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Autore: Kimberly Heiwa    18/11/2012    1 recensioni
Non è mai finita. Il filo in realtà non si è mai spezzato, si è allentato, ma il sentimento è ancora vivo.
Le due facce della stessa medaglia, inseparabili, compatibili tra loro, ma che non hanno mai avuto veramente tempo per loro stessi. E' passato tanto da allora, ma forse è proprio questo che li fa sempre riunire; li fa incontrare per vedere i risultati del cambiamento.
-Rory... dove sei?- sussurrò sperando che lo potesse sentire ed aspettare, come lui stava attendendo lei.
Il titolo viene dalla canzone 'Wait for me' di uno dei miei gruppi preferiti, i Theory of A Deadman.
Spero che gradiate questa storiella e che esponiate le vostre opinioni...
Buona lettura e... Enjoy! :)
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I just want you to know who I am

 

 

 

 

Pioveva a dirotto quella mattina di febbraio. I gas fuoriusciti dai tubi di scappamento dei tanti taxi gialli newyorchesi avvolgevano la metropoli nascondendo l'opaco e fioco sole. La gente non si era fatta intimorire tuttavia da quelle gocce e il traffico era addirittura aumentato. Di certo il silenzio non regnava sovrano su quell'enorme ingorgo di automobili e un frastuono di clacson e imprecazioni facevano diminuire la tranquillità alle persone.

Quella mattina Jess Mariano non riusciva a concentrarsi sul lavoro. Era impossibile leggere e correggere bozze di libri di aspiranti scrittori con quel fastidioso rumore nelle orecchie. Seduto alla scrivania sommersa da fogli svolazzanti e manoscritti si massaggiava la fronte con l'indice sinistro, nel tentativo di far sparire quell'insopportabile mal di testa. Sbuffò varie volte prima di raccogliersi il viso tra le mani e sospirare, arrendendosi a quel picchio che proprio quella mattina aveva deciso di beccare la sua corteccia cerebrale. Si alzò dalla sua sedia e prese a guardare fuori dalla finestra il traffico infernale, dondolandosi leggermente con le mani in tasca.

-Ehi Jess!- esclamò Matt bussando alla porta.

Jess distolse l'attenzione da quella visione dell'ingorgo di New York e si girò verso l'amico.

-Ehi Matt...

-Disturbo?- chiese, avanzando verso la scrivania e chiudendosi la porta alle spalle.

-No, no... Siediti pure. Dimmi.- rispose tranquillamente accompagnando le parole con la mano destra.

Matt si sedette e dopo lo seguì anche Jess.

-Sono entrato perché volevo comunicarti che sei.. diciamo... “candidato” per il premio di “Migliore scrittore emergente” qui a New York!

-C-cosa?- esclamò Jess sgranando gli occhi, incredulo.

-Sì amico! E non è tutto! Se ci va bene anche la casa editrice sarà premiata... e noi diventeremo famosi!- Matt ormai non faceva più trasparire la sua felicità nel comunicare la notizia.

-È fantastico,Matt! E come lo hai saputo?- anche Jess era quasi euforico.

-Beh... è scritto su tutte le riviste letterarie e c'è anche qualche articolo su internet...-

rispose Matt con finta aria di sufficienza.

-Cavolo! Cavolo!

-Già, amico!- esclamò Matt ridendo.

Jess era davvero felice per la bellissima notizia e non stava più nella pelle.

-Se dovessimo farcela dobbiamo assolutamente festeggiare!

-Certo!- rispose Jess alzandosi e dando una pacca sulla spalla dell'amico.

-Bene... ora sarà meglio andare! Ah, c'è una certa Janet Brooklet all'ingresso che vorrebbe mostrarti alcune bozze...

-Janet... Brooklet? Non mi ricordo questo nome...

- È la prima volta che viene qui. È arrivata questa mattina... la potresti ricevere adesso?

-Sì, certamente. Falla pure entrare. Comunque grazie per avermi dato la buona notizia, Matt!- lo ringraziò Jess sorridendo. Quella notizia lo aveva messo di buon umore e il mal di testa era sparito.

Matt gli sorrise a sua volta e uscì dall'ufficio.

Jess ritornò a contemplare il panorama urbano di New York pensando a quel premio che bramava ormai da tanto tempo... Gli sfuggì un sorriso.

La porta si aprì e si affacciò una donna imponente afroamericana sulla trentina.

-Si può?- chiese. La sua voce era piuttosto rauca e non molto femminile. Jess si voltò verso di lei e le fece cenno di entrare. La donna annuì con il capo e un po' goffamente chiuse la porta.

La sua camminata era piuttosto virile,con le gambe allargate che molleggiavano sulle ginocchia e che davano al passo un certo ritmo.

-Salve, io sono Janet... Janet Brooklet.- disse porgendo la mano a Jess.

-Piacere, Janet. Io sono Jess Mariano.- rispose a sua volta Jess.

Provò un dolore lancinante quando Janet gli strinse la mano. Si sforzò di non fare smorfie di dolore

provocate da tutta quella forza che gli stava fracassando le ossa.

-Allora, Janet... Ehm... hai scritto qualcosa?- domandò con la voce che ancora risentiva della stretta. Si sedette e, sotto la sedia aprì e chiuse la mano destra per fare in modo che riacquistasse la sensibilità di prima.

-Sì... ho scritto questo... si chiama The colour”. L'ho scritto io, con questa mano che prima ha stretto la sua ma non mi chieda come ci sia riuscita!- rispose gesticolando e ridendo.

Appoggiò i fogli sulla scrivania e Jess li avvicinò e prese a sfogliarli.

-Hai scritto parecchio,vedo...

-Già.- si limitò a ribattere Janet.

-Ok... darò un'occhiata in questi giorni e ti farò sapere tra una settimana circa, d'accordo?

-Va bene.

Calò il silenzio tra i due e ormai come sottofondo ritornava ad esserci il rumore dei clacson dei taxi.

-Cavolo, che ingorgo!- esclamò improvvisamente Janet.

-Già! Allora, tu abiti qui a New York?- le chiese. Aveva intenzione di rompere il ghiaccio e di conoscere un po' quella bizzarra donna.

-Sì, sono nata a New York e la maggior parte della mia vita l'ho passata qui... Tu invece?

-Anch'io sono nato qui... ho vissuto per un po' nel Connecticut e a Philadelphia però...

Janet si limitò ad annuire e a guardarsi intorno.

-È la prima volta che ti butti nel campo della scrittura?

-Sì... beh, non lo avrei mai fatto se non mi avesse convinta il mio ragazzo...

Jess era piuttosto interessato adesso. Con uno sguardo glielo fece capire e lei alzandosi, continuò.

-Io non so molto di libri... sono nata nel Bronx in una “famiglia” che non faceva altro che mettersi nelle grane per una cosa e per l'altra e che era in continua fuga dagli sbirri. Quindi non c'era il tempo di fermarsi a sfogliare un libro come facevano tutti gli altri bambini... sono vissuta in strada fino a quando mia madre è stata arrestata per traffico di droga e mio padre rimasto ucciso in una sparatoria... all'età di quindici anni mi hanno mandata in orfanotrofio e io non facevo altro che mettermi nei guai- rise al ricordo-Poi una famiglia di Manhattan decise di adottarmi e non so tuttora come abbiano fatto a sopportare il mio caratteraccio! Mi fecero frequentare la scuola superiore ma il preside li convocava in continuazione perché diciamo che ero molto propensa alle risse... è a causa delle cinquanta assenze e delle note disciplinari che mi bocciarono. I miei genitori adottivi decisero di farmi cambiare aria e mi trasferirono in un altro liceo. A sedici anni lo conobbi, anzi, lo intravidi. Andavamo nella stessa scuola e quindi lo vedevo spesso. Lui era il tipico ragazzo per bene e di certo non avrebbe mai e poi mai calcolato una teppista come me...-

Jess la ascoltava in silenzio e gli sembrava di riconoscersi in parte in quella donna. Rivedeva la sua vita a Stars Hollow e rivedeva Rory...

-Un anno dopo incominciai ad interessarmi a Louis... e mi innamorai. Sinceramente era una cosa nuova per me ma successe... e non mi lasciò mai. Louis cominciò a notarmi e, nonostante la sua reputazione da urlo e le sue mille spasimanti scelse me, una ragazza di strada che di certo, essendo anche di colore, avrebbe provocato molte critiche. È di questo che parla il mio libro: del pensiero razzista che si ostina a governare le menti della gente, che spinge a formulare stupidi pregiudizi attribuiti a noi afroamericani e agli stranieri in generale... Quel verme che mangia dall'interno la mela in apparenza buona... prima dell'ultimo anno ci mettemmo insieme ma i guai sembravano mi inghiottissero e la paura di perdere Loius, l'unica cosa importante, cresceva sempre più... finché...

-Finché ti avvolse completamente sino ad avverarsi...- continuò serio Jess. Sapeva molto bene cosa si provava; anni prima quella stessa paura aveva avvolto anche lui.

Janet chiuse gli occhi trattenendo il pianto imminente e annuì.

-Mi bocciarono, di nuovo. Louis aveva acquistato i biglietti per il ballo, l'abito... ma io non potevo partecipare. Così scappai, lasciando tutto e tutti, senza una spiegazione... alla ricerca di non so cosa, rovinando tutto...-

A quelle parole Jess si rivide su quell'autobus per andare in California, alla ricerca di un padre, se così si può chiamare, il quale alla fine si era rivelato incapace di poter occupare quell'importante posto nel suo cuore. Aveva lasciato Rory, Luke, Stars Hollow... tutto, per poi non ottenere niente se non l'odio e il rancore. Annuì e fece proseguire Janet.

-Louis ci è rimasto male, molto male. Credo che mi abbia giustamente odiata anche se non lo hai mai ammesso veramente. Dopo un anno ritornai in città e la mia famiglia mi accolse nuovamente... nonostante tutto. Tornai anche da Louis. Sapevo benissimo che non potevo riottenere tutto come prima, conoscevo perfettamente tutte le conseguenze a cui andavo incontro... inizialmente fu difficile riacquistare la sua fiducia ma dopo tentativi su tentativi e una dichiarazione che arrivava dall'interno del mio cuore, ce la feci. Non lo abbandonai mai più e capì finalmente i miei errori. Non voglio dire di essere diventata una nuova donna, perché quello accade solo nelle favole, ma sono rimasta io, Janet Brooklet. Solamente sono cresciuta, sono più matura, responsabile e consapevole. E tutto ciò lo devo a Louis e alla mia famiglia. Spero che il libro ti piaccia.- concluse commossa.

Era strano vedere quella donna così imponente sciogliersi in lacrime. Jess le sorrise annuendo.

Janet gli aveva dato un'importante lezione di vita... lui era cambiato, come lei, ma non aveva nessuno che lo stesse aspettando. Forse qualcuno c'era, ma quella persona probabilmente non sarebbe stata Rory. Ora lei stava con quel Logan e lui non era nessuno per farle cambiare idea.

Ma era sicuro di una cosa: era ancora in tempo per annullare la sua cattiva reputazione.

-Sono sicuro che sarà fantastico, Janet.- le rispose porgendole un fazzoletto.

-G-grazie...- era visibilmente commossa, nonostante cercasse di nasconderlo.

Jess le sorrise e le diede una pacca amichevole sulla spalla.

-Beh ora forse è meglio che vada. Grazie Jess, aspetto tue risposte- gli disse avvicinandosi alla porta.

Jess la salutò sorridente e chiuse la porta. Ritornò alla finestra e si rimise a guardare fuori.

-Rory... dove sei?- sussurrò nella speranza che lo potesse sentire e aspettare, come lui stava attendendo lei.

 

 

NOTA DELL'AUTRICE: Capitolo 2, il titolo arriva da Iris dei "Goo Goo Dolls". Riuscirà la comparsa di Janet a stimolare Jess a fare un passo avanti?
Grazie a chiunque sia passato di qui! 
Al prossimo capitolo!

Litlover

   
 
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