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Autore: lafatablu    20/11/2012    1 recensioni
Timeline: 4 anni dopo Not Fade Away
Pairing: Angel & Buffy (ovviamente)
Summary: Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né le tenebre della notte, possono fermare i corrieri sulla via reale. (Erodoto – V secolo a.C.) Ci sono angeli e demoni che camminano sulla terra. Alcuni di loro lavorano per l'ufficio postale. Gli Oracoli vivevano sotto l'ufficio postale. Vi ricordate? Si, centra anche questo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Francis Doyle, Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A N G E L ~ Soul & Love ~'
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Parte 15

 

Doyle. Fu questo il nome che comparve nei pensieri di Angel e Buffy. “Loro hanno un nome? Come si chiamavano i nonni? Lo ricordi questo?” chiese Angel. Connor notò che sia lui che Buffy erano turbati. Ripose subito senza esitare un attimo. “Certo che lo ricordo, lo ricordo molto bene. Nonno Doyle e Nonna Delia”

Angel e Buffy era sbigottiti, letteralmente senza parole. Lo guardarono intensamente e Connor giurò di veder brillare nei loro occhi una profonda commozione. “Doyle e..” disse Buffy con un filo di voce, seguita subito dopo da Angel “..e Delia, cioè.. Cord..”

Ma Buffy lo bloccò prima che continuasse. Conosceva la storia di Connor e Cordelia e sapeva anche quanto lui avesse sofferto per lo squallore di quella assurdità. Non voleva allarmarlo inutilmente, perché non erano ancora sicuri che fosse realmente Cordy. Ma ora, qualcosa cominciava ad avere senso. Angel annuì a Buffy e disse “Quindi nei tuoi incubi, in realtà filtrava la tua vita reale? voglio dire, il tuo vero passato emergeva nei sogni? Mostri, demoni, vampiri.. probabilmente Quorthot.. insomma la tua intera esistenza..”

Connor abbassò lo sguardo, suo padre aveva fatto centro alla grande. “Si, esatto. Solo quando ho recuperato i ricordi, ho capito che i miei incubi erano reali e che ciò che mi diceva mio nonno era tutto assolutamente vero.. per questo motivo penso che.. che anche lui fosse reale”

“Se è come penso..” disse Angel “Credo che tu abbia proprio ragione, figliolo. Se i tuoi nonni sono chi io penso che siano, loro erano davvero l’unica cosa reale dei tuoi falsi ricordi..”

Si fermò un attimo a riflettere poi continuò..

“..e questo spiegherebbe anche perché tu non eri affatto sorpreso di sapere che io ero un vampiro.. o di sapere che tuo ‘padre’ Lawrence, fosse curato alla W&H da medici con gli artigli. Quando ti dissi che eri un ragazzo speciale, con poteri speciali, tu trovasti che la cosa fosse normale. Ti parlai di profezie, di Sahjhan, di Cyvus Vail.. e tu non mostrasti alcuna sorpresa. Perché avevi sempre saputo, grazie ai tuoi nonni, che quel mondo era assolutamente reale..”

Buffy, seguendo il suo istinto, comprese la vera motivazione che si nascondeva dietro a questi eventi e che dava senso a queste stranezze. I Nonni non volevano fare del male a Connor, non erano affatto nemici. Erano invece suoi preziosi alleati, come fossero degli angeli custodi.

“..Ecco perché, ora capisco la ragione di tutto questo.. è come se tuoi nonni volessero che tu non dimenticassi del tutto. Loro volevano che tu non recidessi i legami con le tue vere origini..”

Angel aveva le lacrime agli occhi. Se era come pensava, Doyle e Cordelia avevano sempre vegliato su suo figlio, lo avevano amato e protetto, permettendogli di mantenere un legame con lui. Se questo era vero, loro gli avevano fatto il regalo più bello che potessero fargli. Si erano presi cura di Connor e lo avevano ricondotto a casa, dove avrebbe dovuto essere da sempre. Dal suo vero padre. L’unico padre che lo avesse veramente amato.

Anche Buffy era commossa, intuiva i pensieri di Angel. Percepì la potenza della sua emozione e gli strinse la mano per dirgli che lei era lì accanto a lui. Ma pensò anche che c’era qualcosa di più dietro a tutto questo. C’era qualcosa di più grande che riguardava le loro vite. Cercò di essere il più razionale possibile. Sorrise a Connor, che era a disagio davanti alle loro emozioni.

“Che succede?” chiese Connor “Chi pensate che siano i nonni.. non capisco..” e Angel rispose.

“Riesci a descriverli fisicamente? Come erano? lo ricordi?”

Connor scosse la testa “Beh, erano vecchi, non so come descriverli. Si, erano vecchi, capelli bianchi, le rughe. Insomma, come tutti i nonni del mondo. Vecchi, ma anche.. un po’ giovani..”

Buffy rise. Se la nonna era chi lei pensava, si sarebbe arrabbiata molto nel sentirgli dire che era una vecchia rugosa. Cordelia spendeva una fortuna in creme anti rughe e ora avrebbe certamente avuto molto da dire.

Anche Angel rise e per le sue stesse ragioni. Gli sembrò quasi di sentire la voce di Cordy.

Ah si? e così io sarei vecchia? Attento a ciò che dici, moccioso..

“Ok, Connor..” disse Angel ancora ridendo “vecchi ma anche un po’ giovani, non spiega molto. Vieni con me, ora mi descrivi meglio e io tenterò di disegnare..”

Connor lo seguì nel suo ufficio “wow.. tipo una specie di identikit?”

Angel prese carta e matita “una specie.. si..”

Ma Connor pensò anche, che Angel facesse questo per smorzare la tensione. Angel in realtà credeva di conoscere già il viso dei nonni. La conferma arrivò da Buffy, che entrò porgendogli una coppa di macedonia e mentre si sedeva accanto ad Angel, disse “Non hai delle foto?”

Angel la guardò serio. Lui sapeva ciò che faceva. “Certo, ma Connor li ha descritti come vecchi, potrebbe non riconoscerli dalle foto.. anzi sono certo che non li riconoscerebbe.. giusto?”

Buffy annuì. Si, era giusto. Se così non fosse stato, Connor avrebbe sicuramente riconosciuto Cordelia in sua nonna e invece questo non era accaduto.

Angel cominciò a disegnare anche prima che Connor partisse con la descrizione e lui sorrise. A volte suo padre sembrava un bambino. Ora era tutto intento a disegnare e pareva sereno.

“Dai papà.. se hai delle foto, puoi mostrarmele.. così facciamo prima..”

Angel si era sistemato sulla poltroncina della sua scrivania, e poggiava le gambe comodamente allungate sullo sgabello di fronte. Buffy, altrettanto comodamente, si era accoccolata accanto a lui e Angel la teneva stretta a sé, cingendola per la vita. Senza sollevare gli occhi dal foglio, posò la matita e allungò la mano verso il cassetto. Aprendolo, consegnò poi una foto a Connor, che stava accanto a lui sull’altro lato della scrivania. Erano tutti e tre molto sereni e rilassati. Angel continuò poi a disegnare, cercando di invecchiare il viso di Cordelia. Non notò quindi l’espressione di Connor che guardava la foto con occhi allucinati. Angel tracciò uno schizzo veloce e Buffy trovò che fosse molto somigliante ad una ipotetica Cordelia sessantenne.

Ma Connor scattò in piedi subito dopo. Si alzarono di corsa anche loro, preoccupati per quanto vedevano. Connor era pallidissimo ed era molto spaventato. Pareva non riuscisse a respirare.

“Ma non può essere.. questo è.. assolutamente assurdo.. non può essere”

“Va tutto bene, Connor. Non c’è niente di cui aver paura?” disse Angel cercando di rassicurarlo “Lui è Doyle. Lui è il mio amico Doyle. Figliolo, non.. Connor mi senti?”

Connor lo guardò con occhi stralunati e fece cadere la foto, arretrando spaventato.

“Questo è il tizio del bar.. quel tizio che mi ha.. cosa sta succedendo, papà? Questo è il tipo che ho incontrato giorni fa, ho parlato con lui.. lui mi ha aiutato a..”

Buffy lo fece sedere. Era sicura che stesse per crollare da un momento all’altro. Angel si chinò di fronte a lui e gli parlò sussurrando appena le parole. “Doyle è morto tanti anni fa, Connor. Non puoi averlo incontrato. Lui era il mio migliore amico, lui era.. lui è morto da eroe..”

“E invece si. Invece l’ho incontrato. Ho parlato con lui, abbiamo bevuto una birra insieme. Lui è irlandese come noi, mi ha anche offerto le palatine fritte e soprattutto, lui mi ha fatto capire che non dovevo spedire la lettera a Buffy, ma che dovevo chiamarla al telefono.”

Adesso doveva dirgli che aveva letto le sue lettere. Questo era il momento giusto, magari lui si sarebbe arrabbiato, ma ora a Connor non importava. “Papà, mentre tu stavi male, non sapevo più cosa fare per aiutarti.. ho cominciato a leggere le tue lettere, quasi.. quasi per istinto, non era curiosità.. era solo istinto, sapevo che dovevo farlo per salvarti.. e lì ho trovato l’indirizzo di Buffy e il suo numero di telefono.. devi credermi, papà.. Buffy, per favore.. dovete credermi..”

Connor aveva paura che non gli credessero, perché lo guardavano con occhi pieni d’angoscia che lui interpretava come incredulità e odiava tutto questo. Ora non era affatto preoccupato che Angel fosse arrabbiato con lui perché aveva invaso la sua privacy, leggendo le sue lettere. In realtà, adesso quello era proprio l’ultimo dei suoi pensieri. Era molto più preoccupato che non gli credessero e cercò di coinvolgere Buffy, sperando che almeno lei comprendesse.

“Buffy, quando ti ho chiamato a Londra, io ero nel bar di questo tizio, che voi chiamate Doyle”

Angel e Buffy parlarono quasi contemporaneamente e dissero quasi le stesse parole.

“Noi ti crediamo, Connor. Non c’è nulla che tu non possa dirci, lo sai.. qui sei al sicuro..”

Buffy corse in cucina a prendere dell’acqua e Connor si aggrappò alla maglia di Angel. Non voleva restare solo, non riusciva più a gestire l’angoscia. Gli sembrava di vivere come fosse sempre in bilico davanti ad un gigantesco precipizio, dove rischiava di cadere giù da un momento all’altro, ed era stanco di sentirsi sempre in balia di eventi più grandi di lui.

“Mi dispiace per le lettere.. non avrei voluto farlo.. credimi, ma non c’era più tempo.. tu stavi malissimo e io ho pensato che.. che per aiutarti dovevo conoscerti meglio.. io ho sempre saputo poco della tua vita, come potevo aiutati se neanche ti conoscevo bene? Per questo ho letto quelle lettere e mi sono state davvero di grande aiuto.. non volevo spiare la tua vita solo per il gusto di farlo..”

Angel lo abbracciò rassicurandolo. “Va tutto bene, figliolo. Va tutto bene.. calmati ora..”

Buffy tornò con l’acqua e si sedette accanto a lui. Aveva sentito tutto e tentò di scherzare per fargli capire che non era una cosa poi così grave aver letto quelle lettere.. infondo erano indirizzate anche a lui. Buffy ne aveva lette alcune e Angel parlava spessissimo di Connor.

“Adesso capisco la tua riluttanza a dirmi come avevi ottenuto il mio numero. Hai frugato per benino fra le cose di papà, eh? però se ricordi, io l’avevo già capito.. ricordi cosa ti dissi?”

Connor lo ricordava. D’accordo. Fammi indovinare.. hai frugato casualmente fra le sue cose ..e  sempre casualmente l’hai trovato ben nascosto da qualche parte? Sta tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me. Non diremo ad Angel che sei stato tu a chiamarmi ..e comunque, io stavo già partendo per Los Angeles, quindi non stiamo proprio dicendo una bugia.. giusto?

“Buffy daiii..” disse lui un po’ più sereno “..non ho frugato fra le cose di papà, cioè.. non molto”

Poi entrambi notarono il silenzio di Angel e Connor chiese allarmato. “Papà, sei arrabbiato?”

Prima ancora che Angel parlasse, Buffy intervenne subito in difesa di Connor. “Non credo che Connor ami frugare fra le cose altrui, non abitualmente. Lui non mi sembra il tipo che fa questo genere di cose. Avanti.. non sapeva neppure dove fosse lo zucchero.. credo che in quei quattro anni, non abbia mai sbirciato dentro le tue cose. Dico bene, Connor?”

Lui annuì con assoluta fermezza. “Non sono quel genere di persona” Disse tutto serio.

Nella postura di Connor, per un momento, ad Angel parve di vedere un bambino che aveva bisogno dell’approvazione materna, felice che lei l’avesse tolto dai guai. Mentre in Buffy vide una mamma che voleva proteggere il suo bambino ad ogni costo. Sorrise ad entrambi.

“No, non è questo, Connor. Ti ho già detto che va tutto bene. Non sono arrabbiato.. ma non capisco come tu abbia fatto a rintracciare Buffy. Nella scatola delle lettere, non c’erano né l’indirizzo né il telefono. Hai detto di averli trovati lì dentro, giusto? Beh li non c’erano di sicuro”

“Erano nell’ultima lettera, quella proprio in fondo alla scatola. Ho pensato che quella fosse la prima che scrivevi.. comunque sono certissimo di aver letto l’indirizzo e anche il numero.. non avrei potuto chiamare Londra senza quel numero e quel tizio, quello che voi chiamate Doyle, mi ha fatto capire che non dovevo spedire la lettera, perché probabilmente non sarebbe mai arrivata. Con uno strano giro di parole, mi ha fatto capire che invece dovevo usare il numero..”

Angel scosse la testa. “No Connor! Io non ho mai scritto nessun indirizzo.. aspetta un momento.. tu hai fatto leggere la mia lettera, a quel tizio del bar? ..e magari a chissà chi altri.”

“No papà! Indirizzo e telefono erano sulla busta.. mi credi davvero così sciocco?”

Buffy rise. Non sapeva chi dei due fosse più immaturo in quel momento. Pensò che comunque gli adorava entrambi. Stava cominciando ad amare molto le loro interazioni. Era evidente, che il loro, fosse un legame fortissimo e sentì un profondo senso di appartenenza. Si sentì a casa.

“Che c’è?” chiesero Angel e Connor insieme “perché ridi?”

“Niente, lasciamo perdere.. Connor, hai ancora con te la lettera? ricordi l’indirizzo?”

“Credo di averla rimessa al suo posto, o forse no.. forse è rimasta nella tasca del giubbotto. Comunque, l’indirizzo lo ricordo benissimo. Buffy Anne Summers – Via dei Vasai, 10 – Roma, Italia. Visto che invece tu eri a Londra, direi che spedirla sarebbe stato inutile..

“È il mio vecchio indirizzo romano” disse Buffy “Abitavo ancora lì quando recuperai il ricordo di quel giorno perfetto, e accadde proprio quando Connor recuperò i suoi ricordi..”

“Pensi che le cose siano collegate?” Chiese Angel “Comunque, io non ho mai scritto il tuo indirizzo in nessuna di quelle lettere, quindi mi chiedo come sia possibile che..”

“Assolutamente si. Le due cose sono collegate. Io ho ricordato tutto, proprio nello stesso momento che anche Connor ricordò” Rispose Buffy, sovrappensiero. Guardò poi un punto lontano davanti a sé e si abbandonò ai ricordi, raccontando ciò che avvenne.

“Era ormai notte. Avevo appena sentito Giles al telefono, lui, Faith e gli altri si erano trasferiti a Londra, mentre io e Dawn stavamo ancora a Roma. Lei frequentava l’università lì, anche se moriva di nostalgia e da tempo mi chiedeva di riunirci agli altri. Quella notte, come sempre, ero di ronda al cimitero, ma contrariamente al solito, ero da sola, nessuna delle nuove slayer era come me. Stavo per rientrare, quando fui investita da un’accecante luce bianca..”  

“..la finestra Orlon che si infrangeva..” mormorò Angel.

Guardò Buffy intensamente negli occhi. Nei loro pensieri la stessa domanda. Esisteva un nesso  tra il loro giorno perfetto e i ricordi rimossi di Connor? Pareva di si, ma perché? Buffy annuì silenziosamente, anche lei aveva gli stessi sui dubbi, ma era meglio non dire niente ora. Non davanti a Connor, che ascoltava con attenzione e pareva molto interessato al racconto di Buffy.

Quindi Angel glissò l’argomento, spiegando meglio a Buffy “..la ‘finestra Orlon’ è un oggetto mistico, una sorta di cubo che conteneva le memorie rimosse da Connor. Quando Wesley la ruppe, tutti i ricordi in essa contenuti, si liberarono e tornarono laddove avrebbero dovuto essere, ma.. la cosa strana è che Cyvus Vail, lo stregone che modificò la memoria di Connor, disse che i ricordi potevano essere recuperati, solo nel caso in cui la finestra si fosse rotta nelle vicinanze di qualcuno, i cui ricordi erano stati modificati. Infatti oltre a Connor, anche Wesley recuperò i suoi, ma lui era lì con noi nella stanza.. tu invece eri a Roma in quel cimitero. Non direi che eri nelle vicinanze.. eri proprio in un altro continente.. quindi non riesco a capire..”

“Faith e Willow..” disse Buffy “Loro erano le uniche che conoscevano Connor, ma negli ultimi quattro anni, hanno continuato a non ricordare la sua esistenza. Mentre io.. mentre io, non solo ricordai quel nostro giorno, ma ricordai di Connor. Quindi, ero l’unica a sapere che tu avevi un figlio, nessun altro, neppure nel mondo demoniaco, sapevano della sua esistenza. Ricordo bene le loro facce quando chiedevo di Connor.”

Si fermò un attimo. Nel suo viso un espressione di rabbia e amarezza, ricordando quanto duramente avesse provato a cercare Angel, senza mai riuscire a trovarlo ..poi continuò

“Quando ti cercavo, io pensai di contattare Connor, ma anche lui pareva scomparso nel nulla.. quando chiedevo in giro, per avere informazioni, mi ridevano tutti dietro. Ricordo bene i loro commenti sprezzanti. ‘Sei una slayer e non sai che i vampiri non possono avere figli?’ ..non immagini quanto mi irritassero le loro parole, perché io sapevo che invece Connor esisteva.”

Angel distolse lo sguardo da lei, abbassò la testa curvando le spalle. Sul viso un espressione di amarezza mista a inquietudine. Buffy conosceva bene il suo linguaggio del corpo e odiava vedere quel tormento che avviliva la sua anima. Quando lui diventava consapevole di aver fatto qualcosa, che aveva poi procurato dolore alle persone che amava, si chiudeva in sé stesso autocondannandosi a cent’anni di inferno, anche se era solo un inferno interiore. Quindi Angel sapeva? Sapeva che Connor non poteva essere trovato.

Si avvicinò a lui, stringendogli le mani.

“Hai cercato di proteggere Connor, non è vero? Lui non poteva essere trovato da nessuno. Immagino che Connor fosse in pericolo dopo che tu hai distrutto i Soci Anziani..”

“Non solo lui” rispose Angel stringendo a sua volta le mani di Buffy. “Tutti quelli che per me contavano erano in pericolo e tu eri la prima della loro lista. Non hanno fatto altro che ricordarmelo in tutti questi anni. Era una minaccia oscura, persistente e sempre presente, ogni volta che si degnavano di mostrarsi a me. Ma non potevo cedere alle loro minacce”

Strinse le mascelle nervosamente e serrò i pugni. Era evidente che la sua rabbia era ancora tutta lì. La W&H era stata la sua rovina, da qualunque punto di vista la si volesse guardare. Continuò comunque a parlare. Buffy e Connor dovevano sapere.

“Gunn.. lui non.. Gunn non morì in quella battaglia, lui morì dopo.. lo braccarono.. finché non lo trovarono, lo uccisero proprio davanti ai miei occhi. Volevano che io vedessi. Lo vampirizzarono e.. poi fecero in modo che io dopo lo uccidessi ..e fecero la stessa cosa con Kate, la mia amica detective. Illyria morì subito dopo, nel tentativo di salvare me e Gunn. L’unico che morì in quella battaglia fu Spike, e forse per lui fu meglio così. Perché Gunn e Illyria morirono in modo orribile .. e credo di.. credo di essere morto un po’ anche io insieme a loro”

Si fermò un attimo a riprendere fiato, anche se non aveva bisogno di respirare, ma rievocare quei ricordi era estremamente doloroso per lui. Era arrivato il momento di raccontare cosa avesse realmente fatto negli ultimi quattro anni. Guardò Connor, sapeva che anche lui aveva altro da dire e non aveva terminato il suo racconto, ma pensò di dargli un attimo di tregua. Angel adesso aveva bisogno di tirar fuori, ciò che lo aveva tormentato in tutti questi anni.

È questo il motivo per cui non potevo stare di più con te. Vederci quell’unica volta al mese, era già un azzardo, era troppo pericoloso, ma era vitale per me, non potevo farne a meno. Mi rendo conto che era una cosa egoista.. indulgere così nelle mie debolezze.. ma..”

Connor scosse la testa. Era, ancora una volta, commosso e sorpreso per come suo padre parlava delle sue emozioni. Pensò che fosse un regalo immenso, perché anche solo parlarne, per lui era faticoso. “Io ti sono grato.. per quell’unico giorno in cui stavamo insieme. In realtà l’aspettavo con ansia per i restanti ventinove giorni e so che lo sai anche tu, quindi non direi che sei stato egoista, l’hai fatto anche per me. Vederci, mi ha permesso di andare avanti, di sopravvivere a tutta quella confusione dei ricordi caotici che si accavallavano nella mia mente. Sarei impazzito se non avessi avuto un contatto con te.. anche se non parlavamo mai molto..”

Angel annuì. “Certo che lo facevo anche per te. Sapevo che eri solo, nonostante la tua nuova famiglia. Ma era comunque molto rischioso. Per questo ti volevo il più lontano possibile dalla mia vita e per me era maledettamente doloroso sapere di non poterti aiutare di più. Quando potevo, ti seguivo da lontano, ma c’era anche una componente egoista, Connor. Sentivo che la mia oscurità stava riemergendo, potevo quasi toccarla. Tutto il mio essere ne era impregnato. Avere ancora un contatto con le persone che amavo, era l’unico modo per contrastarla

Connor si alzò e gli sfiorò un braccio, voleva dirgli moltissime cose, ma disse solo “Lo so papà” Sentì poi vibrare il suo cellulare. Era Tommy, ci pensò su un attimo prima di rispondere, ma Angel gli sorrise, rassicurandolo “Rispondi.” Connor annuì e si allontanò da lui. Tommy era agitato e decise che fosse meglio ascoltarlo con attenzione.

“Ok Tommy, accendi il pc.. parliamo su Messenger”

Guardò ancora Angel che annuì a sua volta. Sorrise a Buffy e scusandosi corse in camera sua. Tommy aveva bisogno di parlare con lui, e Connor non poteva ignorarlo.

 

..continua

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Note: Il capito era lunghissimo, ho dovuto divederlo. Quindi il prossimo, più che il sedicesimo, dovrebbe essere il 15B.

   
 
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