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Autore: Arwin    03/06/2007    1 recensioni
Avete mai immaginato come potrebbe essere la voastra vita a vent'anni? Io sì
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: i guai non sono mai abbastanza

Capitolo 7: i guai non sono mai abbastanza.

 

Ho deciso. Me ne vado. No, prima uccido Eleonora e poi me ne vado. Come ha potuto invitarlo senza dirmi nulla! Accidenti a lei e al suo spirito di iniziativa. Siamo seduti tutti intorno al tavolo e non so dire chi è più imbarazzato: sicuramente Carlo che siede tra Marco e Flavia, subito prima c’è Eleonora, anche se sembra più offesa che imbarazzata, quindi la togliamo dalla classifica; dunque Carlo, Marco che vorrebbe non essere venuto, visto che viene incenerito da Flavia ogni tre nanosecondi, Lea che non sa come comportarsi con Flavia e me decisamente molto contrariate e parla con Elio cercando di non guardarci e naturalmente io che vorrei sprofondare. Chi si trova a suo agio sono Eleonora che sta prendendo la situazione a ridere, Sofia e Daniela che giustamente non sanno cosa sta succedendo, Erika e Mattia che si godono lo spettacolo e, strano a dirsi, Caterina che conversa amabilmente con Massimiliano che sembra divertirsi un mondo.

“Allora Carlo cosa studi ora?” domanda Erika cercando di rompere il ghiaccio.

“Lavoro in una casa d’arte”.

Erika sorride con un cenno d’apprezzamento.

“E tu Massimiliano?” chiede Daniela.

“Io studio lingue: francese, spagnolo e naturalmente inglese”.

“Bello. Deve essere interessante. Anche io parlo un sacco di lingue sai” Caterina si intromette sempre con grande gentilezza “Sono stata in giro per l’Europa per un sacco di tempo”.

“Ma davvero! E dove sei stata?” chiede Carlo.

Sofia, Daniela ed io ci voltiamo lentamente verso di lui con aria truce. Non si rende conto di quello che ha fatto, ora nessuno la ferma più. Ma per fortuna Sofia interviene in tempo:

“Cate scusa vuoi andare a prendere un po’ d’acqua è finita”

Cate si alza e un po’ contrariata va in cucina.

“Brava Sofia” le sussurro.

Lei mi fa l’occhiolino.

“Ora vediamo di cambiare discorso eh!” esclama Daniela.

Silenzio di tomba. Che allegria. Eleonora poggia il suo bicchiere sul tavolo con un rumore secco che ci costringe a voltarci.

“Allora Carlo” già come comincia non mi piace “ Ci stavi dicendo che lavori in una casa d’arte, deve essere interessante”.

“Molto. Ogni giorno vedo cose nuove, entro in contatto con persone di diverse nazionalità e serve molto sapere le lingue, come te Massimiliano”.

L’interessato annuisce e si concentra sulla pasta.

“Per esempio la volta scorsa - continua - è venuto da noi un tizio del Giappone per venderci un dipinto molto vecchio e antico”.

“Antico e vecchio sono sinonimi, ignorante”commenta acidamente Ele.

Ma io le do un calcio sotto la tavola e riesco a farlo passare per un colpo di tosse. Spero che nessuno abbia sentito, anche se Massimiliano continua a fissarmi. Cosa vuoi maledetto? Mangia e non fissare le persone che è cattiva educazione.

“Come hai fatto a capirlo?” chiede Elio.

Ma allora ce l’ha la lingua.

“Abbiamo degli interpreti” risponde Carletto.

“Davvero?”

Questo tono sorpreso e allucinato può essere solo di una persona e speriamo che questa persona, per buon cuore, non si lasci trasportare dall’“emozione”.

“Non sapevo che si usassero gli interpreti anche in questo caso!”

Tiro un sospiro di sollievo: poteva dire di peggio.

“Io pensavo che gli artisti avessero un linguaggio superiore incomprensibile a noi comuni mortali!”

Carlo la guarda sbattendo le palpebre, decidendo se risponderle o no. Tutti stiamo aspettando la reazione. Per grazia di Dio lui sorride e scuote la testa.

“Mi dispiace deluderti Ele, ma io non ho nessuna dote particolare e non conosco linguaggi segreti”.

Ancora una volta il pericolo è scampato.

“Ci credo con quella faccia!” risponde Eleonora.

Erika nasconde il viso nelle mani, evidentemente anche lei vorrebbe uccidere quella donna che ha il DNA simile al suo.

“Che ne dite se prendiamo il secondo?” scatto della sedia come se ci fosse un chiodo sopra e comincia a raccogliere i piatti. Massimiliano si alza.

“Ti do una mano”.

“NO” .

Evidentemente la mia voce e troppo alta. Deglutisco e sorrido: “Sei un ospite non poteri mai chiederti una cosa del genere. Ele aiutami tu”.

Eleonora mi fissa contrariata.

“Scusa ma anche io sono un ospite”.

“Non direi proprio. Alzati e vieni ad aiutarmi” le ordino a denti stretti.

Eleonora sbuffa e poi comincia a raccogliere tutto.  In cucina. Lontano da orecchie indiscrete, mi volto verso di lei con una faccia decisamente poco amichevole.

“Senti un po’ Eleonora Cristina Maria cosa diavolo ti sei messa in testa?”

“Io? Ma perché cosa sto facendo?”

 Povera vittima del capitalismo moderno.

“Cosa stai facendo? Devo fare l’elenco? Primo: mi porti in casa un emerito sconosciuto e se è un maniaco omicida?”

Lei sembra riflettere. Forse ha acceso il cervello.

“Non sarebbe male potrebbe liberarci di Carlo per sempre!”

Ma come ho fatto a considerarla la mia anima gemella per 25 anni?

“Secondo: hai deciso di ricreare lo scenario di porta a porta nel mio salotto? Se è così ti avverto che non voglio fare la parte di Bruno Vespa!”

 “Scusa Ali mi sono persa un passaggio, cosa centra Vespa?”

“Lascia perdere. Quello che voglio dirti è che devi smetterla di provocare Carlo, lui è mio ospite chiaro e finché resterà dentro questa casa devi trattarlo come uno di famiglia. Hai capito ho ripeto il concetto?”

Lei mi guarda molto arrabbiata. Ho l’impressione che ora mi tirerà appresso i piatti.

“Ho capito cara, non preoccuparti. Solo che dovresti mangiarti un po’ di zucchero sei parecchio acida!”

Esce dalla cucina con aria offesa. Forse ho esagerato. Fantastico. Guardo l’orologio: ancora le nove e mezza. Quando finisce questa serata?

 

 

 

Flavia sta facendo una cosa terribile. Terribile non è la parola adatta, non so dire se sia terribile o ridicola o tutte e due. Forse dipende da che punto guardi la cosa. Dalla parte di Marco è terribile, dalla mia è la cosa più divertente di tutta la serata.

Ci sta provando con Carlo. 

Sta tirando fuori tutte le sue armi, ma lui è insensibile al fascino femminile; forse dovrei avvertirla, ma è da, quando sono seduta che non mi diverto e questa mi sa che sarà l’unica occasione.

Sei fidanzato Carlo?” chiede maliziosa.

 “Ehm… no, al momento no” risponde imbarazzato.

Flavia si sistema meglio sulla sedia, interessata all’argomento.

“Come mai? Non hai trovato nessuna ragazza interessante?”

“Ragazza?”

Lui mi guarda. Io alzo le spalle.

“Non c’è stata nessuna. Non c’è nessuno da tempo”.

Ora Flavia è decisamente estasiata. Nessuna ragazza: ha campo libero.

“Davvero non hai nessuna ragazza? Strano un tempo interessante come te!”

Lui ride e beve un sorso di vino per non dover rispondere.

“Già Carlo è davvero strano” commenta Eleonora con il solito tono sarcastico.

“Allora Sofia come va l’università?” chiede Erika per sviare la sorella.

Sofia capisce al volo e comincia a parlare.

“Benissimo è molto dura, ma mi piace molto e presto comincerò anche a lavorare”.

“Sul serio? Allora le uniche disoccupate saremo io e te, Dani!” le dico ridendo.

“Eh certo quella Daniela non a voglia di fare nulla!” la prende in giro Sofia.

Daniela si gira indispettita verso di lei.

“Davvero? Ti ricordo, cara, che quella che prima non lavorava eri tu. Io avevo un lavoro fantastico” si difende Daniela.

“E’ vero. Però, come sempre, dici tutto quello che pensi e loro ti hanno cacciata”.

La faccia tosta di Daniela è famosa in tutto il modo.

“Va be, ma sono cose capitano. Dico bene Alice?”

Odio quando mi chiamano in causa. Io annuisco e sorrido.

“Comunque fatto sta che ora io ho un lavoro e tu no !” Sofia ha messo fine alla discussione.

Daniela alza gli occhi al cielo e rinuncia.

“Sofia come sta Luca?”

Luca è il ragazzo di Sofia. Stanno insieme da una vita. Basti pensare che quando ci siamo conosciute lei già parlava di lui.

“Impegnato come al solito. Però sta bene”.

“A quando il grande passo?” domanda Eleonora, che non so perché ha distolto l’attenzione da Carlo.

Sofia la guarda. Poi guarda me e poi Daniela. A rispondere è Daniela.

“Ci vuole tempo. È ancora presto”.

“Ma succederà. Prima o poi, succederà” finisco io.

Anche perché se non succede uccido Luca.

Dall’altra parte Elio e Massimiliano fanno un’amichevole conversazione, interrotta a tratti da Caterina.

“Ho cominciato a suonare da bambino e ho studiato per due anni a Londra. Il piano è la mia vita, l’unica cosa per cui sono portato”.

“Ti capisco. Le lingue mi hanno sempre affascinato. E poi viaggiare è una cosa meravigliosa. Tu, Caterina, dovresti saperlo meglio di me”.

Caterina annuisce, inghiottendo velocemente il boccone.

“Sì viaggiare è bellissimo. È un’avventura meravigliosa, ogni giorno persone nuove, posti nuovi e nuove storie da scrivere”.

“Tu scrivi Caterina?” domanda Carlo.

Caterina si rivolge orgogliosa a Carlo, gonfiandosi tutta.

“Be’ ecco io scrivo da, quando ero piccola. È una cosa che mi è sempre riuscita facile e alla gente piace quello che scrivo. Vero raga?”

Daniela e Sofia si fissano. Trattengono a stento le risate.

“Certo cate” risponde Dani.

Meno male che Caterina è troppo presa dalle lodi per accorgersi della nota di sarcasmo.

“Ammiro molto le persone che riescono a portare avanti un racconto. Sono piene di forza di volontà” commenta Massimiliano.

Caterina, secondo me, tra un po’ scoppia. Non è normale per lei essere ricoperta di tante attenzioni. Scuoto la testa e mi concentro sul mio piatto.

“Anche Alice è una scrittrice ed è decisamente brava” aggiunge Daniela, lanciando a Caterina uno sguardo gelido, che lei, naturalmente, non nota.

 “Davvero?” Massimiliano mi fissa. Perché mi fissa?

“E’ vero. Già da ragazzi ti divertivi a scrivere un mucchio di cose. Sei sempre stata creativa!” afferma Carlo.

“ E se lo ricorda lui, vuol dire che era davvero brava!” sussurra Eleonora, in modo poco impercettibile. 

Massimiliano sorride e Carlo fa finta di non sentire.

“Carlo conosci Ali da tempo?” domanda Flavia, con una vocina sottile.

“Sicuramente da molto più tempo di te” risponde acidamente Marco.

È stato zitto tutta la sera, così che non sentire quel commento è praticamente impossibile.

“L’ho domandato appunto per questo Marco” pronuncia quel nome cose se avesse detto una parolaccia “ Voglio sapere com’era Alice da bambina”

“E perché scusa cosa c’è d’interessante nella mia infanzia?”

Ma perché Flavia deve sempre farsi i fatti miei? La mia è stata un’infanzia bellissima che sicuro Carlo non conosce. Se vuole sapere qualcosa deve andare da mia madre!

“Ma dai Ali! Voglio solo sapere qualcosa su di te, mi racconti sempre così poco di te”

Ma che bugiarda, io mi prolungo sempre nei racconti su quanto fossi carina da piccola.

 “Non sono la persona più adatta cui chiedere. Non ci frequentavamo molto, solo un paio di volte l’anno in vacanza e con me è sempre stata gentile”.

Certo mica potevo dirti che sei un egoista, egocentrico e qualunque altra parola cominci con ego.

“Peccato. Allora parlami di te, della tua vita, dei tuoi hobby, dei tuoi gusti…...”.

Per poco non mi va di traverso il vino. Metto la mano davanti alla bocca per evitare un disastro e comincio a tossire. L’attenzione della tavola si concentra su di me.

“Alice stai bene?” domanda preoccupata Lea.

“Vuoi qualcosa?” chiede Eleonora.

“Chiamo un medico?” Erika a già il telefono in mano.

Piano piano mi riprendo.

“No non c’è bisogno di un medico… sto….bene….tutto ok”sorrido con gli occhi pieni di lacrime e la gola in fiamma per lo sforzo.

“Forse hai bisogno di un bicchiere d’acqua” esclama Sofia apprensiva.

“Ma lo vedi che sei stupida! Quella mo’ si stava affogando con il vino tu le dai l’acqua? Ricominciamo da capo” la riprende Daniela.

Sofia la guarda scioccata.

“Ma guarda a questa. Magari l’acqua la fa riprendere”.

“Sì va be”.

“Ragazze non litigate. Sto bene non ho bisogno di nulla è stato solo un incidente” le prego.

“Hai bisogno di un po’ d’aria, andiamo fuori al balcone vieni” Caterina si alza e mi accompagna verso il balcone.

Fuori riesco a respirare un po’ meglio. Respiro a bocca aperta con calma.

“Ci hai fatto prendere una paura”.

“Sto bene Cate, può capitare a tutti dei momenti di distrazione”.

Lei sospira.

“Va dentro prima che quelli si scannino. Io ti raggiungo subito”.

Lei mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.

“Va bene”.

Finalmente sola. Non tutti i mali vengono per nuocere. La serata non sta proprio andando come avevo previsto, ma in fondo mi sto divertendo. Se non fosse per qualche piccolissimo particolare la serata sarebbe perfetta. Chiudo gli occhi lasciandomi accarezzare dal vento della sera. È calmo e tranquillo qui fuori. È strano come una porta mi separi dal resto del mondo. Ma la mia pace è interrotta dal rumore del balcone che si apre.

“Sto venendo Cate, tranquilla non sono morta”.

“Bene. Mi eviti una telefonata alla polizia”.

Questa non è la voce di Caterina. Mi volto e vedo Massimiliano appoggiato allo stipite della porta che mi fissa sorridendo, con il solito sorriso della pubblicità dell’AZ.

“Mi sarebbe dispiaciuto farvi finire una serata così… così…. “ non mi viene il termine.

“Interessante?”

“Esatto. Era un peccato andare tutti alla centrale di polizia”.

Lui ride e mi raggiunge vicino alla ringhiera.

“Fa freddo sta sera”commenta.

Mica tanto.

“I tuoi amici sono simpatici. Anche se credo che la bruna, Eleonora giusto? Voglia uccidere il povero Carlo”.

“Hai azzeccato”.

“Cosa il nome o il fatto che potrebbe essere una potenziale assassina?”

“Tutti e due” rispondo ridendo.

 Anche lui ride.

“Perché sei venuto?”

La domanda mi esce dalla bocca senza neanche sapere perché, e mi pento subito di averla fatta.

Lui si volta verso di me con aria seria e mi fissa costringendomi ad abbassare lo sguardo.

“Perché me lo chiedi?”

Già perché.

“Ecco… io… be’ … come … come facevi a sapere che ero io? Come hai contattato Eleonora?”

Si volta a guardare il panorama: non che ci sia, si vedono un paio di case, la tangenziale e qualcosa che potrebbe essere il porto.

“L’ho sentita parlare con te al cellulare e tu urlavi parecchio. La tua voce si sentiva da un chilometro. Così le ho chiesto se fossi tu e le ho detto che ti conoscevo. Poi dopo Marco mi ha detto chi eri. Ed eccomi qui”.

Annuisco e comincio anche io a guardare il panorama.

“E poi mi avrebbe fatto piacere rivederti. Mi sono divertito la volta scorsa”.

Sento il suo sguardo su di me e faccio finta di nulla, ma mi accorgo che non fa più tanto freddo.

“Ti ho visto al supermercato l’altro giorno” devo imparare a controllarmi.

“Sul serio. Perché non mi hai salutato?”

Alzo le spalle.

“Sei strana”.

Sono offesa.

“Grazie!”

“Ma no, era un complimento! Sei strana in senso buono, sei….

Si avvicina pericolosamente al mio orecchio.

“… simpatica….”

Scosta i capelli dall’orecchio.

“….divertente…”

Mi volto a guardarlo. Lo fisso negli occhi e il mio cuore comincia a battere fortissimo. Non reggerò a lungo una situazione del genere.

Spero che dica qualcos’altro, per rompere questo imbarazzante silenzio, ma lui sta zitto e continua a fissarmi. Rimaniamo fermi per quello che sembra essere un tempo interminabile, non sento nulla se non il battito fortissimo del mio cuore. Rabbrividisco e non è per il freddo.  Lui si abbassa leggermente verso di me e…

“ALICE dove sei?Puoi correre un momentino”.

E ti pareva. Mai una volta che le cose vadano per il verso giusto! Maledizione perché, perché tutto deve succedere nel momento meno opportuno? Non possono aspettare che sia finita la scena per combinare qualche disastro? Mi bastavano solo altri tre secondi e poi... già e poi cosa sarebbe successo?  Grazie hai miei carissimi amici non lo saprò mai.

Mi allontano da Massimiliano e riprendo il controllo. Respiro lentamente e lascio che il cuore ritorni a battere normalmente.

“Sono qui sto arrivando!” urlo di risposta.

Guardo Massimiliano che mi da le spalle.

“Io torno dentro”.

Lui si volta e annuisce sorridendo. Entro in casa ancora scossa, cercando di non pensare troppo e lasciare da parte, almeno per il momento, quello che è successo sul balcone. Ma ad una cosa non riesco a non pensare: era un sorriso di delusione quello?

 

 

La situazione mi è letteralmente sfuggita dalle mani. Nei dieci minuti della mia assenza Flavia a continuato a provarci con Carlo e Eleonora a sfottere. Naturalmente Marco è andato su tutte le furie e ha cominciato anche lui a sfottere Flavia. Per mia fortuna gli altri hanno cercato di aggiustare la situazione, con scarsi risultati.

Caterina, come al solito, non capiva una mazza di quello che stava succedendo e metteva altra carne a cuocere. Alla fine Flavia si è letteralmente buttata a dosso a Carlo. Io sono arrivata nel momento in cui Marco usciva sdegnato dalla stanza sussurrando:

“Senza nessun rispetto!”

Flavia si stava rialzando dal divano dove aveva iscenato una caduta e rideva divertita. Lea la guardava schifata, Eleonora non capiva nulla, Erika e Mattia parlavano con Elio cercando di non pensare troppo, Daniela e Sofia guardavano divertite Caterina che rideva come un’oca con Flavia. Ho dato un nome a questa scena: l’Apocalisse.

Mi avvicino a Flavia e la tiro da parte.

“Flavia la vuoi smettere” la rimproverai a denti stretti.

“Di fare cosa Alice. Io mi sto divertendo soltanto”risponde con l’aria di una bambina innocente.

“Di fare cosa? Flavia ma hai visto il povero Marco?”

“Lui non è più il mio ragazzo. Non vedo perché debba preoccuparmi di lui”.

“Ok ma abbi almeno un po’ di rispetto. Non provarci con un altro davanti a lui!”

Flavia sbuffa.

“Se gli da tanto fastidio allora dovrebbe andarsene, anzi non sarebbe mai dovuto venire!”

Lo ha detto a voce un po’ troppo alta così che hanno sentito tutti.

Se ne va altezzosa e torna a parlare con Carlo, che ormai ha capito le sue intenzioni e non sembra molto felice.

“Massimiliano ma dov’eri finito!” esclama Caterina prendendolo sotto braccio e strascinandolo vicino a Sofia e Daniela.

“Ero in bagno” e dicendo questo mi guarda, ma io mi volto dall’altra parte.

Prendo un bicchiere di vino e lo mando giù tutto d’un fiato.

“Alice?”

Erika ha il giubbino in dosso e la borsa in mano.

“Vai via?”le domando dispiaciuta.

 “Sì. Mattia ed io andiamo al locale di alcuni amici”.

Sorrido.

“Fate bene. Ma ti porti anche Eleonora?”

Erika scuote la testa.

“No. E’ venuta con la sua di macchina, mi dispiace”.

Faccio segno di no con la testa.

“Tranquilla la serata è finita, tra un po’ va via anche lei. Spero”.

Ci mettiamo a ride, poi salutano tutti e vanno.

Dopo averli accompagnati alla porta, torno in soggiorno giusto in tempo per sentire Flavia esclamare:

“Ho capito quale intendi. Ne ho una anche io vieni a vedere in camera mia”.

Detto questo lo trascina in camera sua. Marco aspettava solo questo. Si alza di scatto dalla poltrona e si dirige verso l’ingresso.

“Marco?” Massimiliano lo insegue.

Anche io li inseguo e li ascolto standomene un po’ in disparte.

“Senti io non ce la faccio. Ma hai visto come fa? Sembra che lo faccia a posta. No, io me ne vado!” stava dicendo Marco.

“Ok allora aspetta vengo con te”.

“No tu rimani. In fondo non è giusto rovinarti la serata”.

Prende la giacca e apre la porta.

“Marco, te ne vai?” intervengo rapidamente.

Lui mi guarda amareggiato e scuote un po’ la testa. Poverino mi dispiace per lui.

“Sì Alice vado via. Grazie di tutto” sorride, ma non sembra molto felice. Anzi sembra quasi che ce l’abbia con me.

Massimiliano torna in soggiorno senza neanche rivolgermi la parola. Anche lui sembra arrabbiato. In salotto c’è una strana calma. Non vedo più Sofia.

“Daniela dov’è Sofia?”

“Fuori al balcone. Sta parlando con Luca”.

Infatti, poco dopo rientra e si rivolge a Dani:

“Se vuoi un passaggio dobbiamo scendere. Luca ci sta aspettando”.

“Ma come andate via anche voi?”

Perché tutti sono ansiosi di uscire da casa mia?

“Sì Ali è tardi. E siamo un po’ stanche” dice Daniela ammiccando in direzione di Caterina che sta parlando con Lea, Elio e un Massimiliano completamente assente.

Rido.

“Va be’ vi meritare un po’ di riposo. Magari ci sentiamo in questi giorni!”

E così anche le mie due amiche mi abbandonano. Come dice la canzone? La festa è finita e gli amici se ne vanno. L’unica che non ha nessuna voglia di andarsene è Eleonora che mi si avvicina e dice:

“Mi annoio”.

“E grazie la tua fonte di divertimento se ne è andata. Approposito non sono più comparsi quei due?”

“No. forse Flavia a fatto colpo”:

“Ne dubito”.

“E perché? Flavia non è all’altezza di mister mondo?”

No Ele, non è questo. Senti c’è una cosa che devi sapere di Carlo…”

Ma non finisco la frase che Massimiliano scatta in piedi e va verso la porta. D’istinto lo seguo.

“Ma dove ti avvii?” mi urla Eleonora.

Non le rispondo.

Massimiliano a preso la giacca e sta controllando qualcosa sul cellulare.

“Te ne vai?”

Lui si volta verso di me con aria seria.

“Vado a vedere dov’è Marco”.

Si infila la giacca.

“La tua amica poteva essere anche un po’ più gentile, non credi?”

Me lo dice senza girarsi.

“Hai ragione, ma…”

“Ma cosa?” si gira di scatto, il suo sguardo è freddo.

Ma cosa? Ma lei è fatta così? Ma non c’è nulla di male? Ma perché se la sta prendendo tanto?

“Ma non è colpa mia!” esclamo offesa. Cosa centro io se quella ha deciso di provarci con un gay?

Lui sembra colpito. Fa un sorriso spezzante.

“Già. Non è colpa tua”.

Io non ci capisco nulla: perché questo se la prende tanto a cuore e perché se la prende con ME!

Apre la porta senza dire nulla. E’ quasi fuori da casa mia.

“Massimiliano aspetta!”

Non sono stata io a parlare.

Dietro di me arriva Caterina che prende la sua giacca.

“Vengo con te”.

Vorrei dirle qualcosa del tipo: MA PERCHE’ NON TI FAI GLI AFFARI TUOI? Però lo sguardo triste di Massimiliano mi fa desistere. E così escono di casa sotto braccio.

“Che bella coppia” penso, mentre li osservo dalla finestra della cucina.

“Che guardi?” chiede Eleonora, entrando.

“Nulla di importante”.

“Cosa mi stavi dicendo di Carlo?”

Oh mica se l’è scordato!

“Ma tu non molli mai?”

“Mollare? Non è compreso nel mio vocabolario. Allora cosa devi dirmi?”

Neanche sta volta riesco a finire il discorso. Flavia entra come un monsone e mi schiaccia contro il tavolo.

“ALICE COME HAI POTUTO FARE UNA COSA DEL GENERE!”

Io la guardo senza capire. Parla di Marco?

“Se ti riferisci a Marco io…”

“Non parlo di Marco, ma di Carlo! Perché non mi hai detto che era gay. Ti rendi conto che mi hai fatto fare la figura della cretina?”

“Carlo è gay?” Eleonora sposta lo sguardo da me a Flavia scioccata.

“Stavo per dirtelo” dico ad Ele.

Ma lei rimane scioccata e non risponde.

“Lascia stare. Come hai potuto farmi una cosa del genere? Pensavo che fossimo amiche?” Flavia è arrabbiatissima.

“Non esagerare, in fondo non è successo nulla!”

“Nulla? Ma sai che figura ho fatto con Marco?”

Inarco le sopra ciglia.

“Cosa centra Marco?”

Lei boccheggia per un po’ e poi ritorna con la sua faccia scura.

“Non cambiare di scorso. Resta il fatto che tu non mi hai detto nulla, che bella mica che sei!”

Detto questo esce dalla cucina, prende la giacca e esce sbattendo la porta. Guardo Eleonora sconvolta.

“Be’ un po’ ha ragione. Dovevi dircelo”

“Eleonora non ti ci mettere anche tu!” sono davvero esasperata.

In corridoio incontro Carlo che si sta mettendo la giacca.

“Alice io vado via. Mi dispiace per la tua amica”.

“Sono io che ti chiedo scusa. Non l’ho fatto perché mi vergogno, ma mi sono davvero dimenticata e dirlo davanti a tutti mi sembrava di pessimo gusto”.

Carlo sorride, almeno lui non urlerà contro di me.

“Sei gentile. Spero che potremo rivederci presto, ciao Alice”

“Ciao Carlo”. Ci salutiamo e poi lui esce da casa mia correndo.

Non è il primo e non sarà l’ultimo che fugge da questa casa. Ne abbiamo fatti scappare tanti.

“Anche io me ne vado. Ciao” freddamente Eleonora mi saluta ed esce.

“Ma sei arrabbiata con me?” le urlo dalla tromba delle scale. 

“Sì” risponde di rimando.

“Fantastico!” le urlo “ Ma la prossima volta dimmelo non scappare via così!”

“Alice non chiudere la porta stiamo andando via!”

Lea e il suo amico pianista mi salutano veloci come spidi gonzales! 

“Non aspettarmi, ci vediamo domani”e va via sbattendo la porta, mentre Elio mi fa un cenno con la mano.

Anche lei è arrabbiata con me.

Sono sola in casa. Se ne sono andati via tutti. E quasi la metà di loro è arrabbiata con me. Spengo tutte le luci e me ne vado in camera mia. Si sente solo il rumore della strada. Questa serata è andata uno schifo! Mi sento molto sola in questo momento. E inspigabilmente, forse pensando a tutti quelli che sono arrabbiati con me, e ad uno in particolare, comincio a piangere buttandomi sul letto.

 

 

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ED ECCOMI QUA SIGNORI E SIGNORE.

Dopo vent’anni sono tornata a trovarvi. Lo so lo so vi ho fatto aspettare un sacco di tempo, però ho mantenuto la promessa e non vi ho lasciato a bocca asciutta. Spero che il ciappy vi sia piaciuto. Anke perkè ci ho messo 30 anni a scriverlo e se nn vi è piaciuto……... lasciamo perdere.

Tornerò presto con il seguito aspettatevi GRANDISSIME rivelazioni. Vi do un’anticipazione….

flox avrà un bambino

cate verrà scoperta

e alice vivrà felice e contenta!

Tutto chiaro no? J

 

 

  
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