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Autore: Giulia White    24/11/2012    2 recensioni
Mentre camminavamo lui disse, sempre con un bel sorriso: “Ah, io sono Neal”.
“Liz” ricambiai il sorriso e gli strinsi la mano che mi stava porgendo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neal Caffrey, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Durante la settimana in cui la scuola restò chiusa ne approfittai per riprendere i collegamenti con gli altri amici che non sentivo da tempo. Organizzammo cene e serate, mi sembrava di essere tornata all’estate.
Per questo motivo non mi capitava di vedere Neal molto spesso. Non voglio dire che ci stavamo allontanando, ma solo che il tempo che passavamo insieme era più o meno limitato.
Lo incontravo tutti i pomeriggi ma per poco tempo, quando lui aveva una pausa dal lavoro, e un paio di sere andammo al cinema, ma non venne più a casa mia. Non stavamo cercando di evitare che si ripetesse la situazione che era stata interrotta da Billie quella famosa sera, ma semplicemente non ci fu occasione.
A proposito di quella sera, il mio caro amico era ovviamente andato a raccontare tutto a Julia ed Alice, che avevano avuto una reazione a dir poco eccessiva.
“CHE COSA HAI FATTO?” urlò Alice il pomeriggio dopo. Aveva tempestato di pugni la porta di casa mia, e nel momento in cui l’avevo aperta si era scatenato l’inferno.
“Che cazzo urli, Alice? Dai, entra, prima di farti sentire dall’intero vicinato”
Che cosa potevo mai aver fatto?
“Cosa. Hai. Fatto.” ripetè lei una volta una volta entrata in casa.
“Non ho idea di che cosa tu stia parlando” ammisi.
“Billie me l’ha detto”
Sospirai. Chissà che cosa le aveva detto quell’idiota. Qualche storia super montata e ovviamente falsa.
“Lo sai com’è Billie, esagera sempre”
“Ci hai fatto sesso” continuò lei ignorandomi – “Non ci posso credere, ci hai fatto sesso” –
“Non ci ho fatto sesso!” esclamai contrariata.
“Billie me l’ha detto” ripetè.
“Billie è un’idiota. Non ci ho fatto sesso”
“Mi ha detto che vi ha interrotto” ribattè lei, piccata.
“Ci ha interrotto, sì, ma prima”
“Oh.” Si abbandonò sul divano, finalmente un po’ più calma.
“Già”
“Mi ha detto che vi ha trovati mezzi nudi in camera tua”
“Aspetta. Ha detto che ci ha interrotti mentre facevamo sesso o che ci ha trovati mezzi nudi in camera mia? Perché è un po’ diversa come cosa”
“Non so di preciso le parole che ha detto. Ma questo vuol dire che vi ha davvero trovati mezzi nudi in camera tua!” esclamò.
“Dipende che cosa di intende per ‘mezzi nudi’” dissi con cautela.
“Liz! Non ci posso credere!” esclamò Alice.
“Cosa?! Non ho detto niente!”
“Stai ammettendo che se Billie non vi avesse interrotti ci saresti andata a letto!”
“Non ho detto niente del genere, però, sì, probabilmente ci sarei andata a letto” ammisi infine.
“Non ci posso credere”
“Ma smettila. Eri così entusiasta che uscissi con lui. Con tutta la storia dell’uomo del mistero, eccetera”
“Bhè, non lo sono più. Non pensavo fosse così sfacciato, praticamente ha cercato di portarti a letto al primo appuntamento”
“Non era il primo appuntamento, e poi vabbè, alla fine è normale. Lui è più grande, il sesso sta alla base di un rapporto”
“Liz, tu sei ancora vergine!”
“E allora?”
“Non la puoi dare al primo che passa!”
“Non la sto dando al primo che passa, smettila di farmi la predica!” iniziavo a innervosirmi. Quello che facevo con il mio ragazzo erano fatti miei alla fine.
“Ok, ok. Non dico più niente, ma non ti risparmierò il ‘te l’avevo detto’ se verrai a piangere da me” si offese lei.
“Perfetto. Adesso cambiamo argomento, non voglio litigare con te per qualcosa che non è neanche successo”
“Va bene”
Ci abbracciammo e la faccenda finì lì.
 
La settimana seguente ricominciò la scuola, e tutto filò liscio e normale come al solito.
Il lunedì pomeriggio però successe qualcosa di..inusuale.
Ero sul letto a leggere quando sentii bussare alla porta principale.
Finii di leggere la frase , mi alzai e scesi le scale.
Il tizio fuori dalla porta continuò a bussare incessantemente per tutto il tempo.
Cosa credeva, che fossi sorda?
“Si?” domandai aprendo la porta, leggermente perplessa.
E rimasi ancora più perplessa vedendo il tipo che stava bussando.
Era un ometto piuttosto basso, quasi pelato e con gli occhiali.
“Chi sei tu?” mi chiese.
“Scusi?” ribattei con un pizzico incredulità.
“Qual è il tuo nome?” mi chiese con quella sua strana espressione allucinata.
“Elizabeth Rosenberg, e lei è?”
“Questo non ha importanza” decretò.
“E c’è qualcosa che posso fare per lei?” chiesi, visto che non sembrava intenzionato ad aggiungere alcunché.
“Posso entrare?” chiese il tipo, prima di sgattaiolare dentro casa mia senza attendere risposta.
“Mi scusi, ma cos’è che vuole?” cercai di capire che intenzioni aveva quel tipo.
“Shh!” mi zittì lui – “Non è prudente!” – esclamò. Poi iniziò come a cercare qualcosa, guardò sotto il divano, dietro la tv, aprì un armadio..
“Ok, basta così!” interruppi la sua misteriosa ricerca. Ero rimasta piuttosto interdetta fino a quel momento, ma mi sembrava che stesse esagerando. Cosa cavolo voleva?
“Che cosa vuole?” domandai di nuovo, più decisa di prima.
“Bene, ma se qualcuno ha piazzato una cimice e ascolta le nostre conversazioni, non dire che non ti avevo avvisato!” si offese quello.
Perfetto, avevo appena fatto entrare un pazzo paranoico in casa mia.
“Mi vuole dire che cosa è venuto a fare qui?”
“Conosci un certo Neal Caffrey?” mi chiese lui – “Oh, certo che lo conosci” – aggiunse poi – “La domanda è: che rapporto hai con lui?”
“No, la vera domanda è chi è lei e che cosa vuole!”
“Non ha importanza chi sono” ribadì lui
“Bene, allora può anche andarsene!” esclamai aprendo la porta e facendogli cenno di uscire, ormai totalmente spazientita. Ma anche un po’ incuriosita e, perché no?, preoccupata. Come faceva quel tipo a sapere di me e Neal? E che cosa voleva da lui? O da me.
“Ok, ok! Puoi chiamarmi Dante Haversham” cedette l’uomo – “ma ora parliamo di Neal”
“Non parlerò di niente con un uomo che ha praticamente fatto irruzione in casa mia, facendo domande sul mio raga..” mi interruppi, sperando di non aver detto troppo.
Ma le mie speranze erano vane, a quello non sfuggiva niente.
“Che cosa?!” urlò l’uomo.
“Cosa? Non ho detto niente!” cercai di negare.
“Oh, questa volta ha esagerato!” detto questo mi superò e uscì dalla porta, borbottando.
Questa uscita mi spiazzò quasi più dell’entrata.
 
Riflettei un attimo, poi presi il cellulare e chiamai Neal.
“Pronto?”
“Ciao Neal”
“Ehi Liz! Che c’è?”
“Ho bisogno di parlarti”
“E’successo qualcosa?”
“Non lo so, forse, ci possiamo vedere?”
“Ehm..non lo so..” Potevo sentire almeno un migliaio di voci attorno a lui, tra cui ne distinsi una: “Dove cavolo è Caffrey?”, piuttosto scocciata. Immagino fossero nel pieno di un’indagine all’FBI.
“Senti, non importa” dissi. Non mi sembrava il caso di disturbarlo al lavoro, soprattutto per una cosa che poteva anche non essere niente.
“No, figurati, se è urgente posso trovare un momento”
“No, non ti preoccupare” dissi, cercando a mia volta di non preoccuparmi – “ci sentiamo in un altro momento” –
“Sei sicura?”
“Certo”
“Va bene, ti chiamo dopo. Se ti serve qualcosa non farti problemi”
“Ok, ciao”
“Ciao Liz”
Chiusi la chiamata.
 
Incontrai Neal verso le 18 a Central Park.
“Ehi” mi salutò.
“Ciao” ricambiai il saluto.
“Scusa se non sono riuscito a venire prima..” cominciò.
“Non ti preoccupare” lo interruppi subito.
“E’ solo..abbiamo un caso piuttosto complesso, sono rimasto da Peter fino a tardi ieri sera e all’FBI c’è un’incredibile confusione..”
In effetti stava lavorando moltissimo in quell’ultimo periodo, non so quale strano caso avessero tra le mani, ma doveva essere qualcosa di importante. In realtà niente nell’aspetto di Neal faceva intravedere la sua stanchezza, era impeccabile come sempre, ma glielo leggevo in faccia che non avrebbe retto ritmi del genere per molto. I suoi occhi blu sembravano molto meno blu, il suo sorriso più stanco.
“Senti, non ti preoccupare, sto bene, ok?” mi disse, come se mi avesse letto nella mente, dandomi un leggero bacio sulle labbra.
“Ok..” sospirai.
“Per che cosa mi avevi chiamato?” mi chiese cambiando argomento.
“Ehm..prendiamo un caffè? Poi te ne parlo”
Accettò, andammo da uno di quei venditori ambulanti che ci sono praticamente ogni due metri e prendemmo il nostro solito enorme caffè.
Camminammo un po’, scaldandoci con la bevanda calda. Era ormai novembre, il clima era sempre più freddo.
“E’ venuto da me un..un tizio, oggi” cominciai. Feci una pausa, bevvi l’ultimo sorso di caffè e buttai il bicchiere.
Neal mi rivolse uno sguardo interrogativo buttando a sua volta il bicchiere vuoto.
“Ha bussato alla mia porta e ha iniziato a fare domande strane” dissi con prudenza. Non volevo farla sembrare una situazione troppo seria.
“Che tipo di domande?” chiese Neal smettendo di camminare, l’espressione al contempo interessata, confusa e preoccupata.
“Bhè, domande su di te”
“Che vuoi dire?” ribattè in fretta.
“Domande su te e me, sul nostro rapporto” continuai.
Ora era ufficialmente preoccupato.
“Liz, chi era quest’uomo?” mi chiese.
“Io..non lo so” sospirai – “Ha detto di chiamarsi..qualcosa come Dante..Haversham? Forse” dissi titubante.
Neal stava prendendo la situazione forse peggio di come l’avessi presa io. Ma nel momento in cui dissi quel nome cambiò espressione. Incredulità e fastidio comparvero sul suo volto.
“Che c’è? Lo conosci?” gli chiesi.
“Sì..sì, lo conosco” sospirò.
“E..?”
Mi mise le mani sui fianchi e mi guardò intensamente negli occhi.
“Non ti devi preoccupare, ok?” disse.
“Neal, chi è quel tipo?”
“E’ solo un tipo strano, gli parlerò io. Non ti darà più fastidio” mi rassicurò.
“Ok” annuii.
“Ok” ripetè lui, poi mi baciò, e di sicuro quello era un modo più che efficace per farmi passare ogni preoccupazione.
Poi mi prese per mano e riprendemmo a camminare nel parco.
“Senti, Liz, mi dispiace che in questi ultimi tempi non riusciamo a vederci molto” disse Neal.
“Anche a me” sospirai – “Lo so che non è colpa tua, ma ogni tanto mi manchi da morire” –
“Anche tu”. Ci baciammo di nuovo.
 
“Per quanto sarai così occupato?” gli chiesi.
“Non lo so” sospirò – “Probabilmente tutta la settimana, spero che riusciremo a chiudere il caso settimana prossima”
Annuii, un po’ tristemente. Un’intera settimana, forse più, vedendolo poco più di un’ora al giorno.
“Senti, facciamo così” disse Neal – “Non posso garantire niente per questo finesettimana, ma il prossimo, qualsiasi cosa succeda, lo passeremo assieme, ok?”
“Promesso?”
“Promesso” confermò lui.
 
**
 
Neal’s POV
 
Dopo aver salutato Liz tornai al mio appartamento.
“Ti stavo aspettando” mi accolse una voce nel momento in cui aprii la porta di casa.
“Lo vedo” dissi, voltandomi verso una figura immersa nell’oscurità, che riconobbi immediatamente come quella di Mozzie, il mio migliore amico.
Mi tolsi il cappotto e mi sedetti al tavolo, prendendo il bicchiere di vino che Mozzie mi stava porgendo.
“Quand’è che hai iniziato a pedinarmi?” gli chiesi senza tanti preamboli.
“Non so di cosa tu stia parlando” ribattè lui, facendo finta di niente.
“Io credo di si” affermai, scrutando il suo volto in cerca di una minima reazione.
Mozzie resse il mio sguardo forse per qualche secondo, prima di cedere: “D’accordo! Ho iniziato a pedinarti quando tu hai iniziato a mentirmi!” sbottò.
“Non ti ho mai mentito su niente”
“Omissione di informazioni, è uguale!”
“Che c’è, non posso avere una vita, adesso?”
“Non se questa vita comprende una relazione con una quindicenne!” esclamò Mozzie alzando il tono di voce.
Mi abbandonai sullo schienale della sedia, senza ribattere.
“Che cos’hai nella mente, Neal?” continuò lui, alzandosi e iniziando a camminare in circolo.
“Non lo so” ammisi.
“Esatto! Tu non pensi, non pensi mai!”
“Moz, calmati adesso, ok?”
Sbuffando si risedette e bevve un generoso sorso di vino.
“Devi chiudere con questa storia” riprese.
“No” ribattei con decisione.
Mozzie spalancò gli occhi, esterrefatto.
“Non posso” dissi semplicemente.
Mi guardò negli occhi per un po’, cercando di decifrare la mia espressione.
“Sei innamorato di lei?!” mi chiese, stupefatto, dopo una piccola pausa.
“Io..non lo so” sospirai.
Mozzie sospirò a sua volta, captando un “Forse” o addirittura un “Sì”, che io non avevo avuto il coraggio di pronunciare.
“Buonanotte Neal” si alzò e si avviò all’ingresso.
“Buonanotte” risposi, mentre la porta si chiudeva alle sue spalle.
 
 
Nota dell’autrice: Salve a tutti! Eccomi di ritorno, dopo quasi un mese di assenza..
Scusatemi per il ritardo, ma sono stata impegnatissima con la scuola, non ho avuto proprio tempo per mettermi seriamente a scrivere..
Comunque, tornando alla storia..qui entra in scena Mozzie, ho pensato fosse ora ^-^ E’ uno dei miei personaggi preferiti di White collar :3
Bhè, fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima! (Che spero sia relativamente presto!)

  
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