Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: Winry977    20/11/2012    1 recensioni
Incontri inevitabili, quelli scritti dal destino. Io la prima volta che ascoltai Fallen Angel ne rimasi rapita. E cosa ne potevo sapere che il mio primo concerto della mia band preferita mi avrebbe stravolto la vita? Posso solo concludere... che era destino.
Genere: Generale, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono richiusa in casa. Ora è passata una settimana da quello che mi è successo, e le ferite sono ancora ben visibili sulla mia pelle. Soffro, e più che “leccarmi” le ferite e stare a letto, non ho il coraggio di fare altro. Ormai l'accaduto è stato scoperto pure da Marc e Kaylah, alla quale è praticamente preso un colpo non appena lo ha scoperto. Ora si è praticamente trasferita in camera mia, tenendomi compagnia e seguendomi ovunque io vada.

-Kay, hai intenzione di perseguitarmi anche in bagno?- le chiedo al terzo giorno in cui sto a casa.

Dopo qualche ora mi innervosisco, ma cerco di mantenere la calma. -Kay. Per favore, vorrei restare un po' da sola per rilassarmi.

La sua faccia non cambia: è preoccupata e accigliata.

-Kay, non ho tentato il suicidio, e ti assicura che sarebbe il mio ultimo pensiero. Ma ti prego, non mi guardare così, sorridi. Sto bene, ho solo paura di mettere piede fuori casa, tutto qui.- le prendo una mano e la stringo per rassicurarla, e lei sembra tranquillizzarsi, quindi lascia la camera.

Resto sola, ma non passa molto che torna a bussare alla porta.

-Kay, che c'è?- sospiro da sotto le coperte.

La porta si apre, e chi entra? Tutti i Black Veil Brides, dal primo all'ultimo; e a me prende un infarto.

-Ma che cazz... Che ci fate qui??

-Sai com'è... non ti facevi vedere da tre giorni..- accenna CC, sedendosi in fondo al letto. Li osservo da sotto le coperte calde, che mi coprono il viso fino alla punta del naso. Gradualmente tutti si siedono attorno al mio letto e io comincio a sentirmi in imbarazzo, e mi copro tutto il viso.

-Che fai, ti vergogni?- scherza Ashley.

-Chi io? Nooo... Ma che dici... siete solo in cinque in una stanza con una sola ragazza -perché mi sembra ovvio che Kay sia andata da Marc- in pigiama. Niente di che...- ironizzo io scoprendo gli occhi. Mi sento una bambina, e nel giro di poco ci troviamo tutti a scherzare, facendomi dimenticare una mia qualsiasi paura.

-E' bello vederti ridere,- dice Andy dopo un po' -Eravamo preoccupati.

Sospiro, mettendomi a sedere sul letto e lasciando che le coperte scoprano le mie ferite, per niente rimarginate, per niente cicatrizzate. -State tranquilli. Al momento ho solo paura del mondo esterno, ma poi va tutto bene. Davvero.- Jinxx inarca un sopracciglio. -Si, beh. Sono ancora un po' traumatizzata, ma niente di che...

-Senti, i fatti sono i seguenti: o ti trovi una macchina, o cammini in compagnia.- disse Jake con aria sapiente. -Non vogliamo che ti capiti qualcosa di più brutto di questo..

-La macchina non posso permettermela, a meno che Kay non se ne compri un'altra... quanto a non camminare da sola.. boh...

-Mmm...

 

Alla fine della mia settimana chiusa in casa mi decido a riaffacciarmi al mondo esterno. Sembro fare parte di una scena di un film, solo che la città è sempre la stessa e non c'è alcun super eroe in circolazione o balle del genere. Devo passare una settimana in libreria per recuperare le ore perse. “Yuppi!” penso tra me e me desiderando di restare lì a dormire per la notte, cosa oltretutto infattibile.

Passa la prima giornata, interminabile tra l'altro, perché Frank ha deciso di perseguitarmi ovunque io vada, e sinceramente non ne posso più. Ad un certo punto mi giro e gli faccio notare che se la smettesse di seguirmi come un cagnolino mi farebbe un favore immenso. Lui sembra offendersi e se ne va. In serata devo tornare a casa a piedi, come sempre. “Vediamo se devo chiudermi in casa per l'ennesima volta.” penso con ansia. Poi però appena apro la porta a vetri mi trovo davanti Andy che fuma una sigaretta appena accesa.

-Ma che ci fai qui?- chiedo sorpresa.

-Ho risolto il tuo problema. Non puoi camminare da sola per le strade dopo quello che ti è successo.

-Ma dai, sei gentile. Grazie.

Camminiamo per un po' chiacchierando di quello che abbiamo fatto durante il giorno, e quando giungiamo nell'area in cui sono stata aggredita, rallento di qualche passo.

-E' successo qui?- mi chiede lui, tornando indietro.

Annuisco, indicando l'angolo buio dell'ultima aggressione.

-Ci passeremo insieme.- dice mettendomi un braccio attorno le spalle. -Un passo alla volta.

Riprendiamo a camminare, e con orrore io guardo quel vicolo oscuro. Però a Andy non sembra interessare: tira dritto, e lo superiamo. Quando arriviamo a casa, lui si gira a guardarmi.

-Visto?

-Eh, già.

-Ora ti posso rivelare una cosa che potrebbe inquietarti?- mi fissa serio negli occhi.

-S... si, dimmi pure.

-Da principio, un tizio ci seguiva...- manco un battito -Però, ha smesso quando si è accorto che non ci saremmo divisi per tutto il tragitto.

Il cuore mi batte all'impazzata, ma lui mi continua a tenere il braccio attorno alle spalle, e mi da un senso di tranquillità.

  
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