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Autore: Kimberly Heiwa    08/11/2012    2 recensioni
Non è mai finita. Il filo in realtà non si è mai spezzato, si è allentato, ma il sentimento è ancora vivo.
Le due facce della stessa medaglia, inseparabili, compatibili tra loro, ma che non hanno mai avuto veramente tempo per loro stessi. E' passato tanto da allora, ma forse è proprio questo che li fa sempre riunire; li fa incontrare per vedere i risultati del cambiamento.
-Rory... dove sei?- sussurrò sperando che lo potesse sentire ed aspettare, come lui stava attendendo lei.
Il titolo viene dalla canzone 'Wait for me' di uno dei miei gruppi preferiti, i Theory of A Deadman.
Spero che gradiate questa storiella e che esponiate le vostre opinioni...
Buona lettura e... Enjoy! :)
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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You are not alone...

 

- Prendere un po' di zucchero e versarlo nella ciotola con il latte... Ok... Dopodiché mescolare con un cucchiaio di acciaio e amalgamare bene... Oh, ma questo è di legno! Uffa! Basta, ordino una buona pizza e la finisco qui. Noi Gilmore non siamo fatte per cucinare!- esclamò Rory scuotendo la testa.

Quella sera aveva finito piuttosto presto di lavorare e, guardando un programma di cucina in televisione si era fatta prendere dalla voglia di mettersi dietro i fornelli per preparare una deliziosa torta al cioccolato. Ma le sue aspettative si erano rivelate un disastro. Rory si leccò golosamente il cioccolato rimasto sulle dita come una bambina prima di afferrare il telefono bianco e comporre il numero di una delle pizzerie migliori di New York.

-Salve, sono Rory Gilmore... Ah ah, sì, una pizza e patate fritte! Ormai mi conoscete troppo bene...Ok, a dopo!- schiacciò il pulsante rosso e staccò. Si portò il telefono al petto e guardò l'ora. Erano solo le sette e mezza; forse era ancora in tempo per chiamare Lorelai prima che si recasse al locale di Luke e passasse una serata romantica. Compose il numero di casa Gilmore e si lasciò cadere sul piccolo divano giallo, aspettando che la madre rispondesse.

-Pronto!- esclamò Lorelai vivace come una bambina.

-Ciao mamma!-

-Oh Rory! Come stai? Quand'è che verrai a salvarmi dalle grinfie dell'uomo della locanda?- disse recitando scherzosamente e indicando Luke che la osservava divertito con le braccia conserte sulla soglia della cucina.

-Subito, donzella mia!- improvvisò a sua volta la figlia.

Entrambe risero divertite e poi Lorelai ricominciò a parlare.

-A parte gli scherzi tesoro, come stai? Va bene a lavoro?

-Sì, sto bene... a lavoro è tutto ok, oggi per fortuna sono riuscita ad uscire alle sei invece che alle otto...- rispose Rory giocherellando con una ciocca di capelli.

-Bene! Senti un po', quand'è che verrai a trovare la donna che ti ha dato alla luce? Le manchi, sai?-

-Anche tu mi manchi! Sarò lì sul prossimo camion di cipolline! Molto presto spero...

Lorelai sorrise dietro la cornetta guardando il camino acceso.

-Ti aspetto tesoro...

Rory sorrise a sua volta e abbassò lo sguardo. Il campanello suonò e si ricordò improvvisamente della pizza.

-Oh mamma ti devo salutare! È arrivata la pizza! Ho provato a mettermi a cucinare, ma i fornelli, i cucchiai e le pentole si ribellano ogni volta!- esclamò alzandosi e dirigendosi alla porta.

-Oh lo so, lo so! Capita anche a me! Ah, noi Gilmore non siamo portate per cucinare!

- Infatti! Ora ti devo proprio lasciare... un bacio e non far arrabbiare Luke!

- Oh ma perché?! È divertente farlo arrabbiare!- esclamò con voce contrariata Lorelai.

-Mamma...

-Ok, d'accordo! Ciao tesoro!

-Ciao mami!-concluse Rory sorridendo.

Lorelai staccò e un po' malinconica, guardò la legna ardere nel caminetto.

Questa si consumava pian piano, diventando rossa e brillante, poi si afflosciava su se stessa e diveniva cenere.

Luke si avvicinò alla moglie e l'abbracciò. Lorelai gli sorrise e lo strinse a sua volta.

-Su, è tardi. Dobbiamo andare...- lo incalzò dolcemente la moglie.

Luke si limitò ad annuire e mormorare un “ok”.

Si alzarono e, prendendosi per mano uscirono chiudendosi la porta alle spalle.

Rory nel frattempo aveva ritirato la sua gustosa pizza ai peperoni e la buona dose di patate fritte e se le stava godendo seduta al tavolino blu in cucina.

Tra un boccone e l'altro, si stufò del silenzio e così decise di accendere la televisione. Purtroppo non c'era nulla quella sera; continuò a fare zapping per un paio di minuti ma senza trovare alla fine qualcosa di interessante. Sbuffò e spense l'apparecchio. Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa che la intrattenesse ma non notò niente. Arricciò le labbra seccata e optò per un libro. Con delle patatine fra le dita si recò alla sua libreria casalinga e provò a scegliere un buon libro. Era troppo difficile! Chiuse gli occhi e lasciò la scelta al destino. L'indice si posò su un libro dalla copertina scura, non molto spesso. Finì di masticare lentamente e lo tirò verso di sé.

-The Subsect...- mormorò nel leggere il titolo.

-...scritto da Jess Mariano...-aggiunse deglutendo.

Quel nome le fece venire i brividi nel pronunciarlo e tutto ad un tratto chiuse bruscamente gli occhi per scacciare via i ricordi, ma questi investivano la sua memoria come un fiume in piena e lei non fu capace di fermarli.

Le venne in mente l'episodio di Philadelphia, la libreria, il piccolo romanzo e quel bacio...

Ripensò a quanto lo aveva ferito; a come si era involontariamente approfittata del suo amore; a quello sguardo addolorato ma incapace di agire sulle sue scelte nel vederla andare via; ripensò a come lo avesse illuso... si sentì un mostro in quel momento.

Jess non si meritava tutto ciò: l'aveva fatta ragionare sulla sua condizione, l'aveva convinta a ritornare a scuola, le aveva permesso di uscire da un mondo dal quale Lorelai era scappata anni prima.

Neanche accorgendosi si mise a piangere, sentendosi terribilmente in colpa.

Gli doveva tutto e non meritava di essere trattato così. I ruoli si erano invertiti ora, lei era quella che scappava e lui quello che la faceva tornare sui suoi passi.

Versata l'ultima lacrima e fatto uscire l'ultimo singhiozzo si sedette sul letto e cominciò a rileggere il libro, pensando che avrebbe dovuto ringraziarlo, un giorno.

   
 
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