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Autore: Remedios la Bella    24/11/2012    2 recensioni
Julie. Occhi curiosi e un morboso attaccamento per i casi di serial killer e omicidi.
Adam. Uomo della porta accanto, mite e bizzarro.
I due si conosceranno, in una tranquilla giornata estiva.
Ma dietro l'apparenza si può celare la più cruda delle verità. Una verità che solo il sangue può nascondere agli occhi degli altri.
Enjoy.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non riusciva a crederci. O più che altro, non voleva farlo. Adam era incontrollabile, e lei probabilmente sarebbe morta ammazzata. Perché è questo che succede a chi si mette contro un assassino: fa l’eroe, poi muore tragicamente. Non è come nei film, dove quattro parole piene di significato riescono a fermare l’istinto omicida di qualcuno. Nella realtà, solo la forza combatte la forza, e solo l’intervento di qualcuno può salvarti in certi casi.
Julie poi aveva esaurito ogni parola che l’avrebbe potuta aiutare in qualche modo: in quel momento tanto drastico, con una vittima a terra e il suo amico in quelle condizioni pietose, l’unica cosa legittima da poter fare era urlare e scappare a gambe levate, o combattere. In un caso lui sarebbe morto, sia psicologicamente che fisicamente freddato da qualche colpo di pistola, nel secondo caso sarebbe morta lei, freddata da lui.
Ma tra le due opzioni non voleva che la prima si ficcasse nella sua testa. Avrebbe preferito combattere piuttosto che scappare.
Perché era così masochista?
L’aveva detto Adam poco prima:”Tu ami questo pazzo. Peggio per te.”
Vero. Purtroppo per lei, in quel caso, lo amava. Non sapeva se da sempre, sin da quando si erano visti. Non un colpo di fulmine, ma forse una sorta di attrazione magnetica, trasformatasi in curiosità, poi ammirazione e poi nel sentimento che frega tutti, in un modo o nell’altro: l’amore.
Nonostante tutto, lo aveva sempre sostenuto, le era sempre piaciuto; e poi, al di là della maschera di assassino, lui nascondeva un cuore magnanimo e capace di amare il prossimo. E lei, adolescente in preda alle crisi ormonali, si era lasciata sfuggire la situazione e si era innamorata. Troppo presto, troppo frettolosamente, ma era successo.
“ Adam …” singhiozzò, tentando di liberarsi dalla presa dell’uomo e di guardarlo in faccia.
Adam allentò di poco la presa, sempre tenendola accanto a sé e le voltò il viso tanto da poterla guardare in quelle orbite smeraldine che adesso sembravano gocce di rugiada posate sulla terra all’alba.
“ Julie, piccola Julie …” iniziò, la voce melliflua e i modi suadenti:” vedi cosa succede a innamorarsi? Si perde il senno, come me. Non sai che si soffre amando? Ovvio che non si soffre nello stesso modo in cui si soffre se una lama ci trapassa da parte a parte.” parlava a vanvera, e invece di guardarla in faccia, i suoi occhi erano fissi nel vuoto, lucidi di pazzia. Tremava e scottava, come se avesse la febbre.
“Ti rendi conto che stai delirando?” sibilò lei, affondando le unghie nel braccio di Adam, che non reagì alla sensazione tagliente che la ragazza gli stava procurando.
“ Non mi rendo conto di niente ormai. Solo del sangue e del senso di libertà che si prova nel togliere di mezzo qualcuno.” Emise una risata gutturale e tenebrosa, che rizzò i peli sulla schiena a Julie. Tirò su con il naso e, con voce quasi assente, lo supplicò di lasciarla libera.
Lui la osservò con la testa inclinata e poi mostrò una fila di denti bianchi e dritti in un sorriso sghembo e da pazzo psicopatico:” Sai vero che un assassino non lascia mai le sue vittime … altrimenti quelle scappano e lui non si diverte.”
“ Non scapperò.” Fece lei, di getto. Aveva già deciso di voler combattere e non si sarebbe tirata indietro.
“ Cosa diavolo farnetichi? E’ ovvio che scapperai.”
“ Non ti fidi della mia parola? Finora ti ho sempre tenuto fede, e di certo non mi tirerò indietro nemmeno adesso.” La voce le tremava, e sinceramente non aveva motivo di dover dar retta alle sue stesse parole. Ma qualcosa, nel profondo, le suggeriva che quella era l’unica soluzione.
“ Non mi fido …” sentenziò lui, allentando comunque il braccio attorno al collo e le spalle della ragazza:” Facciamo così.”
Si avviò verso la porta, con Julie a presso, e afferrata la chiave dell’appartamento girò questa nella serratura, chiudendo ermeticamente tutto. Tirò poi le tende, per nascondere lo scenario all’esterno.
Ritornò poi al centro della stanza e, per qualche miracolo, lascò andare Julie che subito andò dall’altra parte della stanza, massaggiandosi il collo e guardandolo con aria rammaricata.
Lui piegò la testa di lato, una luce puramente sadica balenava nei suoi occhi acquosi.
“ Parliamone con calma. So che in fondo (molto in fondo) hai ancora della ragione nascosta dentro di te.” Incominciò lei, tenendosi a una certa distanza e indietreggiando in modo da dirigersi verso la cucina. Pensava che, se quello avesse tentato di aggredirla, più fosse stata alla cucina dove ogni genere di roba tagliente era custodita, più possibilità avrebbe avuto di scamparla.
Lui, in tutta risposta, rise gutturalmente:” Cosa ti fa pensare che io sia ancora tanto lucido da voler conversare amabilmente?”
“ il fatto che tu mi stia parlando adesso è un buon segno, no?” rispose lei, senza nascondere un certo tremore che le scuoteva le membra. Lucida, pensava, devo rimanere lucida e vigile.
Tirò su con il naso e si fermò:” Sei disponibile?”
L’altro storse la bocca in un sorriso sghembo:” Non lo so. Forse.”
“ Lo prendo per un sì. Ascoltami … tu non sei così. Questo non sei tu.” Ecco, pensò, sto agendo come uno di quegli idioti da film che tentano di calmare tutti con le parole e alla fine vengono ammazzati.
“ Come non sono io?”
“ Tu sei … buono. Oddio Adam, io ti conosco. Questo che stai vivendo è solo un trauma, un incubo da cui tu non vuoi svegliarti, perché ti senti libero di fare ciò che vuoi.”
“ Non sparare cazzate ragazzina.” Fece lui in tono sprezzante, avanzando a grandi passi verso di lei e scavalcando l’agente morto. Lei indietreggiò d’istinto e deglutì a fatica il groppo di saliva che le era salito in gola:” è un sogno. Finalmente la mia vendetta sarà compiuta, il mio spirito sarà libero di fare ciò che vuole!”
“ Stai delirando, te ne rendi conto?” disse lei, quasi urlando:” è solo uno stato mentale pericoloso in cui tu sei ingabbiato! Quale vendetta poi? Come puoi vendicare qualcosa che tu non hai scatenato?”
“ Pensi forse che mia madre avrebbe continuato a fare la puttana se veramente mi avesse amato? PENSI DAVVERO CHE AVREBBE DATTO QUELLO CHE FACEVA? No, Julie … Una donna non tradisce suo marito andando a letto con gli altri per puro divertimento! Lo fa perché è infelice di quello che vive, lo fa perché non è soddisfatta della sua vita … e questo peso ricade sui figli!” sbraitò lui, avanzando pericolosamente avanti. Julie non fece in tempo a indietreggiare abbastanza per tenerlo almeno a distanza di un metro, e se lo ritrovò praticamente faccia a faccia:” Tu non ne sai niente … è un dolore incommensurabile. E forse è quello che mi costringe a non farmi amare da nessuno.”
Julie corrucciò la fronte, cercando di allontanarsi, ma sentì Adam spingerla contro la parete minaccioso: “Io non posso capire il tuo dolore, perché i miei genitori mi vogliono bene … ma non capisco perché tu non voglia provare l’amore quando è stata tua madre a non volerlo.”
“ Ragazzina, sei così …”
“ Mi chiamo Julie. Julie Baxter. Adam, tu non sei solo come pensi.” Disse lei, con la voce tremante e da cui trapelava preoccupazione affettiva. Nel vedere la straordinaria fragilità di quell’uomo dalle mille sfaccettature, ora provava un senso di compassione mista a terrore nello stare con lui, mezzo impazzito, in una stanza di motel fuori dal mondo.
“Julie … JULEI CRISTO SANTO!” urlò lui, sbattendole le spalle contro il muro:” Non devi impicciarti in certe questioni!”
“ E invece lo faccio per il tuo bene! Vuoi che sia tuo fratello a occuparsi di te? Vuoi questo?” urlò lei, spazientita, o per meglio dire, spaventata.
“ Ti stai reputando troppo all’altezza del compito che ti spetta!” fece lui, scostandosi appena.
“ Non mi ritengo adatta al ruolo, so solo che è meglio che sia io a occuparmene piuttosto che tuo fratello!”
“ SO BADARE A ME STESSO, CAZZO! E STA ZITTA!” stavolta la tolse violentemente dal muro e la spinse, facendola ricadere sul letto e posandosi poi pesantemente su di lei, sorreggendosi con le mani:” Perché ti ostini a volermi aiutare, perché? Io non l’ho mai capito!”
“Perché ti voglio bene forse?” fece lei, tentando di spostarsi da quella posizione in cui era facilmente sopprimibile.
“ Perché sei pazza.” Aggiunse lui.
“ Tu sei quello pazzo. Io sono solo disperata.” Aggiunse lei, spingendolo via  e riuscendoci:” Per come sei, non hai speranze da solo.”
“ TI HO DETTO DI SMETTERLA!” Adam prese il coltello e lo conficcò sul materasso, a pochi millimetri dall’orecchio di Julie, che trasalì:” Falla finita una volta per tutte!”
“ Continuerò a parlare fin quando non capirai che hai bisogno d’aiuto!” rispose lei, arrabbiata. Gli occhi di Adam si restrinsero. Afferrò il pugnale e lo sfilò dal materasso, poi afferrò la testa di Julie, premendole la bocca per costringerla ad aprirla. Un attacco di terrore la pervase in quel momento. Lui con un coltello in mano non era l’abbinamento più adatto.
Cercò di togliere la presa di Adam dalla sua faccia affondandogli le unghie nella carne del polso, ma quello non sentì nemmeno una fitta di dolore. Se con una mano bloccava il volto di Julie, con l’altra teneva il coltello in pugno, puro sadismo dipinto negli occhi.
“ Ti farò tacere allora.” Fu quello che lui aggiunse, avvicinando la lama alla bocca di Julie, che emise gemiti rumorosi e piagnucolanti.
La lama fredda le toccò le labbra, formando un piccolo solco freddo e che iniziò subito a bruciare. E nell’attimo in cui la lama le toccò uno dei denti, la porta sussultò rumorosamente per poi schiantarsi fragorosamente a terra, scardinata.
 La voce di un agente tuonò nella stanza:” MANI IN ALTO! SEI IN ARRESTO!”
Adam indietreggiò lanciando via il coltello e alzando poi piano le mani sopra la sua testa. Julie spalancò le palpebre terrorizzata e si portò una mano sulla labbra sanguinanti. Il sapore ferroso del sangue le invase la bocca.
Nella stanza irruppero tre agenti, che tirarono fuori i manganelli all’istante. Julie vide le loro intenzioni e urlò più che potè:” NON FATEGLI DEL MALE!”
I tre sobbalzarono sentendola implorare pietà verso chi, poco prima, aveva tentato di mutilarle la bocca.
Lei prese a piangere:”  Non … fategli del male, ve ne prego.”
“ Ragazzina …” fece uno degli agenti:” Sei solo scossa, ci pensiamo noi.”
“ Sono lucida invece. Portatelo via se dovete farlo, ma non colpitelo.” Fu la sua risposta, prima di accasciarsi sul materasso e piangere sfogando l’ansia repressa durante il discorso con Adam.
Il trentenne, sentendo le parole della ragazza, si era limitato a sorridere e a consegnarsi spontaneamente ai tre agenti.
Sulla soglia poi apparve Christopher, un sorriso smagliante sul volto.
“ Ciao fratellino.” Fece, con evidente tono di scherno nella voce. Volse poi lo sguardo su Julie, storcendo la bocca:” Che diavolo stavi combinando?”
“ Niente di quel che tu pensi … E se osi toccarla, giuro che te la faccio pagare. Lei non c’entra. Riportatela dai suoi se volete.” Disse Adam, guardando con estremo rammarico la figura di Julie rannicchiata sul materasso. Lei alzò il viso rigato di lacrime e lo guardò di nuovo.
Colse poi, dalle labbra dell’uomo, una sola parola:” Grazie”. Dopo di che questo abbassò il viso e vene scortato fuori.
La ragazza, prima di dover essere portata via a forza dagli altri agenti di polizia, rimase sospesa al momento in cui le labbra del suo uomo avevano scandito quella parola tanto effimera quanto profonda.
   
 
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