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Autore: Sere_Horan    19/11/2012    6 recensioni
«Quindi se non fosse stato per te io sarei morta, giusto?» gli chiesi, anche se leggermente accigliata.
Odiavo quel sorrisino perennemente malizioso che aveva.
Era... irritante.
«Possiamo dire così, Jessica
Si avvicinò a me e mi sfiorò il braccio destro con la punta delle dita.
Rabbrividii.
«Non puoi resistermi. Nessuno può.» affermò, sicuro.
«Ti dimostrerò che io posso, Tomlinson.» conclusi il discorso, alzandomi dalla sedia ed uscendo dalla cucina.
Lo odiavo.
O forse era qualcos'altro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 18

Over Again.

 
 
Jessica’s p.o.v
 
«Marcus, te l’ho detto: sto andando a lavoro! Non stressarmi l’anima, verrò a trovare Harry quando ne avrò tempo. – smisi di parlare un secondo e lo sentii sospirare dall’altra parte. – E verrò quando non ci sarà nessuno.» conclusi, accentuando quella parola nonostante mi si strozzasse in gola.
«Va bene, ho capito. Ma verrai?» chiese nuovamente lui, quasi ne volesse conferma.
«Ti ho detto di , e ora smettila di rompere. Ci vediamo a casa.»
Riattaccai. Era noioso quando voleva, ma non aveva tutti i torti. Me n’ero andata di quella casa piena di rabbia verso tutti loro, Harry incluso, quando invece era quello che non aveva fatto nulla.
Scossi la testa per scacciare quei pensieri e continuai a camminare spedita fino al palazzo dell’agenzia dove lavoravo: entrata lì dentro non pensai più a niente se non al lavoro che mi aspettava.
 
 
Mancavano venti minuti circa alla fine della giornata. Erano le sei e mezza di sera e non ne potevo letteralmente più. Fuori era già buio e tutte le luci della città erano accese, facendo venire i capogiri solamente affacciandosi dalla finestra.
Sentii qualcuno bussare alla porta e, senza alzare gli occhi dai curriculum delle nuove ‘reclute’, azzardai un “Avanti” atono e svogliato.
«Signorina Parker, c’è una ragazza che vorrebbe sapere se riceve ancora a quest’ora.» disse la mia segretaria.
Alzai gli occhi e la guardai. «Dov’è?» le chiesi e lei mi mostrò il telefono che aveva sulle mani.
«Dille di passare domattina, stasera ho una commissione da fare.» risposi vaga, riportando lo sguardo sui documenti sotto di me.
«La ringrazia molto.» disse la ragazza, abbozzando un sorriso. Cercai di ricambiare ed annuii vaga, come per mandarla via. Ma poi mi ricordai di una cosa.
«Scusami Celine, – questo era il suo nome – potresti per caso informarti su un certo Niall James Horan? Vorrei sapere dove risiede.»
Lei annuì e richiuse la porta dietro le sue spalle, trascinandosi dietro la scia del suo profumo alla lavanda e il rumore dei suoi tacchi.
Guardai l’orologio e decisi di chiamare Marcus per sapere la situazione in ospedale.
Composi il numero, aspettai un po’ e mi rispose la segreteria.
Riprovai: di nuovo la segreteria.
Sbuffai e mi buttai all’indietro, sprofondando in quella comoda sedia nera in pelle e aspettando che arrivassero le diciotto e cinquanta per uscire da quella tana di ufficio.
Ma poi qualcuno bussò nuovamente alla mia porta: Celine.
«Ecco qua, signorina Parker, l’indirizzo e il numero telefonico del signor Horan. Posso fare qualcos’altro per lei?» chiese cortesemente, posando un post-it sulla scrivania con su scritti i dati.
Lo afferrai e lessi: era sempre quell’indirizzo. Era chiaro che non se ne sarebbe andato di lì.
Scossi la testa e la guardai sorridendo.
«No, grazie. Vai a casa e riposati.» le concessi, alzandomi dalla sedia.
«Grazie, buona serata.» disse lei dileguandosi. La guardai andare via e mi ricordò molto i miei vecchi modi di fare: essere sottomessa e obbedire ad ogni ordine non è una bella cosa.
Ma almeno quella ragazza lo faceva per sua scelta, attendendo una promozione, mentre io ero stata obbligata a farlo.
 
Marcus’s p.o.v
 
Vidi la chiamata persa da parte di Jessica e decisi di richiamarla.
Mi rispose subito dopo.
«Jess, che succede?» le chiesi, a bassa voce.
Mi guardai intorno in cerca di Niall che era rimasto lì tutto il giorno, in speranza di una comparsa di quella rossa tinta che era la mia coinquilina.
«Niente, ti ho chiamato per sapere come va lì.» mi rispose. Sentii il rumore di un motore e arrivai alla conclusione che doveva essere in autobus.
«Qui va, anche se non molto bene. Ero in sala operatoria: hanno operato Harry ma ora è fuori pericolo.»
«Come sarebbe che l’hanno operato? Che gli è successo?» ribatté lei, alzando la voce.
Vidi Niall camminare lungo il corridoio e guardarmi e io gli feci segno di avvicinarsi in silenzio.
«Lo sapresti se fossi venuta.» continuai.
Lei sbuffò e si schiarì la voce.
«Sai che non posso.»
«No, so che sei stupida. Ti avevo detto che non c’era nessuno e tu mi hai detto “Faccio tardi per il lavoro” e ho lasciato stare. Vieni adesso almeno, ti prego.» nel concludere quella frase non potei far a meno di guardare Niall. Si stava mordendo insistentemente il labbro e i suoi occhi si erano riempiti di lacrime e speranza, di nuovo.
Dall’altra parte della linea si sentì un sospiro rassegnato e un piccolo istante di silenzio, ma poi finalmente si decise a parlare.
«Va bene. Ma giuro che se c’è qualcuno di loro ti ammazzo.» mi minacciò, con le parole che le si strozzavano in gola.
«Bene, a tra poco.» risposi, sorridendo e chiudendo la chiamata. «Sta arrivando.» affermai poi, rivolgendomi a Niall.
Accennò un sorriso e si strofinò il viso tra le mani, sospirando.
«Non ci riuscirò.» confessò, mettendosi a sedere. Sbuffai e mi avvicinai a lui.
«Siete uguali! – sbottai e lui alzò il viso e mi fece segno di non capire – Tu e lei! Siete uguali! Sempre ad autocommiserarvi, a convincere voi stessi di non essere abbastanza! Ma perché lo fate? Cosa c’è che non va in voi?» chiesi, alzando le braccia al cielo.
Il biondo sembrò pensarci su un momento e poi si strinse nelle spalle, guardando la porta d’ingresso del corridoio.
«Ti consiglio di metterti dove non può vederti o si arrabbierà moltissimo, inizierà a piangere e scapperà.» dissi, allontanandomi da lui e lasciando che si preparasse.
 
Jessica’s p.o.v
 
Entrai nell’ospedale e rabbrividii: ero troppo vulnerabile in quel posto.
Scossi la testa diverse volte e salii diretta le scale fino al piano della riabilitazione, un piano che conoscevo molto bene.
Abbassai la maniglia della porta gialla e camminai lungo il corridoio, dove Marcus si avvicinò a me e mi abbracciò.
«Lui è là.» disse poi, indicandomi una porta bianca con su scritto ‘125’.
Sospirai e, dopo avergli lanciato un ultimo sguardo, entrai.
Sentii un’ondata di caldo sparata sul mio viso e mi venne naturale chiudere gli occhi, per poi riaprirli, con un minimo desiderio di non trovarmi lì ma a casa mia, non quella di Marcus. Quella casa dove avevo conosciuto quei cinque ragazzi, quella casa che mi aveva aiutata a diventare una persona migliore ma che ora mi metteva paura più della mia stessa vita.
Ma mi ritrovai lì, in una piccola stanza con un angelo dai riccioli color ebano sdraiato su un letto bianco. Aveva la testa fasciata, il viso contornato da lividi e, per un attimo, mi ricordò Niall, le notti passate in ospedale con lui, tutte le lacrime, la rabbia, l’amore e l’odio che avevo provato nei confronti di quel luogo. Sospirai rumorosamente e mi avvicinai a lui piano, per raggiungere la sedia a fianco al letto e mettermi a sedere. Il perpetuo ticchettio del conta-battiti mi alterava i nervi, ma mi spaventava allo stesso modo. Avevo paura che potesse fermarsi, proprio in quel momento, con me lì e che lui non si sarebbe svegliato mai più.
Era sospeso su un filo leggero, fragile e sottilissimo, troppo facile da spezzare. E se quel ticchettio si fosse fermato e quel filo si fosse spezzato, l’ultima speranza che avevo nell’essere ancora amata da qualcuno sarebbe svanita. E non volevo che svanisse. Non volevo, perché Harry mi era mancato tantissimo, forse più di tutti gli altri, Niall incluso. Avrei voluto vedere il suo sorriso, sentire la sua risata e sapere che per una volta le cose andavano finalmente per il verso giusto. Ma questo no, non era possibile. Per l’ennesima volta stavo chiedendo troppo.
 
Niall’s p.o.v
 
«Niall, che stai facendo ancora qui? Sbrigati ad entrare prima che se ne vada!» mi rimproverò Marcus.
Rimasi a fissare la figura di quella bellissima ragazza attraverso il vetro della porta d’ingresso alla stanza di Harry e non riuscii a fare altro che schiarirmi la voce e tirar su con il naso pur di non piangere.
Mi voltai verso Marcus e lo guardai, scuotendo la testa.
«Non ci riesco.» abbassai gli occhi.
«Non è vero, invece. “Non ci riesco” è una frase che solo i disabili possono permettersi di dire! Tu puoi farlo ed hai tutte le motivazioni per entrare lì dentro, sbatterla contro il muro e baciarla fino a quando non riuscirete a respirare entrambi. Se non lo fai è perché non vuoi, e il discorso è diverso.»
«Io voglio, però…»
«No che non vuoi o saresti già lì dentro. – fece una pausa ed iniziò a camminare intorno a me, grattandosi la nuca come se stesse facendo una profonda riflessione. – Ora dimmi, a te basta vederla e sapere che sta bene oppure vuoi tornare a sentirti dire “Ti amo, non lasciarmi mai più”?» mi chiese, piegando appena la testa verso destra.
«Non lo so. So solo di amarla ma di non avere il coraggio di affrontarla.» ammisi, tornando a fissare la punta delle mie scarpe. Lui sospirò e si avvicinò nuovamente a me.
«Lei è cambiata, molto. Però è cambiata in meglio: è così fragile e inerme che non avrebbe il coraggio di uccidere una mosca, ora come ora. Figuriamoci se ha il coraggio di dire di no a te!» sbottò, rimanendo sempre col tono della voce basso e pacato.
Sospirai e lui poggiò una mano sulla mia spalla.
«Puoi farlo.»
«Avevi ragione: non voglio.»
Tirai su nuovamente con il naso e, dopo aver afferrato il mio cappotto dalla sedia, corsi per le scale fino ad uscire.
Iniziai a camminare verso il centro, in un lungo marciapiede circondato da villette che sembravano tutte uguali in quel momento. Affondai una mano nella tasca dei pantaloni e tirai fuori una sigaretta e l’accendino. Non fumavo, ma quando ero stressato, solo, triste oppure solamente confuso lo facevo per rilassarmi e, magari, per trovare delle risposte. Accesi la sigaretta e la portai alla bocca con fare “esperto”, continuando a camminare senza meta in giro per Doncaster.
Più fumo usciva dalla mia bocca tutto insieme, più una sensazione di vuoto e tranquillità mi avvolgeva, come se tutto il resto del mondo sparisse ed io rimanessi lì, a guardarlo andare via, senza il potere di fermarlo o di far qualcosa, qualsiasi cosa per svanire con lui.
Avevo sbagliato nell’andarmene via in quel modo: avrei dovuto affrontarla ed affrontare la realtà. E sì, forse anche sbatterla contro il muro e baciarla, ma prima avrei dovuto dirle che l’amavo e che non mi importava niente di quello che era successo. Io l’amavo e basta.
Ma se davvero l’amavo, l’errore di perdere un’occasione un’altra volta l’avevo fatto io.
 
Jessica’s p.o.v
 
Rimasi lì a lungo, a pensare e a parlare con Harry, pur sapendo che non mi avrebbe sentita.
Quando uscii Marcus mi si precipitò letteralmente addosso.
«Andiamo a casa?» mi chiese, come se avesse dimenticato il fuoco acceso e avesse paura che scaturisse un incendio.
«Io torno a piedi.» risposi e lui mi guardò come se fossi pazza. Sorrisi.
«Ma è…»
«… notte, e lo so. – lo interruppi, per poi continuare sulla mia strada. – Però ho bisogno di stare da sola.» mi giustificai, sospirando.
Socchiuse gli occhi e mi osservò attentamente.
«Tu speravi ci fosse qualcuno
Roteai gli occhi e sbuffai. Non lo avrei mai ammesso, ma era la verità. Volevo rivedere Niall e sapere che stava bene, ma non ci sarei mai riuscita. Non potevo guardarlo negli occhi senza provare rimpianti o sensi di colpa dopo tutto quello che gli avevo fatto passare.
Marcus sorrise tra sé e sé e si avviò verso l’ascensore.
«Ci vediamo a casa ma non fare tardi.» si raccomandò. Io annuii vaga e scesi per le scale, per poi uscire ed iniziare a camminare lungo il marciapiede che portava al centro.
Io e Marcus abitavamo vicini all’ospedale, poco distanti dal centro. Per arrivare a casa avrei dovuto attraversare il parco e poi la piazza, luoghi tranquilli e popolati, soprattutto in quel periodo, quando Natale era alle porte.
Era freddo.
Non appena arrivai al parco sentii qualcosa di ghiacciato posarsi sulla mia guancia ed alzai gli occhi al cielo: milioni di piccoli, candidi e freddi fiocchi di neve cadevano incessantemente a terra.
Dei bambini poco distanti da me iniziarono ad urlare e saltare di gioia e anche io sentii una strana felicità avvolgermi, ma non riuscii nemmeno a sorridere. E non era per il freddo.
Era soltanto la consapevolezza che sarebbe passato un altro Natale triste e che lo avrei passato da sola o in ufficio.
Scossi la testa e ripresi a camminare a testa bassa, osservando come quei fiocchetti aderissero perfettamente al suolo. Ma poi mi arrivò una spallata fortissima e la borsa mi cadde.
 

Niall’s p.o.v

 

Stava nevicando.
Sbuffai e continuai a camminare, a testa bassa, senza badare a niente e nessuno. Continuavo a fissare le mie scarpe senza importarmene del mondo. Ma poi, per sbaglio, urtai qualcuno e sentii delle cose cadere.

 
Sbuffai e mi chinai a raccogliere la mia roba, seguita da colui o colei che mi aveva quasi fatta cadere.
«Scusami, non volevo..»
Sentii quella voce e rabbrividii. Alzai il viso e mi trovai davanti a due occhi azzurri e arrossati, stanchi. “Non può essere” pensai, senza riuscire nemmeno a respirare.
 

Quando alzai il volto mi ritrovai davanti due occhi verdi contornati da matita nera. Rabbrividii.

 
Rimanemmo in quella posizione a guardarci per un tempo che sembrò interminabile, fino a quando lui non si schiarì la voce e si rialzò. Anche io mi ricomposi, ma non sapevo davvero cosa fare.
 

Quando mi alzai lei fece lo stesso. Non riuscivo a respirare, il mio cuore era fuori controllo. Sarei morto se non fosse stato che avevo voglia di vederla sorridere.

 
«Le tue cose. Scusa ancora.» disse, porgendomi alcuni fogli caduti dalla mia borsa.
«Grazie.» risposi io, alquanto fredda e imbarazzata.
Sospirò. Perché non parlava? Perché non diceva niente che potesse sciogliere la situazione?
 

«Sono felice di rivederti.» ammisi dopo un po’.

 
Sentendo quelle parole alzai di nuovo il viso e sorrisi.
 

La vidi sorridere e il cuore perse un battito, forse anche due.

 
 Sentii un rossore invadermi le guance ma non mi importò, a dire la verità.
«Anche io.» risposi e lo vidi sorridere.
Gli occhi si riempirono subito di lacrime.
 

Sentii gli occhi bruciare di nuovo e mi venne una voglia immensa di abbracciarla.

 
Mi ritrovai stretta tra le sue braccia e un singhiozzo mi scappò via. Non so ancora perché mi abbracciò, ma mi rese felice.
 

Quando la sentii singhiozzare contro il mio petto rabbrividii e la strinsi ancora di più a me. “Non ti lascerò andare questa volta, te lo prometto” pensai, ma il coraggio di dire quelle parole andò a farsi una gita in campagna in quel momento.
 



 


Spazio ai pinguini!
Buonassssssera cente! (?)
Avete visto 'sto tizio qui sopra? Jdfghjkjhgvfcdxfghjk è la cosa più bella che io abbia mai visto. :')
Vorrei raccontarvi una cosa... (Se non avete tempo per leggere andate direttamente all' "anyway", ma spero rimaniate a leggere anche quello che ho scritto qui!)

Stanotte non riuscivo a dormire, così mi sono messa a sentire una canzone (http://www.youtube.com/watch?v=Ie9VxRF7ucM&feature=g-all-u ma sappiate che crea dipendenza lol) e ho pensato a taaaaaaaaaaante cose, ma soprattutto ai ragazzi, a come mi abbiano cambiato la vita, al Larry Stylinson che questi giorni sta destando molte polemiche (tanto che LouLou è arrivato a rispondere male a una fan), a come mi abbiano fatto conoscere delle persone fantastiche, tra cui voi, e a come mi abbiano fatto capire che non c'è niente di sbagliato nel sognare e nel credere nei propri sogni.
Vedete, io prima di conoscerli non ero così. Chiedete anche in giro ai miei amici, genitori, parenti o chi volete (anche ai pinguini eh, non si offendono lol) ma da quando ho premuto per sbaglio quel 'watch now' sul video di Gotta Be You la mia vita è cambiata.
Non so perché, ma ho sorriso.
Da quel giorno non sono riuscita ad andare avanti senza una loro foto, senza sapere che stavano bene o senza vedere uno dei video diary.
Ho provato a parlarne con molte persone, mia madre inclusa - che continua a dirmi che sono malata -, ma nessuno mi capisce.
E bè, questa notte mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi a fissare il vuoto e con la mente invasa da loro.
Devo ammetterlo: ho avuto il mio periodo bimbominchioso e se potessi cancellerei quell'arco di tempo dalla faccia della terra, ma tutto serve per migliorare, non credete?
Tutto serve per capire. Loro mi hanno fatto capire che non occorre avere un fisico perfetto, un viso senza difetti o il make-up sempre su per essere bellissime, loro mi hanno fatto capire che sono speciale e unica così come sono, senza tanti accessori frivoli. E soprattutto mi hanno aiutata a crescere. Non nego di avere forti disturbi mentali (basta guardarli per capirne il motivo AHAHAHAHAHAHAHAHAH) ma non me ne vergogno: loro sono il mio sorriso. Gli altri potranno anche criticare, ma non sapranno mai cosa significa amare qualcuno tanto quanto io - e credo anche voi - amo quei cinque coglioni. :')
Il tutto era solo per dire grazie. A loro e a voi. Molte e molti di voi mi hanno vista crescere da Broken, altri mi seguono da Before the rain, altri direttamente da questa storia ma non importa, perché se ci siamo "conosciuti" è stato grazie ai ragazzi e credo sia la cosa più bella che potesse accadere.
Ora me la faccio finita e passo al capitolo. u.u

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNYYYYYYYYYYYYYYYYWWWWWWAY...
(molto faiga come cosa lol)
allora, contente? Si sono ritrovati! loool
No bellezze, non credete che le cose miglioreranno. Sapete che con me tutto è possibile muahahahahahah.
Poi non ho seguito molto la traccia degli spoiler dell'altra volta perché - dato che in questo capitolo non ne metterò u.u - quelli valevano per questo, il prossimo e forse anche il prossimo ancora :)
La storia si sta dilungando, ma sinceramente non mi importa. Non farò una cosa lunghissima, ma nemmeno corta come le altre.
Vi ricordo solo che la nuova è già in cantiere (loool) e che sarà molto diversa da questa e, secondo me, anche dalle altre due precedenti. 
Se vi piacciono i miei monolighi la amerete! (?)
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH no.
Allora, vorrei solamente una cosa.. Siccome sono indecisa tra due nomi per la protagonista della nuova storia, vorrei che voi mi diceste quello che vi piace di più così facciamo una cosa interattiva (wtf?!) yeeeeah!
Le proposte sono:
1)
Hope
2) Cassie

A me piacciono tutti e due e non so davvero quale scegliere!
Okay, detto questo io vi lascio perché devo ripassare Greco çwç
A volte mi chiedo cosa mi fumai la sera che scelsi il liceo classico. Dev'essere stata una droga più pesante di quella di Jawaad, sisi. lol




Uh yeah! 

Bene bellezze, lasciatemi qualche recensione e fatemi sapere che ne pensate. :')
Cercherò di aggiornare presto com'è successo per questo capitolo!
Un bacione grande grande a tutte! Sciau!

Serena ♥





#SoProudof1D

  
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