Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: Lupus    12/06/2007    7 recensioni
L’uomo teme ciò che non può vedere e si sente attaccato da tutto ciò che gli è incomprensibile.
Per questo Light e Ryuk erano terrorizzati: non capivano.
Nessuno dei due.
[Dopo la fine c'è sempre un nuovo inizio]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Ryuuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

 

“Ryuk, faresti una cosa del genere per me?”

“No.”

“Era prevedibile.”

 

 

 

I l   c i c l o   d e l l a   v i t a

 

 

 

 

 

Light Yagami era tranquillamente seduto sulla sedia della sua scrivania a contemplare la prossima mossa che Kira avrebbe dovuto eseguire per sciogliere quel complicato nodo che si era venuto a formare qualche giorno prima con l’arresto di Misa.

Teneva il conto mentale dei pro e dei contro che erano nati da questo nuovo incontro e sorrise beffardo pensando che forse la ragazza gli aveva portato più seccature di quanto si fosse aspettato.

Avrebbe preferito ucciderla, ma non poteva, altrimenti quella Shinigami, Rem, si sarebbe vendicata scrivendo il suo nome sul Note.

Che strano – pensò. Come era possibile che un Dio della Morte potesse provare dei sentimenti nei confronti di un umano?

Andava contro tutte le leggi della natura.

 

 

 

L’amore non ha mai avuto né catene, né limiti.

È come un foglio bianco: spetta a te, poi, macchiarlo di tuo.

 

 

 

Il rumore fastidioso della lancetta dell’orologio che adagio contava i secondi – uno ad uno – e al contempo il molesto silenzio che si intervallava al suono del pendolo innervosirono Light al punto tale da portarlo ad alzarsi dalla sua postazione.

Uscì di casa senza alcun preavviso sotto lo sguardo attonito di Ryuk che non sospettava minimante che, se il giovane promettente era andato fuori uso, la colpa era in parte sua, o meglio del quaderno.

 

 

 

Quel sottile filo che mantiene in equilibrio la lucidità di una persona era stato tagliato dalle forbici del sarto che aveva tessuto lentamente la sua vendetta.

 

 

 

Raito sgusciò rapidamente fuori casa e, dopo aver richiuso la porta alle sue spalle, decise la meta di questa sua fuga dal disagio interiore che gli provocava l’ambiente della sua camera: voleva tornare sul luogo dove aveva sotterrato il Note da non molto tempo. 

Per tutto il viaggio Ryuk non gli chiese niente.

Non che non fosse incuriosito da questo comportamento abbastanza insolito di Light, ma preferiva non rovinarsi in qualche modo la sorpresa che di sicuro – secondo lui – il ragazzo gli avrebbe riservato.

Quando, però, il Dio della morte venne a conoscenza del luogo esatto in cui erano diretti non riuscì più a trattenersi.

“Cosa hai in mente questa volta?”

“Niente, Ryuk. Assolutamente niente.”

Lo Shinigami sussultò.

Qualcosa nel comportamento del giovane era cambiato completamente.

Da quando lo conosceva non aveva mai fatto passi falsi, m a i.

Eppure ora aveva appena commesso un errore gravissimo che fatto qualche giorno prima gli sarebbe senz’altro costato la vita.

Che avesse deciso di arrendersi?

No, non lui. Non Light Yagami. Come poteva pensare ad una cosa del genere?

Eppure, quella maledetta sensazione che picchiava forte alla tempia, come una fastidiosissima zanzara che non ti permette di dormire la notte, non voleva proprio andarsene.

La paranoia si stava lentamente impossessando di Ryuk.

Non era mai successo che il ragazzo lo chiamasse per nome ad alta voce – era decisamente fin troppo rischioso . E, per giunta, non era mai successo che parlasse con lui fuori casa; non sia mai, poi, se si trovavano – come in quel momento - in un quartiere dove alla gente piaceva sparlare dei comportamenti delle persone.

Il Dio della morte, quindi, ne dedusse che doveva essergli capitato qualcosa di veramente grave.

Ma cosa?

 

 

Ti stai forse preoccupando per Light, Ryuk?

 

 

 

 

Piccola goccia d’inchiostro nero che macchia il bianco del foglio.

Tutto ciò che è materiale ha un inizio, un principio, il quale si presenta sotto svariate forme.

[Lo spazio ha origine da un punto, l’albero nasce da un seme.]

 

 

 

 

 

 

Light Yagami era così impegnato a pensare intensamente a tutto quello che gli era successo in quel  lasso di tempo che non si accorse di essere già arrivato nel luogo dove aveva seppellito il quaderno.

Si sentiva particolarmente agitato. Forse a causa della decisione che a breve avrebbe dovuto prendere o forse da quel paranoico pensiero che gli era saltato in mente quando era ancora in camera sua. Anche se lui stesso rinnegava quest’ultima opzione perché non poteva  [non riusciva a] credere che Ryuk potesse, in qualche modo vago e indefinito, interessarlo.

Infine, riuscì a convincersi che questo suo comportamento inusuale era causato dall’ansia e dallo stress che lo stavano facevano ammattire con la loro tenace pressione.

Chiunque tenti di giustificare le proprie azioni è colpevole. Un po’ come il piccolo Pinocchio che mentiva spudoratamente alla sua coscienza dopo le marachelle che combinava.

Era prigioniero di se stesso e cosciente di esserlo, come una mosca che cade consapevolmente nella trappola posta da un ragno.

 

 

Paura della verità, Yagami?

 

 

 

 

Altra piccola goccia di inchiostro nero che si posa delicatamente sul foglio bianco.

Il principio cresce, si muovere orientandosi a seconda delle sue caratteristiche esistenziali.

[Quel semplice punto genera una retta. Quel piccolo seme diventa un arbusto.]

 

 

 

 

 

 

“Ryuk…”

“Mh?”

“La prossima volta che mi sentirai dire la parola “rinuncio” indipendentemente dal contesto, la prossima volta che userò quel verbo significa che vorrò abbandonare il quaderno.”

“Ho capito.” *

 

 

Ma perché? Perché Light Yagami aveva preso quella decisione?

Forse, allora, Ryuk aveva visto giusto: voleva arrendersi…

Per tutto il cammino verso il quartier generale, il Dio della morte si crucciò per cercare di trovare una qualsiasi ragione che spiegasse quanto il ragazzo gli aveva appena comunicato, ma non ne trovo alcuna.

Non riusciva a capire cosa gli passasse per la mente e questo lo infastidiva non poco.  

Non gli era mai capitato di vederlo così strano.

Sembrava quasi che fosse insicuro di sé e di ciò che stesse facendo – cosa che associata alla figura di Light Yagami sembrava più un colmo che una crudele verità.

 Anche se, in fondo, tutti gli uomini di fronte al loro rispettivo timore più grande diventano piccoli ed insignificanti, come pure succede ad un elefante che incontra per la sua strada un topo.

 

 

Stai ancora pensando a lui, Ryuk. Bisogna iniziare a preoccuparsi?

 

 

 

 

Ennesima goccia di inchiostro nero che si amalgama con il bianco  del foglio oramai quasi del tutto ricoperto da macchie.

Tutto ciò che esiste matura, si evolve perché è così che la natura dello stesso vuole.

[La semplice retta va a formare lo spazio. Il piccolo arbusto diventa un albero.]

 

 

 

 

 

 

Light aveva bisogno di conoscere l’attuale ubicazione della stanza di L, quindi lo chiamò al cellulare e si fece dare le istruzioni utilizzando uno scusante che lasciò Ryuk completamente basito.

“L, devo parlare con te. Temo di essere Kira.”

Il Dio della morte iniziò a chiedersi dove diavolo il ragazzo volesse arrivare e cosa diamine lo portasse a spingersi così in là. 

Si sentiva frustrato perché Light non si decideva a spiegargli il suo piano e impotente perché lui da solo non riusciva ad arrivarci.

E svestendosi, dunque, di quello orgoglio che tanto lo caratterizzava, chiese più volte spiegazioni al ragazzo, senza però ricevere alcuna risposta. Prevedibile, dato che si trovavano proprio nella tana del nemico; almeno in questo, quel giorno, Light era stato coscienzioso.

Quando l’essere umano ha paura inizia a non capire più nulla e a muoversi a vanvera cadendo inevitabilmente nella trappola del nemico. Un po’ come succede anche alle galline che, terrorizzate a morte, iniziano a spostarsi da una parte all’altra, finendo immancabilmente nelle fauci della volpe di turno.

 

 

 

Light Yagami aveva delle idee precise in testa su come si sarebbero dovuti svolgere i fatti - salvo eventuali complicazioni.

Si sarebbe fatto arrestare e avrebbe abbandonato il quaderno in modo tale da perdere la memoria e provare ad L che lui non era effettivamente Kira.  

Con il quaderno, poi, sarebbero scomparsi tutti i ricordi legati ad esso, però il pensiero di aver sotterrato qualcosa d’importante – anche non conoscendo in effetti cosa – l’avrebbe pervaso comunque e tutti sappiamo dove la curiosità di un uomo può portare.  Dunque, una volta ritrovato il note, avrebbe riacquistato di nuovo tutti i ricordi e avrebbe tranquillamente continuato, senza destare più sospetti, la realizzazione del suo sogno.

Era pericoloso, lo sapeva.

Il suo piano poteva molto facilmente saltare in aria per una qualsivoglia complicazione. Per questo motivo, infatti, aveva paura.

Oramai, però, il dado era stato tratto e non poteva più tirarsi indietro, anche se, vedendo il comportamento strano di Ryuk di pochi attimi prima, gli era saltata in testa un’idea decisamente assurda. Un flebile barlume di speranza perché, come si dice, essa è sempre l’ultima a morire.

Se lo Shinigami si fosse in qualche modo anomalo affezionato a lui, poteva benissimo salvarlo. Bastava che si sacrificasse scrivendo il nome di L sul Note. D’altronde era da tempo che si conoscevano, ne avevano passate tante, ma davvero tante insieme.

 

 

 

È divertente osservare come gli uomini cerchino di prendere sempre la via più facile, anche quando questa è palesemente rappresentata da un’utopia.

 

 

 

Dopo una lunga riflessione, Light tornò in sé e capì che era meglio non sognare ad occhi aperti – non in un momento delicato come quello in cui si trovava al momento, almeno. In fondo si stava parlando pur sempre di Ryuk, non di un Dio della morte qualsiasi.

E, mentre veniva trasportato nella cella dove a breve sarebbe stato soggetto alle più sadiche torture, si convinse che l’unica via d’uscita era quella progettata prima.

Era inutile sperare invano. Lo Shinigami non avrebbe fatto nulla per lui.

Assolutamente nulla. 

 

 

 

L’uomo teme ciò che non può vedere e si sente attaccato da tutto ciò che gli è incomprensibile.

Per questo Light e Ryuk erano terrorizzati: non capivano.

Nessuno dei due.

 

 

 

 

Ultima goccia del nero inchiostro che oscura completamente il bianco foglio.

Tutto ciò che esiste muore, abbandona la materialità e nasce nuovamente in una verità trascendente a quella corruttibile, lasciando il posto ad un’altra esistenza che seguirà le sue leggi.

[Lo spazio non finirà mai perché la vera realtà astratta risiede in se stesso, mentre il povero albero secco cederà il suo posto ad un altro seme].

 

 

 

 

 

 

 

Light Yagami, sfinito dalle torture che stava subendo, osservava Ryuk come un cane guarda il suo padrone quando capisce che questi lo sta abbandonando.

Era come se il giovane sperasse ancora che il Dio della morte potesse salvarlo in qualche modo.

 

 

Purtroppo la realtà si presenta sempre in modo diverso da come l’immaginazione la vede.

 

 

 

Light Yagami stava impazzendo.

Era ammanettato da capo a piedi, fermo immobile in una posizione assolutamente scomoda. Non resisteva più, non c’è la faceva a sopportare tutto quello strazio.

Poteva sempre arrendersi, ma questo significava perdere qualcosa di importante che avrebbe potuto non rivedere.

Ma alla fine non resistette più.

Un labile movimento delle labbra che, con il supporto delle corde vocali, generò un suono, il quale si ricollega ad una precisa parola, che per Light fu l’unica via possibile di salvezza.

 

 

 

“Rinuncio”

 

 

 

 

Questa volta Ryuk e il quaderno l’avrebbero abbandonato per sempre, anche se era sicuro che presto si sarebbero incontrati nuovamente per terminare quello che avevano iniziato.

Lo Shinigami prima di andarsene sorrise.

Egli stesso non seppe spiegarsi il perché di questa azione, fatto sta che lo fece il che rassicurò Light che poté finalmente rasserenarsi.

 

 

 

La grandezza sta nelle piccole cose.

[Oscard Wilde]

 

 

Un sorriso vale più di cento parole.

 

 

 

 

 

Il foglio di carta completamente nero viene sostituito da un altro interamente bianco.

Questo perché tutto è un ciclo continuo, come un’enorme ruota: alla fine si ritorna sempre da dove si è cominciato.

La storia si ripete anche se i protagonisti cambiano.

[Di questi ultimi, però, rimarrà solo un’idea astratta che non si perderà mai nel vuoto, come la retta non si smarrirà mai nello spazio. Ma della loro esistenza non rimarrà null’altro che cenere, la quale verrà sostituita da un altro individuo, come l’albero che una volta morto viene rimpiazzato da un nuovo seme.]

 

 

 

 

The End

[Dopo la fine c’è sempre un nuovo inizio.]

 

 

 

 

***

 

 

 

Da giorni, oramai, un alquanto strano ragazzo abbastanza giovane si recava sempre nello stesso posto alla stessa ora e, come se niente fosse, con l’aiuto di una pala, iniziava a scavare il terreno senza mai fermarsi un istante.

L’assiduo pensiero di aver nascosto qualcosa di molto importante tra quella montagna di terra lo tormentava tutte le notti. 

Non ne poteva più.

Finalmente, dopo giorni e giorni passati a scavare senza trovare alcunché, intravide qualcosa di nero, simile ad un quaderno, con su scritto a lettere cubitali: “Death Note”.

Lo prese in mano e una vita che non ricordava di avere avuto gli tornò in mente.  

Kira, L, Misa, ma soprattutto…

 

 

 

“Ryuk?”

“’’Giorno Light”

“Sapevo ci saremmo incontrati di nuovo.”

 

 

 

 

Il lupo cattivo è tornato per uccidere il cacciatore che non gli aveva permesso di mangiare Cappuccetto Rosso.

 

 

 

Non c’è fine ai mali del mondo.

Perché dovrei mentirvi?

 

 

[Non siamo più bambini.]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N/A

 

*Discorso ripreso pari pari dal manga, volume quattro.

 

I personaggi non sono miei e non mi appartengono in nessun modo.

Ogni riferimento fatto a luoghi e/o persone è puramente casuale.

La fiction è frutto della mia mente costantemente malata e influenzata dalla storia dell’arte e dalla filosofia in generale, ma non è stata scritta per scopi di lucro.

 

La storia, infine, partecipa al concorso indetto da Hiachi/Elaisa e Solarial.  *-*

 

Spero sia stata di vostro gradimento, anche perché è il mio primo lavoro sul fandom di DN. ^^

Saluti.

 

Lupus.

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Lupus