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Autore: _TheDarkLadyV_    15/11/2012    2 recensioni
“Ma Cristo Santo, tu sei fottutamente innamorato brutto idiota che non sei altro quindi che cosa aspetti? Che se ne ritorni a casa sua a New York a trombarsi qualcun altro?”- sbraita Shannon. Fissandolo mi chiedo che cosa stessero facendo la delicatezza e l'eleganza quando mio fratello nasceva. Davvero per me resterà un mistero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera ragazze!
Dopo la lunga pausa dagli schermi sono tornata sperando che questa dannata Musa resti con me per tanto tantissimo tempo.
Spero che come primo capitolo e quindi imput alla storia possa quanto meno interessarvi.
Vi aspetto numerosi ^__^
Vals
 
 
 
 
 

Restare calmi di fronte al peggio e avere quel coraggio secondo solo a quello di Indiana Jones sono gli elementi indispensabili per svolgere il mio lavoro. Niente di più e niente di meno. Se credi di avere queste qualità notevolmente sviluppate nel tuo essere allora le possibilità di venir colpita mortalmente o non, diminuiscono di gran lunga, perché la concentrazione e la passione per il pericolo mettono in moto una forza che non sapevi di avere dentro di te e che riesce a farti scansare i proiettili. Se invece credi di non essere abbastanza preparato a tutto quello che il mio lavoro ti porta a fare allora è meglio se resti a casa a fare l'uncinetto.
I miei occhi sono fissi su i due individui che parlottano dinanzi all'ingresso del night club che inizia a riempirsi di anime corrotte e perverse. Mi chiedo perché esistano ancora certi posti di questi tempi dove lo squallore è già allarmante di per sé. Sarà che io non tollero tali schifezze, ma nessuno può replicare sul fatto che il mondo sta andando a puttare al giorno d'oggi. Sento una presenza affiancarmi e senza voltarmi sussurro: " sono loro. Il capo è già dentro. Dov'è Robert quando serve?"
Inizio ad inalterarmi. Possibile che devo lavorare con gente incompetente?
Altra cosa che odio e che non tollero affatto è la scarsa competenza di alcuni miei colleghi. Non hanno ancora capito che al mio ordine devono scattare come le molle. Mi sa tanto che dovrò essere io stessa a farli scattare, ma non come le molle. Peggio. E se intervengo io le cose cambiano drasticamente, ma di certo non i maniera positiva. In ufficio mi chiamano Miranda Priestley, ma invece di occuparmi di riviste di moda, mi occupo di operazioni poliziesche per l'FBI, decisamente molto più emozionanti e pericolose. Dubito che qualcun altro al mio posto si comporterebbe in modo diverso se l'azione deve essere perfetta e tutt'altro che rilassata.
" Sta arrivando. Si era dimenticato che era per stasera. Immagino che sia colpa delle sue innumerevoli relazioni simultanee."- mi sussurra Margaret, il mio braccio destro e l'unica che possa permettersi di prendermi in giro e scherzare con me insieme a Robert. Il nostro rapporto è molto speciale tanto che posso decisamente considerarla la mia migliore amica. Io non credo molto nell'esistenza della vera amicizia, anche se ora come ora devo ammettere che le eccezioni esistono.
" Maledizione!"- esclamo. Il tempo scarseggia e non posso permettermi di sbagliare. Se sbaglio addio promozione e io non voglio assolutamente che una cosa del genere accada. Così carico le due pistole, quella sotto il giubbotto e quella in mano, ma prima che possa fare un passo avanti Margaret mi blocca agitata.
" Ma sei impazzita? Dove credi di andare?"
" Non c'è tempo. Tu resta qui e avvisa alla centrale e quando viene Robert assicurati di dargli un calcio da parte mia, lì dove non batte il sole."
Mi libero dalla sua presa e aspetto che i due vadano dentro per avvicinarmi all'ingresso ed entrare. Le luci rosse all'interno per un momento riescono a confondermi e la puzza di fumo misto a qualche odore insopportabile di ignota provenienza, quasi mi fa svenire. Nonostante i piccoli intoppi riesco ad inquadrare le mie prede sedute ad un tavolo poco lontano dalla zona in cui tre spogliarelliste ballano già mezze nude.
Dignità femminile vai a farti fottere! Secoli di lotte per avere pari diritti e doveri con gli uomini e poi vedi questo. Va beh, situazioni anomali.
Mi avvicino al bancone del bar da cui osservo meglio la scena. Mister Budda, come lo chiamo io, sta parlando animatamente con l'uomo con cui ha contrattato l'affare, ma sembra che qualcosa non gli stia piacendo. Quei due sono seduti lì vicino con due ragazze, il che li rallenta nel caso dovessero proteggere il loro capo. Buon per me.
Io comunque riesco a confondermi bene fra la gente, probabilmente pensano che io sia una delle ragazze arrivate in ritardo. Ciò dunque mi permette di muovermi senza destare sospetti in nessuna direzione.
Okay, due ora sono le cose che posso fare: darmela a gambe visto che sono ancora in tempo o raggiungere il mio nemico e sfidare per l'ennesima volta il destino senza angeli custodi alle spalle.
Scelgo naturalmente la seconda opzione e così pian piano mi avvicino di spalle al Budda e gli punto la pistola in testa dicendo: " faccia anche un solo piccolo gesto e sentirà il suo cervello spappolarsi."
Budda è paralizzato mentre i suoi uomini rinsaviscono per un attimo e cercano di avvicinarsi a me, ma il loro capo con un cenno della mano blocca la loro iniziativa. I due così restano fermi e in piedi spostando lo sguardo da me a Budda e viceversa.
" Lei deve essere l'agente Sasha Preverett."- esclama con un vocione tipico dei cattivi delle fiabe. Resto leggermente stupita da quelle parole. Come fa a sapere chi sono?
Evidentemente sapeva qualcosa, o almeno i suoi uomini si saranno informati per lui sui movimenti dell'FBI.
" Non sono affari suoi sapere chi sono io quanto piuttosto deve fantasticare su come sarà la cella che la ospiterà da qui all'eternità."- wow ho fatto anche rima. Che agente poetico.
Un solo movimento e quel fottuto bastardo riesce a liberarsi dalla mia presa. Ora è di fronte a me e la sua faccia da lurido porco è ancora più perversa da come era in foto. Russo di merda.
" Sei così decisa e anche molto bella."- dice con il suo forte accento russo avvicinandosi.
" Ancora un altro passo e la spedisco all'inferno."- ribatto puntandogli la pistola dritta al cuore. Sento l'ansia farsi spazio dentro di me e la paura di essere fottuta aumenta ad ogni battito del cuore che straordinariamente riesco a sentire nelle orecchie e nello stomaco, come se ad un tratto avesse deciso di spostarsi dalla gabbia toracica e trasferirsi in altre zone. Neanche fossi un ninja riesco a spostarmi velocemente, lo colpisco allo stomaco e mentre si piega per via del dolore che gli provoco al braccio lo ammanetto. Sembra che il peggio sia passato, ma non ho messo in conto i due scimmioni che si avvicinano a me.
" Non muovetevi."- dico puntandoli la pistola. E ora che cazzo faccio? Merda. L'uomo con cui Budda doveva fare i suoi affari è scomparso, ma so già che Margaret e gli altri agenti che sicuramente saranno già arrivati lo avranno preso. Ad un tratto sento un colpo al ventre e quel bastardo si allontana da me.
" Uccidetela."- ordina, mentre cerca di liberarsi dalle manette. Ecco, ho sfidato troppe volte il destino tanto che ora ha deciso di prendersi la sua rivincita.
Il dolore non riesce a farmi alzare e così mi ritrovo uno dei due su di me con la pistola che punta alla mia testa. Prima che possa fare un solo movimento sento la voce di Robert e poi lui stesso che si scareventa sul bestione salvandomi. Insieme a lui c'è Jordan e Roger che si occupano rispettivamente dell'altro scimmione e di Budda.
" Stai bene?"- mi chiede Robert aiutandomi ad alzarmi.
" Sì, sto bene."- rispondo massaggiandomi la parte colpita.- " davvero."- continuo vedendo la sua faccia ancora preoccupata.
" Ehi tutto okay?"- esclama Margaret raggiungendoci.- " mi hai fatto prendere un colpo! Sconsiderata!"
" Sto bene!"- replico.- " ora usciamo di qua."
Quando usciamo dal locale vedo diversi agenti e due auto parcheggiate proprio davanti all'ingresso e in una di esse c'è quel gran porco che appena si accorge della mia presenza mi sorride svelando con i suoi denti giallastri una cattiveria inaudita e che solo un gangster può avere. Rabbrividisco per un attimo, ma poi distolgo lo sguardo e seguo i miei due amici che si dirigono verso la nostra auto.
" Questi atti di eroismo risparmiateli la prossima volta, hai capito?"- mi rimprovera Robert severo. Capisco che si è preoccupato e che lo è tutt'ora.- " se io non fossi arrivato in tempo, io non voglio nemmeno immaginare che fine avresti fatto."
" Okay, okay, lo so di aver agito di impulso, ma tu non arrivavi e io non potevo lasciare che le cose mi sfuggissero di mano! E poi tu sei un gran coglione. Perché ti dimentichi le cose importanti?"- rispondo infervorata.
Robert si zittisce e abbassa lo sguardo.
" Hai ragione. La colpa è mia, dovevo essere qui e invece.."- dice poco dopo.
" Invece ti preoccupavi di altro. La prossima volta al capo dirò di farti stare in archivio. Non sfidarmi."- lo minaccio sedendomi in macchina. Anche Margaret mi segue e Robert prende il posto alla guida senza dire una parola. Il silenzio è immenso fra noi tre, ma resta poco, poiché Margaret si schiarisce la voce e dice: " hai presente il favore che mi avevi chiesto?"
" Cosa hai scoperto?"- le chiedo iniziandomi ad agitare. La sua espressione illuminata a tratti dalle luci dei lampioni non promette nulla di buono. Non che ci avessi sperato.
Le avevo chiesto di tenermi d'occhio George, il mio ragazzo. Ultimamente è più freddo e per di più non è mai a casa. Il mio intuito femminile si è immediatamente attivato e ha inserito una pulce nel mio orecchio. Ho la netta sensazione che mi tradisca, così ho chiesto aiuto alla mia collega che finalmente si decide a parlare dopo aver tentennato un paio di volte.
" L'ho visto a casa di una tizia e insieme a lei ieri era in un negozio di scarpe dove beh.."
" Continua."
" Si scambiavano alcuni baci."
" Lo sapevo."- dico freddamente guardando al di là del finestrino. Sento il mio stomaco farsi piccolo e l'aria per un attimo scompare dai miei polmoni.
" Cosa gli farai?"- mi chiede Robert guardandomi dallo specchietto retrovisore.
Lo guardo e cerco di parlare con un tono di voce normale.
" E' una sorpresa."- rispondo mentre il mio cervello pianifica la vendetta.
 
 

Mi avevano detto che non dovevo fidarmi, che non faceva per me, ma io come al solito non ho ascoltato nessuno comportandomi contrariamente a quello che mi consigliavano di fare. Io non sono normale, cerco sempre di andare fino in fondo in ogni situazione, sbattere la testa contro il muro come Catone Censore e poi solo quando veramente mi faccio male e mi vedo sanguinante, allora sì che capisco di aver sbagliato. E questo è uno di quei casi.
È passato un giorno esatto da quando Margaret mi ha dato la notizia e fortunatamente è anche l'ultimo giorno che resto qui a New York. Solitamente io ho l'abitudine di trascorrere le vacanze natalizie dai miei genitori a Los Angeles, ma questa volta esse mi serviranno per sbollire la rabbia che sento dentro, che è così tanta che quasi è difficile reprimerla.
" Stai calma, capito?"
" La fai facile tu! Vorrei vedere te con la stessa rabbia e soprattutto con la voglia di castrarlo con calci volanti."- sbraito al telefono. Sento mia sorella sbuffare.
" Lo so come ti senti. Ma cerca di trovare la logica, la tua logica. E sai a cosa mi riferisco. Cazzo sei un agente dell'FBI, ti hanno appena dato una promozione per i servizi resi e insomma ci sarà un motivo per cui ti hanno premiata e soprattutto per cui ti chiamano Miranda Priestley, no?"
Adoro mia sorella quando cerca di frenare la mia rabbia instintiva obbligandomi ad usare il cervello anche in quei momenti in cui io stessa vorrei non farlo.
" Ho capito bene e stai tranquilla che so cosa fare."
" Questo tono di voce mi da fiducia, quindi non vedo l'ora di sapere cosa riserverai a quel pidocchioso di George."- esclama trionfante. Sorrido e penso che i miei modi di fare hanno avuto grande influenza su mia sorella. In fondo, lei è la più piccola e ha sempre cercato di imitarmi in tutto quello che facevo. Un pò mi sento colpevole, ma allo stesso tempo sono contenta perché almeno così riesce ad essere leggermente più forte rispetto alle altre ragazze della sua età, facilmente corruttibili. Di questi tempi avere venti anni è come averne dieci. Si è testardi, non si ascolta nessuno, si vuole tutto e subito e si cerca di inseguire i propri sogni. E il mondo affascina, fa vedere i suoi tesori e fa credere che siano facilissimi da prendere e per questo mostra le strade facili per arrivare alla meta. Chi ha dieci anni ci casca con tutte e due i piedi. Chi, invece, ne ha venti ci pensa un pò di più, o almeno è quello che facevo io alla mia età e quello che ora fa anche mia sorella. Adesso io ne ho trentuno e nonostante pensi e ripensi alle cose, riflettendo più del dovuto, vengo fottuta lo stesso. Ma il lato positivo è che comunque sia rifletto e trovo sempre una strada alternativa anche quando vengo fottuta.
" Non dire nulla a mamma e papà, capito?"
" Sarò una tomba."
" Bene."
Nel frattempo ho finito di fare i miei bagagli. Ho detto a Margaret che dopo aver messo in atto il mio piano vado da lei e resto lì fino alla partenza prevista per questa sera. Mi avvicino alla finestra e vedo che George è appena sceso dalla macchina.
" Devo lasciarti. Bastardo in vista."
" Ma perché non sono lì? Voglio vederti all'azione."
" Meglio di no, magari resti scandalizzata."
" Che palle!"
" Su vai a studiare. Ci vediamo fra qualche ora."
" Va bene. Non vedo l'ora! Ciao sorellona!"
" Ciao."
La telefona si chiude nello stesso momento in cui si apre la porta ed entra George. Io mi tolgo il maglione restando in intimo. Metto solo una vestaglia nera e mi affaccio alla balaustra in modo abbastanza sensuale con un paio di manette in mano.
" Bentornato."- sussurro in modo seducente. Lo prenderei a schiaffi, ma devo mantenere la calma se voglio che tutto sia più soddisfacente dopo. Lui incredulo lascia la giacca sul divano e un sorrisino gli si stampa sul volto mentre si umetta le labbra. Porco! Non ti basta la tua puttanella hai anche il coraggio di andare a letto con me adesso.
In poco tempo mi raggiunge e guardandomi sussurra: " sei la ragazza più sexy che abbia mai visto in vita mia."
" Certo.."- dico spingendolo verso la camera da letto. Cade sul letto e io mettendomi a cavalcioni su di lui inizio a spogliarlo, mentre lui cerca le mie labbra. Mi afferra e tenendomi in braccio si alza e fa aderire la mia schiena contro il muro. Pensa davvero che io ci stia e tutto sembra far credere questo. Lo spingo nuovamente sul letto iniziando a slacciargli i pantaloni lasciandolo in mutande. A questo punto quasi mi vergogno, ma è necessario farlo. Gli tolgo anche l'intimo lasciandolo nudo come un verme con il suo amichetto già pronto. Ora che lo vedo meglio non è nemmeno così dotato come lo era il mio ex, altro bastardo. A quel punto mi allontano mentre lui preso dall'eccitazione esclama: " dove vai?"
Prendo le manette e apro il balcone. Un vento gelido entra nella stanza mentre io torno su di lui e sussurro al suo orecchio: " sei un fottuto bastardo."
Se inizialmente pensava che fosse uno di quei metodi per portare l'eccitazione alle stelle, dopo aver visto la mia espressione incazzata ai massimi livelli deglutisce, ma non ha nemmeno il tempo di dire " ba" che si ritrova sul balcone con aria confusa.
" Che stai facendo?"
" Metto in atto una delle tante idee che mi erano venute in mente ieri notte quando tu stranamente non eri a casa."
Con velocità straordinaria lego le sue mani al ferro del balcone chiudendo a chiave le manette e mi assicuro che lui sia in bella mostra. Prendo la chiave e la metto momentaneamente nel reggiseno e prima di tornare dentro dico: " spero che questo ti chiarisca un pò le idee e soprattutto ti faccia capire che sei solamente un verme e tutti devono saperlo. Ah e un'altra cosa: quando torno qui, esattamente fra tre settimane, voglio sapere che ti sei dato per disperso. Beh naturalmente solo dopo che riuscirai a liberarti."
Butto la chiave ai piedi del letto mentre mi infilo un maglione beige lungo, un paio di calzamaglia nere e stivaletti dello stesso colore della maglia.
" Sasha ti prego liberami! Parliamone! Mi dispiace, io non volevo farlo."
Prendo tutto l'occorrente compreso gli occhiali da vista che infilo immediatamente e dico: " ciao George e spero che tu trascorra un bel Natale."
Mi sbatto la porta alle spalle e mi dirigo nel cortile sul retro dove c'è la mia auto ad aspettarmi. Metto le valige nel bagagliaio e mi dirigo a casa di Margaret che appena mi vede inizia a farmi mille domande.
" Tranquilla, sto bene e tutto è andato altrettanto bene."
Le racconto cosa è successo e scoppia a ridere. Io non riesco a ridere anche se naturalmente il tutto raccontato mi appare così divertente e spassoso. Purtroppo sono profondamente delusa e arrabbiata. Tutto questo mi fa male. Mi rendo conto di indossare una maschera agli occhi degli altri. Ho messo una maschera ma non so più riconoscerla, per questo faccio fatica a toglierla, anzi non so neanche se continuerò a tenermela di questo passo. Me ne rendo conto quando mi succedono queste cose.
" Lasciatelo dire: sei un genio!"- esclama dopo essersi ripresa.- " mio Dio! Io non sarei riuscita a far nulla del genere! Quanto vorrei essere te!"
" Ci perderesti un sacco."
" Ma no! Sei bella, sei intelligente e sei coraggiosa. Un modello da seguire."
" Dimentichi che sono cornuta alla seconda."- dico.- " davvero non ti conviene essere me, se non riesci a gestire la tua vita e l'amore. Inizio a pensare che io sia destinata ad essere tradita da ogni uomo che credo sia perfetto per me.."
Margaret resta in silenzio e mi abbraccia cercando di infondermi un pò di amore che purtroppo al momento dentro di me non trova spazio.
" Ricorda che per qualsiasi cosa io ci sono. Non farti nessun problema a parlare con me, d'accordo?"
Mi verrebbe voglia di piangere, ma non lo faccio, perché così cederei il passo alla debolezza, cosa che odio profondamente.
" Grazie."- è l'unica cosa che esce dalla mia bocca con un tono decente. Se continuassi a parlare rischierei di brutto.
" Adesso basta con tutta questa negatività. Facciamoci una bella tazza di thé."
Penso che nonostante tutto, questo pomeriggio in compagnia di Margaret sia stato il migliore di tutta la mia vita e quasi mi fa tristezza lasciarla.
Purtroppo ho già prenotato il volo e poi una parte di me sente la grande necessità di allontanarsi da New York.
Così quando arrivano le sei del pomeriggio saluto la mia amica per dirigermi in aeroporto.
" Mi raccomando spacca i culi a tutti ora che vai a Los Angeles, che tanto città degli angeli non è."
Scoppio a ridere e l'abbraccio.
" Grazie mille per tutto e non preoccuparti, ti chiamerò tutti i giorni."
" Ti terrò informata su tutto quello che succede a me e a Robert alle prese con quell'incapace di Lizzie."
" Poveri voi."- dico ridendo.- " fa la brava."
" Agli ordini capo."
Le faccio la linguaccia e poi vado via. Quando arrivo in aeroporto mi stupisco di non aspettare così tanto per la mia chiamata. L'hostess molto gentile mi accompagna al mio posto e finalmente mi sistemo e tiro un sospiro di sollievo insieme all'aereo che prende il volo.
Chissà se quest'anno a Los Angeles nevicherà. Per tutte queste variazioni climatiche che stanno accadendo spero proprio di sì.
 
 
   
 
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