Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: _Rossyj_    23/11/2012    3 recensioni
Ross e la sua migliore amica Caty si trasferiscono dall'Italia in America a sei anni. Vivono nella Grande Mela per cinque anni per poi andare a Westerville dove frequenteranno le scuole medie e il Liceo. Nuovo stato, nuova vita, nuovi amici.
Dal primo capitolo:
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giunse il giorno per noi Blue Roses di incontrare i famosi Warblers. 

Blaine ci aveva detto di ritrovarci in un magazzino, non troppo lontano dalla scuola.

Ero proprio davanti al portone che lo osservavo come se fosse l'entrata per il Paradiso, tutte le altre erano ancora indietro: pensavo a dove ero arrivata, pensavo che ero la leader e che dovevo essere io a rappresentare il gruppo, pensavo che dietro a quello strato di ferro ci fossero circa una ventina di ragazzi...ragazzi...ecco la parola chiave che più mi faceva tremare le ginocchia.

Frequentando solo scuole femminili non ero abituata a stare troppo tempo con persone del sesso opposto al mio. Non che mi dispiacesse, con le poche conoscenze maschili che avevo andavo d'accordo, il mio carattere era forte e se dovevo rispondere a tono lo facevo, ma questo anche con le femmine, soprattutto con le femmine.

Fu sempre Caty a risvegliarmi dai miei pensieri facendomi prendere un colpo. Mi girai e la ritrovai dietro di me che rideva. Alzai gli occhi al cielo e assieme aspettammo che le altre arrivassero. Quando arrivarono ci disponemmo a cerchio, come al solito, e cominciammo a confabulare; io come un genitore premuroso che raccomandava alle proprie bambine di fare le brave, di non sbavare dietro ai ragazzi e soprattutto di evitare alcune delle loro tipiche battutine e loro che mi ascoltavano attentissime.

Finii il mio discorsetto e bussai leggermente al portone per poi dirigermi verso il centro del magazzino seguita dalle ragazze. 

Ci disponemmo come i quattordicenni che avevamo davanti, ovvero in fila orizzontale con me in centro un passo più avanti delle altre.

Blaine aspettò un minuto, nel quale noi Blue Roses squadrammo ogni Warblers dalla testa ai piedi e viceversa, per cominciare a parlare, presentando i suoi coetanei e spiegando che cosa avrebbero cantato ecc. solo che io mi accorsi di non star ascoltando nemmeno una parola di quello che stava dicendo. Mi ero incantata a fissare un ragazzo: non era molto alto ma di sicuro più di Blaine, indossava la stessa divisa che portavano gli altri, mi soffermai sugli occhi che erano nascosti da un paio di occhialoni blu notte ma di un bell’azzurro con molte striature di verde che non si poteva non notare, più di un verde acqua direi, il sorriso era candido e radioso, aveva qualche lentiggine e i capelli erano di un biondo scuro ma non troppo. Nell’insieme non era uno di quei super-fighi tipici della TV, ma c’era qualcosa che quasi mi costringeva a fissarlo. 

Lo vidi sorridermi e per poco non svenni. Ricambia guardandolo come ebete ma subito vidi che distolse lo sguardo per girarsi verso Blaine.

Sentì quasi nostalgia di quel sorriso ma subito mi dovetti riprendere perché Blaine mi stava guardando con un sorriso, come se stesse aspettando una risposta da me.

Un po’ rossa in viso, con gli occhi spalancati, deglutii rimanendo in silenzio. 

Ci fu un attimo di silenzio in cui la mia mente stava provando a rielaborare le informazioni appena ricevute ma non riuscivo a trovare niente, come quando cerchi qualcosa su Google e ti dice “forse stavi cercando…” perché non lo trova.

Finalmente qualcuno parlò e fu proprio la ragazza alla mia destra, ovvero Lara che disse “Bhè…allora credo possiate incominciare!”.

A quel punto gli Warblers cominciarono a intonare le prime note di Animal e io mi girai verso la mia salvatrice e con le labbra mimai un “grazie” che la fece sorridere. 

Finalmente riuscì a concentrarmi sul duetto di Blaine e di un altro ragazzo.

Noi ragazze tenevamo il tempo con i piedi e quando alcuni Warblers iniziarono a venire verso di noi alcune cominciarono a squittire.

Blaine e l’altro Warblers ci inondarono di schiuma, con la quale cominciammo a giocare come se fosse neve tirandocela addosso.

In particolare io ero stata presa di mira dal ragazzo di prima e quando mi lanciò la prima ‘palla di schiuma’ non me lo feci ripetere due volte e cominciammo una battaglia tra noi due finché lui non scivolo e quando feci per avvicinarmi mi ritrovai la faccia piena di schiuma così mi ripulì in fretta così da poter continuare la lotta solo che l’altro ‘combattente’ non riusciva più a rialzarsi così mi avvicinai facendo il segno di pace e provai ad aiutarlo.

Nel tentativo caddi anche io, proprio sopra di lui.

Sbattei più volte le palpebre e mi misi a ridere chiedendogli scusa. Lui, come me, si mise a ridere –la risata più bella che avessi mai sentito, pensai- per poi ritentare ad alzarsi. Con un po’ di fatica ci riuscì, quindi mi porse una mano che accettai. 

Eravamo in piedi, faccia a faccia, che ci sorridevamo, con le mani ancora intrecciate: ero persa in quelle iridi mozzafiato. 

La sua voce mi riportò nel mondo dei comuni mortali -ora che ci pensavo non sapevo ancora il suo nome e quella era la prima volta che mi rivolgeva la parola- “Mi chiamo Alex”.

Il mio cervello era andato in pappa a quelle tre parole e riuscii a mormorare solo il mio nome. 

Rimanemmo così, a contemplarci a vicenda per un po’, finché qualcuno, che identificai come Blaine Anderson, non mise una mano sulla mia spalla –mi appuntai mentalmente di dargli un ceffone appena ne avrei avuto l’occasione- dicendo “Come vi è sembrata l’esibizione?”

Alex –che bel nome, lo avrei potuto ripetere all’infinito: Alex Alex Alex Alex Alex…basta!- mi lasciò la mano all’istante come se avesse preso la scossa e ancora io sentii quella nostalgia che provai prima.

Mi voltai verso quello che ormai avevo imparato a considerare come un fratello e notai che dietro di lui c’era il ragazzo con cui aveva duettato poco prima, che gli cingeva la vita da dietro dicendogli che era stato come al solito, per poi lasciargli un piccolo bacio sul collo. 

Sorrisi guardandoli e soprattutto studiando quella specie di angelo appiccicato come una cozza a Blaine: era carino, alto, occhi azzurri, capelli biondicci perfettamente sistemati e pelle candida –mi ricordava le bambole di porcellana che avevo da piccola, se ne avessi avuta una maschio sarebbe stata identica- .

Persi una parte del discorso scrutando i movimenti dell’angelo di porcellana –sì, ero molto disattenta quel giorno- “Piacere, Kurt Hummel” disse alla fine porgendomi una mano e io mi presentai a mia volta.

Cominciammo a parlare e alla fine io, le mie quattro inseparabili amiche, Blaine, Kurt, Alex e altri due Warblers, Nick e Jeff, ci ci radunammo e andammo a mangiare tutti assieme in un ristorante non troppo lontano da lì, il Bel Grissino, per conoscerci meglio.

Arrivati lì parlammo tutta la sera, raccontandoci le nostre avventure e scherzando tutto il tempo.

Jeff ci raccontò dei vari pasticci che combinava insieme a Nick, che a volte arrossiva a qualche commento del biondo o delle ragazze, Caty e Lara che scherzavano continuamente con loro, Alex che ascoltava interessato ma che, come me, se ne stava a guardarli e ridere delle loro battute, Kurt e Blaine si tennero per mano tutto il tempo e Vero e Camy non furono da meno –sì, erano felicemente fidanzate, e anche da un po’ di tempo-.

Sentì il bisogno di un po’ d’aria fresca e così mi misi il cappotto e uscii e mi appoggiai al muretto chiudendo gli occhi e respirando l’aria fredda d’autunno.

Poco distante da me c’era una coppietta che si sbaciucchiava.

Quando aprii gli occhi vidi un cappello rosso trasportato dal vento e la ragazza precedentemente intenta a baciarsi con il suo presunto fidanzato, corrergli dietro.

Da brava ragazza qual’ero –sì, l’importante è crederci- cominciai a correre finché non riuscì a fermarlo.

La ragazza arrivò a me con il fiatone e mi posò la mano sulla spalla dicendomi “Grazie, veramente grazie, grazie! È uno dei miei cappelli preferiti e poi con quale altro cappello potrei abbinare questo grazioso cappotto rosso?” mi rivolse un sorriso e io le porsi l’oggetto che tenevo in mano per poi soffermarmi un attimo a guardarla: era un po’ bassina, con un cappotto rosso che arrivava alle ginocchia, delle lunghe calze bianche abbinate ad una borsettina e a dalle scarpe col tacco nere e bianche, i capelli erano lunghi, lisci e scuri e il volto era sorridente.

Mi porse la mano e si presentò “Io sono Rachel Berry, piacere” –quante conoscenze ho fatto quel giorno, ho stretto tante di quelle mani!- gliela strinsi e mi presentai a mia volta poi lei disse che doveva ritornare da Finn, il suo fidanzato dalle dimensioni di un armadio –avevo indovinato!- e prima di andarsene mi ringraziò un ultima volta.

Rimasi fuori abbastanza per vederli andare via mano nella mano, non prima di essersi scambiati un ultimo dolce bacio. “Che pucciosi che sono!” pensai e poi me ne ritornai dentro chiedendomi se ‘pucciosi’ era effettivamente una parola...mi risposi che no, non lo era e che quindi dovevo essere impazzita o quant’altro.

I miei pensieri sulla mia prematura pazzia imminente furono bloccati quanto, ritornata al tavolo, notai che non c’erano più né Kurt e Blaine né Vero e Camy.

Mi sedetti e con un sorriso divertito chiesi dov’erano, fu Jeff a rispondermi “E dai Rossy! –“Perché mi chiama ROSSY?! Non gli ho dato il permesso!” pensai, ma lascia correre per una volta- Pensaci: secondo te dove saranno mai andati i Klaine e le Vemy?!” e si sporse verso di me con aria che lasciava intendere i suoi pensieri.

Sentì le mie due amiche rimaste e Nick mettersi a ridere e Alex che sollevava gli occhi al cielo sorridendo e scuotendo la testa mentre io guardavo il biondo in modo interrogativo, ma sorridendo “Vemy?! Klaine?!” 

Lì Nick rispose “Klaine, Kurt più Blaine e Vemy…” e finì Jeff mettendogli un braccio attorno alle spalle “Vero più Camy!” e mi guardandomi entrambi con una faccia buffissima come se li avessi chiesto una cosa più che ovvia.

Ci mettemmo tutti e sei a ridere e continuammo a parlare per un po’ poi decidemmo di ritornare a scuola.

I ragazzi –Nick e Jeff- ci pregarono –letteralmente, si inginocchiarono ai nostri piedi facendo i puppy eyes- di stare con loro che ci avrebbero fatto fare un giro della Dalton.

Accettammo e subito si rialzarono e presero, uno Lara e l’altro Caty, a braccetto cominciando a parlare a mecchinetta e il bello era che loro riuscivano a starli dietro e rispondere…wow…

Io me ne rimasi dietro di loro con le mani affondate nelle tasche del giubbotto ad ascoltare le loro conversazione senza capo né coda con Alex, che camminava di fianco a me, anche lui con le mani in tasca, sorridendo in silenzio.

A volte ci sorridevamo imbarazzati da quel silenzio –sul serio, io, Ross, che stavo in silenzio?! Strano…- ma era come se mi sentissi a mio agio al suo fianco, anche senza parlare, mi bastava la sua presenza, le occhiate furtive che ci lanciavamo e il suo sorrisino che mi scaldava il cuoricino.

Finimmo il nostro giro turistico e le nostre guide –i due ragazzi più matti che abbia mai conosciuto- e Alex ci salutarono promettendoci che ci saremmo ri-incontrati presto –detta così sembra una minaccia, anche se un po’ lo era per me…sarei potuta morire in un modo, la parlantina asfissiante di Nick e Jeff, o in un altro, il sorriso di Alex…almeno sarei morta felice però!-.

Stavamo per attraversare la strada quando sentì qualcuno prendermi per un braccio, mi voltai di scatto e trovai Alex che mi porgeva un biglietto.

Lo presi, lo guardai e rivolsi uno sguardo interrogativo al suo proprietario che mi lasciò il e cominciò a torturarsi la manica del giubbotto, mordendosi un labbro e farfugliando “Il mio numero” io sorrisi, gli dissi grazie e, stavo per andarmene, quando mi rigirai e gli lasciai un bacio sulla guancia per poi correre verso la scuola salutandolo.

Arrivai dall’altra parte della strada e mi voltai; era ancora lì, immobile, con la mano sulla guancia destra, con la bocca semi-aperta e un sorriso spesato –“Se un solo misero bacio sulla guancia gli fa quest’effetto figuriamoci altro! Ma guardalo com’è carino! Sembra un cucciolo!” pensai-. Gli sorrisi e lo salutai con la mano e lui ricambiò.

Corsi verso l’interno della scuola per cercare le mie amiche che mi avevano preceduta ma che, di sicuro, si erano appiccicate alla finestra per vedere meglio la scena.

E infatti appena mi videro mi corsero in contro facendomi mille domande che io non ascoltai, riuscivo solo a pensare a lui e a sorridere come un’ebete.

Arrivammo nella nostra stanza –la condividevamo- dove mi ripresi e dissi che ero stanca e volevo andare a letto ma che avrei raccontato tutto il giorno dopo.

Ci preparammo per andare a letto e verso mezzanotte e qualcosa spegnemmo definitivamente le luci –tanto era venerdì la mattina seguente avremmo potuto dormire-.

Mi addormentai dopo poco -ero sfinita- con il biglietto di Alex sul comodino di fianco al mio cellulare e agli occhialoni da vista rossi –sì, portavo gli occhiali, solo che quel giorno decisi di mettermi le lenti a contatto, o meglio, Veronica, decise di farmi mettere e lenti a contatto- segnando mentalmente che come prima cosa la mattina dovevo memorizzare il numero sul cellulare e mandargli il mio.

La mia speranza era quella di dormire tutta la notte tranquillamente e di svegliarmi bella riposata anche verso le 11:30 am, come era mio solito fare il sabato, dato che il venerdì sera era ormai abitudine o uscire a festeggiare o fare un bel pigiama-party tutte assieme –una volta avevamo invitato anche Blaine ad un nostro pigiama-party…diceva che avrebbe preferito rimuovere quel ricordo dalla sua mente e che mai nessuno al di fuori di noi sei doveva sapere qualcosa di quello che era accaduto durante lo svolgimento della serata-, ma probabilmente il fato non era dalla mia parte.

Sentii come se qualcuno mi stesse sputando in faccia, meno male –si fa per dire- che era solo Caty che mi spruzzava un po’ d’acqua in faccia per farmi svegliare. Era riuscita nel suo intento, infatti mi tirai su con uno sguardo tra l’arrabbiato e l’assonnato e dissi “Ma che ca…” ma lei mi zittì indicando il letto di Lara che stava ancora dormendo –“Fortunata lei!” pensai-. Buttai un occhio verso la sveglia mentre prendevo i miei occhiali e vidi che erano le 4:15 am…Caty doveva avere qualcosa di grave per svegliarmi a quell’ora e di sabato mattina soprattutto.

Lei si diresse verso il bagno e aspettò che la precedessi per poi chiudere la porta. A quel punto, sbadigliando le chiesi “Allora, che hai? Sai che non mi devi svegliare così presto, di sabato poi…dopo sono acida e scontrosa quindi parla…”. La vidi deglutire un paio di volte allora mi avvicinai, le presi le mani e la guardai da sopra i miei occhialoni rossi.

Prese un sospiro e cominciò “Sai gli Warblers?”, sentendo quel nome mi sedetti per terra con la schiena appoggiata alla vasca, mi tolsi gli occhiali e mi stropicciai la faccia sbadigliando e annuendo, lei si sedette accanto a me e continuò “Ecco…c’è uno, Alan, che è davvero carino, assomiglia a suo fratello, sempre un Warblers solo che ha detto che lui è più simpatico!” e ridacchiò “Ci siamo parlati e all’inizio lo avevo classificato come uno di quei ragazzi che puntano solo alle cheerleades ma invece sembra simpatico e dolce…praticamente ha quel lato tenero ma è comunque molto virile e…bhè…” la vidi in difficoltà quindi intervenni io “E tutto questo è successo quando io…?”chiesi spostandomi verso di lei “Stavi amoreggiando con Alex, scema” e mi diede una gomitata “Hey,non ci sono ancora arrivata ad ‘amoreggiare’!!” e la spinsi ci mettemmo a ridere e io le dissi “Perché non hai visto la coppietta che era fuori dal ristorante, erano così puccio…” mi bloccai perché Lara era entrata con il broncio e brontolò “Ragazze se dovete fare queste riunioni tra ragazze o cambiate orario o abbassate la voce, c’è gente che vorrebbe dormire?!” “Lo dici a me! Mi ha trascinata lei qua!” e alzai le mani in segno di resa e per quella frase mi meritai una seconda gomitata da parte di Caty.

Rimanemmo lì per circa mezz’ora e Caty ci raccontò di questo Alan: alto, occhi verdi, capelli castani…e mooolto carino –come aveva detto lei!- e che non riusciva a dormire perché continuava a pensare a lui. 

La tranquillizzammo, mangiando un pacchetto di patatine, dicendole che lo avrebbe rivisto e che, se lui si fosse fatto avanti, di provare a continuare questa ‘cosa’ sennò di lasciar perdere, soprattutto perché non sapevamo una cosa importante di questo tizio: era fidanzato? 

Ci rimettemmo tutte a letto e finalmente riuscimmo a dormire tutte e tre tranquille.

L’ultimo mio pensiero fu: “Le caratteristiche più importanti che deve avere un ragazzo per entrare negli Warblers: uno, devi avere una voce da Dio, due, devi essere completamente pazzo, e tre, devi essere un figo da paura!” 




Nota della sclerata che scrive sta roba: 
ho dovuto modificare questo capitolo...esteticamente parlando sia chiaro...ieri sera ero di fretta ed era venuto una schifezza...
comunque le note sono sempre quelle: scusate per il ritardo, scusate non ho riletto bene il capitolo e i ringraziamenti! =D
grazie ai miei tre angioletti custodi, FinnERachel, sore e gemellina vi voglio bene! <3
e grazissimo a Marta_Gleek e JustAWarbler che ha avuto il coraggio di mettere "sta roba" nei preferiti!!! ti adooooorrrooo!!!! *-*
ok, mi volatilizzo ora! 
Baci Klaine 4ever! =3
PS: ricordo che le recensioni non fanno mai male...certo, quando ne leggo una ho la faccia di un'ebete ma vi assicuro che è normalissimo...per me!!! 
ho finito veramente baciotti! =*
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: _Rossyj_