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Autore: Mon    18/11/2012    1 recensioni
Qualche secondo dopo, però, una vocina nella sua testa le disse: “Ma cosa diavolo stai facendo Stella?”.
La ragazza si alzò di scatto dallo sdraio, appoggiò la tazza sulla tavola della cucina e percorse di corsa il corridoio che portava nella sala e alla porta d’uscita.
Sébastien aveva appena appoggiato la mano sulla maniglia quando la voce di Stella lo raggiunse: «Ti prego! Resta a farmi compagnia...».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pierre Bouvier, Sébastien Lefebvre
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quarto giorno di vacanza di Pierre e Lachelle; Stella aveva puntato la sveglia alle 8.00. Si alzò a fatica, la sera prima era rientrata che quasi erano le due; aveva passato la serata a chiacchierare con David e Juliette di qualsiasi cosa passasse loro per la testa e quando si era accorta dell’ora se n’era andata a malincuore. David e Juliette si erano trovati, erano perfetti l’uno per l’altra e Stella si ritrovò a sorridere davanti al cartone del latte pensando a quei due insieme.
Quello che mancava di più a Stella di un rapporto di coppia era proprio l’alchimia perfetta che c’è in una relazione; le mancava capire solo con lo sguardo quello che stava pensando il compagno, le mancava completare le frasi lasciate in sospeso dall’altro, le mancava stringere la mano a qualcuno. Le mancava un ragazzo da amare.
Fece colazione guardando il giardino di casa dalla porta della cucina; fuori era una giornata di sole ma lei era stanca e aveva il morale sotto la suola delle scarpe, così decise di buttarsi sul lavoro. In quel modo non avrebbe pensato a niente. Si preparò un panino, che poi appoggiò su una pila di fogli con vari schizzi di prova che aveva fatto; quello sarebbe stato il suo pranzo. Chiuse gli scuri della finestra della sua stanza per non vedere il sole e non avere distrazioni e si mise a lavorare. Intenta a quello che stava facendo non si rese conto del tempo che passava, quindi non seppe l’ora in cui, appoggiando un secondo la testa sui fogli sparsi sulla scrivania, si era addormentata. 

***

«Oh Seb! Finalmente qualcuno mi risponde!» disse Chuck.
«Cosa succede?» chiese il chitarrista, preoccupato dal tono di voce dell’amico.
«Ho chiamato Stella a casa ma non mi ha risposto. Io non posso passare perché ho un appuntamento con Celine così ho provato a chiamare David, che è il più vicino, ma anche lui non mi ha risposto. Tu riesci a passare per vedere se va tutto bene?»
«Tranquillo Chuck. Io non ho niente da fare. Nessun problema, ci penso io...»
«Grazie infinite amico!» disse Chuck. Si salutarono.
Sébastien rimase a fissare lo schermo del telefono; doveva andare a casa di Stella e sarebbero stati solo lui e la ragazza. Da quella sera in macchina non era più successo.

***

Seb parcheggiò la macchina davanti a casa Bouvier; la conosceva alla perfezione, ma quella sera gli sembrò tutto diverso, o forse era solo lui ad essere diverso. Le chiavi di casa le aveva, a dire la verità tutti avevano le chiavi di casa di tutti, in caso di necessità. Erano una grande famiglia.
Rimase a fissare un attimo la facciata, respirò profondamente e infilò le chiavi nella serratura. Aprì la porta e chiamò il nome di Stella; non ottenne risposta. Controllò prima in piscina, poi in cucina, ma non trovò nessuno. Decise quindi di andare a vedere al piano di sopra e quando arrivò nel corridoio del secondo piano vide la luce uscire dalla stanza di Stella. Si affacciò. La ragazza aveva la testa appoggiata sul tavolo, in mano reggeva una matita, ma dormiva profondamente. Sébastien la guardò; i capelli lunghi e lisci si spargevano sul tavolo e sui disegni e la luce della lampada sulla scrivania le illuminava il viso.
Seb cercò di fare il più piano possibile; scese al piano di sotto, in cucina, e le preparò una tazza di caffè, poi tornò dalla ragazza. Si chinò di fianco alla scrivania e appoggiò la tazza davanti a Stella. La ragazza si alzò di scatto, strinse gli occhi per abituarsi alla luce e guardò Sébastien con aria perplessa. Immediatamente dopo guardò la tazza di caffè e nuovamente l’amico. «Cosa ci fai qui?» chiese.
«Sono venuto a vedere come stavi. Chuck ti ha chiamato ma non hai risposto, solo che lui non poteva passare e allora sono venuto io...»
Stella strinse gli occhi e sbuffò. «So cavarmela da sola...» poi indicò la tazza di caffè con un movimento della testa e continuò: «... comunque grazie...»
«E di cosa? Di niente!» rispose, sorridendo, Seb.
Stella scivolò sulla sedia e appoggiò la testa allo schienale, prese la tazza di caffè fra le mani e disse: «Non so quanto tempo ho dormito, ma ero stanca. Che ore sono?»
Seb guardò l’orologio che aveva al polso, mentre Stella sorseggiava la bevanda che l’amico le aveva preparato. «Quasi le 19.00...» rispose. 
«C’è ancora il sole fuori?» Il ragazzo annuì. «Andiamo a sederci in giardino? L’aria della sera magari aiuta a svegliarmi...» Detto questo si alzò dalla sedia e con la tazza in mano precedette l’amico fuori dalla stanza.





Come promesso a Shura Armstrong (che ringrazio tantissimo per le recensioni che mi lascia) e con in sottofondo Dos dei Green Day, eccomi qui con un nuovo capitolo della storia. Ringrazio anche Ellie_Manny che ha messo la mia storia tra le seguite.
Spero il capitolo vi piaccia. 
A presto.
Mon

  
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