Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: solandia    16/06/2007    11 recensioni
Trascinereste mai un bellicoso mezzodemone dell'epoca Sengoku alla festa di compleanno della vostra migliore amica, con l'intento di spacciarlo per un normalissimo essere umano?...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Delirio di una Notte di Mezza Estate

Delirio di una Notte di Mezza Estate

Ovvero: La festa di compleanno di Eri

Capitolo 7: LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO - parte prima

Kagome non credeva ai suoi occhi: InuYasha era la', tra tutti quei ragazzi che ridevano e scherzavano, e pareva essere perfettamente a suo agio. Non che lui ridesse, beninteso, ma sembrava piacevolmente inserito nell'entusiasmante conversazione.
Per un attimo si senti' fiera di averlo condotto li'.
Poi, come una sassata, le parole proferite con rabbia ed amarezza dal mezzodemone prima di uscire di casa le rimbombarono nella testa:

"Io non sono nemmeno un essere umano! Credi davvero che un abito possa cambiare la realta' delle cose?!"

Avverti' come una pugnalalta al cuore.
Si volto' verso il muro, dando le spalle a tutti.
Senti' la sua fronte imperlinarsi di sudore: aveva paura?
Paura di questa verita'?
Assurdo: la natura di InuYasha non era mai stata un problema per lei...
O forse, in realta', semplicemente aveva sempre rifiutato di pensarci davvero?
A conti fatti, lei lo trattava come se fosse umano, e da uomo pretendeva che lui si comportasse.
Ma era giusto trattre come umano chi non lo era, o era una subdola violenza nei suoi confronti?
In verita', cos'era lui?
Viaggiare accanto ad un mezzosangue non le aveva mai creato problemi. Ma amarlo? Era tutto cosi' semplice?
Poteva amare come avrebbe amato un comune ragazzo quell'essere, la cui natura era per meta' quella di una bestia demoniaca?
Avrebbe potuto vivere con lui, essere la sua compagna?
Cos'era la compagna di un mezzodemone?
E cosa, cosa mai sarebbero stati i suoi figli? Cosa mai avrebbe partorito?

-Andiamo, Kagome?-

La voce calda di lui, cosi' inaspettatamente vicina, la fece trasalire. Si volto' di scatto, appoggiandosi al muro per non perdere l'eqilibrio, e lo fisso' coi suoi profondi occhioni smarriti.

-Che ti prende?- domando' il ragazzo notando il suo turbamento.

-N..niente...- si schermi' lei arrossendo e distogliendo lo sguardo.

Cielo, stava pensando di dare dei figli ad InuYasha... Era forse impazzita?!

-A chi credi di darla a bere?- sbotto' lui con aria saccente, afferrando una sedia che era li' a tiro: -Sembra che tu non regga il mio sguardo e non e' da te- continuo' sedendosi al contrario e posando i gomiti sullo schienale della sedia.

-Neppure un commento del genere e' da te- ribatte' Kagome risolvendosi infine a guardarlo.

Seduto a gambe larghe su quella seggiola, con le braccia incrociate sullo schienale, il colletto della polo slacciato sotto il quale si intravedevano i grani scuri del rosario ed una bottiglia semi-vuota di birra fra le dita, aveva l'aria di un fottuto delinquente.
Cribbio, era dannatamente affascinante...

Che importanza aveva cos'era, in fondo?
Lei voleva bene ad InuYasha, ed avrebbe imparato ad amarlo come meritava, per quanto lunga ancora fosse la strada da percorrere in merito.

Lui la stava fissando interrogativo, con quei suoi dannati occhi d'ambra che sembravano scavarle nell'anima.
Kagome rilasso' i tratti del viso.

-Di', non starai bevendo troppo? Quella e' la terza birra...- osservo' infine nel tentativo di sviare la conversazione.

-TSK! E' la quarta, invece. Non c'e' rimasto nient'altro da buttare nel mio stomaco vuoto, quindi non rompere.-

-Quattro birre a digiuno?! Ma non ci sei assolutamente abituato, non ti reggerai in piedi!-

-Stammi a sentire, tengo a bada il mio sangue demoniaco, vuoi che non riesca a controllare un po' di spirito del sake' in circolo nelle mie vene?! E poi con qualcosa dovevo pur riempirmela, la pancia!-

-D'accordo, allora andiamo a casa, cosi' appurero' di persona se riesci a camminare senza barcollare!-

Il ragazzo si alzo' lesto e, con aria di sfida, si scolo' cio' che restava della birra abbandonando poi la bottiglia sulla sedia, indi si avvio' come se nulla fosse verso le scale.
Effettivamente non sbandava affatto.

-Pero'...- puntualizzo' lui senza voltarsi a guardarla in viso -Voglio che mi spieghi cosa diavolo avevi poco fa.-

-Ah-ah! L'alcol non ti fa perdere l'equilibrio ma ti rende loquace, direi- lo canzono' Kagome, profondamente felice di scoprirlo propenso al dialogo.

Sotto il berretto le orecchie canine di lui si scossero: beccato in pieno. Era vero: aveva voglia di parlare, ma non gliel'avrebbe data vinta.

-Umpf... che sciocchezza! Tieniti pure i tuoi segreti- bofonchio' imbronciato affrettando il passo.

Ma qualcuno li richiamo': Yuka ed Ayumi si fecero loro incontro concitate:

-Andate via?- chiese Yuka: -Non e' che potreste accompagnarci a casa, dato che siamo di strada?-

-Vi prego, cosi' evito di telefonare a mio padre a quest'ora...- incalzo' Ayumi con occhi speranzosi.

-Accompagnarvi?!- sbotto' inuYasha scocciato: -Perche', non ce le avete le gambe per andarci da sole?!-

Fu stroncato dall'ennesima gomitata di Kagome (sempre sul fianco destro, tra l'altro:l'ematoma ormai era bello pronunciato...).
In realta', poverino, era convinto di doversele portare in spalla come faceva con tutti i malcapitati che Kagome gli faceva aiutare in Era Sengoku, ma, dato che nonostante tutta la boria ostentata poc'anzi aveva seri problemi a mantenersi dritto, l'idea non gli andava per niente.

-Certo che ce le abbiamo le gambe! Il fatto e' che la notte la' fuori pullula di malintenzionati!- puntualizzo' Yuka risentita.

-Ma con uno forte ed agile come te a farci da scorta non ci capiterebbe nulla di male (BRILL-BRILL)- sviolino' Ayumi profondendosi in occhiate sognanti.

-D'accordo ragazze- le accontento' Kagome: -Preperatevi ché andiamo.-

InuYasha la squadro' con un misto di rabbia e disperazione: maledizione, avrebbe dovuto sopportare quelle due oche per un'altra mezz'ora buona.
Sarebbe impazzito...

***

Camminavano per la strada ormai da una decina di minuti. Le cose non stavano andando poi tanto male: le tre ragazze parlottavano allegramente fra loro ignorando bellamente il mezzodemone, che le seguiva in silenzio, qualche passo indietro.
Il loro cicaleccio giungeva ovattato alle sue orecchie, quasi provenisse da un altro mondo. Sentiva il suo corpo stranamente pesante, goffo ed intorpidito, mentre la mente pareva essere iperattiva: mille immagini vi si affollavano e scomparivano in un turbinio apparentemente scomposto di colori, che seguivano in realta' il flusso cosciente e coerente dei suoi pensieri.
L'attenzione concentrata sui propri movimenti, lo sguardo vitreo perso a cercare le stelle offuscate di quel cielo cittadino ed il suo animo completamente dischiuso: da tanto tempo non frugava dentro di se' con tanta schiettezza.
Potere dell'alcool, dell'ipoglicemìa, o forse solo dell'ambiente nuovo in cui era stato catapultato.

D'un tratto la voce squillante di Ayumi lo riporto' alla realta':

-Siamo quasi arrivati, InuYasha: il quartiere dove abitiamo e' al di la' di questo parco-giochi.-

Finalmente una buona notizia!
Ma qualcosa non quadrava...

-Scusa, se e' al di la', perche' non lo attraversiamo?- domando' il mezzodemone notando che le ragazze continuavano a procedere lungo il muro di cinta dei giardini, anziche' svoltare nel vialetto che li percorreva sbucando direttamente nel quartiere di Yuka ed Ayumi.

-SCHERZI?!? E' un posto assolutamente malfamato di notte! Pare sia il covo di una banda di spacciatori.-

-'Sti spacciatori sono esseri umani?- si informo' lui candidamente.

-E cos'altro vorresti che fossero?!?- si stupi' Yuka.

-Bene, allora passiamo per di qua- annuncio' perentorio addentrandosi nel parco-giochi.

-Sei fuori di testa?!?- sbottarono all'unisono Yuka ed Ayumi, terrorizzate.

-Niente affatto: sono semplicemente stanco morto. E questa e' la strada piu' breve, quindi muovetevi.-

-Ka..Kagome, fallo ragionare tu, te ne prego!- supplicarono tremanti le poverine.

-Farlo ragionare? Pura utopia! Non ci resta che seguirlo...-

E cosi', tenendosi strette a Kagome, le sventurate si avventurarono esitanti dietro al ragazzo-cane.

-Kagome! Falle camminare piu' alla svelta, sembrano due lumache!!!- insistette InuYasha, ma alle povere fanciulle tremavano troppo le gambe.

-Abbiamo una paura marcia!- gli grido' contro Yuka, alla quale, nonostante tutto, la parola non mancava mai.

-E di che? Non ci sono che una quindicina di uomini nei dintorni.-

-QUINDICI?!?- sbianco' Ayumi -E tu come lo sai?!-

-Non ha alcuna importanza: tra poco potrai vederli da te.-

Tempo pochi secondi, infatti, ed alcuni loschi figuri emersero dall'ombra accerchiando minacciosi il nostro epico gruppetto.

-Ve lo dico una volta sola- esordi' subito InuYasha, senza mezzi termini: -levatevi dal mio cammino che per stasera ne ho gia' avuto abbastanza.-

-Scherzi, pivello? Sei tu che hai invaso il nostro territorio! Non penserai mica di poterci dare degli ordini, vero? Qui comandiamo noi, quindi ora, volente o nolente, ci lascerai le tue donnine. Non preoccuparti: sapremo soddisfarle come si deve.-

Yuka ed Ayumi, sentendosi mancare, si strinsero a Kagome, che ostentava invece una inspiegabile indifferenza.
In risposta al suo interlocutore, InuYasha si limito' ad alzare impercettibilmente un sopracciglio:

-Queste donne non mi appartengono, cosi' come non appartengono a voi. Quindi non ci farete proprio un bel niente- concluse quasi atono.

-Ah si'? E chi ce lo impedira'? TU, per caso??- chiese uno, beffardo.

-KAGOME!- tuono' lui con un grido improvviso: -NON FARLE GUARDARE!!!-

La ragazzina, sveltissima, fece accucciare le amiche nascondendo i loro volti sul suo petto, mentre il mezzodemone partiva alla carica come una furia.
Aveva accumulato tanta di quella tensione in quella serata ed aveva tanta di quell'adrenalina in corpo che non gli sarebbe bastata una legione di cento demoni per sfogarsi come si deve; invece doveva accontentarsi di una quindicina di insulsi farabutti umani.
Non poteva nemmeno ammazzarli, tra l'altro... Pero' questi non erano amici di Kagome, quindi non era tenuto ad andarci coi guanti.
Evito' di colpirli con gli artigli, per non infierire loro ferite profonde, ma calci, pugni e gomitate volarono nell'aria senza alcun riguardo. Senti' parecchie ossa frantumarsi sotto i suoi colpi, ed un bel paio di volti finire coi connotati maciullati fra le sue mani.
I pochi teppisti indenni, terrorizzati, si diedero ben presto alla fuga, trascinando via alla meno-peggio i compagni infortunati.

InuYasha resto' li', al centro del vialetto, sudato ed ansante, con un felino ghigno di soddisfazione dipinto in volto.
Si', ora si sentiva veramente bene.
Adesso era di nuovo padrone del suo corpo.

Ecco... Anche questo era parte di lui.
Questa era la sua meta' demoniaca.
Nulla lo attirava quanto l'aria di battaglia.
Nulla gli permetteva di esprimersi come un combattimento.
Ne aveva un innato bisogno, imperioso tanto quanto la sua disperata sete d'amore.
Quella belva sanguinaria che si scatenava in lui durante la trasformazione non gli era poi cosi' estranea...
In fondo la conosceva bene, poiche' era una parte integrante del suo essere.
E, come la sete d'amore, era una parte del suo spirito che cercava ogni volta di celare a coloro che lo circondavano, ma soprattutto a se' stesso.

Amore e guerra.
Tenerzza e ferocia.
Pieta' e freddezza.
Timidezza e passione.
Natura umana e forza demoniaca.
Estremi, opposti.
Ma in un mezzodemone gli opposti convivono, si armonizzano, coincidono.

Gia'.
Per questo un mezzodemone non puo' avere un posto: poiche' lega in se' cio' che chiunque vorrebbere scindere.
Come poteva un essere del genere amare qualcuno senza contaminarlo?
Eppure lui amava...
E il suo amore era puro, lo sentiva.
Se solo avesse avuto il coraggio di lascaiarlo libero di esprimersi...

Viveva a suo modo, libero, selvaggio e fiero.
Ma viveva appieno.
E per quanta sofferenza gli avesse causato la sua natura, in fondo al cuore era orgoglioso di essere cio' che era, e fiero della persona che era diventato.
Eppure, di fronte a chiunque altro, si vergognava di mostrare il suo bisogno d'affetto, cosi' come lo imbarazzava ammettere di cercare la violenza.
Agli occhi di un'altra persona questi suoi istinti non potevano che apparire debolezze, e lui non voleva mostrarsi vulnerabile.
Per questo non aveva voluto che Yuka ed Ayumi lo guardassero.
Era contraddittorio?
Gia'...
Cos'altro poteva essere un mezzo bastardo?...

Le amiche di Kagome gli si fecero incontro gioiose, acclamandolo come un eroe, ma lui le ignoro' con grande freddezza: cos'avevano da ammirare tanto una bestia feroce?
Certo, loro non avevano visto.
Ma Kagome si'.
Kagome, cosi' solare, gentile e generosa con tutti...
Perche' continuava a restare accanto ad uno come lui? Sapeva bene cos'era...
Quella sera lo aveva visto cedere alle malìe dell'eros ed alla sua brama di violenza. Come poteva lui anche solo sperare ancora che lei non lo disprezzasse?

Si avvio' in silenzio fuori dai giardini.
Perso in questi pensieri, non proferi' parola quando Ayumi entro' in casa, ne' si degno' di salutare Yuka. Ma quel peperino, notando la sua mestizia, penso' bene di intervenire, a suo modo ovviamente, per restituirgli un po' di vita:

-Ehi, InuYasha, quando ti sarai stancato di quella bisbetica di Kagome, fammelo sapere che mi ci metto io con te!- gli grido' maliziosa facendo capolino dalla soglia di casa.

-YUKA!!!- sbotto' Kagome risentita.

Il ragazzo aggrotto' un sopracciglio e si volto' incuriosito verso la ragazzina: non si aspettava certo una simile proposta da una che aveva appena trattato con tanta fredda sufficienza.

- Ma che seccatura: oggi sei la quarta che me la mena con questa storia- ribatte': -E poi non vedo perche' dovrei stancarmi di Kagome...-

Al sentir pronunciare queste parole, la nostra graziosa morettina si illumino' di immenso:

-Con accanto una che cambia umore cosi' repentinamente, come si fa ad annoiarsi?!- prosegui' il mezzodemone con quieta nonchalance.

L'espressione angelica di Kagome si muto' in una maschera d'ira:

-Brutto balordo, come ti permetti?!- gli invei' contro inseguendolo nel tentativo di picchiarlo.

Ma il mezzodemone si diede lesto all fuga, sgusciando veloce verso l'angolo della strada, con Kagome sempre alle calcagna che lo insultava a raffica.
Yuka li guardo' sparire con soddisfazione: bene, aveva rimesso le cose a posto.
Certo, pero'... Che coppia, ragazzi!!


Kagome svolto' l'angolo e si fermo' di botto: InuYasha sembrava scomparso; non c'era traccia di lui sulla via. Ma dov'era finito?!

-Cosa diavolo fai li' impalata?- chiese la voce del ragazzo, proveniente dai suoi piedi.

Lei trasali'. Abbasso' lo sguardo e si rese conto che il mezzodemone era li', praticamente fra le sue gambe, seduto sul bordo del marciapiede.
E lei che lo cercava all'orizzonte!

-Co..cosa cavolo ci fai tu, qui seduto!!!- sbotto' scostandosi d'un passo, sbalordita.

-Mi tolgo questi strumenti di tortura- ribatte' lui trafficando con le stringhe delle scarpe: -Non ne posso piu'!-

-Non vorrai rincasare scalzo, spero...- cerco' di blandirlo Kagome accucciandosi accanto a lui.

-Certo che si'! Tanto a quest'ora non c'e' quasi nessuno in giro, quindi non rompere- replico' InuYasha balzando in piedi e buttandosi le scarpe sulla schiena, reggendole per le stringhe: -Andiamo, su!...-

Lei non riusci' a replicare, poiche' s'era d'un tratto resa conto che i piedi del ragazzo-cane erano pieni di vesciche:

-InuYasha, i tuoi piedi... Com'e' possibile?-

-Non ho mai calzato scarpe in vita mia- ammise egli con semplicita'.

-Si', ma... La tua pelle dovrebbe essere come cuoio!-

-Gia'...- si schermi' lui: -Ma anche il cuoio si lacera se sfregato eccessivamente. Comunque guariranno subito, lo sai bene, no?-

Kagome stette un istante ad osservare quelle piaghe arrossate, sentendosi profondamente in colpa.
Poi prese una decisa risoluzione: si tolse le scarpette e le infilo' rapida nella borsetta, poi si levo' in piedi e, sotto lo sguardo sconcertato di InuYasha, inizio' a sfilarsi le calze autoreggenti.

-Co..cosa ti prende Kagome? Sei impazzita?!- balbetto' lui, rosso come un peperone maturo.

La candida naturalezza con cui le affusolate manine di lei si muovevano sulle cosce, facendo lentamente scivolar via quei veli colorati, era dannatamente eccitante.
Il ragazzo degluti' e si senti' avvampare ancor di piu'.
Ma lei sollevo' verso di lui due occhioni infantili e gli sorrise con grande semplicita':

-Ecco fatto, sono pronta anch'io. Possiamo andare.-

-M..ma... Non vorrai venire a casa anche tu a piedi nudi?- replico' lui, cercando senza successo di scacciare l'immagine delle gambe della ragazza dal suo cervello.

-Esatto!- annuncio' lei con aria da saputella precedendolo sulla strada del ritorno.

Il mezzodemone resto' li' per un attimo impalato a guardarla, incapace di capire cosa le passasse per la testa, poi si risolvette a seguirla e le si affianco' in silenzio, divertendosi ad osservare i movimenti delle dita dei suoi piedi a contatto con il suolo.
Amava perdersi a contemplare le forme e le movenze della ragazza.

-Si puo' sapere perche' ti sei tolta le scarpe?-

-Perche' mi andava.-

-Ma non eri tu quella che predicava che "nessuno gira scalzo per le strade di Tokyo"?!-

-Ebbene, qualcuno dovra' pur cominciare...-

-Mah! Chi ti capisce e' bravo...-

Kagome si intristi' di colpo: lui non aveva capito.
Non parlava di se', rifuggiva da ogni occasione di conversazione, ed in piu' non riusciva neppure a comprendere il significato di gesti come quello.
Come avrebbe mai potuto, lei, comunicare con un tipo simile?
Le venne quasi da piangere, mentre il suo passo si fece esitante.

In quella la coppia imbocco' il vialetto del parco-giochi, ora deserto e tranquillo: si trattava di un acciottolato, e ben presto Kagome inizio' a zoppicare per il dolore che quei piccoli sassolini appuntiti le provocavano. Cerco' con tutta se stessa di non lamentarsi e di non darlo in alcun modo a vedere, ma improvvisamente si senti' sollevare da terra e si ritrovo' fra le braccia del ragazzo: al suo accompagnatore non erano sfuggite le impercettibili contrazioni del suo viso.

-Che fai? Lasciami giu'!-

Ma, incurante delle sue proteste, lui riprese silenzioso il cammino. Mosse qualche passo con lei addoso, poi, in capo a pochi secondi, stordito dal suo intenso profumo, perse d'un tratto tutto il self-control che gli aveva permesso di camminare diritto fino ad allora, ed inizio' a barcollare, mentre la vista andava annebbiandosi.
Le quattro birre a digiuno tornavano imperiose a farsi sentire, ed il mondo attorno a lui pareva vorticare come impazzito.

-InuYasha, cos'hai?- chiese lei sentendo i suoi passi stranamente insicuri.

Lui non rispose. Si fermo', chiuse gli occhi e degluti', reprimendo un conato di vomito.

-Inu...Yasha?-

Riapri' gli occhi sbattendo piu' volte le palpebre e trasse un profondo respiro, ritrovando finalmente l'equilibrio.
Ma capiva bene di non essere in grado di trasportare la ragazza.
Raccogliendo tutta la sua concentrazione raggiunse rapido delle altalene poco distanti e ve l'adagio' sopra con quanta piu' dolcezza gli riusci' (il risulatato fu comunque discretamente maldestro...), poi si accuccio' ai suoi piedi, tenendo lo sguardo rivolto al suolo. La nausea era ancora piuttosto forte, ma lentamente andava acquietandosi.

-Cosa ti prende, InuYasha, si puo' sapere?-

-Mi sa che sono davvero ubriaco- senti' che la sua voce rispondeva con un candore che mai avrebbe pensato di possedere in un simile frangente: stranamente non si sentiva in imbarazzo, era cosi' e basta.

-Sei ubriaco?! Io non direi proprio! Meno di dieci minuti fa stavi facendo a botte e colpivi quei disgraziati con la precisione di un orologio svizzero! Avevi pieno controllo del tuo corpo, direi...-

-TSK! Erano solo insulsi e LENTISSIMI umani e, per quanto Spirito del Sake' io abbia in corpo, resto pur sempre una mezza bestia demoniaca.-

-Cosa dici?!- esclamo' Kagome sconcertata.

Non l'aveva mai sentito parlare di se' in tali termini.
...Non che l'avesse sentito spesso parlare di se', in realta'.

-La verita'. Nient'altro che la cruda verita' sul mio essere.-

Si'. Doveva essere davvero ubriaco fradicio per parlare cosi'.
D'altronde, Kagome non ricordava di aver mai studiato nulla riguardo agli effetti dell'etanolo sui mezzidemoni.

-E' davvero questo che pensi di te stesso? E' cosi' che ti senti?- oso' chiedere timida, dopo qualche istante di imbarazzante silenzio.

-Non lo so. Questa E' effettivamente la mia natura- disse lui balzando d'improvviso in piedi sull'altalena li' accanto ed iniziando a dondolare con lo sguardo perso nel vuoto: -Ma cio' che io MI SENTO di essere e' semplicemente me stesso.
In fondo non ha molta importanza come veniamo al mondo: e' l'uso che facciamo del dono della Vita che ci qualifica come persone.-

"Urka!" penso' Kagome sbigottita: "Adesso si dà pure alla filosofia! Se bastano quattro birrette per tirargli fuori simili perle di saggezza, e' bene che mi ricordi di portargliele molto piu' spesso!!!"

La ragazza sorrise fra se', poi si volto' a guardarlo, restandone affascinata: col volto duro rivolto fiero avanti a se', dondolava piano, in piedi su quell'altalena che accompagnava cigolando i suoi respiri, ed i suoi capelli argentei ondeggiavano morbidi e leggeri nell'aria fresca della notte.
Cosi' vicino, eppure cosi' distante...
Sarebbe stata mai, lei, capace di raggiungerlo?
Sentendo il suo sguardo addosso, il ragazzo si volto', addolcendo impercettibilmente i tratti del viso in quello che poteva forse sembrare un mezzo sorriso:

-Rimettiti le scarpe, ora, su...- la esorto' dolcemente mentre fermava di colpo l'altalena, lasciandosi andare a sedere goffamente scomposto sul seggiolino (mettersi a dondolare in quelle condizioni non era stata affatto una buona idea, accidenti a lui che non era pratico di queste cose: adesso era piu' nauseato di prima).

-Non voglio!- si rifiuto' Kagome raggomitolandosi imbronciata sulla sua altalena.

-Non dire assurdita'! Conciato cosi' io non riesco certo a portarti in braccio.-

-Voglio venire a casa scalza, esattamente come te.-

-Ma perche' devi ostinarti a fare una cosa tanto idiota?!-

-Non e' affatto una cosa idiota!- sbotto' lei, fissandolo con occhi addolorati.

-E invece si', stupida. Guarda...- disse lui sollevando un piede in modo da piazzarglielo proprio di fronte al naso.

-Cosa fai?!?- si meraviglio' la ragazza, stupita da quel gesto cosi' inconsueto.

Il ragazzo le prese una manina e la poso' sulla pianta del suo piede:

-Lo vedi? Io ci ho camminato sopra per piu' di centocinquant'anni. Ormai sono talmente callosi da non avvertire piu' alcun fastidio... I tuoi piedi, invece, sono ancora vellutati come quelli di un bambino: non puoi pretendere di camminare sui sassi.-

-Ma io... Io ti ho costretto a portare le scarpe e a cambiarti d'abito e a star fra la gente pur sapendo che lo detesti... e tutto solo per un mio insulso capriccio. Adesso voglio essere io ad adeguarmi a te.-

-BAKA!- ribatte' deciso InuYasha: -Cosa vuoi che mi importi delle vesciche! La verita'...- esito' un attimo, mentre la sua voce si faceva greve ed insicura: -La verita' e' che mi ha fatto tanto piacere...- ammise infine, arrossendo.

-Ti ha fatto piacere mettere le scarpe?! Con tutte le vesciche che ci hai rimediato?!-

-Ma no, non parlo delle scarpe, stupida!- ribatte' lui distendendo le gambe, in modo che i piedi toccassero il suolo: -Mi ha fatto felice il fatto che tu... tu abbia tanto insistito perche' ti accompagnassi.-

Kagome lo fisso' esterrefatta:

-Ma se la festa e' stata praticamente un disastro! Devi aver vissuto un incubo.-

-Gia': e' stata una delle serate piu' agghiaccianti che io abbia mai trascorso- convenne il mezzodemone con aria quasi divertita: -Eppure... Eppure e' stata la prima volta in cui qualcuno mi ha voluto pienamente partecipe del suo mondo e della sua vita- concluse infine in un soffio, malcelando lo sguardo fra i suoi capelli.

Commossa e stupita da quelle parole, la ragazza resto' a fissarlo come ammutolita, riuscendo appena a balbettare impercettibilmente il suo nome.

-Kagome...- la richiamo' lui in un sospiro, volgendo gli occhi all'orizzonte: -Kagome, c'e' una cosa che desidero chiederti da tanto tempo...-

Continua...


Ve l'ho troncata sul piu' bello, vero?!?
Sento che mi state cristonando dietro in tutte lingue da voi conosciute.
Portate pazienza fino a domenica prossima (sabato ho un impegno, quindi non potro' aggiornare), quando verro' a deliziarvi con l'ultimo capitolo di questo delirio.
C'e' da dire che ho faticato molto a redigere questo finale: non e' stato facile tirare le fila di tutte le seghe mentali che i protagonisti si sono fatti durante tutti i passati capitoli, e soprattutto non e' stato facile farlo senza appesantire troppo la narrazione, dato che il racconto e' e voleva essere semplicemente una storia da ridere.
In realta' mi son lasciata un po' prendere la mano ed ho detto molto di piu', ma vabbe'...

Una cosa ci terrei a dire ai miei affezionati commentatori: non scusatevi se la vostre recensioni sono lunghe: IO ADORO LE RECENSIONI LUNGHE!!!! Mi fanno cosi' tanto piacere!! :)
Ciao a tutti, a domenica prossima.

  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: solandia