fratello prontamente, e pianse.
<< Scusami! >> disse piano. << Mi era… sfuggito dalla testa! >>.
<< Dai, Albus, non preoccuparti! L’importante è che tu sia sano e salvo! >>.
<< Come sei arrivato qui? >> pronunciò a stento Albus, mentre, con la mano attorno alle spalle del fratello, risaliva lentamente le scale che portavano al cimitero di Hogwarts.
<< Non ti ho trovato, così ho avvertito Midge, che mi ha spiegato del biglietto che hai ritrovato e dell’associazione segreta di ragazzi che si riuniscono qui abitualmente! Così ho sospettato che tu potessi venire qui, sono arrivato nel momento in cui un ragazzo alto stava uscendo dalla cripta, e ho capito, chissà come, che c’eri tu là dentro! >>.
Albus aprì gli occhi di scatto, mentre si sedevano sull’erba, dietro una lapide antichissima.
<< Ma allora… Poco dopo che sono giunto qui, io e quel disgraziato di Hole abbiamo sentito qualcuno che attraversava il cancello! Non eri tu? >>.
Aberforth scosse la testa. << Non sono entrato dall’entrata principale! Ho scavalcato il muretto dalla parte opposta all’entrata! >>.
Il fratello non ne era del tutto convinto e borbottò: << Ne sei sicuro? >>.
<< Perché dovrei mentirti?! >> fece Aberforth, spostando lo sguardo.
Eppure ad Albus non era piaciuto il tono con cui Aberforth aveva parlato. Aveva catturato nel suo sguardo qualcosa di insolito. Era come se, per qualche motivo, Aberforth fosse stato reticente.
Ma quel pensiero svanì subito dalla mente del ragazzino, sopraffatto dalla certezza di essere sopravvissuto.
<< Cosa avevano intenzione di fare, quelli lì? >> domandò poi, mentre Aberforth guardava la volta stellata.
<< Il loro gruppo si chiama Stratià Necròn! Vogliono creare un esercito di cadaveri da mettere a loro disposizione, degli Inferi. Ho assistito a quello che hanno fatto ad un cadavere, ma mi sembra che non siano riusciti nel loro intento! >>.
<< Creare degli Inferi non è roba da tutti. E’ un processo altamente complesso, non troppo lungo, ma ripeto che non tutti possono saperne creare. E’… è magia oscura… quindi la Stratià Necròn, o come si chiama, è un club di appassionati di Arte Oscura, o qualcosa del genere! >>.
Aberforth annuì. Albus continuò a pensare e rimuginare su quei ragazzi spietati. Si alzarono dall’erba più o meno un’ora più tardi, ma il tempo sembrava che comunque fosse volato, da quando Aberforth lo aveva liberato da quella sorte infelice. Dopo che Albus ebbe recuperato la bacchetta, abbandonata dietro la cripta, si incamminarono cautamente verso il castello di Hogwarts, a falcate brevi e a passi felpati. I legnetti di rami spezzati si sbriciolavano sotto i loro piedi, producendo scricchiolii sinistri. Quando furono dinnanzi al cancello del cimitero, Silente si sentì impaurito. Meno di tre ore prima, proprio in quell’esatto luogo, aveva visto un’ombra furtiva aggirarsi tra il la vegetazione. Forse il misterioso individuo si era rifugiato dietro al rododendro che adesso era davanti a lui? O forse era stato un membro della Stratià Necròn, che si era spostato all’interno del cimitero, o che era uscito fuori?
Qualunque fosse la risposta, Albus non aveva neanche l’idea più lontana. Smise di pensare alla visione che lui e Hole avevano avuto in quel fatidico momento quando, intirizzito dal freddo, si tirò giù le maniche e si strofinò le braccia con tutto il vigore che trovò nelle sue mani congelate. I morsi della sete, intanto, si facevano sentire. Stavano per giungere all’entrata del castello, mancava poco. Oltrepassarono le siepi che li dividevano da uno spiazzale pieno di oleandri, e camminarono quatti quatti fino ad un sentiero che risaliva su un pianoro e zigzagava nell’oscurità fino a raggiungere il portone della scuola. Lo superarono in poco più di tre minuti e giunsero al castello, l’uno col cuore in subbuglio, l’altro con mille pensieri per la testa.
<< Oh, cavolo, Albus! La porta è sprangata! >> imprecò Aberforth, saggiando il portone massiccio. Albus, che era rimasto un tantino indietro, salì le scale e con un balzo raggiunse il fratello.
<< Questo non è un problema! Adesso ho la bacchetta, abbiamo la possibilità di fare qualcosa… ma cosa? >>.
Aberforth si sedette sui gradini, mentre Albus si palpava il lobo dell’orecchio destro in cerca di una soluzione rapida ed efficace. Aveva la preoccupazione che quelli del suo dormitorio, accortisi della sua assenza, avessero avvertito il Preside o gli insegnanti; e Albus non aveva l’intenzione minima di parlare con Submit. Non avrebbe confidato a nessuno quello che gli era successo, forse solo a Midge ed Emily.
Mentre i due erano immersi nei loro pensieri, chi più chi meno segreti, qualcuno sbucò da dietro un albero.
<< Albus Silente! >> mormorò.
Gli occhi di Albus, così come quelli di Aberforth, si indirizzarono verso la figura che era ferma davanti a loro. Non ci volle troppo tempo per capire chi si trattava: i capelli con quell’effetto bagnato, il tono di voce tipicamente timido… davanti a loro c’era Albert Prince.
<< Sei… sei Albert? >> domandò di stucco Albus.
Ma Prince era quello che sembrava più stupito, o forse atterrito o rincuorato, dal vedere qualcun altro della scuola.
<< Sì… ma che ci fate tu e… e lui qui? A quest’ora? >>.
<< Potrei farti la stessa domanda! >> esclamò Silente che, pur non avendo mai tenuto un discorso con Prince, sembrava essere un suo amico di vecchia data.
<< Sono… sono andato al Lago Nero… Mi sentivo poco bene! >> spiegò lui, con convinzione. << Dove prendere un po’ d’aria… ma poi mi sono accorto che mi hanno chiuso fuori. E voi due? >>.
<< Questo è mio fratello Aberforth! >> li presentò Albus. << Siamo qui perché lui non frequenta la scuola, e ci siamo incontrati clandestinamente! >>.
Era una scusa che apparve perfettamente azzeccata. Difatti Prince fece segno d’aver capito, assentendo.
<< Hai idea di come entrare? >> domandò Albus.
<< C’è un passaggio segreto che possiamo usare, ma non l’ho attraversato adesso perché porta dritto vicino all’ufficio di Submit, ed ho paura che mi scopra! Ma… viste le circostanze… credo che dovremmo provare… >>.
Albus e Aberforth seguirono Prince fino al retro del castello, dove si trovava un pertugio di media grandezza, che poteva consentire loro di entrare nel castello. Si infiltrarono attentamente, evitando di fare rumore, e si ritrovarono nel corridoio davanti al gargoyle di pietra che indicava l’entrata dell’ufficio del Preside.
Sgusciarono dentro e Albus ringraziò con un cenno Prince, che si avviò verso il dormitorio di Corvonero. Albus accompagnò poi fino al settimo piano il fratello.
Finalmente Aberforth entrò nella schiena della vecchia strega, per far ritorno ad Hogsmeade. Intanto Albus si diresse verso il dormitorio dei Grifondoro. Non era ancora arrivato alle scale quando Aberforth, ritornato nel corridoio, esclamò, dopo aver chiamato il fratello a bassa voce, atterrito: << Non posso tornare ad Hogsmeade! >>.
<< Ma che stai dicendo, Aber? >>.
Il fratello trasse un lunghissimo respiro, prima di ribattere: << Sto dicendo che c’è uno sbarramento, che mi impedisce di passare! >>.
<< Uno sbarramento? >> ripeté incredulo Silente.
<< E’ un roba trasparente, cristallina, ma resistente come la roccia! Ma Albus, secondo te, cosa significa tutto questo? >>.
Albus si portò le mani ai capelli.
<< Significa che qualcuno ha creato una barriera magica attorno alla scuola! Significa che qualcuno sta giocando un brutto scherzo! E significa anche che potremmo rimanere chiusi qui per sempre, in una morsa letale! >>.



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SPAZIO DEGLI AUTORI!
Grazie per le numerose recensioni! E mi raccomando, continuate a commentare!


@ aily: grazie! Il tuo commento conta molto per noi!
@ Jeng-Aigdu-Thebest: mi fa piacere che tu abbia deciso di leggerla anche se non è il tuo genere!
@ Occhioloccio: grazie! Come vedi qui, qualcosa è successo!
@ MY MENFF: grazie! Deduco che non ami le “solite” ff?
@ Chebellouccidere, MARCUSBELBY, Dirk Pitt, DracoFighetto92, LisanaFiar, Cratsaro!: grazie!
@ CarinaeSimpatica89: no, non è un seguito, è una ff originale! E gli omicidi veri e propri non ci sono ancora stati, ci stiamo avvicinando… Riguardo alla tua ipotesi non confermo e non smentisco, è la mia regola!
@ 3mscfan: diciamo che non è proprio una storia romantica… ma vedrai!
@ ILoveHARRY: Albus è il tuo personaggio preferito, per caso? xD
@ Salazar: gli omicidi arriveranno, vedrai!
@ KOKORITA: grazie! Abbiamo diviso perché volevamo essere sicuri che piacesse, prima di continuare…
@ Mercury: si, abbiamo cambiato il titolo perché in inglese era più bello xD

Per tutti: sì, la ff è scritta a quattro mani da due persone diverse: io, Felix (che sono una ragazza, per rispondere alla domanda di Cratsaro) ho scritto il prologo ed i capitoli pari, l’altro scrittore, Fidia, scrive i capitoli dispari! L’account però è mio, quindi sono io a postare ed a rispondere ai commenti xD
  
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