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Autore: Sonnyx94    20/11/2012    9 recensioni
Sono passati sette anni da quando i Volturi hanno minacciato di distriggere la famiglia Cullen. Le giornate passano lente e "noiose", tra una battuta di caccia e la scuola. Renesmee ormai ha l'aspetto di una diciottenne e il suo rapporto con Jacob inizia a farsi più complicato. La ragazza non riesce a spiegarsi come mai abbia bisogno della presenza costante del suo "migliore amico" - questo perchè le hanno tenuto nascosto che, alla sua nascita, Jake ha avuto l'impronting con lei. Ma un nuovo pericolo interrompe l'eternità della famiglia: i Volturi sono tornati e vogliono Renesmee. Si giungerà ad un nuovo scontro?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Renesmee

 

Quella notte sembrò non volere finire mai, il vento continuò a soffiare e nemmeno quando il giorno sorse, diede il minimo accenno di volersi fermare. La neve aveva smesso di cadere dal cielo e aveva attecchito al terreno.
Il tempo sembrava essere tornato indietro, indietro di sette anni. Quell’anno in cui zia Alice aveva predetto l’arrivo dei Volturi, il giorno in cui la lunga nevicata fosse terminata e i suoi fiocchi si fossero legati al terreno in maniera indissolubile. La vita doveva avere un sadico senso dell’umorismo, non riuscì a trovare altra spiegazione.
Avevo trascorso l’intera notte a rigirami tra le mani il ciondolo che mi aveva regalato mia madre, quel piccolo ciondolo che, una volta aperto, conteneva la scritta “plus que ma propre vie” e una foto scattata di nascosto ai miei genitori, mentre si guardavano negli occhi, occhi pieni d’amore.
Per tutta la mia breve vita, mi ero chiesta come fosse possibile amare una persona come Edward e Bella facevano. Un amore per cui si è disposti a sfidare le leggi dei vampiri, a sfidare l’umanità, a sfidare la vita stessa. Poi tutto mi era sembrato così chiaro e semplice, la risposta era saltata fuori da sola, il giorno in cui avevo baciato Jacob. In quel momento avevo capito che la soluzione al mio dilemma era sempre stata dentro di me e aveva solo aspettato che io fossi pronta per comprenderla.
-Significa: “più della mia stessa vita”- mi aveva detto la mamma, quando mi aveva donato la collanina –E’ quanto io ti ami-
Ed era quanto io amassi lei, quanto amassi mio padre, la mia famiglia...Jacob. E tutto si sarebbe concluso, i Volturi ci avrebbero uccisi tutti, dal primo all’ultimo, questa volta ne ero certa. I vampiri italiani non avevano mai accettato la mia esistenza, andavo eliminata e al più presto. La mia famiglia era riuscita a fermarli una volta, facendoli diventare ancora più crudeli, e adesso erano torniti per ripresentare il conto. Volevano vendetta, volevano riportare giustizia, uccidendo tutti coloro che avevano osato sfidarli per proteggere un’unica ed insignificante esistenza: la mia. Non l’avrei mai detto a nessuno, ma sapevo che tutte le vite che nel giro di qualche ora si sarebbero spezzate per causa mia, avrebbero potuto essere risparmiate. Sette anni prima, avrei dovuto essere stata eliminata, in modo da permettere alle persone che amavo di vivere.
Quando il primo raggio di luce colpì la tenda, cercai di guardare dietro la mia spalla. Jacob dormiva ancora profondamente, il suo russare mi aveva tenuta sveglia tutta la notte ma non era stato un problema, ero sempre stata abituata al suo sonno rumoroso e, con il tempo, avevo imparato a non farci più caso. In realtà, quella notte, non sarei mai riuscita a prendere sonno, anzi probabilmente era stato meglio così, il silenzio spaventoso dell’oscurità mi avrebbe fatto pensare alla morte, un’idea che fino a quel momento non mi era mai stata così vicina. Il russare di Jake mi aveva rammentato, durante quelle lunghe ore, che c’era ancora vita, che nonostante la morte delle persone a me più care, il mondo avrebbe continuato a esistere.
-Non hai dormito stanotte- mi rimproverò Jacob, dopo qualche minuto, con ancora gli occhi chiusi.
Un sorriso tirato mi si disegnò sul viso –Come fai a dirlo? Non hai mai smesso un minuto di russare-
Sentì le sue labbra allargarsi, sorridenti, mentre si appoggiavano sulla mia pelle per baciarmi il collo, le sue braccia calde, che fino a quel momento mi avevano stretto la vita, fecero girare il mio corpo in modo che il mio petto potesse aderire perfettamente al suo –Hai un aspetto terribile- sussurrò, cercando di trattenere il tremolio della sua voce.
Fu come se mi avessero rifilato una pugnalata nello stomaco, dovevo smetterla di fare la vittima, avevo avuto tutta la notte per piangermi addosso, era arrivato il momento di essere forte, per l’ultima volta. Per far credere a Jacob che avrei combattuto, che credevo ancora in un miracolo.
-Quello di una che ha passato una notte in tenda- provai a dire, ma la mia battuta non suonò poi così divertente, anche se Jake rise sommessamente.
Un ululato in lontananza riecheggiò per tutta la foresta e noi restammo immobili, in attesa.
-Devo fare l’ultimo giro di guardia, Bella e Emmett stanno arrivando a prenderti- mi comunicò Jacob, con poca convinzione. L’idea di lasciarmi doveva infastidirlo quasi quanto infastidisse me.
Annuì come per cercare di convincere me stessa, nella voce di Jake non avevo sentito alcun tono di urgenza, quindi la situazione per il momento doveva ancora essere abbastanza tranquilla. Mi misi a sedere, levandomi di dosso il sacco a pelo e il gelo della mattina si insinuò sotto i miei vestiti, spezzandomi il respiro. Prima ancora che Jacob potesse ricacciarmi al caldo, sotto le coperte, presi al volo il giubbotto e mi precipitai fuori dalla tenda per respirare l’aria dell’alba.
Rosa, arancione, azzurro. Quei colori così sgargianti si riflettevano nel bianco del paesaggio innevato, uno spettacolo mozzafiato. L’ultimo che avrei visto.
-Dovresti tornare dentro- mi avvisò Jacob, seguendomi fuori, mentre mi osservava preoccupato.
Mi voltai verso di lui e gli sorrisi. Che importanza aveva se mi fossi presa un colpo di freddo? Sarei morta in ogni caso, ma questo non glielo potevo dire.
Senza pensarci mi buttai fra le sue braccia. Non volevo che mi lasciasse, nemmeno per un secondo. Nel giro di pochissimo tempo ci avrebbero divisi per sempre, non aveva importanza quanto ci amassimo, tutte le promesse che ci eravamo fatti erano svanite nell’istante in cui i Volturi avevano decretato la nostra sentenza. Di fronte al loro egoismo, tutti i pericoli che i miei genitori avevano affrontato per tenermi in vita, tutta la sofferenza di Jacob nel cercare il suo posto nel mondo, tutte le battaglie che io avevo dovuto affrontare per salvare la mia famiglia non erano servite a nulla.
Avrei voluto dire a tutti di scappare, di lasciarmi al mio destino, ma sapevo che nessuno di loro lo avrebbe fatto.
-Promettimi una cosa- gli chiesi, stringendo con forza le mie braccia al suo collo.
Jacob rimase immobile, quasi spaesato, ma ricambiò il mio abbraccio quando sentì quella frase.
-Promettimi che non ti sacrificherai per salvarmi- lo implorai, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo –Prometti di non prendere il mio posto nel caso i Volturi volessero uccidermi-
-Nessie- provò a dire, tentando di allontanarmi per guardarmi in viso, ma io serrai la mia presa.
-Ti prego, non lo fare. Non poteri vivere sapendo che sei morto per salvarmi, mi uccideresti-
Non parlò. Sapevo di chiedergli molto, ma era l’unica cosa che potevo pretendere da lui. Non potevo obbligarlo ad andarsene perché, per quanto potessi risultare egoista, l’imprinting mi faceva desiderare di averlo vicino, anche se questo significava metterlo davanti alla morte.
Passò un lungo momento, in cui nessuno dei due disse o fece niente. Quando Jacob parlò, sentì i passi di mia madre e Emmett avvicinarsi.
-Nemmeno io potrei vivere sapendo di averti persa- mi sussurrò, prendendomi il viso tra le mani. Mi guardò negli occhi e fu come se volesse tuffarvisi dentro. –Non lascerò che quei succhiasangue ti portino via da me e se mai dovessero riuscirci, devi sapere che ti troverò. Sempre-
Le sue mani si fecero largo sulla mia gola, fino alla nuca e le sue labbra trovarono le mie.
Non avevo mai pensato a come avrei detto addio a Jacob, probabilmente non esisteva un modo. Io e lui eravamo nati per stare insieme, l’imprinting non prevedeva una separazione. Un bacio, un giorno, non sarebbero mai stati abbastanza per riuscire a voltare pagina. In quel momento, la scelta che avevo preso di andare ad Harvard mi sembrò così sciocca e inopportuna. Jacob aveva ragione, se mai saremmo sopravvissuti, anche se continuavo a dubitarlo, avrei bruciato la mia lettera di ammissione.
-Renesmee? Jake?- la voce di mia madre risuonò nell’aria e fummo costretti a porre fine a quel bacio con grande riluttanza.
-Siamo tu ed io contro il mondo- mi promise Jacob, che sembrava avere ritrovato il solito sorriso di sempre.
-Ti amo-  Era la prima volta che glielo dicevo davvero, lo sapeva ma non gliel’avevo mai detto di mia spontanea volontà. Lo avevo ammesso ai miei genitori, a Charlie ma quelle due paroline mi erano uscite solo in quel momento, avevo sempre pensato di avere tutta l’eternità per dimostrargli quanto lo amassi e, all’improvviso, il tempo per noi era scaduto.
-Eccovi, finalmente!- esclamò mia madre sollevata, probabilmente aveva sentito tutta la nostra conversazione ma si comportò come se nulla fosse.
-Ehi, piccioncini- esordì Emmett, sbucando alle spalle di Bella, lanciandoci uno sguardo malizioso.
-Jacob, Leah e gli altri ti stanno aspettando. Ci vediamo tra quindici minuti nella radura- lo esortò Bella, sapendo che Jacob non si sarebbe mosso di lì senza un ordine ben preciso.
-Okay- rispose lui, con gli occhi ancora fissi sui miei. –Dove sono Edward e gli altri?- chiese, sforzandosi di guardare mia madre.
-Sono già lì che ci aspettano-
Jacob fece un cenno di assenso poi tornò a guardarmi. –Ci vediamo tra poco- e mi diede un veloce bacio sulla fronte, per poi sparire dietro gli alberi.
Nei quindici minuti che seguirono, entrai nella tenda per cambiarmi. Avevo bisogno di abiti nuovi, perché quelli che avevo tenuto indosso durante la notte erano completamente umidi e ricoperti di brina. Così dovetti infilarmi nuovamente nel sacco a pelo per potermi spogliare, ma il gelo riuscì a colpire la mia pelle lo stesso. Bella ed Emmett rimasero fuori dalla tenda, evitando di raffreddare ulteriormente l’aria all’interno dell’abitacolo.
-E’ andato tutto bene stanotte?- chiese mia madre quando iniziammo ad incamminarci verso la radura, dove mio padre e gli altri ci aspettavano, il luogo dove tutte le nostre esistenze sarebbero state giudicate. Emmett era qualche metro avanti a noi, intento ad aprirci la strada tra la foltissima vegetazione innevata. Procedeva a passo spedito, veloce e nervoso, anche per un vampiro. Bella avrebbe di sicuro preferito proseguire alla sua stessa velocità, ma le mie gambe non volevano decidersi a sbrigarsi. Mi sentivo come un condannato a morte che cerca di scampare alla morte, rimandando i minuti che lo separano alla sua fine. Io mi aggrappai alla vita di mia madre, come una bambina in fuga dai brutti sogni, mi strinsi forte al suo corpo di marmo gelato e, nonostante ogni centimetro della mia pelle chiedesse pietà, non la lasciai andare.
-Non pensavo che sarebbe andata a finire così- ammisi, riferendomi a tutto quello che ci era successo negli ultimi mesi. Bella non rispose, mi guardò con sguardo mortificato come per scusarsi di non essere riuscita a proteggermi da quella situazione. Le sue braccia d’acciaio mi avvolsero le spalle e le sue mani fredde e delicate mi accarezzarono i capelli.
-Nemmeno io, tesoro- mi sussurrò con la voce rotta. Così capì, eravamo davvero spacciati. I Volturi ci avrebbero separati per sempre, lo leggevo chiaramente nei suoi occhi.
-Mamma?- la chiamai, tirandole un lembo della giacca, come ero solita fare da bambina.
-Sì?- mi rispose lei, dopo un momento di silenzio. Sembrava quasi spaventata, ma non seppi dire se per il destino che ci attendeva o per quello che avrei potuto chiederle.
-Ho paura- le confidai e mi odiai per questo. Mi ero ripromessa che sarei stata forte, che i Volturi avrebbero potuto portarmi via tutte le persone che amavo ma non avrebbero mai potuto togliermi la mia indipendenza. Loro erano i capi dei vampiri, ma non i miei. Io non ero né umana né immortale, io appartenevo a me stessa.
-Oh amore, nessuno ti farà del male- mi promise Bella, stringendomi d’impeto, immaginai per nascondermi il suo viso contratto in un’espressione di dolore dove, se fosse stata ancora umana, vi sarebbero affiorate numerose lacrime  -Non lo permetterò, Jacob non lo permetterà-
Quelle parole mi giunsero come una frustata, mi allontanai leggermente da lei, impedendole di nascondermi i suoi occhi -Cosa intendi dire?- le chiesi, preoccupata.
-Stagli vicino e tutto andrà bene- raccomandò mia madre e il discorso terminò lì. Mi strinse forte la mano e cominciò a correre, esortandomi a seguirla.
 
Il centro della foresta si apriva in una radura circolare, un’enorme spiazzo. Sembrava fosse stato fatto a posta per lo scenario di una battaglia. Un’arena. E noi eravamo i gladiatori che attendevano di essere sbranati dai leoni.
Riuscì a sentire la voce di Alice, prevedere il nostro arrivo. Tutti i vampiri si girarono a guardarci, alcuni con un espressione di rassegnazione sul volto, altri tentarono un sorriso di incoraggiamento, ma con scarsi risultati.
 -Renesmee- il mio nome uscì in un sospiro di sollievo dalle labbra perfette di mio padre, gli corsi in contro e mi gettai fra le sue braccia. Edward sembrò stupito di quel mio gesto, probabilmente temeva di provocarmi dolore a causa del suo corpo gelido, ma in quel momento non mi importava. Avevo bisogno di sentire il contatto delle persone che amavo.
Ancora immersa nel dolce profumo di mio padre e nelle sue braccia che mi cullavano con amore, non mi accorsi del grande lupo dal pelo fulvo che mi osservava, al fianco di Edward. Solo quando mia madre gli si avvicinò e gli avvolse le braccia all’enorme e possente collo, alzai lo sguardo, sbalordita.
–Sei il migliore amico che avessi mai potuto desiderare, Jake.- disse mia madre al licantropo, avrebbe voluto piangere, in modo da alleviare il dolore, ma non poteva. Lui la guardò con gli occhi pieni di tristezza e con la testa, le diede un dolce colpetto sulla spalla - Ti voglio bene, ti auguro ogni felicità- quello di mia madre sembrò quasi un addio. Il lupo guaì.
Quella frase mi lasciò senza fiato -Che succede?- chiesi con urgenza, cercai di allontanarmi da mio padre, ma lui mi tenne stretta a sé, come se avesse paura che fuggissi -Dove sono i lupi?- domandai, all’improvviso allarmata.
Di Leah, Seth e di tutti gli altri non si vedeva l’ombra. Chiusi gli occhi concentrandomi sulle cose intorno a me, con la mente raggiunsi il limitare della foresta, ma nulla. Dei lupi non c’era traccia.
-Non combatteranno- disse mio padre, la mascella contratta e gli occhi fissi su Jacob. Come se volesse ricordargli qualcosa.
-Cosa? Perché?- chiesi ancora. Sentì di non potere più trattenere le lacrime. Paura, agitazione, stanchezza si riversarono sulle mie guancie sottoforma di gocce d’acqua cristalline.
-Perché devono proteggerti- mi spiegò Bella, staccandosi con riluttanza da Jacob.
-Cosa state dicendo? Spiegatemi!- li implorai quasi urlando terrorizzata, anche se non ne avevo bisogno. All’improvviso l’ordine di mia madre di rimanere vicino a Jacob, perché mi avrebbe sempre protetta, mi illuminò. In quel momento ciò che mia madre voleva da me mi risultò così chiaro, dopotutto non era la prima volta che mi chiedeva una cosa simile.
-Devi andare con Jacob, tesoro mio- mi esortò Bella, avvicinandosi a me ed Edward. Lei guardò mio padre che ancora non aveva sciolto il suo abbraccio e i suoi occhi sembrarono volere convincere anche lui.
-No!- protestai, aggrappandomi alle spalle di mio padre, con le lacrime che mi bruciavano il viso - Perché?-
-Perché è l’unico che può tenerti al sicuro- Bella appoggiò una mano sulla spalla di Edward e l’altra sulla mia. Mio padre prese un lungo respiro e poi rilassò il viso e, con un ultimo sforzo, sciolse la sua presa dal mio corpo e mi lasciò andare.
Non mi arresi, continuai a stringermi forte a lui e mia madre aspettò. Aspettò che fossi pronta ad andare, non lo sarei mai stata, ma volle comunque concedermi qualche secondo per costringermi a lasciarli. Dopo un periodo di tempo che non mi sembrò abbastanza, sentì qualcuno infilarmi sulle spalle una grande sacca. Mi voltai e trovai Esme, dietro di lei tutta la mia famiglia: Carlisle, Alice, Jasper, Emmett, Rosalie.
-Dovrebbe bastarvi per lasciare il paese- disse mio padre, allontanandomi definitivamente.
Scossi la testa violentemente, non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che la mia famiglia mi stava chiedendo. Li guardai uno ad uno, cercando di ricacciare indietro le lacrime -Non capisco e voi che farete?-
-Faremo da esca. - mi spiegò Carlisle, avvicinandosi ad Esme e avvolgendole le spalle -Tratterremo i Volturi il più possibile, in modo da dare a te e Jacob la possibilità di scappare-
-No!- protestai, cercando lo sguardo del lupo. Non poteva farmi questo, non poteva avere accettato di lasciare tutti lì a morire per me, ma Jacob aveva gli occhi e le orecchie basse. -Io non vi lascio qui-
Bella mi abbracciò, accompagnandomi vicino al lupo -Devi farlo, tesoro- mi sussurrò tra i capelli.
-No- tentai di protestare per l’ultima volta, ma non avevo scelta. Mi avrebbero mandata via comunque, non potevo pensare di avere la meglio su tutti quei vampiri che mi amavano talmente tanto da chiedermi di scappare con un licantropo, quegli stessi vampiri che avevano scelto di morire al posto mio.
Edward aiutò mia madre ad issarmi sulla groppa di Jacob, da sola non ce l’avrei mai fatta. Ogni parte del mio corpo si rifiutava di scappare lontano da tutti quelli che amavo.
-Addio, Jacob e grazie.- lo salutò mio padre, una volta avermi fatta salire, accarezzandogli il folto pelo -Grazie di tutto, non avremmo mai potuto farcela senza il tuo aiuto. Sono felice che Renesmee abbia te- Edward fece un passo indietro, si mise al fianco di mia madre, il posto che era sempre stato suo di diritto e se la strinse al petto. -Abbi cura di mia figlia, siate felici insieme-
-Mamma, papà- li chiamai per un’ultima volta, cercando di convincerli a non lasciarmi andare.
-Ti abbiamo amata con tutta la nostra anima- mi ricordò mio padre, stringendo i denti per non lasciare che il dolore avesse la meglio.
Alice fece un passo avanti e mi guardò con amore, poi il suo sguardo sembrò perdersi per qualche istante e allora capì, mi stava concedendo l’onore di una sua ultima profezia -I Volturi potranno anche separarci ma noi rimarremo sempre insieme.- disse alla fine mia zia, augurandomi buona fortuna perché, per quanto provasse, un vampiro non poteva vedere il futuro di un licantropo e di una mezza immortale.
- La tua vita non è finita, continuerà insieme a Jacob. Ti proteggerà da ogni male, come ha sempre fatto.- aggiunse mia madre con la voce spezzata, guardò Jacob e gli fece segno di sbrigarsi perché altrimenti non avrebbe più avuto la forza di andarsene -Non provare mai a tornare indietro.- lo ammonì con amore.
Jacob mi lasciò il tempo di guardare per l’ultima volta tutta la mia famiglia e di godere ancora per qualche istante del calore dei loro occhi pieni d’amore. Nessuno parlò, nessuno di loro volle dirmi un’ultima parola. Nessuno di loro aveva mai pensato che ci saremmo dovuto separare. Alla fine, uno di loro però sembrò ripensarci.
-Siate prudenti ma non abbiate mai paura di amare- disse Carlisle, prima che il mio sguardo si abbassasse e le mie mani si stringessero con forza al pelo di Jacob, per dirgli che ero pronta.
Aprì la bocca per dire qualcosa, non seppi mai di preciso cosa avrei detto se la mia voce avesse avuto il coraggio di farsi udire, ma non ne ebbi il tempo. Fu come un lampo, un’esplosione, un momento prima ero davanti alla mia famiglia e un momento dopo il mondo cominciò a scivolare veloce dietro di me. Il grande lupo dal pelo fulvo mi portò via dalle persone che amavo e che sarebbero morte per me.


Angolo Autrice: Ciao a tutti! Perdonate come al solito l'attesa ma ho sempre il solito noioso problema...LA SCUOLA! Non vedo l'ora che arrivino le vacanze, ho bisogno di un po' di relax e di tempo per scrivere un po' di più, anche se da una parte spero di avere già concliso questa mia storia entro Natale...vedremo come andranno le cose, visto che ho qualche idea nuova e questa mia storia potrebbe dimostrarsi leggermente più lunga del previsto. E' tutto ancora molto incerto, non andate a farvi strane idee, al massimo si allungherà di qualche capitolo. Mi mancherà da morire questa storia quando l'avrò terminata...se mai la terminerò :) Chiedo scusa in anticipo per eventuali errori grammaticali e/o di battitura, ho avuto poco tempo per controllare e visto che questa settimana avrei avuto poco tempo per rileggere ho deciso di pubblicare il capitolo. Spero dunque vi sia piaciuto, il prossimo sarà anche meglio, ve lo prometto!
Bacioni,
Sonny

p.s. Mi sono dimenticata la cosa più importante, grazie infinite a tutti voi che commentate con amore la mia storia e mi scrivete per esortarmi ad andare avanti nei miei lunghi periodi di blocco. Non potete nemmeno immaginare cosa voglia dire per me, perchiò GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE E ANCORA GRAZIE!

  
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