Videogiochi > Ace Attorney
Segui la storia  |       
Autore: Ale_kiss_    19/11/2012    2 recensioni
Dopo ogni processo, gli imputati gridano insulti o minacce ai procuratori che li hanno fatti condannare; ma non si è mai arrivati a casi di omicidi come nella vicenda di Franziska von Karma, la quale ricevette una cruda minaccia che trasformò la sua vita in un inferno ...
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Correvo più velocemente possibile per le strade di quella città, ma solo dopo circa 500 metri mi resi conto di non saper minimamente dove poteva essere situato il supermercato. Così mi fermai iniziando a guardarmi attorno e capendo di essermi persa. Ero sola … nel mezzo di un vicolo deserto e con la pioggia che picchiava su di me.
Iniziai a tremare e capivo che non era affatto per il freddo.
Chiusi gli occhi e mi appoggiai con la schiena al muro esterno di una di quelle vecchie case che costeggiavano il vicolo.
Portai pollice ed indice sulle palpebre e provai a tenere la calma. Un’altra vittima … tre vittime in tre giorni … era solo il 23 dicembre e immaginavo che avrebbe continuato ad un uccidere per molto, molto tempo ancora.
Dovevo fare qualcosa al più presto, altrimenti il prossimo sarebbe potuto essere Miles. Non l’avrei permesso!
Tolsi le dita e riaprii gli occhi. Feci un sospiro profondo ed iniziai ad avviarmi verso la fine del vicolo e a cercare indicazioni. In quel momento una mano prese la mia.
- Iwan! Eccoti finalmente!- ma quando mi voltai, l’uomo con il passamontagna, non era Iwan! Lanciai un grido ma lui mi mise una mano sulla bocca e la voce si bloccò in gola. Un coltello mi si appoggiò allo stomaco premendo lievemente.
- Ora basta von Karma! Ho atteso abbastanza! Non mi pare che tu abbia ancora liberato nessuno e la mia pazienza si sta esaurendo!- il coltello iniziò a premere più deciso e l’adrenalina salì come mai l’avevo sentita. Vidi tutti i miei vent’anni passarmi davanti attimo per attimo, parola per parola. Volevo combattere, liberarmi e scappare ma tremavo, mancavano le forze e se avessi provato a contrastarlo … sarei morta.
Il cuore batteva senza sosta e a stento riuscivo a respirare. La sua mano fredda stringeva così forte la mia bocca che se avessi provato a gridare, probabilmente, le parole mi si sarebbero bloccate in gola, sino a soffocarmi e uccidermi.
Avevo mille immagini per la testa e più della loro metà mostravano la mia morte. Dov’era Iwan?! Perché non mi aveva seguita?!
- Allora?!- sbottò allentando la presa della sua mano sulle mie labbra, forse per farmi rispondere. Avrei potuto gridare, chiedere aiuto, ma prima dell’arrivo dei soccorsi sarei stata uccisa violentemente. Provai a parlare ma riuscii solo a balbettare. Il coltello mi venne puntato alla gola.
- Ci vuole tempo!- esclamai di getto, quasi urlando dalla paura.
- MA TU NON HAI ANCORA FATTO NULLA!- urlò con tutta la forza che possedeva. Strinsi gli occhi e il cuore batté più forte. Sentivo le guance pizzicare, come se avessi voglia di piangere. Cos’avrebbe fatto mio padre, in quella situazione? No! Io non ero mio padre … ed io … come ragazza giovane e inoffensiva … rischiavo il doppio di qualsiasi uomo. Improvvisamente infilò il pugnale nel fodero sulla cintura e smise di tenermi ferma. Non mi mossi comunque, anche perché non aspettò un attimo prima di prendermi per una spalla e voltarmi verso di lui.
- Ascoltami bene, eh? Quanto tempo ci vuole?- il suo tono pareva più calmo, ma era un killer! Un vero killer … ed io rischiavo, al mio primo movimento, non solo di essere uccisa.
- Tanto …- biascicai con la voce smorzata dal terrore. Stringeva il mio polso destro e dopo quella risposta la sua morsa si fece ancora più rigida. Feci un gemito.
- Ho chiesto quanto! Quanto!-
- Stiamo parlando di procedure riguardanti la legge! Si tratta di anni! Decenni, se necessario! Capisci cosa vuol dire scarcerare un uomo colpevole di omicidio e condannato all’ergastolo? Non si può liberare da un giorno all’altro!- esclamai facendomi coraggio e provando a sostenere il suo sguardo con il ghiaccio del mio.
- Perché TU L’HAI FATTO CONDANNARE!- ma lui mi sbatté contro un muro e nuovamente estrasse il coltello mettendolo orizzontalmente alla mia gola. Ogni volta che facevo un respiro, la pelle ne toccava la lama. Immaginavo le gocce di sangue scivolare dalle piccole ferite ma forse era solo il terrore della situazione.
- Cosa … cosa potevo fare …? È un assassino!- quando la sua espressione si corrugò e i suoi occhi blu divennero piccole fessure oscure e perfide, lui lanciò un gridò di rabbia e mi pugnalò alla spalla destra, la stessa che era stata colpita da un proiettile due anni prima, per non farmi arrivare al processo ed assicurare la vittoria a Phoenix Wright. Urlai con tutta la voce che avevo e il sangue cominciò a sgorgare. Il dolore iniziò a fluire per tutto il mio corpo ed il braccio pareva bruciare tra le fiamme: aveva colpito un vaso sanguigno.
- NON PARLARE COSÌ DI LUI, MALEDETTA!- estrasse la lama con violenza e batté un pugno sulla facciata dov’ero appoggiata. Strinsi con la mano sinistra la spalla sanguinante e caddi in ginocchio a terra gridando di dolore. Vedevo offuscarsi tutto quanto, a causa dell’emorragia. Miles … Iwan … avrei dato di tutto purché uno dei due arrivasse … e mi salvasse … ma non sarebbero venuti. Quella era la realtà. 
Boccheggiavo in cerca d’aria perché i polmoni non riuscivano a trovarla, bloccati dal terrore e dall’adrenalina. Il killer mi prese per i capelli e mi fece alzare spingendomi nuovamente con la schiena al muro. Lanciai un lamento acuto e strinsi gli occhi.
- Non ti ucciderò, non ancora von Karma, solo perché sei l’unica che potrebbe tirare fuori Mark da questa situazione, va bene? Ma voglio che tu inizi ad agire il più presto possibile. D’accordo?- cosa potevo fare? Rispondere negativamente e farmi pugnalare a morte, diventando la vittima di un caso? Non avevo scelta, l’unica mia scelta era annuire a testa bassa, con le lacrime pronte a scendere. Notai i suoi occhi sorridere malignamente e una sua mano mi accarezzò il viso entrando tra i capelli. L’altra mi si appoggiò ad un fianco e procedette lenta salendo fino al mio seno.
- Nonostante tutto però … ci sono gli interessi …- e con voce allusiva prese la mia mano e se l’avvicinò al cavallo dei pantaloni. Tutte le mie paure più grandi si fecero vive. Tutto ciò che avevo temuto sin dal primo istante si stava per svolgere realmente. 

 

Manfred! Fermati! Manfred! Non farlo!

Mamma! Mamma! Papà!

Franny, vieni via con me! Vieni! Muoviti!

No! Mamma! 


E quella scena … tornò vivida facendomi ricordare quel dannato giorno. No! Non volevo rivivere quella situazione in prima persona così raccolsi tutte le mie forze e gli tirai un forte schiaffo.
- MALEDETTO!- gridai e provai a scappare nonostante tutto quello che volevo fare era chiudere … chiudere gli occhi e … e … e lasciarmi andare ad … ad un sonno profondo … senza sogni … NO! Mi dovevo svegliare! Non potevo svenire!
- Vieni qui! VIENI QUI!- urlò il killer e mi rincorse fino a prendermi, avvolgendomi la vita con un braccio e provando a togliermi l’abito ma lo spinsi via. Nell’azione però, la parte inferiore del mio polso, incontrò il pugnale, procurandomi una ferita a dir poco impressionante.
- Per questa volta è tutto, Franziska! Spero per tutti che tu sopravviva, altrimenti ogni tuo conoscente morirà!- non riuscivo più a vederlo e nonostante udissi le sue parole, non ne capivo il senso. Sentii i suoi passi allontanarsi … o avvicinarsi … o forse era fermo … o ero io a muovermi?  Non lo sapevo, non capivo più nulla.
Sentivo solo l’odore acre del mio sangue, sentivo la mia pelle divenire fredda, il gelido vento soffiava in quel vicolo come a volermi portare via … forse lo stava davvero facendo, mi sentivo tra le possenti braccia del vento, stretta a lui che correva tra le vie di quella città. Poi delle altre braccia mi presero e mi stesero a terra. Il vento parlava … sussurrava qualcosa … pareva tenermi una mano sulla fronte sudata e spostarmi i capelli.                

 

Franziska! Franziska! Apri gli occhi ….                


È vero … il vento parlava … o forse … non era lui. Miles … Miles … sì, era la sua mano, era la sua voce, era il suo respiro caldo che scontrandosi con la mia pelle gelata mi faceva tremare.
 


È inutile …

La voce era cambiata, era sempre maschile ma il tono era diverso. Non era quello caldo di Miles e non aveva nemmeno lo stesso accento … Iwan … era arrivato.  
 


NO! NON È INUTILE! Gumshoe! Chiama un dottore!   


Non era inutile, e lui lo sapeva, perché io riuscivo ancora a distinguere le voci, i tocchi, ciò che avevo attorno. Ma agli occhi di chi mi guardava, potevo sembrare morta.



--------------------------------------------------------------
Ciao a tutti i miei lettori e le mie lettrici, finalmente nuovo capitolo, sono stata un po' presa da compiti, vecchie amicizie e luuunghi scleri con .. *guarda Lady_Dragon99 e dice: lo sai che sei tu la causa principale, vero?* emh, lasciamo perdere vah. Che altro dire? Spero di ricevere qualche recensione in più, commentate e fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacione la vostra Ale_kiss!







 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ace Attorney / Vai alla pagina dell'autore: Ale_kiss_