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Autore: solandia    09/06/2007    4 recensioni
Trascinereste mai un bellicoso mezzodemone dell'epoca Sengoku alla festa di compleanno della vostra migliore amica, con l'intento di spacciarlo per un normalissimo essere umano?...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Delirio di una Notte di mezza Estate

Delirio di una Notte di Mezza Estate

Ovvero: La festa di compleanno di Eri

Capitolo 6: INDIPENDENCE DAY - parte terza

-E dài, dicci qualcosa di te!- (FIX-FIX)

-Non e' bello da parte tua fare cosi' il prezioso: lasciati andare un po', bel tenebroso...- (BRILL-BRILL)

InuYasha stava per esplodere: la musica a palla, le luci intermittenti, l'odore intenso di tutte quelle ragazzine che spandevano i loro feromoni attorno a lui... Rischiava di impazzire!

-BAAASTAAAAAA!!!!!- sbotto' allontanando senza grazia due signorine che si strusciavano insistentemente sui suoi avambracci.

Ma quelle mica si arresero:

-Uh! Non fare cosi', dài...-

-Vogliamo solo conoscerti un po' meglio e farti un po' di compagnia, visto che te ne sei stato solo tutta la sera.-

"Ma chi gliel'ha chiesto?!?"

-E poi non dovresti farti problemi: tanto la tua ragazza non ti ha guardato nemmeno di striscio.-

-Secondo me non meriti un simile trattamento: non vorresti avere accanto me, invece di quella smorfiosa?!- (SLURP-SLURP)

-Te?!- sbotto' il mezzodemone, esasperato: -TSK!! Non reggeresti nemmeno cinque minuti al mio ritmo!-

-Uaaaaaaaaaooooooo!! Allora sei uno che ci da dentro, eh?!-

-Eh si', hai proprio l'aria di essere smaliziato, a letto. Chissa che numeri ci fai, con Higurashi...-

InuYasha si fece fosforescente in volto; ma tanto, con le luci colorate, nessuno poteva avvedersene.
Il pressing femminile su di lui si faceva sempre piu' asfissiante; sentiva che, se non avessero smesso in capo a pochi secondi, avrebbe perso il controllo e le avrebbe picchiate a sangue.

Ma accadde il miracolo.

La musica ando' sfumando piano, le luci si fecero morbide e soffuse ed il chiacchericcio degli invitati si spense come per magia.
L'attenzione di tutti si focalizzo' sul mixerista, che proclamo' alcune parole straniere parlando dentro una specie di cono-gelato che rendeva potentissima la sua voce (leggi: microfono).
Le ragazze, che avevano voltato la schiena al mezzodemone, iniziarono a fremere dall'emozione:

-Urka! Un lento stupendo!!-

-Oooohhh... Come vorrei che qualcuno mi invitasse a ballarlo...- (SOGN-SOGN)

-Mica solo tu! Chiunque vorrebbe ondeggiare a ritmo di questa melodia stretta ad un bel fusto! Perche' non mi inviti a ballare InuY... InuYasha?!? Ma dove sei finito???-

Il club delle svampite si volto' all'unisono, ma dell'oggetto dei loro desideri non v'era piu' traccia.

***

Le prime note di una canzone triste si diffusero nell'aria.
InuYasha attero' leggero dal lungo balzo che aveva spiccato; stava per catapultarsi su per le scale, ma, colpito da quella musica, si trovo' costretto a voltarsi indietro per un attimo: gli pareva che i toni malinconici di quella melodia vibrassero in perfetta sintonia con le corde del suo spirito.
Era diversa dalla musica cui era abituato nell'era Sengoku: era piu' dura, e proprio per questo gli pareva molto bella; parlava al suo cuore, anche se non ne comprendeva le parole.

Provo' una sorta di nostalgia.
Rivide in un flash sua madre che lo abbracciava quand'era piccino, poi, sovrapposto a quell'immagine, il sorriso triste di Kikyo che si dischiudeva sulla sua solitudine.
Un groppo alla gola.
Un conato di nausea.
Il respiro si spezzo'.
Poi l'immagine di Kagome. Kagome che gli sorrideva con gioia.
Torno' a respirare, ma il suo cuore prese a palpitare come impazzito.
Era stato solo un istante, pochi secondi.

Quasi tremando, spari' lungo le scale.

***

Le prime note di una canzone triste si diffusero ovattate nell'aria.
Kagome si irrigidi'.
No. Non quella canzone, vi prego...
Non quella che sognava di ballare con lui da un'intera settimana...
Non ora.
Senti' ogni traccia di rabbia dissolversi dal suo animo ed una struggente nostalgia dilago' nel suo cuore.
Non era una canzone romantica, eppure le aveva sempre parlato di lui. Dannata, vecchia canzone metal, malinconica e determinata proprio come l'essere che aveva stregato il suo cuore.

Cielo, dov'era, adesso, lui?

Di nuovo il suo profumo maschile giunse alle sue narici.
Di nuovo le parve che lui la osservasse dalla soglia.
Illusioni: stavolta non si sarebbe voltata.
Non voleva scottarsi di nuovo.

Un brivido gelato lungo la schiena.
Un crampo riovente allo stomaco.
Chiuse gli occhi.

-Kagome...-

La voce di lui.
Un sussurro che arresto' i battiti del suo cuore.
Sbarro' gli occhi e si senti' attirare dolcemente all'indietro.
Le dita artigliate di lui sulle sue spalle delicate.
Il suo petto caldo contro la sua fragile schiena.
L'odore di lui che l'avvolgeva.
Quel viso abbandonato fra il suo collo e la spalla, tanto vicino che percepiva ogni caldo atto dei suoi respiri.
E quel cuore che batteva forte, all'unisono col suo...

Kagome sollevo' una mano e la poso' su quella di lui, tremante.

-Portami via- la supplico' il ragazzo all'orecchio, con gli occhi serrati.

Quanta disperazione in quel sussurro.
Non era da lui mostrarsi cosi' vulnerabile...
Cielo, cosa gli aveva fatto?
Come le era saltato in mente di trascinarlo li'? Sapeva bene che per lui sarebbe stato orribile.
Tutto per un suo insulso capriccio...

-Perdonami, InuYasha- disse voltandosi ed abbracciandolo forte forte.

-Ssshht...- la zitti' lui stringendola per le spalle ed attirando la sua testa al proprio petto: -Sssh, sshh... Non dire nulla, ti prego- sussurro' carezzandole la nuca.

Lei annui' e si abbandono' fra le sue braccia con gli occhi chiusi.
Persa nel suo respiro, stordita dal suo profumo, annegata nel suo calore.

Lui la cullo' e, quasi inconsciamente, inizio' a muoversi con lei a ritmo di quella melodia stregata.
Dannata canzone che, cosi' come Kagome, sembrava possedere il potere di mettere a nudo il suo cuore.
E la tempesta che la musica ridestava nel suo animo si placava a contatto con lei.
Gli sembrava di perdere il contatto con la realta': solo il suo cuore impazzito ed il tepore di lei...

Ballava.
TSK! Non aveva mai ballato in vita sua!
Ballare era una sciocchezza.
Ma adesso era bello lasciarsi andare fra le onde della musica stretto a lei, nella complice penombra discreta di quel luogo.
Guidava i passi leggeri ed incerti della ragazza, seguendo quelle note che palpitavano all'unisono col suo cuore...

Never opened myself this way...

Di fronte a nessuno avrebbe mai tollerato di mostrarsi vulnerabile e bisognoso, ma con lei era diverso. Non le aveva mai parlato apertamente di se', ma sentiva che lei sapeva leggere il suo vero io al di sotto di qualsiasi suo ostentato atteggiamento...

...Life is our, we live it our way...

E per quante volte lo avesse schiantato al suolo quando non si comportava gentilmente, non aveva mai cercato di cambiarne la natura profonda: gli stava accanto, senza pretendere nulla...

...all these words I don't just say...

Lui non sapeva raccontarsi. E neppure osava. Eppure, senza parole, quante volte i suoi occhi avevano dialogato con quelli di lei?
Si sentiva cosi' nudo, talvolta...

...and nothing else matters...

E tutto, tranne la dolce maĺa che la ragazza esercitava sul suo cuore, pareva perdere importanza.

Trust I seek, and I find in you...

Per un'intera vita non si era mai fidato di nessuno. Per un'intera vita non aveva fatto altro che odiare la sua stessa esistenza...
Poi, il suo sorriso.

...every day for us something new...

Ora la vita non era piu' crudele. Ora, per la prima volta, non era piu' solo. Un tempo lottava per sopravvivere con rabbia ed amarezza. Un tempo cercava di non crepare solo per ripicca contro tutti coloro che sostenevano che un bastardo mezzosangue non sarebbe mai dovuto venire al mondo...

...open mind for a different wiew...

Ora voleva vivere. E non solo per portare a termine la sua vendetta. Ora voleva vivere semplicemente perche' si sentiva vivo. Ora voleva imparare a sognare.
E nei suoi sogni c'erano gli occhi sorridenti di quella ragazzina.
La rabbia, il dolore e l'amarezza probabilmente non avrebbero mai abbandonato le pieghe recondite del suo cuore, ma adesso aveva lei...

...No, nothing else matters...

E tutto il resto non contava nulla.

(Lyrics from "Nothing else matters", by Metallica - (1))

Piano piano la musica sfumo'. Ma l'aria era ancora carica della sua magia.
La coppia smise di volteggiare, ma nessuno dei due allento' l'abbraccio.
Lei con gli occhi chiusi ed il capo abbandonato sul suo petto.
Lui che le cingeva le spalle e le passava una mano fra i capelli, lo sguardo cieco fisso oltre le pareti.
Avvolti dall'odore del caffe'.
Rumori attutiti giungevano nella stanza: giu' i giovani erano in fermento, ma per loro il tempo sembrava immobile.

InuYasha lascio' correre una mano sulla guancia della ragazza e, dolcemente, le sollevo' il volto portandolo vicino al suo.
Un lieve tremore della sua bocca.
Il suo alito tiepido.
Quegli occhi liquidi che si specchiavano nei suoi.
Le sfioro' di nuovo le guance: si stupi' nel vedere le sue stesse mani intente ad accarezzare la ragazza: le sue mani erano un'arma, un'arma affilatissima e letale.
Fin da quando era bambino con quelle mani aveva sempre e solo ammazzato.
Ora con quelle stesse mani stava compiendo un gesto d'affetto.
Tremo'.
Sarebbe bastata una piccola distrazione ed avrebbe potuto ferirla...
No, non voleva farle del male: percepiva i brividi di piacere che il suo tocco gentile faceva nascere in lei.
Le sue mani assassine potevano amare.
Le dischiuse le labbra con il pollice.
Dio, quelle labbra! Quanto si sentiva bruciare al pensiero di assaporarle...

Ma non era tempo.
Non doveva.
Non poteva legare a se' un altra donna.
Sua madre, poi Kikyo... entrambe erano morte perche' erano legate a lui.
Forse un giorno, se avesse sconfitto Naraku...
Forse allora avrebbe potuto tenerla con se', farla sua.
Forse...

Lei mosse impercettibilmente la bocca, inumidendo appena il suo polpastrello artigliato con quelle labbra tiepide.
Fu il fuoco.
Un brivido di piacere percorse ogni fibra del suo corpo semidemoniaco.
Sbarro' gli occhi, ed un gemito quasi involontario nacque nella sua gola.
Il piacere era una sensazione del tutto nuova per il suo povero corpo martoriato, che non aveva conosciuto altro che battaglie. Un vortice mai sperimentato, fortemente destabilizzante.
Un vortice che chiedeva di non essere arginato...

No!...
Non doveva!...
Non poteva...
...pero' lo voleva...
Dio, quanto lo voleva in quel momento!

Le afferro' il volto con entrambe le mani, svelto, deciso, e lo sollevo' con dolce violenza verso le sue stesse labbra.
Kagome tremava, all'unisono col suo cuore impazzito.
Senti' le labbra calde di lui indugiare sulla sua guancia, per poi scivolare umide e voluttuose a sfiorarle appena l'angolo della bocca.
Un fiotto caldo nella sua femminilita'.
Dischiuse un poco le labbra per catturare quelle di lui in un piccolo, timido e morbido morso.

Un sospiro soffocato.

Lui l'afferro' per la nuca, bramando d'approfondire quel contatto appena abbozzato.
Era stanco di dominarsi.
L'indomani avrebbe avuto dei rimpianti, ma ora voleva impazzire...

-Kagome!! InuYasha!! Ecco dove vi eravate imboscati!!!-

Il gelo. (FIUUUUUU...)
(Si', l'autrice e' veramente bastarda! XD - NdA)

Eri, Yuka ed Ayumi li fissvano con sguardo indagatore dalla soglia.
InuYasha e Kagome erano pietrificati al punto tale da non riuscire ad allontanarsi com'erano soliti fare in situazioni simili.

-Insomma, Kagome! Da te non ce lo saremmo mai aspettate: adesso che c'e' il karaoke, tu sparisci per tubare col tuo lui?!- la rimbrotto' Yuka maliziosa.

-Non e' proprio bello da parte tua: con tutte le occasioni che avrete per sbaciucchiarvi, dovevi proprio imboscarti nella mia cucina??- rincaro' la dose Eri, rimproverandola impietosa.

-Co..Co.. Chi..Chi... MA QUALI OCCASIONI?!?!?- sbotto' la povera Kagome, ormai fuori di se'. Dio, sognava di baciare InuYasha da una vita, ed adesso che c'era quasi...
"GRRRRRRR.... Io le strozzo! Le ammazzo! Le purifico con una freccia sacra! Levatemele dalla vista o faccio una strageeeee!!!!"
Era confusa, delusa. Tremava.
-Ma tu cosa cavolo vuoi saperne?!! Noi...- invei' Kagome.

Ma senti' la mano calda del ragazzo posarsi sulla sua spalla e, a quel contatto, la sua furia si placo'.

-Ssssht...- fece lui senza alzare lo sguardo. -Ssssht. Basta, ora- le sussurro' piano, ma con una determinazione inamovibile.

Lei lo fisso', ma il mezzodemone evito' i suoi occhi, celando i propri con la sua frangia ribelle.
Lui stava male.
Il sangue in subbuglio, il volto avvampato, il cuore a mille.
Vergogna.
Per se stesso e per la sua debolezza, che lo portava ad avvicinarsi a lei.
Non era riuscito a dominarsi, e questo gli bruciava.
Il brusco ritorno alla realta' lo aveva lasciato scosso: si sentiva galleggiare.
Ma non voleva discutere, non ora.
Avrebbe voluto fuggire da quel luogo, da lei e da se stesso, ma era come paralizzato, tanto che non provo' neppure ad opporre resistenza quando le tre vispe ragazzine, ignare di tutto, lo trascinarono di nuovo giu', nell'odiata taverna, insieme ad una Kagome completamente stordita.

Eri si precipito' al microfono ed annuncio' festosa l'inizio del karaoke, con grande giubilo dei suoi invitati, o meglio delle sue invitate, dato che la componente maschile era decisamente scazzata all'idea.
Kagome era li', con la mente completamente ottenebrata, che ascoltava ovattata quella musica assurda come se giungesse da un altro pianeta.
Poi di colpo si riscosse: aveva avvertito distintamente il suo nome e quello di InuYasha pronunciati a voce squillante nel microfono.
Ci mise un po' a capire che Eri aveva deciso che i prossimi a cantare avrebbero dovuto essere loro.
Sbianco'.
Sbircio' di sottecchi InuYasha, ma lui continuava a fissarsi insistentemente la punta delle scarpe.

Yuka ed Ayumi li sospinsero verso il microfono, ed il ragazzo le lascio' fare: era completamente passivo.
Kagome non sapeva cosa pensare: non l'aveva mai visto cosi'.

Eri si rivolse dapprima a Kagome:

-Allora, cosa ci cantate?- chiese gioiosa.

-M..ma veramente noi... non...- nicchio' titubante.

Perche' lui non la guardava? Non sapeva come muoversi senza l'approvazione dei suoi occhi...

-Che noiosa che sei!! Se non ce lo dici tu, vorra dire che scegliera' lui! Allora, InuYasha, con che canzone ti vuoi cimentare?-

Con un gesto tanto fulmineo quanto inatteso, il mezzodemone afferro' rudemente Eri per un braccio e sollevo' irato lo sguardo verso di lei:

-Stammi a sentire, stupida ragazzina- le ringhio' contro con voce nitida e profonda: -Credi veramente di potermi spingere a fare una cosa tanto idiota?!-

La giovane non fu in grado di controbattere, colta alla sprovvista da quella reazione repentina, e si spavento' sentendo la sua stretta ferrea al braccio.
Kagome, sospettando che ormai la pazienza del ragazzo-cane fosse del tutto esaurita e che egli stesse per perdere definitivamente il controllo, intervenne nel tentativo di calmarlo:

-InuYasha, che fai?- lo rimprovero' strattonandolo per una manica: -E' solo un innocuo passatem...-

Ma non riusci' a finire la frase. Lui si volto' di scatto fulminandola con uno sguardo di brace: i suoi occhi parevano due tizzoni ardenti.
La ragazza si rese d'improvviso conto di avergli chiesto troppo: era stata una stupida a trascinarlo a quella festa.
In fondo lui... era... una bestia selvatica.

Ma, proprio in quel momento, dalla folla degli invitati si levo' sonoro un boato d'entusiasmo: i ragazzi urlavano, fischiavano ed applaudivano.
Eri, Kagoome ed InuYasha, dall'alto del piccolo palcoscenico sul quale si trovavano, fissarono starniti quel pubblico festante.

-Vai cosi', InuYasha!!! Falle vedere CHI SIAMO NOI MASCHI!!!!-

-Giusto! Basta con 'ste cretinate mielose!!! MOVIMENTIAMOLA NOI 'STA FESTA!!!-

-Altro che karaoke! TUTTI FUORI A GIOCARE A CALCIO!!!-

-SSSIIIIIIIIIII'!!! Partitone al buio! MASCHI CONTRO FEMMINE!-

-Vi stracceremo! Dov'e' il pallone?...-

I ragazzi, carichi di adrenalina, rapirono letteralmente InuYasha, ignaro paladino dei loro diritti calpestati, e lo portarono in trionfo fuori nel cortile.
Kagome, incredula, se lo vide portar via da quegli scalmanati che continuavano ad acclamarlo a gran voce:

"Et voila'! Da tappezzeria ad eroe difensore dei diritti maschili in meno di un'ora. Ma bravo, InuYasha..." penso' fra se', con un misto di amarezza ed ammirazione nel cuore. Era inutile negarlo: per quanto "malmostoso"(2), il mezzodemone possedeva un carisma innato, anche se egli stesso non se ne rendeva conto.

Infatti, manco a dirlo, non gli era per niente chiaro perche' quelli lo avessero condotto in giardino, ma ormai aveva rinunciato a capire la gente dell'epoca di Kagome.

-Tu sarai il nostro capitano!- si complimentarono battendogli pacche amichevoli sulle spalle, che lasciarono il mezzodemone a dir poco sconcertato. Mai, infatti, degli umani lo avevano trattato con tanto calore.

-Di' un po', in che ruolo preferisci giocare? Difensore, centrocampista o attaccante?-

Per quanto non avesse afferrato bene la domanda, la risposta gli parve piu' che ovvia:

-Attacc...-

-PORTIERE!- intervenne alacre Kagome sbucando d'improvviso alle sue spalle: -Mettetelo in porta, ragazzi, non ve ne pentirete!-

-D'accordo, Higurashi, aggiudicato!-

-Prestatemelo solo un momento, ragazzi: ve lo rendero' subito...- continuo' Kagome trascinandolo in disparte.

-Ma che e' 'sto portiere?! Io volevo attaccare...- si lamento' lui sottovoce.

-Baka! Non conosci le regole del gioco e non ho certo il tempo di spiegartele ora. Adesso andrai a piazzarti fra quei due pali laggiu', e dovrai semplicemente prendere al volo qualsiasi pallone noi ragazze tenteremo di farci passare attraverso. Chiaro?- soggiunse lei.

-E cosa me ne faccio?-

-Lo rilanci ad un ragazzo qualunque. Ah, ehm... cerca di trattenere la tua forza: non devi trapassare nessuno, con quella palla.-

-Uhmm...- mugugno' lui reclinando il capo mentre la fissava.

-Vai, ora.- gli sorrise Kagome: -Sarai il miglior portiere della storia!-

-Umpf, che assurdita'- bofonchio' lui avviandosi alla sua postazione immusonito. Non amava la palla: era legata a mesti ricordi...

Fu una partita epica: le ragazze avevano raccolto la sfida ed erano piu' agguerrite che mai; purtroppo, pero', nonostante avessero dalla loro una leggera superiorita' numerica, gli abitini eleganti che indossavano non giocavano certo a loro favore; eppure combatterono con piglio ed onore fino all'ultima palla (E' proprio il caso di dirlo: infatti la partita fu interrotta al settantatreesimo minuto per causa di forza maggiore, dato che anche il quinto ed ultimo pallone posseduto da Eri era scoppiato fra gli artigli di InuYasha).
La porta sorvegliata dal mezzodemone era stata piu' blindata di una cassaforte. Anzi, il nostro eroe, una volta capito come funzionava il gioco, aveva pure segnato un paio di goal senza muoversi dalla sua postazione.
Nell'altra porta anche Yuka si era fatta onore, riuscendo a parare ben cinque palle molto difficili tuffandosi come un vero portiere professionista, alla faccia della minigonna e delle scarpine coi tacchi. Ma purtroppo per la sua squadra era una semplice umana, cosi' i maschi segnarono a ripetizione.

Quattordici a zero.
Fu un trionfo.
Coperti di gloria (e di fango), i ragazzi fecero qualche giro di campo portando in trionfo il loro mitico portiere, poi si catapultarono tutti in taverna per scolarsi le meritate birre della vittoria. E fra una birra e l'altra non facevano che rievocare le loro mitiche gesta di quell'epica partita.
Nonostante la sconfitta schiacciante, anche le ragazze in realta' si erano divertite un mondo ed ora non facevano che ridere come matte mentre tentavano con mezzi di fortuna di ridare un senso alle loro acconciature e ai loro capi di vestiario.

L'allegria di quella compagnia era tale che pareva palpabile.
Il fratello di Eri osservava tutti dalla sua postazione al mixer:
"TSK! Ragazzini!!" penso' dapprima, come a volerli deridere.
Poi avverti' una sorta di nostalgia... Da quanto lui non si divertiva cosi', ad una festa?
Per lui ed i suoi coetanei, ormai, le feste erano pure occasioni per bere e cuccare, ed il piu' delle volte tornava a casa talmente sbronzo da non ricordarsi nemmeno come fosse arrivato nel suo letto.. Gli era sempre sembrato il massimo, ma in quel momento, osservando quel branco di quindicenni al settimo cielo per una semplice partita di calcio, ebbe nitida l'impressione di aver perduto qualcosa di molto importante.


(1)Per chi non e' ferratissimo in inglese, questa e' la traduzione letterale della canzone: (premesso che anch'io, in inglese, son sempre stata una frana)
Mai aprii me stesso in tal modo...
La vita e' nostra, viviamola a nostro modo...
Non ho mai pronunciato tutte queste parole...
e nient'altro ha importaza.
Cerco affidabilita', e la trovo in te...
Ogni giorno, per noi, qualcosa di nuovo...
Apristi i miei occhi su orizzonti diversi...
No, nient'altro conta.

(2)"Malmostoso" e' un termine dialettale milanese che indica una persona musona, brontolona e che risponde sempre in malomodo. Calzatissimo sul personaggio, direi...XD


Ragazzi, che settimana del cavolo che ho avuto!!! Menomale che ci sono i vostri commenti entusiasti a tirarmi un po' su!
Questa volta il capitolo era piu' dolce che comico, spero lo abbiate apprezzato comunque (quando l'ho scritto avevo la vena romantica!! XD).
Per rispondere ad un vostro commento in particolare, devo dire che e' vero, ho usato IY come "osservatore" delle contraddizioni del nostro tempo e della nostra societa', per metterla un po' a nudo. Ci tenevo comunque a dire che non c'e "cattiveria" in questa mia critica alla societa': in fondo a me il nostro mondo non dispiace affatto, anche se e' ben lungi dall'essere perfetto. L'importante e' saperne riconoscere con lucidita' pregi e difetti, e non farsi trascinare dal suo delirio.
Grazie anche a tutti coloro che hanno apprezzato il finale dell'altro mio racconto, nonostante fosse profondamente malinconico.
A sabato prossimo, ragazzi miei :)

  
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