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Autore: UncleObli    20/11/2012    1 recensioni
La solitudine è come un veleno. Si infiltra subdola nelle crepe della vita quotidiana. E cosa accade quando la speranza, così irresistibilmente effimera, svanisce in un battito di ciglia? Questo è ciò che è accaduto al protagonista di questa storia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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In quel momento non provai niente. Niente di niente. In realtà ora non ho difficoltà ad ammettere che in effetti mi aspettavo di essere scoperto relativamente presto, ma certo non credevo che la mia avventura finisse prima ancora di cominciare. Mi sentii andare in pezzi, mentre una per una tutte le azioni precedenti la partenza di quella mattina perdevano di significato. Forse Miranda sapeva già tutto ancora prima che realizzassi il desiderio di andarmene. In una parola sola era desolante. Naturalmente non esternai niente di tutto questo, ma finsi un impassibilità che certo in quel momento non avevo. Miranda si tolse il cappotto, una bellissima pelliccia, e la posò sul tavolino con noncuranza. Poi si sedette al tavolo, e finalmente mi rivolse di nuovo la parola.

«Sono felice di vedere che stai bene, non sai quanto mi hai fatto preoccupare. Tuo padre ed io avevamo previsto quest’eventualità, ma sappi che ci hai spezzato il cuore. Cosa avremmo fatto se avessimo perso anche te?»

Io non risposi, ma ne scansai lo sguardo, punto sul vivo. Ecco ciò che veramente odiavo di Miranda. Era una persona squisita, dai modi raffinati, e molto intelligente. Era anche piacente, di una bellezza algida e crudele. Per me era stata una madre adottiva ideale, premurosa ma oppressiva in egual misura. Ma le sue parole avevano il potere maligno di penetrare nelle crepe quotidiane della mia anima, come un veleno. Quella donna aveva il potere di ridurmi in suo potere con una sola parola. Persino mio padre era succube della sua malia. Sally non sapeva cosa dire, era evidentemente in imbarazzo. Per spezzare la tensione prese il cappotto dal tavolino e lo mise sull’attaccapanni poi annunciò, con eccessiva gaiezza:

«Avrete tutta la serata per parlare. Ma dubito che si possa intavolare una conversazione piacevole a stomaco vuoto. Purtroppo, essendo appena arrivati, non ho avuto il tempo di preparare piatti raffinati ma spero che possiate apprezzare comunque ciò che ho da offrirvi.»

Miranda fece un gesto conciliante con la mano, e notai che aveva cambiato smalto dall’ultima volta che l’avevo vista. Questo era rosso scarlatto, della stessa tonalità inquietante del rossetto. Mi domandai come poteva essersi vestita così per affrontare un viaggio. A questo punto sapevo benissimo come sarebbe andata: Miranda mi avrebbe spiegato con dovizia di particolari come il mio piano era stato frustrato in sole dodici ore e quale era la parte di Sally in tutta quella faccenda, poi saremmo tornati a casa. La prima parte delle mie intuizioni si verificò come da copione. Sally ci servì l’antipasto (tartine di salmone affumicato norvegese) e ci sedemmo per cenare. Io evitai ostinatamente di parlare. Fu Sally che prese per prima la parola.

«Noah, senti…mi dispiace di avere tradito la tua fiducia, ma credo sia meglio così. Una vita da ramingo non fa per te e sono convinta che potresti vivere molto più comodamente a casa tua con la tua famiglia. In fondo, se lo desideri, puoi sempre andartene a diciotto anni, dopo aver finito almeno la scuola. Miranda è una donna straordinaria, fidati di lei.»

Io la guardai con rabbia a stento repressa.

«Non mi pare di averti interpellata. Evita di parlare, e le mie orecchie potranno avere un po’ di sollievo. Se c’è una cosa che ho imparato è che non bisogna fidarsi del prossimo, di questo almeno ti ringrazio. Tuttavia, se non è troppo disturbo, vorrei sapere qual è il tuo rapporto con Miranda e come mai eri su quell’autobus. Stando così le cose dubito sia stato un caso e certo conoscevi Miranda prima di oggi, o non ne parleresti così.»

Sally annuì. Poi esitò. Vidi nei suoi occhi il dubbio. Non sapeva come rispondermi adeguatamente. Probabilmente non sapeva quanto fosse il caso di rivelare. Fu Miranda a toglierla dall’imbarazzo questa volta e così ebbi la certezza che stessero facendo fronte comune.

«In realtà penso di essere io la più adatta a illuminarti. Guardati in giro. Penso tu sia in grado di capire da solo qual è il rapporto fra me e Sally.»

Io inarcai un sopracciglio, ma feci come mi aveva detto. Osservai ancora una volta la casa di Sally, e con più attenzione. Mi ci volle appena un secondo per comprendere tutto. I quadri. I dannatissimi quadri. Li aveva fatti Sally. Miranda gestiva una galleria d’arte, vicino a casa nostra. Era lì che aveva incontrato per la prima volta mio padre. Non impiegai che pochi istanti per fare due più due. Sally aveva portato i quadri da Miranda per esporli, e lì l’aveva conosciuta. Ma naturalmente, anche se questo risolveva gran parte dei miei dubbi, non era ancora abbastanza.

«Mi sembra piuttosto riduttiva, come spiegazione” dissi, “questo non spiega ciò che voglio sapere. Eccellente. Sally è una pittrice, oltre che puttana e mentitrice di professione. Fantastico. Tanto a occhio e croce il talento non ce l’ha. Visto che siete evidentemente incapaci di dirmi ciò che desidero farò io le domande. Come facevi a sapere che avevo intenzione di andarmene? Come facevi a sapere non solo dove volevo andare ma con che mezzo? E Sally che c’entra? Sei solita chiedere ad ogni pittrice che passa per la tua bettola di badare al figliastro ribelle? Onestamente faccio fatica a crederlo.»

Vidi Sally fare una smorfia. Le mie parole l’avevano ferita… evidentemente anche io avevo imparato qualche trucchetto da Miranda. Quest’ultima non replicò, ma rispose puntuale ad ogni singola domanda.

«Intanto evita di parlare così di Sally, non se lo merita. Come credo tu sia riuscito a immaginare ho incontrato Sally quasi sei mesi fa, alla galleria d’arte. I suoi quadri sono meravigliosi. Ha talento, checché tu ne dica. Ma non è in buone condizioni economiche e per mantenersi e poter continuare a dipingere ha iniziato a prostituirsi. La sua storia mi ha commossa. Decisi di aiutarla, anche finanziariamente. Per quanto riguarda te non era difficile capire cosa avevi in mente. Hai iniziato a comportarti in modo strano sin dalla partenza di Tracy. Non potevamo perdere anche te, tuo padre sarebbe uscito di senno. Ho iniziato a farti seguire, con discrezione. Ho scoperto dove volevi andare e come attraverso gli uomini pagati per seguirti. Casualmente la tua destinazione era la stessa di Sally, così le ho chiesto di tenerti d’occhio per conto mio. Temevo abbandonassi il pullman a metà percorso, sarebbe stato molto più difficile rintracciarti. Fortunatamente hai peccato di ingenuità. In realtà non credevo che Sally sarebbe riuscita a tenerti bloccato fino al mio arrivo. Sembra quasi che tu abbia voluto fare di tutto per essere trovato…»

Io non riposi, ma capii uno per uno i miei errori. Mangiucchiai con calma l’ultima tartina. Sally, ancora senza parlare servì una zuppa fredda particolarmente gustosa. Finimmo di cenare in silenzio. Io tenevo ostinatamente lo sguardo sul piatto e finsi di essere da solo. Ad un certo punto, quando ormai la tavola era stata sparecchiata, trovai il coraggio di parlare:

«Allora? Non ho alcuna intenzione di prolungare questa farsa. Torniamo a casa. Non ho intenzione di rimanere ancora qui con questa donna. Visto che ormai la mia fuga è finita vorrei che finisse al più presto anche il viaggio di ritorno.»

Mi alzai da tavola e feci per prendere la borsa con i miei effetti. Miranda mi trattenne, sorridendo. Io la odiai per ogni sorriso falso che in tutti quegli anni mi aveva rivolto così spudoratamente. Ma evidentemente quella era la serata delle sorprese.

«Quando mai ho detto che tornerai a casa? Lungi da me obbligarti. Ne ho parlato con tuo padre e spero sarai felice del fatto che abbiamo raggiunto un accordo. Se lo desideri puoi restare qui e vivere la tua vita come meglio ti aggrada. Sei libero di fare ciò che vuoi. Ti chiediamo solo di rimanere rintracciabile e di non far perdere le tue tracce. Sarebbe sciocco, oltre che inutile.»

Io la fissai con tanto d’occhi. Poi scoppiai a ridere. Quando il momento imprevisto di ilarità fu trascorso ripresi il controllo di me stesso e commentai, acido:

«Mi pare un controsenso, Miranda. Tu mi hai fatto pedinare giorno e notte per scoprire dove vado e ora mi lasci andare? Che scherzo di pessimo gusto. Ti pare che possa credere ad una cosa del genere? Scappo di casa e tu mi raggiungi solo per darmi la tua benedizione, una pacca sulle spalle e un arrivederci prima di lasciarmi andare da solo per il vasto mondo?»

Il sorriso di Miranda si allargò notevolmente.

«Fraintendi di nuovo. Io ho detto che se lo desideri puoi restare qui. Con Sally. Nient’altro. Ti do la possibilità di allontanarti da casa per una pausa di riflessione, tutto qui. Pensi forse che sia stupida? Se ti lasciassi da solo spariresti e stavolta non mi sarebbe possibile rintracciarti. Così Sally ti sorveglierà per conto mio. Allora, che te ne pare? Non mi sembra male come compromesso, almeno per il momento. L’alternativa è tornare a casa ora. Scegli.»

Io digrignai i denti in una smorfia di rabbia. Dovetti capitolare. Evitando di guardare in faccia Sally, che pure era parte in causa tanto quanto me, risposi:

«Resto.»

Ancora una volta Miranda aveva vinto.
  
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