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Autore: MegJung    16/11/2012    3 recensioni
Come reagireste alla sola idea di scoprire che la vostra migliore amica, in realtà è un extraterrestre, inconsapevole di esserlo? Sophie, una liceale qualunque, avrà a che fare con una ragazza particolare e insieme a lei e alle persone vicine dovranno affrontare un'impresa immensa, scopriranno segreti inconfessabili e entità misteriose, il tutto con avventura e, ogni tanto, anche a suon di risate!
Genere: Azione, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nathalie ed io squadrammo i due extraterresti tanto simili alla nostra specie e poi guardammo Esther che era rimasta interdetta da quello che aveva appena scoperto.
Davanti a noi c’erano due giovani ragazzi, dovevano avere più o meno la nostra età, di una bellezza quasi eterea. Erano alti quasi due metri, con un fisico perfetto e la pelle chiarissima, quasi da sembrare luminosa.
Il più alto aveva il viso più spigoloso, una lunga chioma di capelli lisci biondi e chiarissimi, due occhi grigio pallido e il naso affilato; l’altro aveva i tratti più dolci, più da ragazzino, degli splendidi capelli mossi dorati, color grano come Esther, due enormi occhi acquamarina e il naso a patata.
Ci fissarono intensamente, io e Nat eravamo incantate dai quegli occhi meravigliosi che avremo potuto fissare anche per ore.
-         Giurate di non far parola a nessuno della presenza dei pleiadiani sulla Terra! – affermò l’alieno dal aspetto più giovane.
-         Non ce ne sarà bisogno –lo interruppe il compagno – per essere certi della loro parola, le cancelleremo la memoria -.
Nathalie ed io indietreggiammo intimorite fino ad essere bloccate dal muro a strapiombo che separava la spiaggia dalla città.
-         Vi prego, non diremo nulla a nessuno! – implorai.
-         Cosa ce lo dovrebbe far credere? – disse uno dei due.
Non sapevo come ribattergli, poi Nathalie si fece coraggio.
-         Per il bene della nostra amica, che è una vostra simile -.
Si avvicinò Esther ai suoi simili.
-         Come vostra simile – balbettò – posso garantirvi che manterranno la parola -.
Gli alieni si convinsero che non eravamo una minaccia per la loro copertura e si scusarono per il loro comportamento.
-         Voi siete appena arrivati, dove andrete adesso? – chiesi incuriosita.
-         Non lo sappiamo ancora – disse il pleiadiano dai capelli chiarissimi – penso che al momento vivremo come vagabondi – affermò triste – la nostra astronave si è distrutta durante l’atterraggio e ora ci dobbiamo arrangiare -.
-         Possiamo aiutarvi – dissi.
Gli alieni mi sorrisero riconoscenti.
-         Perché non li tieni nel garage sotto casa, Sophie? – propose Nathalie.
-         Bell’idea! – esclamò Esther – tanto la sotto non ci va mai nessuno! -.
-         Cosa? Degli alieni nel garage di casa mia? Siete matte? -.
Le due ragazze mi guardarono in cagnesco, effettivamente come potevo abbandonare degli esseri così leggiadri, inoltre simili della mia migliore amica? Non avevo scuse per dire di no!
-         Va bene ragazze, ma solo finché non sono autosufficienti! -.
Nathalie ed Esther esultarono felici e i due alieni mostrarono un’espressione di gratitudine.
-         Io sono Sophie Nelson – mi presentai timidamente.
-         Nathalie Grey -.
-         Esther Morris -.
-         Faremo di tutto per aiutarvi – disse Nathalie – ma abbiamo solo diciassette anni e non possiamo fare granché e… -.
Il pleiadi ano dai capelli dorati le fece segno di tacere.
-         Non vi preoccupate -.
-         State già facendo tanto e vi ringraziamo, mi chiamo Sidus, non abbiamo molti anni di differenza da voi. Io ne ho diciannove! -.
-         Sono vostro coetaneo – disse allegro l’altro – comunque io sono Aster -.
Andammo via dalla spiaggia, anche perché l’aria stava diventando talmente fredda che si poteva vedere il vapore dei nostri respiri. Dato che i due alieni erano vestiti in modo alquanto stravagante, decidemmo di imboccare delle strade secondarie dove non passava nessuno. Fortunatamente la domenica nel mio quartiere la maggior parte della gente passava la giornata a poltrire davanti al televisore.
Arrivati sotto casa mia, scendemmo nel grande garage. Trovare l’interruttore fu davvero una sfida, ma alla fine riuscimmo ad illuminara la vecchia stanza tutta impolverata. Dentro vi erano vecchi mobili che non usavamo più e le biciclette mie di Christofer.
Vi erano due materassi, quelli sarebbero stati i loro letti e vi era un minuscolo bagno di servizio: il minimo indispensabile per sopravvivere c’era.
Con po’di fatica e di olio di gomito sistemammo la stanza, in effetti dovevamo farlo da tanto tempo, visto che io, Esther e Nathalie ci andavamo spesso: ora avevamo trovato una buona ragione per tornarci praticamente ogni giorno.
Aster felicissimo per il modesto alloggio si fiondò in bagno e quando ne uscì rimanemmo tutti sbalorditi: aveva trovato un vecchio rasoio di mio padre e si era tagliato i capelli. Era stupendo con i capelli lunghi, pure in quel momento era un Apollo, ma stava meglio prima!
-         Cosa hai fatto? – schiamazzammo Nathalie e io al unisono stupefatte.
-         Mi sono tagliato i capelli- rispose con aria innocente – ho visto che qui sulla Terra i maschi non portano lunghe zazzere e ho voluto avvicinarmi al loro stile! -.
Mettemmo le mani in faccia per la pateticità, ma era solo un povero alieno diciassettenne arrivato poche ore fa sul nostro pianeta, cosa potevamo pretendere da lui?
-         Per me è carino così – proferì Esther.
-         Tu stai zitta! – le sbraitammo tutte e due.
Esther, Sidus ed Aster ci guardarono inquieti, come se fossimo delle creature demoniache.
-         Ok, forse è meglio se la smettiamo – ammisi.
Nathalie calmò i suoi spiriti bollenti e ci andammo a sedere su una cassa di legno e di fronte a noi, Aster e Sidus accomodati su delle sedie di plastica verde bottiglia.
-         Perché siete qui? – chiesi curiosa.
-         Per lo stesso motivo per cui giungono i pleiadiani sulla Terra – affermò Sidus – per far in modo che l’uomo si elevi -.
-         Non era per la minacc… -.
Sidus lanciò un’occhiataccia ad Aster, non lasciandogli la possibilità di finire la frase.
-         Taci! Ricordati che non sono pronti! – minacciò.
Aster abbassò lo sguardo.
-         Siete sicuri che la nostra amica è una di voi? – chiese Nathalie.
-         Sicuri, era l’unica in zona che aveva risposto alla nostra richiesta d’aiuto in zona. Certo, la risposta era molto ingarbugliata, ma era comprensibile -.
-         Sa leggere nel pensiero? -.
-         Certo, ma la vostra amica è poco allenata con la telepatia, dunque non sempre riesce nell’intento – disse categorico il pleiadi ano dai capelli lunghi.
-         Deve essere un bel po’di tempo che non torni al tuo pianeta eh? – chiese Aster alla sua simile.
-         Veramente io prima di oggi non sapevo di essere un extraterreste -.
-         Evidentemente – esordì Sidus – sei stata così tanto su questo pianeta da non ricordarti da dove vieni, dovevi avere allora pochi mesi -.
-         Sarà uno dei tanti nostri spedito sulla terra per quella ragione che sappiamo noi -.
Improvvisamente si sentì una canzone metallara, era il cellulare di Esther che squillava, la stava chiamando Josh. Ultimamente i due stavano litigando in continuazione, perché lui era dell’idea che lei stava sempre con noi e non si filava mai lui e gli altri ragazzi della comitiva. La ragazza accettò la chiamata e Nathalie ed io ci avvicinammo a lei per sentire tutto.
-         Pronto? -.
-         Esther, sono passato a casa tua e non c’eri – il tono del ragazzo era alterato – sai benissimo che oggi usciamo con gli altri -.
-         D’accordo amore, poi vi raggiungo -.
-         No no, ancora fai come l’altra volta che hai preferito stare con le tue amiche! So benissimo che stai a casa di Sophie ed io sto venendo a prenderti -.
La ragazza s’inquietò e sgranò gli occhi.
-         Cosa? Stai venendo a prendemi? – chiese incredula.
-         Esatto sto proprio presso il garage della casa di Sophie, adesso scendo e ce ne andiamo via tutti -.
Josh chiuse la chiamata.
-         Merda! Se Josh ci vede qui con loro siamo nei guai! – esclamò la bionda.
-         Troveremo una scusa – disse Nathalie cercando di far mantenere la calma.
-         Bene – le tuonai – tu sei la regina delle scuse quindi trovane una buona e in fretta! -.
La ragazza iniziò a rimuginare su cosa avrebbe potuto dire.
 Intanto Esther andò sulla soglia del garage ad aspettare il ragazzo, chi l’avrebbe detto che l’avremo dovuto, in un certo senso, “ affrontarlo”?
Una domanda mi balenò in testa: Josh avrebbe mai accettato l’idea che la sua ragazza veniva da un altro pianeta o avrebbe mandato all’aria due anni e mezzo di storia?
Non ci rimaneva che aspettare per scoprirlo.
 
   
 
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