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Autore: WhoLocki_Martell    19/11/2012    3 recensioni
No. non sarà la solita storia su Sirius e Marlene, con lo sfondo dei Malandrini.
Sarà una cosa demente, per dirla tutta.
Sirius si ritroverà nella mia città, ed io farò di tutto per conquistarlo, e lo stesso lui.
Vi consiglio di leggerlo se la sera sognate Sirius invece del vostro ragazzo.
Buona lettura :)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Mi voltai indietro, verso Sam, con gli occhi pieni di lacrime.

Quei pochi giorni in cui ci eravamo visti mi erano bastati ad affezionarmi all’animo gentile di Rino.

Guardai Sam, e forse in quel momento lo odiai.

A vuoto, comunque. Se non avessi voluto salire sulla sua moto lui non mi avrebbe costretta.

Entrammo in silenzio nell’atrio e poi nell’ascensore.

Una volta in quello spazio angusto, fu impossibile evitare di guardarci.

Lui allungò una mano, forse per accarezzarmi, ma a metà strada cambiò idea e la abbassò.

<< Era davvero innamorato di te >> disse semplicemente.

Io lo ignorai e non risposi, per cui lui continuò dicendo: << Se non fosse mio rivale mi dispiacerebbe di lui ancora di più >>

Ma quello fu troppo.

<< Rivale un corno! >> sbottai << sono qui solo per vedere chi sei davvero, non per altro! >>

In quel momento la porta dell’ascensore si aprì, e per lui fu una fortuna. Altrimenti non sarebbe riuscito a nascondere la sua espressione delusa, che io comunque colsi di sfuggita.

Entrai nel suo appartamento, per me ormai familiare.

Si guardò attorno, poi si voltò verso di me e disse: << Quindi… sei qui solo per vedere chi sono, giusto? >>

<< Esatto >> risposi prontamente, ignorando il suo tono… offeso? confuso?

<< Beh, allora… accomodiamoci e aspettiamo >> disse, tuffandosi nel divano di pelle nera in cui avevo dormito quella famosa notte.

Mi guardai attorno, indecisa.

Alla fine mi tolsi il copri spalle beige, in tinta con le scarpe e il pantalone, e rimasi in camicia.

E mi sedetti a distanza da lui.

<< Non sono scomode? >> chiese, indicando i miei dodici centimetri di tacco.

<< Per niente >> risposi << certo, delle scarpe basse sarebbero più comode, ma anche queste non sono male >>

<< Se vuoi puoi toglierle >> disse, poi aggiunse frettolosamente << se ti va, ovvio >>

All’inizio pensai che non farlo sarebbe stato meglio, ma poi mi dissi che ero a casa sua, sul suo divano, per cui togliersi le scarpe non era chissà che provocazione.

Rimasi a piedi nudi e incrociai le gambe.

Lo guardai negli occhi e vidi che mi stava studiando attentamente, così chiesi: << Perché non mi parli un po’ di te? >>

<< Oh >> disse, colto di sorpresa << ehm… perché dovrei? >>

<< Beh, almeno io ho avuto la delicatezza di chiedertelo guardandoti negli occhi… ma se vuoi posso leggere anch’io il tuo diario segreto >> conclusi, con un’espressione tra l’ovvio e il realizzato.

<< Come lo sai? >> chiese di getto.

A quel punto non mi trattenni e sorrise trionfante.

Senza ovviamente dirgli che avevo colto il suo odore fra quelle segretissime pagine.

<< Dai, come lo sai? >> chiese curioso.

Non risposi. Mi sentivo troppo importante.

Ma me ne pentì.

Perché prese un cuscino e me lo lanciò in piena faccia.

Aprì la bocca, tra lo scandalizzato e l’indignato, e poi feci l’unica cosa che c’era da fare.

Gli rilanciai il cuscino.

Cominciò una lotta furiosa.

Dieci minuti più tardi, mi arresi. Mi aveva incastrata tra il suo corpo e una montagna di cuscini alle mie spalle.

Tolsi il fermaglio dai miei capelli, ormai tutti fuori posto.

<< Questo non basterà a fermarmi >> disse decisa << voglio sapere di te >>

Rendendosi conto di essermi troppo vicino si fece indietro.

E finalmente cominciò a parlare.

<< Beh, che dire… mi chiamo Sirius Black, e ho 18 anni… fisicamente sono quanto di più diverso tu possa immaginare di questo corpo… sono molto più bello, ovviamente… e odio la mia famiglia >>

<< Come mai? >> lo interruppi.

<< Beh… Credo tu abbia ormai capito che la Magia esiste e che io la so usare… secondo loro, in pratica, ci sono tipi e tipi di maghi >> spiegò disgustato.

<< Una sorta di razzismo dei maghi >> dissi cercando di capire.

<< Sì, più o meno >> mi rispose, guardando fisso un punto lontano, perso nei suoi pensieri.

<< Non credo di essere nella graduatoria dei maghi >> dissi, scherzando ma non troppo.

<< Per la cronaca >> spiegò, alzando senza accorgersene la voce << sono scappato da casa loro perché odiavo il loro sentirsi superiori >>

Pensai che era meglio non replicare.

Era pur sempre la sua stupida famiglia.

Ad un tratto, però, si calmò e cominciò a cercare qualcosa sotto i cuscini del divano.

Un joystick della PS3.

<< Ti va una corsa? >> propose.

Perché no?

 

Che onta. Stavo per essere battuta di nuovo.

Finché all’ultimo giro non lo sorpassai miracolosamente.

<< Mangia un po’ di polvere >> dissi, strillando l’ennesimo insulto.

Stranamente, lui non mi rispose.

Lo guardai con la coda dell’occhio per vedere se per caso non stesse facendo qualche suo trucchetto per vincere – ci eravamo scherzosamente insultati dall’inizio del gioco – e immediatamente il joystick mi cadde di mano.

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Angolino dell’autrice

Ragazze, ma pensate sia sorda?

Ho sentito fin qui le parolacce che mi avete rivolto.

Ahahahahahaha :D

Godo come una BBBestia {cit. Michael Righini} a tenervi col fiato sospeso :D

Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo.

A cinque recensioni il prossimo :D

Baci, Carmen :* :D

   
 
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