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Autore: black 91    07/06/2007    4 recensioni
E se si fosse salvato un altro sayan oltre a quelli che già noi conosciamo? se fosse atterrato proprio sulla nostra Terra? la mia storia parte dal presupposto che il pianeta di Goku & co non sia la Terra, ma Earth (che poi è Terra in inglese). non mi resta che augurarvi una buona lettura, spero solo che vi piaccia, e mi raccomando, commentate.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Goten, Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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zoe

CAPITOLO 19: IL MATRIMONIO

 

Erano passati due mesi dal fidanzamento, i due erano al settimo cielo, non passava giorno che non si vedessero, anche solo per un attimo, per un saluto, una carezza, un bacio.

In quel momento Goten stava sudando freddo, la mano gli tremava, cercava di essere il più preciso possibile, facendo mente locale riguardo alla situazione, doveva andare avanti, non poteva fermarsi, perché in quel momento erano solo in due, lui e lei: la biro che avrebbe usato per scrivere le risposte dell’esame finale.

Quel mattino si era alzato di buon ora per ripassare, per dare un’ultima occhiata agli argomenti dell’esame, sapeva tutto alla perfezione, non gli sfuggiva nulla, ma allora perché in quell’aula era così agitato? La maglietta cominciava a farsi troppo pesante, sognò l’aria condizionata e un bel bagno in piscina… NO! Non in quel momento, doveva pensare solo al compito, solo ed esclusivamente a quello stramaledettissimo foglio che avrebbe deciso del suo futuro. Dei loschi personaggi occhialuti lo avrebbero osservato, notando anche la più piccola imprecisione nelle risposte, non poteva assolutamente permettersi di sbagliare.

Lesse le domande, una ad una, aveva tutto il tempo che voleva, le risposte non erano così difficili, cominciò a scrivere con la sua penna, il nero delle parole cominciava a delinearsi sul foglio, le risposte erano corrette, non poteva essere altrimenti.

Il tempo scorreva velocemente, ma lui era a buon punto.

Dopo alcune ore chiuse la penna, il fascicolo con il foglio con le risposte, si alzò e consegnò il tutto al grande bancone, scrutò tutti i professori che lo guardavano con aria severa, si allontanò, quelli gli mettevano soggezione.

Non appena fu fuori vide una persona che non si aspettava che fosse lì in quel momento: Trunks, il suo migliore amico.

-ehi! Ciao Goten! Allora, come è andata?-

-io spero proprio che sia andata bene… ma che ci fai qui?-

-sono venuto a vedere come te la cavavi-

-non c’è male…-

-sembri tranquillo… eppure tra una settimana ti sposi-

-non sono mica il tipo che si agita, io- disse indicandosi fieramente.

-sì… certo… come no…-

-simpatico… e a te? Come va con la terrestre?-

-abbiamo appena avuto un periodo difficile, ma ora fila di nuovo tutto a gonfie vele, pensa che si è trovata un lavoro a Satan City!-

-a Satan City? Ma allora è una cosa seria se si è trasferita sul tuo stesso pianeta- disse Goten maliziosamente, provocando il rossore dell’amico.

In quel momento sembravano entrambi degli adolescenti, scherzavano proprio come dei liceali, era come se il tempo non fosse mai passato, per un pomeriggio si dimenticarono dei propri impegni e preoccupazioni, dedicandosi al rilassamento sulla spiaggia con un cono gelato in mano.

Nel frattempo la nostra povera Zoe si stava subendo le incessanti chiacchiere di non una, non due, ma ben tre donne pettegole: Marron, Bulma e Chichi, che l’avevano gentilmente accompagnata a fare spese per il matrimonio, il che includeva anche il famoso vestito da sposa. Potete solo immaginarvi il casino.

-guarda Zoe, questo vestito è un incanto, provalo!-

-prova anche questo, ti starà da dio!-

-non puoi non provare questo, sembra fatto apposta per te!-.

La neo fidanzata stava per scoppiare, il suo istinto sayan le diceva di farle fuori tutte e tre, ma non poteva, avrebbe combinato un casino inutile e poi quelle tre donne deliranti erano sue amiche, dopotutto.

Ad un certo punto, mentre camminava da sola in mezzo ai vestiti esposti, le cadde l’occhio su uno in particolare.

-ehi Zoe! Finalmente ti ho trovata! Guarda questo! Non sembra anche a te che stia dicendo “comprami, comprami!” … ma mi stai ascoltando?- Marron era arrivata lì di corsa, cercava l’amica da un po’ per mostrarle la sua ultima trovata, ma si accorse che lei stava guardando altrove.

-credo proprio che proverò questo- disse la sayan in modo convinto.

-questo? Ma… è molto semplice…- rispose Marron un po’ sconcertata.

Effettivamente l’abito scelto da Zoe era veramente semplice, ma l’amica dovette accettarlo, per quanto orgogliosa che fosse, Zoe aveva i suoi gusti, che non si addicevano ad una persona aristocratica, come lo era lei o Bulma, ma si addicevano a quella bimba dall’animo puro e un po’ scontroso quale era la ragazza cresciuta che aveva davanti, nonostante tutto era sempre lei, con i suoi pregi, ma anche con i suoi difetti.

-e va bene, mi hai convinta, dai provalo, vediamo come ti sta…- disse Marron con un tono di rassegnazione.

-grazie Marron!!- la ragazza dai capelli rossi si diresse tutta felice verso il camerino.

L’amica bionda sospirò, possibile che in tutti quegli anni non era riuscita a passarle nemmeno un minimo del suo buon gusto? Andò a chiamare anche Chichi e Bulma, dovevano esserci anche loro quando Zoe sarebbe uscita dal camerino.

Dopo pochi minuti la tendina si scostò ed uscì solo la testa della ragazza, sembrava avere qualche problema.

-ehm… non è che qualcuno mi darebbe una mano?-.

Le tre donne rimasero scioccate, non riusciva neanche ad allacciarsi un vestito da sola… era il colmo.

-vengo io cara, certo che quando devi salvare il mondo non hai bisogno di nessun aiuto, vero?- disse Bulma.

-è una cosa diversa… tu non puoi capire…- rispose la sayan un po’ offesa.

-scusami, non era mia intenzione offenderti- le disse la donna dai capelli turchini sorridendo.

Poco dopo Zoe era pronta, le altre dovettero ammetterlo, su di lei quell’abito non sembrava più così semplice, lei lo rendeva perfetto in ogni particolare, sì, era quello giusto… senza notare il notevole risparmio! (questa me la potevo anche risparmiare…).

 

Zoe tornò a casa, posò il sacchetto col vestito da una parte e ne tirò fuori il contenuto, non le importava di quello che pensava la gente, a lei piaceva quel vestito bianco, e le piaceva anche come lo indossava.

Andò davanti al grande specchio che c’era in camera sua col vestito in mano, se lo mise davanti, come se l’avesse addosso, sorrise e fece una giravolta su un piede, poi mise il gioiellino che aveva tra le mani su un appendino lo nascose nell’angolo tra il muro e l’armadio, cosicché non lo vedesse nessuno, soprattutto lui, Goten.

Stava calando la sera, decise di farsi una doccia prima di mangiare, aveva un sorriso indelebile disegnato in volto, ancora stentava a crederci, entro sette giorni si sarebbe sposata, avrebbe vissuto nella stessa casa di Goten, avrebbero condiviso lo stesso letto per il resto della loro vita e questa era una cosa fantastica.

Aprì la manopola dell’acqua calda, poi quella fredda, per regolare la temperatura del getto e lasciò che gli zampilli le colpissero dolcemente il viso, sentì un brivido alle labbra, l’acqua le faceva il solletico, in quei momenti era in pace con se stessa.  

Uscì dalla doccia avvolta da un grosso asciugamano, si asciugò come poteva, ma sul pavimento scendevano ugualmente delle gocce dal suo corpo.

Si pettinò i capelli bagnati, cercando di metterli con la piega giusta, anche se non le importava molto il fatto di avere i capelli messi in modo perfetto.

Quando alla fine si era completamente asciugata si accorse che non trovava i pantaloncini che usava a casa.

“dove possono essere finiti…”.

Fece un giro per la casa e ne vide un lembo sotto al divano.

“devo averli lasciati qui l’ultima volta che è venuto Goten…”.

Si chinò per prenderli ma notò che  non c’erano solo loro sotto al divano, c’era anche un alto libro, cercò di tirarlo fuori e si accorse che era il suo vecchio album di foto.

Cominciò a sfogliarlo, quanti ricordi! Ma una foto in particolare attirò la sua attenzione, l’aveva scattata Gohan a tradimento durante un pic-nic, ricordava bene quel giorno, aveva sette anni. Nella foto c’erano lei e Goten seduti sulla coperta, lui le stava dando un bacino sulla guancia e lei mostrava una faccia visibilmente schifata.

Era stato il suo primo bacetto e si stava accorgendo solo ora di quanto fosse stato importante come gesto, tra di loro c’era stato sempre di più di una semplice amicizia o stima reciproca.

Andando avanti a sfogliare le pagine notò un’altra foto che risaliva al suo decimo compleanno, in questa c’erano loro due e anche Trunks, erano in piedi sulle sedie davanti al tavolo con una grossa torta, la bambina era in mezzo ai due maschi e tutti e tre esultavano, ma si poteva ben notare le manine intrecciate di Zoe e Goten, probabilmente era stata una cosa involontaria, ma significava molto.

Poco dopo qualcuno bussava alla porta, era proprio lui, e a giudicare dall’aura lucente sembrava proprio di buon umore.

-ehi! Ciao Zoe!-

-ciao Goten… perché tutta questa allegria?-

-è una cosa troppo bella, dovevi per forza essere tu la prima a saperla!-

-ok… vuoi entrare?-

-certamente!-.

Il ragazzo entrò in quella casa che ormai conosceva fin troppo bene e si sedette sul divano si fianco a Zoe, le prese le mani.

-ascolta, ho appena ricevuto una telefonata, era dalla scuola… mi hanno detto che ho superato l’esame!-

-sul serio? Ma è una cosa magnifica! Hanno fatto presto-

-già, hanno saputo che a breve mi sarei sposato… pensa che mi hanno fatto addirittura gli auguri… e allora l’hanno corretto subito il mio compito-

-wow, allora bisogna festeggiare!-

-che ne dici di venire da me? Stasera mia madre cucinerà i suoi manicaretti-

-allora non posso proprio mancare! Aspetta che mi preparo, ci metto pochissimo-.

Il ragazzo rimase solo nella stanza, diede un’occhiata e notò l’album aperto dall’altra parte del divano, c’erano le foto di una loro vacanza al mare, avevano quindici anni e stavano facendo un combattimento sulla sabbia, ma in quel momento erano in una posizione equivoca: lui era sdraiato, sottomesso, e lei era seduta sulla sua pancia e con le mani lo immobilizzava ai polsi, ma in quel momento si stavano guardando, Goten ricordava quel momento, i loro volti erano talmente vicini che sarebbe bastato un niente per far sì che le loro labbra si congiungessero, ma alla fine non era successo, perché nella mischia si era aggiunto anche Trunks, probabilmente ignaro della situazione magica che si stava creando, quella foto l’aveva scattata Marron, era sempre stata convinta che i due fossero innamorati e cercava tutte le volte di trovarne delle prove. Aveva ragione, anche se i due diretti interessati avevano negato più di una volta con un certo rossore in volto.

Quanti ricordi!

La ragazza dai capelli rossi fece finalmente la sua comparsa, così, preso a braccetto il suo uomo, si diressero verso casa Son.

La serata fu splendida, Chichi era un’ottima cuoca e poi c’erano invitati anche Gohan, Videl e Pan, mancava solo Goku.

Alla fine rimasero solamente Chichi, Goten e Zoe che stavano discutendo ad un tavolo posizionato in giardino.

-che emozione ragazzi! Voi vi sposerete… è un passo molto importante- disse la donna come se stesse insegnando loro una lezione di vita.

-ah…- sospirò ancora con gli occhi che cominciavano a luccicare –mi viene in mente del mio matrimonio con Goku, è passato tanto tempo, ma è come se fosse successo ieri… anche noi ci siamo sposati dopo un torneo e per me è come rivivere quel magnifico momento… godetevelo al massimo ragazzi, perché non vi capiterà mai più di essere così felici- quest’ultima frase la disse con un tono d’amarezza, in fondo non era da biasimare, povera donna, il marito appena poteva la lasciava sola, al suo destino, senza pensare che lei ci stava male, tremendamente male, anche se cercava in tutti i modi di nasconderlo, insomma, lei era la moglie dell’uomo più forte dell’intera galassia, forse dell’universo intero, non poteva permettersi delle stupide debolezze, cosa avrebbe pensato lui? Lei era la donna forte, la cosiddetta Penelope che aspettava il marito sempre e comunque, nel bene e nel male, anche se tutto ciò le pesava da morire; più di una volta aveva pensato di lasciarlo perdere, di arrendersi e passare ad altro, ad una vita più semplice, ma poi le veniva in mente l’espressione di lui, la sua fame incredibile e la sensazione che provava al leggero tocco dei suoi polpastrelli sul corpo di lei, ai salti di gioia che faceva il suo cuore ogni qual volta lui sorridesse, Goku si era impossessato del suo corpo e della sua anima e lei sapeva che se fosse tornata indietro, l’avrebbe sposato comunque.

Dopo un po’ se ne andò anche Zoe, si stava facendo tardi e non voleva disturbare oltre, rimasero soli Chichi e Goten.

-mamma, pensi che papà verrà al matrimonio?- chiese il figlio con un tono un po’ triste.

-io lo spero tanto, Goten… lo spero davvero-.

La donna era di spalle, stava lavando i piatti, guardò fuori dalla finestra, la luna era offuscata dalle nuvole e non poteva manifestare tutta la luce che avrebbe potuto dare, nell’osservare la purezza di quel corpo celeste impedita da quell’ostacolo le scese una lacrima, ma non era colpa delle nuvole, era colpa dell’assenza crudele di Goku.

Il foglio la osservava, aveva percepito la sua malinconia profonda, aveva imparato a riconoscerla fin da bambino, quando di tanto in tanto sentiva i singhiozzi della madre provenire dalla sua camera, mentre pronunciava il nome della persona desiderata.

-ma se mancherà a questo avvenimento così importante, appena torna io lo concio per le feste a Goku- disse Chichi girandosi e dando un pugno alla mano opposta aperta, ancora una volta aveva dimostrato di sapersi controllare, aveva assunto un carattere forte ed era una donna da ammirare.

 

Il grande giorno non si fece attendere, il matrimonio si sarebbe svolto all’aperto e come celebrante non poteva non essere proprio Dende.

Goten aveva lo stesso vestito che aveva usato suo padre, quello bianco, ed era su una specie di altare tutto tremolante, in compagnia di suo fratello.

-Goten, rilassati, non devi agitarti così tanto-

-lo dici proprio tu che stavi per svenire durante la cerimonia?-.

Gohan arrossì, il fratellino non aveva tutti i torti, ma non era carino ricordaglielo.

-scusa se sto cercando di aiutarti…- rispose offeso.

-scusami tu… accidenti, non ne faccio una giusta oggi-.

Il futuro sposo sembrava una foglia al vento, non si era mai sentito così prima d’ora.

-Gohan, dimmi la verità, papà non ci sarà, vero?-

-non essere così pessimista, io sono sicuro che verrà in qualche modo, magari facendo una delle sue entrate in scena-.

Gohan cercò di essere il più convincente possibile, anche se dubitava di quello che diceva, ma qualcosa gli diceva che il padre sarebbe arrivato, sempre che gli fosse giunta la notizia del matrimonio.

I due erano assorti nei loro pensieri e non si accorsero della persona che si stava avvicinando, passo dopo passo.

-ciao ragazzi! Vi trovo in forma!-.

Non ci potevano credere, era proprio lui, era Goku ed era lì, di fronte a loro, incapaci di dire alcun che, erano sbalorditi, splendidamente sbalorditi.

-bhè… che vi succede… non siete felici di vedermi?- chiese Goku sorridendo.

Il figlio maggiore non si fece attendere e corse immediatamente dal padre che lo accolse con le braccia aperte, gli era mancato tantissimo, la sua assenza non era mai piacevole. Goku si staccò dall’abbraccio e si diresse verso l’altare, dove c’era ancora Goten immobile.

-figliolo, quanto sei cambiato, ora sei un uomo, fatti abbracciare…-.

Il figlio si scansò dall’abbraccio, il padre lo guardò preoccupato.

-che ti succede…-

-io… io sono veramente felice che tu sia venuto, ci speravo tanto, ma mi stavo già rassegnando al fatto che tu non ci saresti stato-

-e perché pensavi ad una cosa simile?-

-perché tu per me non ci sei mai stato veramente, quando sei tornato ho passato gli anni più belli della mia vita insieme a te, ma poi te ne sei andato un’altra volta e io ho sofferto, non voglio soffrire ancora, perciò devi farmi una promessa: o resti qui alla cerimonia e non parti più, o te ne vai adesso, ma se lo fai, non tornare-.

La proposta del figlio era precisa, Goku avrebbe dovuto rinunciare al suo animo viaggiatore per restare per sempre insieme alla sua famiglia, in caso contrario doveva rinunciarci per sempre. Il sayan adulto lo guardava con gli occhi sbarrati, in fondo avrebbe dovuto aspettarsela prima o poi una cosa simile, se non da un suo figlio, almeno da sua moglie, Goten aveva lo sguardo immobile, era sicuro di quello che stava dicendo, così Goku prese la sua decisione.

-e va bene Gote, hai ragione, io sono stato assente, non sono un buon padre e so anche che non potrei rimediare agli anni che abbiamo perduto, ma ho deciso di restare con voi-

-dici sul serio?- l’espressione del minore era cambiata, ora era felice e sorpreso, aveva tanto sperato ad una risposta simile e ora stentava a crederci.

-sì, sul serio, non me ne andrò mai più, è una promessa-

-che bello papà, come sono contento!- Goten si lasciò andare in un abbraccio col tanto adorato padre, ormai sicuro che non l’avrebbe perso mai più, strinse la presa e Goku se ne accorse, ma non disse nulla, lui era un padre di famiglia, aveva delle responsabilità, ma se n’era veramente reso conto solo ora (della serie: meglio tardi che mai, eh?).

Piano piano i posti a sedere si stavano occupando, la cerimonia che si stava per svolgere era solo per i parenti e per i pochi conoscenti, una cosa intima, come voleva Zoe. Tutti erano entusiasti nel vedere Goku, sopratutti Chichi che si mise a piangere tra le sue braccia, le uniche dentro le quali si sentiva veramente al sicuro, i due si appartarono in un luogo dove non c’era nessuno.

-allora alla fine sei venuto…- disse lei con ancora le lacrime che le bagnavano le guance, Goku ne prese una con l’indice, era così piccola e delicata, proprio come la sua Chichi.

-non potevo mancare, e la sai una cosa? Io non partirò mai più, resteremo sempre insieme, non ti abbandonerò di nuovo, non voglio ripetere ancora questo errore, voi avete bisogno di me e io di voi, siete la mia famiglia-.

Il volto della donna si illuminò, come se brillasse di luce propria, questa notizia proprio non se l’aspettava ed era commossa nel sentirla.

-oh Goku…-

-non parlare, voglio essere io a dirlo per primo… ti amo Chichi-.

I due si avvicinarono e si diedero un bacio, forse il più bello e goduto della loro vita perché ora erano certi che non si sarebbero più separati.

Intanto gli invitati erano al completo, c’era anche la famiglia di Zoe, che era venuta dalla Terra con una navicella, ora mancava solo la sposa.

Arrivò una donna, seguita da una figura imponente, entrambi avevano un inconfondibile  anello sulla testa, erano Elena, la madre di Zoe, e Gui, il namecciano che l’aveva cresciuta, non mancava proprio nessuno.

Dende si era posizionato sull’altare, in attesa che la sposa facesse la sua comparsa.

Non ci volle molto, infatti alla fine del lungo corridoi di fronte all’altare erano comparse altre due figure, una piccola che prendeva sottobraccio un uomo dai capelli neri e perennemente scompigliati: Keth, il padre.

I due avanzarono, il vestito bianco strisciava per terra, ma a nessuno importava, erano tutti abbagliati dalla bellezza della sposa, la quale sentendosi tutti gli occhi addosso non potè fare a meno di arrossire e di stringere la stretta a suo padre, che la rassicurò con parole confortanti, proprio come si addiceva ad una padre degno di questo nome. Gli sposi si trovarono presto uno di fronte all’altro, si salutarono, erano molto tesi e al segnale di Dende tutti i presenti di sedettero, la cerimonia stava per cominciare. (non scrivo la cerimonia anche perchè non saprei che cosa dire…)

Verso la fine, il supremo disse la famosa formula, alla quale risposero entrambi gli sposi di sì (chiaramente…), poi diede loro il permesso di baciarsi, i due non se lo fecero ripetere una seconda volta e le loro labbra si congiunsero dolcemente, suscitando la commozione di molti presenti.

Dopo la cerimonia c’era un rinfresco davanti al prato della nuova abitazione degli sposi, che si trovava nel piccolo villaggio di zoe, al posto di quel vecchio catorcio di navicella che era la sua vecchia casa, ora rinchiusa in una capsula, per ricordo.

Erano tutti felici, le due famiglie si stavano conoscendo, era la prima volta che si incontravano e ora parlavano allegramente, gli sposi erano in mezzo alla folla, non avevano un momento per stare soli, Zoe sentì una mano toccarle la spalla, era la sua amica Marron.

-ciao Zoe, sono tanto contenta per te! Questo è un giorno importante, non dimenticarlo mai-

-certo! Come potrei? E anche se volessi ci saranno sempre troppe foto che me lo ricorderanno-

-eggià… scusami, la metà le ho fatte io… non ho potuto resistere…-

-non fa niente… per questa volta ti perdono-.

A loro si unì anche Giorgia, la cugina di Zoe, così fecero una chiacchierata proprio come delle vecchie amiche.

Verso sera gli invitati cominciavano ad andare, la famiglia di Zoe sarebbe rimasta a dormire alla capsule corporation, lì c’era spazio a volontà, prima di andare, si avvicinò Trunks agli sposi.

-ragazzi, in bocca al lupo e… dateci dentro eh?-.

I due capirono subito l’allusione del loro amico e diventarono tutti rossi, poi si avvicinò anche una ragazza con un bouquet, quello che aveva lanciato Zoe.

-complimenti ancora a entrambi, siete proprio una bella coppia- disse la ragazza.

-ciao tesoro, pronta per andare?- le disse Trunks.

-no!! Non mi dire che il mazzo di fiori l’hai afferrato proprio tu!!!- disse Goten sbalordito.

-sembrerebbe che tra breve si festeggerà un altro matrimonio- disse Zoe maliziosa.

-ma che dite?- cercò di giustificarsi l’amico.

-la tradizione non l’abbiamo mica inventata noi, sai?- rispose Zoe.

-lo so anche io ma…- Trunks venne fermato dalla ragazza che lo prese sottobraccio.

-eddai amore, in fondo hanno ragione, chissà che la cosa non si avveri…-.

Il povero ragazzo era imbarazzato al massimo, ci aveva pensato più di una volta a fare il grande passo, ma ancora non si sentiva pronto.

Alla fine se ne andarono tutti e rimasero i due sposi soli soletti.

-che giornata eh?- chiese Goten stanchissimo.

-puoi dirlo forte, ma io ho ancora un po’ di energie, tu?-

-oh, per quello risparmio sempre energia-.

Goten la prese in braccio e la portò dentro alla casa, andando verso la camera da letto, una volta arrivati la adagiò sul comodo materasso e cominciarono a baciarsi, poi si sdraiarono, lei sotto e lui sopra, Zoe cominciò a slacciargli la giacca per poi lasciarla cadere da qualche parte a terra. L’impeto aumentava sempre di più, la mano di Goten stava risalendo la gamba di lei e più saliva, più il sangue ribolliva nelle vene, poi con uno scatto, la ragazza capovolse la situazione, ora era lei a stare sopra e piano piano slacciò la cerniera che aveva sulla schiena per tirarsi giù il vestito, il sayan era estasiato, in quel momento voleva solo possederla, amarla come mai aveva fatto prima, voleva assaporare tutto quel corpo così esile e fragile in quel momento, Zoe gli slacciò la camicia bottone per bottone, sembravano infiniti, poi finalmente riuscì a denudare quel torace che amava, era così forte e al suo tocco magico ogni muscolo fremeva. Lui le sfilò il lungo vestito e anch’esso andò a posarsi sul pavimento, poi ritornò lui sopra di lei, aveva preso in mano le redini della situazione e aveva intenzione di mantenerne il controllo, cominciò a scendere a baciarle il collo, sempre più giù, soffermandosi sui seni morbidi, lei gli solleticava la schiena con le dita e questo faceva fuoriuscire gemiti di piacere dalla bocca di lui, dopo un po’ si accorsero che ciò non gli bastava più.

Da fuori sembrò che si fosse accesa una luce, ma erano solo loro due che si erano trasformati in super sayan all’arrivo dell’orgasmo.

Rimasero abbracciati per tutta la notte e si addormentarono l’uno cullato dal respiro dell’altro, pienamente appagati e felici.

 

Passarono i mesi e la loro vita di coppia andava alla grande, si amavano come il primo giorno, se non di più, ma ora Zoe era all’ospedale, precisamente in sala parto e stava soffrendo mica poco, era tutta sudata, mai avrebbe pensato che partorire fosse così doloroso, suo marito era ancora più sudato di lei ed era pallido mentre le stringeva la mano.

-dai ancora un ultimo sforzo! Disse il medico-.

Con un’ultima spinta il piccolo esserino fu fuori, la sua voce piangente si sparse per tutta la sala e dopo questo Zoe si addormentò all’istante, il travaglio era durato parecchie ore, la piccola creatura ci aveva messo del tempo ad uscire, si era fatta attendere fin dall’inizio.

Goten mollò la mano di sua moglie, stremato anche lui e quando se ne andarono tutti i medici, poggiò la testa sul lettino dove c’era Zoe e si addormentò a sua volta.

Dopo un po’ sentì delle dita che gli massaggiavano la testa, alzò gli occhi e vide Zoe che lo guardava.

-buongiorno!- gli disse.

-buongiorno tesoro- disse ancora un po’ assonnato e baciandola.

-hai visto piccolina, si è svegliato anche papà- disse Zoe ad una bimba che dormiva beatamente nella culla di fianco al letto.

I neo genitori rimasero a guardarla per un tempo indefinito, la piccola aveva i capelli neri e la coda da sayan, dopo un po’ aprì gli occhi e fece notare ai genitori che essi erano neri.

-amore, si direbbe che sia una sayan al cento per cento- constatò Goten.

Infatti la neonata aveva già i capelli piuttosto lunghi, ciò accadeva solo ai sayan, visto che la loro capigliatura non cambiava mai per il resto della loro vita.

-è pure esatto, perché sia io che te siamo eterozigoti per quanto riguarda la razza di appartenenza e può darsi che i due alleli sayan siano finiti in nostra figlia dando vita ad un omozigote…- Zoe lo zittì… non capiva molto di genetica, non le importava sapere tutte quelle cose, l’importante era che fosse il frutto del loro amore.

-senti, come la chiamiamo?- chiese lei.

-non ne ho idea… accidenti, dovevamo pensarci-

-io un nome lo avrei, spero che tu sia d’accordo-

-e quale?-

-io la chiamerei Elena, in onore di mia madre…-

-bene, perfetto, vada per Elena allora-.

Anche la piccola sembrò sorridere, poi quando il padre la prese in braccio, si beccò un calcio sul mento dalla piccola guerriera, andava domata, bisognava addomesticare quell’istinto sayan, sì, avevano intenzione di crescere una bella bambina, certo orgogliosa e un po’ scontrosa, ma anche giusta e leale, un po’ come Zoe, alla quale somigliava tantissimo per quanto riguarda il carattere.

 

 

 

 

 

Sono tornataaa!!! Qualche volta esco anche io dalla mia tomba... voglio ringraziare tutti quelli che mi leggono, ma soprattutto tutte le magnifiche ragazze che mi recensiscono: emyc, LORIGETA, 6very6 e martozza.

Questo capitolo diciamo che è l'ultimo, ma ci sarà anche un piccolo epilogo, non è indispensabile, ma vi prego di leggerlo e soprattutto di recensirlo. Però quest'ultimo non mi convinceva molto, ha qualcosa che non mi convince... ma non credo di poter fare di meglio, sono sotto stress, la scuola è quasi finita e io fatico a reggermi in piedi...

Alla proxima kissoni!!!!!

  
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