I CUSTODI DEGLI ANGELI
-Sei uno stronzo, egoista, bastardo...
Liv avrebbe potuto continuare all'infinito. Si fermò quando
la buttarono su un divano accanto a Lucia. Entrambi erano ancora coperte solo da
un lenzuolo.
-Non ci posso ancora credere! Sverginate! E minorenni!
Neanche promesse!...
-Smettila, Diego!- sbottò la rossa.
-Sapete che questo comporterà delle conseguenze?
-Seh, seh...
-Vedrete!
I due uscirono dalla stanza nervosi come non mai.
Le ragazze sospirarono.
-E adesso cosa ci faranno?
-Non ne ho idea. Ma allora tu e Takao...
Lucia si morse il labbro, guardando da un'altra parte.
-Ah-ah, finalmente ce l'hai fatta pure tu! Beh, come è
andata?
-Liv!
-Cosa? Non ti sto chiedendo una descrizione tipo fumetto
porno! Voglio sapere solo come ti è sembrato?
-Beh, a me mi è sembrato davvero bello...
-E lui è bravo?
-Liv!
-Ok, ok, farò a meno della risposta.
Altro sospiro.
-E adesso? Cosa facciamo?
-Non lo so...
La porta si aprì e rientrarono Ryan e Diego con due uomini al
seguito.
Le ragazze appoggiarono pesantemente la schiena allo
schienale del divano.
-Ma no! Un'altra volta gli imbecilli no!
-A chi avete detto imbecilli!- sbraitò Gideon infuriandosi
subito.
-Ehm... credo l'abbiano detto a noi- rispose Borkov con la
mano alzata come a chiedere il permesso di parlare.
-Zitto, idiota! Finalmente potremo vendicarci delle
umiliazioni subite quest'estate...
-...e del fatto che ti abbiamo quasi rovinato...- continuò
Lucia.
-...e che ti abbiamo fatto perdere la Borg- completò
Liv.
-E basta!- sbottarono i due con i pugni serrati e le vene
sulla fronte che pulsavano.
Ryan e Diego osservavano la scena piuttosto consternati: si
erano comportate così le loro sorelle durante il sequestro a Roma?
-Ehi!- esclamò all'improvviso Gideon dopo aver osservato le
due -perché tenete quei lenzuoli?
-Perché non abbiamo i vestiti, stupido!
L'uomo si avvicinò a Liv con gli occhi che brillavano e un
rivolo di bava alla bocca.
-Non è che nascondete qualche arma lì sotto? Meglio
controllare...
La ragazza, capite le sue intenzioni, lo stese con un
pugno.
-Ahio!- si lamentò lui a terra subito affiancato da Borkov
-certo che fai male...
-A chi lo dici- Ryan indicò il livido sullo zigomo.
-Sei un pervertito!- sbottò la mora -e tu- si rivolse al
fratello -adesso mi spieghi cosa speri di fare con questi due deficienti!
-Vuoi veramente che ti risponda?
Le due stavano fissando i fratelli con sguardi omicida,
quando la graticola del condotto dell'aria sul soffitto, dopo vari scossoni,
cadde a terra, seguita da Takao e Kei.
-Ancora voi!- sbraitarono Gideon e Borkov.
-Santo cielo!
Liv e Lucia invece corsero ad aiutarli, poiché erano caduti
abbastanza rovinosamente: non era stata l'entrata trionfale che speravano.
-Bene, rieccovi in mezzo ai piedi- commentò maligno Diego,
avanzando verso di loro -sapete, non avrei mai pensato che foste degli ossi così
duri.
-E ora che lo abbiamo constatato- continuò Ryan -possiamo
sistemare le cose una volta per tutte.
-Aha! Ora ce la pagherete!- esclamò trionfante Gideon dopo
essersi alzato per il pugno.
-Sì! Finalmente sarà compiuta vendetta!- lo
imitò Borkov.
-Se vi piace chiamarla così.
I due uomini si voltarono, uno alla sua destra e uno alla sua
sinistra, e si ritrovarono davanti le canne di due pistole.
-Noi troviamo più appropriata la parola 'giustizia'.
Allo schiocco di dita di Diego, dieci uomini irruppero nella
stanza e afferrarono i due criminali ancora immobili dalla sorpresa.
Ryan si parò davanti a loro.
-Gideon e Borkov, ai numerosi crimini meticolosamente
elencati nei vostri fascicoli si aggiungono sequestro di minori e, nel caso del
primo, molestie sessuali a una minorenne.
Liv trattenne Kei che stava per saltare addosso al
pervertito.
-Portateli subito al furgone blindato: c'è un elicottero per
l'Europa che li aspetta.
Tra varie urla e lamentele, i due criminali
vennero trascinati via.
Le due si piazzarono davanti ai fratelli.
-Stiamo aspettando una spiegazione.
Diego sospirò.
-Il capo voleva che li catturassimo a qualunque costo
entro nove giorni e questo ci è sembrato l'unico modo per fare tutto in
tempo.
-E dovevate proprio scarrozzarci per strada in lenzuolo?!-
sbottarono all'unisono.
-Non potevamo mica chiedervi di vestirvi prima di portarvi
via... un momento, eravate voi a non avere il pigiama perché...
Liv e Lucia cominciarono a cambiare espressione.
-Vi rendete conto che rischiate di rimanere incinte?
-Acc...- bisbigliò Takao, ricordandosi di non essersi
preoccupato delle precauzioni quella notte.
-Ma per quello non ci sono problemi, prendiamo già la
pillola...
Lucia si mise una mano sulla bocca.
-Ma brava- le sussurrò Liv prima di intraprendere l'ardua
spiegazione -sentite, a lei gliel'hanno prescritta la primavera scorsa per
disfunzioni ormonali e io ho cominciato a prenderla poco prima di...
Ryan la squadrò.
-Liv, non avevi cominciato a prenderla dopo tutta quella
storia della BEGA?
Lei annuì con esitazione.
-Quindi vuol dire che è da più di un anno e mezzo che tu e
Kei fate...
-Guarda che sesso non è una parolaccia.
Si beccò una sguardata.
-Insomma, che pretendevi, che morissi vergine? Guarda è una
cosa naturale... e poi lo so che la prima volta l'hai fatto a quattordici
anni!
Rimasero tutti a bocca aperta.
-Hai capito... e poi si lamentava di me!- fece Kei
guardandolo.
-Comunque- Lucia cambiò discorso -non cambia niente: noi
resteremo qui con loro- disse riferendosi ai blader.
-Ok, ok avete vinto- rispose Diego agitando le mani in segno
di resa -tanto ormai possiamo dire che si prendono abbastanza cura di voi,
giusto Ryan?
-Sì- ripeté Liv -giusto Ryan?
Il moro guardò prima lei, poi Kei, poi Diego.
-Giusto. Non vi daremo più fastidio.
-Bene. Ora ci potreste poratre a casa?
Arrivarono a casa delle ragazze e decisero che era il momento
di salutarsi.
-Ciao, Diego.
-Ciao Lucia- salì in macchina dopo averla baciata sulle
guance.
Ryan era ancora fuori con Liv di fronte.
-Non è stata molto confortante come rivelazione...ma ormai
non sei più una bambina.
-No, direi di no.
Kei osservava più in là la scena. Non sembravano ostili come
la sera prima. Ma neanche sembravano culo e camicia. Davano l'impressione di due
vecchi amici.
-Non ho mai pensato che tu e Carmen foste delle puttane. Ho
dovuto farti arrabbiare perché Gideon e Borkov ci stavano controllando e si
sarebbero insospettiti se fossimo stati gentili.
-Capisco. In fondo lo sapevo che non potevi pensarlo sul
serio.
-Bene. Ora che abbiamo chiarito questo punto, posso anche
andare- si sedette nell'auto.
-Non tornare troppo presto.
-E tu non farmi diventare zio troppo presto.
La ragazza rise.
-Ok. Ciao.
-Ciao.
Chiuso lo sportello partirono.
Le due ragazze si guardarono.
-E' ora di vestirsi.
-Direi di sì.
Arrivarono alla porta, ma si accorsero che Kei e Takao non
accennavano a muoversi.
-Venite: tra poco è mezzogiorno, vi prepariamo il
pranzo.
I due ragazzi accettarono di buon grado l'invito, dicendosi
che si meritavano un attimo di respiro dopo tutto quel caos.
E mentre Liv e Lucia cucinavano, pensarono a tutto quello che
era successo a causa loro e si chiesero se sarebbe durata.
Con tutto quello che era capitato, anche dopo aver compiuto
entrambi 'il grande passo' rimanevano dubbiosi. Ma tanto cosa potevano fare se
non aspettare e continuare a voler loro bene?
Qualche anno dopo...
-Uffa!
Quanti sportelletti aveva aperto? E ancora non aveva trovato
l'olio.
-Possibile che si disperda sempre tutto...ah, eccoti!
Lucia alzò trionfante la bottiglia dell'olio. Poi si
riscosse.
-Devo smetterla di parlare da sola mentre cucino.
Finalmente poté cominciare a preparare i piatti.
Sentì la porta aprirsi e un:
-Sono a casa. E' pronto? Sto morendo di fame...
Chi poteva mai pronunciare quelle parole?
-Certe volte penso che vieni a casa solo per mangiare- disse
lei mentre Takao entrava nella stanza.
-Tu pensi sempre male- l'abbracciò da dietro e la baciò sulla
guancia -dammi, ti aiuto a portarli a tavola.
-Ma come siamo gentili oggi- constatò passandogli i piatti
-hai qualcosa da farti perdonare?
-Un mucchio di cose, ma non il tradimento, se è questo che
pensi.
-Il tradimento non te lo perdonerei mai, quindi sarebbe
inutile aiutarmi a portare i piatti.
Entrarono in sala da pranzo, dove nonno Jei già era a tavola
pronto a mangiare. Si sedettero anche loro e cominciarono a mangiare.
Finito, Takao sparecchiò e Lucia lavò velocemente i
piatti.
-Noi usciamo.
-Va bene- acconsentì il nonno -ma non fate troppo
tardi.
-Sì.
Messe le giacche, uscirono e si diressero di corsa verso il
centro.
-Insomma, vuoi uscire o no?
Kei se ne stava appoggiato al muro del bagno con le braccia
conserte e lo sguardo rivolto alla doccia occupata.
-Sì, va bene.
Il getto d'acqua cessò e Liv alzò un braccio.
-Passami l'asciugamano.
-Non sarà la prima volta che ti vedo nuda.
-Ma sarà l'ultima se non mi passi un asciugamano! Su!
Il ragazzo glielo passò e finalmente la ragazza uscì dalla
doccia buttandosi all'indietro i capelli bagnati.
-Hai già mangiato?- gli chiese.
-Sì.
-Ok, allora sbrigati a fare la doccia che dobbiamo essere lì
tra quaranta minuti.
Liv si diresse verso la porta, ma venne trattenuta dal
ragazzo che le cinse la vita attirandola a sé.
-Dobbiamo andare per forza?- le sussurrò all'orecchio prima
di far scivolare le labbra sulla spalla.
-Per questo avremo tutto il tempo che vogliamo stanotte. Ma
l'hai sentito il presidente: dobbiamo esserci.
Mollò la presa malvolentieri, per poi cominciare a spogliarsi
per fare la sospirtata doccia.
Il presidente Daj Tenji salì sul palco dell'aula conferenze e
si posizionò davanti al microfono.
-Ringrazio tutti per essere qui stasera per partecipare a
questo evento tanto importante per la BBA...
-Già mi sto stufando.
-Possibile che non riesci a stare tranquillo un momento? Sei
peggio di un bambino. E' solo una sera.
Già Liv e Kei avevano cominciato a litigare sottovoce.
-Lo sai cosa mi aspetterò stanotte dopo questa
tortura...
-Lo so, lo so. Ormai sono ho imparato a leggerti nel
pensiero.
-Io ci riesco già da anni.
-E ancora devo capire come hai fatto.
-Non lo capirai mai.
Liv era pronta a rispondere, ma l'arrivo di Lucia e Takao la
interruppe.
-Da quanto ha cominciato?- chiese Takao riferendosi al
presidente.
-Da poco, purtroppo- rispose Kei.
Ritornarono ad ascoltare Daj Tenji.
-...e così l''unione tra le nostre società, che portarà un
notevole numero di vanatggi a entrambi, sarà consacrata dal matrimonio tra il
futuro detentore della compagnia europea e la mia cara nipote.
Mentre i due guiovani salivano sul palco, partirono gli
applausi.
-Siete tutti invitati alla cerimonia! E ora
festeggiamo!
Dall'applauso notevolmente vigoroso sembrò che tutti non
vedevano l'ora che finisse il discorso.
Le due ragazze sparirono per un momento, poi raggiunsero i
blader appostati vicino al buffet.
-Ma bravi, proprio vicino alla fontana di champagne- si
congratulò Liv afferrando un bicchiere e dirigendosi verso il getto
dorato.
-Ferma!- la trattenne Kei -se vuoi bere qualcosa c'è il ponch
analcolico laggiù.
-Ma quale ponch, io voglio lo champagne!
-Ho detto di no!
-Ma uffa, guarda che sono maggiorenne! E poi mica sono
un'alcolizzata! Riesco a darmela una regolata!
Il ragazzo la guardò eloquente.
-Per caso ti sei dimenticata come è andata a finire l'altra
volta?
-Io non mi ricordo niente.
-Certo, da quanto avevi bevuto sei svenuta e io ti ho dovuto
riportare a casa di peso.
Lei sbuffò.
-Eddai, solo un goccio.
-Ho detto ti no!
-Eh va bene- cedette Liv -tanto me ne sono già bevuta due
bicchieri.
Kei stava per esplodere, quando Takao cambiò discorso.
-Dove eravate finite prima?
-Il presidente ci ha chiesto di preparare una sorpresa agli
sposi per il giorno delle nozze- spiegò Lucia -dobbiamo organizzare un coro, o
qualcosa del genere e aspettarli fuori dalla chiesa dopo la cerimonia.
L'altro blader continuava a guardare male Liv.
-Oddio, smettila di fissarmi in quel modo, lo sai che mi fai
sentire in colpa- si lamentò la ragazza.
-Allora andiamo via.
-Ancora?! Non possiamo, non abbiamo nessuna scusa
valida...
-Che ci vuole a inventarne una?
-E no, Kei. Un'altra volta lo svenimento no!
-L'hai fatto un miliardo di volte!
-Appunto! Adesso basta! E poi c'è troppa gente, sai quanta
agitazione si creerebbe?
Il ragazzo l'afferò per un polso.
-Vorrà dire che sverrai vicino all'uscita- la trascinò via,
senza neanche dare il tempo di salutare.
Takao e Lucia per un attimo rimasero interdetti, poi
scoppiarono a ridere.
-Vieni, andiamo a fare un giro- le circondò un braccio con le
spalle.
Si stavano avviando quando vennero bloccati dalla coppia di
futuri sposi.
Il ragazzo si presentò subito:
-Salve, sono Erik e lei è Kiyo. Tu devi essere Takao
Kinomiya. Sono davvero davvero onorato di conoscerti. Ho seguito tutti i
campionati di bey blade che hai disputato. Sei fantastico! Sei il campione
indiscusso.
-Ah.. ehm, grazie- rispose lui non sapendo come
comportarsi.
-E tu devi essere la famosa Lucia.
-Famosa?
-Sì, quella che stava sempre in mezzo ai piedi a Takao
durante i primi campionati.
La ragazza fece un sorriso di scherno, non prima di aver
sussurrato sarcasticamente al blader:
-Simpatico... ma allora- riprese ad alta voce -presto vi
sposerete.
La copia annuì fintamente imbarazzata.
-Ma è un matrimonio combinato?
-No, no, ci sposiamo per amore!- esclamò radiosa Kiyo.
-Ah, per amore...- ripeté la rossa scettica.
Qualcuno chiamò la coppia felice.
-Oh, ci chiamano. A presto- se ne andarono, con grande
sollievo dei due che decisero di scappare in terrazza.
Si fermarono sulla ringhiera a guardare la città avvolta
dalla notte e per un po' rimasero in silenzio.
Poi Takao ruppe il ghiaccio.
-Che impressione ti hanno fatto quei due?
-Mi hanno semplicemente fatto impressione.
-Ma dai, sono solo felici...
-Sono inquietanti, ecco cosa sono. Mi hanno fatto venire la
pelle d'oca.
Il ragazzo rise.
-Non è loro diritto essere contenti di sposarsi?
-Per carità, ma potrebbero fare a meno di essere così...
pieni di sé. E poi quello mi ha fatto sentire una nullità.
-Ma non lo sei- disse lui attirandola a sé.
-Se lo dici tu...
-Certo che lo dico io- rispose per poi baciarla a fior di
labbra.
-Sempre modesto tu- lei si svincolò.
Poi fece qualche passo lungo la ringhiera, si voltò e, con
aria che sottointendeva il sarcasmo, disse:
-Allora? A quando il nostro matrimonio?
Takao la guardò per un attimo e, il più naturalmente
possibile, le rispose:
-Presto.
Per qualche attimo Lucia lo fissò sorpresa, poi si riprese
per dei rumori che provenivano dai piani inferiori.
-Mi sa che dobbiamo tornare di sotto- si voltò verso di lui
-guarda che io stavo scherzando.
E sparì nella tromba delle scale.
Takao aspettò un attimo prima di cominciare a scendere.
-Io no.
-Spero che ora tu sia contento. Siamo andati via.
Liv si lasciò cadere sul letto.
Kei le si mise accanto.
-Contentissimo- sussurrò prima di cominciare a baciarla sul
collo.
-Certo che non riesci pensare ad altro...
-Vivendo con te è un po' difficile non pensarci- la tirò su a
sedere per potersi disfare della sua maglietta.
-Ancora mi devi spiegare come hai fatto a imparare a leggermi
nel pensiero così in fretta- cominciò a slacciargli la cintura.
-Prima devo avere quello che mi spetta.
-Molto spiritoso... quando abbiamo deciso che ti spetta? Sai
com'è, memoria corta...
-Non ti sopporto quando parli troppo- e subito si impossessò
delle sue labbra, impedendole di rispondere.
Liv appoggiò pesantemente la testa sul cuscino, mentre tirava
sù il lenzuolo per coprirsi il petto che si abbassava e si alzava velocemente
per il fiato corto.
Si asciugò il sudore dalla fronte con una mano, che subito
andò a coprire la bocca per i colpi di tosse.
-Ehi? Ehi! Ti senti male?- chiese Kei sporgendosi verso di
lei.
-No, sto bene, è che...- si fece aria -...è stato
più...intenso del solito, diciamo.
Finalmente il respiro riprendeva a essere regolare.
Si trascinò vicino a lui e si mise su un fianco, in modo da
poterlo guardare in faccia.
-Adesso però me lo dici.
-Dirti cosa?
-Non fare il finto tonto: mi devi dire come hai fatto a
imparare a leggermi nel pensiero.
-Lo so fare e basta.
-Sì, certo- Liv se ne ritornò dalla sua parte del letto -e
scommetto che hai pure un motivo valido per saperlo fare e basta.
-Certo che ce l'ho- rispose lui con gli occhi al
soffitto.
-Ah sì? Sentiamo...- lo schernì lei.
-Adesso l'angelo custode sono io, perciò è normalissimo che
riesca a farlo.
La ragazza lo fissò con il volto invaso dallo stupore, poi si
riscosse.
-Molto divertente. Ripassa quando avrai finito di sfottermi
per il mio vecchio lavoro...
Si interruppe.
Si alzò e andò di corsa in bagno, chiudendosi dentro.
Kei, spaventato, raggiunse la porta e cominciò a
bussare.
-Liv? Liv, tutto ok?
Dopo un po' la ragazza uscì.
-Ho vomitato, niente di preoccupante.
-Questo è lo champagne: te l'avevo detto di non
berlo...
-Sì, sì, sì...
Dopo avergli dato un bacio sulla guancia, ritornò al
letto.
Urtò qualcosa con il piede. Guardò giù.
Ah, ecco dov'era finita la scatola della pillola! Era tre
giorni che la cercava...
Si portò una mano alla bocca.
Ops.
Fine
Ciao!!!! Eh finalmente (
e purtroppo! Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! T_T) siamo giunti alla fine. Per chi non ci
arriva xk scrivo in un modo troppo contorto x capire: Takao a quanto pare sta
pensando seriamente al matrimonio nel prossimo futuro e Liv... beh, dai, si è
scordata di prendere la pillola x 3 giorni! Ci è rimasta fregata,
insomma!
Comunque volevo dire che
mi dispiace tanto che sia finita e che ringrazio tantissimo tutti quelli che
hanno letto e recensito, in particolare Siana, medea90 e Keila91 che mi hanno
seguito dall'inizio alla fine, hanno sempre recensito e mi sono state anche
molto vicino in qualke modo. GRAZIE!!!
medea90: carissima amica
mia!!! Non ci sentiremo più per tutta l'estate... nooooooooo! K tortura!! Xò nn
mi dimenticare, mi raccomando!! baci e spero che la FF ti sia
piaciuta!
Keila91: mia futura
socia, spero k sia piaciuta anke a te!!! Grazie soprattutto x la vicinanza!
Bene, è finita anke
questa avventura.
Grazie ancora a
tutti,
baci,