Anime & Manga > Doremi
Segui la storia  |       
Autore: Angemon_SS    03/06/2007    2 recensioni
Il remake della Fic L'ombra dell'anima, ora è di nuovo online. Ci ritroviamo in un futuro dopo una violenza subita da Onpu il gruppo di amiche dovrà affrontare ciò che è più grande di loro. Mistero, eros(lieve), tantissima azione e suspance con finale a sorpresa, chi ha letto la precedente versione spero che trovi questo remake interessante, vi prego commentate e aiuterete la storia a migliorare, si accetta tutto anche lamentele e ramanzine
Genere: Thriller, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Onpu era distesa immobile a terra, nel suo stesso sangue, la faccia livida, l’inguine dolorante, le braccia stanche

▌Versione censurata ▌

Si consiglia la lettura solo ad un pubblico maturo

L’autore non si assume nessuna responsabilità in caso di lettura

da parte di persone che non rientrano nella restrizione precedente

Capitolo 2

Onpu era distesa. Immobile, a terra, nel suo stesso sangue, la faccia livida, l’inguine dolorante, le braccia stanche, come morte. Le orecchie le fischiavano ed il mal di testa non le dava pace, tutto intorno non riusciva a vedere che buio, nero, il nero totale che sembrava volesse prenderla e non lasciarla mai più. Si rigirò continuamente ma quegli uomini erano sempre su di lei, abusavano di lei nonostante tutto, avrebbe tanto voluto fermarli, allontanarsi da loro per sempre dimenticando tutti gli anni tristi e cupi che hanno fatto radici nella sua mente.

Buio, sospiri, ansimi, dolore, lacrime

Buio, sospiri, ansimi, dolore, lacrime

Buio sospiri ansimi dolore lacrime

Buio sospiri ansimi dolore lacrime

Buoisospiriansimidolorelacrime

Buiosospiriansimidolorelacrime

Buoisopsiriansimidolorelacrime

Buiosospiriansimidolorelacrime

Buiosospiriansimidolorelacrime

Doremi apparve nell’oscurità come se fosse fatta di luce. Illuminò ogni cosa facendo sparire il buio, la sua voce parve potente come un vulcano in eruzione, un’esplosione, quelle semplici parole fecero sparire le lacrime di dolore per le lacrime di gioia: « Onpu, svegliati. »

Onpu riaprì lentamente gli occhi, tutto era così luminoso e acceso, ogni cosa sembrava emanare luce, niente era rosso sangue, niente era buio, niente era grigio come lo sperma, era tutto vivo e limpido come il sole che sorge la mattina.

Vide i capelli di Doremi ed il suo viso con un’espressione mista alla preoccupazione e la collera, c’era una virgola di rimprovero nello sguardo fisso di Doremi, la osservava dritta negli occhi come se stesse per colpirla con un coltello. Onpu era davvero felice di rivederle, c’era anche Aiko con Doremi, lei era sorridente, contenta perché aveva riaperto gli occhi, felice perché anche Onpu stava accennando un sorriso.

Accanto alle sue amiche c’era anche un medico, lo riconobbe, era il ginecologo che aveva supervisionato l’operazione chirurgica e che l’aveva esaminata subito dopo.

« Scopriti ed apri le gambe. » Disse fredda Doremi. Onpu rimase un po’ disorientata ma poi capì che doremi aveva tutte le ragioni del mondo per essere così fredda, non poté fare altro che ubbidire. Lasciò che il medico la osservasse e la toccasse, in quel momento le tornarono in mente altri ricordi, orrendi. Le lacrime ripresero a sgorgare dagli occhi di Onpu. Aiko se ne accorse.

« Osservate qui. » Disse il medico. « In caso di penetrazione volontaria, ovvero quando la donna lascia che ci sia il rapporto le parti della vagina ad essere livide o più rosse sono queste. Invece, in caso di violenza ovvero quando la donna non vuole la penetrazione gli arrossamenti o i lividi sono presenti qui sotto. »

« In questo caso… » Disse Aiko.

« In questo caso gli arrossamenti sono presenti in tutte e due le parti. »

Doremi alzò lo sguardo ed incrociò gli occhi lucidi di Onpu. La osservò per qualche secondo che sembrò interminabile, poi senza nemmeno fiatare uscì dalla stanza inseguita di corsa da Aiko.

La stanza si trovava al secondo piano dell’ospedale e Doremi non prese l’ascensore ma si fece le scale seguita da Aiko. Arrivata all’ingresso principale uscì dall’ospedale e fu in quel momento che Aiko la afferrò per un braccio e la trattenne.

« Aiko. » Disse Doremi liberandosi dalla presa dell’amica. « E’…una troia. »

« Ma che dici? »

« Non l’hai capito? Ha scopato con quelli li, si è drogata, ci ha preso gusto, non hai letto la cartella clinica? I valori di alterazione nel sangue erano alle stelle. »

« Senti Doremi… »

« No ascolta tu….» La interruppe Doremi e poi gridò come non aveva mai gridato in vita sua raccogliendo tutta la rabbia accumulata in tutti quegli anni e che non era mai riuscita a smaltire in nessun modo. « VENT’ANNI, CAZZO, VENT’ANNI CHE NON LA VEDI DI PERSONA, NON UNA LETTERA, UNA CARTOLINA, UN MESSAGGIO, UN E-MAIL, NESSUN AUGURIO DI NATALE, DI COMPLEANNO, DI MATRIMONIO…PERCHE’ CAZZO DOVREI AIUTARE QUESTO VERME? PER QUANTO MI RIGUARDA NON E’ PIU’ MIA AMICA…RESTEREMO AMICHE PER SEMPRE, MA VAFFANCULO…questo è tutto. »

Aiko rimase ad osservare Doremi, non abbasso lo sguardo ne fece alcuna espressione che potesse svelare qualche suo pensiero, si limitava ad osservare gli occhi di Doremi cercando di capire ciò che provava veramente, se gli occhi si illucidivano oppure se volesse aggiungere qualcos’altro.

« Hai finito? » Chiese Aiko.

« Se ne potrebbero dire su Onpu per ore ed ore ma in questo momento non ho ne la testa ne la voglia di continuare. »

« Ecco, brava. »

« Ma si può sapere come fai ad essere così fredda? Non provi proprio niente? Ci ha lasciato per vent’anni come stupide ad aspettare qualche sua notizia, ad aspettare che si facesse viva in qualche modo, le abbiamo inviato gli inviti per i nostri matrimoni ma non ci ha mai risposto…proprio non provi rabbia? »

« Penso che avesse i suoi buoni motivi. »

« Voglio proprio sentirli questi venti anni di buoni motivi…amiche per sempre un cazzo. »

« Doremi… » Disse Aiko ma lei già si dirigeva verso la propria auto entrandovi e chiudendo la portiera con rabbia. « Doremi. »

Aiko aveva riaperto lo sportello della macchina ed osservava Doremi impugnare il volante e stringerlo forte tra le mani. Osservava avanti e sembrava non avesse intenzione di voltarsi verso l’amica.

« Che ne dici di usare il cerchio magico? Ti dimostrerò che Onpu aveva i suoi buoni motivi. »

« Mi sono riproposta che se avessi fatto pace con Onpu è perché è stata lei a chiedere scusa per tutti questi anni, non sarei andata a frugare nella sua vita privata con la magia. »

« Non dico di andare a frugare nel passato di Onpu, dico solo di andare a sapere la verità sul delitto. Sono sicurissima che lo hai fatto tantissime altre volte per capire come si sono svolti gli omicidi e per capire chi fosse l’assassino, tu sei la migliore perché possiedi la magia. »

« Si è così. » Disse Doremi cessando di torturare il volante della propria auto.

« E allora perché non andiamo a vedere cosa è accaduto? » Chiese Aiko.

Doremi osservò Aiko negli occhi, non se la sentiva di coinvolgerla, si, era anche lei poliziotta ma non voleva immischiarla proprio durante le ferie. Aiko era anch’essa poliziotta, era sposata e con un figlio ricoverato proprio nell’ospedale per un’operazione alle tonsille.

« Non voglio immischiarti in qualcosa che potrebbe rivelarsi troppo grande anche per me, so che c’è di mezzo magia…un sospetto poco prima di venire qui c’è sfuggito dalla scena del crimine usandola. »

« Attenzione…devo ricordarti anche questa volta che sono tua amica… »

« …e che sei poliziotta come me? »

« Esatto, per favore Doremi, tira fuori il cristallo e facciamola finita con questa storia. » Aiko entrò in macchina e si sedette nel sedile del passeggero accanto all’amica.

Doremi tirò fuori da sotto la maglietta una gemma rosa che teneva sempre al collo. Quello era il suo lasciapassare per il regno delle streghe e dei maghi, era la propria fonte di lunga vita che purtroppo le avrebbe fatto assistere alla morte di tutti i suoi cari e amici, del marito, del figlio. Essere una strega comportava una vita praticamente millenaria, può sembrare una cosa buona ma non si smette mai di soffrire vedendo gli altri che invecchiano al posto tuo.

« Cerchiamo di non fare una cosa troppo esaltante con luci suoni e quant’altro. » Disse Aiko prendendo la tasca la sua gemma blu.

Avvicinarono le gemme e chiusero gli occhi. Nella loro mentre presero possesso decine e decine di lettere che componevano le formule magiche per l’incantesimo. Occorreva grande concentrazione.

Avvertirono una sensazione di rilassamento e subito dopo sentirono una grande pressione sui loro corpi, si sentirono schiacciate e sballottate, fichi, boati, grida, cori, musica, una voce cantava animando il pubblico esaltato come una mandria di persone strafatte.

Aiko e Doremi aprirono gli occhi. Onpu era a meno di un metro da loro.

Stava cantato e ballando sul palco, secondo la scientifica e il medico è stata aggredita durante l’intervallo del suo concerto. L’ultima canzone prima dell’interruzione finì proprio in quell’istante. Onpu salutò il proprio pubblico e si voltò verso Doremi ed Aiko passandoci attraverso come se fossero fatte di fumo. Le due la seguirono verso il camerino passando per il backstage affollato da tecnici ed altri artisti che si sarebbero esibiti dopo l’intervallo. La pedinarono lungo il corridoio bianco fino al suo camerino e si infilarono li dentro per godersi lo spettacolo. Il camerino pulito e senza una goccia di sangue sembrava totalmente diverso da quello analizzato.

La osservarono. Andava su e giù per la stanza senza sosta con una pastiglia in mano. Si spogliò e ricominciò a camminare, osservava snervantemente l’orologio e dopo un po’ inghiottì la pillola mandandola giù senza nemmeno un bicchiere d’acqua.

« Stanno per arrivare. » Disse Onpu rompendo il silenzio scandito dalle lancette dell’orologio. Bussarono alla porta e tutte e tre sobbalzarono. Onpu corse verso la porta chiedendo chi fosse. Non ebbe risposta e quando si voltò nella stanza c’erano due persone.

« Salve ragazzi. » Sospirò Onpu avvicinandosi nuda com’era verso i due uomini.

Doremi osservava disgustata quello spettacolo, non era come con Kotake, era molto più spinto, più schifoso, più violento, le grida inondavano la stanza ma erano coperte dalla musica a tutto volume della televisione accesa poco prima. Onpu ebbe finito. Si stava allontanando dai due quando uno di loro la afferrò e la tirò verso di se.

Se prima Onpu era stata disponibile ora non lo era affatto. Era iniziata la violenza. Quel secondo atto dello spettacolo era ancora più tremendo di prima, Aiko dovette voltarsi. Doremi preferì continuare a guardare anche se non poteva fare nulla per mettere fine a tutto ciò.

« Abbiamo infranto le regole. » Disse uno dei due uomini alzandosi dal corpo di Onpu . « Dobbiamo cancellare le prove e chiudergli la bocca, diremo che minacciava di divulgare tutto senza badare alle conseguenze. »

I due uomini avevano tenuto per tutto il tempo degli occhiali da sole ma se li tolsero non appena colui che aveva parlato prese un coltello dalla tasca dell’impermeabile.

Onpu era ancora riversa a terra con il ventre volto al pavimento. L’uomo che impugnava il coltello la voltò. Osservò il suo corpo nudo e i suoi occhi bagnati dalle lacrime e pieni di paura. Non distolse lo sguardo dalle pupille viola quando affondò il metallo della carne. Doremi si voltò solo in quel momento e continuò ad osservare ciò che accadeva attraverso le ombre proiettate sul muro. Finché i due non se andarono così come erano arrivati, sparendo nel nulla.

Ne Doremi ne Aiko ebbero il coraggio di voltarsi ad osservare Onpu. Chiedeva aiuto con un filo di voce. Volse la testa verso le due come se sapesse che Doremi ed Aiko erano li ed avessero assistito a tutto quanto, teneva lo sguardo fisso su quell’angolo della stanza, sospirava, vaneggiava, provava a parlare ma l’unico suono che riuscì ad emettere era “Doremi”.

L’interessata si voltò di scatto e si ritrovò davanti al volante con in incastonato il simbolo Nissan. L’incantesimo si era esaurito.

Le due restarono immobili ed in silenzio per un po’ di tempo poi Aiko esclamò rompendo con un po’ di paura il silenzio: « Domani…domani dimettono mio figlio, poi ti aiuterò nel caso, voglio trovare i due bastardi e tagliarglielo lentamente…senza anestesia. »

Doremi ci rifletté un po’, poi annuì, non avrebbe di certo fatto male un po’ di aiuto da un’amica.

« Però non vorrei trasportarti in qualcosa di troppo grande, quando vuoi abbandonare fallo senza problemi. »

Aiko sorrise. Scese dall’auto e si diresse verso l’ingresso principale dell’ospedale mentre Doremi metteva in moto la macchina, attese che l’amica rientrasse nell’edificio, poi la macchina si mosse. Vagò per la città, guidare la faceva pensare. Ripensò a ciò che aveva appena visto, era una cosa traumatica. Aveva anni ed anni di servizio alle spalle ma non le era mai capitato di vedere una cosa simile.

Fece la strada più lunga per arrivare a casa e poi parcheggiò l’auto dietro quella di Kotake. Come aveva fatto poche ore prima entrò in casa e mentre camminava si spogliava, passò davanti al pianoforte e si fermò. La luce della città entrava dalla finestra e faceva brillare il vecchio pianoforte con il quale aveva imparato a suonare fin da molto piccola.

Si sedette sullo sgabello e dopo aver liberato i tasti di avorio dal coperchio cominciò a suonare. La casa silenziosa venne inondata dalle note di Beethoven, ogni stanza venne toccata da quelle vibrazioni chiamate musica.

Il dolce suono arrivò fino all’orecchio di Kotake. Si svegliò preoccupato dopo avere sentito in sonno l’inconfondibile sonata al chiaro di luna, la canzone preferita della moglie. Doremi non era solita suonare il pano la notte, lo suonava solo se c’era qualcosa che la preoccupava o qualcosa di pericoloso. Si alzò e scese in soggiorno.

Lei era chiana a suonare alla luce della città che penetrava dalle finestre. Quando Kotake entrò Doremi smise di suonare e richiuse il piano con una delicatezza senza eguali. Corse tra le braccia del marito e lui sentì che la propria spalla si bagnava sotto il viso della donna.

« Promettimi una cosa. » Sussurrò Doremi cercando di trattenere i singhiozzi. « La prossima volta che faremo l’amore, sarà perché ci amiamo, non per sesso, non voglio il sesso, voglio da ora in poi solo l’amore. »

Kotake strinse forte Doremi al proprio petto e la baciò sulla fronte per tutto il tragitto che portava dal salotto alla camera da letto.

Fine secondo capitolo

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Doremi / Vai alla pagina dell'autore: Angemon_SS