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Autore: Johnee    23/11/2012    4 recensioni
L'ultimo anno è stato ricco di avvenimenti per il Comandante Shepard. Non è stato semplice abbandonare l'idea di continuare la relazione con Liara ed è stato altrettanto difficile permettere a Garrus di prendere il suo posto.
Ora, i Razziatori sono giunti e la Galassia è impreparata a una minaccia di questo genere. Con la scoperta che esiste un'arma capace di distruggerli e che Shepard è l'unica in grado di recuperare le risorse necessarie per permettere alle varie razze di cooperare, come potrà la nostra eroina pensare di poter affrontare la sua situazione personale in maniera serena?
[IN REVISIONE]
Genere: Malinconico, Science-fiction, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lenore'
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8. Scars

 

 

Shepard scrutò attentamente la Mappa Galattica, controllando le coordinate che le erano appena state inviate dal tenente Traynor; aveva uno sguardo che non faceva presagire niente di buono, le mani ancorate sul sostegno divisorio della postazione di comando della Sala Tattica.
Il Comandante studiò ancora una volta la rotta sulla quale si stava muovendo la Normandy e ordinò a uno degli specialisti del centro tattico di mettere a fuoco la stazione spaziale verso la quale si stavano dirigendo e di fornirle una topologia dettagliata della struttura.
Qualche ora prima, Hackett aveva richiesto la linea, mettendo al corrente il Comandante che su una stazione spaziale orbitante nel Sistema Fortuna, Nebulosa Horsehead, la prigione di massimo livello di sicurezza Mercurius aveva richiesto che molti dei detenuti fossero impiegati come fanteria di supporto per le forze dell'Alleanza. Purtroppo, i mediatori inviati dall'Ammiraglio non avevano fatto rapporto e i collegamenti con la stazione erano saltati prima di poter capire cosa fosse successo. La nave dell'Alleanza SSV Kuwait e la scorta militare, inviati per l'incontro, risultavano tutt'ora dispersi.
Così Shepard era stata incaricata di andare a fare un sopralluogo in quel carcere sperduto nel bel mezzo del nulla, con i Razziatori pronti a sferrare un attacco improvviso ai pianeti circostanti... sempre che non fosse colpa loro che i contatti fossero stati tagliati.
La scansione apparve davanti agli occhi del Comandante. Dalla forma a croce greca e dalla sagoma massiccia, la stazione spaziale presentava una certa rigidità strutturale, adatta per la funzione che svolgeva; esattamente al centro delle braccia c'era una base d'atterraggio per le navi, nonché unica entrata e uscita dell'edificio.
La rilevatura accurata che appariva davanti a lei, indicava che i locali di massima sicurezza si trovavano nei livelli inferiori delle quattro biforcazioni, mentre il vano centrale, proprio vicino all'hangar, era adibito come base per i secondini e le guardie carcerarie, poi per l'alloggio degli addetti alla manutenzione e degli impiegati.
Shepard scosse la testa. Le era già capitato di “visitare” una prigione e quella volta aveva rischiato di ritrovarsi a marcire in una cella... stavolta, voleva avere ben chiaro ogni centimetro cubico del buco dove si stava andando a infilare!
Si maledì mentalmente per non avere chiesto ad Hackett delle informazioni in più. Perché chiedere l'aiuto di persone mentalmente instabili e degli assassini? Non gli bastavano i mercenari di Aria?
Appena dentro il sistema, IDA comunicò a Shepard che l'intera stazione era isolata, nessuna boa di comunicazione recava segnali di emergenza provenienti da Mercurius ed era impossibile contattare la stazione stessa. Nessuna risposta alla richiesta d'atterraggio di una navetta, nessun segnale di telecomunicazione attivo.
James e Garrus erano già all'hangar delle navette quando Shepard si decise a raggiungerli; ormai era diventata la norma portarseli appresso nelle missioni di ricognizione, quei due funzionavano assieme ed erano capaci di assecondarla, senza proferir parola, anche nelle situazioni più critiche.
Shepard diede velocemente le sue istruzioni a Cortez e montò sul Kodiak giusto in tempo per sentire la voce di Joker annunciare la vicinanza con la stazione Mercurius.
-Criminali?- Garrus le lanciò un'occhiata perplessa, mentre la navetta usciva dall'hangar e s'inoltrava nell'orbita della stazione spaziale -Siamo sicuri che Hackett stia facendo la cosa giusta?-
James sbuffò -Sono pur sempre delle risorse... potrebbero, chessò, trasportare le armi pesanti da un punto all'altro del campo di battaglia- concluse la frase con un ampio gesto del braccio.
-Carne da cannone, ecco tutto- disse Shepard, aggrappandosi a una maniglia che pendeva dal soffitto -Hanno smesso di essere umani dal momento in cui hanno messo piede in quel posto-
-Potrebbero approfittarne per scappare, anche se, con quello che sta succedendo nella Galassia, non ne vedo il motivo- bofonchiò Garrus mentre si sgranchiva il collo.
-In ogni caso, dobbiamo far luce su questa faccenda, non mi sorprenderebbe se qualche furbo avesse tentato di evadere- Shepard scosse la testa -Tenetevi pronti-
-Comandante, ho la Kuwait sul radar- annunciò Cortez, sporgendosi dal vano di pilotaggio -Non capisco... è ancorata all'hangar centrale. Il protocollo, nel caso di un'ambasceria, recita chiaramente di mandare una navetta con il membro più anziano e una scorta. Per il trasporto dei prigionieri serve una nave apposita... una fregata non può portare con sé una mole di persone superiore agli standard di sicurezza.-
-Nessun segno vitale al suo interno?- Shepard si posizionò subito dietro di lui, l'espressione corrucciata.
-Negativo. Le scansioni termiche rilevano un alta concentrazione di soggetti lungo il perimetro dell'hangar, ma niente dalla Kuwait- Cortez si sporse in avanti, socchiudendo gli occhi -Temo che riceveremo un'accoglienza calorosa...-
-Abbiamo altre opzioni?-
-Negativo. Quello è l'unico ingresso. Aspetta... c'è una debolezza strutturale- il tenente indicò un punto, nella scansione della stazione. Si trattava del punto di rilascio dei rifiuti organici, giusto sotto il terzo braccio, appena poco distante dalla navetta -Vi lascerò lì, nel frattempo, farò un volo di ricognizione per assicurarmi che nessuno venga verso di voi-
-Dobbiamo entrare dalle fogne?- protestò Vega, il viso contratto dal disgusto -Che idea di merda!-
-Fai lo schizzinoso, Jimmy Boy?- ridacchiò Garrus, sollevandosi in piedi -Rilassati, ora almeno non dovrò più sopportare il puzzo di quel tuo nuovo deodorante...-
-Smettetela di battibeccare come due comari, ci siamo!- Shepard infilò il casco e si mise velocemente davanti al portellone -Occhi aperti e silenzio stampa.-
-Prima le signore- Vega fece un gesto di cortesia verso Garrus, ridacchiando, mentre infilavano anche loro i caschi.
Le porte si aprirono giusto davanti alla botola di espulsione dei rifiuti. Chiusa.
Con un balzo al rallentatore, Shepard la raggiunse, ancorandosi a un sostegno laterale, poi poggiò i piedi sulla parete della stazione, attivando il sistema a trazione magnetica sotto gli stivali, idem gli altri. Il Comandante sfiorò la superficie della botola, cercando un modo per aprirla... purtroppo era sigillata dall'interno e l'unica opzione possibile era bypassare i protocolli di sicurezza e aprirla manualmente.
-Mi ci vorrà qualche secondo- fece Garrus via radio, attivando il factotum.
-Bene. James, quando saremo là dentro, non voglio sentir volare una mosca, siamo intesi? Attiva il visore termico e segnalami se sono in vista dei nemici. Andrai per primo.-
-Ricevuto, Comandante- disse Vega, poco convinto, portandosi al fianco di Garrus ed estraendo velocemente il fucile d'assalto -Spero solo che il filtro dell'aria integrato nel mio casco funzioni a dovere...-
-IDA conferma che il condotto passa in ogni angolo della struttura- annunciò Garrus, avvicinandosi a Shepard -Il deposito dei medicinali nell'ala di massima sicurezza 3 è il luogo sicuro più vicino a noi... da lì possiamo violare il terminale presente in quella stanza e scaricare le informazioni necessarie. La cattiva notizia è che il condotto fognario non viene svuotato da almeno una decina di giorni...-
-Miseria ladra-
-James, piano con queste esternazioni emotive.- sbottò Shepard, con una punta di disgusto nella voce. Ringraziò che il suo casco fosse chiuso e che i suoi compagni non vedessero la sua espressione: attraversare un mare di escrementi non piaceva nemmeno a lei -Di sicuro ci sarà una passerella per la manutenzione...- arguì, accucciandosi, le mani a cercare un appiglio per sollevare la botola.
-Hai ragione. Dalla lettura di IDA, il condotto è composto da un tubo di compressione e un tubo di filtraggio per il riciclo dell'acqua. Attorno ai due tubi c'è uno spazio ristretto per il passaggio degli addetti alla manutenzione... dovrebbe esserci una passerella metallica. Aspetta, faccio scattare la serratura...- Garrus si chinò e passò il factotum sopra la botola che si aprì con un sonoro “clang”. Quando questa si spalancò, Vega trasse un profondo respiro di sollievo -Ecco la passerella. Faccio strada- quindi, si infilò nell'apertura, cercando di produrre una quantità di rumore minima. Shepard lo seguì, lasciando le retrovie a Garrus.
Il condotto era parecchio tortuoso e il fetore proveniente dai tubi di scarico era quasi insopportabile. Nonostante il casco di Shepard fosse dotato di un filtro depuratore dell'aria, lei riusciva comunque a sentire quella puzza immonda. Si chiese se Garrus, dotato di un olfatto decisamente superiore al suo, non stesse soffrendo. Diede un'occhiata dietro di sé, per sicurezza, ma non vide problemi.
Poco davanti a lei, James fece un cenno e si bloccò sul posto. Purtroppo, non essendoci coperture, sarebbe stato molto facile venire individuati da chiunque si fosse avventurato in quel condotto.
Shepard s'immobilizzò e diede lo stesso cenno a Garrus.
-C'è del movimento- sussurrò James attraverso il canale radio -Sopra di noi c'è parecchia gente... dobbiamo raggiungere l'obiettivo il prima possibile-
-Ricevuto.- Shepard soppesò la Paladin tra le dita, poi diede un'occhiata verso l'alto, proseguendo a camminare.
Raggiunsero il deposito farmaceutico in breve tempo. James segnalò che all'esterno non c'erano guardie. Garrus raggiunse velocemente il terminale e bypassò il sistema di sicurezza con discrezione, evitando le trappole del firewall disposto, mentre Shepard e James facevano un giro di ricognizione nella stanza.
-L'ultimo accesso a questo portale risale a cinque giorni fa'...- mormorò Garrus, continuando a scaricare i dati -Sto violando l'accesso al terminale della sicurezza... Maledizione! Avevi ragione, Shepard, la stazione è in mano ai prigionieri. Hanno ucciso le guardie e messo sotto chiave l'ufficiale dell'Alleanza e la sua squadra... i video della sorveglianza hanno registrato tutto-
Shepard si avvicinò a lui immediatamente, dando un occhio alle registrazioni che confermavano ciò che aveva appena esplicato il Generale.
-Niente a proposito dell'equipaggio della Kuwait?-
-La maggior parte è tenuta prigioniera nell'ala 4, giusto di fronte al corridoio 3. Vuoi forse tentare un recupero?-
-No, al momento sarebbe troppo rischioso... questa è gente che non scherza e noi siamo solo in tre. Mi stupisce che dei criminali di alto livello non abbiano disposto un piano di fuga o non siano ancora scesi a compromessi con il direttore del carcere...-
-Non lo so, Shepard, mi sembra tutto fin troppo sospetto...-
-Continua a cercare-
Garrus scosse la testa mentre il programma di violazione del factotum continuava a scaricare le informazioni -Ecco. C'è un video di riscatto nell'archivio... è una corazza N7 quella?-
Shepard strabuzzò gli occhi da sotto il casco, il video era ambientato in una sala simile a quella, un krogan vestito con la divisa carceraria puntava un fucile alla testa di un marine, lamentandosi del perché il tecnico non avesse ancora sistemato l'impianto di comunicazione tra la stazione e il mondo esterno. La cosa che turbò maggiormente Shepard, però, era il soldato stesso. Lo conosceva, avevano fatto l'addestramento N7 insieme e avevano partecipato a numerose missioni, prima di Torfan.
Ecco lo spettro di quel luogo che rispuntava dopo anni, assieme a quel volto a lei noto... che fosse una casualità che proprio ora riapparisse nella sua vita? Forse era la Legge del Contrappasso che si faceva viva con Shepard per accusarla di aver permesso a Mordin di crepare. O forse era semplicemente un monito per concederle un minimo di speranza in quel periodo di tragicità.
Il Comandante sospirò sommessamente, abbandonando quel flusso confuso di pensieri irrazionali -A quando risale il video?-
-L'altro ieri, il krogan propone di liberare gli ostaggi e in cambio chiede all'Alleanza di mandare dei rifornimenti aggiuntivi a spese loro e delle navette di trasporto, rifiutandosi categoricamente di prendere parte alla guerra e dichiarando la stazione “terra di nessuno”...-
-La madre dei cretini è sempre incinta- borbottò James, poco distante.
Shepard annuì -Quanti prigionieri hai detto che sono tenuti qua dentro?-
-Più o meno un centinaio. Alcuni hanno preso le navette della sicurezza per fuggire, a quanto pare...-
-Logico. Prendere direttamente la Kuwait avrebbe destato non pochi sospetti- Shepard carezzò il calcio della Paladin, poi sollevò lo sguardo verso il monitor -Purtroppo, l'Alleanza non è molto incline a trattare con i criminali... anche se l'obiettivo della missione era quello di indagare e basta, direi che siamo abbastanza qualificati per mettere fine a questa storia prima che altri uomini vengano giustiziati-
Vega ridacchiò -Ora è personale, Shepard?-
-Sì, tenente, pagheranno a caro prezzo il loro egoismo-
E dopo aver allertato Cortez sui recenti sviluppi e aver disposto gli ordini, i tre si prepararono ad uscire dalla porta, diretti verso la piccola guardiola che avrebbe dovuto contenere quel marine e il suo equipaggio.


Il corridoio d'accesso al livello inferiore conteneva un numero limitato di prigionieri, per la maggior parte armati e incattiviti dal razionamento di scorte alimentari.
Il tenente Cole Hawthorne e la sua squadra, composta da sette elementi, erano tenuti in ostaggio nella stessa cella lurida e stretta. Era una cella d'isolamento, per intendersi, probabilmente disposta per quei prigionieri che non mantenevano un atteggiamento collaborativo con i secondini.
Cole era stato spogliato dell'armatura, così come i suoi sottoposti, e le sue mani erano state incatenate saldamente a una stufa a muro. Sì, aveva tentato la fuga più volte e quella era stata una precauzione necessaria per tenerlo a bada.
Il rumore attutito di uno sparo destò la sua attenzione.
Il marine riconobbe l'arma con la quale era stato usato il colpo. Era una pistola M-77 Paladin, probabilmente dotata di una calibratura intelligente, capace di trapassare una corazza media da parte a parte. I prigionieri usavano le pistole d'ordinanza dell'Alleanza, sottratte ai loro secondini e di certo non erano equipaggiati con quell'arma così letale, unica nel suo genere. Cole sperò che l'Alleanza avesse inviato una squadra per trarli in salvo, anziché assecondare le richieste di quei prigionieri...
Un tonfo sordo sulla porta blindata lo fece scattare in piedi -Niente panico!- esclamò, diretto ai suoi sottoposti -Ce la caveremo- poi restò in silenzio, facendo dei profondi respiri con il naso.
Il meccanismo automatico d'apertura della porta vibrò, poi, un calcio ben assestato la spalancò direttamente.
Cole schiuse le labbra, perplesso. L'immagine che si presentava davanti a lui era abbastanza inconsueta, anche se, in vita sua, era stato reso partecipe di numerose stranezze: la prima impressione che ebbe fu di trovarsi di fronte a un cavaliere medioevale.
Ma la stanchezza e le sedute di interrogatori che aveva subito potevano anche mostrargli l'immagine di un Quarian e lui l'avrebbe potuto benissimo scambiare per una statua paleocristiana....
Cole batté più volte le palpebre, poi riconobbe i fasci di luce al plasma sui manicotti dell'armatura e trasse un sospiro di sollievo. Non era un'apparizione, ma un soldato con un'armatura dannatamente bizzarra...
-Hawthorne?- lo chiamò quel soldato, con voce femminile.
Cole strizzò le palpebre, cercando di ricordare a chi apparteneva quella voce stranamente familiare -Siete venuti a liberarci?-
Shepard, perché di lei si trattava, si tolse il casco e lo poggiò a terra, poi ordinò a Garrus e a James di liberare tutti mentre lei si sarebbe occupata del tenente.
-Shepard! Oddio, è inverosimile vederti qui...- Cole esibì un sorriso a trentadue denti mentre lei lo liberava dalla catena con uno strattone secco.
-Tenente- il Comandante fece un cenno col capo -Qual'è la situazione?-
-Dammi un secondo, teuchter! È da anni che non ci vediamo!- e l'afferrò per le spalle, squadrandola attentamente -Cos'hai fatto al viso?-
Shepard si staccò dalla stretta, l'espressione corrucciata -Hawthorne, basta chiacchiere e fammi rapporto! Che diavolo è successo qui dentro?-
-Cosa sai esattamente di questa missione?-
-So che Hackett vi ha inviati per un'ambasceria e che nessuno ha fatto ritorno. Quello che abbiamo scoperto una volta arrivati qui è che i prigionieri hanno messo in atto una rivolta, ucciso le guardie e trattenuto il tuo equipaggio.-
Il tenente si passò una mano tra i capelli, poi si appropinquò velocemente all'uscita, Shepard era subito dietro di lui -Io e la mia squadra ci dovevamo occupare di scortare il Comandante Maiden per trattare il rilascio degli elementi meno instabili del carcere- principiò Cole, fermandosi giusto fuori della cella per dare un occhiata in giro -C'è stato un guasto nella rete elettrica e alcune celle si sono aperte. I prigionieri ci hanno circondato e noi ci siamo asserragliati entro il perimetro dell'hangar, poi hanno fottuto la navetta e il Comandante ha ordinato alla Kuwait di recuperarci il prima possibile-
-Una mossa un po' imprudente- asserì Shepard, mettendo le mani dietro la schiena -Non avevate altri trasporti all'interno della nave?-
-Le disposizioni di un Comandante non si discutono, Lee, dovresti saperlo...- Cole raggiunse il suo aguzzino disteso a terra e recuperò la sua pistola -E gli errori di calcolo succedono anche nei piani alti-
-Come avete fatto a farvi catturare?-
-Ci hanno accerchiati e hanno sigillato gli accessi all'hangar non appena la Kuwait è entrata nel campo visivo dell'addetto al raggio traente. L'unica soluzione per salvare quanti più uomini possibile era la resa e Maiden non ci ha pensato due volte.-
-E permettergli di usarvi come moneta di scambio per ricattare l'Alleanza?- Shepard scosse la testa, indispettita -Perché non combattere?-
Cole si voltò verso di lei, l'aria indispettita -Al contrario di te, Lee, io gli ordini li eseguo, non li interpreto! Dubito che Hackett abbia mandato tre soldati per un'operazione di recupero e, se anche fosse, si sarebbe prima assicurato di quello che era successo qui dentro, prima di rischiare uno dei suoi uomini migliori!-
Shepard rise nervosamente, distogliendo lo sguardo e posandolo sulla sua squadra -Eppure sai perfettamente di cosa sono capace...-
-Sei capace solo di carneficine!-
-Bada a come parli, tenente...- la mano di Garrus si serrò sulla spalla di Cole come una morsa -Siete salvi solo grazie a lei- ringhiò, lanciandogli un'occhiata raggelante attraverso la visiera del casco.
Cole diede uno strattone, liberandosi, poi ricambiò lo sguardo, posizionandosi a pochi centimetri da lui -Nessuno ha chiesto la tua opinione, faccia di teschio-
Shepard sospirò sommessamente -Potremo fare a pugni più tardi. Ora cerchiamo un modo di recuperare il fottuto equipaggio. Lasciare una risorsa come la Kuwait in mano a queste bestie mi manda in frantumi l'anima... Garrus, controlla l'uscita, James, cerchiamo delle armi...-
Vega annuì -Agli ordini, Signora...- e iniziarono a perlustrare la stanza alla ricerca di clip termiche e granate da poter utilizzare in seguito.
Cole sbuffò, dando una spallata a Garrus nell'allontanarsi. Il Generale e il Comandante si scambiarono un'occhiata fugace, poi Garrus fece come ordinato e si posizionò a guardia della porta, acquattandosi su un lato. Uno stretto corridoio si apriva davanti a lui, la luce era fioca, quasi assente, data da dei minuscoli fari in cima al soffitto; dall'altro capo del corridoio c'era una grata semiaperta, probabilmente un divisorio tra l'area della guardiola e il corridoio di massima sicurezza sito al livello inferiore. Guardò attraverso il mirino del Mantis, restando concentrato su ciò che vedeva... quello che il tenente aveva detto a Shepard non doveva assolutamente coinvolgerlo.
Eppure quella faccenda lo irritava profondamente. Perché quel tenente si accaniva a quel modo per una storia vecchia di anni? E perché Shepard aveva voluto salvare quell'uomo e la sua squadra a tutti i costi? Non era di certo un senso di nostalgia quello che la spingeva ad agire, Garrus la conosceva bene... c'era dell'altro sotto.
E sapeva che certi pensieri non avrebbero nemmeno dovuto sfiorarlo, perché non erano affari suoi!
Socchiuse gli occhi, cercando di mettere bene a fuoco l'obiettivo. C'era del movimento, al di là della grata, poteva scorgere delle ombre che facevano avanti e indietro. Abbassò il fucile e diede un cenno a Shepard. Il Comandante gli fu accanto immediatamente -Che c'è?-
-La via non è sicura- mormorò lui, voltandosi appena mentre integrava una termocamera per la visione a infrarossi sul mirino -Per ora abbiamo avuto fortuna, lo sparo non ha destato sospetti...- fece una pausa, ineciso se affrontare o meno il discorso. Alla fine, l'istinto ebbe la meglio -Lenore, stai bene?-
Shepard alzò gli occhi al cielo -Concentrati, Garrus. Quanti sono?-
Il Generale mosse leggermente le mandibole -Cinque. Tre sono attorno a un tavolo, due sono in piedi, poco distante dalla porta... potrei colpirli anche ora, ma dovrei calcolare i tempi alla perfezione.-
-Potresti farlo?-
-Spiriti, Shepard!- il Generale le lanciò un'occhiata risentita -Per chi mi hai preso?-
-Per un dannato egocentrico!- sbottò lei, divertita -Mi porterò in avanti, a media distanza, cercando di non farmi vedere... appena ti darò il segnale, tu spara ai soggetti più lontani. Siamo intesi?-
-Ai tuoi ordini- bofonchiò lui, seccato, mentre Cole gli si avvicinava per sapere i dettagli del piano.
-L'idea è questa, tenente.- annunciò Shepard, rizzando la schiena -Voi siete ai miei ordini perché, giustamente, vi ho salvato le chiappe. Quindi, farete tutto quello che vi dico... siamo intesi?-
Garrus trattenne a stento una risata, mentre Cole si mordeva un labbro per non prenderla a insulti.
-Ai tuoi ordini, Shepard- disse poi il tenente -Cosa dobbiamo fare?-
-Io, Garrus e il tenente Vega andremo in avanscoperta, voi avrete il compito di coprirci le spalle. Recuperate le clip termiche dai morti, chiunque vi si accanisca contro freddatelo.-
-Ricevuto-
-Nessuna pietà, tenente, è solo feccia.- Shepard enfatizzò il suo discorso con una sferzata del braccio -Non hanno avuto problemi a ricattare l'Alleanza e noi dobbiamo fargli capire l'entità dell'errore che hanno commesso. La missione è quella di recuperare l'equipaggio e di portare in salvo Maiden e la Kuwait. Una volta che saremo in volo, i prigionieri non avranno modo di fuggire e dovranno per forza stare al nostro gioco. Ricevuto, tenente?-
Cole Hawthorne annuì, riluttante -Ricevuto, Comandante...-
-Bene, manteniamo il contatto radio. Ora andiamo. Vega, con me!- Shepard estrasse il fucile d'assalto e si appiattì alla parete di destra, appena oltre la porta.
Garrus, un'espressione divertita, continuava a tenere d'occhio i soldati dal mirino mentre Cole radunava la sua squadra.
L'avanguardia funzionò e anche questa volta, Shepard sprecò solo poche munizioni. Dalla stanza, fece un cenno di “via libera” a Garrus che ricaricò il Mantis e corse velocemente verso i compagni, passando radente alla parete di sinistra. La sala era abbastanza piccola, dotata di un bancone d'attesa e una guardiola per il monitoraggio dei detenuti, l'unico collegamento al braccio detentivo, oltre la grata divisoria, era una porta automatica dotata di chiusura blindata. Shepard e James la raggiunsero velocemente e rimasero in attesa ai lati, mentre Garrus entrava correndo dalla grata.
Recuperò una clip universale da una pistola su un tavolo e attivò il visore lungo il canale a infrarossi -La corsa sarà di almeno 50 metri. Sto contando i nemici: una ventina.-
Gli spari avevano allertato un buon numero di prigionieri, lungo il corridoio di massima sicurezza, molti di loro si stavano dirigendo proprio verso la stanza dove si trovavano Shepard e la sua squadra.
Garrus armò una granata stordente e fece cenno a Shepard di aprire la porta. Il Comandante diede una botta sulla serratura centrale, facendo spalancare le ante meccaniche e richiudendola subito dopo che Garrus ebbe lanciato la granata.
Attesero la detonazione e subito riaprirono la porta, Shepard puntò il Claymore verso il bersaglio più vicino e fece fuoco, approfittando che i nemici fossero intontiti dal fumo; dando le spalle a Garrus e Vega, Shepard si fece largo a ritmo cadenzato: colpo, ricarica, colpo, ricarica.
Attraversarono velocemente le sale successive del corridoio di detenzione sempre con lo stesso espediente mentre la seconda squadra terminava i restanti prigionieri, ancora spiazzati dall'intervento della squadra del Comandante.
Arrivarono all'hangar che più della metà dei difensori era stata allertata e stava organizzando l'accoglienza proprio ai margini del quarto braccio, dove Maiden e il suo equipaggio erano tenuti prigionieri.
Shepard, in testa, una volta uscita dalla porta divisoria del braccio 3, trovò dietro uno scatolone metalloco al centro dell'hangar e si armò di Paladin mentre Garrus rimaneva riparato, indietro e Vega la copriva con una sequela di raffiche dal fucile d'assalto.
Il piazzale d'attracco era piuttosto ampio e forniva una sequenza irregolare di ripari, dal trasporto merci terrestre al container. Fortuna volle che Shepard e la sua squadra fossero riusciti ad uccidere un buon numero di carcerati, mandando all'aria qualsiasi strategia decisa dal nemico fino ad allora. La velocità d'esecuzione del piano aveva scombinato ogni piano dei difensori che ora puntavano maggiormente su una tattica confusa e tendevano a disperdersi, facilitando a Shepard il compito di creare un varco fino al braccio di detenzione 4.
-Tenente Hawthorne- Shepard attivò la trasmittente -Rapporto!-
-Siamo giusto dietro di voi.- gridò Cole, seguito da uno sparo -Ho appena perso un uomo e siamo attualmente senza scudi, potrebbe andare meglio-
Il Comandante sbuffò -Piantala di lamentarti, vi abbiamo sfoltito più della metà dei nemici. Muovi il culo e dammi quel dannato supporto!-
-I tuoi compagni sanno come ti chiamavano i marine dell'Alleanza dopo Torfan?- domandò Cole, provocatorio, mentre Shepard si sporgeva per sparare a un prigioniero troppo vicino -Non avevo dato credito alle voci che dicevano che lavoravi con degli alieni e con dei rinnegati... gli hai detto cos'è successo su Torfan, vero? Gli hai detto che hai sacrificato la tua squadra intera per fare una carneficina di Batarian, Lee?-
Shepard gemette, poi si mise al riparo per cambiare una clip termica.
Rivivere proprio ora il massacro di Torfan non era assolutamente appropriato -Cole, metti un tappo a quella dannata fogna che chiami bocca e pensa a raggiungerci. È un ordine!-
-Posso vedere il culo del tuo sottoposto.- replicò il Tenente, in tutta risposta -Siamo subito da te, Lee...-
Shepard trasse un respiro nervoso mentre mirava un carcerato troppo esposto con la Paladin.
James raggiunse il riparo di Shepard proprio mentre faceva fuoco, quindi si accostò a lei -Lola, il tuo generatore di scudi è guasto, dovremmo mandare loro in avanscoperta... ormai le difese dei carcerati saranno agli sgoccioli e io e Cicatrici abbiamo abbastanza colpi da distruggere un Razziatore intero. Un bel fuoco di sbarramento!-
-James, qui gli ordini li do io.- replicò Shepard, sparando un paio di colpi verso il nemico -Siamo soldati d'assalto, armati pesantemente e con un addestramento sul campo contro nemici alla lunga più pericolosi: li spazzeremo via- il Comandante ritornò al riparo, facendo cenno a James di continuare al posto suo, poi esalò un respiro pesante -Hai sentito anche tu quello che ha detto il Tenente?- domandò, la voce decisamente seccata.
Vega si riparò di nuovo, ricaricando velocemente il fucile -Non ha importanza, mi fido di te, Lola... e so che porteremo a termine la missione anche stavolta.-
Il Comandante piazzò le mani ai due lati del casco e lo sfilò dalla testa, infastidita. I capelli erano attaccati alla fronte e il viso era sudato -Cole è uno di quei pochi sopravvissuti che possono dire di avermi visto in azione, James...- ammise -Ho preteso troppo dai miei uomini quando alcuni non avevano una preparazione sufficiente per affrontare un simile casino...- deglutì, poi gli lanciò un'occhiata indecifrabile -Li avevo messi sul mio stesso piano. Oh...- scosse la testa, chiudendo gli occhi e fece aderire la canna della Paladin alla sua fronte, cercando di recuperare la concentrazione necessaria per andare avanti -Ne parleremo poi, d'accordo?-
James le strinse brevemente un braccio, poi si espose per sparare.
La tattica offensiva di Shepard stava dando i suoi frutti: presto i nemici, superiori numericamente ma poco preparati alla strategia violenta che il Comandante aveva disposto, sarebbero caduti tra le loro braccia permettendo a lei e a James di coinvolgerli in mischia.
Lenore batté le palpebre, inspirò ed esalò profondamente, tamburellando le dita sul calcio della pistola, in attesa, poi prese velocemente la mira e diede un paio di colpi veloci... Senza il casco a intralciarla era tutta un'altra storia!

Garrus corse a nascondersi dietro un container, il respiro affannoso sotto il casco mentre ricaricava il Mantis.
Intravide Cole con la coda dell'occhio ed ebbe un moto di disgusto.
Aveva ascoltato anche lui quella conversazione e ciò che Lenore aveva detto a James successivamente...
Shepard aveva vacillato per un istante e ciò non era mai successo durante una missione di quel tipo. Chi diavolo era Cole Hawthorne? E cosa c'entrava con Torfan?
Lo osservò mentre si affiancava a lui e gli rivolgeva un cenno con il capo -Dov'è?- chiese il tenente, avvicinandosi a Garrus forse un po' troppo. Il Generale lo squadrò dall'alto in basso, poi gli indicò il rifugio di Shepard e si sporse a sparare a un prigioniero che cercava un punto di rialzo per prenderli alla sprovvista.
Cole fece cenno a tre dei suoi uomini di coprire il fianco destro del Comandante mentre portava gli altri con sé sulla sinistra. Garrus diede loro quanta più copertura di fuoco possibile, sempre restando nelle retrovie per assicurarsi di avere la situazione sotto controllo. Si chiese perché mai Shepard non si stesse muovendo verso il quarto braccio. La contattò via radio e si sentì rispondere con un gemito soffocato.
-Lenore, tutto bene?- il Generale si sporse, addocchiando con il mirino il suo riparo, preoccupato.
-Un proiettile è rimbalzato sulla corazza di Vega, Vakarian, tutto qui... piuttosto, la strada è chiusa, ho bisogno che tu mi bypassi la porta- Shepard aveva il respiro affannoso, sembrava che soffrisse della fatica, anche se Garrus sapeva che avevano vissuto situazioni ben peggiori.
-Sono subito al tuo fianco, Comandante...- Garrus uscì dal riparo e si mosse prudentemente di riparo in riparo, raggiungendola in poco tempo. Le sfiorò un braccio, attirando la sua attenzione.
Shepard gli rivolse un sorriso, poi posò l'indice sulla trasmittente nell'orecchio -Tenente! Datemi copertura, dobbiamo penetrare nell'edificio il prima possibile! Quando saremo dentro, proteggete la porta- esclamò, rinfoderando la Paladin e sostituendola con l'M-300 Claymore.
Anche Garrus cambiò arma e recuperò il fucile d'assalto, poco sicuro che i suoi scudi avrebbero retto anche a quella carica. Shepard gli rivolse uno sguardo esaustivo, facendogli immediatamente eliminare quel pensiero: anche lei aveva gli scudi a terra e la sua armatura era ammaccata all'altezza del deltoide destro.
I tre si esposero e uscirono dal riparo, scavalcando il muretto e colpendo qualsiasi cosa si muovesse, coperti accuratamente dai soldati di Hawthorne. Raggiunsero l'ingresso del quarto braccio quasi subito, con sommo sollievo di Garrus, il quale si occupò subito di violare l'apertura mentre Shepard faceva fuoco sui soldati che stavano accorrendo verso di loro. James diede un'occhiata all'interno della struttura con il visore a infrarossi, quindi scoppiò a ridere -Non c'è nessuno ad accoglierci. Li abbiamo spiazzati!-
Garrus scosse la testa, impensierito -Stai esultando troppo in fretta, Jimmy Boy- gli gridò, cercando di sovrastare gli spari -Fatto! Dentro!-
Ed entrarono quanto più velocemente possibile, chiudendo la porta dietro di loro. Shepard trasse un sospiro di sollievo e si appoggiò con la spalla alla parete interna -Ci siamo quasi- esalò -Garrus, ripara quanto più velocemente possibile il generatore della mia armatura, poi provvedi ai vostri-
Il Comandante si passò una mano sul viso, cercando di asciugarsi il sudore. I suoni si fecero ovattati, per un momento e tutto intorno a lei prese a girare. Garrus si tolse il casco e afferrò Shepard sul braccio, attivando il factotum per provvedere alla riparazione.
In poco tempo, gli scudi furono rialzati e i tre furono pronti per proseguire il cammino. Il Generale recuperò il casco e diede un'occhiata al Comandante, notando la sua espressione contrita -Lenore... è tutto apposto?-
-Sì- replicò lei, accompagnando il tutto con un respiro sommesso -Abbiamo perso fin troppo tempo... coraggio, dobbiamo tirare fuori Maiden da lì-
Garrus sbuffò, passandosi una mano sulla testa -Shepard, potrebbe essere già morto-
-Vakarian, lo so!- sbottò lei, controllando la riserva di munizioni sul fucile a pompa -Vale la pena provarci comunque...- e superò James, inforcando velocemente il corridoio.
Maiden era rinchiuso con il suo equipaggio in una delle celle poco distanti, come segnalato dalle scansioni termiche. Shepard avvertì Cortez di tenersi pronto, che presto avrebbero richiesto il suo aiuto, poi corse ad aprire la cella.
Quando la spalancò, non seppe trattenere un'imprecazione: dell'equipaggio rimanevano solo pochi brandelli di carne e tessuto...
Il Comandante poggiò la spalla sullo stipite, passandosi una mano sul volto. Garrus si accostò a lei e le riavviò una ciocca di capelli dietro l'orecchio in quello che lui reputava un gesto di conforto -Torniamo indietro...-
Il Comandante scrollò le spalle, il Claymore che pendeva sul suo fianco -Non è possibile... non può andare così dopo tutta la fatica che abbiamo fatto! Non possiamo far volare la Kuwait senza un equipaggio!-
Garrus le rivolse uno sguardo d'intesa a James, anche lui spiazzato dalla piega che aveva preso quella situazione. Con un sospiro nervoso, il Generale strinse a sé il fucile -Era un rischio concreto che i detenuti, vista la nostra superiorità, li avrebbero giustiziati... dobbiamo andarcene e trarre in salvo quei marine prima che uccidano anche loro-
Shepard si passò una mano dietro il collo, poi batté un piede a terra, indispettita -Maledizione! Cole, sei in linea?-
-Affermativo-
-Mantenere la posizione, l'equipaggio è andato- dichiarò Shepard, posando la mano sull'orecchio -Stiamo arrivando a darvi supporto-
-Merda...-
-Dobbiamo aprire l'ingresso dell'hangar. IDA, riesci a fare qualcosa?-
-Certo, Shepard. Posso inviare un impulso elettromagnetico al portellone della stazione... l'apertura durerà almeno cinque minuti, aspetto un tuo segnale.-
-Bene, Cortez, tieniti pronto- Shepard lanciò un'occhiata decisa ai suoi compagni mentre aggiornava il NavPoint -Corriamo, non è ancora finita!-
Raggiunsero Cole per vedere che metà della sua squadra era a terra... erano rimasti in tre a presidiare la porta.
Shepard, in testa al gruppo, li raggiunse celermente e si affiancò al Tenente, acquattato sul suo riparo -Sta arrivando una navetta a recuperarci. Appena arriveremo sulla Normandy faremo rapporto ad Hackett... non gli piacerà sentire quello che è successo qui-
-Oh, certo!- berciò Cole, lasciando andare il fucile -E tutto perché hai fatto ancora una volta di testa tua! Oggi ho perso cinque validi uomini, Shepard. Cinque uomini che avrebbero potuto recarsi sul fronte di Guerra. Dovevate essere più prudenti!-
-Se non fossi intervenuta, ora sareste a tocchetti, come l'equipaggio della Kuwait!- ribatté lei, impugnando nuovamente la Paladin -Abbiamo fallito la missione in parte, Cole, voi siete l'attuale priorità e il mio pilota sta venendo a recuperarci-
-A che prezzo, Shepard?- le rivolse un'occhiata carica d'ira -Hai fatto casino ancora una volta e ora ci ritroviamo a dover raccogliere le dog tags dei caduti senza poter dire di...-
-Ascoltami bene, soldato- il Comandante lo afferrò per il colletto della divisa, esasperata da quel comportamento -Ti ho salvato il culo. Ancora un paio di giorni e quei dannati prigionieri si sarebbero stancati di contattare a vuoto l'Alleanza e vi avrebbero uccisi tutti, dal primo all'ultimo. Tirarvi fuori di qui era l'unica opzione e io l'ho sfruttata... se ciò fa di me una bestia che interpreta gli ordini e pensa solo al risultato finale... beh, allora sono la cosa più vicina a ciò di cui la Galassia ha bisogno in questo momento.- Shepard trasse un respiro, dando un'occhiata ai soldati che continuavano a combattere, attorno a loro -Ci conosciamo da anni, Cole, abbiamo vissuto assieme momenti difficili e abbiamo visto fin troppe morti sul campo... ce l'hai con me perché ho lasciato che i nostri migliori amici e compagni morissero? Mettiti l'animo in pace, perché rifarei tutto daccapo se ciò servisse a terminare la missione...- Lenore ebbe un moto di repulsione dalle sue stesse parole, ma si costrinse a proseguire il discorso -Ora prendi quel dannato fucile e proteggi i tuoi ultimi due uomini, tenente! Sono stata chiara?-
Cole strinse l'impugnatura del suo fucile d'assalto, la mascella serrata e lo sguardo carico d'ira.
-Tenente, esigo una risposta!- gridò Shepard, spazientita.
-Sì,- il soldato le lanciò un'occhiata rabbiosa -Sìssignora, Signora- e si voltò verso i suoi soldati, ordinandogli di continuare a combattere.
Lenore si passò una mano sul viso.
L'idea della possibilità, in futuro, di dover decidere se salvare la sua squadra o garantire per la riuscita della missione contro i Razziatori l'aveva messa nuovamente in difficoltà. Sentì il peso delle vite che aveva coinvolto, il cuore delle persone accanto a lei che batteva frenetico... e il suo coraggio venne meno per qualche istante.
Su Torfan aveva perso i suoi migliori amici, dei validi combattenti, ma non c'era altra scelta se non il sacrificio: la minaccia andava debellata con qualsiasi mezzo.
Le soluzioni, in quell'inferno di battaglia erano due: fuggire o uccidere. E lei aveva fatto la sua scelta, discutibile, ma ebbe comunque successo. Ne avrebbe portato le conseguenze appuntate nel medagliere della sua divisa ufficiale. Difatti, sotto la medaglia al valore, aveva inciso il numero esatto degli uomini che lei aveva mandato a morire, che avevano seguito senza discutere i suoi ordini, fiduciosi di tornare al campo base sani e salvi, come da lei promesso.
L'altra faccia della responsabilità, per citare un luogo comune.
Riprese coraggio quando Garrus le indicò la navetta, due soldati dell'Alleanza, all'interno, stavano fornendo fuoco di copertura grazie a delle torrette.
Prese il tenente per la collottola, costringendolo a prendere i suoi soldati e ad andarsene mentre il suo gruppo gli copriva ulteriormente la fuga.
Quando il portellone del Kodiak venne richiuso, non ebbe cuore di guardare negli occhi Cole, né di sedersi al fianco di Garrus, che l'osservava con una punta di preoccupazione.
E riuscirono a fuggire da quell'inferno, senza proferire alcuna parola, lo spettro di Torfan che pesava sulle spalle di Shepard come un fastidioso macigno.

 

 

 

-Un altro incubo?-

Shepard si rannicchiò sul bordo del letto, la testa fra le mani. Aveva sognato di Torfan, di Cole... e si era risvegliata di soprassalto, convinta di essere ancora sul campo di battaglia a vedere i suoi uomini morire uno dietro l'altro.
Garrus le carezzò dolcemente un braccio, sporgendosi verso di lei, in apprensione.
Lenore sospirò sommessamente, poi voltò lievemente la testa verso di lui, un sorriso tirato -Non è niente... torna a dormire-
-Non ho mai dormito, Len...- ammise lui, avvolgendola in un abbraccio -Cosa ti succede?-
Il Comandante si voltò completamente, incrociando il suo sguardo, l'aria turbata -Sei sicuro di voler sapere quello che mi passa per la testa? Potrei davvero farti passare la voglia di stare al mio fianco...-
Garrus ridacchiò per quell'asserzione, ritraendo le braccia -Starò al tuo fianco in ogni caso, Shepard... anche se mi rivelassi che tu e l'Araldo vi trovate per giocare a Bridge una volta al mese-
-Di solito, io porto la birra- scherzò lei, rasserenandosi lievemente, poi si scostò, cercando di consolidare il contatto visivo -Non mi sento assolutamente in colpa per quello che ho fatto, Garrus... so di essere la migliore e le mie scelte sono perfettamente coerenti con il contesto. È un ruolo di responsabilità che ho voluto io dal momento in cui ho fatto la scuola per ufficiali e ho intrapreso il programma N7.-
-E allora cosa ti turba?- il Generale si sollevò leggermente, puntando un gomito sul materasso.
-Hai letto i miei rapporti su Torfan, Garrus?- Lenore chinò lo sguardo -Sai cos'è successo, vero?-
-Non hai avuto altra scelta, Len...-
-E allora perché continuo a rivivere la morte di ogni mio singolo sottoposto? Perchè l'opinione pubblica continua a chiamarmi “Il Macellaio di Torfan” a distanza di anni? E perchè i soldati dell'Alleanza temono anche solo l'idea di stare in una stanza dove ci sono io?- la voce di Shepard era un crescendo, si potevano distinguere una serie di sentimenti contrastanti, dall'ira allo sconforto -Mettici anche che ho convinto Saren a suicidarsi, ho lasciato che il precedente Consiglio morisse e ho distrutto un fottuto Portale Galattico... sto dimenticando nulla? Ah, sì, sono fuggita dalla Terra lasciando appiedato Anderson...- sospirò nervosamente -Non sono una paladina della giustizia, dannazione, una guerra va affrontata con il pugno di ferro, con decisioni rischiose, e io mi sento così... così sola davanti a un mare d'imbecilli!- si passò una mano sulla fronte, sbuffando.
-Shepard, lascia che ti dica una cosa- Garrus si portò a sedere, lanciandole un'occhiata severa -Molte azioni che ti ho visto fare, mi hanno portato a rivalutare l'atteggiamento che ho sempre avuto nei confronti delle ingiustizie. Hai un modo di fare brusco, sei cinica e indisponente verso il prossimo... ma sei sempre stata l'unico barlume di speranza che mi portava a scendere dal letto ogni mattina, dopo i Collettori. Sappi che stai facendo tutto questo non per tuo tornaconto ma per il bene della Galassia, quindi smettila di tormentarti, perché sei nel giusto. Eri nel giusto quando hai deciso di affrontare Saren a viso aperto, quando hai deciso di sacrificare la tua squadra su Torfan per mettere fine a un problema che andava avanti da anni, quando hai risparmiato la vita di Wrex su Virmire e quando hai... oh, potrei continuare per ore e troverei un lato positivo per ogni dramma che hai passato. Sono con te, Shepard, se questo ti consola, e semmai vorrai avere un confronto aperto, io sarò sempre disposto a prestarti orecchio.-
-Garrus, ma tu non hai le orecchie- Lenore gli sorrise maliziosamente, cercando di allentare la tensione.
-Porca miseria, Len!- Garrus perse la maschera di serietà e scoppiò a ridere -Riuscirò mai a fare un discorso serioso con te?-
La donna lo spinse lievemente, distendendo il viso martoriato dalle cicatrici -Mi fa piacere averti accanto... si può dire che sono più tranquilla?-
-Lo chiedi a me?- il Turian le carezzò dolcemente la fronte riavviandole le ciocche di capelli che le coprivano il viso -Ogni tanto ho il dubbio che la mia presenza non faccia altro che peggiorare la situazione... da quando sono sulla Normandy, ti sono rispuntati fuori quegli squarci sul viso-
Shepard si carezzò la guancia destra, sfiorando con le dita i solchi causati dal rigetto degli impianti sintetici che Cerberus le aveva installato. Sospirò sommessamente quando le tornò in mente il discorso che aveva fatto con Mordin e la Chakwas qualche giorno prima... aveva affermato di voler tenere le cicatrici in perpetuo ricordo della sua rinascita.
In realtà non sapeva nemmeno lei perché non aveva voluto sottoporsi a quell'intervento di rimozione... non tutti i gesti necessitano di un perché, alla fine. O forse era talmente scontato che quelle cicatrici avessero un significato che il significato stesso si era perso nei meandri della testa di Lenore.
Ridacchiò nel formulare quell'ipotesi, attirando l'attenzione nuovamente sul dialogo, nonostante il piacevole massaggio alla testa che le stava facendo Garrus.
-Così mi offendi, Shepard... non hai nemmeno provato a negare il collegamento tra me e le tue cicatrici-
-Beh, tu ti sei preso un missile in pieno viso, io un raggio particellare grosso quanto la Normandy... abbiamo decisamente qualcosa in comune- Lenore ridacchiò ancora una volta e si sollevò a sedere, un sorriso compiaciuto tra le labbra.
Garrus le lanciò un'occhiata di sufficienza -Fattostà che le mie cicatrici sono decisamente più affascinanti delle tue...-
-I sondaggi mi danno in testa, Vakarian, rassegnati- Lenore scosse la testa, l'aria falsamente rassegnata.
-In una nave umana, qualsiasi cosa che abbia due tette vince sul fascino misterioso di un rinnegato Turian...- ammise lui, ridendo -Mi sento discriminato. Dovrò fare rapporto al Comandante...-
Lenore gli scoccò un bacio sulla spalla, circondandolo con le braccia -Grazie del discorso, Garrus... non so davvero cosa farei senza di te-
-E io di te-
Si scambiarono un'occhiata dolce, poi ritrassero entrambi la testa, l'aria falsamente schifata, e scoppiarono a ridere come matti.
Finalmente, Shepard si sentiva in pace con sé stessa. Avere la comprensione di Garrus le aveva permesso di far luce su un dramma che tormentava il suo sonno da anni. Anche se quello spettro non l'avrebbe mai abbandonata, lei sapeva che poteva contare sulla fiducia del suo compagno e sulla sua completa comprensione... si chiese se se si meritava quella fedeltà assoluta e si domandò quando si sarebbe presentata l'occasione di pagare lo scotto, ma quella sequela di pensieri si dissolse non appena le labbra di Garrus si posarono sulle sue, facendole perdere il filo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota:

Mi scuso per il papiro che sto per farvi, ma è importante per me chiarire un paio di punti :D
Sarò sincera, penso di aver divagato in più parti, ma la stesura di questo capitolo mi soddisfa anche se temo che, in futuro, lo revisionerò ampiamente.
Lenore ha come background “Implacabile”, è un ufficiale conscio delle sue capacità e di quelle dei suoi sottoposti e farebbe di tutto pur di terminare una missione con successo, anche se i mezzi e le strategie che applica sono largamente discutibili. Ho voluto accettare un consiglio gradito, cercando di inserire una “quest secondaria” che facesse da tramite con il discorso che il Primarca ha posto a Garrus qualche capitolo prima, a proposito del fatto che Shepard sacrificherebbe tutto per il bene della missione, anche i suoi uomini, Garrus compreso. In più, Lenore è una perfezionista, ci mette l'anima nel suo lavoro sacrificando la sua vita privata per l'esercito e pretende che ogni missione che svolge sia un completo successo.

Spero che questo capitolo un po' anomalo sia stato di vostro gradimento. Vi ringrazio d'anticipo se deciderete di leggerlo fino alla fine e se deciderete di farmi degli appunti tramite recensione.
Grazie

J.

   
 
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