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Autore: MimiRyuugu    20/11/2012    2 recensioni
Ecco qua, dopo Ultimi Ricordi, la continuazione della saga dei Tre Uragani. Riuscirà la nostra Giulia Wyspet ad avvicinarsi di più al burbero Severus Piton?
"You are the life, to my soul, you are my purpose, you are everything."
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Ceeo a tutti *^* ho perso il conto dei giorni e mi son trovata ad aggiornare solo ora xD *si fustiga* infatti sono tentata di mettere anche il prossimo capitolo subito dopo questo...sempre se la connessione collabora eh ._.
Anyway, in questo capitolo troviamo delle frasi di You and Me dei Lifehouse e Pretty Boy delle M2M.

Avvertenze: OCCtudine, diabetanza (insulina al banco 3 u.u)

Spero che il capitolo vi piaccia,
per qualsiasi domanda io sono qui *^*
Buona lettura <3



6° Capitolo

Sentii dei rumori. Aprii di poco gli occhi e strinsi la mano. Al posto della giacca di Piton, c’era il cucino. Avevo freddo alla schiena. La coperta doveva essermi scivolata via. Scorsi una figura nera attraversare veloce la camera. Aprii ancora gli occhi e notai che era Severus. Si sistemò la camicia e la giacca, poi sfrecciò nell’ufficio. “Per Merlino, sono in ritardo!” esclamò, sottovoce, tornando nella stanza. Io feci finta di dormire richiudendo gli occhi, ma lo sentivo chiaramente muoversi agitato. “Se solo non mi fossi addormentato! Non ho nemmeno corretto i compiti! Severus, che diamine ti è preso?!” si rimproverò. Riaprii gli occhi per la curiosità e lo vidi avvicinarsi. C’era ancora il mantello che si era tolto prima di venire a dormire con me, sul pavimento. Lo raccolse e io socchiusi gli occhi quel tanto che bastava per intravederlo. Piton si rimise il mantello, poi si fermò e mi guardò. Avevo ancora la mano che stringeva il cuscino. Mi toccò la fronte e scosse la testa. “Proprio una brutta febbre…” sospirò, poi, mi tirò su la coperta fino al mento. Sentii la sua mano accarezzarmi una guancia. Una ciocca di capelli mi finì sugli occhi e Piton la risistemò in modo che non mi desse fastidio. Allungai il braccio che avevo sul cuscino e lo protesi verso il mantello. Lo tirai verso di me. “Professore…” sussurrai, fingendomi addormentata. Sentii la mano di Severus staccare la mia dal mantello e poggiarla sotto la coperta. “Sogni d’oro…Giulia…” mi sussurrò, schioccandomi un bacetto sulla guancia. Lo vidi sfrecciare verso la porta, per poi uscire. Lo sentii pronunciare qualcosa, che probabilmente era un incantesimo di blocco per la porta, e poi non udii più nulla. Rimasi da sola, nella stanza. Nonostante fosse giorno, non entrava un filo di luce dalle piccole finestre. Dopotutto, ero nei sotterranei. Sbadigliai e allungai una mano verso il comodino. C’era il termometro appoggiato vicino al libro. Presi il primo oggetto e lo tenni in bocca per cinque minuti. Incredibilmente la febbre non si era abbassata, anzi, era stabile a trentotto. In effetti ogni talvolta io avessi avuto la febbre, ero rimasta a letto per almeno due giorni. Quando ero piccola mia madre mi diceva sempre che ero talmente dolce che i virus mi adoravano così tanto da non voler andare più via. Era una cosa da bambini appunto, ma era anche carina da pensare, tutti quei piccoli virus (che io immaginavo come peluche) che mi facevano compagnia nel letto. Rimisi apposto il termometro e mi girai a pancia in su. Non ero completamente sveglia, ma nemmeno dormivo. Ero nella veglia più totale, e di solito, qualcosa che mi faceva addormentare in quello stato era la musica. Aprii il cassetto della scrivania e presi il mio mp3. Lo accesi. Per fortuna non era rimasto sintonizzato sull’ultima canzone che avevo sentito quando ero svenuta. O almeno, le canzoni erano andate avanti, ma io non le avevo sentite. Il Tango De Roxanne si propagava nella mia testa. Mandai avanti. Avevo voglia di qualcosa di tranquillo. Mi capitò She’s a Rebel dei Green Day. Essendo il mio gruppo preferito, come potevo mandare avanti una loro canzone? Purtroppo, quando comparirono i primi segni di mal di testa, fui costretta a cambiare. Teenagers, My Chemical Romance. Avanti. Finger Eleven, One Thing. Si, poteva andare. Mi misi a pancia in su, ripensando a Piton, alle sue lamentele. Voleva dire che era rimasto davvero al mio fianco tutta la notte? Però, a ripensarci, quella notte non ebbi degli incubi, ma sognai. Non mi ricordavo cosa, ma sapevo che non erano incubi. Severus era riuscito a salvarmi anche questa volta, o almeno, per ora. Quando sarei tornata a frequentare le lezioni, la mia paura sarebbe tornata. Non potevo portarmi Piton in giro per la scuola come un peluche. Senza che me ne accorgessi la canzone cambiò e divenne Because of You, di Kelly Clarkson. Probabilmente Anna ed Hermione non mi avrebbero più lasciato da sola. O almeno, era quello che speravo. Possibile che Josh non si rendesse conto di quanto male mi facesse? Se davvero mi amava ancora, avrebbe dovuto rispettare le mie scelte, ma già dall’anno prima. Senza aule chiuse e incantesimi immobilizzanti. Senza prepotenza e baci rubati. Mi girai su un fianco e appoggiai l’mp3 sul cuscino. Dovevo trovare il coraggio di farla pagare a Josh. Non poteva continuare a mettermi paura! Come diceva Piton, io avevo fatto a botte con ragazzi più grandi di lui. In terza, per esempio, quando Hermione era stata maltrattata da dei Serpeverde del sesto anno, e io ero arrabbiatissima. Così, appena li vidi per i corridoi, li riempii di pugni e calci. Certo, ne presi anche io di botte, però a loro andò peggio. Poi iniziai a pensare a quanto fosse strana quella situazione. Due anni prima, non avrei mai immaginato di essere accudita da Piton in persona. Mi alzai a sedere d’improvviso a causa di un colpo di tosse. L’mp3 cadde a terra, staccandosi dalle cuffie. Mi sporsi per prenderlo, ma mi sbilanciai e caddi dal letto. Mi rialzai e ricomposi l’oggetto, lo spensi e poi lo rimisi dov’era prima. Guardai in giro sbadigliando e stiracchiandomi. Con una mano appoggiata al muro, condussi le mie ossa deboli fino al bagno ed aprii la porta. Per terra giaceva un asciugamano, spiegazzato. Lo presi con la mano libera. Era ancora umido. Poi mi accorsi che nella vasca da bagno c’erano ancora delle goccioline d’acqua, e, lo spruzzino da doccia (che non avevo notato due giorni prima) fermo in mezzo alla vasca, come se fosse stato messo nell’apposito posto, talmente in fretta che poi era scivolato nella posizione in cui l’avevo trovato. Lo specchio era ancora appannato. Il mio cervello collegò tutti gli indizi e sobbalzai, mentre la bile mi saliva al pensiero che l’asciugamano che avevo tra le mani era stato utilizzato da Severus nemmeno un’ora prima. Mi lasciai trasportare qualche minuto dalle mie fantasie di ragazza adolescente, poi lo rimisi sul pavimento. Pulii lo specchio con una manica del pigiama in modo da poterci vedere. Avevo un viso pallido da far concorrenza a Draco ed Anna messi assieme; avevo i capelli più a posto del normale, però il mio fermaglio non c’era. Lo tenevo come portafortuna insieme al bracciale con i teschi viola. Tutti e due comprati ad Hogsmerade con Anna ed Hermione. Il bracciale, era stato l’oggetto che mi aveva fatta avvicinare a Piton, mentre il fermaglio era un ricordo della giornata passata con le amiche. Lo vidi in una negozietto di bigiotteria e me ne innamorai (lo stesso del bracciale tra l’altro!). Era un semplice fermaglio a clip fucsia, con sopra applicato un cerchietto di stoffa viola e sopra ancora un teschietto in rilevo ancora fucsia. Mi ricordo che Anna comprò un paio di orecchini pieni di croci, di cui ora ne metteva solo uno, all’orecchio sinistro, ed Hermione, per non essere da meno, aveva comprato un cerchietto per capelli azzurro a pois. Lo metteva sempre quando ha particolarmente paura per un compito. Si, anche lei aveva paura qualche volta! Persa com’ero nei miei pensieri, lasciai a penzoloni vicino al mio fianco la mano che mi sorreggeva appoggiata al muro, così barcollai. Mi aggrappai al lavandino e mi tirai su. Sospirai e decisi di tornare nella camera da letto. Uscii dal bagno chiudendo la porta, poi mi trascinai fino al letto. Mi sedetti e sbuffai affaticata. Aprii il cassetto e vidi il mio fermaglio. Il bracciale invece cel’avevo ancora al polso. Sospirai rassicurata e mi misi sotto le coperte. Appena chiusi gli occhi caddi in un sonno profondo.
Mi risvegliai quando sentii un buon profumo. Aprii piano gli occhi e vidi Piton sulla sedia accanto al mio letto. “Stavo giusto per svegliarla…” disse. Io sorrisi e mi alzai a sedere. Mi provò la febbre. Stabile a trentotto. Scosse la testa. Mi girai verso il comodino e vi trovai un piatto fumante di minestra. “È ora di pranzo?” chiesi. Piton annuì, passandomi un tovagliolo. “Non ha cenato ieri sera, così le ho portato qualcosa…è già abbastanza debole, se poi non mangia rischia di svenire appena si alza in piedi…” spiegò. Io annuii. Severus immerse il cucchiaio nella minestra, poi lo avvicinò al mio viso. Rimasi abbastanza stupita. “Apra la bocca avanti!” rimbeccò. Io obbedii e lui mi imboccò. “Se la lasciassi fare, sarebbe capace di versare tutto sulle lenzuola…” spiegò acido, al mio sguardo interrogativo. Dopo qualche altro cucchiaio iniziai a protestare. Non avevo fame, ma avevo mangiato solo per non fare arrabbiare Piton. “Avanti, non faccia i capricci!” sbottò. Io scossi la testa. “Non ho più fame!” mi giustificai. Lui sbuffò. “Ancora un cucchiaio…” cercò di negoziare Severus. Io scossi ancora la testa. Lui mi guardò truce. “Non ho tutto il giorno!” rimbeccò ancora. Io sospirai. “Uno…solo uno…” cercò ancora di convincermi. Io sorrisi ed aprii la bocca. Decisi di farmi imboccare ancora con qualche cucchiaio. Finito il pranzo, Piton fece sparire tutto. “La prossima volta voglio il bavaglino con un bell’orso disegnato eh! Ci conto!” scherzai. Severus sorrise divertito. “Ho lezione fino alle quattro, ce la farà senza di me?” esclamò. “Certo che si!” risposi convinta. Mi guardò scettico. “Le portano i loro saluti le signorine Haliwell, Granger e Weasley…” mi riferì. Io annuii. “Ho sete…potrebbe darmi un bicchiere d’acqua per favore?” chiesi. Piton fece apparire un bicchiere tra le mie mani. Ne bevvi un sorso e lo appoggiai sul comodino. “Appena finirà l’acqua, il bicchiere si riempirà…” spiegò. Io sorrisi. “Grazie professore…le voglio tanto bene!” dissi. Lui tossì e andò a passo svelto verso l’ufficio, poi si diresse in bagno. Tornò carico di fogli, che appoggiò alla sedia. Io lo guardai curiosa. “Ho avvertito la professoressa McGranitt della sua assenza…” disse, esaminando il primo foglio. “E la Umbridge? Cos’ha detto? Avevamo due ore oggi con lei…” chiesi. “La professoressa McGranitt ha provveduto ad avvertirla…non ha fatto storie…” mi rispose. Io annuii. “Ora, è meglio se si riposa…” disse infine, mettendomi una mano sulla fronte. “Ma ho dormito tutta la mattina…” mi lagnai. “Che disperazione voi studenti…vi lamentate sempre che non potete dormire, eppure, quando vi è concesso vi lamentate comunque!” esclamò Piton, seccato. Io tossii. “Ora si metta a letto signorina Wyspet…tornerò tra qualche ora, nel frattempo, si riposi…” disse ancora, rimboccandomi le coperte. Adoravo stare al calduccio sotto quelle coperte. Severus si era girato e stava per prendere i fogli, quando lo presi per il mantello. “Professore…” lo chiamai. Lui si girò seccato. “Non voglio guarire…” confessai. Piton mi guardò con un sopracciglio alzato. “Con questo spirito stia sicura che non guarirà!” rimbeccò. “Non voglio dover affrontare Josh…” continuai. “Non si può fuggire per sempre dai problemi…si devono affrontare prima o poi…” rispose, saggio. Io tirai su la coperta fino a coprirmi la testa. “Se però sono più grandi di te, come li puoi affrontare?” sussurrai. Piton mi scoprì il viso e mi sistemò il cuscino. “Buon riposo…” si congedò, prendendo i fogli ed uscendo dalla stanza. Io sorrisi. Mi guardai in giro. Anche se era giorno la camera era buia, con il fuoco del camino ancora acceso che faceva un po’ di luce. Chiusi gli occhi. Lo scoppiettio del fuoco era l’unico rumore oltre al mio respiro. Cercai di auto convincermi di avere sonno, e a quanto pare funzionò, dato che mi addormentai poco dopo. Stavolta fu un sonno più agitato, dovuto forse alla febbre. Ricordo che mi rigirai nel letto un paio di volte, poi bevvi un sorso d’acqua e ricominciai a dormire. Mi svegliai con una sorpresa. Sentivo delle voci nella stanza, intorno a me. “Anna, non starle appiccicata! Lasciala dormire!” rimbeccò una voce. “Ma io voglio che si svegli!! Siamo venite a trovarla apposta!” sbottò l’altra. Aprii gli occhi e trovai Anna che si sporgeva verso di me. Sobbalzai dallo spavento. “Ti sei svegliata!!!” esclamò questa, abbracciandomi. “Anna lasciala respirare! L’hai anche fatta spaventare!” rimbeccò Hermione, staccandola da me. Io mi misi a sedere. “Non ti preoccupare Herm…comunque…cosa ci fate qui? Chi vi ha fatte entrare?” chiesi, un po’ rintontita. “Volevamo vederti…abbiamo supplicato Piton di poterti venire a visitare e lui ci ha accompagnate…” sorrise Hermione. Io sorrisi felice. “In effetti sei pallida…” osservò Anna, guardandomi. Le feci la linguaccia. “Che si racconta dal mondo reale ragazze?” chiesi, curiosa. Hermione si alzò e mi sistemò il cuscino dietro la schiena. “La Umbridge oggi è stata una vera piaga…forse perché non c’eri tu a contraddirla…” spiegò Anna. “Piton invece stranamente ci ha fatto fare solo un breve ripasso dell’ultima lezione…certo, interrogando, però non ha spiegato nulla di nuovo…” disse Hermione sottovoce. “Sappi solo che Pansy si è beccata una S!!!” raccontò entusiasta Anna. “Non è giusto!! E io non c’ero!” esclamai dispiaciuta. Hermione sorrise. “E ti sei persa la rissa del secolo!” trillò d’improvviso Anna. Io la guardai dubbiosa. “A pranzo, Keith continuava ad infastidirmi, così Draco lo ha spinto e l’altro gli ha risposto…” ghignò compiaciuta la ragazza. Hermione scosse la testa. “E poi?” chiesi, curiosa. “E poi? E poi hanno iniziato a prendersi a pugni…la McGranitt li ha fermati prima che si facessero veramente male…” rispose seccata quest’ultima. “Cavolo…mai una volta che queste cose succedano quando ci sono anche io…” sospirai demoralizzata. Anna rise. “Dimenticavo, ti salutano Luna, Neville, Mary Kate e Ginny…” riferì Hermione. Io sorrisi. “Insomma principessina, quando torni in dormitorio? Fare casino da sola in Sala Comune non è divertente!” mi chiese Anna. “Principessina?” ripetei, dubbiosa. “Sei coccolata e riverita come una principessa…più lusso di così!” spiegò, indicando le coperte. Io arrossii. “L’orario delle visite è finito…” esordì Piton, entrando nella stanza. “Ma siamo qui da nemmeno mezzora!” rimbeccò Anna. Severus scosse la testa. “La signorina Wyspet deve stare tranquilla, e se le lasciassi vicino un’esagitata come lei, la febbre non le scenderebbe più…” sbottò seccato. “Scommetto che a Giulia non dispiacerebbe stare qui ancora…” sussurrò la ragazza ad Hermione. “Avanti, salutatela…” ordinò il professore. Anna mi si buttò addosso abbracciandomi stretta. “Anna, non sto per morire!” precisai. “Chissà…oggi siamo vivi, ma un domani…” esordì la ragazza. Hermione e io facemmo le corna. “Hai avuto Divinazione vero oggi?” le chiesi. Anna annuì. “Non parlare più con la Cooman dopo l’ora di lezione…altrimenti vedrai la morte ad ogni angolo…” le suggerii. Lei rise. Hermione si avvicinò e mi abbracciò. “Guarisci presto…ci manchi…” disse, con gli occhi lucidi. Io la accarezzai sulla testa. “Vi ricordo che è solo febbre…” precisò Piton. Le due mi abbracciarono ancora, poi Severus le accompagnò alla porta. Tornò da me e mi misurò la febbre. “Trentasette e mezzo…almeno si è abbassata di poco…” sospirò. Io sorrisi. Guardai l’orologio. Era quasi ora di cena. “Non va in Sala Grande?” chiesi. Piton scosse la testa. “Ho dato ordine agli elfi domestici di farci portare la cena qui…” spiegò. Io battei le mani entusiasta. “A quanto pare la vicinanza della signorina Haliwell sta facendo l’effetto temuto…” disse acido. “Che ne dice di mettere un po’ di musica?” proposi. Lui mi guardò alzando un sopracciglio. “Non mi piace cenare in silenzio…mi intristisce…” sorrisi. Sentii uno schiocco di dita, e due piatti su un vassoio, comparvero sul comodino: un piatto di minestra per me, ed una bistecca per Piton. Quest’ultimo prese il vassoio e lo poggiò sulle mie gambe. Era uno di quei vassoi che avevo visto nei film, quando il marito portava alla moglie la colazione in camera. Piton fece apparire un piccolo stereo, e ci mise un cd, poi premette play. Mi illuminai a sentire la prima canzone, Amazing Kiss, di Ayumi Hamasaki. “È il cd che le ho dato io l’anno scorso!” sorrisi, entusiasta. Lui annuì. Iniziai a mangiare, buttando qualche volta l’occhio a suo piatto. Piton se ne accorse, e tagliò un pezzetto di bistecca. “Avanti, apra la bocca…” mi ordinò. Io obbedii e mangiai. Adoravo le bistecche che facevano gli elfi domestici ad Hogwarts. Erano così buone che si scioglievano in bocca. “Grazie…” sorrisi. “Ho visto che la stava mangiando con gli occhi…le farà bene mangiare qualcosa di solido…” spiegò. Appena i piatti furono vuoti, svanirono. Al loro posto comparve un piattino con una fetta di tiramisù. Aspettai qualche minuto per il mio piatto, ma non comparì nulla. “E per me il dolce?” chiesi, delusa. “Non dovrebbe mangiare dolci…è malata…le servono cose sostanziose…” rimbeccò Severus, iniziando a mangiare il tiramisù. Io lo guardai con occhi supplichevoli. “Un pezzettino…” pregai. Piton scosse la testa. “Una briciola…” insistetti. Severus scosse ancora la testa. “Un atomo…per favore…” chiesi ancora. Lui sbuffò e mi imboccò. Mi sembrava di essere tornata davvero bambina, quando pregavo mia madre di darmi il dolce mentre ero malata nel letto, e lei me lo negava, ma poi, appena andava in cucina mio padre sgattaiolava in camera mia e me ne portava un po’. “Grazie ancora…” sorrisi. Finito anche il dolce, il piatto sparì. “Come si sente? Un po’ più in forze?” mi chiese. Io annuii. “Bene, allora credo che potrà iniziare a fare i compiti…” propose. Io lo guardai stupita. “La stavo prendendo in giro signorina Wyspet…” ghignò divertito. Io sbuffai arrabbiata. Passarono dei minuti. “Non ha compiti da correggere?” chiesi, curiosa. Lui scosse la testa. “Nemmeno altre cose da fare?” chiesi, felice. Piton scosse la testa. Io battei le mani. “Che bello!! Mi farà compagnia tutta la sera?” esclamai. Lui sorrise. “La ringrazio molto per quello che sta facendo…” dissi. “Non posso di certo lasciarla nelle mani della preside Umbridge…” esordì. Dallo stereo iniziò Mi Hermanita, degli Aventura. Iniziai a cantare. Piton mi guardò e mi fermai, imbarazzata. “Ha una buona pronuncia…sa lo spagnolo?” sorrise. “Non proprio…ho una lontana parente che abita a Madrid e qualche volta nelle vacanze la vado a trovare con i miei…l’anno scorso ha iniziato ad insegnarmi lo spagnolo…so solo le cose essenziali…” spiegai. Piton annuì. Prese il libro dal comodino e andò a dove era fermo il segnalibro. Io mi sistemai in modo da star comoda. Severus si schiarì la voce e rese a leggere. In effetti Anna aveva ragione. Sembravo una principessina, coccolata, viziata...forse anche amata? “Professore…?” lo fermai. Lui alzò la testa. “Si signorina Wyspet?” rispose. Io abbassai lo sguardo. “Lei…mi vuole bene?” chiesi. “Le pare che l’accudirei se la odiassi?” rimbeccò. Mi sporsi e lo abbracciai. “Non so come fare senza di lei…è perfino riuscito a scacciare gli incubi…” dissi. Il libro cadde a terra nell’istante in cui Piton ricambiò l’abbraccio. “Sono felice di esserle stato utile…” rispose. Mi staccai e tornai a sedermi sotto le coperte. Lui me le sistemò. Riconobbi subito la voce del cantante dei Lifehouse uscire dallo stereo. You and Me. Piton mi guardò, come sapesse quello che volevo fare. “Cause it's you and me and all of the people, with nothing to do, nothing to lose…” iniziai a cantare. “Signorina Wyspet, non si deve affaticare…” mi rimproverò. Io scossi la testa. “And it's you and me and all of the people, and I don't know why,  I can't keep my eyes off of you” continuai. “Per quanto adori la sua voce, è meglio se non si sforza…” commentò, sorridendo. Non lo disse con sarcasmo. Aveva detto che adorava la mia voce? “Gliel’ho già detto che secondo me è una brava cantante, quindi non faccia quell’espressione…” commentò, girando lo sguardo. Sorrisi. “Se non fossi un covo di germi le darei un bacio sulla guancia…” dissi, felice. Lui evitò il mio sguardo. Scorsi un rossore sulle sue guance. “Però se legge tutto il tempo, le andrà via la voce…” osservai. Severus scosse la testa e riprese il libro. Only Hope, di Mandy Moore. Iniziai a sussurrare le parole. Vidi Piton guardarmi in viso. Chiusi gli occhi e continuai a cantare. E cantare. E ancora a cantare. Solo per lui. Appena finito mi applaudì. “Comincio davvero a credere che lei diventerà una cantante famosa…” esordì Piton. “Non credo riuscirei a cantare davanti a tanta gente…” sospirai. “Però davanti a me ci riesce…” rimbeccò ancora. “Perché le canzoni che le canto mi vengono dal cuore…sono felice di poter cantare per lei…” dissi, rossa in viso e poggiando una mano sul petto. Severus sorrise. “Lei è troppo gentile per questo mondo…” osservò. “Sa…me lo dice sempre anche mia madre…anzi, lei dice che sono troppo ingenua…” raccontai. “No, io credo che lei sia spontanea…non è una persona che indossa una maschera per farsi voler bene dalla gente…” mi corresse Piton. “Come dice sempre Anna, come si può non volermi bene?” sorrisi, modesta. Lui scosse la testa divertito. “Senta…le va…di stare un po’ con me?” chiesi. Pretty Boy, delle M2M, iniziò a invadere l’aria. Lui mi guardò dubbioso. “Sono già qui con lei…” rispose. Io mi spostai e feci spazio nel letto. “Forse sarebbe stato meglio fermi portare anche il suo peluche oltre che il pigiama…” sbottò seccato. Io abbassai lo sguardo. Oh my pretty pretty boy I love you. Piton sbuffò e si tolse il mantello, poi si mise come la sera prima accanto a me. Io mi avvicinai piano e strinsi a me il suo braccio destro. Like I never ever loved no one before you. Severus mi guardò e io mi strinsi ancora di più vicino a lui. Pretty pretty boy of mine, just tell me you love me too. Piano si sdraiò con la testa sul cuscino, e io, appoggiai la testa sul suo petto. Ero imbarazzata, ma felice. Oh my pretty pretty boy, I need you. Lo sentii tremare di poco. “Le peso?” gli chiesi, tirandomi su da lui. Piton scosse la testa. Oh my pretty pretty boy I do. Tornai ad appoggiarmi a lui, stringendo un pezzo di camicia nella mano, vicino al mio viso. Severus liberò il braccio che prima stringevo a me e mi circondò le spalle. Let me inside. “Buonanotte professor Piton…io le voglio…tanto…bene…” dissi, sussurrando le parole sempre di più e chiudendo gli occhi.. Lo sentii sospirare e sporgersi per darmi un bacio sulla fronte.Make me stay right beside you. “Buonanotte signorina Wyspet…” disse. Poi, mi addormentai. E lo feci sorridendo, perchè finalmente ero tra le braccia dell’uomo che amavo.
  
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