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Autore: _Rossyj_    11/11/2012    4 recensioni
Ross e la sua migliore amica Caty si trasferiscono dall'Italia in America a sei anni. Vivono nella Grande Mela per cinque anni per poi andare a Westerville dove frequenteranno le scuole medie e il Liceo. Nuovo stato, nuova vita, nuovi amici.
Dal primo capitolo:
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ross! Svegliati!" ecco com'era iniziata la mia giornata. Feci per alzarmi dal letto e mi ritrovai un viso famigliare e anche molto dolce davanti. "Rossy, Rossy! Oggi partiamo! Partiamo! Ti rendi conto?!". Questa era Caty, la mia migliore amica, eravamo inseparabili e infatti saremmo partite assieme per l'America proprio quel giorno con le nostre famiglie, ed ora stava saltando per tutta la camera e io non potei fare nient'altro che aggregarmi!
Parlavamo, o meglio squittivamo, come due bambine di 6 anni, che in effetti eravamo, ancora in pigiama, quando la porta si aprì e mia madre Elise disse, con quel sorriso che faceva ogni volta che ci vedeva insieme "Bambine sarebbe meglio cominciare a prepararsi, no?".
Noi ci scambiammo una sguardo e scomparimmo entrambe in cucina.
La colazione procedette come sempre: io e Caty fantasticavamo mangiando i nostri soliti cereali, mi sbrodolavo un pochino con il latte cercando di rimetterlo a posto sulla credenza alta e poi andavamo a lavarci i denti con sottofondo qualche canzone da cantare con la schiuma bianca del dentifricio che ci faceva sbagliare qualche parola.
Eravamo nella mia camera, io con dei leggings rossi coperti da dei pantaloncini corti di jeans, una maglietta a maniche corte bianca con il disegno di un cagnolino e i capelli ricci rossicci indomabili tenuti da un nastro rosa, e Caty con una gonnellina rosa a puà, una magliettina simile alla mia, panna con un coniglietto e i capelli castani e lisci tenuti in due lunghi codini con dei nastri rosa, a cantare e ballare.
Nel frattempo in salotto erano tornati mio papà Tony insieme a Johnny e Anne, i genitori di Caty, che erano andati a caricare le due macchine con le valigie.
Tutto era pronto, la mamma ci venne a chiamare e ri-scomparì in cucina a controllare le ultime cose con gli altri adulti.
Io e la mia amica ci guardammo sorridendo e dissi "Stiamo per partire..." e Caty, a voce alta "... nuova avventura...stiamo arrivando!" finimmo insieme urlando e abbracciandoci.
Demmo un ultima occhiata a quel posto e uscimmo dalla porta con le mani intrecciate.
Con la mano libera salutai quella casa che mi aveva ospitato per i primi sei anni della mia vita, le dissi l'ultimo "ciao" proprio mentre papà stava chiudendo a chiave la porta.
Anne allora si abbassò per incontrare lo sguardo della sua bambina e della sua inseparabile amica, ci prese le manine libere e ci disse "Pronte?!" le sorridemmo per poi urlare "sì" all'unisono. Ci strinse in un abbraccio e poi ci dirigemmo verso le macchine, io tenendo la mano alla mia mamma e a Caty e lei a me e a Anne. Johnny e papà stavano davanti portando le ultime borse.
Ci trovammo davanti a due macchinone, quella di papà Tony nera, e quella di Johnny grigia. Né io né la bambina che avevo di fianco volevamo disintrecciare le nostre manine per separarci durante il viaggio quindi fissammo le due donne con aria supplichevole per farlo capire anche a loro.
Riuscimmo nel nostro intento perché un istante dopo le due ci sorrisero e mamma disse "Allora, avete tre opzioni: A andate tutte e due con Anne e Johnny, B venite tutte e due con me e Tony o C vi dividete e venite una con noi e l'altra con loro.".
A quell'opzione entrambe spalancammo gli occhi e scuotemmo la testa energicamente così da provocare le risatine delle donne.
Ci voltammo l'una verso l'altra per decidere. Avevamo sui visini delle smorfie di dubbio. Anne si avvicinò a Elise e le sussurrò "Poverine, adesso avranno un bel problema da risolvere" l'altra rispose "Già! Ma guarda che belle espressioni pensanti che hanno!". Pochi secondi di bisbigli tra noi poi esclamai "Dopo un'attenta...ehm..." "analisi", mi suggerì Caty, "ecco, sì, analisi...abbiamo deciso che...rullo di tamburi..." e l'altra cominciò a battersi le manine sulle cosce "andremo con Anne e Johnny!" urlai.
Gli interpellati fecero un ballettino di gioia mentre gli altri si finsero offesi così mi affrettai a spiegare con gli occhioni da cucciolo "No, no, vi prego, non fate così! Abbiamo scelto di andare con loro perché stanotte abbiamo dormito da noi ma io vi voglio bene!" e presi una mano della mamma e una del papà.
Loro si guardarono con un finto sguardo triste poi mi rivolsero un sorriso e mi abbracciarono.
I miei genitori, protettivi come sempre, mi ricordarono di fare la brava, di ascoltare Johnny e Anne ecc. prima di partire.
Dovevamo andare da Cosenza, città dove vivevamo, a Malpensa, da lì avremmo preso l’aereo per arrivare a New York e poi saremmo andati a vivere in una casa che Johnny e papà avevano preso in affitto per cinque anni da un loro amico, in modo che potessimo traslocare da qualche altra parte quando io e Caty saremmo dovute andare alle scuole medie.
Appena eravamo salite in macchina accendendo la radio abbiamo sentito We are young dei Fun, una delle canzoni che più adoravo, e non abbiamo potuto non cominciare a cantarla.
Passammo tutto il viaggio ad ascoltare e cantare tutte le canzoni che trasmettevano alla radio.
Era quasi ora di pranzo e incominciavo ad avere fame, avevo la pancia che brontolava, e pensai che anche Caty dovesse averne perché sentivo che anche la sua faceva gli stessi rumori.
Allora la presi per un braccio e mi avvicinai a lei, per quanto la cintura di sicurezza me lo permettesse, e le sussurrai “Psss, Caty! Io avrei un languorino…” e lei “Anche io! Aspetta…” e la vidi sganciarsi la cintura silenziosamente e abbassarsi a cercare qualcosa nella sua borsetta fucsia.
Si riallacciò la cintura di sicurezza e mi porse un pacchettino di m&m’s. Io le sorrisi, adoravo quelle arachidi ricoperte di cioccolato e zucchero colorate! Cominciammo a mangiare quindi smettemmo di cantare e per questo Anne si insospettì e noi fummo costrette a riempirci la bocca di m&m’s prima di essere colte in fragrante.
Quando ci vide cercare di dire una specie di “sìì?!?” con la bocca piena, gli occhi spalancati e il viso leggermente rosso per la preoccupazione pensò che fossimo buffissime e si mise a ridere.
Noi nel frattempo ingoiammo e mettemmo a posto il pacchetto nel mio zainetto arancione fosforescente facendo finta di niente.
Quando Anne si fu ripresa esclamò “Johnny forse è meglio che ci fermiamo a mangiare qualcosa prima che queste due pesti muoiano di fame! Adesso chiamo anche Ellie e Tony e li dico che ci fermiamo al primo Autogrill che troviamo.”
Così fece e poco dopo ci trovammo ad un tavolo a mangiare dei panini, sorseggiare della Coca Cola e, per finire in bellezza, gustare una brioches al cioccolato con una spolveratina di cacao sopra. Amavo il cioccolato e a Caty non dispiacque mangiarla, anche se lei non ne era tanto dipendente quanto me.
Ci rimettemmo in viaggio e tra canzoni, risate e giochi il tempo passò veloce, anche perché ad un certo punto io e la mia amica ci addormentammo.
Arrivammo all’aeroporto, dove ri-incontrammo i miei genitori.
Era la prima volta che salivo su un aereo ed ero emozionata.
Facemmo velocemente il check-in per poi salire su un aereo enorme.
Non riuscivo a staccare la mia mano da quella di Caty.
Ci sedemmo tutti e sei in posti vicini, in modo che i quattro adulti potessero controllare noi piccole e che io e la mia coetanea potessimo stare vicine.
Partimmo poco dopo e, avendo il posto dalla parte del finestrino, potei vedere il distacco dell’aereo da terra; era spettacolare vedere tutto da così in alto.
Il viaggio fu tranquillo, io e Caty mangiucchiammo qualcosina quando avemmo un po’ di fame, giocammo con i nostri DS, ascoltammo la musica per tutto il tempo e ci addormentammo anche sulle note di GoodBye lullaby di Avril Lavigne.
Fui svegliata nello stesso modo di quella mattina: Caty che mi urlava in un orecchio di svegliarmi perché eravamo arrivate.
Scendemmo dall’aereo e ci ritrovammo nella caotica New York. Riuscì a dire soltanto “wow” da quanto sembrassi insignificante davanti a quella città favolosamente immensa!
Andammo verso la casa che sarebbe dovuta essere nostra per i prossimi cinque anni .
Era molto spaziosa ma dopotutto dovevamo starci tutti e sei: era all’ultimo piano del palazzo, appena entrati c’era il salotto con televisione, divano e un balcone, a destra c’era la cucina e sempre sulla destra si trovavano le scale che portavano al piano superiore, lì c’era un corridoio dove, a sinistra, si trovavano un bagno, la nostra camera e una camera matrimoniale, e, a destra, un’altra camera matrimoniale e una altro bagno.
Io e Caty corremmo subito al piano di sopra nella nostra camera, la condividevamo, e ci spartimmo i letti, gli armadi e il resto.
Era ancora presto, allora io e la mia amica ci mettemmo un po’ a riordinare le nostre cose nella stanza.
Ad un certo punto Anne entrò in camera trovandoci stese a terra addormentate una sopra l’altra con la bocca semi-aperta e la radio ancora accesa.
Era stata una giornata fantastica: l’inizio di una nuova vita.
I giorni procedettero bene, dopo una settimana la casa era perfettamente sistemata e avevamo potuto già fare un giro di New York.
Amavo andare a Central Park, c’era così tanto verde e potevo svagarmi con Caty quanto volevo.
Arrivò anche l’ora di iniziare scuola, ci ritrovammo in classe assieme e facemmo subito amicizia con la maggior parte dei bambini.
I cinque anni passarono tranquillamente, io e Caty avevamo dieci anni, avevamo finito la scuola elementare, eravamo pronte ad andare alle scuole medie e, anche se ci dispiaceva lasciare New York e gli amici che ci eravamo fatti lì, dovevamo andarcene.
I nostri genitori avevano già preso una casa, e quella volta era nostra e non in affitto, in Ohio a Westerville.
La casa, o meglio villa, era immensa, aveva un giardino ed era composta dal piano inferiore, dove c’era il salotto, la cucina e un bagno, il piano superiore, con due camere matrimoniali e altre due singole e la soffitta. Io e Caty adoravamo andarci era sempre così tranquilla e ne avevamo fatto il nostro rifugio.
Avemmo una settimana per ambientarci per poi cominciare la scuola privata della città..
Sempre nella stessa classe, io e Caty avevamo fatto amicizia con Lara, Veronica e Camilla, tre ragazze simpatiche che praticamente consideravo come una seconda famiglia.
E altri tre anni passarono tra scherzi, risa, avventure e pigiama party con le amiche che avrei voluto per sempre al mio fianco; mai un litigio.
Dovetti cominciare il Liceo privato, sempre lì a Westerville, con le mie amiche: alla Crofford Country Day.
Il primo giorno fu tranquillo: molte lezioni, professori gentili, ragazze non troppo antipatiche e la mia seconda famiglia sempre con me; creammo il nostro Glee club: le Blue Roses. Dovevamo attenerci alle regole della nostra scuola gemella, la Dalton Academy, ovvero avere una solista, io, e il sistema del gruppo doveva essere democratico, come in un tribunale, o almeno così ci aveva detto il “capo” degli Wearblers: Blaine Anderson, bel ragazzo, un po’ basso, simpatico, sorriso smagliante, occhi favolosi, voce sublime, capelli ingellati e gay.
Per ora avevamo conosciuto solo lui che, come capitano del Glee club maschile, era venuto a darci il benvenuto.
Un giorno ha anche assistito alle nostre prove e gli abbiamo cantato una nostra versione di California Gurls di Katy Perry che gli è piaciuta molto, per questo ci ha invitate ad andare da loro qualche volta che avremmo potuto combinare qualcosa assieme.
Eravamo solo all’inizio del Liceo e mi ritrovavo con le amiche migliori che avrei potuto avere, capitano del Glee e forse avevo anche la possibilità di cantare con uno dei Glee club più talentuosi dell’Ohio: ero euforica e non vedevo l’ora di scoprire che cosa mi avrebbero riservato quei quattro anni di scuola.
 

Nota della sclerata che scrive sta roba:
questa è la mia prima ff, siate clementi! ç_ç
So che per ora non è un granchè, si parla di un personaggio nuovo e il vero e proprio Glee non è ancora stato introdotto quindi non è molto interessante...*si accuccia in un angolino buio deprimendosi con le canzoni della 4x04*...ma abbiate fiducia, fra poco arriveranno anche i personaggi interessanti! ;D
Non so più che dire, un grazie speciale a FinnERachel, che mi ha aiutato molto durante il corso di questo obrobrio e che lo ha sistemato in alcune parti! Ringrazio anche la mia sore e _Jatto_, vi voglio tantissimo bene ragazze, che mi sono sempre vicine e su cui potrò sempre contare! <3
...smetto di scrivere, per vostra fortuna...e svanisco nel nulla! *si disintegra e di lei rimene solo questa storia*
Baci baci Klaine 4ever!

 
 
 
  
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