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Autore: OliviaP_    22/11/2012    2 recensioni
Raccolta di fanfiction che ripercorre la storia della famiglia Weasley.
Dall'introduzione:
-Mamma, cosa è successo a quella signora?-
Molly Prewett, cinque anni, poco più di un metro di altezza e riccioli rossi stava puntando un ditino contro una donna dall'altra parte della strada che esibiva un pancione tremendamente grosso.
-Molly! Quante volte devo dirti che non si indicano le persone?- l'ammonì la madre, senza tuttavia riuscire a trattenere un sorriso.
Si abbassò per portare il volto all'altezza di quello della figlioletta e le scostò un boccolo ribelle dalla fronte lentigginosa.
-Vedi tesoro, quella signora aspetta un bambino. Adesso è lì nella sua pancia, è per questo che è così grande- le spiegò.
Molly annuì e lanciò un'ultima occhiata alla donna col pancione: era davvero orribile.
'Io non farò mai un bambino' si disse, prima che i fratelli maggiori Fabian e Gideon prendessero a ricorrersi per tutta Diagon Alley e facessero infuriare la loro madre, facendole dimenticare totalmente quel curioso cocomero di carne.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Charles Septimus Weasley. 

 
Odiava quel posto, lo odiava con tutto se stesso. 
Tutte le volte che entrava lì dentro era perchè qualcuno era stato ferito gravemente dai Mangiamorte, o peggio, era stato ucciso. 
Ecco cos'era venuto a fare l'ultima volta che era stato lì: piangere sui cadaveri dei cognati, morti pochi minuti dopo aver raggiunto l'ospedale. Riusciva ancora a sentire le urla di Molly, accasciata sui corpi senza vita dei fratelli... 
Decise di scacciare quel pensiero: oggi non era andato al San Mungo per questo. 
Il piccolo Bill aveva iniziato a lamentarsi per l'assenza della madre e si rifiutava di farsi prendere in braccio da Arthur. 
-Voglio mamma!- strillò. 
-Bill, ascoltami. Vedi quella porta verde laggiù? La mamma è lì dentro a fare il tuo fratellino. Quando la porta si aprirà potremo andare a trovarla e a conoscere Charlie, nel frattempo noi...uhm...giocheremo con la bacchetta di papà, sei contento?- chiese speranzoso, terrorizzato all'idea che il figlioletto iniziasse a piangere. 
Da quando era nato la loro vita era completamente cambiata: Bill aveva portato con sé una ventata di nuova speranza e allo stesso tempo un gran caos dentro casa Weasley. 
Era un bambino piuttosto tranquillo, ma quando ci si metteva riusciva ad essere davvero pestifero e cocciuto. Grazie al cielo aveva preso bene la notizia della nascita di un fratellino, probabilmente perchè era troppo piccolo per capire. 
Al contrario, i genitori non erano stati troppo felici nello scoprire che Molly era di nuovo incinta: i figli sarebbero diventati due, mentre i soldi erano sempre meno. Come se non bastasse, la casa inziava davvero a farsi troppo stretta, così i due coniugi avevano dovuto costruire un piano superiore con due camerette, una per William ed una per il secondogenito, che sicuramente sarebbe stato anche l'ultimo. 
Molly si stava dimostrando una madre più valida di quanto non avesse mai osato sperare: si faceva rispettare quando ce n'era bisogno, ma era anche dolce e premurosa. 
Le sue doti culinarie poi erano migliorate notevolmente, come dimostrava il girovita di Arthur che negli ultimi tempi si era leggermente allargato.
Avevano inoltre iniziato ad allevare animali intorno casa, in modo da tagliare i costi e produrre da soli uova, latte e carne e Molly aveva preso a cucire maglioni all'uncinetto, anche se per adesso sembravano più sacchetti per la spesa che abiti veri e propri. 
D'altra parte, se volevano garantire un futuro a Bill e Charlie, dovevano inizare a risparmiare fin da ora...il pensiero di mantenere due figli a Hogwarts li faceva già rabbrividire. 
Arthur si sedette su una poltroncina della sala d'attesa e prese a far uscire sbuffi di fumo colorato dalla punta della bacchetta, mentre il piccolo Bill rideva contento cercando di acchiapparli con le manine, salvo poi rimanere deluso quando puntualmente gli si dissolvevano tra le dita. 
Passò un'altra ora e il bambino aveva iniziato ad annoiarsi. I giochi del padre non lo divertivano più e voleva a tutti i costi rubargli la bacchetta. 
Non che i genitori gliel'avessero mai permesso, ma aveva già iniziato a mostrare i primi segni di magia involontaria: una volta aveva fatto levitare il ciuccio fin sopra alla pentola di stufato che Molly aveva lasciato sul fuoco a ribollire, e quando erano andati a mangiarlo sia lei che il marito si erano ritrovati in bocca disgustosi pezzetti gommosi non meglio identificati. 
-Ciuccio!- aveva urlato Bill, battendo allegramente le mani. 
Un'altra volta invece suo padre gli aveva proibito di mettersi a giocare con un prezioso e delicatissimo modellino di automobile che aveva segretamente acquistato in un negozio babbano, ma chissà come Bill era riuscito ad appellarlo direttamente dal garage e l'aveva distrutto, mandando su tutte le furie Molly che l'aveva scoperto e accusato il marito di 'buttare soldi in inutili cianfrusaglie'.
Finalmente, dopo quella che parve un'attesa interminabile, un giovane guaritore venne loro incontro e li fece entrare nella camera di Molly. Sembrava più provata rispetto al giorno in cui era nato Bill, e quando Arthur vide per la prima volta in nascituro capì subito il perchè: Charlie era il neonato più grasso che avesse mai visto e pesava diversi grammi in più del normale. 
Bill si accomodò senza tante cerimonie sul letto insieme alla madre, che lo baciò sulla testolina rossa. 
-Allora Billy, ti piace il fratellino?- 
Bill osservò pensieroso il piccolo Charlie che piangeva disperato, il viso più rosso dei capelli radi, che ovviamente erano dello stesso colore del resto della famiglia. 
-No, questo è brutto. Ne voglio un altro!- disse infine, facendo scoppiare a ridere tutti i presenti. 
 
Quattro anni dopo...
 
-Mamma! Charlie mi ha rubato Roar!- 
-Per l'amor del cielo...Charlie, ridai subito quel coso a tuo fratello!- strillò Molly passando da un tegame all'altro e reggendosi il pancione. Non ne poteva più. Lei e Arthur avevano giurato e spergiurato che questo sarebbe stato l'ultimo: quei due davano già un gran daffare senza bisogno di rinforzi. 
-Non è un 'coso'- piagnucolò un contrariato Charlie entrando nella stanza con in mano un pelouche che sputacchiava fuoco freddo -è un drago, mamma!- 
-Quello che è!- sbottò lei mettendosi a sedere. 
Anche Bill entrò in cucina e strappò il giocattolo di mano al fratello minore, poi il suo sguardo cadde sulla madre affaticata. 
-Mamma, ti senti bene?- chiese con una vocina preoccupata.
-E' colpa del fratellino, vero?- rincarò Charlie -Io non lo voglio!-
-Nemmeno io mamma! E poi il nome Percival non mi piace, è antipatico-
-Adesso basta- sospirò Molly scuotendo la testa. Non aveva più nemmeno la forza di arrabbiarsi, i bambini la sfinivano. 
-Vostro fratello nascerà tra poco più di un mese e voi lo tratterete bene, chiaro?- 
-Mamma- chiese Charlie, improvvisamente serio -come nascono i bambini?-. 
Le guance di Molly si fecero paonazze e si alzò dalla sedia.
-Cielo, si è fatto tardi! Vado a chiamare vostro padre in garage, la cena è quasi pronta- annunciò, dileguandosi dalla cucina ad una velocità impensabile per una donna in gravidanza così avanzata.
  
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