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Autore: _TheDarkLadyV_    18/11/2012    3 recensioni
“Ma Cristo Santo, tu sei fottutamente innamorato brutto idiota che non sei altro quindi che cosa aspetti? Che se ne ritorni a casa sua a New York a trombarsi qualcun altro?”- sbraita Shannon. Fissandolo mi chiedo che cosa stessero facendo la delicatezza e l'eleganza quando mio fratello nasceva. Davvero per me resterà un mistero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' sempre un piacere sapere che potrò continuare a vivere dopo aver resistito al viaggio in aereo. Sono appena scesa e cosa molto importante sono sana e salva!
Io non sopporto questo tipo di mezzo per viaggiare, preferirei di gran lunga andare a piedi in qualsiasi area remota del pianeta piuttosto che spostarmi con l'aereo, perché ho sempre quell'assurdo timore che esso possa cadere trascinandomi con sé negli abissi della morte. Un brivido improvviso percorre tutta la mia schiena mentre io cerco di distinguere mia sorella fra il gruppetto di persone che si è formato a poca distanza da me. Scuoto la testa per liberarmi dal brivido e stringendo più forte i bagagli, appena presi, faccio qualche passo incerto verso quella gente sconosciuta, ma all'improvviso sento un peso enorme sulle spalle e due mani che mi stringono facendomi perdere non solo l'equilibrio ma anche il fiato.
" Sì, sì, sì!"- esclama allegramente mia sorella soffocandomi.- " finalmente sei qui!"
" Peste non riesco a respirare!"- le dico quasi senza voce.
" Oh sì..ehm hai ragione."- si scusa liberandomi e parandosi di fronte a me.
" Sei sempre la solita."- le sorrido scuotendo la testa. Lascio per un attimo i bagagli e aprendo le braccia la invito ad avvicinarsi. Lei non aspetta altro e finisce nuovamente per stritolarmi.
" Mi sei mancata, peste."- le sussurro teneramente all'orecchio.- " e non sai quanto."
Molti pensano che il super agente sia una bastarda senza cuore e il più delle volte finisco per crederci anche io a quelle voci di corridoio. Ma in realtà la mia vera essenza è dolce, sensibile e così umana che molto spesso finisce per non reagire davanti agli ostacoli soprattutto di cuore. Sono molto insicura anche se non lo do a vedere.
Le uniche persone a cui mostro il lato " colorato" sono i miei genitori, mia sorella LaToya, Margaret e qualche altro amico e amica presente qui a Los Angeles. In altre parole, mostro la vera me. Al resto del mondo mostro il lato " scuro", quello che mi ha resa famosa in tutti questi anni nell'ambito poliziesco e quando questo lato domina so essere molto vendicativa.
E' come se vivessi con un alter ego dentro di me, quello che uso nel momento in cui ho paura di mostrarmi debole con gli altri.
" Anche tu, iena."
Quando finalmente ci stacchiamo, LaToya prende i miei bagagli e con aria autoritaria e seria urla: " per favore fate largo! Scusate!"
La gente naturalmente si sposta per farci passare, ma è alquanto imbarazzante per me vedere quella scena.
" Perché urli?"- le chiedo raggiungendola.
" Beh perché qui sta passando un agente dell'FBI con le palle e la gente deve scattare."- risponde con semplicità facendomi la linguaccia. Si allontana senza aspettarmi mentre io mi fermo e la guardo camminare decisa verso l'uscita.
E' davvero la mia degna erede. Naturalmente questo non glielo dirò, perché non amo fare complimenti, nè tanto meno esaltare le persone. E' una cosa che ho imparato con il mio lavoro. Gli elogi e le esaltazioni finiscono sempre per creare quelle situazioni alquanto scoccianti, dove le persone diventano talmente sicure di sè da cullarsi sugli allori. E ne ho vista di gente sopravvalutarsi e cadere poi nel loro stesso gioco.
No, non dirò nulla.
La Toya mi fa cenno di seguirla. È così impaziente! Annuisco e mi avvio verso il varco che mi condurrà finalmente a casa.
 
 
" Ti avviso: mamma ha messo le mani in camera tua."
La Toya mi guarda preoccupata prima di aprire la porta di casa. Spalanco gli occhi e indietreggio scendendo un gradino.
" Che cosa?!"- esclamo boccheggiante.
" Ehm.."
" Ti prego non dirmi che l'ha decorata con colori disgustosi e troppo femminili che solo a lei piacciono!"- dico terrorizzata. Al solo pensiero svengo. La Toya non risponde, ma continua a fissarmi indecisa se scappare o restare.
" Chi tace acconsente! Quindi è così?"- chiedo spaventata.- " rispondimi!"
Lei annuisce cercando di non guardarmi.
" Merda. Ma che le è saltato in mente?"
" Ssh non urlare! Non lo so cosa le è preso, sta di fatto che ora te la devi tenere. Più volte aveva detto che voleva cambiare l'arredamento e ora l'ha fatto."
Iniziamo bene! La sola idea di entrare nella mia vecchia camera e ritrovarla stravolta mi spinge a prendere il primo aereo e scappare in Giappone. Prima che possa dire qualche altra cosa lei mi precede dicendo: " ti prego non ferirla. Lei pensava di farti contenta quindi quando vedrai la tua stanza esprimi felicità o quanto meno falla contenta con un sorriso. Sai che lei ci tiene."
Mia sorella ha ragione. Ferire mia madre con i miei modi rozzi è l'ultima cosa che voglio fare. Annuisco e dico: " su apri."
Lei sorride e dopo aver aperto la porta l'aria di casa investe in pieno i miei polmoni e un sorriso spontaneo spunta sulle mie labbra screpolate. Casa dolce casa!
Inutile, l'unico posto in cui starò bene e mi sentirò protetta sarà questa casa.
" Mamma! Papà! Siamo arrivate!"- urla mia sorella. Un attimo dopo il suo grido, appaiono entrambi i miei genitori con un sorriso grandissimo e carico di affetto.
" Sasha!"- esclama mia madre felice avvicinandosi per prima e abbracciandomi come fossi l'ultima ancora di salvezza esistente sulla faccia della Terra. Adoro quando mi stritola in quel modo, il suo abbraccio è tutto quello di cui ho bisogno per sentirmi di nuovo me stessa. Si stacca da me e prendendo il mio viso fra le sue mani magre mi studia a lungo e dice: " ti vedo un pò patita. Scommetto che non mangi per niente."
" Effettivamente i miei pasti non sono gli ideali."- dico imbarazzata.
" Beh adesso lo saranno. Devi ingrassare, non mi piace vederti con una mazza di scopa. Sei dimagrita troppo."
Dimagrita?! Ma se sono aumentata di due taglie! Ma è inutile protestare, tanto non mi crederebbe. Questa è la sfortuna di avere una madre come la mia, severa in fatto di cibo.
Tutto questo per dire addio a quell'ipotetica dieta che avevo intenzione di iniziare. Che poi, pensandoci, sono molto intelligente: volerla iniziare giusto quando torno a casa mia, dove mangiare è la prima regola che non si deve infrangere.
" Eve che ne dici se mi lasci abbracciare mia figlia?"
" Papà!"- esclamo raggiungendolo. Per un attimo mi sembra di tornare bambina, a quando correvo come una pazza verso di lui che mi sorrideva felice, come lo sta facendo adesso. Le sue braccia forti mi avvolgono mentre dice: " la mia agente 007. Mi sei mancata tanto."
" Anche tu e la mamma."- dico con la testa appoggiata sull'incavo della sua spalla massiccia. Dovete sapere che anche mio padre era un agente al servizio dell'FBI ed è stato lui a trasmettermi questa passione per il pericolo. Sono èassati circa tre anni da quando ha deciso di andare in pensione per dedicarsi all'attività che gli è sempre piaciuta, ovvero, aprire un negozio di libri. Ricordo che quando gli dissi di voler intraprendere la sua stessa carriera si infuriò alla grande, semplicemente perché non voleva che io rischiassi grosso come a volte è successo, ma siccome siamo fatti della stessa pasta, la mia testardaggine è riuscita a vincere sulla sua, e ora sono diventata la sua erede. Spero che sia orgoglioso di me.
Quando finalmente gli abbracci finiscono mamma si sfrega le mani e dice: " bene! Tesoro andiamo in camera, così ti sistemi."
Intercetto lo sguardo di mia sorella accanto a mio padre e capisco che la condanna a morte è giunta. Sorrido e prendendo i bagagli dico: " andiamo."
Mamma continua a farmi il terzo grado mentre saliamo le scale e lentamente ci avviciniamo alla mia stanza. Quando giungo davanti alla porta deglutisco mentre lei apre la porta. E lo spettacolo che vedo blocca qualsiasi mia espressione.
Ovunque mi giri vedo tonalità di rosa perseguitare la mia vista. Mi sembra di essere entrata in una casa per bambole tutta rosa confetto. Mi sento male, voglio morire, sparatemi!
La mia faccia è indescrivibile, almeno io non me la so descrivere. Penso che sia una maschera inanimata piena di crepe. Cielo, ma perché mia madre deve avere un gusto così disgustoso? Magari alle altre ragazze potrà anche piacere, ma a me fa solamente vomitare.
In più al disordine meticoloso, portato avanti per interi anni, un ordine alquanto fastidioso si è sostituito dandomi un colpo al cuore. Tutti i miei poster e intere collezioni di cianfusaglie se prima occupavano tutta la zona principale, ora occupano l'angolo della camera, quella in netto contrasto con tutto ciò che di femminile c'è grazie a mia madre!
" Sorpresa!"- esclama trionfale mamma, credendo di avermi resa la ragazza più felice del pianeta, ignara invece che sia il contrario.- " ho pensato che ormai sei grande e che questa stanza aveva bisogno di cambiamento. Ti piace?"
Cambiamento? Mi piace?
Okay Sasha calmati e usa il cervello.
Guardo mia madre e mi sforzo di sorridere per non vederla triste.
" E'...è.."- dannazione non mi riesce facile dire " magnifica."
Mamma mi guarda e con lo sguardo mi incita a continuare.
" E'...magnifica."- dico cercando di risultare contenta.
" Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta!"- esclama lei felice. Beh almeno una delle due lo è.
Si avvicina e mi abbraccia dicendo: " sono davvero felice che tu sia qui."
Chiudo gli occhi abbracciandola e respirando il suo profumo.
" Ti vado a preparare qualcosa da mangiare. Sarai affamata."
" Va bene."
Mamma sorride e si allontana chiudendo la porta e lasciandomi sola. Mi guardo intorno portando le mani sui fianchi. Mia madre è pazza, ma la adoro per questo. Spero di abituarmi a questi cambiamenti improvvisi.
Ma la cosa positiva in tutto questo è che sono a casa ed è questo che mi piace.
 
 
" Dannate lenti a contatto!"- impreco ad alta voce mentre mi sistemo per la terza volta la lente sinistra. Sono anni che le uso per uscire la sera, eppure non sono mai riuscita ad abituarmi del tutto a loro. Ma io continuo a metterle perché mi piace soffrire e smettere per un attimo di indossare i soliti vestiti comodi che il lavoro richiede.
Roger ed Evelin, i miei due punti di riferimento qui a Los Angeles, mi hanno letteralmente costretta ad uscire questa sera con loro e naturalmente mia sorella non è stata da meno anche se non uscirà con noi. Io non ho potuto far nulla per rinunciare e quindi ho dovuto aprire il mio armadio, prendere un paio di pantaloni stretti neri, una maglia bianca con motivi neri e grigi e infilare le mie dannate decolté nere dal tacco vertiginoso. Guardandomi allo specchio e fissando in particolare quei tacchi, mi chiedo che cosa mi era saltato in testa quando avevo deciso di comprarli.
" Ma perché metti le lenti? Sai che ti danno fastidio."- dice mia sorella che non conosce la privacy altrui e si intrufola come una spia nelle altre stanze senza un minimo di ritegno e curiosando in ogni angolo. La guardo dallo specchio e dopo essermi sistemata finalmente la lente le chiedo: " mai sentito il detto: chi bella vuoi appare deve soffrire?"
" Sì ma.."
" Lascia quel pacco."- le ordino categoricamente mentre la vedo trafficare sulla scrivania. Lì dentro ci sono tutti gli aggeggi che uso nel lavoro e le due pistole che porto sempre con me. Che volete farci, io vedo il pericolo ovunque. Lascia il pacco alzando le mani in segno di arresa.
" Scusa."- dice sedendosi sul letto.
" E poi io voglio soffrire."- le ricordo mentre ripasso il trucco non troppo pesante sugli occhi e marco le mie labbra con il rossetto rosso.
" Contenta tu."- risponde prendendo il mio gatto di peluche e iniziandoci a giocherellare.
Sistemo meglio i capelli in una coda alta e mi rendo conto guardandoli allo specchio che sono molto lunghi. Ha ragione mamma, dovrei tagliarli, almeno un pò.
" Perché non ti fai bionda?"- mi chiede mezza annoiata LaToya continuando a giocherellare con il peluche.
" Eh? Non rinuncerò mai al mio colore naturare. Nero a vita."
" Eppure staresti bene, secondo me."
" Odio il biondo."
Prima che lei possa dire altro il campanello suona e io prendendo la giacca e la borsa mi dirigo in salotto dove mio padre ha già fatto accomodare Roger ed Evelin.
" Farete tardi?"
" Papà!"
" Beh cosa c'è?"- chiede con finta severità.- " non posso chiederlo?"
" Non preoccuparti Richard. Con me è al sicuro."- risponde Roger facendomi l'occhiolino.
Sorrido e avvicinandomi a lui dico: " certo. Forse sarebbe meglio dire il contrario."
Evelin scoppia a ridere e dopo aver salutato mio padre andiamo via.
" Beh dove andiamo?"- chiedo mentre mi siedo in macchina.
" In un locale che hanno appena aperto in centro. Tranquilla ti piacerà."- mi assicura Evelin con il suo sorriso.
" Okay, voglio fidarmi di voi."
 
 
Effettivamente il posto non è male tranne il fatto che la maggior parte della gente qui presente non fa altro che fumare e la cosa mi da molto fastidio.
" Fuma anche tu e ti ritroverai quella sigaretta in un posto a te non molto gradito."- minaccio Roger che stava per seguire quell'esempio.
" Messaggio ricevuto. Vado fuori."- dice allontanandosi.
Ma per il resto la serata procede alla grande e non potrebbe andare meglio. Quando Roger torna ci divertiamo e balliamo come pazzi. E' proprio un bel posto e adoro la musica che c'è.
Ma poi ti ricordi che il divertimento ha la dannata abitudine di finire troppo presto.
Infatti, appena mi siedo insieme a Evelin per riprendere fiato il mio sguardo si sposta su un gruppetto non molto lontano da noi composto da quattro persone e la mia espressione serena si congela in due secondi. I miei occhi intercettano la figura di un uomo magro e incredibilmente bello, che sta ridacchiando serenamente con una ragazza. Lo riconoscerei ovunque. È Jared.
Resto imbambolata a fissarlo e il cuore inizia a battere all'impazzata senza che io sappia di preciso perché lo stia facendo senza il mio consenso.
" Merda."- esclamo. Evelin mi guarda confusa.
" Cosa c'è?"
" Non voltarti."
" Oddio, c'è un delinquente, vero?"- mi chiede spaventata.
" Qualcuno di molto peggio."
Evelin si gira lentamente e guarda lo stesso soggetto che sto guardando io. Jared nel frattempo si è alzato e strano ma vero sta parlando con Roger! E no! Non si può!
" Sarebbe lui il fuorilegge?"- mi chiede scoppiando all'improvviso a ridere.- " bella storia!"
La sua risata inizia ad innervosirmi.
" Piantala."- le ordino in tono autoritario e immediatamente il suo sorriso muore sulle labbra lucide e la sua espressione si fa seria. Sa perfettamente che non tollero queste cose e per di più odio che in questo momento ci sia quell'essere a pochi metri da me.
" Che vuoi fare?"- mi chiede quasi timorosa di venir sbranata.
" Secondo te?"- le chiedo a mia volta continuando a squadrare un Jared ignaro ancora della mia presenza, e felice e spensierato continua a scherzare con Roger.
" Non so. Preferisci andare via?"
A quelle parole distolgo lo sguardo dal gruppetto e infervorata rispondo: " eh, scherzi? Perché dovremo andarcene? Solo perché c'è lui? Noi resteremo qui e se è necessario anche per tutta la notte."
Evelin è decisamente sconvolta dal mio modo di fare.
Sapete cosa c'è di snervante nel rivedere il proprio ex dal vivo? Il fatto che sia dannatamente sexy e fottutamente bello nonostante la voglia di odiarlo sia alle stelle. E la cosa ancora più snervante è che sia stato lui a tradirmi e ciò a distanza di un anno e mezzo non riesce ancora a scendere nel mio stomaco, semplicemente perché ero davvero innamorata e così presa che pensavo davvero di aver trovato l'uomo perfetto, sapete, quello che molte ragazze trovano nei sogni, ma che è così onirico, da non poterlo portare nella realtà. Il cosiddetto principe azzurro. E io avevo avuto il privilegio di vedere quel sogno trasformarsi in realtà, ma non pensavo che fosse così caro il prezzo per averlo portato in una realtà a cui non apparteneva.
E poi non pensavo nemmeno che fosse così stronzo, sì perché Jared Leto è uno stronzo di prima categoria. Forse le mie parole sono dettate dal grande rancore che provo nei suoi confronti. Molto probabilmente lui si sarà dimenticato di me, e soprattutto della spaccatura che ha provocato nel mio cuore e credo che anche se io decidessi si farglielo presente, a lui non interesserebbe nulla. È uno stronzo, dopotutto.
Strano è vestito anche bene e naturalmente è seguito da una bionda sicuramente rifatta dalla testa ai piedi.
E altrettanto sicuramente trombata giorno e notte.
 
 
Mi sono allontanata dai miei amici per prendere un bicchere d'acqua al bar e mi sono abbandonata sullo sgabello del bancone cercando trovare di nuovo la pace che il turbamento ha portato via. Come Evelin anche Roger mi ha chiesto se voglio andare via, sapendo che la vista di Jared manda in ebolizione il mio sangue per la rabbia e io naturalmente ho dato la stessa risposta. Non voglio andarmene per colpa sua. Il mondo non gira intorno a lui, né tanto meno devo lasciargli spazio, quando non ne merita.
Però io devo anche ricordarmi che se devo dividere la stessa stanza con la persona più odiata, devo accettare anche le probabili conseguenze della mia scelta.
" Un bicchiere d'acqua, per favore."
Quella voce calda mi provoca un piccolo sussulto. Il mostro si è materializzato in tutto il suo splendore e profumo. In altre parole, Jared è accanto a me. Adesso che faccio?
In quello stesso momento i nostri occhi senza volerlo si incontrano e temo quasi di morire. Nonostante la luce colorata e a tratti bassa, so bene di che colore sono quegli occhi, così belli da farmi perdere il controllo.
Ma santo cielo, Los Angeles non è un paesino di montagna così piccolo da far risultare quasi snervante il fatto di conoscere a memoria tutta la popolazione. È una giungla, cazzo! Eppure in un attimo quella giungla si è trasformata nell'odiato paesino di montagna. Sasha mantieni il tuo comportamento impeccabile.
"Sasha?"- chiede sorpreso, quasi spaventato di vedermi lì.
"Guarda chi si vede. Jared."- la mia affermazione è talmente atona e priva di qualsiasi sentimento, che quasi mi faccio paura.
"Che ci fai qui?"- mi chiede schiarendosi la voce. Lo vedo turbato e indeciso sui movimenti da adottare. Ma che cazzo di domanda è? Cosa posso mai fare in un locale dove si ride, si scherza e si passa la notte bevendo e ballando?
"Quello che ci fai anche tu."- rispondo infastidita. Ci fissiamo per minuti eterni, nessuno dei due deciso sul da farsi, in particolare lui.
" A te non è mai piaciuto frequentare questi posti."- ora riconosco la sua sfacciataggine.
" Si può cambiare."- rispondo senza guardarlo.
" E' vero."- dice.- " perdona la mia sfacciataggine."
Non credevo che la sua presenza potesse rendermi così nervosa. Così per evitare altri turbamenti decido di allontanarmi. Ma la sua mano blocca il mio braccio e in questo modo sono costretta a riflettermi di nuovo nei suoi occhi. Ma che male ho fatto?
" Ehi.."
" Lasciami andare."- replico fredda con un pizzico di minaccia.
" Aspetta."
Non volendo Jared nel tentativo di fermarmi per la seconda volta ha provveduto ad attirarmi troppo a sé così ora siamo pericolosamente vicini in attesa di una mossa. Il mio cuore credo che scoppierà.
" Oh mio dio! Sasha!"
Chi devo ringraziare per questa improvvisa salvezza dall'inferno? Quella voce sbucata dal nulla, infatti, ha allentato la presa e reso l'aria meno tesa. Mi volto verso la sua direzione e vedo un ragazzo molto magro e più alto di Jared venirmi incontro con un sorriso che va da un orecchio all'altro illuminando quel viso delicato incorniciato da riccioli neri e corti.
" Chuck!"- esclamo raggiungendolo e abbracciandolo. Di sfuggita guardo Jared alquanto stupito ed evidentemente dispiaciuto nel non continuare il nostro..discorso?
Ne approfitto per mostrarmi ancora più cordiale e gentile con il mio vecchio collega di lavoro.
" Lui è Jared Leto, penso che tu lo conosci. Chi non lo conosce qui a Los Angeles?"- dice Chuck nel momento in cui, la diva, sentendosi evidentemente messa da parte si avvicina a noi, evitando le attenzione di quella bionda che lo segue ovunque.
" Già chi non lo conosce?"- ripeto senza stringergli la mano. Sa davvero fingere!
" E' il bello dell'essere famoso."- scherza lui, ma il suo sguardo è serio e mi trafigge più di mille coltelli. In quel momento ci raggiunge un altro ragazzo che si rivolge a Jared dicendo: " Jay non puoi perderti l'ultima trovata di Gus. Muoviti vieni!"
Lui a malavoglia va via portando gran sollievo nei miei polmoni.
 
Jared
 
Avete presente quando la voglia di far fuori qualsiasi cosa vi passi fra le mani si amplifichi in maniera esagerata appena la rabbia si annida dentro lo stomaco?
Ecco chi ne sa qualcosa può capirmi. Ma la cosa più scandalosa è che non so nemmeno io il motivo di questo singolare cambiamento di stato d'animo. Ero uscito con la voglia di divertirmi e stare in compagnia di qualche essere umano conosciuto e ora torno a casa arrabbiato e per nulla soddisfatto della serata.
L'unica cosa che si è impressa nella memoria è la bellezza seducente di Sasha e la sua presenza lì in quel locale che è riuscita a congelare il mio cervello.
Ma quando pensavo di avere un modo per avvicinarmi di nuovo a lei, qualcuno ha provveduto a lasciarmi a bocca asciutta. E la cosa mi ha innervosito tantissimo.
Ciò che mi ha assolutamente infastidito è stato la grande complicità che ho visto fra il mio amico poliziotto Chuck e lei, Sasha.
Io e Chuck siamo gli unici a popolare il parcheggio dove spero di ritrovare la mia auto, visto che ultimamente le macchine sono facili vittime dei ladri. Forse è l'avvicinarsi del Natale che porta a svolgere queste azioni, eppure credevo che questo periodo dovesse rendere gli uomini più buoni.
Sono fortunato, la mia auto è esattamente dove l'avevo lasciata.
" E' stata una bella serata, vero?"- mi chiede serenamente Chuck che ha velocizzato il passo per starmi accanto. Bella serata? Con lui che faceva il simpatico con la mia ex?! E io che da povero stupido sembravo essere di troppo?! Sasha era l'ultima persona che avrei voluto vedere lì dentro e vederla non ha fatto altro che aprire una porta che avevo cercato di sigillare.
A quelle parole la belva che stava crescendo dentro di me si sveglia e decidere di controllare le mie azioni.
Infatti, io mi blocco e con tutta la forza che ho dentro le mie braccia, afferro per la giacca Chuck e faccio aderire la sua schiena contro il muro.
" Ehi!"- esclama sorpreso.
"Perché, perché, perché non me l'avevi detto?"- gli chiedo arrabbiato ad un palmo dal suo viso.
"Che era un locale senza spogliarelliste? Sei messo così male che ti disperi per questo?"
La sua risposta non aiuta a migliorare la situazione.
"Idiota, non è di questo che sto parlando. E poi cosa ti salta in testa? Io sto messo alla grande, pensi che Sharin era lì tanto per?"
"Allora?"
Respiro affondo e dico: "Sasha! Come fai a conoscerla? Perché è qui a Los Angeles? Perché era in quel locale? E soprattutto perché parlava con TE?!"
Credo di aver parlato senza prendere fiato e di aver in questo modo sconvolto Chuck. Resta per un attimo in silenzio, incastrato fra il muro e me.
"Ehi calmati, così mi metti ansia. Che ti prende?"
"Tu rispondimi e tutto filerà liscio come l'olio a partire dai tuoi bei ricciolini ai quali non succederà nulla."
"Tu sei un pazzo!"- esclama.
"Avanti rispondimi!"
"Okay, ma restiamo calmi. Prima di tutto lasciami andare. Ti ricordo che sono un agente e che quando mi girano, non rispondo delle mie azioni."- il suo tono è troppo calmo. Solitamente lo è quando si scalda. Meglio che mi dia una calmata. Lo fisso e mi allontano da lui quel poco che basta per vederlo sistemarsi il colletto della giacca e fissarmi a sua volta.
"Sasha e io abbiamo lavorato insieme tempo fa ad una sfilata di moda a Parigi. Lo stilista era ossessionato dalla possibilità che potesse essere ucciso da qualcuno e così aveva alzato le misure di sicurezza intorno a lui e ai suoi lavoratori. Era un pazzo sclerato, semplicemente ossessionato. Lì non volava nemmeno una mosca e così ebbi modo di fare quattro chiacchiere con la collega che mi avevano affiancato, e cioè Sasha."
"E?"
"E cosa?"- mi chiede confuso.
"Non fare il finto tondo tanto sai di cosa sto parlando."
" Vuoi dire, se me la sono portata a letto intendi?"
"Esatto."
Chuck boccheggia per un attimo sgomento.
"Che dici, sei impazzito per caso? Tu vedi rischio di sesso in tutto quello che fai e vedi, santo cielo!"
"Non è vero! Vorresti dirmi che sembro un depravato?"- esclamo inalterato. Spero che non ci senta nessuno. Sembriamo una coppia alle prese con litigi ridicoli.
"Dipende dai momenti."
Mi verrebbe voglia di saltargli addosso e ucciderlo, ma penso che se lo facessi il mio piano si rivolterebbe contro me stesso.
Okay, Jared calmati e non fare cazzate.
"Continua."- gli dico cercando di calmarmi.
"E' qui per trascorrere le vacanze di Natale dai suoi genitori ed era lì per passare una serata diversa. Comunque sia Sasha per me è una sorella e una buona amica. Mi fido molto di lei e non ho mai avuto in vita mia pensieri che potessero mettermi in imbarazzo quando ero con lei. Ora ti sei calmato?"
Bene, non era nulla di allarmante, anche se gli atteggiamenti di Sasha mi hanno fatto credere a tutt'altro.
"Sì."- risposto un pò imbarazzato.
"Sia ringraziato il cielo. Mi spieghi il perché di tutta questa pseudo violenza fisica e psichica?"
"Semplice curiosità."
"CHE COSA? SEMPLICE CURIOSITA'? Ma se stavi per ammazzarmi! La chiami semplice curiosità il voler quasi uccidere il tuo amico senza un minimo senso di logica?"
"Okay, scusami forse sono stato un pò esagerato."
"FORSE?"- marca Chuck minaccioso.
"Okay okay..scusami sono stato esagerato."- dico facendomi piccolo piccolo.
"Ora va meglio. Allora mi spieghi un attimo il vero motivo? Perché non ti credo."
Merda, è giunto il momento di dire quello che non volevo minimamente far uscire dalla mia bocca. Respiro affondo e poi lascio che le parole vadano spedite una volta che scelgo le parole da usare.
"Io e Sasha siamo stati insieme."
Passo un minuto della mia vita in completo silenzio.
"Quando dici insieme intendi che.."- dice Chuck facendo un passo in avanti, rompendo per primo il silenzio.
"Era la mia ragazza, ma non la novità di turno, proprio la mia ragazza."
Credo di non essere mai stato in imbarazzo come in quel momento e non chiedetemi il motivo di ciò..perché non lo so.
   
 
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