Sono di nuovo per strada, ma ho un'angoscia addosso che mi opprime il petto. Lo stava facendo. Stava per scoparmi anche se io non lo volevo. Non ero andato da lui per quello! Dio come faceva a non capire? Ma no, era ubriaco, non se ne rendeva conto, lui non l'avrebbe mai fatto... Eppure quelle cose che mi ha detto le pensava davvero, lo so. Ed era anche la verità, in parte. Stavamo cosi male entrambi, ma per cosa poi?
Forse devo solo arrendermi alla realtà... non possiamo stare insieme. Duff ha ragione, non possiamo nasconderci per sempre.
Forse devo solo arrendermi alla realtà... non possiamo stare insieme. Duff ha ragione, non possiamo nasconderci per sempre.
Non ho voglia di tornare a casa pero'. Ho bisogno di sfogarmi e se vado a casa potrò solo deprimermi. La sala di registrazione è l'unico posto in cui voglio stare davvero adesso. Dio, solo la musica puo' confortarmi in questo momento.
Ci metto un po' ad arrivarci e quando entro dentro è tutto talmente buio che non riesco a vedere ad un palmo dal mio naso. Ma non importa. Mi piace quest'atmosfera. Vado vicino al pianoforte e mi siedo, ho solo voglia di suonare adesso, ma la mano mi fa male. Anzi, è tornata a sanguinare "Fanculo..." sussurro togliendomi la benda, osservando la ferita. Il sangue si sta per fermare.
Sospiro rimettendomi la benda, sperando smetta in fretta. L'immagine di Duff ubriaco e sopra al mio corpo mi sta tornando alla mente ma subito la scaccio, premendo un tasto del piano con la mano sana. Continuo a suonare con una mano sola, facendo tutto quello che potevo suonare, ma ho bisogno anche dell'altra mano cosi ci provo, ma fa male. Continuo lo stesso, non riesco a fermare la musica e non voglio. Continuando però anche un'altra ferita continua a sanguinare tanto da sporcare i tasti di rosso "Ah merda!" urlo, e smetto.
Mi giro incazzato, sto per andarmene quando vedo qualcuno nell'ombra che mi fa sussultare dallo spavento... Duff. Vedere che è lui non mi fa stare meglio, anzi. Mi appoggio al pianoforte con la mano dolorante e gemo. Si sta avvicinando e sento la paura attanagliarmi le viscere. Resto aggrappato al pianoforte, immobile. Non ho la forza per andarmene. E' meglio affrontarlo, una volta e per tutte.