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Autore: Floina92    23/11/2012    0 recensioni
Londra, 1824. Ellyson è la tipica ragazza 21enne sognatrice, che spera di trovare l'amore vero, anche se dopo la morte della madre e il matrimonio della sorella, non ha fatto altro che rinchiudersi in casa. Decisa a svelare al padre la sua voglia di libertà, si ritrova invece a dover convivere con 2 persone estranee in casa sua...
Genere: Avventura, Mistero, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Storico
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LONDRA 1824


Era la solita mattina grigia di Londra, nei pressi di southwark, quando Ellyson Corwell, seduta davanti la finestra di camera sua, fu distolta dai molteplici pensieri da un tuono. Ultimamente pensava parecchio alla sua vita poco avventurosa, molto spesso monotona e noiosa. Aveva appena compiuto 21 anni e non aveva ancora conosciuto il vero amore, rifletteva. E non solo, perchè chiusa tra quelle quattro mura, ormai troppo strette per lei, non si sentiva realizzata. Il cucito o il ricamo erano hobby divertenti per tutte le sue coetanee, ma non per lei, non per Ellyson. Si ripeteva di non leggere più quei libri tanto affascinanti, tra cavalieri, principesse ed intrepidi duelli che la facevano sognare. Di certo non avrebbe mai preso una spada in mano o fatto del male a qualcuno, no, lei era una donna dolce ed educata. Aveva ricevuto dalla madre un educazione solida, le aveva fatto da mamma, da amica, da chaperon. E da quando era scomparsa, 3 anni prima, aveva lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di Elly, come la chiamava lei. Suo padre era spesso assente perchè era un uomo d'affari, lavorava in banca da ormai quasi 30 anni. E sua sorella Mandy, da poco si era sposata con il Duca Roger Tolds. Aveva lasciato la sua camera com'era e capitavano delle volte un cui Ellyson entrava solo per nostalgia della sorella maggiore, di due anni appena. Erano molto diverse... Elly aveva lunghi capelli neri e grandi occhi verdi rifiniti da folte ciglia. La sua carnagione era chiara e aveva labbra rosa. Era più magra del solito, quei pensieri la stavano affliggendo nel corpo e nella mente. Sua sorella invece somigliava al padre, capelli castani e occhi nocciola, una bellissima donna anche lei. Da quando se n'era andata, Ellyson non aveva più nessuno con cui confidarsi o chiaccherare. Si sentiva sola. Dava accesso a strani pensieri. Così decise di scendere giù in cucina a bere del tè. Scese di corsa le scale, sperando che i pensieri potessero andare via alla stessa velocità. Sul divano del salotto il cane stava dormendo beato e la domestica si occupava della casa. Non era molto grande, ma perfetta per una famiglia di quattro persone, arredata finemente e nei minimi dettagli, sui colori del verde e dell'oro. Non molto lontana dal centro della città e dalle altre abitazioni. I loro vicini erano persone deliziose, sempre pronte ad offrire una mano. Elly non si sarebbe mai dimenticata di quanto aveva fatto la sua vicina di casa, se non che amica d'infanzia, quando sua madre stava morendo. Le era stata accanto giorno per giorno. Giudit era poco diversa da lei, ma aveva trovato la forza di lasciare quel posto e cercare fortuna altrove. Si spedivano lettere, che adesso a distanza di sei mesi arrivavano sempre più di rado. Seduta sulla sedia davanti il tavolo, con le mani intorno alla tazza calda, Ellyson guardava la pioggia scendere leggera. Si strinse nel suo abito di lana rosa per prottegersi da quel filo di vento che riusciva a passare dalla finestra. Non si era nemmeno accorta di aver finito il tè. I pensieri avevano sempre la meglio su di lei.
"Signorina Ellyson, posso prendere la vostra tazza vuota?" , sobbalzò Elly a quell'inaspettata domanda
"Certo Jen, tieni pure..." con un forzato sorriso, allungò la tazza verso la domestica, che lavorava li da molto tempo e con cui era nata una piccola amicizia.
"C'è qualcosa che non va? Vi vedo distratta ultimamente..." disse Jen.
"E non sbagli. E' un periodo, passerà come tutto il resto è passato." rispose Elly con l'amaro in bocca.
"Non credo sia solo un periodo. Questa storia va avanti da tre mesi, da quando anche vostra sorella non abita più qui. Forse dovreste cambiare aria. Perchè non parlate con Giudit?" un sorriso si accese su quelle labbra.
"Vedi Jen, io e lei non ci scriviamo più come prima e comunque non potrei lasciare papà solo." 
Jen sbuffò  "Vostro padre è un uomo grande e grosso, sa badare a se stesso al contrario di max, il vostro cucciolone" sorrise ancora, ripensando ai guai che combinava in casa.
Elly pensò a come fosse vero quanto si diceva. Un cane con un semplice sguardo riusciva ad emanare fiducia e dolcezza, e Max ne dava anche troppa. Quando arrivava un ospite spesso le sue feste erano esagerate. Saltava e abbaiava facendo sorridere tutti.
"Come darti torto? Ma dove potrei andare? Sono affezionata a questo posto, qui c'è la mia vita..." Elly non era molto convinta della sua ultima frase e Jen glielo lesse negli occhi.
"Come credete, ma sappiate che vi conosco bene e so che qui non c'è molto per voi. Parlatene con vostro padre". A quelle parole Elly quasi si convinse. E infatti la stessa sera ebbe il coraggio di bussare allo studio di suo padre.
  
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