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Autore: Ordinaryswan    24/11/2012    3 recensioni
Serena, non è la solita ragazza sfigata, è bella con un autostima sotto le scarpe. Passa i giorni a studiare per non deludere i propri genitori. Non si lascia andare mai. E' all'ultimo anno di liceo, tormentata per non aver mai avuto esperienze con un ragazzo. Beh, prima che non le si presenti alla porta di casa un odioso fratellastro.
-“A casa mia, tranquilla non c'è nessuno” Se ne uscì con il suo sorriso malizioso che mi fece perdere un battito. Non doveva avere quell'effetto su di me. Non poteva. Lui era solo uno stronzo, bello e stronzo come tutti, come tutti quelli, no come tutto il genere maschile. -
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Pov Serena

 

Cento giorni prima dell'esame significavano solo una cosa: mare.

Accamparsi sulla spiaggia con alcool, cibo e sacchi a pelo e sperare nella miglior e unica maturità di sempre. Non si tornava indietro. Niente torna indietro.

Erano passati pochi giorni da Pasqua. I momenti per stare con Mattia, si ridussero alle ricreazioni. Qualche bacio rubato, discorsi sempre rimandati dalla campanella e poche occasioni per stare da soli.

Probabilmente il destino aveva deciso di farci aspettare, ma io smisi di credere nel destino da quando scoprii che Babbo Natala non esisteva.

 

Ero in macchina con Silvia e qualche altra amica. Mattia portava invece altri compagni di classe.

Noi portavamo l'alcool, loro il cibo.

Erano le sette di mattina, ed entro un'ora più o meno saremmo arrivati al mare.

Il viaggio non lo tollerai. Le ragazze chiacchieravano ed io ero obbligata a stare con gli occhi aperti.

Ma quindi Serena, tu e Mattia state di nuovo insieme?” amiche pettegole.

Forse” dissi vaga, perché appunto vago era il nostro rapporto.

E Adam, lo hai tradito con lui?”

Non sono mai stata con Adam”

Ah, quindi se ci provo non ti offendi” disse Martina. Scossi la testa. Io non potevo uscire con quel tipo di persone, proprio non ce la facevo ad essere così superficiale come le mie amiche.

Stetti in silenzio durante tutto il viaggio, per evitare di aprir bocca e vomitare.

 

Arrivammo e posammo tutto sulla spiaggia. Mi tolsi la tuta per rimanere con dei pantaloni corti e una camicetta.

Mi diressi subito verso Mattia che non vedevo da due giorni.

Mi prese in braccio, di sorpresa. Allacciai le gambe intorno alla sua vita per facilitargli la presa. Cominciò a baciarmi, cercando la mia lingua in una lotta continua. Il suo sapore mi mandava in estasi, mi aggrappai ancor di più a lui, mettendo una mano tra i suoi capelli e spingendolo verso di me. Strinsi i suoi capelli con la mia mano. Un bacio irruento.

Solo quando finimmo l'aria ci staccammo, poi continuò a baciare, succhiare, leccare le mie labbra.

Mi mancavi” disse Mattia facendomi venire la pelle d'oca. Quando toccai di nuovo la sabbia con i piedi, notai che tutti si erano già allontanati. Io, inevitabilmente, ero diventata rossa.

Volevo fargli tante domande, ma forse ancora non era il tempo. Raggiungemmo gli altri, che stavano già preparando le tende per la notte. Lui tornò dai suoi amici e io dalle mie amiche, a malincuore.

Ho portato un pallone da pallavolo” disse un mio compagno di classe, hai portato il giocattolino per Mattia avrei voluto rispondergli. Nemmeno a pensarlo, che la palla in mano ce l'aveva già lui.

Alzai gli occhi al cielo. I maschi, prevedibili.

 

Pov Mattia

 

Feci cenno a Serena di venirmi incontro. Posò la sua roba titubante e guardando un po' me e un po' il pallone che avevo in mano mi raggiunse.

Ho una proposta” le dissi.

Mmh, si può rifiutare?”

No, io e Andrea contro te e Silvia” Andrea aveva portato la palla, non potevo escluderlo.

Sì, ci stiamo” guardò l'amica complice, che però non capiva cosa ci stavamo dicendo. Era competitiva quanto me, soprattutto se si trattava di sport.

Beach volley era un buon modo per iniziare la giornata.

Le due ragazze erano già rimaste con un pantaloncino corto e una canottiera. Mentre noi due ragazzi ci togliemmo solo la maglia.

Serena mi fece una linguaccia di disappunto indicando il mio petto nudo. Prima mossa, distrarre l'avversario, soprattutto se l'avversario può distrarre te.

Lei era l'avversario più temibile che avessi mai incontrato, perché mi avrebbe portato ad impazzire con il fisico che si ritrovava. Mi ero sempre chiesto come potesse avere l'autostima sotto le scarpe, forse non capiva quanto fosse eccitante per qualunque essere con un organo maschile tra le gambe.

Ci posizionammo nel campo.

Alcuni compagni erano spettatori della partita, altri a farsi i cazzi propri.

La situazione era piuttosto facile.

Silvia, mai vista giocare ad uno sport serio.

Serena, competitiva ma non aveva mai fatto pallavolo.

Andrea, amante di qualsiasi sport.

Io, giocatore di pallavolo nella squadra maschile della città.

Che il divertimento abbia inizio” dissi.

Anche la tua sconfitta” disse Serena spavalda. Le feci un occhiolino e feci la battuta di inizio.

 

Vinsi, come era scontato che succedesse, ma era stata la partita più bella di sempre. Le ragazze erano con il sedere per terra il più delle volte, io cercavo di non schiacciare troppo forte per non fare male alla mia ragazza – avevo detto davvero la mia ragazza?- Silvia cercava di sedurre Andrea per farlo sbagliare e lui invece cercava di essere ovunque per fare colpo su una spettatrice, nonché mia compagna di classe.

Non voglio che mi prendi per mano” mi disse Serena quando la raggiunsi a fine partita. Aveva un broncio tenerissimo, la fronte leggermente sudata e due occhi che rimanevano fissi sul mare e si coloravano di quel colore.

Le presi la mano lo stesso.

Mi guardò male per un attimo.

Andiamo a scrivere il numero?” annuì, non vedeva l'ora di fare quel rito pre-esame.

Dovresti puntare più in alto” mi disse quando lesse che avevo scritto 75. Non era un voto così pessimo, beh rispetto a lei che aveva scritto 91, il mio voto faceva schifo.

Perché proprio 91?” le domandai mentre un'onda portò via quei numeri imprigionandoli nelle acque del mare.

Perché vorrei che fosse un numero dispari e poi, mi ispira” risi e le andai a baciare la guancia.

Si avvicinò ancora un po' a me per farsi prendere tra le braccia, cosa che non le negai.

Ci stiamo riprovando Mattia?” mi chiese all'improvviso. Mossi le mie mani sulla sua schiena -sapendo quanto le piacesse- attirandola a me, fino a ritrovarmi il suo profumo addosso. Le diedi un morsetto sul collo e poi risalii fino all'orecchio.

Con tutto me stesso, vorrei che tu fossi la mia ragazza” le dissi lambendo il collo alla base dei capelli. Sentii tutti i brividi attraversarla, mi sentivo un principiante che sentiva per la prima volta di poter far suscitare emozioni tramite i suoi gesti.

Mi disorientavano le reazioni di Serena.

Piccioncini, venite a mangiare” ci disturbarono i compagni.

Passammo poi la serata tra chiacchiere, scherzi e racconti dell'orrore. Il fuoco acceso, l'atmosfera perfetta per una notte d'amore. L'atmosfera perfetta per stare abbracciata alla mia ragazza, ma come deciso dalla partenza, maschi e femmine dovevano stare divisi.

Prima di andare tutti a dormire, la vidi alzarsi, dirigendosi verso la riva, come a sognare qualcosa più grande di lei. Quando faceva così la prendevano tutti per strana, anch'io lo dicevo una volta. Lo dicevo perché avevo paura del suo fascino. Lei era una poetessa in tutto quello che faceva, un'artista dentro ad un corpicino da arrogante adolescente.

Non la seguii, sapendo che in quel momento doveva essere lei con lei stessa. Le sue paure, i suoi sogni, i suoi pensieri rivolti verso il mare, l'infinito. Sorrisi, lei mi rendeva tremendamente poetico e romantico, ma forse questa cosa mi piaceva più di quanto fosse lecito.

(Piccola parentesi, sto scrivendo di verde perché mi sono fatta i capelli verdi *-*... cioè so che non vi interessa u.u)
Non ho molto da dirvi, questo è il capitolo, un altro luogo ancora, mi andava di scrivere del mare perché mi piacerebbe che fosse già estate o almeno primavera çç
Anyway, GRAZIEEEE, siete meravigliosi ^O^
Cri


 

  
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