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Autore: bambolinazzurra    24/11/2012    1 recensioni
ATTENZIONE: sequel di "Il mio regalo per te", quindi probabilmente non avrà molto senso se letta indipendentemente.
Motore, luci, AZIONE!
No, frena, questo non è un film! O forse sì?
Vivere una vita da attore non è facile. C'è dietro più lavoro di quanto sembri e, ovviamente, ci sono anche lati negativi. Axel lo sa bene, perchè il famoso Roxas Strife è suo amico, ma per poterlo essere è costretto a travestirsi da "Rocco" e frequentare il Caffè Moguri. Non che questo sia un male!
Ora, dati Axel e Roxas facciamo entrare in scena anche Kairi e la sua richiesta speciale, un sogno da tempo chiuso a chiave in un cassetto, sentimenti contrastanti e folte basette. Fuorviante? Giusto un pelo.
Da ultimo aggiungiamo un bruno alto e sensuale con istinti predatori, una reazione inaspettatamente timida da parte di una persona solitamente molto sicura di sè, un'attrice amante dello yaoi e...
- STOOOP! BUONA! -
D'accordo, ho capito l'antifona...
Il rating parte direttamente da arancione per sicurezza, ma potrebbe passare a rosso per scene future. Lettore avvisato... A proposito di questo, leggete attentamente gli avvertimenti alla fine del primo capitolo!
Buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Axel, Kairi, Roxas, Sora, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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- Buongiorno! Bentornato al Caffè Moguri, kupo! –
Era una giornata mortalmente piatta e perfino Rikku, malgrado il sole splendente, aveva ben poco da fare, all’esterno. Gli unici clienti presenti nel bar erano Demyx, Xemnas e Roxas. Fu proprio in quel momento che arrivò Xaldin, con un’aria tempestosa: aveva ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto che lo invitava a presentarsi al Caffè Moguri per "una proposta che non avrebbe potuto rifiutare".
- Ehi, Cid! Ti dispiace se servo Xaldin e poi mi prendo qualche minuto di pausa? – chiese Axel.
- Va bene, ma chiama Rikku a sostituirti –
Rikku entrò saltellando e si posizionò dietro al bancone mentre Axel si toglieva il grembiule e portava il caffè e i biscotti di Xaldin ad un tavolino isolato. Demyx andò allegramente da lei e iniziò a mormorare cose che fecero diventare il viso della ragazza di un rosa brillante. Roxas e Xemnas alzarono gli occhi al cielo.
Xaldin si sedette e guardò torvo Axel mentre prendeva posto a sua volta.
- Che cos’è questa storia? – sì, aveva finalmente capito di chi fosse il numero sconosciuto. Del resto, chi altri avrebbe potuto volerlo lì al bar?
- Beh, hai qualche minuto da dedicarmi, non è vero? – chiese il rosso, sorridendo sfacciatamente.
L’uomo lo guardò con un’espressione che chiaramente diceva “Ti do corda solo perché non ho niente di meglio da fare”.
- Ieri hai lasciato qui uno dei tuoi curriculum – cominciò Axel, mostrandoglielo.
- Plurale, curricula. E non c’è bisogno di restituirmelo, ne ho decine di copie –
Axel scrollò le spalle alla correzione e mise su un’espressione assolutamente seria.
- Sai, Xaldin, io non lavorerò qui ancora per molto –
- Ti ha dato il benservito? Quel… -
- No, no! Sono stato io a dare le dimissioni, lui non c’entra! Ora ascoltami. Ho letto le tue referenze e sono… decisamente interessanti –
Xaldin lo fissò, invitandolo silenziosamente ad andare avanti.
- So che ti potrà sembrare strano, ma… Se ti offrissi di lavorare per me tu accetteresti? –
Xaldin lo fissò per un istante. Poi scoppiò a ridere.
- Per il Vento del Nord, questa sì che è bella! Uno studente universitario che offre lavoro ad un uomo di più di quarant’anni! Ti adoro, ragazzo, sei riuscito a tirarmi su di morale –
- Lieto di essere stato utile, ma non stavo affatto scherzando. Io ho bisogno di un agente e tu hai bisogno di un lavoro. Se accetti ci guadagniamo entrambi –
- Un agente – Xaldin non sembrava affatto convinto – A cosa ti serve? E come penseresti di pagarmi? –
- Ecco, vedi, questa è la parte spinosa – Axel si accigliò e scelse con cura le parole: erano pur sempre in un luogo pubblico - Devo firmare un contratto per un nuovo lavoro molto redditizio, ma per farlo devo presentarmi con un agente che mi assista e consigli. Senza un agente non posso firmare il contratto e se non firmo il contratto non posso pagare il mio agente. Capisci perché la situazione è delicata? –
- Di che tipo di lavoro stiamo parlando? – l’uomo strinse gli occhi, pensieroso.
Axel si aspettava questa domanda, ma non poteva rispondere ad alta voce. Fortunatamente non ce n’era bisogno. Porse a Xaldin una semplice busta da lettere, che l’uomo aprì cautamente. Vi diede una sbirciata e impallidì guardando il cartoncino plastificato all’interno.
- Dannazione, fai sul serio. Il lavoro mi fa comodo, ma davvero, io non ne so niente di… -
- Ne sai sicuramente più di me. D’altra parte hai lavorato in una compagnia di assicurazioni per quasi vent’anni, penso che sarai perfettamente in grado di difendere i nostri interessi. Capisco se vuoi pensarci, ma per quanto mi riguarda nessuno sarebbe meglio di te –
- Davvero ti fidi di me? –
- Ma certo! Non mi hai mai dato motivi per non farlo –
L’uomo lo fissò per un momento con sguardo penetrante.
- Quando andiamo a firmare il contratto? – chiese infine.
Axel sorrise radioso.
- Appena finisce il mio turno – rispose – Il tempo di passare a prendere Kairi. Oh, tra l’altro se va tutto come penso anche lei avrà bisogno dei tuoi servigi –
Xaldin non stava più nella pelle e gli strinse la mano con calore, assicurandogli che avrebbe fatto del suo meglio.
- Non avevo dubbi, Xaldin! Ora vieni, ti voglio presentare una persona –
Lo condusse al tavolo dove erano seduti Xemnas e Roxas, che li guardarono incuriositi mentre prendevano posto.
Axel si chinò sul tavolo con fare da cospiratore, ghignando.
- Ehilà, Xemmy! –
- Xemnas –
- Fa lo stesso. Xaldin, lui è Xemnas, uno dei nostri clienti abituali. Quello al suo fianco è… -
Roxas scosse freneticamente la testa, ma Axel gli sorrise in modo rassicurante e mormorò qualcosa nell’orecchio di Xaldin, che spalancò gli occhi e fissò il ragazzo, che a sua volta guardò male Axel.
- Rilassati, Rocco. Xaldin è il mio agente – sussurrò il rosso.
Roxas si afflosciò per il sollievo e gli sorrise.
- Sei riuscito a rimediarne uno in fretta – commentò.
- Esatto. Il punto è che non è molto sicuro di se stesso. Quindi mi chiedevo, visto che ora siete colleghi, non è che potresti dargli delle dritte sui dettagli tecnici, Xemmy? Per favore? – Axel sporse leggermente il labbro inferiore e fissò speranzoso l’uomo dai capelli argentati.
- Xemnas. Sarò lieto di aiutarti a inserirti, Xaldin. E no, non mi aspetto nessun pagamento, Axel. A parte, forse, che mi chiami con il mio nome completo –
- Penso di poterlo fare. Grazie mille, Xemnas! Ora, se volete scusarmi, il dovere mi chiama! –
E Axel tornò al lavoro canticchiando, lasciando Xaldin e Xemnas alla loro conversazione professionale.

- Whoa, dove vai? Non è di qua! –
Axel e Kairi erano in macchina con Xaldin, diretti al loro appuntamento con la “signora Gloria”.
- Lo so. Abbiamo un’altra cosa da fare, prima. Kairi, sei sicura di volere me? Io sono un agente alle prime armi! –
- Non dire sciocchezze, se Axel si fida di te mi fido anch’io. Del resto non saprei a chi altro rivolgermi –
Quando arrivarono a destinazione trovarono Xemnas, Sora e Roxas ad aspettarli.
- La via è sgombra, nessun giornalista. So che vogliono tenere il tuo personaggio segreto fino all’uscita del film, Axel – disse Sora.
- Beh, posso capirne il motivo – ridacchiò Kairi – Le ragazze in sala impazziranno quando vedranno il vero aspetto di… - si interruppe – Beh, voi sapete di chi parlo –
Entrarono in quello che si rivelò uno studio notarile.
- Dovete assumere ufficialmente Xaldin, altrimenti il contratto non sarà valido – spiegò Xemnas.
- Ma… - cercò di protestare Axel. Vedeva un enorme problema in tutto questo e non sapeva come ne sarebbero usciti. Tuttavia prima che potesse aggiungere altro erano già davanti al notaio.
Iniziarono a leggere il contratto, che Xemnas si prodigò a spiegare. Il contratto standard prevedeva che Xaldin percepisse il 20% dei guadagni del proprio cliente per i primi due ingaggi, il 15% dei tre successivi e il 10% di tutti gli altri. A Xaldin sembrava troppo, Kairi e Axel non sapevano cosa pensarne, ma parevano ben disposti ad accettare, mentre Xemnas e i due attori assicurarono che era un affare vantaggioso per ambo le parti.
- Considerate che come primi ingaggi non vi offriranno un compenso stratosferico – disse Sora – Sarà senza dubbio un’offerta più che onesta, ma certo non ai livelli di quello che offrono ad attori già affermati, senza considerare che siete personaggi secondari –
Axel annuì, cominciando a capire. Lesse attentamente i termini del contratto. Xaldin sarebbe stato a loro disposizione e avrebbe trattato con i potenziali datori di lavoro dei suoi clienti in loro vece e fissato appuntamenti lavorativi per loro conto, ma non avrebbe potuto accettare o rifiutare un ingaggio per loro. Doveva, in poche parole, fare da tramite e assicurarsi che le offerte fossero giuste. Il rosso cercò lo sguardo dell’uomo, che annuì: poteva farlo.
- A me sta bene – disse Axel.
- A me pure – fece Xaldin.
- Amen! – concluse Kairi.
Tutti firmarono e il notaio aggiunse il suo timbro, legalizzando l’atto.
- Adesso una cosa non mi è chiara: come saremo in grado di pagare la parcella del notaio di fiducia degli attori? – Axel incrociò le braccia.
Kairi impallidì, lei non ci aveva pensato affatto.
Il notaio sorrise.
- Ci rivedremo una volta che avrete tutti avuto i vostri primi acconti – disse pacato.
- Così, senza garanzie? – evidentemente Xaldin non era affatto convinto.
Xemnas ridacchiò: l’uomo aveva stoffa, dopotutto.
- Chi dice che non ne ho? Il signor Strife si è offerto come garante –
- ROXAS! Non puoi… -
- L’ho già fatto. Qual è il problema, Ax? Non ho mica pagato al vostro posto –
- Grazie, Roxas –

E così iniziò la loro carriera. Le riprese cominciarono non appena tutti furono abbastanza ferrati sulle proprie battute e sulla storia in generale. I problemi non mancarono per i due attori novelli, naturalmente, non abituati ai truccatori e tutti gli altri operatori che c’erano dietro il montaggio degli scenari, la creazione dei costumi di scena e tutto il resto. Senza contare la recitazione in sé. E l’insorgere di altri problemi man mano che i due avevano modo di conoscere sempre meglio i propri colleghi. E i propri ruoli.
- Axel, che ha che non va il tuo stile? – chiese Zack, esasperato – È troppo presto, per te, per giocare a fare l’attore capriccioso, sei perfetto così come sei, ti abbiamo scelto proprio per quel tuo stile da “cattivo ragazzo”
- Prima di tutto – sbottò Axel, irritato – Il mio non è uno stile da teppista o cose del genere, i miei tatuaggi sono il mio marchio e i miei capelli sono così naturalmente, senza gel e cazzate del genere. Secondo, oh caro regista, mi avete scelto per interpretare Reno, non per essere me stesso, per quanto il mio carattere possa assomigliare a quello del mio personaggio, quindi non sto facendo i capricci, sto cercando di difendere la mia personalità, got it memorized?
- Il ragazzo non ha tutti i torti – intervenne il produttore, spuntando fuori dal nulla – Se lo copiassimo completamente la sua carriera di attore si limiterebbe ai miei film e sarebbe poco credibile per altri ruoli perché perseguitato dal personaggio che gli è stato cucito addosso. Cosa proponi, Axel? –
Axel piegò la testa di lato e chiuse gli occhi per qualche secondo.
- Non chiedo grossi cambiamenti – disse infine – Ma quando ho accettato l’ingaggio mi sono immaginato un Reno del genere –
Tese una mano verso i due uomini, come per chiedere un minuto e corse a prendere in prestito qualcosa da una truccatrice esterrefatta, che gli tenne un piccolo specchio sollevato davanti al viso. Il ragazzo diede per tutto il tempo le spalle al resto del cast. Roxas e Sora fissarono i suoi movimenti, curiosi. Il biondo si chiese che tipo di modifiche avesse in mente l’amico. Non dovette aspettare molto per scoprirlo.
Axel si voltò e camminò di nuovo verso di loro con passo rilassato. Zack spalancò gli occhi: il cambiamento a livello fisico era minimo, ma il ragazzo sembrava un’altra persona. C’era semplicemente qualcosa nella sua espressione che dava una sensazione di durezza e pericolo, un ghigno storto e in qualche modo malvagio. In un attimo il ragazzo rilassò il viso per mostrare un cambiamento d’espressione che sarebbe servito nei momenti più quieti e drammatici o nelle scene in cui la tristezza del suo personaggio era più marcata. Non sembrava affatto l’allegro e conciliante Axel, era più… Reno. Il tutto con solo uno strato sottilissimo di eye-liner marrone scuro e due segni intorno agli occhi, anziché sotto, che sembravano più piccole cicatrici che tatuaggi. I capelli erano legati alla meno peggio in una bassa coda di cavallo, ben diversa da quella in cui costringeva la sua chioma al Caffè Moguri.
- Beh, questa è la forma base, non ho potuto fare un granchè con così poco preavviso, ma sentitevi liberi di perfezionare questo stile –
- Questo è un cattivo ragazzo – commentò Xion con un ghignetto – Secondo me ci sta –
Il produttore annuì. Zack sorrise e scosse leggermente la testa.
- Andata. Ma voglio che tu faccia una cosa, Axel –
- Cosa? –
Zack si voltò anche verso Roxas prima di parlare.
- Vi ricordate la vostra discussione, la prima volta che Axel è venuto da noi? –
- Come potrei dimenticarmela – borbottò il rosso, imbarazzato.
- Beh, penso che dovreste ripeterla per il film –
- Ma non dovevamo…? - cominciò Roxas.
- So che la scena doveva prevedere che tu sconfiggessi Axel in entrambi i vostri scontri, ma come dice giustamente Tseng, all’inizio Ventus non ha ancora tutti i suoi poteri perché è stato privato dei ricordi. Quando invece riesce ad evocare entrambi i Keyblade allora può sconfiggerlo –
I due ragazzi annuirono. Alla fine dell’incontro Axel scoppiò a ridere e si rivolse all’amico.
- Un sogno che si avvera, verrò addirittura pagato per saltare addosso a un bel ragazzo! – e gli strizzò l’occhio.
- Oh, sta’ zitto – rispose il biondo, arrossendo, ma non riuscì ad evitare di ridere a sua volta.

Sudore. Penombra. Labbra che si incontravano con le sue, passionali, impazienti. Braccia avvolte strettamente intorno al suo collo, quasi a cercare un sostegno nel vortice di piacere che li stava avvolgendo.
Mani che vagavano, sfioravano, accarezzavano. Unghie che gli graffiavano la schiena. Squisito dolore. Lingue che danzavano, si rincorrevano, si assaporavano. Occhi che guardavano, ma non potevano davvero vedere, offuscati dal desiderio. I gemiti rochi della persona davanti a lui che si contorceva in preda all’estasi. Ansiti e sospiri. Parole appassionate furono sussurrate al suo orecchio.
- Prendimi, adesso! –
Axel non esitò nemmeno per un istante ed entrò lentamente nel corpo della persona che desiderava con tutto se stesso, accarezzando la sua morbida pelle e mordicchiandone il collo. Sfiorò capezzoli induriti e udì nuovi mugolii, un suono che non si sarebbe mai stancato si sentir uscire da quelle dolci labbra.
- Ah, Axel! – gridò il suo amore, abbandonandosi all’orgasmo.
Incitato da quella voce roca, anche Axel si lasciò andare e riversò il proprio piacere nel corpo del suo amante.
- Roxas! -
Axel si svegliò ansimante e sudato, con un’erezione spaventosa e i boxer bagnati di liquido prespermatico.
- Oh, merda! Giù, sta’ giù! – sussurrò inutilmente al proprio pene.
Ma già sapeva di non poter tornare a dormire senza prima occuparsi del “piccolo” problema che il sogno aveva suscitato. Rassegnato, denudò la parte inferiore del proprio corpo e afferrò con decisione “Axel Junior”, guardando nel frattempo un poster appeso nella sua stanza da quando aveva sedici anni, come in cerca d’ispirazione: rappresentava il suo attore preferito senza maglia. In realtà era un poster trovato in una delle riviste da ragazzine di Kairi, ma alla ragazza non interessava, quindi…
Mentre si accarezzava con un movimento veloce e costante, lasciò che il sogno si ripetesse nella propria mente ed eiaculò ansimando, contenendo tutto lo sperma nella propria mano sinistra per non rischiare di sporcare le lenzuola.
- Merda! – esclamò di nuovo.
Si pulì con una delle salviette che teneva a portata di mano nel cassetto del comodino (tornavano sempre utili in situazioni come questa) e si infilò un paio di boxer puliti, sentendosi vagamente in colpa per aver pensato al proprio migliore amico mentre si masturbava. Ma d’altra parte, meditò assonnato, non aveva chiesto lui di fare quel sogno. E comunque era piacevole che il ragazzo che sognava cambiasse, di tanto in tanto. Stranamente non faceva mai sogni erotici riguardanti ragazze…
Con quest’ultimo pensiero, Axel si riaddormentò.

- Axel! Non c’è bisogno di ringraziare in continuazione le operatrici che vengono a tamponarti il sudore! È il loro lavoro, poche moine! –
- Dagli tregua, Zack! Il ragazzo è semplicemente educato, dove sta il problema? – intervenne una voce profonda - E da quanto mi dicono è anche nuovo del mestiere, gli servirà del tempo per abituarsi a tutto questo –
Axel si voltò e rimase senza fiato. Il nuovo arrivato aveva meravigliosi capelli castano scuro che arrivavano quasi a sfiorargli le spalle. Era alto e snello, tuttavia aveva una struttura fisica piuttosto possente. Gli occhi erano di un grigio intenso, il viso semplicemente stupefacente. E il suo corpo… quel tipo era sicuramente l’invidia del genere maschile e il sogno proibito di ogni donna e uomo gay… o bisex. Nessuna sorpresa quindi che il rosso lo stesse fissando con un metaforico rivoletto di bava che gli scendeva dall’angolo della bocca e gli occhi fuori dalle orbite. Perfino Axel, che non stava mai “sotto”, avrebbe volentieri fatto un’eccezione per lui.
L’uomo aveva tutta l’aria di sapere benissimo cosa stesse passando per la testa di Axel, a giudicare dal suo sorrisetto divertito e vagamente compiaciuto.
Axel conosceva quella voce e quel viso da sempre, ma l’attore era cento volte meglio visto dal vivo che attraverso uno schermo. O su un poster.
- Tu! – esclamò.
- Io… cosa? – sorrise l’uomo.
- Tu sei il motivo per cui sono qui! –
- Beh, grazie per il riconoscimento, Axel. Accidenti, che amico! –
Roxas scosse la testa, contrariato.
- Non era quello che intendevo! – protestò Axel, arrossendo un pochino mentre gli tornava in mente il sogno osceno della notte precedente.
Prese il biondo per un braccio e si portò alle sue spalle, costringendolo a guardare l’alto uomo davanti a loro, parlandogli lentamente come se fosse un bambino piccolo. Ma nello stesso tempo non potè fare a meno di inalare a fondo l’odore muschiato della pelle leggermente sudata di Roxas. Accidenti, doveva darci un taglio, era stato solo un sogno! Un magnifico sogno a luci rosse, ma pur sempre un sogno!
- Ti ho parlato di quando ero bambino, Rox. Ti ricordi che mi immedesimavo negli attori dei film per ragazzi? Lui è stato il mio modello principale. Da allora ho sempre seguito tutti i suoi film –
- Lusinghiero – sorrise l’uomo – Mi viene voglia di guardarti sul set per vedere che esempio ti ho dato –
- Accidenti, ci sei dentro anche tu! E io che non osavo chiedere a Xion di poterti incontrare e tu reciterai addirittura con noi! – Axel era davvero su di giri.
Roxas si massaggiò le tempie.
- Dici di aver visto tutti i suoi film e non immaginavi che sarebbe stato nel cast? Come devo fare con te, Axel? Perché non hai ancora guardato “Alla ricerca del Re”? –
Axel spalancò la bocca per l'orrore. Si era perso un film con Squall Leonheart?!
- Tu… lui… io… KAIRI! Stasera guardiamo “Alla ricerca del Re”! E poi facciamo i conti! –
Prima che la ragazza potesse rispondere al grido del fratello, Zack si intromise in modo autoritario.
- Squall! Smettila di distrarmi la matricola! –
- Non chiamarlo così! Lui è Leon! – sbottò il rosso.
- Grazie… ehm… Axel, giusto? –
Axel sorrise, annuì e si rimise in posizione per continuare a girare, con Roxas e Xion sullo sfondo che guardavano con curiosità dall’uno all’altro, la ragazza sorridendo con l’aria di chi la sapeva lunga.
Alla fine delle riprese Axel aveva un sorrisetto ebete sulla faccia.
- Ora capisco cos’ha provato Kairi quando ti ha visto spuntare da quella scatola gigante – disse a Roxas mentre si cambiavano.
Poi all’improvviso Roxas si ritrovò fra le braccia del rosso, che gli si era slanciato contro nonostante fosse mezzo nudo, ringraziandolo per averlo trascinato in quella situazione.
- Va bene, va bene, ora mollami, sei tutto sudato e lo sono anch’io! Accidenti, è solo Squall! Non capisco cosa ci sia di così eccezionale! – sbottò il biondo, decisamente irritato.
- Leon. E stai scherzando? L’hai visto, no? È sensualità personificata, carisma incarnato, ha un sorriso meraviglioso e non dimentichiamoci quella voce e tutto il resto del corpo! È l’equivalente di un semidio greco! Mettila come ti pare, per me è tutto questo messo insieme e non oso pensare a quali altre sorprese possa nascondere! Ma tu non puoi capire, sei solo uno stupido etero dalle vedute ristrette – scherzò.
Gli parve di sentire Roxas dire qualcosa come “Questo lo dici tu!”, ma di sicuro non poteva essere così, giusto? Né tantomeno Roxas poteva essere geloso del suo idolo…
Comunque nonostante tutto Axel obbedì e si allontanò da Roxas. Soprattutto perché gli era appena tornato in mente per l’ennesima volta il proprio sogno erotico e il fatto che lui e il biondo fossero mezzi nudi avrebbe potuto spingerlo a fare qualcosa di cui si sarebbe pentito: non aveva affatto il desiderio di allontanare l’amico da sé, per quanto potesse essere attratto da lui a livello fisico. La sua amicizia era molto più importante dei propri ormoni. E no, non importava che il biondo avesse un odore terribilmente eccitante anche quando era sudato.
“Oh merda. Sta’ giù!

Spero che questa storia vi stia piacendo fin qui. L'ho già detto ma lo ripeto, che non fa mai male, scriverò anche di cose di cui non so molto e la documentazione che ho cercato mi ha aiutata solo fino ad un certo punto, quindi se trovate qualche imprecisione fatemelo sapere, d'accordo? Il vostro aiuto sarà enormemente apprezzato.
Grazie per tutte le persone che si fermeranno a leggere anche questo capitolo. Sentitevi pure liberi di lasciarmi un riscontro, se vi va... ;)
  
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