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Autore: OLDLADY    17/11/2012    8 recensioni
Può un amore che nasce salvare un mondo che muore? Kurt e Blaine avranno solo pochi giorni per scoprirlo...
***
Il ragazzo trasse un profondo respiro e aprì gli occhi.
C’erano solo due certezze in quel momento: sopra di lui il cielo era limpido e sotto di lui il cemento era freddo.
Ma perché se ne stava sdraiato per terra?
...Alla sua sinistra c’era un edificio a due piani, con tante finestre ed una scala esterna, di fronte una gradinata e tutto intorno dei tavoli su cui qualche studente era seduto, intento a consumare il pranzo.
Ma…perché nessuno si muoveva?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dal capitolo precedente:

Isabelle si tolse gli occhiali e strofinò l'attaccatura del naso, brontolando. -Ma perchè dovevano mandarmi in questo mondo di principesse gaie? Non era qui che dovevo finire. Cazzo, io avevo fatto domanda per gli ZombiSmut!

-Ma di cosa cavolo stai parlando?- domandò Kurt esasperato.

Isabelle gli diede una spintarella costringendolo a sedersi di nuovo sul divano.

-Va bene Nasinodelicato, siediti perchè devo raccontarti una storia.



9 La Sala dello Specchio

Isabelle si diede un'aggiustata agli occhiali.

-Il mio lavoro di insegnante di francese, qui alla Dalton, non è... come dire... non è la mia attività principale!- iniziò.

Kurt aggrottò le sopracciglia, pronto a chiedere qualcosa, ma Blaine gli fece un cenno veloce per fargli capire che era meglio non interromperla.

- Io sono una Custode. Il mio compito consiste nell'aver cura di un luogo estremamente importante - e così dicendo la donna gettò uno sguardo alla ripida rampa di scale che si intravedeva dal passaggio segreto dietro la libreria. - Devo far sì che ciò che è custodito lì dentro possa esistere senza che niente o nessuno interferisca col suo operato. La tua presenza qui, Biscottino, dimostra che io, nella mia mansione di Custode, faccio letteralmente schifo!- e qui Isabelle si lasciò andare ad un sospiro profondo e sconsolato. -Forse dovrei decidere a mandare tutto all'aria ed accontentarmi di fare la professoressa. Avrei un mare di rogne in meno. Comunque... come posso fare a spiegartelo senza farti sclerare come una donnetta... ?

Kurt non resistette più all'impulso di interrompere quella serie di frasi sconclusionate. -Blaine, tu hai una pallida idea di cosa stia cercando di dirmi questa signora?

-Sì, ce l'ho. Come ti dicevo, l'ho scoperto qualche mese fa. Si è trattato di un incidente, a dirla tutta. Mi sono trovato per puro caso nel posto sbagliato al momento sbagliato e ho scoperto il passaggio segreto. Ho sceso le scale e sono finito... sì, ecco... nel posto di cui ti sta parlando Isabelle.

-Un'altra prova della mia inefficienza - grugnì lei, ignorando le occhiate disperate che Blaine le stava lanciando in quel momento. -Avrei dovuto farti sparire dalla circolazione nel momento stesso in cui ti ho beccato a curiosare dove non dovevi.

-Quindi laggiù- si intromise Kurt - alla fine di quel passaggio, c'è un posto speciale che va protetto e tenuto segreto?

Blaine e Isabelle annuirono contemporaneamente.

-E cosa avrebbe a che fare questo posto con me?- chiese Kurt.

-Tutto. E al tempo stesso niente- rispose Isabelle, con un tono estremamente serio lasciando Kurt ancora più confuso. -La verità è che io spero ardentemente che questa conversazione sia inutile- riprese subito la donna - e che la stanza che si trova laggiù non c'entri niente con la tua situazione, ma so già che non è così. Prima di tutto perché il racconto che mi ha fatto Blaine mentre eri addormentato, su quel Trevor e sulla tempesta di luce azzurra mi da la certezza matematica che dovremo fare i conti con la Sala dello Specchio...

-Sala dello Specch...

-Sì, Sala dello Specchio! Lo so che è un nome del cavolo, stile Biancaneve e i Sette Nani e Regina tanto cattiva, ma non l'ho mica scelto io. Si chiamava Sala dello Specchio quando ho iniziato ad esserne il Custode, e Sala dello Specchio è rimasta! Comunque, quello che devi capire, ragazzino, è che tutti noi abbiamo a che fare, comunque e sempre, con la sala dello Specchio, ma a maggior ragione se ci imbattiamo con delle manifestazioni di luce azzurra.

Troppe, decisamente troppe informazioni e troppo criprtiche. Prima di tutto Kurt era sicuro che Isabelle e Blaine, mentre lui era svenuto, non avessero parlato solo di quello che era successo con Trevor. Dagli stralci di conversazione che era riuscito a captare intuiva che si fossero detti molto di più e che questo molto di più avesse a che fare con lui. Ma adesso non poteva approfondire quel dettaglio, perché finalmente stavano venendo alla luce argomenti ancora più grossi.

-Ma cosa sarebbe questa luce azzurra?- domandò prima che Isabelle cambiasse idea e decidesse che non era il caso di svelargli troppo.

-Puoi chiamarla in mille modi, puoi spiegarla in mille maniere. Io la definisco Pura Energia Creativa Primordiale- rispose lei, camminando nervosamente avanti ed indietro, mentre con le mani gesticolava per tentare di spiegarsi meglio. -Ogni singola volta che un essere senziente compie un atto creativo, che sia un bambino dell'asilo che disegna una casa, oppure un musicista che compone una sinfonia, o una vecchietta che inventa una nuova ricetta per la torta di mele, ebbene ogni volta che qualcosa di nuovo viene creato dal Nulla, in quel momento magico di fioritura si sprigiona un'energia, una forza primordiale ed inarrestabile. La luce azzurra è il modo in cui quel potere si manifesta ai nostri poveri occhi umani ma la sua potenza è qualcosa di assolutamente originario, indefinibile ed inarrestabile. Chi riesce a dominare la luce azzurra, può praticamente fare qualsiasi cosa.

Kurt non riusciva bene a sedimentare quelle parole, nè a comprenderne pienamente la portata. La donna sembrò intuire la sua perplessità.

-Non riesci a vedere la meraviglia della cosa?- gli chiese quasi trasfigurata. -Prima non c'era Niente, solo un foglio bianco, e poi c'è una poesia immortale. Da dove viene? Un pezzo di marmo che si trasforma in una ninfa che scappa. Come è possibile? Ogni qualvolta un essere umano riesce ad originare qualcosa dal Nulla, egli genera tanta e tale energia creatrice che quasi si innalza al livello degli dei che sta imitando. La luce azzurra non è altro che il raccogliersi di questa energia, è l'essenza della Creazione.

Kurt era ancora più confuso. Tutte quelle parole, quelle alte metafore, non facevano altro che aumentare le sue perplessità. Blaine sospirò frustrato e Isabelle alle loro espressioni sconsolate, tornò rapidamente alla realtà. I suoi tratti persero quella luce sognante e si chiusero in un broncio burbero.

-Ragazzino, non è difficile -tagliò corto. -Quando crei qualcosa sprigioni energia, l'energia diventa luce azzurra. Chiaro?

-Ehm, sì. Credo di sì.

-Isabelle, perché non portiamo Kurt di sotto?- domandò timidamente Blaine. Probabilmente tutto quel parlare filosofico poteva essere facilmente rimpiazzato da una visione concreta di come stavano le cose.

-Ma sì. Buttiamo definitivamente la mia carriera alle ortiche- mugugnò lei, avviandosi a spalle basse verso la scalinata. -Che fate allora? Mi seguite oppure no?

Kurt e Blaine si precipitarono dietro di lei, seguendola per le scale anguste. Kurt si era aspettato un corridoio tipo quello dei castelli stregati nei film dell'orrore, con anelli alle pareti a cui erano appesi scheletri ammuffiti e pipistrelli pronti ad artigliarti i capelli. Invece stavano scendendo lungo una scalinata piuttosto anonima, con il pavimento di linoleum pulito a specchio e degli asettici neon che illuminavano il cammino. Anche la porticina che trovarono alla fine del percorso sembrava più che altro l'ingresso ad un magazzino delle scope, ma quell'impressione fu subito scacciata dalla chiave che Isabelle tirò fuori per aprirla. Quella chiave tutto poteva aprire tranne che uno sgabuzzino degli attrezzi, con quelle rifiniture d'oro e quei rubini incastonati per tutta l'impugnatura.

Isabelle infilò il gioiello -sì, Kurt si rifiutava di definirla in qualsiasi altro modo - nella toppa e la porticina si aprì rivelando la più incredibile stanza che il ragazzo avesse mai visto.

-Benvenuti nella Sala dello Specchio -annunciò Isabelle, cedendogli il passo.

Kurt avanzò timidamente dentro quella che pareva la sala del trono di un reame medievale. Era enorme, una specie di gigantesca cava, il ventre di una balena che li aveva inghittiti e portati nelle profondità del mare, anzi del sottosuolo. Le pietre nude che formavano le pareti avevano un aspetto secolare. Dritto di fronte a loro, proprio in fondo, c'era lo Specchio che dava il nome al luogo, solo che Kurt si era immaginato uno specchio tipo quello di Biancaneve. Probabilmente era stato l'accenno alla fiaba che Isabelle aveva fatto poco prima, forse solo un'illazione della sua fantasia scontata, però non si era immaginato niente di meglio che uno specchio finemente decorato, magari anche da pietre preziose, appeso ad una parete. Invece lo specchio era la parete. Tutta la parete, quella di fronte all'ingresso, rialzata di un paio di gradini rispetto al pavimento di mosaico, era una gigantesca e lucidissima superficie riflettente. Kurt guardò le loro tre immagini speculari e fece qualche passo avanti. Si accorse che sulla destra e sulla sinistra, scavate nei lastroni di pietra, c'erano dieci nicchie, molto semplici e scarne e dentro ciascuna splendeva, sospeso a mezz'aria, un globo di luce azzurra. O meglio, dentro nove delle nicchie splendeva un globo di luce azzurra, la decima giù in fondo vicino allo Specchio, era tristemente vuota. Questa luce azzurra era diversa da quella che aveva visto nella saletta radioamatori, più quieta, quasi liquida. Kurt fece per avvicinarsi ad una nicchia, tanto per guardare meglio il particolare fenomeno. Il globo fluttuante, grande più o meno come un pallone da basket, aveva un che di ipnotico, quasi non si riusciva a staccare gli occhi. Come il ragazzo fece per avvicinare un dito, la sfera gli rispose con una scarica elettrica traditrice che gli colpì la mano con un rumore simile a quello di una frustata.

-Bravo, tocchiamo il globo di luce di una magia potente e sconosciuta! Potrei quasi darti il premio per la cosa più idiota che uno può fare quando sta qui dentro- sibilò Isabelle, afferrando Kurt e tirandoselo dietro, verso lo Specchio. Blaine trottava loro dietro a testa bassa senza dire una parola.

-Guarda- ordinò, facendo un ampio gesto al quale lo Specchio rispose diventando trasparente e traslucido, tanto da rivelare quello che si celava al di là della sua superficie. Sembrava di affacciarsi nello spazio siderale dove splendevano migliaia di stelle. Solo che invece dell'oscurità tipica delle scene spaziali, una tenue cerulea luminosità pervadeva l'aria all'interno della quale danzavano migliaia, anzi forse di più, forse centinaia di migliaia di sfere abbaglianti che sì, erano simili a stelle, ma non potevano esserlo sul serio. Quando mai si è visto le stelle danzare?

-Che cosa sono?- chiese Kurt indicandole. Isabelle gli mise una mano sulla spalla per impedirgli di avvicinarsi troppo. Effettivamente, mezzo passo più avanti, Kurt poteva avvertire una specie di risucchio verso quello strano spettacolo che stava prendendo vita di fronte a lui.

-Quelli- rispose Isabelle- sono Mondi. Mondi proprio come il nostro, in tutto e per tutto. Tranne che per qualche piccola differenza.

-Potremmo anche chiamarle Dimensioni Parallele- suggerì titubante Blaine.
Isabelle annuì: -O Mondi Alternativi, se questo termine ti piace di più- concesse a Kurt, che se ne stava lì impalato con la bocca completamente spalancata come un merluzzo preso all'amo. Quella non se l'era aspettata.

I globi giravano frenetici ma aggraziati, come tanti ballerini impegnati in un'allegra danza popolare.

-Cosa è quello?- chiese Kurt indicando una stella (ma era un Mondo, non una stella, si corresse subito) che sembrava pulsare, dapprima lentamente poi sempre più freneticamente, finchè non espulse un'altra stella tale e quale. A Kurt quasi ricordò quei filmini sulla meiosi cellulare che gli facevano vedere a scuola durante l'ora di Biologia, solo che nei filmini il fenomeno non era accompagnato da un'esplosione di luce azzurra tutta attorno.

-Ogni Mondo può generare infiniti altri Mondi- spiegò Isabelle, quasi con la tenerezza di chi ha appena assistito alla nascita di un neonato. -Ti ricordi quando eri innamorato di Finn e avevi scritto quel piccolo racconto su te che eri un medico durante la seconda guerra mondiale e lui un soldato ferito?- domandò Isabelle ad un Kurt esterrefatto, che cercava di non far caso alle occhiate altrettanto esterrefatte che Blaine gli stava lanciando proprio in quell'istante.

-Ma tu come fai a sapere del racc...

-In quel momento tu hai compiuto un atto creativo. Un mediocre atto creativo, se me lo concedi. E quella schifezza che hai partorito adesso sta galleggiando anche lei, da qualche parte, qui di fronte a te.

Kurt guardò con più attenzione lo spettacolo mozzafiato di quel formicaio di luci.

-Perciò questi sono tutti i Mondi esistenti?- domandò, provocando la risata sguaiata di Isabelle. Molto poco elegante ma estremamente efficace per capire di aver detto una stupidaggine.

-Ma per favore. L'Universoè Infinito. Questo è solo il settore a cui sono stata assegnata io, mio malgrado. Sonoo solo i Mondi che hanno qualcosa a che fare con un ristretto numero di persone. Tu, Blaine e pochi altri.

-Così tanti?

-Te l'ho detto, basta anche solo una piccola differenza, una piccola variabile, per cambiare completamente la realtà. Da qualche parte qui fuori potreste essere tutti e due studenti della Dalton, ad esempio, oppure magari potrebbe essere Blaine il tuo fratellastro, piuttosto che Finn. E così via, le possibilità sono infinite.

-E questa stanza a che serve?

-Questa stanza è la costante che tiene insieme tutti questi Mondi. Non importa come la realtà si sia dipanata in ognuno di loro. Può essere un Mondo popolato da licantropi oppure ambientato nel passato, non importa: in ognuno c'è una Sala dello Specchio e in ognuno ci sono io. Ed è sempre la stessa, è sempre questa qui. Invariabile ed unica. E' il punto di congiunzione. Io, insieme a questo luogo, non cambio mai e sono il filo che tiene tutto insieme, il punto fermo.

La testa di Kurt, più ascoltava tutte queste spiegazioni, più si riempiva di interrogativi.

Come c'entrava la Sala dello Specchio col fatto che la sua realtà fosse congelata? Cosa aveva a che fare tutto questo con Trevor, ma soprattutto con Blaine. Che parte aveva Blaine in quella storia mostruosa? Anche se Kurt avrebbe dovuto preoccuparsi di più per trovare una risposta al perchè della sua condizione, quella era la domanda che più lo affliggeva.

-Però... -tentò di dire, anche se dalla gola gli uscì solo un suono strozzato. Avvertì un senso di nausea poco gradito, ma molto comprensibile.

-No, niente però. Per ora ti basti sapere questo- tagliò corto Isabelle. -Ora devo fare una cosa più urgente. Non ti ho portato qua sotto per farti fare un giro turistico, ma per controllare quanto ci sia di vero in quella minaccia di morte che ti ha fatto Trevor, quindi per favore, mettiti in piedi al centro della stanza. E tu Blaine, fatti da parte.

Kurt gli lanciò uno sguardo preoccupato. Non si fidava per niente di lei. Blaine, intuendo la sua preoccupazione, gli baciò dolcemente la tempia e , prima di andare ad appiattirsi in un angolo, gli sussurrò : -Fidati Kurt, è l'unico modo per esserne sicuri.

Kurt allora obbedì, testa alta e petto in fuori. Andò a posizionarsi al centro della sala, con lo stesso sguardo di un condannato a morte che rifiuta l'ultima sigaretta.

Fu tutto abbastanza teatrale: Isabelle alzò le braccia in aria e gettò la testa all'indietro e a quel gesto dalle nicchie i nove globi si accesero di luce azzurra come se qualcuno avesse premuto un interrurttore segreto. Solo che la luce era strana, quasi densa, e si avvolse attorno al corpo di Kurt come una coperta. Non faceva male, ma gli sembrava quasi che lo penetrasse riscaldandolo fin dentro il midollo delle ossa. Era le stessa sensazione che aveva quando faceva i raggi x, solo che in quel frangente aveva sempre imputato la sensazione alla suggestione, adesso era sicuro invece che quell'energia lo stesse pervadendo.

Isabelle roteò gli occhi all'indietro e per pochi, inquietanti secondi, la sua iride scomparve lasciandola con due cieche orbite bianche.

Poi, con la stessa velocità con cui si erano accese, le luci si spensero di nuovo e tutto tornò come prima. Isabelle gli si fece vicino e gli poggiò cameratescamente una mano sulla spalla: -Mi dispiace, ma è vero. Al tuo Mondo, ragazzo, sono rimasti solo dieci giorni.

-Noooo!- gridò Blaine facendosi avanti ed afferrando Isabelle per le spalle. -Dobbiamo fare qualcosa! Dobbiamo impedirlo!

-E come, di grazia? Se quel Trevor è stato in grado di scatenare una tempesta elettrica, allora può fare quello che ha promesso senza sforzo, e ti posso garantire che la sua minaccia andrà a segno.Un essere così potente non va sottovalutato. Magari è il Custode di un altro Universo che vuole buttare scompiglio nel nostro tanto per divertirsi un po', potrebbe essere un telepata pazzo o uno stregone. Neanche ve lo immaginate quante forze e quanti esseri soprannaturali potrebbero decidere di giocare con la luce azzurra per i motivi più disparati!

-Noi no! Ma tu sì! Non è questo il tuo lavoro, in fondo? Cazzo, Isabelle, non prendermi in giro e non giocare a fare la dura. Lo so benissimo che non sei solo la Custode della Sala dello Specchio, sei anche la Custode dei Mondi su cui lo Specchio si affaccia. Me lo hai detto tu la prima volta, ti ricordi? E' tuo compito cercare di preservare questa Dimensione, non puoi permettere che si dissolva!

-Oppure...- continuò Isabelle fissando nel vuoto senza curarsi delle parole di Blaine. Sembrava stesse seguendo qualche strano ragionamento.

-Oppure...?- chiese Blaine speranzoso.

Isabelle parve pensarci un attimo. -E' solo una teoria, non sono sicura. Dovrei controllare prima di darvi delle illusioni.

-Senti- tagliò corto Blaine, visibilmente irritato -non sono venuto qui dal McKinley dove, francamente, stavo da Dio, ma soprattutto non ho portato qui con me Kurt solo per sentirmi rispondere che non ci si può fare niente. Se io e te siamo mai stati amici, anche solo un po', devi darci una speranza. Dobbiamo salvare questo Mondo.

-E va bene, un modo ci sarebbe. Ma si tratta di una soluzione da disperati.

-E noi cosa siamo?- chiese Blaine, con falsa allegria.

***

Kurt era rimasto ad ascoltare il piano di quei due con un senso di torpore. Non riusciva in realtà a staccare lo sguardo dallo Specchio, e dallo spettacolo che si celava dietro le sue profondità. La grandezza della scoperta lo annullava e lo faceva sentire un microscopico granello di polvere di fronte all'Infinito dell'Esistenza. Ognuna di quelle stelle che danzavano come lucciole nella notte era un Mondo che portava con sé le sue logiche, le sue regole, le sue leggi. E all'interno di quei mondi c'erano altrettanti Kurt, e altrettanti Blaine e migliaia di Finn e migliaia di Mercedes. All'idea di migliaia di Rachel a Kurt venne quasi un attacco di panico. E cosa stavano dicendo Blaine e Isabelle, in quel momento?

-Andare a cercarlo dici, e come? Dove? Perchè?- stava chiedendo Blaine.

Chi è che dovevano andare a cercare?

- Trevor è colui che ha condannato a morte questa Realtà- stava spiegando Isabelle- e quindi lui è l'unico a poter annullare questa minaccia. Se voi riuscite a trovarlo potreste convincerlo, oppure obbligarlo, a revocare la cosa.

-Ma Travor è scomparso- si intromise Kurt. -L'ho visto io. Ha aperto un varco nell'aria e ci è sparito dentro, prima di scatenare la tempesta elettrica.

-Non ha aperto un varco nell'aria- spiegò Isabelle. -Ha aperto un varco lì- ed indicò con la mano lo Specchio e lo Spazio Azzurro e Infinito che conteneva le luci fluttuanti.

-Dovete andare a cercarlo, non c'è altra soluzione. Il nostro Trevor ha abbastanza potere da poter viaggiare nello Spazio Intradimensionale solo con un gesto della mano. Non è da sottovalutare. Ma allo stesso tempo le sue possibilità non sono infinite. Deve essere rimasto per forza in questo Universo, quello che custodisco io. Se cambiasse Universo, non avrebbe più il potere di operare qui, più si allontana e meno può far danno, e dal momento che vedo che la maledizione non se ne è andata, vuol dire che il ragazzino è in uno di quei mondi che vediamo ballare qua di fronte a noi. Questo restringe un po' il nostro campo di ricerca.

-Certo- esclamò Blaine sarcastico. -Siamo passati da Infiniti Mondi a Centinaia di Migliaia. Che culo.

-E' pur sempre qualcosa. Se io vi do la possibilità di viaggiare tra i Mondi, potreste avere una chance di trovarlo.

-Una chance su un milione.

-Sempre meglio che non averne affatto.

-Quindi- domandò Kurt con un brivido che gli correva lungo la schiena -stai proponendo di metterci a caccia di Trevor saltando da una Dimensione Parallela ad un'altra?

-Sì- rispose Isabelle. -E intanto io da qui farò delle ricerche per vedere se scopro qualcosa di utile per poter restringere il campo di ricerca. Dieci giorni sono pochi, ma sono pur sempre qualcosa.

Che ironia, pensò Kurt. Fino a quella mattina il suo cruccio era che non riusciva in nessun modo ad allontanarsi dal suo liceo. Quando ancora conduceva una vita normale il suo problema ruotava attorno alla frustrazione di essere bloccato in una città ridicola come Lima. E adesso, tutto ad un tratto, gli si stava proponendo la possibilità non di farsi un semplice viaggetto fuori porta, ma di saltare addirittura da un Mondo all'altro.

Nonostante la tragicità della situazione, quasi gli veniva da ridere.

-Forte- si limitò a rispondere, cercando di non sembrare pazzo.

Isabelle sbuffò. -Adolescenti- si limitò a commentare acida.

-E come si fa a fare questa cosa?- domandò Kurt. -Dobbiamo saltare nello specchio come Alice, nel libro di Carroll?

-Ci sono delle regole, e molto serie- lo fermò subito Isabelle, acchiappandolo per un braccio. - Siete in due, questo ci potrebbe favorire perchè una persona normale, da sola, non può gestire tutto il potere che serve per spostarsi propriamente tra le Dimensioni. Occorre il potere della luce azzurra, che vi consentirà di muovervi nello Spazio Intradimensionale. E questa è una cosa di cui si può occupare il nostro usignolo riccioluto- disse Isabelle, lanciando a Blaine un'occhiata affilata come un coltello da cucina. Blaine spostò nervosamente il peso da un piede all'altro, annuendo in fretta. Isabellelo afferrò per il polso e lo avvicinò allo Specchio.

-Guarda Blaine, ti spiego cosa devi fare.Quando ti aprirai un varco nello Spazio Intradimensionale dovrai concentrarti molto intensamente sul Mondo che vorrai raggiungere e quello si materializzerà intorno a te. E' piuttosto semplice.

-Io però non ho idea di quale Mondo voglio raggiungere. Non so dove si nasconde Trevor.

-Lo so. Ma è importante che tu capisca che hai questa possibilità. Finchè non avremo un po' più chiaro in testa dove dirigerci, dovrai limitarti a saltare nello Spazio Intradimensionale a caso, vedendo di volta in volta dove finirete. Ma ricordati: dovrai sempre tenere Kurt per mano mentre fate il salto. Se vi lasciate mentre siete lì in mezzo, potreste finire in due Dimensioni diverse e sarebbe un disastro. Non potete portare a termine questa missione da separati. Chiaro?

-Certo -annuì vigorosamente Blaine. Figurarsi se aveva intenzione di lasciare la mano di Kurt mentre vagavano nello Spazio Intradimensionale! Non voleva lasciargliela neanche quando erano nello Spazio Questadimensionale!

-E tu, Kurt- continuò Isabelle avvicinandolo a loro, -avrai un compito altrettanto importante. Quando sarete in uno di quei Mondi, incontrerete delle repliche di voi stessi. Altri Kurt, altri Blaine che hanno esistenze e destini diversi dal vostro. La vostra presenza nel loro mondo rappresenterà un'alterazione gravissima all'equilibrio di quei destini. Immaginate se mentre svolgete la vostra vita quotidiana incontraste delle copie di voi stessi. Cosa accadrebbe? Come minimo andreste fuori di testa. Oppure fareste delle scelte che altrimenti non vi sarebbero mai passate neanche per l'anticamera del cervello. Quello che è stato scritto per voi e per la vostra vita non avrebbe più corso. Questo non è accettabile, il vostro viaggio non può modificare i percorsi altrui. Capisci?

Kurt annuì. Incontrare gli altri se stesso era una cosa fuori di testa perfino per lui che ora si trovava nella Sala dello Specchio. Per un Kurt inconsapevole poteva essere uno shock insuperabile.

-Quindi- continuò Isabelle - quello che dovrete fare quando arrivate in una nuova Realtà è darvi un'occhiata in giro e domandare di Trevor. Magari nel suo mondo è tuo figlio, oppure il fratellino di Blaine. Chi lo sa? Sono convinta però che abbia a che fare qualcosa con te, Kurt, perchè mentre ti parlava sembrava conoscerti molto bene. Almeno così mi è parso di capire.

-Sì, è vero- confermò Kurt. -Sembrava conoscere tutto di me.

Isabelle rimase a fissarlo in silenzio per qualche altro istante. C'era qualcosa che le frullava in testa, si vedeva benissimo.

-Ma non avevi detto che forse è uno stregone o un Custode come te?- domandò Blaine.

-Non lo so. Sono tutte supposizioni valide. Il potere che ha scatenato mi da molto pensiero, ma in questo momento l'unica cosa di cui sono certa è che quel ragazzino si trova da qualche parte là fuori.

Ci fu un momento di smarrimento. Sembrava davvero una missione da disperati: cercare qualcuno che non sapevano bene chi fosse saltando alla cieca in mezzo a centinaia di migliaia di alternative casuali.

-Molto bene - si riprese infine la donna. -Come dicevo: voi vi date un'occhiata in giro e cercate Trevor. Se non lo trovate, come è molto probabile che sia, dovrete andarvene, ma prima cancellerete dalla memoria delle persone che avrete incontrato il ricordo della vostra visita. Non potete lasciare traccia del vostro passaggio in quei Mondi, chiaro? Questo sarà compito tuo, Kurt.

-E come?

-Ti darò io il potere di farlo. Ti basterà fissare negli occhi la persona che hai di fronte e concentrarti, e quella dimenticherà di aver incontrato te, o Blaine. In questo modo, quando ve ne sarete andati, sarà come se non foste mai passati di lì. Sono stata chiara?

-Ma...ma...- obbiettò Kurt - potremmo incontrare un sacco di gente contemporaneamente. Che succederebbe se non riuscissi a... a...come dire... a ipnotizzarle tutte.

-No, no, tranquillo. Ti basterà farlo con gli altri voi stessi. Tu cancella la memoria degli altri Kurt e degli altri Blaine, e l'effettò si allargherà anche a tutti gli altri. Siete voi i poli di questa situazione, sarà più che sufficiente così. Allora Kurt, te la senti di accollarti questa responsabilità?

Kurt, per l'ennesima volta quel giorno, si chiese che scelta avesse. Finora la vita non gliene aveva date.

-Va bene, lo farò.

-Ottimo. Rilassati- ordinò la donna, posandogli una mano sulla fronte ed un'altra sul petto.

Kurt sobbalzò. Come? Gli dava il potere magico subito, così, senza avvertirlo, senza neanche permettergli di fare un po' di rilassamento e di training autogeno, prima? E se fosse stato doloroso, se...

Ma non ebbe tempo di formulare ulteriori pensieri perchè un calore fortissimò infiammò le mani della donna e gli trapanò il cervello ed il cuore. Per un attimo Kurt pensò di morire, lì e subito, ma non fece neanche in tempo a gemere che il dolore si era già dissolto e lui si sentiva di nuovo normale.

-Ecco- commentò Isabelle - è fatta. Avevo paura che ti mettessi a starnazzare come una gallinella, ma sei stato bravo. Eroico come una scolaretta. Per uno come te dovrebbe essere un grande risultato.

Le parole erano offensive, ma lo sguardo della donna era materno e Kurt non riuscì a formulare nessuna risposta acida né a provare risentimento.

-Adesso siete pronti. Andate subito.Sarà una lotta contro il tempo- lo incalzò Isabelle.

-Ma... -provò ad obiettare Kurt.

-Ma cosa?

-Ma a Blaine, non glielo dai il potere della luce azzurra? -domandò Kurt titubante.

Isabelle si bloccò per una frazione di secondo, con un'espressione indecifrabile in viso.

-Ah, già. Certo- rispose con un tono strano.

Blaine li fissava come se fosse su una graticola e a quella vista la donna quasi ghignò. Si avvicinò al ragazzo con passo felino.

-Allora, Mr Anderson. Permettimi di darti, anzi no, di donarti, di mia completa e spontanea volontà, il Potere Originario. Eccoti la luce azzurra! - e con quelle parole piantò in faccia a Blaine un altro schiaffone, ancor più sonoro e plateale di quello con cui li aveva accolti solo un paio d'ore prima.

Blaine non disse nulla. Anzi, sembrò quasi divertito. Si massaggiò la guancia arrossata su cui stava velocemente comparendo l'impronta della mano che lo aveva colpito, e sospirò rassegnato: -Posso andare, adesso?

-Certo, stronzo.

Ma come? Uno schiaffo? pensò Kurt. Lui, per prendersi un potere che, tutto sommato, non sembrava chissà cosa (andiamo, cancellare la memoria! Qualsiasi personaggio da fumetto sfigato ci riusciva!) si era beccato una mezza pratica vodoo e Blaine, che in teoria avrebbe dovuto gestire, com'è che l'avevano chiamata?, la Pura Energia Creativa Primordiale, o una puttanata del genere... insomma a Blaine per gestire la parte tosta della faccenda, era toccato uno schiaffone?

-Ma che significa? -chiese Kurt disorientato.

-Di che ti impicci tu?- lo apostrofò Isabelle. -La Custode sono io e so io come si trasmettono i superpoteri. Adesso vi muovete, o vogliamo passare i prossimi dieci giorni a far salotto qua dentro?

Blaine lo guardò sorridente.

-Va tutto bene Kurt, veramente. Te la senti di fare questa cosa, insieme a me?

Kurt esitò per un attimo, perso in quegli occhi d'ambra.

-Perché se non te la senti- continuò Blaine -andrò io da solo a cercare Travor. Mi prenderò io la responsabilità di cancellare le memorie e ti assicuro che lo troverò. Fosse l'ultima cosa che faccio, lo troverò e lo fermerò.

Una scelta.
La prima che gli si prospettava da tanto tempo. Ed era Blaine, il ragazzo di cui era innamorato ma che non riusciva a ricordare, che gliela stava offrendo.

-Vengo con te - rispose semplicemente Kurt, avvicinandosi allo Specchio insieme a lui.

Blaine gli sorrise e gli porse la mano. Kurt la prese tra le sue e trasse un profondo respiro. Stringendo forte la presa, saltarono insieme.

***

Note di Oldlady:

Grazie per aver pazientato per ben nove capitoli prima che si capisse l'argomento della storia. Eh sì, Mondi Paralleli, né più né meno. Adesso i nostri eroi dovranno mettersi alla ricerca di Trevor e dovranno farlo, almeno in questo momento, alla cieca, senza punti di riferimento.

I Mondi che si troveranno a visitare di volta in volta saranno - ma c'è bisogno di specificarlo?- chiaramente ispirati alla più belle fanfiction Klaine che mi è capitato di leggere. Sono tutte strafamosissime e troppo facili da riconoscere. Le vere Klainers se le mangeranno in un boccone. In un paio di casi più che vere storie si tratterà magari di qualche clichè che avrò piacere di raccontare in delle Realtà fittizie inventate da me, ma nella maggior parte dei casi invece saranno dei VERI e PROPRI e VOLUTI omaggi ai meravigliosi autori di questo fandom.

Vi propongo un gioco: vediamo chi indovina per primo quale è la fanfiction a cui si ispira il primo Mondo in cui cadono Kurt e Blaine, quello che verrà descritto nel prossimo episodio. La vincitrice verrà in qualche modo citata durante lo svolgimento del capitolo successivo.

Ultima precisazione, che nelle fanfiction americane c'è sempre: non solo io non posseggo Glee (altrimenti ve lo dico io che fine faceva Eli C!) ma non posseggo neanche le fanfiction che da Glee sono ispirate. Ma le ammiro tanto!

Grazie a tutti e soprattutto a Bay24 e a CandyKlaine che mi sostiene sempre con delle attentissime recensioni.



  
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