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Autore: f9v5    21/11/2012    3 recensioni
Sonic e co. si ritroveranno, ancora una volta, ad affrontare Eggman; il folle scienziato mira, per l'ennesima volta a conquistare il mondo, ma stavolta può contare sull'aiuto di qualcuno di inaspettato. E possono sempre esserci altri nemici che tramano nell'ombra.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dunque…che dire?
Salve a tutti, F9v5 è di nuovo qui! Quello che vi sto presentando odiernamente è una mia  fanfic “crossover”; protagonisti di questa storia sono Sonic and co. più i Teen Titans, i protagonisti della serie tv ispirata ai fumetti della DC Comics. Questi eventi sono ispirati al videogioco “Sonic Heroes”, quindi nel periodo in cui Sonic e il resto della banda si trovano ancora sulla Terra, dopo “Sonic Adventure 2”; per i secondi gli eventi di questa storia vanno collegati dopo il film “Teen Titans: Trouble in Tokyo”.
Vi avviso: in questo capitolo i Titans ci saranno poco, non ci sarà azione essendo ancora l’inizio, ma già qualche mistero potrebbe sollevarsi da questo capitolo.
Vi lascio all’inizio.

 
 

Si parte! Destinazione Jump City.
(Una linea verticale divide la scena in due parti uguali: sulla sinistra, su uno sfondo rosso, Sonic the hedgehog, sorriso sicuro e braccia incrociate dietro la testa, sulla destra, su uno sfondo blu, Robin, braccia incrociate e sguardo serio.) 



Techno Base - Giorno 1, ore 00:30


-E’ pronta…E’ PRONTA!-
Tuonava, forte e altisonante, per i freddi corridoi della sua base metallica, la voce di Ivo Julian Robotnik, meglio noto a tutti come Eggman.
Il baffuto e grasso scienziato urlava festante e aveva tutti i motivi per farlo; dopo settimane e settimane di lavori, era riuscito a portare a termine la sua opera: costruire un’armata di navi volanti da guerra con cui avrebbe realizzato il suo sogno di conquistare il mondo e rendere schiava l’umanità.
Talmente preso dal suo entusiasmo, non si accorse dell’arrivo dei suoi tre assistenti.
-Dottore, si può sapere cos’è tutto questo schiamazzare nel cuore della notte?- si lamentò un assonnato robot alto e snello, di colore dorato, Decoe.
I suoi due compagni, un robot basso e cicciotello, color argento, Bocoe e un piccolo robottino nero dalle sembianze vagamente simili a quelle di un diavoletto con un razzo sulla schiena, Bokkun, annuirono a sostegno della sua domanda.
-Taci ammasso di bulloni, quello che ho appena compiuto è il passo decisivo verso il mio definitivo trionfo!- tuonò, una seconda volta, il dottore, seduto nella sua solita poltrona all’interno della sala comandi.
Dopo aver digitato alcuni ultimi dettagli salvò le informazioni e spense il computer; si alzò in piedi e fece cenno ai suoi tre assistenti di seguirlo.
-Vedete, miei cari ferri vecchi, il vostro geniale e intelligentissimo padrone (Aggiungerei “modestissimo” -_-) ha appena terminato la costruzione della più grande flotta aerea che si sia mai vista. Grazie ad essa conquisterò il mondo, e stavolta nessuno potrà fermarmi, MUAHAHAHAHA!- detto ciò scoppiò in un’assurda, quanto irritante, risata da tipico scienziato pazzo –Dottor Eggman, ogni volta che ha detto questa frase, poi Sonic e la sua banda l’hanno sempre fatta ricredere, o sbagliò?- salvo cadere a gambe all’aria quando l’evidenza gli venne sbattuta in faccia con tale nonchalance da Bokkun. 
Rialzatosi, si voltò, con una venuzza pulsante in cima alla sua testa pelata, verso i tre rivolgendogli il più minaccioso dei suoi sguardi –Sarà meglio che nessun altro faccia osservazioni del genere, perché se ne sento un’altra vi metto in lista per la rottamazione e credetemi, non sto scherzando.- la minaccia ebbe effetto e i robot si abbracciarono terrorizzati.
-Comunque, per quanto riguarda la palla di spine e la sua combriccola, ho già pensato ad un modo per liberarmi di loro e vi sto portando appunto a vederlo.-
Giunti di fronte ad una porta metallica, il dottore digitò alcuni numeri sulla tastiera posta sul muro accanto la porta.
Dopo un leggero bip, segno che il codice era stato accettato, la porta scorrevole si aprì, consentendo l’ingresso all’uomo e alle tre macchine.
Erano all’interno di una sala semibuia, con pezzi metallici, probabilmente scarti di vecchie invenzioni, sparsi sul pavimento.
Al centro di essa vi erano tre barelle metalliche, tipo quelle dei film di scienza horror, su cui vi si trovavano tre corpi, ciascuno dei quali coperto da un lenzuolo, come a volerne celare la presenza a tutto il mondo.
Il dottore, con un ghigno sicuro in volto, si avviò verso il primo lenzuolo che scostò rapidamente, scoprendo così la figura nascosta.
-AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!- urlarono i tre robot in coro; se prima erano ancora mezzi addormentati, la vista di quella creatura, familiare quanto pericolosa, gli diede lo spavento necessario per svegliarsi del tutto.
-Non posso crederci… è lui!- sentenziò un Bocoe che, se avesse potuto, se la sarebbe fatta sotto per la paura.
-Non ho il coraggio di guardare chi sono gli altri due.- continuò un, se possibile, ancor più terrorizzato Decoe.
Il dottor Eggman, in passato, aveva promesso molte volte che un giorno lo avrebbe aggiustato, giurando persino di dargli il libero arbitrio, cosa che lo avrebbe reso ancor più letale, ma, il fatto che dopo due anni non avesse fatto niente, li aveva tranquillizzati sulla possibilità che quell’evenienza non si sarebbe mai verificata, e invece eccolo lì.
-Dottore, ci dica per lo meno che non gli ha dato il libero arbitrio.- pregò un Bokkun tremante come una foglia –E invece sì! Senza il libero arbitrio è quasi riuscito a mettere Sonic all’angolo, quindi potete star certi che, adesso che c’è l’ha, lo ridurrà a brandelli.-
Eggman ne era certo, questa volta neanche il “Grande” Sonic the hedgehog sarebbe riuscito a mettergli i bastoni tra le ruote, non aveva certo riparato e potenziato quei tre per passarsi il tempo e, inoltre, disponeva sempre di una quarta arma segreta; tuttavia, quest’ultima era meglio tenerla nascosta e usarla solo se la situazione si fosse fatta veramente estrema.
Soddisfatto del suo operato, decise di disporre le ultime manovre –Adesso andrò a definire gli ultimi dettagli, partiremo all’alba, voi andate a dormire rottami, non tollererò errori. Per quanto riguarda te, Bokkun, cerca di essere mattiniero, ho un incarico da affidarti.- 
Un Bokkun praticamente addormentato diede un segno d’assenso, quindi aveva recepito, anche se si chiedeva se c’è l’avrebbe fatta ad alzarsi presto.
Quando fu nuovamente da solo, Eggman proruppe nell’ennesima grassa risata –AHAHAHAHAHAHA! Non c’è dubbio, stavolta non posso fallire e non ci sarà nemmeno bisogno degli Smeraldi del Chaos. Preparati Sonic, stavolta sarai tu a ritrovarti col sedere per terra, parola di Eggman!-



Station Square – Giorno 1, ore 06: 45


Un’altra alba sorgeva tranquilla, illuminando lievemente, con i suoi ancora tenui raggi solari, gli edifici e i grattacieli della città.
La minaccia subita settimane prima, però, era ancora impressa nella mente di tutti i suoi abitanti: il perfido dottor Eggman, infiltratosi nella prigione marittima di Prison Island, aveva riportato alla luce il diario di Gerald Robotnik, suo nonno e anch’egli un brillante scienziato, sigillato nei computer della prigione.
Eggman era riuscito ad aprire i files in cui esso era contenuto, e venne così a conoscenza del “Progetto Shadow”, progetto sviluppato da suo nonno per aiutare l’umanità, ma, che il grave incidente in cui Maria, nipote prediletta di Gerald e quindi cugina di Eggman, perse la vita, tramutò in una crudele strategia di vendetta.
Volendo compiere le volontà del defunto parente, Eggman risvegliò la forma di vita perfetta, un riccio antropomorfo di nome Shadow the hedgehog, che gli rivelò dell’esistenza del cannone eclissi con cui avrebbe potuto distruggere la terra.
Eggman si servì dell’aiuto di Shadow, che soffriva di una grave amnesia, e di Rouge the bat, ragazza pipistrello esperta ladra di gioielli, per raccogliere gli smeraldi del Chaos, in modo che il cannone avesse l’energia necessaria al funzionamento.
Alla fine però,dopo ripetuti cambi di eventi, tra cui la redenzione di Shadow, Sonic e la sua banda riuscirono a fermare il cannone, in rotta di collisione con la terra.
Purtroppo, però, quella vittoria non fu completamente felice: desideroso di rimediare ai propri errori e mantenere la promessa fatta a Maria, Shadow sacrificò la sua vita per permettere la buona riuscita della missione, precipitò nello spazio e di lui non si ebbe più traccia.
Erano passate settimane, ma nessuno avrebbe dimenticato quegli istanti di panico e terrore.
Sulla cima di un edificio, fermo ad osservare il sole che sorgeva, stava il riccio più veloce dell’universo, Sonic the hedgehog.
Dopo la sua abituale corsa mattutina, aveva deciso di fermarsi un po’ per riflettere sugli ultimi eventi che avevano coinvolto la sua vita di sedicenne; si ritrovò a pensare a quando venne arrestato per i crimini che poi scoprì essere opera di Shadow, il primo scontro contro il suo alter-ego, conclusosi con una bruciante sconfitta, la fuga da Prison Island insieme a Tails e Amy, l’ennesimo scontro con Shadow sulla colonia spaziale ARK e la loro alleanza contro la Biolizard, contro la quale Shadow era deceduto.
Già, Shadow, malgrado non avesse modo per conoscerlo, Sonic sentiva che loro due, in fondo, erano simili: anteponevano la giustizia sopra ogni altra cosa, non accettavano la sconfitta e affrontavano con la massima determinazione le loro battaglie.
Sonic non lo avrebbe mai dimenticato “Sai, Shadow, sono sicuro che vivere qui ti avrebbe fatto piacere, era questo che volevate tu e la tua amica. Non dimenticherò mai il grande aiuto che mi hai dato, amico.” Pensò un Sonic insolitamente affranto.
Tuttavia, dovette ridestarsi dai suoi pensieri quando un piccolo esserino nero apparve all’improvviso davanti a lui, che identificò rapidamente in Bokkun, il robot-postino, che presentava delle enormi occhiaie.
-Ciao, Sonic, ho qui un messaggio da parte del dottore.- e lentamente estrasse un mini-televisore dalla sua borsa che poggiò ai piedi di Sonic, che conoscendo i messaggi di Eggman, era sull’attenti per scappare alla prima avvisaglia di esplosione.
La tv si accese, mostrando il voltò baffuto del dottore –Ciao, mio caro riccio stracarico di caffeina. Sappi che ho costruito un’enorme flotta aerea con la quale intendo conquistare il mondo; il motivo per cui te lo sto dicendo?! Ovvio! Il mio piano stavolta è così ben riuscito che nemmeno tu potrai ostacolarmi, puoi provarci se vuoi, ma tu e la tua banda non potrete far nulla stavolta…AHAHAHAHAHAHAHAH!- e li la trasmissione si interruppe…stranamente la tv, come accadeva sempre, non esplose.
-Scusa per l’assenza dell’esplosione, ma il dormire poco ha i suoi effetti collaterali e ho scordato di inserirla . Ci vediamo.- detto questo, Bokkun levò le tende.
Sul volto di Sonic spuntò all’istante un sorrisetto arrogante, tipico di quando si divertiva: quindi Eggman lo stava sfidando? Se c’era una cosa che non si sarebbe mai sognato di rifiutare, oltre ad un chili dog, erano le sfide e questa sembrava bella tosta.
-Sembra proprio che ci sarà una festa, di certo non intendo perdermela.-



Angel Island – Giorno 1, ore 06:55


Il rombo di un aereo destò Knuckles the Echidna dal suo sonno, al momento giusto per permettergli di notare il Tornado che atterrava sul suolo erboso, giusto davanti all’altare dello Smeraldo Gigante, in cima al quale si era appisolato. 
Cacciò un breve grugnito alla vista di Sonic e Tails: ogni volta che andavano a trovarlo non era mai per una visita di piacere, semmai per coinvolgerlo in un’assurda impresa da eroe per fermare Eggman, o comunque il nemico di turno.
-Sentiamo…qual è il problema stavolta?- non gli piacevano i giri di parole, quindi subito al sodo ed evitarsi noiose seccature – Anche a noi fa piacere vederti, Knuckster; non fai gli onori di casa?- ma Sonic adorava istigarlo e infatti non perse tempo a procedere col suo tono ironico.
-Sonic, andiamo, evitiamo sceneggiate inutili.- fortuna che c’era sempre Tails a frenarlo o avrebbe continuato fino alla nausea con le provocazioni; l’ennesimo grugnito del rosso li portò a dargli l’attenzione che chiedeva –Allora?!- e questa volta pretendeva una risposta seria, che Tails intendeva dargli.
-Vedi, Knuckles, poco fa Sonic ha ricevuto un messaggio di Eggman, in cui quest’ultimo affermava di aver costruito un’armata potentissima con cui conquisterà il mondo. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per fermarlo.- eppure, malgrado l’apparente pericolosità della situazione, Knuckles reagì limitandosi ad un’alzata di spalle –E quindi?! Di che ci preoccupiamo?! Tanto lo dice ogni volta che conquisterà il mondo e ogni volta lo prendiamo a calci mandando i suoi piani all’aria.- peccato che così non aveva detto se la sua collaborazione era garantita.
-In ogni caso, scordatevi di me, non posso aiutarvi!- decretò l’echidna, facendo stupire il volpino, ma non tanto il riccio, che, anzi si aspettava quella risposta; aveva già pensato a come convincerlo, prima però voleva verificare se Knuckles era davvero prevedibile come pensava –E, se non sono indiscreto, posso sapere il perché?- se lo conosceva bene la sua risposta sarebbe stata –Devo rimanere ad Angel Island per sorvegliare lo Smeraldo Gigante, mi sono allontanato già troppe volte in questi ultimi tempi, non posso più permettermi ulteriori rischi allontanandomi di nuovo.- accidenti, era più prevedibile di quanto avesse pensato, forse non era da scartare quella sua ipotesi di mandarlo in vacanza forzata, quella pietra occupava il cento per cento dei suoi pensieri, o si prendeva una pausa, o si cercava un hobby per ammazzare il tempo.
-Ma Knuckles, il tuo aiuto è necessario, per trovare gli Smeraldi prima di Eggman dobbiamo unire le forze.- Tails era sinceramente preoccupato per quella situazione, non era come Sonic, che prendeva le cose alla leggera, ma la sua richiesta ottenne solo l’esito di far voltare il guardiano, che ora gli dava le spalle.
-Andiamo Tails, se Knuckles vuole perdersi la festa affari suoi. Evidentemente, l’idea di affrontare Eggman lo terrorizza.- quando sentì quello che per lui era un insulto, il rosso sentì un brivido salirgli lungo la schiena, quell’idiota stava osando dargli del codardo?!.
Malgrado l’echidna gli desse le spalle, Sonic poteva scommettere che sul suo volto si fosse dipinto uno sguardo di stupore misto a rabbia; sul suo volto, invece, si fece largo un sorrisetto compiaciuto, la sua tattica psicologica stava avendo successo, fare leva sull’orgoglio di Knuckles per spingerlo ad accettare alla loro richiesta, e sembrava proprio che stesse riuscendo; Knuckles aveva abboccato e se c’era una certezza su Knuckles era che lui era identico ad una viriola, se abboccava non riusciva a mollare la presa e finiva per farsi catturare*.
Vedendo che aveva inghiottito, al pescatore Sonic non restava che dare lo strattone –In fondo, posso capirlo, dopo settimane di inattività è normale che possa essersi rammollito e raggrinzito, quindi non c’è niente di strano se ora ha paura di affrontare un avversario che per lui è diventato troppo forte.- e non appena rimontarono sul Tornado, l’echidna si piazzò davanti al velivolo, bloccandogli il passaggio –Voi non andrete da nessuna parte…senza di me.- e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni i suoi fidati occhiali viola che vennero piazzati sul suo naso.
-Ma come?! E lo Smeraldo Gigante?- ribattè ironico Sonic –Fanculo lo Smeraldo Gigante! Nessuno può darmi del codardo o del rammollito e non appena troveremo Eggman e compagnia brutta ti farò mangiare quelle parole!- e avrebbe mantenuto quella promessa.
Mentre Tails occupava il suo solito posto di guida Sonic e Knuckles si aggrapparono alle ali, il sedile non piaceva a nessuno dei due, e fu così che il Tornado si alzò in volo, salvò stopparsi a mezz’aria e riscendere comicamente a terra alla domanda di Knuckles –Ma avete idea di dove sia il primo Smeraldo?-.
Sulle fronti di Sonic e Tails spuntarono due comiche gocce di sudore stilizzate –Sonic…ci siamo scordati il radar nel garage!- proprio un bell’inizio, si ritrovò a pensare Knuckles –D’accordo, andiamo a prenderlo e poi mettiamoci alla ricerca.-



Techno Base - Giorno 1, ore 07:15


La flotta aerea, con Eggman e squadriglia robotica annessi, aveva appena preso il volo, partendo per chissà quale misteriosa destinazione, era l’occasione che aspettava per infiltrarsi in una Techno Base ormai deserta.
Entrando furtivamente attraverso il condotto di aerazione, eludendo con eccellente maestria tutti i sistemi di sicurezza, vagando di sala in sala, raggiunse il suo obbiettivo.
-Molto bene, dovrebbe essere qui che Eggman tiene nascosto il suo tesoro.- dall’ombra uscì fuori l’agile figura di Rouge the Bat.
Alle sue orecchie era giunta voce che Eggman fosse riuscito a raccogliere una vasta gamma di gemme e oggetti di valore e che li tenesse nascosti nella sua base; un’occasione che una ladra come lei non poteva certo farsi sfuggire e la partenza di Eggman dovuta ad uno dei strambi piani era come un invito a nozze, unito al fatto che lei aveva una conoscenza pressoché perfetta della struttura della Techno Base le dava l’assoluta garanzia di non incrociare intoppi.
Fino a quel momento era stato così, ma le cose sarebbero presto cambiate.
Nella stanza designata c’era il buio più totale, non che questo fosse un problema per lei, i pipistrelli, in fondo, grazie agli ultrasuoni e alla vista notturna, vedono meglio di notte che di giorno; fu appunto quello che vide che non le piacque: in quella stanza, del famigerato tesoro, non c’era traccia.
Aveva aspettato per giorni e giorni che Eggman si allontanasse e non appena l’occasione le si era presentata ci era rimasta con un pugno di mosche; quel maledetto doveva esserselo portato dietro.
Troppo occupata a maledire lo scienziato, non si accorse di avere compagnia: alle sue spalle, nell’oscurità più completa, si accesero, minacciosi, due enormi occhi rossi.
Questi iniziarono a scrutare attentamente la figura dinanzi a loro, ma non trovandola interessante spostarono la loro attenzione più avanti, la sì che c’era qualcosa di interessante.
-Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!- sentenziò un’agghiacciante voce metallica e stavolta Rouge non potè non notarla; alle sue spalle si stanziava, possente, la figura di un gigantesco robot alto almeno il doppio di lei (secondo le note ufficiali, Rouge è alta 1,05 metri, quindi 2,10 metri),con delle gambe esili che, malgrado ciò, riuscivano a sostenere l’imponente corpo superiore, con braccia possenti che terminavano con due gigantesche mani, dotata ciascuna di quattro dita, spalliere a rinforzare le spalle minute, col simbolo dell’omega stampato su quella sinistra; i colori più presenti erano il nero e il rosso, tranne la testa e un rettangolo al centro del petto, gialla la prima, grigio-acciaio il secondo.
La ragazza indietreggiò, sinceramente condizionata e sorpresa da quell’imponente figura, ma nel farlo si ritrovò spalle al muro, non aveva via di fuga.
La mano destra del robot si ritirò all’interno del braccio e lasciò il posto a quello che aveva tutta l’aria di essere un cannone, nel quale iniziò a brillare una sempre più lucente luce azzurrina.
Rouge capì che quella poteva essere la sua ora –Togliti di mezzo!- ma le parole del robot le fecero capire che lei non era il bersaglio, bensì ciò che stava dietro di lei.
Senza indugi, prese il volo portandosi fuori dalla traiettoria del raggio d’energia, che colpì quella che, di sfuggita, prima che venisse distrutta, le era sembrata una capsula di stasi.
Ma perché quel robot aveva interesse a distruggere un macchinario?
-Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!- a sollevarle ogni dubbio fu il rumore di passi proveniente dalla coltre di fumo dove prima stava il macchinario ora in pezzi; l’obbiettivo del robot era chi stava all’interno della capsula.
Un suono, uno schiocco di dita, dalla cortina partì quella che poteva definirsi una saetta che, sfrecciante, colpì il robot in pieno petto, schiantandolo sul muro opposto.
Il fumo si stava diradando, una figura stava cominciando a delinearsi sotto lo sguardo attonito di Rouge.
-Non è possibile! Tu…tu sei…?!-



Jump City - Giorno 1, ore 08:00


Jump City, comunissima città americana come tante altre con un “comunissimo” edificio a forma di T gigante che svettava sulla città, residenza dei famosi Teen Titans, i cinque super-ragazzi, protettori della città.
Proprio in quel momento, sulla cima della T-torre, così si chiamava l’edificio, atterrò l’astronave del gruppo, usata di solito per i viaggi nello spazio (cosa che si poteva intendere, del resto), ma stavolta il suo atterraggio segnava la fine di un viaggio che aveva visto i suoi proprietari protagonisti di una pseudo-vacanza di lavoro a Tokyo.
Era stata senza alcun dubbio una vacanza (anche se Robin non l’avrebbe mai definita tale) particolare: Beast Boy, meglio noto come BB, aveva scoperto che le ragazze del Giappone sapevano essere delle vere bestie, Cyborg si era inimicato un cuoco mangiando una miriade di schifezze indescrivibili, vi basti sapere che la cosa più “commestibile” finita nel suo stomaco era stato un polpo vivo (e aveva ancora il coraggio di dire che la cucina di Stella faceva schifo), rischiando di mandarlo in rovina, Corvina era diventata la sponsor di una marca di chewing-gum e Robin venne arrestato con l’accusa di omicidio volontario che poi non si rivelò tale; incredibile a dirsi, Stella, la più ingenua e quella che più di tutti, sì, anche più di BB, si cacciava nei guai, era quella che se l’era passata meglio.
Per lo meno, la storia si concluse bene: il nemico, un ispettore di polizia che si stava servendo di un’antica maledizione per farsi conoscere come un eroe e poi trasformatosi in un gigantesco blob di inchiostro che creava mostri a destra e a manca era stato battuto e, cosa decisamente più importante, Robin e Stella ora stavano insieme; certo, lui dovette mettere da parte il suo orgoglio, lei dovette salvarlo da un manipolo di soldati d’inchiostro che volevano risbatterlo in gattabuia e dovettero sopportare il fatto di essere stati interrotti da BB sul più bello, ma alla fine il bacio tra i due ci fu, al terzo tentativo, segno che erano consapevoli dei loro sentimenti e del fatto che, qualunque cosa sarebbe accaduta ci sarebbero sempre stati l’uno per l’altra.
Anche se in quel momento, l’unica cosa di cui il gruppo era consapevole era quella di avere un sonno da paura, del resto non è facile riabituarsi al proprio fuso orario.
-Ok, adesso pretendo che nessuno mi svegli per i prossimi…mille anni.- tanto per rendere più chiara l’idea, il caro BB si fece la strada fino a camera sua trasformato in ghiro, Corvina si teletrasportò in camera (fortunata lei che si risparmiava la fatica di camminare), che non volesse essere disturbata era sottinteso.
Rimasero due stremati Robin e Cyborg e una Stella Rubia già addormentatasi nel suo sedile.
-Ci pensi tu alla tua… “amica”?- e qui Cyborg si premurò di farlo anche con le dita il segno delle virgolette, che poteva farci se provocare Robin era divertente.
Un comicamente imbronciato Robin fece un cenno d’assenso al mezzo macchina che prese la via del letto intanto che lui prendeva tra le braccia quella che ora si poteva definire la sua fidanzata e si apprestava a portarla a letto per qualche ora di riposo, malgrado fosse mattina, ma, come ho già detto, è dura affrontare il cambio di fuso orario.
Dopo un’aspra battaglia, sostenuta solo il giorno prima, speravano tutti e cinque in un meritato riposo; non immaginavano che i problemi non avrebbero tardato a presentarsi.
Sopra il cielo della città, nascosta fra le nuvole, si nascondeva la flotta aerea di un certo ciccione baffuto megalomane di nostra conoscenza; questi, nella sua sala di controllo, situata, ovviamente, all’interno della nave più grande, denominata Egg-shark, stava osservando con estremo interesse la città sottostante –Bene, bene, quindi il segnale proviene da qui?!-
-Affermativo, dottor Eggman, ci prepariamo ad un attacco di massa?- chiese Decoe, impegnato con un altro monitor, ma Eggman lo fermò con gesto di diniego –Non lo ritengo necessario, credo che, per stavolta, mi limiterò ad approccio meno violento, manderò una piccola unità alla ricerca dello Smeraldo del Chaos, senza troppi fronzoli.-
Questa sentenza provocò una curiosa domanda di Bokkun –Ma, dottore, non aveva detto che non avevamo bisogno degli smeraldi, che il nostro piano era già infallibile? Cos’è, il pensiero di Sonic le ha fatto salire la paura e adesso preferisce usarli?!- e quello che il piccoletto ci ricavò fu una chiave inglese dritta in testa. 
-Taci, idiota, ogni volta che Sonic prende possesso degli smeraldi riesce a mandare a monte tutto, quindi se li prendiamo prima noi lui non sarà un pericolo serio, si tratta di pura precauzione e, se dovesse ritenersi necessario, userò loro!- un brivido salì sulla schiena metallica dei tre al sentir quel “loro”.
-Quindi, dottore, che sistema adottiamo per la ricerca? I nostri radar riescono a percepire il segnale dello smeraldo, ma non riescono a segnalarci la sua posizione precisa.- quel piccolo contrattempo fece lievemente afflosciare i baffi allo scienziato, ma non a fermarlo –Non importa, ci adatteremo. Preparate una squadra composta da 5 robot E-121 Phi, tra mezz’ora li manderemo in perlustrazione.- e, ne era certo, nessuno lo avrebbe ostacolato.



*Per chi non la conoscesse, la viriola è un pesce estremamente comune nel Mediterraneo; questo pesce ha la bizzarra abitudine di inghiottire sempre l'amo, quindi se una viriola abbocca, è sicuro che non può scappare.






Angolo dell’autore:
Allora? Non è così male, vero?
Se recensite, potresti dirmi qual è stata la parte del capitolo che più vi è piaciuta e quale di meno e il perché; ovviamente non siete obbligati, lo chiedo così da farmi un’idea su eventuali lacune da colmare.
Parlando del capitolo, Eggman, malgrado abbia affermato lui stesso di non averne bisogno, si è messo a cercare gli Smeraldi del Chaos per evitare certi inconvenienti “spinosi” (capito il gioco di parole? ^-^) e, a quanto pare, uno di essi si trova proprio nella città dei Titans, appena tornati dal Giappone (la scena che più mi è piaciuta del film è stata l’ultima!), in questo momento un po’ fuori uso, ma tanto non ci metteranno molto a recuperare.
Ma chi sono le tre “armi segrete” che Eggman conserva tanto gelosamente? E la quarta, che lui stesso ha timore di usare?
Se volete scoprirlo, non vi resta che attendere il prossimo capitolo di “Teen Heroes” (sicuramente avete capito perché questo titolo, ma visto che voglio essere preciso: Teen da “Teen Titans” e Heroes da “Sonic Heroes”).
  
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