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Autore: Blu Notte    19/11/2012    3 recensioni
Immaginiamo che Loki abbia vinto la prima battaglia, e che sia riuscito a impadronirsi di New York. Immaginiamo che lui e i Chitauri abbiano reso schiava la popolazione di un'intera città.
Leah è una prigioniera, come tutti gli altri. Costretta ad assistere ogni giorno a uno scenario di disperazione e di morte.
Ma qualcosa cambierà, grazie a lei. Il destino della Terra non è ancora stato scritto, così come il destino di qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Eccomi ricomparsa! Scusate il ritardo, tra scuola e esame della patente ho poco tempo per scrivere.. ma sono riuscita a ritagliarmi uno spazietto per me! Eccone i frutti, ditemi cosa ne pensate ;)
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                                         Il coraggio


Loki guardò di fronte a sé.
La barriera aveva un aspetto debole, estremamente fragile. L'Ikreed – al suo fianco – non riusciva a controllare la propria trepidazione.
-È giunto il momento.- Gli disse.
Loki avrebbe voluto mentire con la sua solita scioltezza, fare ciò che da sempre era stato abile a fare. Rispondergli che anche lui non vedeva l'ora di calpestare gli umani, di guardare altri edifici crollare, altre case bruciare, altre persone morire...
Quella volta però non ce la fece, e rimase zitto.
L'Ikreed non se ne accorse. I suoi pensieri erano ormai proiettati verso l'immediato futuro. I suoi occhi fissavano con bramosia aldilà della barriera, e possedevano uno scintillio scuro di foga conquistatrice che turbò profondamente Loki. Anche i suoi occhi erano stati così? Quando, perché...?
-Darò il segnale ai Chitauri di abbattere la barriera.- Continuò l'Ikreed, senza guardarlo. -Dopodiché li farò divertire un po', prima di mettere in funzione Jeydof, l'amplificatore. Sarà bello.-
-Va bene.- Disse solamente Loki.
-Tu resta qui.- Ribatté l'Ikreed, e si allontanò.
Loki strinse lo scettro in pugno e cercò di allontanare dal proprio cuore la paura. Perché aveva paura, non poteva negarlo.
Anche Leah se ne era accorta, il giorno prima. “Hai paura di quello che succederà dopo.” ..
Senza farsi vedere, la cercò con lo sguardo, ma non la trovò.
Solo distese di Chitauri e, di là, distese di umani.
Com'è che era arrivato lì? Se lo ricordava a mala pena.
Com'è che era passato dal giocare nei bastioni del castello di Asgard, a quello?
-LOKI!-
Una voce famigliare, che proveniva dall'altra parte della barriera.
Strinse appena gli occhi, riconoscendola subito.
-Thor!- Gridò in risposta, cercandolo con lo sguardo.
Lo vide, una figura massiccia al limitare della barriera, il profilo di Mjolnir stretto in pugno.
Dietro di lui c'erano i suoi compagni umani, ma si tenevano in disparte, come a permettere a Thor di parlare da solo con suo fratello.
Ah sì?
Loki scese dal rialzo nel terreno, e avanzò verso la barriera. I Chitauri lo lasciarono passare, con un po' di rispetto e un po' di diffidenza.
Il dio dell'Inganno vide Thor osservarlo con i muscoli tesi, mentre lui gli si avvicinava. Sorrise fra sé e sé.
Si fermò a qualche passo della barriera, e lo fissò.
Thor aveva quella sua solita espressione da bue arrabbiato, come se avesse appena corso dalle fondamenta del regno di Hel alla più alta torre di Asgard.
-Lo sai vero che tra poco tutto questo cadrà?- Gli chiese Loki.
-Ti prego, fratello, ferma quell'individuo. Non ti è bastato tutto questo?!- Gridò.
-E tu non ti sei ancora stufato di chiamarmi fratello?- Ribatté lui, senza rispondere alla sua domanda.
Sentiva una rabbia incontenibile, una rabbia enorme nei suoi confronti. Avrebbe voluto combattere contro di lui ancora, un'ultima volta prima di dire a Leah di sostituire il Germoglio di Ean e di fare finire tutto quello!
-No, non mi stancherò mai di chiamarti fratello.- Gli rispose Thor. -Non m'importa chi sia il tuo vero padre, noi siamo cresciuti insieme. Per me le cose non cambieranno mai.-
-Ma per me sono cambiate.- Sussurrò lui.
Non sapeva con che tono lo avesse detto... ma quelle parole fecero un curioso effetto su di Thor. Lo guardò, ma senza riuscire a rispondergli, e i suoi occhi azzurri sembrarono arrendersi all'evidenza.
All'evidenza di cosa?, si chiese Loki. Forse che non erano fratelli, che non lo sarebbero mai più stati?
In quel momento intervenne Stark, facendo un passo avanti.
Era in armatura, ma non portava l'elmo. Contrariamente al suo solito, era molto serio.
-Fermati adesso, Loki, oppure ti fermeremo noi.- Disse. -Fin'ora abbiamo evitato di farti del male, ma dopo oggi non saremo più tanto teneri.-
Loki lo fissò senza rispondergli.
Si rese conto che, prima, aveva odiato chiunque stesse dalla parte di Thor, compresi quei cinque esseri umani.
.. Ma adesso qualcosa era cambiato, quelle persone non suscitavano più nulla in lui.
Si ricordò che doveva sostituire il Germoglio, che doveva risparmiare quella gente senza alcuna colpa, come aveva promesso a Leah. Non per suo fratello – oh, per una volta, non per lui! – ma per se stesso, perché voleva farlo.
-Scusatemi..- disse, rivolto a tutti loro -.. ma adesso devo proprio andare. Credo che ci vedremo dopo.-
-Loki!- Lo richiamò Thor, un po' stupito. -L-LOKI!-
Ma Loki si era già voltato, e stava tornando rapidamente indietro.
In quello stesso momento vide un gruppo di Chitauri avanzare, con delle grosse armi in pugno, e puntare contro la barriera.
Gli ordini dell'Ikreed stavano venendo eseguiti, dunque.
I Chitauri caricarono il colpo, le armi si illuminarono di una luce violetta e poi spararono. Ci fu un breve fischio, e poi si propagò nell'aria il suono basso e vibrante di un urto.
Loki imprecò a bassa voce; c'era poco tempo. Aumentò il passo.
Cercò Leah con lo sguardo. La massa di Chitauri intanto si stava impercettibilmente muovendo verso la barriera.
Alle sue spalle ci fu un altro rumore come quello di prima, questa volta più intenso e sordo.
Loki cercò con maggiore attenzione, e finalmente la vide.
Stava abbastanza vicina all'amplificatore, ma non così tanto da dare l'impressione alle guardie di avere un secondo fine.
Era appoggiata ad una roccia, e stava fissando con preoccupazione la barriera. Nei suoi occhi sembrava riflettersi lo spettacolo a cui stava assistendo.
Era strano vedere i suoi occhi così velati. Strano e triste.
Com'era possibile che fosse così bella? Che illuminasse tutto il mondo attorno a lei, come una giovane Liòsàlfar, un Elfo della Luce? I capelli castano-rossicci le cadevano lievemente arricciati ai lati del viso. I suoi occhi splendevano sempre di una personalità incredibile, una personalità così abbagliante da quasi non permettere di intravedere i tratti del viso.
Era straordinaria – sebbene fosse stato riluttante ad ammetterlo con se stesso, lo aveva capito da subito, da quella prima volta che l'aveva vista – e adesso che c'era lei, era cambiato tutto.
-Leah.- La chiamò, piano.
Pensò che non avesse sentito, eppure – benché distante – abbassò la testa e i suoi occhi si posarono su di lui.
Lo scrutarono per un po'. Poi lei capì, senza bisogno d'altro. Strinse le labbra e annuì, i suoi occhi corsero decisi sull'amplificatore.
Loki sorrise.
In quel momento, un rumore assordante e orrendo, orrendo come un pezzo di stoffa lacerato selvaggiamente da un animale. Il terreno tremò lievemente, e nell'aria spenta di quel mattino si propagò odore di bruciato.
Loki si voltò.
La barriera stava cadendo a pezzi, il mondo si ricongiungeva.
Era iniziata.
I Chitauri e gli umani si slanciarono gli uni verso gli altri. Da entrambi i lati si cominciò a sparare, e l'urto fu rumoroso e distruttivo. Nel cielo dei Chitauri iniziarono a sfrecciare pattuglie di caccia umani, sparando a qualsiasi cosa si muovesse. I Chitauri risposero immediatamente al fuoco, a bordo dei loro animali.
Lampi di esplosioni e terriccio alzato, che si infilava negli occhi. Voci, grida e spari.
-Loki!-
Loki si voltò verso la voce.
Vide l'Ikreed, su una di quelle bestie volanti, affiancato da due guardie. Si stava muovendo a raso terra e lo fissava con frenesia e felicità.
-Vieni.- Gli disse. -Vieni. Andiamo vicino alla battaglia.-
Loki ricambiò il suo sguardo. -No. Io e te rimarremo qua.- Disse.
-Cosa dici?-
-Te lo spiego.- Rispose, con calma. -Tu e io adesso combatteremo. E io ti ucciderò.-
L'Ikreed lo guardò, spiazzato. Poi i suoi occhi si fecero consapevoli.
E assieme alla consapevolezza, emerse l'odio.



Era il finimondo. Avevo le orecchie assordate dalle grida e dagli spari, e mi muovevo freneticamente, senza sapere nemmeno io cosa stessi facendo.
Loki mi aveva dato il segnale, per cui dovevo scambiare i Germogli. Ma il mio cervello era troppo confuso per permettermi di ideare un piano!
Le guardie del Germoglio erano ancora piantate lì, e non sembravano intenzionate ad andarsene. Tuttavia si stavano guardando intorno, non erano più attente come prima, ed era evidente che avrebbero preferito partecipare all'azione.
Ci misi pochi istanti a decidere. Penso che il merito fosse in buona parte di quella confusione, che mi aveva resa cretina e rintronata come dopo tre mojiti.
Afferrai una grossa pietra e mi lanciai contro la prima guardia. Le sbattei la pietra in testa con quanta forza avevo – più un po' dovuta alla paura – e lei per la sorpresa perse l'arma e cadde in terra.
Le sferrai un calcio dritto in faccia. Provai un dolore acuto al mignolo ma lo ignorai.
La guardia si accasciò a terra, e rimase ferma.
Raccolsi la sua arma e alzai la testa. L'altro Chitauro mi aveva vista e si stava avvicinando a me.
Cercai di colpirlo, ma senza più l'effetto sorpresa questo mi mandò facilmente a sbattere contro una roccia. Puntò la sua arma contro di me, l'attivò e sparò.
Io evitai il colpo buttandomi per terra. Mi rimisi in piedi e mi riparai dietro ad un'altra roccia.
Lì dietro imitai il gesto che gli avevo appena visto fare; quindi mi sporsi dalla roccia e sparai.
Evidentemente non se lo aspettava. Venne colpito in pieno, con un'esplosione violetta, e stramazzò a terra.
Ripresi fiato. Poi scattai fuori, oltrepassai di corsa e un po' zoppicante il suo corpo steso a terra e mi avvicinai all'amplificatore.
Dunque.. il Germoglio era lì dentro, luminoso e vibrante. Cosa dovevo fare? Bastava che lo prendessi e lo togliessi? E poi cosa? Aspettare che i Chitauri attivassero l'amplificatore?
Era fuori discussione, dopo la baraonda che avevo combinato i Chitauri avrebbero capito che non era il caso di attivarlo, che c'era qualcosa che non andava..
Alzai la testa, e con una fitta al cuore vidi Loki combattere con l'Ikreed.
No, avrei dovuto attivarlo da sola.
Tesi le mani e toccai il Germoglio, ma le ritrassi subito. Scottava in una maniera allucinante, come se stesse bruciando.
Strappai dei lembi dalla mia veste e me li avvolsi intorno alle mani. Dopodiché presi un po' di fiato, e un po' di coraggio, e poi feci scattare le mie mani in avanti. Le chiusi sul Germoglio.
Il dolore fu immediato e lancinante, ma non lasciai la presa.
Tirai indietro, e il Germoglio venne via. Lo gettai subito a terra.
Caddi in ginocchio. I palmi delle mie mani fumavano, letteralmente. Srotolai i lembi e scoprii la mia carne rossa come una piaga, completamente ustionata.
Mi morsi le labbra per non urlare né piangere dal male.
Poi, piano, tirai fuori dalla mia tasca il secondo Germoglio di Ean, lo guardai e lo inserii nel incavo vuoto.
Si illuminò immediatamente, e io mi ritrassi.
Respirai affannosamente, mentre osservavo la sua luce insinuarsi in ogni fessura dell'amplificatore. Il Germoglio iniziò a vibrare, i suoi colori si fecero più intensi.
Lo guardai con meraviglia.
Mi dava una strana sensazione.. In mezzo a tutto quel rumore e a tutta quella sofferenza, il misterioso oggetto venuto da un mondo che non era il mio – un mondo magico, dove ciò che qui era impossibile là era realtà – mi pareva vivo. Anzi, mi pareva l'essenza stessa della vita.
Com'è difficile descrivere simili sensazioni.
In quel momento capii che non era l'amplificatore a dover essere attivato, ma il Germoglio stesso, e seppi cosa fare.
-Ti prego, salvala.- Dissi. -Salva la mia Terra.-
Il Germoglio – e con lui tutto l'amplificatore – diede un bagliore di luce accecante. Durò per un istante o poco più, poi la sua luce si propagò in tutte le direzioni.
I Chitauri caddero come foglie secche non appena ne furono sfiorati, gli umani vennero semplicemente oltrepassati, e io ad un certo punto capii che – dovunque Loki avesse nascosto il Tesseract – questo era stato distrutto.
Ci fu un rombo sordo, come un tuono.
E poi l'enorme apertura nel cielo iniziò a chiudersi.
La osservai muta, senza mostrare gioia, perché non ero ancora del tutto certa che stesse accadendo sul serio.
Intanto, la luce del Germoglio parve tornare indietro, rifluire verso il suo proprietario, e il Germoglio riprese a essere quello che avevo tenuto in mano poco fa. Spento, come assopito, dai colori tranquilli e misteriosi.
Nel silenzio improvviso, qualcuno parlò.
-Tu.-
Io alzai la testa, stupita da quella voce. Una voce rauca, grottesca, che avevo imparato ad associare i Chitauri.
Vidi che l'Ikreed era ancora in piedi.
Mi stava guardando con rabbia.. e con piena comprensione.
Voltò lentamente la testa verso Loki. Ghignò. -E tu.-
Rabbrividii.
Non posso descrivere cos'erano i suoi occhi mentre osservava Loki.. Loki, che aveva l'aria piuttosto affaticata. I segni del combattimento sul volto; tagli, graffi, sudore..
L'Ikreed invece sembrava fresco e potente.
Non mi chiesi come aveva fatto a sopravvivere al Germoglio. Con il senno di poi, credo che avremmo dovuto pensarci.
Loki sorrise, affannato ma beffardo. -Immagino che non faccia piacere, trovarsi improvvisamente sguarnito.- Lo scettro fra le sue mani era ormai un bastone come un altro, privato del suo potere dal Germoglio.
L'Ikreed sorrise, e strinse i pugni. -Prima di ucciderti mi piacerebbe sapere perché lo hai fatto.- Disse. Il suo tono era di sprezzo. -Per il perdono? È per quello, Asgardiano? Non puoi ottenerlo, lo sai. Hai ucciso troppo, con troppo piacere. Nessuno ti perdonerà, perché a nessuno è mai importato niente di te.-
Il sorriso di Loki svanì.
-Sei più simile a me, a noi, che a loro. Materia oscura, animale fatto per uccidere. Combatti la tua natura e combatterai te stesso..- Il suo sorriso si allargò. -È per questo che adesso io ti faccio un piacere, a ucciderti. Morirai serenamente, e tutti dopo potranno fingere di essere dispiaciuti per la tua prematura scomparsa. Non è già troppo, per uno come te? Certo,- estrasse una lama dal suo fianco -.. c'è anche da dire che farà un po' male.-
-FERMO!-
Thor spuntò dalla folla, lontano, ma non abbastanza per non apparire minaccioso con il suo grosso martello in mano.
Loki si voltò a guardarlo. Nei suoi occhi vidi muoversi qualcosa.
L'Ikreed scrutò Thor con serietà. -Calma, principe!- Urlò, per farsi sentire. -Non è il caso di arrabbiarsi. Sto solo esponendo alcune semplici verità. Come il fatto che io morirò..- si voltò verso Loki -.. e che tuo fratello verrà con me.-
Successe tutto molto rapidamente.
L'Ikreed fece un gesto molto semplice, che però non riuscirei mai a descrivere. Sembrò quasi smettere di trattenere il respiro, o lasciare andare un singhiozzo.
Si illuminò di luce purpurea, che sembrava provenire da dentro il suo stesso corpo..
Io capii subito cosa stava per succedere.
-Loki!- Urlai, e scattai in avanti.
Corsi verso di lui.
Davanti a me, Loki si voltò.
I suoi occhi si fecero impauriti. -Leah! No! .. Stai indietro!-
Ma era troppo tardi.
Un'esplosione di uno spietato lampo violaceo.
Fu immediato e distruttivo.
Mi investì in pieno, e io avvertii in ogni singola cellula del mio corpo il disfacimento totale, una morte rapida e improvvisa.
Non avevo mai pensato seriamente alla morte, e in quel breve quarto di secondo non riuscii a farlo come avrei sperato.
Posso solo dire questo. È vero che c'è una luce calda e consolante.. Ed è vero anche che rivedi tutte le cose più importanti..
Hanno ragione quando dicono che vivi più in quell'istante che in tutta la tua vita.
Loki si sarebbe salvato, Loki era un dio, il suo corpo era più forte.
Addio, mio coraggioso Asgardiano. Spero che troverai la forza per prendere in considerazione ciò che ti ha detto l'Ikreed.
E scegliere di non crederci.


  
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