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Autore: Meboom    21/11/2012    3 recensioni
Coppie principali: EunHae/KangTeuk/HanChul/YeWook - coppie minori: KyuMin/ Ricsyung e altre a sorpresa!
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Una longfic che inizia da un periodo in cui i personaggi frequentano le
superiori e chissà, magari cresceremo con loro fino a vederli maturare.
E devo aggiungere, i commenti sono molto graditi!
Cinque amici che frequentano la stessa scuola. A prima vista sembrano dei normali studenti, eppure qualcuno di loro nasconde qualcosa o ha un passato che vorrebbe dimenticare o cambiare.
I quattro ragazzi più popolari della scuola hanno un futuro deciso già da tempo dai loro genitori, ma prima che quel futuro verrà, cosa accadrà ai loro cuori?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi finalmente! Mi perdonate se sono qualche ora in ritardo di quanto promesso? >.< in cambio però il capitolo e più lungo del solito ~
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"Signorino, è ora di alzarsi." La voce di una delle domestiche mi svegliò dal mondo dei sogni. Mi alzai sbadigliando e scesi dal letto stiracchiandomi mentre la domestica tirava le tende facendo entrare la luce del mattino. 
"La colazione è pronta per essere servita a tavola appena vuole. Sua sorella e suo fratello sono già di sotto." mi avvisò e io la ringraziai. Speravo che fossero già andati via, purtroppo oggi a quanto pare non avevo questa fortuna. Andai a fare la solita routine mattutina in bagno e mi cambiai indossando l'uniforme. Appena fui pronto uscii dalla mia stanza e scesi le scale passando dal lungo corridoio ornato da oggetti vecchi, quadri e piante per andare verso la sala da pranzo. 
"Buongiorno signorino." Min, la domestica che praticamente mi aveva cresciuto, mi salutò appena presi posto a tavola. La cosa curiosa di lei è che, nonostante abbia più del doppio della mia età, non li dimostra affatto.
"Passata una buona notte?" mi chiese gentilmente mentre mi servì la colazione. 
"Non parlargli, non ho proprio voglia di sentire la sua noiosa voce a quest'ora del mattino." la voce di mia sorella mi anticipò prima che potessi rispondere a Min. Lei e mio fratello erano seduti dall'altro lato del tavolo, come sempre d'altronde. 
"Ha ragione, non farlo parlare quando ci siamo anche noi. Potrebbe rovinarci la giornata se sentiamo la sua voce già a quest'ora." mio fratello disse, doveva per forza parlare anche lui. Rimasi in silenzio, ero abituato a questa scenata che si ripeteva ogni volta che ci trovavamo nella stessa stanza. Min annuì rimanendo anche lei in silenzio, quando i miei fratelli non sono nei dintorni mi dice sempre quanto le dispiaccia che debba vivere così. Ma che si può fare, ognuno nasce e si ritrova ad affrontare una vita diversa, no? Mangiai in fretta la mia colazione così da poter finalmente andarmene da lì, ringraziai Min per il pasto e uscii dall'enorme mansione appartenente a mio padre. Qualche metro davanti all'entrata mi aspettava la solita limousine che mi avrebbe portato fino a scuola. Salutai l'autista che mi aprì la porta dell'automobile ed entrai attendendo che partisse.
Passai ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino lungo tutto il tragitto, di solito non parlavo mai con l'autista e lui non parlava mai con me. Almeno stasera non sarei rientrato a casa, ho invitato i miei amici al Blue Night ed essendo venerdì è probabile che passi anche la notte lì.  La macchina arrivò davanti al cancello della scuola, uscii appena ci fermammo e mi avviai verso l'entrata. Ero contento di andare a scuola, sicuramente era meglio che stare a casa, ma anche qui non sono molto il benvenuto. In passato non ho mai avuto molti amici, per non dire che non ne ho avuti del tutto. C'è stato solo una persona che mi è stata vicina ed è anche diventata il mio migliore amico, oltre a Min. Purtroppo dopo un fatto avvenuto ho perso anche il mio unico amico, era verso il primo anno delle elementari. I miei fratelli non volevano vedermi felice con un'amico, no, dovevano mettere il loro zampino e rovinare tutto. L'hanno spaventato a morte, fino a quando anche l'ultima briciola di fiducia che aveva per me scomparve, per essere poi rimpiazzata dal terrore e dall'odio. Dopo quell'episodio sono iniziate a girare voci sul mio conto, messe in giro ovviamente dai miei fratelli. Si diceva che nessuno mi fosse amico perché chiunque mi si avvicinava avrebbe fatto una brutta fine. Alle medie queste storie sono solo peggiorate, un giorno alcuni dei soliti teppistelli cerca guai sono venuti da me per provare a tutti che ero solo un debole, e su questo avevano ragione. Il fato però non era d'accordo e fece in modo che con una grandissima fortuna battei quei teppisti, che fosse perché il pavimento era scivoloso o per qualcosa che entrò nei loro occhi, era uguale. Tutti questi piccoli incidenti casuali si misero insieme facendomi vincere il cosiddetto scontro. Nessuno mi si avvicinò più del tutto da quel giorno, finché al primo anno di questa scuola un ragazzo di nome Donghae non venne da me e mi offrì di diventare suo amico e di entrare nel suo gruppo. Non accettai subito, credetti che probabilmente era una qualche pagliacciata per prendersi gioco di me, ma poi dopo un po' ci ripensai e infondo non avevo niente da perdere. Così accettai. Quando pranzai per la prima volta con lui iniziarono a girare voci su un'alleanza imbattibile. Donghae rideva quando sentiva certe cose e mi diceva di ignorare, che la gente diceva sempre cose così stupide. Riuscii ad aprirmi con lui, non tantissimo ma quel che bastava. Non mi sentivo più a disagio a parlare o a pranzare con lui, ero contento di avere finalmente una persona che assomigliasse ad un'amico dopo tutto questo tempo. Verso la fine dell'anno poi, venne arruolato anche Yesung nel gruppo. Non l'avevo mai visto in giro fino a quel momento e nemmeno Donghae. Mi spiegò che aveva sentito dire di uno studente misterioso capace di sconfiggerti solo con lo sguardo, e ovviamente lo voleva assolutamente nel gruppo. Fu difficile trovarlo, molto difficile. Quasi nessuno sapeva dove andasse o che orari avesse, probabilmente nemmeno uno o due dei suoi compagni sapevano che ci andavano in classe assieme. Stavamo per arrenderci all'idea che fosse tutta una storia inventata quando un giorno finalmente lo trovammo per i corridoi. Nemmeno lui accettò subito l'offerta di Donghae, ma tornò il giorno dopo con la conferma. E così il trio si formò. Passammo parecchio tempo insieme, eppure non sapevamo molto delle vite altrui e non lo sappiamo nemmeno ora. Di Donghae si sa che ha una famiglia simile alla mia, i genitori lavorano e sono quasi sempre via. Ha un fratello maggiore e da quello che ho sentito non è molto meglio dei miei fratelli. Di Yesung invece non sappiamo proprio niente. La sua famiglia è un mistero come pure lo è lui. Non parla molto quindi non sappiamo quasi mai cosa gli passi per la testa, anche se tra tutti e tre nessuno era molto socievole. Io e Donghae cercavano di non lasciare che l'atmosfera restasse un mortorio, cercavamo perlomeno. Per fortuna durante il secondo anno arrivò Hangeng e alzò di molto il livello di socialità del nostro gruppo. Lo scovammo per caso essendo uno del terzo anno in quel periodo, si trovava dietro alla palestra con alcuni studenti a terra. A quanto pare da quando era arrivato, pochi giorni prima, alcuni ragazzi lo avevano preso di mira visto che era uno nuovo e aveva pure un buffo accento cinese. Volevano probabilmente farsi conoscere e così farsi notare anche da noi, peccato che abbiano ottenuto il risultato opposto. Hangeng è un campione nelle varie arti marziali e non ci mise molto a stendere i suoi compagni, come loro non ci misero molto a scappare via da lui. Le voci corsero in fretta e Donghae venne a sapere di lui, non ci mise tanto a scovarlo e ad arruolarlo nel gruppo. Essendo nuovo a scuola e nel paese fu il più socievole di tutti volendo fare più conoscenze possibili per imparare di più sulla nostra cultura e sulla lingua. Oltre all'accento strambo se la cavava benissimo a parlare e a scrivere in coreano, ci spiegò infatti che il padre era nativo di qui, ma se ne era andato in Cina qualche anno prima che Hangeng nascesse. Il motivo per cui sono tornati non ce lo disse, come non ci disse altro su di lui è sulla sua famiglia. Ognuno di noi aveva una vita, una vita che non voleva rivelare troppo, e così legammo e convivevamo senza porci troppe domande. E ora, a un anno dall'ultimo arruolamento, continuavamo con la nostra solita e noiosa vita. 
"Ehi Kangin." mi salutò la voce di Hangeng, si parla del diavolo ed ecco che spuntano le corte. 
"Ehi Hangeng. Allora ti sei deciso a venire stasera?" gli chiesi mentre ci avviavano sulle scale. 
"Verrò, o che festa sarebbe senza di me?"
"Ovvio, non ci si divertirebbe sicuramente", commentai in tono sarcastico "Basta che non ti metti a fare come l'altra volta o non ci entri più." 
"Lo so, lo so. Non preoccuparti, ho già promesso che non esagererò mai più con i drink." sospirò annoiato. Una volta ad una delle mie feste aveva bevuto qualche drink di troppo e ne aveva combinate parecchie, diciamo che si era messo ad interpretare Jackie Chan in uno dei suoi film e aveva creato il caos dentro al club. Dopo quell'episodio si è beccato una bella ramanzina da me e a meno che non bevesse al massimo due drink ogni volta non sarebbe più potuto venire. 
"Bravo, non voglio altri disast-" andai a sbattere contro una persona prima che riuscissi a finire la mia frase.
"Ehi, sta più attento!" mi sgridò la voce della persona che mi era venuta addosso. Alzai lo sguardo per vedere chi fosse la persona che ha osato rivolgersi a me in quel modo, nessuno lo faceva (tralasciando i miei fratelli), meno che meno a scuola. Forse semplicemente non mi aveva riconosciuto. Quando incrociai i suoi occhi notai qualcosa di familiare, eppure non lo avevo mai visto, o almeno credo.
"Guarda, guarda chi si incrocia tra i corridoi", iniziò a dire Hangeng rivolgendosi allo sconosciuto, a quanto pare lui lo conosceva
"Oggi hai intenzione di saltare qualche lezione o verrai mocciosa?" scandì l'ultima parola.
"Con te in classe preferirei restare a casa tutto il giorno mister galletto." l'altra persona se ne andò seguito da un'altro studente che se non sbaglio era uno degli amici di Leeteuk. La persona che mi è familiare potrebbe essere anche un'amico di Leeteuk, Hangeng lo conosce, potrei chiedere a lui.
"Ehi, vedo che c'è qualcuno in grado di bacchettarti come vuole oltre a noi." dissi ridendo dando un'ultima occhiata alla persona ormai lontana dalla nostra vista.
"Cosa? Credi che mi faccia comandare da quel Heechul là? Sembra che tu mi sottovaluti." mi rispose annoiato, l'avevo irritato oramai.
"Stavo scherzando, non preoccuparti. Ma... lui e quell'altra persona con lui sono amici?"
"Sì, li vedo sempre insieme, loro due e altri tre", lo vidi pensarci su poi mi rivolse lo sguardo "Perché ti interessa?"
"Niente, solo curiosità." risposi cercando di fare la faccia più disinteressata che potessi. Hangeng annuì e poco dopo ci salutammo, si diresse verso la sua aula mentre io andai verso la mia.
Appena entrai salutai Donghae che sedeva accanto a me e mi sedetti vicino a lui. 
"Come va?" mi chiese appena presi posto.
"Come sempre, tu?"
"Lo stesso vale per me." rispose e chiacchierammo per un po' fino a quando non entrò il professore. Ho saputo che già quasi tutti erano a conoscenza della mia uscita di martedì con Leeteuk, ma a quanto pare nessuno dei miei amici era interessato, meglio così. La lezione passò come tutte lezioni di quella mattina, troppo noiose per me. Avendo avuto un'istruzione molto rigida e vasta da piccolo le ore insegnate in questa scuola pubblica erano davvero noiose e facili, però avevo deciso io di andare in una scuola pubblica quindi non potevo di certo lamentarmi. I miei fratelli al contrario vanno in una scuola privata, ovviamente. 
Le ore delle lezioni pomeridiane passarono ancora più lentamente, poi finalmente suonò anche l'ultima campanella. Presi le mie cose salutando Donghae e ricordandogli dell'ora in cui doveva presentarsi questa sera. Oggi sarei andato subito al club, di passare a casa non se ne parlava. Probabilmente sarei rimasto anche per la notte al club, non ho proprio voglia di tornarmene nel posto in cui non sarei di sicuro il benvenuto. Uscii dalla scuola e mi diressi verso la fermata del bus, preferivo limitare i miei viaggi con la macchina di famiglia. Aspettai qualche minuto prima che il bus arrivasse, durante la mia attesa però arrivò qualcuno e riconobbi la persona con cui mi ero scontrato questa mattina. Non mi degnò di uno sguardo e si mise lì vicino attendendo anche lui il bus, non che mi importasse, meglio così. Solo che quella familiarità del suo volto stuzzicava la mia curiosità e la mia voglia di chiedere se l'avessi già conosciuto da qualche parte. Il bus finalmente arrivò e entrambi salimmo prendendo posto dal lato opposto dell'altro, mi aveva visto, questo era sicuro. Il veicolo partì con tutti i suoi passeggeri all'interno e si avviò verso la zona nord per poi passare nella zona est del centro della città. Il centro è suddiviso da quattro zone: la zona ovest è il luogo in cui di solito gli studenti o le famiglie vanno, la zona che di solito io evito. La scuola sta tra questa zona e quella nord, dove invece si possono trovare negozi, locali, ristoranti tutti lussuosi. La zona est invece è dove si trova il Blue Night ed è più o meno una zona lussuosa come quella nord. Nell'ultima zona, quella sud, è dove si trova il parco dei divertimenti, il parco, lo stadio, musei e altro. Io vivo nella zona est.  Il bus arrivò finalmente e io scesi, dell'altro ragazzo nessuna traccia, non l'avevo nemmeno notato scendere. Sospirai, non era più un mio problema ormai. Mi incamminai nella direzione del club, ma prima andai a farmi una passeggiata tanto per rilassarmi un po' perché sapevo che uno dei miei amici ne avrebbe combinata una, quindi meglio andare là con calma. Gli altri sarebbero arrivati nell'orario di apertura. Finalmente arrivai davanti al club dopo il mio breve giro nei dintorni, non c'era praticamente nessuno nel locale. Quando entrai aprendo la porta principale con le chiavi che tenevo sempre con me mi ritrovai davanti alla solita grande stanza vuota. C'era solo un bodyguard nel retro che controllava lo staff che entrava e usciva. Salii le scale per andare verso la mia zona privata, passai davanti alle molteplici porte e quando passai davanti ad una in particolare, sentii un rumore provenire dall'interno. Non ho mai saputo cosa si celasse dietro a quelle porte, ho sempre pensato che fossero semplici ripostigli o delle stanza senza alcun scopo importante per il club, anche se forse il fatto che ce ne siano così tante può far pensare. Mi avvicinai alla porta cercando di capire cosa fosse il rumore, sentii lo scricchiolio di una porta chiudersi e poi più niente. Che diavolo? Posai la mano lentamente sulla maniglia e aprii la porta infilandomi dentro in punta di piedi richiudendo poi la porta dietro di me. Rimasi sorpreso dalla stanza in cui mi ritrovai, dandole una veloce occhiata poteva benissimo passare per un mini appartamento. Sembrava esserci tutto quello di cui si ha bisogno per vivere. Feci qualche passo avanti osservando quel luogo con curiosità, notai una porta socchiusa e andai verso di essa. Mi ritrovai in un piccolo stanzino con uno specchio enorme attaccato ad un lato della parete e dei trucchi sotto di esso. Sembrava una specie di camerino... Mi voltai per uscire da lì, ma qualcosa di familiare colse la mia attenzione. Appeso dietro alla porta stava un'uniforme, e non una semplice uniforme, era quella della mia scuola! Appeso con l'uniforme c'era anche una parrucca di lunghi capelli neri, pure quelli mi parevano familiari. Che diavolo era quel posto? E soprattutto perché c'era un'uniforme della mia scuola? Uscii da quel camerino capendoci ben poco e con mille domande nella testa. Mi fermai al centro della stanza sentendo un rumore provenire dalla porta al lato opposto di quella del camerino, mi avvicinai. Andai verso di essa e lentamente aprii anche quella porta, ma non fui l'unico a farlo, anche dall'altro lato stavano aprendo la porta. Sgranai gli occhi e come un colpo alla testa tutto si fece più chiaro nella mia mente. Mi ritrovai davanti ad una persona, una persona che ormai conoscevo. Dalla stanza da cui era appena uscito stava fuoriuscendo del vapore prodotto da una probabile doccia calda, capii così che l'ultima stanzetta era un bagno. La persona davanti a me indossava un abito elegante color viola prugna, uno di quei vestiti che vedevo spesso indosso a Lady HeeHee. Non sapevo bene come sentirmi in quel momento, ero sorpreso, confuso, arrabbiato, curioso e tante altre emozioni a cui non sapevo bene dare un nome.
"Tu..." iniziai a dire, ma la voce era come andata. Sembrava che valesse anche per Heechul perché anche lui non parlò, ma si limitò ad osservarmi sorpreso. Poi, dopo quello che credetti fossero minuti e minuti, mi riscossi dalla mia trance e lo fissai dritto negli occhi.
"Esigo una spiegazione, ora." dissi con tutta la calma che potessi avere. Anche lui si riscosse dalla sua trance e fece un passo indietro. 
"Mi dispiace, ma non posso fornirti alcuna spiegazione." mi rispose altrettanto calmo. Persi la pazienza.
"Ottimo, allora non vedo l'ora di vederti buttato fuori da qui!" dissi ad alta voce voltandomi per uscire di lì, ed intenzionato ad andare a chiamare il bodyguard per farlo buttar fuori.
"Ehi! Aspetta!", mi urlò dietro, ma io non lo ascoltai "Lo sai che posso benissimo rivelare la tua cotta segreta per Leeteuk alla tua cara famiglia, vero?" la mia mano si fermò prima che potesse aprire la volta, mi voltai verso di lui con uno sguardo cupo.
"Non lo faresti, anch'io potrei rivelare tante cose ai tuoi amici, e tutta la scuola è inclusa." lo ricattai a mia volta. Lo vidi pensare a qualcosa.
"Non giungeremo mai ad una conclusione così. Che ne dici se entrambi stiamo zitti e ci comportiamo come sempre?" propose guardandomi e attendendo una risposta. Ci pensai su, aveva ragione sul fatto che non saremmo mai giunti ad una conclusione continuando a ricattarci e basta. La mia testa era comunque piena di domande, ma probabilmente non avrei ricevuto nessuna risposta per oggi e nemmeno un qualche indizio.
"Ti starai chiedendo perché lo faccio. Forse un giorno lo saprai, ma non oggi." mi disse come se mi avesse letto nella mente. Quel ragazzo era strano, di questo ne ero certo. Sbuffai girandomi per uscire, per quella volta accettai.
"D'accordo, cercherò di non badare troppo a te. Stasera ci saranno anche i miei amici, ora vado a riposare di là." lo avvisai e uscii da lì senza aspettarmi una risposta da parte di Heechul. Mi misi una mano sulla fronte mentre mi avviavo per il corridoio cercando di capire cosa fosse appena successo. Credevo che certe cose accadessero in quei stupidi film. Arrivai nella mia di stanza e appena passai l'acquario andai a sdraiarmi sul divano. Avevo bisogno di dormire. Chiusi gli occhi e attesi che il sonno si impossessasse di me fino a farmi addormentare. Furono un paio di mani a svegliarmi, quando mi alzai dal divano vidi Lady HeeHee, voglio dire, vidi Heechul con su quel vestito viola prugna, un paio di scarpe con un po' di tacco, la parrucca ben messa e del trucco. Per un attimo credetti di aver sognato tutto, ma il ragazzo parlò prima che potessi convincermi di questa mia illusione.
"Stiamo per aprire, i tuoi amici saranno qui a momenti. Ho preparato alcuni vestiti per te", disse appoggiando accanto a me i vestiti "Ora vado ad attenderli e poi li porterò qui." mi avvisò e se ne andò. Se non sapessi del suo segreto mai è poi mai direi che in realtà è un maschio. Mi alzai e guardai i vestiti che mi aveva portato, il suo lavoro lo faceva sempre e comunque molto bene, ma mi domando perché lo faccia in primo luogo. Mi cambiai in fretta e andai ad appoggiarmi sul bordo del balconcino guardando la situazione al piano inferiore. Al momento non c'era ancora quasi nessuno, intravidi solo il nuovo barista che iniziava a preparare alcuni drink nella sua postazione. Restai ad osservare per un po' finché non vidi Lad- ... Hecchul che accompagnava i miei amici verso le scale che portavano fino a qui. Lo vidi girarsi e guardare verso la mia direzione mentre saliva le scale, pensai a come infondo mi conoscesse bene, erano anni che lo conoscevo anche se non il suo vero io. Ora che ci penso, nonostante fossi un po' ubriaco ricordo bene quando mi diede quel consiglio che mi diede coraggio per andare a parlare con Leeteuk. Sono in debito nonostante odio doverlo ammettere. Tornai a sedermi sul divano attendendo che i miei amici arrivassero.  Poco dopo sentii i loro passi e l'esclamazione di Donghae mentre si avvicinava tutto felice all'acquario pieno di pesci che mi aveva regalato. 
"Buonasera Kangin." mi salutò Yesung andando a sedersi alla mia destra. Hangeng si unì a Donghae, ma poi rinunciò e venne da noi. Heechul chinò il capo e se ne andò lasciando solo noi quattro nella stanza.
"Ehi Kangin, da quando hai un personale così sexy? Come mai non l'ho mai vista in giro prima d'ora?" chiese Hangeng sedendosi accanto a me e mettendomi il braccio attorno al collo. Vero, prima di oggi Lady HeeHee, ovvero Heechul, aveva sempre trovato una scusa per non lavorare quando c'erano anche i miei amici. Oggi a quanto pare non gli importava, strano, però almeno ora so il motivo per cui preferiva starne alla larga. Finché era solo Yesung si faceva ancora vedere, ma con gli altri due non se ne parlava. 
"E' qui da una vita", iniziai a dire e poi mi venne un'idea, forse potevo vendicarmi su di Heechul indirettamente e senza farmi scoprire
"Però non devi sforzarti nemmeno a provarci, ha dei gusti di classe, non credo riusciresti mai a conquistarla." dissi nel modo più convincente possibile così da far venire in superficie il suo orgoglio di conquistatore. Sbuffò pensando alle mie parole e da un momento all'altro si alzò di scatto.
"Vedrai come la conquisterò!" e con queste parole se ne andò, probabilmente alla ricerca di Heechul. Risi di gusto nella mia mente pensando alla faccia che avrebbero fatto tra tutti e due. Donghae prese il suo posto e si mise a ridere.
"Siamo appena arrivati e già trovi il modo di sbarazzarti di noi?" scherzò e io risposi alzando le spalle e mettendomi comodo.  Passò del tempo, un'ora per la precisione e di Hangeng ancora nessuna traccia, o era stato ucciso da Heechul o stava riuscendo molto lentamente nella sua sfida. Non mi importava al momento, mi stavo godendo la serata con gli altri due. Bevendo un drink, portato direttamente dal barista visto che Heechul è scomparso, e chiacchierando allegramente. Forse non eravamo chissà quanto a conoscenza dell'uno e dell'altro, ma sicuramente avevamo un forte legame che ci univa. Passò un'altra mezz'oretta, decidemmo di andare a ballare ora che la pista era piuttosto affollata. Donghae si buttò subito tra la mischia di persone alla ricerca della preda per la serata, Yesung andò verso il bar dove avrebbe probabilmente passato la serata a bere e a osservare le persone che ballavano come sempre, mentre io... io mi sarei probabilmente unito a lui. E la serata continuò così, era la routine delle nostre 'feste'. Tutto andava normalmente fino a quando finalmente scorsi Hangeng che sembrava essere sparito da anni, arrivò dalla porta principale il che significava che fino ad ora era rimasto fuori. Mi vide e si avvicinò, aveva una guancia di un colorito rosso a forma irregolare. Non ci misi molto a capire cosa fosse e non riuscii a trattenere una risata.
"Andata male?" 
"Dammi qualcosa di forte." mi ignorò facendo l'ordinazione al barista. Rimase un momento in silenzio e poi si voltò verso di me, ma rimase sempre in silenzio.
"...Allora?" 
"Rifammi la domanda di prima."
"Che? Sei l'hai già sentita perché dovrei rifarla?"
"Tu rifalla e basta."
"Come vuoi... Allora, è andata male?" provai a chiedere di nuovo e questa volta sorrise.
"Le piaccio, ne sono sicuro." disse nel tono più sicuro che conoscessi. Sono sicuro di poche cose, ma di certo sono sicuro che a Heechul Hangeng non piace affatto e questo mi faceva ridere ancora di più.
"La tua guancia mi dice il contrario."
"L'ho solo colta di sorpresa."
"Come vuoi... Non voglio sapere i dettagli." tornai a guardare davanti a me. Qualunque cosa fosse successa, una piccola vendetta l'avevo sicuramente avuta. Il drink per Hangeng arrivò e lui lo prese alzandolo in aria. 
"Salute!" disse e io sospirai alzando anche il mio drink per compiacerlo.
"Salute." lo imitai ed entrambi bevemmo dal nostro bicchiere. Ora si che potevo divertirmi in questo posto, così la gente impara a nascondermi le cose alle mie spalle. Sorrisi divertito mandando giù un'altro sorso del mio drink. 


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Ed eccoci qui alla fine di questo capitolo! Nel prossimo la mia intenzione era di passare ad un'altro personaggio ancora, ma poi mi sono detta: Non è meglio se descrivo la serata dal punto di vista di Heechul? ~ Quindi saprete chi aspettarvi la prossima volta u.u
  
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