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Autore: IsolaBella    20/11/2012    2 recensioni
Liz ha 17 anni.Vive a New York.Ha tutto ciò che una ragazza può desiderare ma una notte fa uno strano sogno.Il giorno dopo la sua vita sembra sgretolarsi,tutte le certezze che aveva crollano improvvisamente.Dinanzi a lei si spalanca un nuovo mondo,un mondo buio e luminoso allo stesso tempo...
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Si guardò allo specchio. Aveva gli occhi gonfi e arrossati. Fece scorrere l'acqua, fredda come il freddo che sentiva dentro. Unì le mani a coppa e rinfrescò il suo viso accaldato a causa della corsa che aveva fatto da Casa di Alexander fino all'Hotel di Brooklyn.Era un hotel piccolo,uno di quelli in cui si incontravano gli amanti. "Amanti". Nella sua mente balenò l'immagine di Alexander e di una donna a lei sconosciuta. "Che stupida che sei stata.Patetica.Lui ti ha solo usata" rimproverò se stessa.Quando era delusa di sè  Liz si guardava allo specchio e si chiedeva chi avesse davanti. Non si riconosceva più. La vocina nella  sua testa continuava a darle addosso e gli occhi cominciarono di nuovo a versare lacrime. Uscì dal bagno. La stanza era accogliente. Un letto a due piazze con accanto due comodini,un armadio a 2 ante e difronte al letto un piccolo schermo LCD. Aveva anche il minibar.Le pareti erano di un giallo ocra.Si mise seduta sul letto con la schiena appoggiata al muro. Estrasse dallo zaino il libro sulla vera storia delle streghe di Salem.Lo posizionò sulle ginocchia usandole come una specie di leggìo. La prima pagina riportava lun'inscrizione :"The Truth about Salem's Withces:True witnesses' stories,1692". Iniziò a leggere. "Il processo alle streghe di Salem inaugurò nel 1692 in Nordamerica l'inizio di una serie di persecuzioni, accuse ed esecuzioni capitali per il presunto reato di stregoneria.Nell'inverno fra il 1691 ed il 1692 le neo diciottenni Elizabeth Perciton e  Amanda Williamson, la figlia e la nipote del parroco Samuel Parciton, iniziarono a comportarsi in modo inusuale, in particolare a rimanere piuttosto taciturne, a nascondersi dietro vari oggetti ed a strisciare sul pavimento.-Entravano nelle buche e strisciavano sotto le sedie e sgabelli…[con] svariate posizioni e buffi gesticolii, [e] facevano discorsi ridicoli e assurdi incomprensibili per loro come per gli altri- riporta una testimonianza.Iniziarono a causare spostamenti di materia attraverso il pensiero,ad avere visioni del futuro e talvolta a creare incantesimi.Le due donne furono condannate al rogo.Ma solamente Amanda Williamson morì.Il corpo di Elisabeth Perciton si dissolse e non fu più ritrovato.Si tentò di nascondere l'accaduto sostituendo ad Elisabeth il cadavere di una prostituta uccisa misteriosamente.Dopo le prime accuse delle ragazze venne istituito un tribunale composto da due membri dell’assemblea legislativa provinciale. La sede fu stabilita nella Meeting House, cioè l’edificio adibito alla vita pubblica del villaggio."

 
Alexander camminava avanti e indietro per la casa cercando di telefonare a Liz.L'aveva vista sconvolta.Se solo avesse avuto modo di spiegarle come erano andate le cose.Aveva chiesto a Jennifermla trentenne con addosso solo la sua camicia di lasciarlo solo. "Dove diamine sei,Isabel!Cazzo,rispondi al telefono!" pensò. Non gli sembrò il caso di chiamare a casa sua nel pieno della notte anche perchè non avrebbe saputo spiegare per quale motivo Liz fosse andata proprio da lui.Il suo telefono si illuminò e sul display apparve il nome di Nicole,la mamma di Liz.
-Pronto?-disse lui ansioso di sapere il motivo della chiamata e soprattutto di avere notizie di Liz.
-Alexander?Sono Nicole.Scusa se ti chiamo in piena notte ma è un'emergenza.-Nicole parlava singhiozzando e cercando invano di trattenere le lacrime.
-Un'emergenza? Cosa è successo? Ha a che fare con Liz?-parlò velocemente lui,timoroso che fosse capitato qualcosa a Liz.Mentre parlava con Nicole continuava a fare il giro della casa.I nervi tesi.
-Purtroppo ha sentito una spiacevole conversazione tra me e mio marito.E'andata via di casa.Speravo fosse venuta da te.So che sembra stupido...ma...non è andata dalle sue amiche e neanche da Thomas."-disse sconsolata Nicole.
-Non è qui.Mi dispiace.-rispose lui sentendo i suoi organi contorcesi per  il senso di colpa.Era colpa sua se non era lì.
-Ti ringrazio,Alexander.Scusa il disturbo ma ti prego,se la senti,chiamami subito.- lo pregò.
-Certamente.- fu l'unica risposta che seppe dare a quella donna tormentata dall'idea di non riuscire a rintracciare sua figlia.
Quando riagganciò Alexander si precipitò in camera sua. Indossò  i jeans,una maglia nera e le sue converse.Poi uscì in fretta.
Voleva trovarla.Lei lo faceva sentire importante. Era strana la sensazione che aveva provato dopo aver fatto l'amore con lei.Quella sensazione di sentirsi parte di qualcosa,di essere importante per qualcuno.Dentro di sè sapeva che c'era qualcosa di sbagliato in quel sentimento che provava.Lei era più piccola di lui.Sapeva che non poteva provare dei sentimenti per lei,andava oltre tutto ciò in cui credeva.Sapeva cosa stava capitando a Liz.Sapeva quale verità aveva scoperto.Non nè era stato sicuro fin quando,mentre facevano l'amore,mentre lui le stava baciando il petto,aveva notato sotto il seno destro un piccolo segno.Un simbolo celtico.Il segno di una maledizione.Sofferenza.Dolore.Morte. Ecco cosa sgnificava quel segno.Era così che l'avevano interpretato gli studiosi.Era stata una sua antentata a lanciare quella maledizione sulla discendenza delle donne della famiglia Pierce.  Mentre guidava per le strade di New York e il sole stava sorgendo,gli venne in mente come trovare Liz.
 
Quando si svegliò la camera era immersa nella luce mattutina.Il libro le era caduto a terra dato che si era addormentata leggendo.Accese il telefonino e le arrivarono i messaggi di sua madre,delle sue amiche,di Thomas e di Alexander.Decise di scrivere a tutti un unico messaggio. "Sto bene.Ho voglia di stare sola.Lasciatemi stare". Premette il tasto d'invio e poi ordinò la colazione .Ingannò l'attesa facendosi una doccia.L' acqua le scorreva sul viso,sul seno,sulla schiena.Appoggiò la fronte sul muro in pietra,chiuse gli occhi ripensando alla conversazione dei suo genitori.Poteva chiamarli ancora così?
"Che diavolo significa che non sono loro i miei genitori?Come hanno potuto mentirmi?Chi sono io?Da dove vengo? Cosa mi sta succedendo?" . Le guance bagnate assaporarono di nuovo rivoli di lacrime.Liz era confusa. Il mondo le era crollato addosso.Prima Thomas,poi i suoi genitori e adesso anche Alexander. Cosa aveva fatto per meritarsi tanta sofferenza in così poco tempo? Non sapeva spiegarselo.Sentì bussare alla porta.
"Oddio.La colazione".
Uscì dalla doccia e avvolse il suo corpo in un asciugamano di spugna che la copriva fino a metà coscia.Strofinò velocemente i capelli con un secondo asciugamano e si diresse verso la porta.Quando aprì rimase di sasso.Davanti a lei c'era Alexander.Fece per richiudere la porta ma lui riusciì ad impedirglielo.Entrò nella camera chiudendo la porta dietro di sè.Poi l'abbracciò forte.
-Stai bene.Dio mio,che paura.-disse lui sollevato.
Liz lo allontanò da lei.Lo sguardo inferocito.Alexander capì di doverle dare delle spiegazioni.
-Isabel,non è come pensi tu.-disse lui iniziando quel genere di discorso che si affronta quando si è vittima di un malinteso.
-E che cosa credo io?-lo sfidò lei.
-Tu pensi che sia successo qualcosa tra me e Jennifer- rispose lui sicuro di aver indovinato i pensieri di Liz.
"Jennifer".Quella stronza si chiama così." pensò Liz.
-E' una mia collega.Insegna come me.In passato abbiamo avuto una storia di nessuna importanza e lei è ancora innamorata di me.Si è presentata a casa mia dopo poco che ti ho lasciato al Club.Aveva i vestiti bagnati e le ho dato una mia tuta.Non sapevo sarebbe uscita con addosso solo una mia camicia dal bagno.Credimi.Non è successo niente.Non avrei mai potuto farti una cosa del genere,non dopo che noi..insomma..non dopo aver fatto l'amore con te.- confessò Alexnader.
Liz lo guardò.Vedeva la sincerità nei suoi occhi e la sentiva nelle sue parole.Perchè non avrebbe dovuto credergli? Era venuto a cercarla.Era lì davanti a lei bello più che mai.Non sapeva perchè,ma si fidava di lui.Era una sensazione istintiva.Lui la faceva sentire fragile ma allo stesso tempo forte.
"Cosa aspetti cretina?Digli qualcosa!"le disse la sua vocina.
Non disse niente ma gli sorrise.Le vennero in mente,poi, le parole della canzone "Holding on and Letting go" di Ross Copperman.
"Sometimes the one we’re taking changes every one before". E lo baciò.Le mani di lei ,appoggiate sulla nuca di lui, che lo premevano contro di sè.Le accarezzò la schiena lasciata nuda dall'asciugamano.Ricambiò il bacio ancora, e ancora e ancora.La stanza era diventata calda.Nell'aria c'era un msito di passione e desiderio l'uno dell'altro.
Liz si allontanò di poco da lui e lasciò cadere ai suoi piedi l'asciugamano restando completamente nuda davanti ad Alexander.Lui la osservò.Era perfetta.Sentì un desiderio bruciante di averla tra le sue braccia,sentì la voglia di baciare la bocca,il collo i seno.Sentì un desiderio irrefrenabile di stare dentro di lei.Imitando Liz si tolse la maglia,lasciando scoperto il suo petto scolpito.Liberò poi anche le sue gambe e sia vvicinò,nudo anch' egli a Liz.Le prese le mani e le appoggiò sul suo cuore.
-Senti come batte quando sono con te,Isabel?-le sussurò lui facendola ansimare. 
Le loro bocche si ripresero e Alexander la spinse ,non lasciandola mai,sul letto.I desideri che aveva provato divennero realtà.Si spostò lentamente dalla bocca di Liz ,sulla guancia,poi scese dandole piccoli baci sul collo.Afferò uno dei seni di Liz massaggiandoglielo delicatamente.La sentì inarcarsi verso di lui,desiderandolo.Entrambi ansimavano.I loro respiri divennero affanni.Liz lo desiderava.E lo pregò con tutto il suo corpo di farla sua.Alexander penetrò dentro di lei.Lentamente. Continuò a baciarla.I suoi movimenti prima lenti poi veloci fecero raggiungere ad entrambi il piacere.Liz sorrise.Nella sua mente era continuata la canzone."It’s everything you wanted, it’s everything you don’t.It’s one door swinging open and one door swinging closed.Some prayers find an answer some prayers never know.we’re Holding on and letting go…".

Continua....
  
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