CAPITOLO 19: IL MATRIMONIO
Erano passati due mesi dal
fidanzamento, i due erano al settimo cielo, non passava giorno che non si
vedessero, anche solo per un attimo, per un saluto, una carezza, un
bacio.
In quel momento Goten stava
sudando freddo, la mano gli tremava, cercava di essere il più preciso possibile,
facendo mente locale riguardo alla situazione, doveva andare avanti, non poteva
fermarsi, perché in quel momento erano solo in due, lui e lei: la biro che
avrebbe usato per scrivere le risposte dell’esame
finale.
Quel mattino si era alzato di
buon ora per ripassare, per dare un’ultima occhiata agli argomenti dell’esame,
sapeva tutto alla perfezione, non gli sfuggiva nulla, ma allora perché in
quell’aula era così agitato? La maglietta cominciava a farsi troppo pesante,
sognò l’aria condizionata e un bel bagno in piscina… NO! Non in quel momento,
doveva pensare solo al compito, solo ed esclusivamente a quello
stramaledettissimo foglio che avrebbe deciso del suo futuro. Dei loschi
personaggi occhialuti lo avrebbero osservato, notando anche la più piccola
imprecisione nelle risposte, non poteva assolutamente permettersi di
sbagliare.
Lesse le domande, una ad una,
aveva tutto il tempo che voleva, le risposte non erano così difficili, cominciò
a scrivere con la sua penna, il nero delle parole cominciava a delinearsi sul
foglio, le risposte erano corrette, non poteva essere
altrimenti.
Il tempo scorreva velocemente,
ma lui era a buon punto.
Dopo alcune ore chiuse la
penna, il fascicolo con il foglio con le risposte, si alzò e consegnò il tutto
al grande bancone, scrutò tutti i professori che lo guardavano con aria severa,
si allontanò, quelli gli mettevano soggezione.
Non appena fu fuori vide una
persona che non si aspettava che fosse lì in quel momento: Trunks, il suo
migliore amico.
-ehi! Ciao Goten! Allora, come
è andata?-
-io spero proprio che sia
andata bene… ma che ci fai qui?-
-sono venuto a vedere come te
la cavavi-
-non c’è
male…-
-sembri tranquillo… eppure tra
una settimana ti sposi-
-non sono mica il tipo che si
agita, io- disse indicandosi fieramente.
-sì… certo… come
no…-
-simpatico… e a te? Come va
con la terrestre?-
-abbiamo appena avuto un
periodo difficile, ma ora fila di nuovo tutto a gonfie vele, pensa che si è
trovata un lavoro a Satan City!-
-a Satan City? Ma allora è una
cosa seria se si è trasferita sul tuo stesso pianeta- disse Goten
maliziosamente, provocando il rossore dell’amico.
In quel momento sembravano
entrambi degli adolescenti, scherzavano proprio come dei liceali, era come se il
tempo non fosse mai passato, per un pomeriggio si dimenticarono dei propri
impegni e preoccupazioni, dedicandosi al rilassamento sulla spiaggia con un cono
gelato in mano.
Nel frattempo la nostra povera
Zoe si stava subendo le incessanti chiacchiere di non una, non due, ma ben tre
donne pettegole: Marron, Bulma e Chichi, che l’avevano gentilmente accompagnata
a fare spese per il matrimonio, il che includeva anche il famoso vestito da
sposa. Potete solo immaginarvi il casino.
-guarda Zoe, questo vestito è
un incanto, provalo!-
-prova anche questo, ti starà
da dio!-
-non puoi non provare questo,
sembra fatto apposta per te!-.
La neo fidanzata stava per
scoppiare, il suo istinto sayan le diceva di farle fuori tutte e tre, ma non
poteva, avrebbe combinato un casino inutile e poi quelle tre donne deliranti
erano sue amiche, dopotutto.
Ad un certo punto, mentre
camminava da sola in mezzo ai vestiti esposti, le cadde l’occhio su uno in
particolare.
-ehi Zoe! Finalmente ti ho
trovata! Guarda questo! Non sembra anche a te che stia dicendo “comprami,
comprami!” … ma mi stai ascoltando?- Marron era arrivata lì di corsa, cercava
l’amica da un po’ per mostrarle la sua ultima trovata, ma si accorse che lei
stava guardando altrove.
-credo proprio che proverò
questo- disse la sayan in modo convinto.
-questo? Ma… è molto
semplice…- rispose Marron un po’ sconcertata.
Effettivamente l’abito scelto
da Zoe era veramente semplice, ma l’amica dovette accettarlo, per quanto
orgogliosa che fosse, Zoe aveva i suoi gusti, che non si addicevano ad una
persona aristocratica, come lo era lei o Bulma, ma si addicevano a quella bimba
dall’animo puro e un po’ scontroso quale era la ragazza cresciuta che aveva
davanti, nonostante tutto era sempre lei, con i suoi pregi, ma anche con i suoi
difetti.
-e va bene, mi hai convinta,
dai provalo, vediamo come ti sta…- disse Marron con un tono di
rassegnazione.
-grazie Marron!!- la ragazza
dai capelli rossi si diresse tutta felice verso il
camerino.
L’amica bionda sospirò,
possibile che in tutti quegli anni non era riuscita a passarle nemmeno un minimo
del suo buon gusto? Andò a chiamare anche Chichi e Bulma, dovevano esserci anche
loro quando Zoe sarebbe uscita dal camerino.
Dopo pochi minuti la tendina
si scostò ed uscì solo la testa della ragazza, sembrava avere qualche
problema.
-ehm… non è che qualcuno mi
darebbe una mano?-.
Le tre donne rimasero
scioccate, non riusciva neanche ad allacciarsi un vestito da sola… era il
colmo.
-vengo io cara, certo che
quando devi salvare il mondo non hai bisogno di nessun aiuto, vero?- disse
Bulma.
-è una cosa diversa… tu non
puoi capire…- rispose la sayan un po’ offesa.
-scusami, non era mia
intenzione offenderti- le disse la donna dai capelli turchini
sorridendo.
Poco dopo Zoe era pronta, le
altre dovettero ammetterlo, su di lei quell’abito non sembrava più così
semplice, lei lo rendeva perfetto in ogni particolare, sì, era quello giusto…
senza notare il notevole risparmio! (questa me la potevo anche
risparmiare…).
Zoe tornò a casa, posò il
sacchetto col vestito da una parte e ne tirò fuori il contenuto, non le
importava di quello che pensava la gente, a lei piaceva quel vestito bianco, e
le piaceva anche come lo indossava.
Andò davanti al grande
specchio che c’era in camera sua col vestito in mano, se lo mise davanti, come
se l’avesse addosso, sorrise e fece una giravolta su un piede, poi mise il
gioiellino che aveva tra le mani su un appendino lo nascose nell’angolo tra il
muro e l’armadio, cosicché non lo vedesse nessuno, soprattutto lui,
Goten.
Stava calando la sera, decise
di farsi una doccia prima di mangiare, aveva un sorriso indelebile disegnato in
volto, ancora stentava a crederci, entro sette giorni si sarebbe sposata,
avrebbe vissuto nella stessa casa di Goten, avrebbero condiviso lo stesso letto
per il resto della loro vita e questa era una cosa
fantastica.
Aprì la manopola dell’acqua
calda, poi quella fredda, per regolare la temperatura del getto e lasciò che gli
zampilli le colpissero dolcemente il viso, sentì un brivido alle labbra, l’acqua
le faceva il solletico, in quei momenti era in pace con se stessa.
Uscì dalla doccia avvolta da
un grosso asciugamano, si asciugò come poteva, ma sul pavimento scendevano
ugualmente delle gocce dal suo corpo.
Si pettinò i capelli bagnati,
cercando di metterli con la piega giusta, anche se non le importava molto il
fatto di avere i capelli messi in modo perfetto.
Quando alla fine si era
completamente asciugata si accorse che non trovava i pantaloncini che usava a
casa.
“dove possono essere
finiti…”.
Fece un giro per la casa e ne
vide un lembo sotto al divano.
“devo averli lasciati qui
l’ultima volta che è venuto Goten…”.
Si chinò per prenderli ma notò
che non c’erano solo loro sotto al
divano, c’era anche un alto libro, cercò di tirarlo fuori e si accorse che era
il suo vecchio album di foto.
Cominciò a sfogliarlo, quanti
ricordi! Ma una foto in particolare attirò la sua attenzione, l’aveva scattata
Gohan a tradimento durante un pic-nic, ricordava bene quel giorno, aveva sette
anni. Nella foto c’erano lei e Goten seduti sulla coperta, lui le stava dando un
bacino sulla guancia e lei mostrava una faccia visibilmente schifata.
Era stato il suo primo bacetto
e si stava accorgendo solo ora di quanto fosse stato importante come gesto, tra
di loro c’era stato sempre di più di una semplice amicizia o stima
reciproca.
Andando avanti a sfogliare le
pagine notò un’altra foto che risaliva al suo decimo compleanno, in questa
c’erano loro due e anche Trunks, erano in piedi sulle sedie davanti al tavolo
con una grossa torta, la bambina era in mezzo ai due maschi e tutti e tre
esultavano, ma si poteva ben notare le manine intrecciate di Zoe e Goten,
probabilmente era stata una cosa involontaria, ma significava
molto.
Poco dopo qualcuno bussava
alla porta, era proprio lui, e a giudicare dall’aura lucente sembrava proprio di
buon umore.
-ehi! Ciao
Zoe!-
-ciao Goten… perché tutta
questa allegria?-
-è una cosa troppo bella,
dovevi per forza essere tu la prima a saperla!-
-ok… vuoi
entrare?-
-certamente!-.
Il ragazzo entrò in quella
casa che ormai conosceva fin troppo bene e si sedette sul divano si fianco a
Zoe, le prese le mani.
-ascolta, ho appena ricevuto
una telefonata, era dalla scuola… mi hanno detto che ho superato
l’esame!-
-sul serio? Ma è una cosa
magnifica! Hanno fatto presto-
-già, hanno saputo che a breve
mi sarei sposato… pensa che mi hanno fatto addirittura gli auguri… e allora
l’hanno corretto subito il mio compito-
-wow, allora bisogna
festeggiare!-
-che ne dici di venire da me?
Stasera mia madre cucinerà i suoi manicaretti-
-allora non posso proprio
mancare! Aspetta che mi preparo, ci metto
pochissimo-.
Il ragazzo rimase solo nella
stanza, diede un’occhiata e notò l’album aperto dall’altra parte del divano,
c’erano le foto di una loro vacanza al mare, avevano quindici anni e stavano
facendo un combattimento sulla sabbia, ma in quel momento erano in una posizione
equivoca: lui era sdraiato, sottomesso, e lei era seduta sulla sua pancia e con
le mani lo immobilizzava ai polsi, ma in quel momento si stavano guardando,
Goten ricordava quel momento, i loro volti erano talmente vicini che sarebbe
bastato un niente per far sì che le loro labbra si congiungessero, ma alla fine
non era successo, perché nella mischia si era aggiunto anche Trunks,
probabilmente ignaro della situazione magica che si stava creando, quella foto
l’aveva scattata Marron, era sempre stata convinta che i due fossero innamorati
e cercava tutte le volte di trovarne delle prove. Aveva ragione, anche se i due
diretti interessati avevano negato più di una volta con un certo rossore in
volto.
Quanti
ricordi!
La ragazza dai capelli rossi
fece finalmente la sua comparsa, così, preso a braccetto il suo uomo, si
diressero verso casa Son.
La serata fu splendida, Chichi
era un’ottima cuoca e poi c’erano invitati anche Gohan, Videl e Pan, mancava
solo Goku.
Alla fine rimasero solamente
Chichi, Goten e Zoe che stavano discutendo ad un tavolo posizionato in
giardino.
-che emozione ragazzi! Voi vi
sposerete… è un passo molto importante- disse la donna come se stesse insegnando
loro una lezione di vita.
-ah…- sospirò ancora con gli
occhi che cominciavano a luccicare –mi viene in mente del mio matrimonio con
Goku, è passato tanto tempo, ma è come se fosse successo ieri… anche noi ci
siamo sposati dopo un torneo e per me è come rivivere quel magnifico momento…
godetevelo al massimo ragazzi, perché non vi capiterà mai più di essere così
felici- quest’ultima frase la disse con un tono d’amarezza, in fondo non era da
biasimare, povera donna, il marito appena poteva la lasciava sola, al suo
destino, senza pensare che lei ci stava male, tremendamente male, anche se
cercava in tutti i modi di nasconderlo, insomma, lei era la moglie dell’uomo più
forte dell’intera galassia, forse dell’universo intero, non poteva permettersi
delle stupide debolezze, cosa avrebbe pensato lui? Lei era la donna forte, la
cosiddetta Penelope che aspettava il marito sempre e comunque, nel bene e nel
male, anche se tutto ciò le pesava da morire; più di una volta aveva pensato di
lasciarlo perdere, di arrendersi e passare ad altro, ad una vita più semplice,
ma poi le veniva in mente l’espressione di lui, la sua fame incredibile e la
sensazione che provava al leggero tocco dei suoi polpastrelli sul corpo di lei,
ai salti di gioia che faceva il suo cuore ogni qual volta lui sorridesse, Goku
si era impossessato del suo corpo e della sua anima e lei sapeva che se fosse
tornata indietro, l’avrebbe sposato comunque.
Dopo un po’ se ne andò anche
Zoe, si stava facendo tardi e non voleva disturbare oltre, rimasero soli Chichi
e Goten.
-mamma, pensi che papà verrà
al matrimonio?- chiese il figlio con un tono un po’
triste.
-io lo spero tanto, Goten… lo
spero davvero-.
La donna era di spalle, stava
lavando i piatti, guardò fuori dalla finestra, la luna era offuscata dalle
nuvole e non poteva manifestare tutta la luce che avrebbe potuto dare,
nell’osservare la purezza di quel corpo celeste impedita da quell’ostacolo le
scese una lacrima, ma non era colpa delle nuvole, era colpa dell’assenza crudele
di Goku.
Il foglio la osservava, aveva
percepito la sua malinconia profonda, aveva imparato a riconoscerla fin da
bambino, quando di tanto in tanto sentiva i singhiozzi della madre provenire
dalla sua camera, mentre pronunciava il nome della persona
desiderata.
-ma se mancherà a questo
avvenimento così importante, appena torna io lo concio per le feste a Goku-
disse Chichi girandosi e dando un pugno alla mano opposta aperta, ancora una
volta aveva dimostrato di sapersi controllare, aveva assunto un carattere forte
ed era una donna da ammirare.
Il grande giorno non si fece
attendere, il matrimonio si sarebbe svolto all’aperto e come celebrante non
poteva non essere proprio Dende.
Goten aveva lo stesso vestito
che aveva usato suo padre, quello bianco, ed era su una specie di altare tutto
tremolante, in compagnia di suo fratello.
-Goten, rilassati, non devi
agitarti così tanto-
-lo dici proprio tu che stavi
per svenire durante la cerimonia?-.
Gohan arrossì, il fratellino
non aveva tutti i torti, ma non era carino
ricordaglielo.
-scusa se sto cercando di
aiutarti…- rispose offeso.
-scusami tu… accidenti, non ne
faccio una giusta oggi-.
Il futuro sposo sembrava una
foglia al vento, non si era mai sentito così prima
d’ora.
-Gohan, dimmi la verità, papà
non ci sarà, vero?-
-non essere così pessimista,
io sono sicuro che verrà in qualche modo, magari facendo una delle sue entrate
in scena-.
Gohan cercò di essere il più
convincente possibile, anche se dubitava di quello che diceva, ma qualcosa gli
diceva che il padre sarebbe arrivato, sempre che gli fosse giunta la notizia del
matrimonio.
I due erano assorti nei loro
pensieri e non si accorsero della persona che si stava avvicinando, passo dopo
passo.
-ciao ragazzi! Vi trovo in
forma!-.
Non ci potevano credere, era
proprio lui, era Goku ed era lì, di fronte a loro, incapaci di dire alcun che,
erano sbalorditi, splendidamente sbalorditi.
-bhè… che vi succede… non
siete felici di vedermi?- chiese Goku sorridendo.
Il figlio maggiore non si fece
attendere e corse immediatamente dal padre che lo accolse con le braccia aperte,
gli era mancato tantissimo, la sua assenza non era mai piacevole. Goku si staccò
dall’abbraccio e si diresse verso l’altare, dove c’era ancora Goten
immobile.
-figliolo, quanto sei
cambiato, ora sei un uomo, fatti abbracciare…-.
Il figlio si scansò
dall’abbraccio, il padre lo guardò preoccupato.
-che ti
succede…-
-io… io sono veramente felice
che tu sia venuto, ci speravo tanto, ma mi stavo già rassegnando al fatto che tu
non ci saresti stato-
-e perché pensavi ad una cosa
simile?-
-perché tu per me non ci sei
mai stato veramente, quando sei tornato ho passato gli anni più belli della mia
vita insieme a te, ma poi te ne sei andato un’altra volta e io ho sofferto, non
voglio soffrire ancora, perciò devi farmi una promessa: o resti qui alla
cerimonia e non parti più, o te ne vai adesso, ma se lo fai, non
tornare-.
La proposta del figlio era
precisa, Goku avrebbe dovuto rinunciare al suo animo viaggiatore per restare per
sempre insieme alla sua famiglia, in caso contrario doveva rinunciarci per
sempre. Il sayan adulto lo guardava con gli occhi sbarrati, in fondo avrebbe
dovuto aspettarsela prima o poi una cosa simile, se non da un suo figlio, almeno
da sua moglie, Goten aveva lo sguardo immobile, era sicuro di quello che stava
dicendo, così Goku prese la sua decisione.
-e va bene Gote, hai ragione,
io sono stato assente, non sono un buon padre e so anche che non potrei
rimediare agli anni che abbiamo perduto, ma ho deciso di restare con
voi-
-dici sul serio?-
l’espressione del minore era cambiata, ora era felice e sorpreso, aveva tanto
sperato ad una risposta simile e ora stentava a
crederci.
-sì, sul serio, non me ne
andrò mai più, è una promessa-
-che bello papà, come sono
contento!- Goten si lasciò andare in un abbraccio col tanto adorato padre, ormai
sicuro che non l’avrebbe perso mai più, strinse la presa e Goku se ne accorse,
ma non disse nulla, lui era un padre di famiglia, aveva delle responsabilità, ma
se n’era veramente reso conto solo ora (della serie: meglio tardi che mai,
eh?).
Piano piano i posti a sedere
si stavano occupando, la cerimonia che si stava per svolgere era solo per i
parenti e per i pochi conoscenti, una cosa intima, come voleva Zoe. Tutti erano
entusiasti nel vedere Goku, sopratutti Chichi che si mise a piangere tra le sue
braccia, le uniche dentro le quali si sentiva veramente al sicuro, i due si
appartarono in un luogo dove non c’era nessuno.
-allora alla fine sei venuto…-
disse lei con ancora le lacrime che le bagnavano le guance, Goku ne prese una
con l’indice, era così piccola e delicata, proprio come la sua
Chichi.
-non potevo mancare, e la sai
una cosa? Io non partirò mai più, resteremo sempre insieme, non ti abbandonerò
di nuovo, non voglio ripetere ancora questo errore, voi avete bisogno di me e io
di voi, siete la mia famiglia-.
Il volto della donna si
illuminò, come se brillasse di luce propria, questa notizia proprio non se
l’aspettava ed era commossa nel sentirla.
-oh
Goku…-
-non parlare, voglio essere io
a dirlo per primo… ti amo Chichi-.
I due si avvicinarono e si
diedero un bacio, forse il più bello e goduto della loro vita perché ora erano
certi che non si sarebbero più separati.
Intanto gli invitati erano al
completo, c’era anche la famiglia di Zoe, che era venuta dalla Terra con una
navicella, ora mancava solo la sposa.
Arrivò una donna, seguita da
una figura imponente, entrambi avevano un inconfondibile anello sulla testa, erano Elena, la
madre di Zoe, e Gui, il namecciano che l’aveva cresciuta, non mancava proprio
nessuno.
Dende si era posizionato
sull’altare, in attesa che la sposa facesse la sua
comparsa.
Non ci volle molto, infatti
alla fine del lungo corridoi di fronte all’altare erano comparse altre due
figure, una piccola che prendeva sottobraccio un uomo dai capelli neri e
perennemente scompigliati: Keth, il padre.
I due avanzarono, il vestito
bianco strisciava per terra, ma a nessuno importava, erano tutti abbagliati
dalla bellezza della sposa, la quale sentendosi tutti gli occhi addosso non potè
fare a meno di arrossire e di stringere la stretta a suo padre, che la rassicurò
con parole confortanti, proprio come si addiceva ad una padre degno di questo
nome. Gli sposi si trovarono presto uno di fronte all’altro, si salutarono,
erano molto tesi e al segnale di Dende tutti i presenti di sedettero, la
cerimonia stava per cominciare. (non
scrivo la cerimonia anche perchè non saprei che cosa
dire…)
Verso la fine, il supremo
disse la famosa formula, alla quale risposero entrambi gli sposi di sì (chiaramente…), poi diede loro il
permesso di baciarsi, i due non se lo fecero ripetere una seconda volta e le
loro labbra si congiunsero dolcemente, suscitando la commozione di molti
presenti.
Dopo la cerimonia c’era un
rinfresco davanti al prato della nuova abitazione degli sposi, che si trovava
nel piccolo villaggio di zoe, al posto di quel vecchio catorcio di navicella che
era la sua vecchia casa, ora rinchiusa in una capsula, per
ricordo.
Erano tutti felici, le due
famiglie si stavano conoscendo, era la prima volta che si incontravano e ora
parlavano allegramente, gli sposi erano in mezzo alla folla, non avevano un
momento per stare soli, Zoe sentì una mano toccarle la spalla, era la sua amica
Marron.
-ciao Zoe, sono tanto contenta
per te! Questo è un giorno importante, non dimenticarlo
mai-
-certo! Come potrei? E anche
se volessi ci saranno sempre troppe foto che me lo
ricorderanno-
-eggià… scusami, la metà le ho
fatte io… non ho potuto resistere…-
-non fa niente… per questa
volta ti perdono-.
A loro si unì anche Giorgia,
la cugina di Zoe, così fecero una chiacchierata proprio come delle vecchie
amiche.
Verso sera gli invitati
cominciavano ad andare, la famiglia di Zoe sarebbe rimasta a dormire alla
capsule corporation, lì c’era spazio a volontà, prima di andare, si avvicinò
Trunks agli sposi.
-ragazzi, in bocca al lupo e…
dateci dentro eh?-.
I due capirono subito
l’allusione del loro amico e diventarono tutti rossi, poi si avvicinò anche una
ragazza con un bouquet, quello che aveva lanciato
Zoe.
-complimenti ancora a
entrambi, siete proprio una bella coppia- disse la
ragazza.
-ciao tesoro, pronta per
andare?- le disse Trunks.
-no!! Non mi dire che il mazzo
di fiori l’hai afferrato proprio tu!!!- disse Goten
sbalordito.
-sembrerebbe che tra breve si
festeggerà un altro matrimonio- disse Zoe
maliziosa.
-ma che dite?- cercò di
giustificarsi l’amico.
-la tradizione non l’abbiamo
mica inventata noi, sai?- rispose Zoe.
-lo so anche io ma…- Trunks
venne fermato dalla ragazza che lo prese
sottobraccio.
-eddai amore, in fondo hanno
ragione, chissà che la cosa non si avveri…-.
Il povero ragazzo era
imbarazzato al massimo, ci aveva pensato più di una volta a fare il grande
passo, ma ancora non si sentiva pronto.
Alla fine se ne andarono tutti
e rimasero i due sposi soli soletti.
-che giornata eh?- chiese
Goten stanchissimo.
-puoi dirlo forte, ma io ho
ancora un po’ di energie, tu?-
-oh, per quello risparmio
sempre energia-.
Goten la prese in braccio e la
portò dentro alla casa, andando verso la camera da letto, una volta arrivati la
adagiò sul comodo materasso e cominciarono a baciarsi, poi si sdraiarono, lei
sotto e lui sopra, Zoe cominciò a slacciargli la giacca per poi lasciarla cadere
da qualche parte a terra. L’impeto aumentava sempre di più, la mano di Goten
stava risalendo la gamba di lei e più saliva, più il sangue ribolliva nelle
vene, poi con uno scatto, la ragazza capovolse la situazione, ora era lei a
stare sopra e piano piano slacciò la cerniera che aveva sulla schiena per
tirarsi giù il vestito, il sayan era estasiato, in quel momento voleva solo
possederla, amarla come mai aveva fatto prima, voleva assaporare tutto quel
corpo così esile e fragile in quel momento, Zoe gli slacciò la camicia bottone
per bottone, sembravano infiniti, poi finalmente riuscì a denudare quel torace
che amava, era così forte e al suo tocco magico ogni muscolo fremeva. Lui le
sfilò il lungo vestito e anch’esso andò a posarsi sul pavimento, poi ritornò lui
sopra di lei, aveva preso in mano le redini della situazione e aveva intenzione
di mantenerne il controllo, cominciò a scendere a baciarle il collo, sempre più
giù, soffermandosi sui seni morbidi, lei gli solleticava la schiena con le dita
e questo faceva fuoriuscire gemiti di piacere dalla bocca di lui, dopo un po’ si
accorsero che ciò non gli bastava più.
Da fuori sembrò che si fosse
accesa una luce, ma erano solo loro due che si erano trasformati in super sayan
all’arrivo dell’orgasmo.
Rimasero abbracciati per tutta
la notte e si addormentarono l’uno cullato dal respiro dell’altro, pienamente
appagati e felici.
Passarono i mesi e la loro
vita di coppia andava alla grande, si amavano come il primo giorno, se non di
più, ma ora Zoe era all’ospedale, precisamente in sala parto e stava soffrendo
mica poco, era tutta sudata, mai avrebbe pensato che partorire fosse così
doloroso, suo marito era ancora più sudato di lei ed era pallido mentre le
stringeva la mano.
-dai ancora un ultimo sforzo!
Disse il medico-.
Con un’ultima spinta il
piccolo esserino fu fuori, la sua voce piangente si sparse per tutta la sala e
dopo questo Zoe si addormentò all’istante, il travaglio era durato parecchie
ore, la piccola creatura ci aveva messo del tempo ad uscire, si era fatta
attendere fin dall’inizio.
Goten mollò la mano di sua
moglie, stremato anche lui e quando se ne andarono tutti i medici, poggiò la
testa sul lettino dove c’era Zoe e si addormentò a sua
volta.
Dopo un po’ sentì delle dita
che gli massaggiavano la testa, alzò gli occhi e vide Zoe che lo
guardava.
-buongiorno!- gli
disse.
-buongiorno tesoro- disse
ancora un po’ assonnato e baciandola.
-hai visto piccolina, si è
svegliato anche papà- disse Zoe ad una bimba che dormiva beatamente nella culla
di fianco al letto.
I neo genitori rimasero a
guardarla per un tempo indefinito, la piccola aveva i capelli neri e la coda da
sayan, dopo un po’ aprì gli occhi e fece notare ai genitori che essi erano
neri.
-amore, si direbbe che sia una
sayan al cento per cento- constatò Goten.
Infatti la neonata aveva già i
capelli piuttosto lunghi, ciò accadeva solo ai sayan, visto che la loro
capigliatura non cambiava mai per il resto della loro
vita.
-è pure esatto, perché sia io
che te siamo eterozigoti per quanto riguarda la razza di appartenenza e può
darsi che i due alleli sayan siano finiti in nostra figlia dando vita ad un
omozigote…- Zoe lo zittì… non capiva molto di genetica, non le importava sapere
tutte quelle cose, l’importante era che fosse il frutto del loro
amore.
-senti, come la chiamiamo?-
chiese lei.
-non ne ho idea… accidenti,
dovevamo pensarci-
-io un nome lo avrei, spero
che tu sia d’accordo-
-e
quale?-
-io la chiamerei Elena, in
onore di mia madre…-
-bene, perfetto, vada per
Elena allora-.
Anche la piccola sembrò sorridere, poi quando il padre la prese in braccio, si beccò un calcio sul mento dalla piccola guerriera, andava domata, bisognava addomesticare quell’istinto sayan, sì, avevano intenzione di crescere una bella bambina, certo orgogliosa e un po’ scontrosa, ma anche giusta e leale, un po’ come Zoe, alla quale somigliava tantissimo per quanto riguarda il carattere.
Sono tornataaa!!! Qualche volta esco anche io dalla mia tomba... voglio ringraziare tutti quelli che mi leggono, ma soprattutto tutte le magnifiche ragazze che mi recensiscono: emyc, LORIGETA, 6very6 e martozza.
Questo capitolo diciamo che è l'ultimo, ma ci sarà anche un piccolo epilogo, non è indispensabile, ma vi prego di leggerlo e soprattutto di recensirlo. Però quest'ultimo non mi convinceva molto, ha qualcosa che non mi convince... ma non credo di poter fare di meglio, sono sotto stress, la scuola è quasi finita e io fatico a reggermi in piedi...
Alla proxima kissoni!!!!!