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Il coraggio
Loki
guardò di fronte a sé.
La barriera aveva un aspetto
debole, estremamente fragile. L'Ikreed – al suo fianco
– non
riusciva a controllare la propria trepidazione.
-È giunto il momento.- Gli
disse.
Loki avrebbe voluto mentire con
la sua solita scioltezza, fare ciò che da sempre era stato
abile a
fare. Rispondergli che anche lui non vedeva l'ora di calpestare gli
umani, di guardare altri edifici crollare, altre case bruciare, altre
persone morire...
Quella volta però non ce la
fece, e rimase zitto.
L'Ikreed non se ne accorse. I
suoi pensieri erano ormai proiettati verso l'immediato futuro. I suoi
occhi fissavano con bramosia aldilà della barriera, e
possedevano
uno scintillio scuro di foga conquistatrice che turbò
profondamente
Loki. Anche i suoi occhi erano stati così? Quando,
perché...?
-Darò il segnale ai Chitauri di
abbattere la barriera.- Continuò l'Ikreed, senza guardarlo.
-Dopodiché li farò divertire un po', prima di
mettere in funzione
Jeydof, l'amplificatore. Sarà bello.-
-Va bene.- Disse solamente Loki.
-Tu resta qui.- Ribatté
l'Ikreed, e si allontanò.
Loki strinse lo scettro in pugno
e cercò di allontanare dal proprio cuore la paura.
Perché aveva
paura, non poteva negarlo.
Anche Leah se ne era accorta, il
giorno prima. “Hai paura di quello che
succederà dopo.”
..
Senza farsi vedere, la cercò
con lo sguardo, ma non la trovò.
Solo distese di Chitauri e, di
là, distese di umani.
Com'è che era arrivato lì? Se
lo ricordava a mala pena.
Com'è che era passato dal
giocare nei bastioni del castello di Asgard, a quello?
-LOKI!-
Una voce famigliare, che
proveniva dall'altra parte della barriera.
Strinse appena gli occhi,
riconoscendola subito.
-Thor!- Gridò in risposta,
cercandolo con lo sguardo.
Lo vide, una figura massiccia al
limitare della barriera, il profilo di Mjolnir stretto in pugno.
Dietro di lui c'erano i suoi
compagni umani, ma si tenevano in disparte, come a permettere a Thor
di parlare da solo con suo fratello.
Ah
sì?
Loki scese dal rialzo nel
terreno, e avanzò verso la barriera. I Chitauri lo
lasciarono
passare, con un po' di rispetto e un po' di diffidenza.
Il dio dell'Inganno vide Thor
osservarlo con i muscoli tesi, mentre lui gli si avvicinava. Sorrise
fra sé e sé.
Si fermò a qualche passo della
barriera, e lo fissò.
Thor aveva quella sua solita
espressione da bue arrabbiato, come se avesse appena corso dalle
fondamenta del regno di Hel alla più alta torre di Asgard.
-Lo sai vero che tra poco tutto
questo cadrà?- Gli chiese Loki.
-Ti prego, fratello, ferma
quell'individuo. Non ti è bastato tutto questo?!-
Gridò.
-E tu non ti sei ancora stufato
di chiamarmi fratello?- Ribatté lui,
senza rispondere alla
sua domanda.
Sentiva una rabbia
incontenibile, una rabbia enorme nei suoi confronti. Avrebbe voluto
combattere contro di lui ancora, un'ultima volta
prima di dire
a Leah di sostituire il Germoglio di Ean e di fare finire tutto
quello!
-No, non mi stancherò mai di
chiamarti fratello.- Gli rispose Thor. -Non m'importa chi sia il tuo
vero padre, noi siamo cresciuti insieme. Per me le cose non
cambieranno mai.-
-Ma per me sono
cambiate.- Sussurrò lui.
Non sapeva con che tono lo
avesse detto... ma quelle parole fecero un curioso effetto su di
Thor. Lo guardò, ma senza riuscire a rispondergli, e i suoi
occhi
azzurri sembrarono arrendersi all'evidenza.
All'evidenza di cosa?, si
chiese Loki. Forse che non erano fratelli, che non lo sarebbero mai
più stati?
In quel momento intervenne
Stark, facendo un passo avanti.
Era in armatura, ma non portava
l'elmo. Contrariamente al suo solito, era molto serio.
-Fermati adesso, Loki, oppure ti
fermeremo noi.- Disse. -Fin'ora abbiamo evitato di farti del male, ma
dopo oggi non saremo più tanto teneri.-
Loki lo fissò senza
rispondergli.
Si rese conto che, prima, aveva
odiato chiunque stesse dalla parte di Thor, compresi quei cinque
esseri umani.
.. Ma adesso qualcosa era
cambiato, quelle persone non suscitavano più nulla in lui.
Si ricordò che doveva
sostituire il Germoglio, che doveva risparmiare quella gente senza
alcuna colpa, come aveva promesso a Leah. Non per suo fratello
–
oh, per una volta, non per lui! – ma per
se stesso, perché
voleva farlo.
-Scusatemi..- disse, rivolto a
tutti loro -.. ma adesso devo proprio andare. Credo che ci vedremo
dopo.-
-Loki!- Lo richiamò Thor, un
po' stupito. -L-LOKI!-
Ma Loki si era già voltato, e
stava tornando rapidamente indietro.
In quello stesso momento vide un
gruppo di Chitauri avanzare, con delle grosse armi in pugno, e
puntare contro la barriera.
Gli ordini dell'Ikreed stavano
venendo eseguiti, dunque.
I Chitauri caricarono il colpo,
le armi si illuminarono di una luce violetta e poi spararono. Ci fu
un breve fischio, e poi si propagò nell'aria il suono basso
e
vibrante di un urto.
Loki imprecò a bassa voce;
c'era poco tempo. Aumentò il passo.
Cercò Leah con lo sguardo. La
massa di Chitauri intanto si stava impercettibilmente muovendo verso
la barriera.
Alle sue spalle ci fu un altro
rumore come quello di prima, questa volta più intenso e
sordo.
Loki cercò con maggiore
attenzione, e finalmente la vide.
Stava abbastanza vicina
all'amplificatore, ma non così tanto da dare l'impressione
alle
guardie di avere un secondo fine.
Era appoggiata ad una roccia, e
stava fissando con preoccupazione la barriera. Nei suoi occhi
sembrava riflettersi lo spettacolo a cui stava assistendo.
Era strano vedere i suoi occhi
così velati. Strano e triste.
Com'era possibile che fosse così
bella? Che illuminasse tutto il mondo attorno a lei, come una giovane
Liòsàlfar, un Elfo della Luce? I capelli
castano-rossicci le
cadevano lievemente arricciati ai lati del viso. I suoi occhi
splendevano sempre di una personalità incredibile, una
personalità
così abbagliante da quasi non permettere di intravedere i
tratti del
viso.
Era straordinaria – sebbene
fosse stato riluttante ad ammetterlo con se stesso, lo aveva capito
da subito, da quella prima volta che l'aveva vista – e adesso
che
c'era lei, era cambiato tutto.
-Leah.- La chiamò, piano.
Pensò che non avesse sentito,
eppure – benché distante –
abbassò la testa e i suoi occhi si
posarono su di lui.
Lo scrutarono per un po'. Poi
lei capì, senza bisogno d'altro. Strinse le labbra e
annuì, i suoi
occhi corsero decisi sull'amplificatore.
Loki sorrise.
In quel momento, un rumore
assordante e orrendo, orrendo come un pezzo di stoffa lacerato
selvaggiamente da un animale. Il terreno tremò lievemente, e
nell'aria spenta di quel mattino si propagò odore di
bruciato.
Loki si voltò.
La barriera stava cadendo a
pezzi, il mondo si ricongiungeva.
Era iniziata.
I Chitauri e gli umani si
slanciarono gli uni verso gli altri. Da entrambi i lati si
cominciò
a sparare, e l'urto fu rumoroso e distruttivo. Nel cielo dei Chitauri
iniziarono a sfrecciare pattuglie di caccia umani, sparando a
qualsiasi cosa si muovesse. I Chitauri risposero immediatamente al
fuoco, a bordo dei loro animali.
Lampi di esplosioni e terriccio
alzato, che si infilava negli occhi. Voci, grida e spari.
-Loki!-
Loki si voltò verso la voce.
Vide l'Ikreed, su una di quelle
bestie volanti, affiancato da due guardie. Si stava muovendo a raso
terra e lo fissava con frenesia e felicità.
-Vieni.- Gli disse. -Vieni.
Andiamo vicino alla battaglia.-
Loki ricambiò il suo sguardo.
-No. Io e te rimarremo qua.- Disse.
-Cosa dici?-
-Te lo spiego.- Rispose, con
calma. -Tu e io adesso combatteremo. E io ti ucciderò.-
L'Ikreed lo guardò, spiazzato.
Poi i suoi occhi si fecero consapevoli.
E assieme alla consapevolezza,
emerse l'odio.
Era il
finimondo. Avevo le
orecchie assordate dalle grida e dagli spari, e mi muovevo
freneticamente, senza sapere nemmeno io cosa stessi facendo.
Loki mi aveva dato il segnale,
per cui dovevo scambiare i Germogli. Ma il mio cervello era troppo
confuso per permettermi di ideare un piano!
Le guardie del Germoglio erano
ancora piantate lì, e non sembravano intenzionate ad
andarsene.
Tuttavia si stavano guardando intorno, non erano più attente
come
prima, ed era evidente che avrebbero preferito partecipare
all'azione.
Ci misi pochi istanti a
decidere. Penso che il merito fosse in buona parte di quella
confusione, che mi aveva resa cretina e rintronata come dopo tre
mojiti.
Afferrai una grossa pietra e mi
lanciai contro la prima guardia. Le sbattei la pietra in testa con
quanta forza avevo – più un po' dovuta alla paura
– e lei per la
sorpresa perse l'arma e cadde in terra.
Le sferrai un calcio dritto in
faccia. Provai un dolore acuto al mignolo ma lo ignorai.
La guardia si accasciò a terra,
e rimase ferma.
Raccolsi la sua arma e alzai la
testa. L'altro Chitauro mi aveva vista e si stava avvicinando a me.
Cercai di colpirlo, ma senza più
l'effetto sorpresa questo mi mandò facilmente a sbattere
contro una
roccia. Puntò la sua arma contro di me, l'attivò
e sparò.
Io evitai il colpo buttandomi
per terra. Mi rimisi in piedi e mi riparai dietro ad un'altra roccia.
Lì dietro imitai il gesto che
gli avevo appena visto fare; quindi mi sporsi dalla roccia e sparai.
Evidentemente non se lo
aspettava. Venne colpito in pieno, con un'esplosione violetta, e
stramazzò a terra.
Ripresi fiato. Poi scattai
fuori, oltrepassai di corsa e un po' zoppicante il suo corpo steso a
terra e mi avvicinai all'amplificatore.
Dunque.. il Germoglio era lì
dentro, luminoso e vibrante. Cosa dovevo fare? Bastava che lo
prendessi e lo togliessi? E poi cosa? Aspettare che i Chitauri
attivassero l'amplificatore?
Era fuori discussione, dopo la
baraonda che avevo combinato i Chitauri avrebbero capito che non era
il caso di attivarlo, che c'era qualcosa che non andava..
Alzai la testa, e con una fitta
al cuore vidi Loki combattere con l'Ikreed.
No, avrei dovuto attivarlo da
sola.
Tesi le mani e toccai il
Germoglio, ma le ritrassi subito. Scottava in una maniera
allucinante, come se stesse bruciando.
Strappai dei lembi dalla mia
veste e me li avvolsi intorno alle mani. Dopodiché presi un
po' di
fiato, e un po' di coraggio, e poi feci scattare le mie mani in
avanti. Le chiusi sul Germoglio.
Il dolore fu immediato e
lancinante, ma non lasciai la presa.
Tirai indietro, e il Germoglio
venne via. Lo gettai subito a terra.
Caddi in ginocchio. I palmi
delle mie mani fumavano, letteralmente. Srotolai i lembi e scoprii la
mia carne rossa come una piaga, completamente ustionata.
Mi morsi le labbra per non
urlare né piangere dal male.
Poi, piano, tirai fuori dalla
mia tasca il secondo Germoglio di Ean, lo guardai e lo inserii nel
incavo vuoto.
Si illuminò immediatamente, e
io mi ritrassi.
Respirai affannosamente, mentre
osservavo la sua luce insinuarsi in ogni fessura dell'amplificatore.
Il Germoglio iniziò a vibrare, i suoi colori si fecero
più intensi.
Lo guardai con meraviglia.
Mi dava una strana sensazione..
In mezzo a tutto quel rumore e a tutta quella sofferenza, il
misterioso oggetto venuto da un mondo che non era il mio – un
mondo
magico, dove ciò che qui era impossibile là era
realtà – mi
pareva vivo. Anzi, mi pareva l'essenza stessa della
vita.
Com'è difficile descrivere
simili sensazioni.
In quel momento capii che non era
l'amplificatore a dover essere attivato, ma il Germoglio stesso, e
seppi cosa fare.
-Ti prego, salvala.- Dissi.
-Salva la mia Terra.-
Il Germoglio – e con lui tutto
l'amplificatore – diede un bagliore di luce accecante.
Durò per un
istante o poco più, poi la sua luce si propagò in
tutte le
direzioni.
I Chitauri caddero come foglie
secche non appena ne furono sfiorati, gli umani vennero semplicemente
oltrepassati, e io ad un certo punto capii che – dovunque
Loki
avesse nascosto il Tesseract – questo era stato distrutto.
Ci fu un rombo sordo, come un
tuono.
E poi l'enorme apertura nel
cielo iniziò a chiudersi.
La osservai muta, senza mostrare
gioia, perché non ero ancora del tutto certa che stesse
accadendo
sul serio.
Intanto, la luce del Germoglio
parve tornare indietro, rifluire verso il suo proprietario, e il
Germoglio riprese a essere quello che avevo tenuto in mano poco fa.
Spento, come assopito, dai colori tranquilli e misteriosi.
Nel silenzio improvviso,
qualcuno parlò.
-Tu.-
Io alzai la testa, stupita da
quella voce. Una voce rauca, grottesca, che avevo imparato ad
associare i Chitauri.
Vidi che l'Ikreed era ancora in piedi.
Mi stava guardando con rabbia..
e con piena comprensione.
Voltò lentamente la testa verso
Loki. Ghignò. -E tu.-
Rabbrividii.
Non posso descrivere cos'erano i
suoi occhi mentre osservava Loki.. Loki, che aveva l'aria piuttosto
affaticata. I segni del combattimento sul volto; tagli, graffi,
sudore..
L'Ikreed invece sembrava fresco
e potente.
Non mi chiesi come aveva fatto a
sopravvivere al Germoglio. Con il senno di poi, credo che avremmo
dovuto pensarci.
Loki sorrise, affannato ma
beffardo. -Immagino che non faccia piacere, trovarsi improvvisamente
sguarnito.- Lo scettro fra le sue mani era ormai un bastone come un
altro, privato del suo potere dal Germoglio.
L'Ikreed sorrise, e strinse i
pugni. -Prima di ucciderti mi piacerebbe sapere perché lo
hai
fatto.- Disse. Il suo tono era di sprezzo. -Per il perdono?
È
per quello, Asgardiano? Non puoi ottenerlo, lo sai. Hai ucciso
troppo, con troppo piacere. Nessuno ti perdonerà,
perché a nessuno
è mai importato niente di te.-
Il sorriso di Loki svanì.
-Sei più simile a me, a noi,
che a loro. Materia oscura, animale fatto per uccidere. Combatti la
tua natura e combatterai te stesso..- Il suo sorriso si
allargò. -È
per questo che adesso io ti faccio un piacere, a ucciderti. Morirai
serenamente, e tutti dopo potranno fingere di essere dispiaciuti per
la tua prematura scomparsa. Non è già troppo, per
uno come te?
Certo,- estrasse una lama dal suo fianco -.. c'è anche da
dire che
farà un po' male.-
-FERMO!-
Thor spuntò dalla folla,
lontano, ma non abbastanza per non apparire minaccioso con il suo
grosso martello in mano.
Loki si voltò a guardarlo. Nei
suoi occhi vidi muoversi qualcosa.
L'Ikreed scrutò Thor con
serietà. -Calma, principe!- Urlò, per farsi
sentire. -Non è il
caso di arrabbiarsi. Sto solo esponendo alcune semplici
verità. Come
il fatto che io morirò..- si voltò verso Loki -..
e che tuo
fratello verrà con me.-
Successe tutto molto
rapidamente.
L'Ikreed fece un gesto molto
semplice, che però non riuscirei mai a descrivere.
Sembrò quasi
smettere di trattenere il respiro, o lasciare andare un singhiozzo.
Si illuminò di luce purpurea,
che sembrava provenire da dentro il suo stesso corpo..
Io capii subito cosa stava per
succedere.
-Loki!- Urlai, e scattai in
avanti.
Corsi verso di lui.
Davanti a me, Loki si voltò.
I suoi occhi si fecero
impauriti. -Leah! No! .. Stai indietro!-
Ma era troppo tardi.
Un'esplosione di uno spietato
lampo violaceo.
Fu immediato e distruttivo.
Mi investì in pieno, e io
avvertii in ogni singola cellula del mio corpo il disfacimento
totale, una morte rapida e improvvisa.
Non avevo mai pensato seriamente
alla morte, e in quel breve quarto di secondo non riuscii a farlo
come avrei sperato.
Posso solo dire questo. È vero
che c'è una luce calda e consolante.. Ed è vero
anche che rivedi
tutte le cose più importanti..
Hanno ragione quando dicono che
vivi più in quell'istante che in tutta la tua vita.
Loki si sarebbe salvato, Loki
era un dio, il suo corpo era più forte.
Addio, mio coraggioso
Asgardiano. Spero che troverai la forza per prendere in
considerazione ciò che ti ha detto l'Ikreed.
E scegliere di non crederci.