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Autore: lallinachan    18/11/2012    2 recensioni
Alex è una ragazza come tante e come nessuna. Sogna di trovare un lavoro nel magico mondo della musica e lotta per farcela. Cosa centra con i Bigbang? Ha una sorella minore Annie che stravede per loro e la trascinerà da concerto a evento con la speranza di poterci parlare.
-Perché sforzarsi tanto, a cosa serve?- Alex ricambiò lo sguardo confuso del ragazzo e sorrise.
-Forse a trovare un sollievo momentaneo al terrore del vivere!- un ghigno le si dipinse sul volto mentre constatava che tutto sommato, ogni tanto, sembrava persino una filosofa.
-Ah, sì.... come?!- l'aria confusa del ragazzo la fece ridere di gusto.
-Mi fa sentire felice, che altra ragione devo avere?- ecco perché si era affezionato, Alex faceva sempre di testa sua, nel bene e nel male.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, T.O.P., Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Ehm... ecco... beh, lo ammetto, questo capitolo non mi convince molto ma questo è tutto quello che sono riuscita a fare... spero che non vi faccia troppo schifo ma anche se fosse vi chiedo perfavooooooooore (occhi da cucciola) di lasciarmi una recensione :D
Ringrazio tantissimo tutti quelli che mi stanno leggendo in silenzio, ve ne sono davvero grata :')


-Benvenute a tutte, come sapete oggi ci saranno le nuove selezioni per le ballerine e ne sceglieremo solo dieci.... siete veramente in tantissime ma auguro buona fortuna a tutte voi- un brivido percorse Alex facendola scattare in piedi dalla spaccata che aveva raggiunto per scaldarsi.

-Alex, respira- Aya non l'aveva mai vista in quello stato, mai in vita sua.

L'aveva sentita al telefono prima dell'audizione che aveva fatto in Spagna ma non le era sembrava così tanto nervosa, anzi, era sembrata estremamente calma.

-Sono calma...- la voce pacata di Alex, in pieno contrasto con il suo corpo teso, chiarì ogni dubbio di Aya.

La primissima cosa di cui perdeva il controllo quando era nervosa era decisamente il corpo e questa teoria fu confermata dal battere frenetico di un piede sul parquet. Alex prese a mordicchiarsi nervosamente un unghia mentre si guardava intorno, notando con sua grande sorpresa che lei ed Aya erano le uniche con i capelli tinti dei colori più assurdi, almeno tra le ballerine, visto e considerato che tra gli esaminatori sedeva un ragazzo dall'aria familiare e i capelli turchesi sparati verso l'alto. Sentì distintamente la mano di Aya tirarla al suo posto nelle file ordinate in cui si erano disposte ed osservò preoccupata Young Bae mentre si metteva in piedi al centro della sala, pronto anche lui per ballare e dare inizio alle audizioni. Fu un attimo, un solo istante e la musica aveva preso possesso della stanza mentre il ragazzo cominciava a ballare, controllando chi riusciva a seguirlo e chi no. Alex non si fece ripetere due volte di cominciare e in meno di un secondo lo stava imitando, mettendoci tutto l'impegno che aveva e cercando di apparire fluida e sincronizzata nonostante ovviamente ci fosse un minimo ritardo. Sentiva il cuore battere forte nel petto, quasi a ritmo con il beat veloce della musica. Non sapeva nemmeno lei quanto ballò, sapeva solo che quando la musica si fermò per concederle almeno dieci minuti di pausa si scoprì sudaticcia e col fiatone. Si guardò intorno notando che, quantomeno, non era l'unica in quello stato e prese a fare stretching per recuperare almeno un po' di fiato senza perdere il calore dei muscoli.

-Alex, secondo te come siamo andate?- lei in tutta risposta fece spallucce, fingendo un menefreghismo che faceva decisamente a pugni con le sue sopracciglia aggrottate.

-Bene, adesso chiameremo i numeri che passano le prime selezioni... purtroppo vi siete già dimezzate e rimarrete solo in cinquanta, bravissime comunque, ho visto molto talento oggi- sapeva tanto di discorso consolatorio, di quelli che ti lasciano più amaro in bocca di un: "hai fatto schifo" detto senza giri di parole.

Furono i venti minuti più lunghi della sua vita mentre attendeva di scoprire se aveva passato almeno il primo turno. Guardò Aya, chiamata tra le prime per via del numero 015 che svettava sulla pettorina, con aria preoccupata ed emise un sospiro di sollievo quando le parole più dolci della storia giunsero alle sue orecchie
-Numero 097, Alexia Warm sei passata- se non fosse stato per il suo stoico autocontrollo si sarebbe messa a saltellare in giro per la stanza da cui altre cinquantatré ragazze stavano uscendo con aria delusa e la pettorina accartocciata tra le mani.

-Alex, ce la possiamo fare... insieme, vero?- la voce di Aya di colpo era tremendamente incerta, presa dal nervoso che l'idea di sulla buona strada aveva portato con se.

-Certo, siamo della stessa crew, in qualsiasi caso non sarai sola, tranquilla- Aya sorrise facendo l'occhiolino ad Alex mentre si disponevano nelle file che un manager stava indicando alla svelta.
Alex era l'ultima a sinistra della seconda fila, un posto tremendamente scomodo visto e considerato che a solo tre metri aveva la parete e quindi doveva per forza contenere i suoi spostamenti per evitare di doversi fermare per risistemarsi. Davanti a loro si mise un uomo che si presentò alla svelta come uno dei coreografi. Non diede loro nemmeno il tempo di vedere realmente la sua faccia perché in pochi istanti fece partire subito la musica, prendendo a ballare fin dal primissimo beat, lasciando buona parte delle ragazze a guardarsi intorno spaesate. Alex si arrischiò fino a perdere ben quattro beat per poi scattare a copiare le mosse del coreografo, fregandosene del fatto che non avesse ancora capito del tutto il ritmo della canzone. La coreografia era tremendamente veloce e complicata, abbastanza da obbligarla ad assottigliare lo sguardo per captare ogni singola mossa eseguita con una velocità ed una potenza di movimento impressionante. Dopo nemmeno dieci minuti era madida di sudore, il fiato corto che sembrava volerla obbligare a fermarsi. Alex pregò per l'apparizione di una qualsiasi posa che durasse almeno quattro tempi, giusto il tempo di prendere un respiro o due ma dopo quasi mezz'ora di coreografia tutto continuava senza la minima interruzione ed Alex per la prima volta in vita sua odiò la possibilità di mixare le canzoni per evitare la pausa tra una canzone e l'altra. Fortunatamente si rese conto che anche il coreografo sembrava allo stremo quanto lei e infatti dopo appena tre ottave la musica si fermò, lasciandola finalmente in una magnifica posa finale.

-Riprendete pure fiato, noi discutiamo un secondo- Alex crollò rovinosamente a terra, stremata.

-Alex, non ce la faccio più!- Aya gattonò fino alla sua amica e si guardò intorno per poi ridacchiare divertita alla vista di quello che sembrava più un campo di battaglia che una sala prove.

-Respira, adesso passa... vado a prendere una bottiglietta d'acqua, vuoi?- Aya annuì sdraiandosi dove fino a pochi istanti prima c'era Alex e la osservò uscire con in mano i soldi per le bottigliette d'acqua.

-Tu sei Aya Park, vero?- Aya annuì mettendosi in piedi ed osservando il manager che le si era avvicinato, preoccupata all'idea di star per essere sbattuta fuori.

-Benissimo... volevo sapere se saresti disposta a tingerti i capelli di un colore più... normale...- Aya si guardò i capelli allo specchio per qualche istante, valutando l'idea di rivederli anonimi in cambio della possibilità di ballare con una delle case che dava più sicurezza ai ballerini.

-Certamente! Posso garantire anche per Alexia Warm!- il manager annuì tornando al tavolo e lasciando Aya ad osservare il suo riflesso allo specchio nel vano tentativo di immaginarsi con i capelli castani come lo erano alla sua nascita.

-Tieni...- Alex le passò la bottiglietta d'acqua mentre finiva di scolarsi la sua, come se fosse il primo sorso d'acqua che otteneva dopo tre settimane.

-Tu ti tingeresti i capelli di nero o castano per avere questo posto?- Alex annuì senza esitazione.

-Ovvio, perché?- Aya annuì rimettendosi in piedi e sfilando la bottiglietta vuota dalle mani di Alex per poi buttare via le bottigliette.

-Nulla, lascia stare...- in tutta risposta ricevette un leggero cenno della testa che evitò il prolungarsi della conversazione che, tutto sommato, non aveva nulla da dimostrare.
-Bene... da qui in poi sarete solo in quindici e le audizioni saranno su una sola canzone, spero che tutte abbiate preparato una coreografia- Alex sbiancò di colpo mentre attendeva il suo numero che, in qualsiasi caso, sarebbe stato chiamato per ultimo.

-... e Alexia Warm, numero 097, hai preparato una coreografia?- Alex assunse un'espressione rilassata nonostante stesse morendo in quel preciso istante davanti al gruppo di esaminatori.

-No, non sapevo di partecipare all'audizione... sono brava ad improvvisare...- il manager annuì stringendo la mano alle ragazze che se ne stavano andando.

-Alex... ce la stiamo facendo! Siamo tra le ultime quindici!- il sorrisone di Aya sembrò brillare di luce propria mentre saltellava in giro per il corridoio in cui erano state messe ad attendere i turni che erano stati decisi casualmente, giusto per non dare a nessuno la possibilità di rilassarsi o prenderla con calma, giusto per torturarle un pochino.

-Per terza... Alexia Warm! Entri pure, è il suo turno- Alex prese un respiro profondo ed entrò nella sala, rendendosi conto di colpo di quanto fosse enorme e lei piccola davanti al gruppo di persone che erano lì per studiare ogni suo singolo passo.

-Bene... nella sua scheda si sono scritti solo il suo nome e cognome, come mai?- Alex si sforzò di fare un sorriso, il più falso della storia, ma pur sempre un sorriso.

-Mi ha iscritta una mia amica- il manager che aveva in mano la sua scheda aggrottò le sopracciglia con aria preoccupata e lanciò un'occhiata ai suoi colleghi.

-E come mai? Non le interessa ottenere questo posto?- di colpo ad Alex mancò il fiato.

-No! Anzi, non so cosa darei per essere tra le dieci scelte... solo che non avevo il coraggio quindi ero qui solo per accompagnare la mia amica- il manager si rilassò e guardò gli altri esaminatori con un sorriso.

-Benissimo, finiamo allora di compilare questa scheda. Data di nascita?- -4 Febbraio 1984- -Età?- -18 anni... 19, scusi... sono abituata all'Europa- -Tranquilla... da quanti anni balli?- -Quattordici anni- -Da molto! Competizioni?- -Ho partecipato a due competizioni in Spagna e tre in Francia- -Viaggi molto... immagino che tu non abbia problemi con i fuso orari- -No, so adattarmi- -Molto bene... quante audizioni?- -Una in Spagna e questa- -Perfetto... giusto per curiosità, quante lingue parla?- -Coreano, italiano, spagnolo e inglese correntemente, so difendermi in molte altre lingue- -Wow... sono parecchie per una ragazzina della tua età.. come mai?- -Ho studiato in molti stati...- -Perfetto... mi diceva che non ha una coreografia...- -No ma so improvvisare su qualsiasi pezzo...- il manager sorrise e mise il casuale sulle tracce del computer per poi far partire la musica e fare un cenno ad Alex perché cominciasse.
Non sapeva nemmeno lei quel che stava combinando, sapeva solo di essere a tempo con la musica e che gli sguardi degli esaminatori non erano schifati quindi non doveva star facendo così tanto schifo. Improvvisò tutta la coreografia, cercando di non fare troppo casino e alla fine improvvisò una giravolta, fermandosi precisamente sull'ultimo tempo della canzone con sua grande sorpresa.

-Molte grazie- Alex fece un piccolo inchino ed uscì dalla sala per poi appoggiarsi alla parete per riprendere fiato.

-Ti ho vista! Sei stata brava! Se solo avessi avuto una coreografia...- Aya si mordicchiò un labbro preoccupata.

-Tranquilla... pensa alla tua piuttosto...- la ragazza annuì lasciando l'amica ai suoi pensieri mentre attendeva il suo turno.

E se avesse perso un tempo senza accorgersene durante la canzone? Alex stava morendo dentro di se, sentiva il cuore battere all'impazzata ma fortunatamente aveva abbastanza autocontrollo e amor proprio da apparire tremendamente rilassata alle persone che la guardavano. Diede una sbirciata all'orario sul cellulare e notò con suo profondo orrore che erano le sei del pomeriggio e lei non aveva ne fatto colazione ne pranzato. A cena si sarebbe certamente scagliata su un enorme piatto di ramen, altro che le insalate dietetiche che sua madre preparava la sera dicendo che le signorine per bene devono tenersi in forma. Osservò il via vai di ragazze dalla sala e si chiese quanto mancasse per sapere se ci era riuscita o no. Quanto meno voleva sapere se poteva dire di aver appena passato la giornata più bella della sua vita. Alle sette furono tutte richiamate in sala e il manager prese a chiamare dal punteggio più alto al più basso.
Primo posto, secondo posto, terzo posto, quarto posto, quinto posto, sesto posto, settimo posto, Aya all'ottavo, nono posto, decimo posto. Era fuori. La cosa che le fece più male fu sentire il suo nome all'undicesimo posto a distanza di un punto dall'essere tra le selezionate. Un solo maledettissimo punto. Aya fece per avvicinarsi ma lei si spostò leggermente, lasciando ad intendere di voler star da sola. Andò in bagno a cambiarsi alla svelta, come se si volesse togliere di dosso il peso dell'audizione andata male, notando che non c'era poi tutto questo cambio tra come aveva ballato e come girava per strada. Infondo sua sorella un pochino di ragione l'aveva, soprattutto se si guardava intorno e notava che tutte le ragazze erano passate a jeans attillati, vestitini o gonne. Con un sospiro si mise le cuffie nelle orecchie e chiuse la zip del borsone, uscendo dal bagno ed incontrando lo sguardo entusiasta di Aya.

-Sono stata presa! Andiamo a festeggiare?- Aya non si aspettava un sorriso, decisamente, però non si aspettava neanche l'occhiata gelida che le era stata rivolta.

-Scusa Aya, non mangio da ieri sera, preferisco andare a casa a farmi la doccia... sono felice per te, davvero!- e lo era davvero, solo che la rabbia per quell'unico punto le stava corrodendo lo stomaco facendola bruciare in preda alla delusione.

-Mi spiace... da quel che ho sentito la nona e la decima hanno contatti all'interno...- alle sue orecchie suonò un po' come un contentino ma si sforzò di annuire e rivolgere uno sguardo sereno alla sua amica per poi darle un bacio sulla guancia ed uscire dalla struttura.

Appena rientrò a casa ad accoglierla ci fu sua sorella minore che prese a tartassarla di domande su dove fosse stata e cose simili finché con un gesto secco non venne appiccicata alla parete.

-Annmarie, oggi gira male, ti consiglio di tapparti la bocca e lasciarmi in pace- Annie si divincolò dalla presa di sua sorella ed emise un urletto seccato per poi entrare a passo di carica in camera della madre per lamentarsi del comportamento di sua sorella.

-Allie, mi fai del ramen?- Samuel strattonò leggermente i pantaloni di sua sorella, leggermente impaurito dalla scena alla quale aveva appena assistito.

-Certo Sammy, vieni in cucina- il bambino sorrise tirando le manine verso l'alto per farsi prendere in braccio e diede un bacio a sua sorella.

-Ti voglio bene, Allie!- Alex sorrise, ignorando l'irritante soprannome che suo fratello le aveva trovato e lo mise a sedere sull'isola della cucina per poi prendere a cucinare con calma, mentre ascoltava sommariamente il racconto del fratellino su quanto fosse stato bravo a fare un nuovo passo di danza che aveva visto in televisione.

-Allie, tu cosa hai fatto oggi? Dov'è il nostro amico?- Alex sbiancò di colpo, mantenendo però la stessa espressione impassibile.

-Uhm... è andato a fare un giretto... dopo lo vado a riprendere... cos'ho fatto oggi? Nulla, ho solo ballato con degli amici- il bambino annui cercando di imitare l'espressione fredda che sua sorella sfoggiava nella foto di famiglia appesa alla parete.

-Aggrotta di meno le sopracciglia...- il bambino sorrise osservando il ramen che veniva servito.
-L'ho fatto come piace a te...- Samuel sorrise afferrando le bacchette e cominciando a mangiare dalla ciotola, imitando come meglio poteva la sorella che stava mangiando ad una velocità impressionante.

-Avevi tanta fame, Allie? Se vuoi ti lascio il mio ramen!- Alex scosse la testa accarezzando i capelli del fratellino che le stava porgendo il suo piatto.
-Ne ho preparato un po' di più apposta...- un sorrisone illuminò la stanza mentre finivano di cenare con calma.

-Posso dormire con te?- la ragazza annuì mentre finiva di ripulire la cucina.

-Scendo a prendere il coso peloso... tu vai a farti la doccia in camera mia che tra poco arrivo a darti una mano- il bambino annuì scattando obbediente sotto lo sguardo sorpreso di sua madre.

-Cos'è il coso peloso?- Alex fece spallucce afferrando le chiavi.

-Nulla che ti interessi- la donna sospirò scuotendo la testa mentre osservava sua figlia uscire di casa sbattendo la porta.

-Hai visto anche tu? Quei due si capiscono...- sorrise passandosi una mano tra i corti capelli castani e lasciò che Elise le accarezzasse piano la schiena.

-Sai vero che non sei tu ad aver sbagliato? Alexia è fatta a modo suo e anche Samuel...- sua madre annuì appoggiandosi alla parete, giusto in tempo per far passare una trafelata Alex con in braccio qualcosa avvolto nella sua felpa.
 
***         ***         ***         ***         ***
 
-Alexia, muoviti! Non ho tempo da perdere! Come stanno i capelli? E il trucco?- Alex si limitò ad annuire, seguendo sua sorella attraverso le strade di Seoul verso il parco dove era stata organizzata una sessione di autografi dai Bigbang.
L'unica cosa buona era che avrebbe potuto rivedere Aya che era andata lì con loro per fare un po' di figura insieme agli altri ballerini.

-Eccoli!- Annie si mise in fila con uno scatto felino ed Alex superò la fila, ignorando gli strilli seccati delle altre per poi raggiungere Aya che le saltò al collo con uno strillo.

-Alex! Sei venuta! Non ci vediamo dalle audizioni! Sono passate due settimane! Cosa hai fatto intanto? Come va al bar? E la crew?- Alex aggrottò le sopracciglia nel massimo della sua espressività e prese un respiro profondo, affondando le mani nelle tasche del suo bomber blu.

-Calmati! Sono passate due settimane, non tre anni! Al bar tutto bene, c'è movimento come sempre... ti sei persa Hyuna... la crew tutto bene ma ci manchi tanto, ricordati che hai promesso di passare settimana prossima... io intanto ho trovato un nuovo lavoro come ballerina in un locale notturno vicino casa e sto pregando che non se ne accorga nessuno della scuola o i miei...- Aya sgranò gli occhi presa alla sprovvista.

-Fai la cubista?- -Quello è il termine volgare.... tecnicamente sono una ballerina un po' svestita- Aya sospirò passandosi una mano tra i capelli.

-Sei la solita, ti lascio sola un secondo e fai casino... ma almeno ti pagano bene?- lei annuì facendo un paio di conti a mente.

-Mi pagano praticamente il doppio all'ora e mi danno più da lavorare... si sta stra-bene! I tizzi della sicurezza ci tengono lontani tutti- Aya sospirò sorridendo per una foto e si voltò di nuovo verso la sua amica.

-Spero per te che nessuno ti scopra...- Alex annuì e le fece cenno di zittirsi mentre vedeva sua sorella avvicinarsi al banco dove c'erano i ragazzi.

-Voi siete così... così... così... TOP sei perfetto!- Aya trattenne a stento una risata davanti alla centesima dichiarazione che sentiva nel giro di una sola giornata ed osservò i ragazzi firmare gli autografi con un sorriso da star.

-Devo andare... ci vediamo in sala prove?- Aya scosse la testa afferrando la sua amica per il polso.

-Rimani, te li presento! Sono simpatici!- Alex scosse la testa afferrando sua sorella per un polso e mettendola sotto il naso di Aya come prova.

-Devo riportare questa qua a casa perché si deve preparare per il live di questa sera... al momento potrei solo insultarli dato che stanno facendo così tanti eventi e io devo accompagnare questa qua ad ogni singolo evento- Aya sorrise e salutò con la mano la sua amica per poi tornare al suo posto dietro ai cantanti.
Appena arrivarono a casa sua sorella si chiuse a chiave in camera, lasciandola all'entrata a fissare sua madre con in mano una rivista.

-Come mai ti vedo per la seconda volta su una rivista e questo ragazzo centra sempre?- Alex sospirò passandosi una mano tra i capelli.

-Era un'audizione e loro erano gli esaminatori, tutto qui...- sua madre sbiancò di colpo.

-Audizioni per cosa?- Alex osservò sua madre con fare annoiato.

-Non ti interessa, tanto non mi hanno presa... mi mancava un punto per essere tra le dieci selezionate...- sua madre si preparò a farle la predica del secolo ma uno sguardo gelido la bloccò, costringendola a mantenere il silenzio mentre osservava sua figlia passarsi una mano sulla fronte corrugata.
-Lasciami in pace, non ho voglia di sentir parlare di cazzate simili...- con un movimento veloce superò sua madre ed entrò in camera sbattendo la porta per poi ficcarsi le cuffie nelle orecchie in attesa del momento in cui sua sorella sarebbe piombata in camera, frignando per farsi accompagnare a vedere quei cinque cantanti che ormai le stavano facendo venire la nausea a furia di vederli e rivederli mentre facevano le stesse espressioni e dicevano le stesse cose.
Erano bravi a cantare e tutto sommato erano anche carini ma lei non sopportava le persone ripetitive e quelli sembravano sempre la stessa foto, sorridevano nello stesso modo ogni volta, ridevano in sincrono ogni volta. Ogni volta la stessa cosa e forse avrebbe anche potuto sopportare una cosa simile se non fosse stato per sua sorella che cacciava gridolini ad ogni singolo gesto del più alto con i capelli improponibili almeno quanto i suoi, era semplicemente disumano sopportare una cosa simile ma lei era costretta a farlo dato che suo padre le aveva detto chiaramente che doveva fare da balia a sua sorella come punizione per i suoi voti che non superavano mai il tre.

-Alex! Muoviti! Dobbiamo andare! L'auto aspetta!- Annie diede uno scossone a sua sorella che si limitò a rimettersi la giacca e seguirla verso l'auto che le avrebbe accompagnate allo studio dove avrebbero registrato questo benedetto live.

Dentro era un pandemonio, ragazzine che cacciavano strilletti eccitati ovunque, ragazze anche più grandi di lei che sorridevano come delle ebeti, gente che camminava in giro nervosa, staff che girava alla velocità di una trottola impazzita e cercava di far sedere tutti.

-Hai ringraziato papà? Il posto centrale in prima fila deve essere costato tantissimo...- Annie annuì inviando alla svelta un messaggino di ringraziamento a suo padre e si buttò sul suo posto con un sorriso da orecchio a orecchio.

-Togliti quelle cuffie! Tra un'ora e mezza cominciano!- Alex sbuffò svaccandosi sulla sedia e socchiuse gli occhi in attesa dei primi strilli.

Dopo un tempo non meglio definito una gomitata la fece scattare a sedere dritta e togliere le cuffie, giusto in tempo per vedere le luci del palco accendersi e la presentatrice, decisamente in abiti succinti, entrare con il solito sorriso da star.

-Oh mio dio... saranno così vicini!- Alex annuì fingendo entusiasmo e osservò i ragazzi entrare e salutare la folla con il solito sorriso da star, irritante nella sua perfezione studiata.

-Siete perfetti!- l'urlo spacca timpani che cacciò sua sorella le fece digrignare i denti mentre applaudiva svogliata.

Una mano si agitò dai lati del palco dove c'era lo staff e poi spuntò un'Aya tutta sorridente che le fece cenno di avvicinarsi velocemente mentre le telecamere facevano un primo piano ai cantanti e il pubblico non rientrava nell'inquadratuta.

-Vado da Aya, non ti muovere- sua sorella annuì in adorazione ed Alex sgattaiolò via verso la sua amica che le sorrise divertita.

-Sembrava ti stessero prendendo a calci- Alex annuì seria.

-La sensazione è quella... senza offesa per i tuoi amichetti ma io questi non li sopporto più... quand'è che vanno in pensione?- Aya ridacchiò a bassa voce.

-Lo dici solo perché li vedi solo attraverso tua sorella che è un'esaltata... ti assicuro che sono molto simpatici...- Alex annuì ascoltando sommariamente gli strilli del pubblico che li acclamava come se fossero un'apparizione divina.

-Dopo questa registrazione ti va di parlarci un po'? Davvero, dovresti provare a parlarci...- Alex sbuffò dando un colpetto alla fronte dell'amica.

-Da quando ci tieni così tanto a farmi conoscere i tuoi amichetti?- Aya sorrise divertita mentre si passava una mano sulla fronte.

-Mi sento un po' in colpa per starti lasciando sola... prima passavamo ogni singolo momento insieme e ora è già tanto se riusciamo a vederci una volta ogni due settimane... mi sento in colpa, tutto qui- Alex scosse la testa fissando il soffitto con aria assorta.

-Non serve, segui il tuo sogno anche a nome mio, ok?- Aya abbozzò un sorriso e pizzicò le guance all'amica nel tentativo di strapparle un sorriso, cosa che non riusciva a fare praticamente mai.
-Vedrai che riuscirai a seguire il tuo sogno anche tu, ne sono sicura- Alex sospirò passandosi una mano tra i capelli per poi puntare i suoi occhi color ghiaccio in quelli neri dell'amica.
-Prima non ti ho detto un'altra novità... mia madre mi ha obbligata a fare i test per medicina e sono passata... dall'anno prossimo vado all'università- l'espressione di Aya era un misto tra sorpresa, delusione e tristezza, la stessa espressione che le era apparsa sul volto quando aveva scoperto che Alex sarebbe andata a vivere con suo padre quando aveva cinque anni.

-E la danza?- Alex fece spallucce con fare disinvolto, fingendo.
-Continuerò a ballare nel tempo libero... mia madre mi ha obbligato a fare il test dopo aver scoperto delle audizioni in Spagna l'altro giorno.. la sua frase è stata: se non sei entrata allora non vedo perché dovresti entrare più avanti, è ora di prendere in mano la tua vita e farne qualcosa di utile! avresti dovuto vederla quando ha visto che sono passata, erano anni che non mi rivolgeva uno sguardo così soddisfatto- Aya cacciò un sospirone e si appoggiò alla parete, prendendo a fissare anche lei il soffitto nero.

-Continuo a pensare che non sia giusto... dovresti esserci tu al posto mio, tu sei quella che balla meglio nella crew- Alex scosse la testa.

-A quanto pare non è così... comunque con il nuovo lavoro sto riuscendo a mettere via un bel po' di soldi quindi forse riesco ad avere abbastanza soldi per pagarmi la retta dell'accademia... vedremo...- Aya scosse la testa cacciando indietro le lacrime che le pizzicavano gli occhi, facendole notare quanto poco autocontrollo avesse in confronto alla sua amica.

-Ma non ti viene voglia di scappare via?- Alex annuì semplicemente e prese un respiro profondo mentre sentiva la presentatrice annunciare la pubblicità.

-Sempre... ma cerchiamo di essere realiste: ho 19 anni, non ho finito il liceo e non ho poi tutti questi soldi da parte, dove pensi che potrei andare? A questo punto preferisco fare come ha fatto mia sorella e rassegnarmi... come lei ha scelto biologia al posto di lettere, io sceglierò medicina al posto dell'accademia... e smettila di piagnucolare, i tuoi amici stanno arrivando- Aya annuì voltandosi verso i cinque ragazzi e sorrise.

-Ragazzi, grazie mille per avermi portata... lei è Alex, la mia amica- Alex fece un cenno con la testa per salutare e fece per andarsene ma Aya l'afferrò per la maglietta rivolgendole un sorriso assassino mentre la metteva davanti ai cinque ragazzi.

-La conosco... ci siamo conosciuti al bar, vero mia nuova fiamma?- il sorriso falso del ragazzo fece irritare Alex in una maniera impressionante, costringendola a non guardarlo per non prenderlo a schiaffi e cancellare quell'espressione falsa dalla faccia della terra.

-Young Bae, giusto? Per l'amor del cielo, se devi proprio fingere un sorriso piuttosto non sorridere...- il ragazzo divenne di colpo serio e la osservò come se fosse un'aliena.

-Un po' scorbutica, eh?- Aya sorrise a G Dragon leggermente imbarazzata dal comportamento della sua amica, da quel che aveva capito nessuno osava non dar ragione ai ragazzi, chi per venerazione e chi perché voleva favori.

-Va presa dal lato giusto... non le piacciono le cose false, tutto qui- i ragazzi annuirono e si rilassarono stiracchiandosi appena.

-Ma la ragazzina in prima fila al centro che ci pedina ovunque ultimamente è tua sorella?- Alex sbuffò pizzicandosi la punta del naso e tornò ad osservare i cinque ragazzi.

-Purtroppo... è un'esaltata... e se tutto va male TOP la incontrerà più volte da solo...- Young Bae ridacchiò divertito.

-Il nostro hyung si che si divertirà!- il ragazzo con i capelli turchini sbuffò, mostrando tutta la sua noia e guadagnandosi la simpatia di Alex per via di quello sprazzo di reale umanità.

-Finalmente uno che sbuffa quando c'è da sbuffare... tu sei?- il ragazzo abbozzò un sorriso imbarazzato.

-TOP, Bingu, Tempo... quel che vuoi...- Alex sbuffò roteando gli occhi.
-Intendevo il tuo vero nome, io mica mi presento come Axel!- TOP rise divertito e le si avvicinò, abbastanza da costringerla a fare un passo indietro.

-Davvero non lo sai? Eppure con una sorella del genere... io sono Choi Seung Hyun... come mai Axel?- Alex fece spallucce sfoderando la sua espressione più strafottente.

-Perché Alex era troppo normale per le dance battle e ho deciso di chiamarmi Axel, io non ho storie fighe da raccontare sul mio nome...- Seung Hyun ridacchiò divertito ed osservò i capelli blu elettrico che spuntavano da sotto il cappuccio della felpa.

-Bei capelli comunque... blu elettrico, li ho già visti da qualche parte...- Alex prese una ciocca dei suoi capelli in mano giocherellandoci un po'.

-Ero all'audizione, ecco dove mi hai vista... belli anche i tuoi, sono un colore fico!- tutti scoppiarono a ridere ed Alex li osservò annoiata.

-Sei la prima che dice allo hyung che i suoi capelli sono belli...- Alex afferrò una ciocca blu elettrico e la sventolò con aria annoiata.

-Non so se l'avete notato ma a me piacciono i capelli colorati... ad Aya invece piacciono rossi o rosa in tutte le sue sfumature...- Aya annuì divertita.

-A te se è per questo piace soprattutto il blu!- Alex fece spallucce.

-Diciamo che non mi dispiace... comunque non ce la faccio più a dover portare mia sorella ovunque- Aya annuì divertita e spinse in avanti Daesung per far si che si presentasse.

-Io sono Kang DaeSung, piacere!- Alex osservò per qualche istante il sorriso contagioso del ragazzo e gli strinse la mano.

-Lui è il più tenero di tutti! Vero Dae?- il ragazzo si passò una mano tra i capelli platinati e sorrise leggermente imbarazzato.

-Certo che avete tutti dei capelli fighi...- un'altra risatina percorse il gruppo mentre un ragazzo dello staff annunciava che la pausa stava per finire.

-Lui è Seungri, meglio conosciuto come PandaRi, il suo vero nome è Lee Seung Hyun e lui invece e G Dragon o GD, come preferisci, il suo vero nome è Kwon Ji-Yong- Alex mosse appena la mano per salutarli e li osservò risalire sul palco.

-Allora? Sono così antipatici?- Alex sbuffò pizzicandosi il naso.

-Magari non del tutto, comunque ci siamo solo presentati, sembrava più una conferenza di parrucchieri che una chiacchierata- Aya annuì divertita mentre le urla del pubblico si facevano sentire, eccitate da chissà che battuta stupida.

-Sono ripetitivi...- Aya sospirò lisciandosi i capelli con una mano e sorrise.

-Sei un'esagerata, guarda che se li ascolti ogni tanto dicono anche cose interessanti!- Alex annuì tornando a fissare la parete in attesa della fine di quel supplizio.

Non voleva nemmeno immaginare la sofferenza che sua sorella le avrebbe causato in quel periodo. Grazie alla punizione ai limiti del legale di suo padre sarebbe stata costretta per tre mesi ad ascoltare sua sorella fare la gallina, ignara del fatto che undici anni di differenza non potevano scomparire come se nulla fosse solo perché lei voleva così. La frase era sempre e comunque la stessa: "quando i nostri sguardi si incontreranno i nostri cuori si fermeranno per un attimo e cominceranno a battere in sincrono, diventando la colonna sonora del nostro amore!" Ogni volta le poche conversazioni che aveva avuto con sua sorella su quel gruppo di ragazzi erano finite così, in una delle frasi più sdolcinate e stupide che una persona poteva dire. Eppure sua sorella era intelligente, infondo avere la media del nove a scuola non era una cosa da gente stupida, non del tutto almeno. Aya si mordicchiò un'unghia indecisa su come dar voce ai pensieri che le vorticavano per la testa, indecisa su come far accettare il suo aiuto ad Alex, talmente testarda da rifiutare l'aiuto di chiunque in qualsiasi caso.

-Vieni a stare da me... con il nuovo lavoro potrei anche darti una mano per l'accademia...- Alex scosse la testa rivolgendole un'occhiata fredda.

-Lascia perdere, è una cosa mia...- non aveva poi così tanta voglia di dirle che non si sarebbe arresa per così poco, non aveva poi così tanta voglia di spiegare ad Aya che, infondo, le aveva mentito quando aveva detto che la danza sarebbe stata relegata solo al tempo libero.
  
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