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Autore: Akira14    24/11/2012    1 recensioni
Le persone vivono le loro vite aggrappandosi a ciò che conoscono e comprendono. E la chiamiamo "realtà". Ma "conoscenza" e "comprensione" sono termini vaghi. La realtà potrebbe essere un'illusione. Tutti vivono in base alle loro supposizioni... Così diceva Itachi.
Be', questa storia racconta la 'realtà' vista da Itachi stesso.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Prima dell'inizio, Naruto Shippuuden
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Shisui non avrebbe voluto questo.
Non è per facilitargli il massacro che si è ucciso. Sicuramente non per far sì che si alleasse con un Uchiha spuntato dal nulla, probabilmente lo stesso che anni fa aveva orchestrato l'attacco della Volpe ed aveva fatto ricadere la colpa sull'intero clan.
Non è perché lo tenesse per un'altra occasione che gli ha donato l'occhio rimastogli.
Lì, sull'orlo del burrone, ha sostenuto il contrario ma il tacito accordo che hanno stretto implicava che Itachi s'impiantasse quell'occhio e lo usasse su Fugaku. Che riuscisse dove Shisui aveva fallito. Una volta convinto lui a desistere dal colpo di stato, il clan avrebbe avuto bisogno di un po' di tempo per riorganizzarsi. Quanto bastava per convincerli tutti che quell'idea non aveva futuro. Quanto bastava per salvarli da loro stessi e dal loro rancore.
Che se ne fosse occupato lui che aveva una così chiara visione delle cose, allora! Che avesse messo lui in atto questo straordinario ed infallibile piano per proteggere sia il clan sia il villaggio!
No, ovviamente se n'è lavato le mani ed ha preferito uscir di scena. Non che non avesse valide ragioni per prendere tale decisione, eh. Nessuno lo sta mettendo in dubbio.

“Quando ho provato ad usarlo per evitare il colpo di stato, l'ultima volta, Danzo s'è preso il mio occhio destro. Non si fida di me. Tenterà di prendere anche il sinistro. Te lo do, prima ciò possa accadere. Solo a te, che sei il mio migliore amico, posso chiedere di proteggere il villaggio ed il nome degli Uchiha.” Così si è scusato, non lasciando spazio ad ulteriori discussioni.

Cosa avrebbe potuto rispondergli? Nulla. Appunto. Perciò se n'è stato zitto, standolo a guardare mentre si buttava giù nel fiume.
Lui che non si sarebbe fatto piegare dalla promessa di risparmiare Sasuke. Lui che credeva nei miracoli e che i rapporti tra i Senju e gli Uchiha potessero essere sanati, una volta per tutte. Lui che è stato tanto ingenuo da fidarsi ciecamente del suo migliore amico, Itachi Uchiha.
Povero stolto. In fondo, è meglio così.

********

Gli ultimi giorni sono i più duri.
Dopo la morte di Shisui ti stanno con il fiato sul collo. Hanno notato che mancavate soltanto voi due alla riunione e sospettano che non si sia trattato di un suicidio. Allora non sono poi così stupidi come li si potrebbe ritenere. Se solo usassero questo barlume d'intelligenza per capire quanto sia sciocco il loro proposito, invece che per accusare te... Ovvio che tu perda le staffe.
Non in maniera plateale, ma quanto basta per far loro presente quanto sia limitativo attaccarsi a un' organizzazione, a un clan o a un nome.
“Le mie capacità sono state deluse da questa sciocca casata.” Insisti. “Legandosi ad un clan si perde ciò di vista ciò che è realmente importante.” Aggiungi ancora una parte su come una vera trasformazione debba soverchiare controlli e restrizioni e superare ogni presentimento e immaginazione, perché ormai è ora di entrare nel personaggio che calerà il sipario sul proprio clan solo perché lo ritiene una palla al piede. O semplicemente per dimostrare di poterlo fare.

È la voce di tuo fratello a riportarti alla realtà, a ricordarti che non è ancora giunta l'ora sguainare la spada contro di loro. Calmati.
Ti inginocchi, chiedendo perdono, e tuo padre ti copre. Promette si occuperà lui di tenerti d'occhio e che sarà responsabile delle tue azioni. Non sai se lo faccia per non mettersi contro l'Hokage, come sostiene, o perché ha intravisto qualcosa nel tuo sguardo.

Da quel pomeriggio in poi, eviti sia tuo padre sia Sasuke.
Il primo non lo saluti nemmeno più quando v'incrociate lungo il patio, e quando Sasuke ti cerca sostieni sempre di essere troppo impegnato per stargli dietro. Ormai che si sarà convinto che tu lo ritenga una scocciatura, ma almeno papà ora s'è accorto di lui e del suo disperato bisogno di sentirsi dire “Sono fiero di te, figlio mio.”
Scommetti che ora non si augura più che Sasuke segua le tue orme, eh?

Ad ogni modo, a distrarti c'è la faccenda dell'intruso. Un tale che, di recente, si è recato più volte al santuario Naka ed è sceso nella sala segreta per consultare la tavola. Ti sei fatto qualche idea su di lui, nonostante tu ti sia limitato ad osservarlo da lontano per il momento.
Primo: solo un Uchiha saprebbe raggiungere il santuario e trovare la stanza segreta. Nessun altro al Villaggio è al corrente della loro esistenza e perfino tu, che hai giurato lealtà alla Foglia e non al clan, non riveleresti mai alcun dettaglio al riguardo.
Secondo: la tavola non può essere letta da chi non è un potenziale possessore dello Sharingan.
Terzo: è ipotizzabile che lo abbia sviluppato già da diversi anni. Inoltre, per la sua maestria nel celare il proprio chakra, è senz'altro un individuo da non sottovalutare. Solo tu, infatti, sembri esserti accorto della sua presenza o aver notato le spie che ha pagato per infiltrarsi nei dintorni di Konoha a veder che aria tira.

Rifletti. L'unico Uchiha che nutre abbia mai nutrito del rancore contro il suo stesso clan è Madara.
Come biasimarlo? Anche tu avresti da ridire se Sasuke s'immolasse per il bene comune e poi le alte sfere, con l'approvazione di quella stessa gente per cui tuo fratello ha dato la vita, agissero in maniera tale da rendere il suo sacrificio del tutto vano. Avresti voglia non solo di ucciderli tutti, ma di farlo in modo che nessuno dei pochi superstiti possa mai dimenticare.
Manovreresti la Volpe, per avere la più sanguinosa delle vendette? Personalmente no, tu non arriveresti a tanto. Madara, invece, può darsi di sì.
Madara, però, dovrebbe essere morto da un pezzo nella Valle Dell'Epilogo. Ucciso da Hashirama, il primo Hokage. Inoltre, anche fosse sopravvissuto sarebbe tanto vecchio da non potersi muovere dal letto.
Potrebbe aver scoperto qualche tecnica per rallentare l'invecchiamento, o potrebbe essersi impossessato del corpo di un poveraccio che non c'entra nulla. Tutto è possibile.

Quel che è certo è che al tizio fa comodo essere identificato come Madara. Tra l'altro, è piuttosto plausibile che si tratti della stessa persona che anni fa ha provato a distruggere il villaggio: è tornato per ritentare ed appurare se sarà più fortunato. Lo puoi fermare?
Se la sua priorità è la rivincita contro il clan puoi trattarne i termini con lui. Se c'è una ragione per cui non si è fatto avanti, per cui non ti ha sfidato apertamente... be', lo puoi costringere ad accettarli.

Chiedi di incontrarlo il prima possibile, lontano da sguardi indiscreti.
Tuttavia, poterlo osservare da vicino non ti rivela nient'altro sul suo conto come invece avresti sperato. Peccato.
L'incontro non si può comunque definire infruttuoso, giacché vi accordate piuttosto facilmente su ciò che potrà e ciò che non potrà fare se intende partecipare alla tua prossima – ed ultima? - missione. In breve: ti può aiutare nel massacro, ma non dovrà alzare un dito né contro Konoha né contro Sasuke.
Risolto il contrattempo del vendicatore mascherato, non ti resta che aspettare.
L'attesa è interminabile e non sai bene con che spirito affrontarla. Da una parte vorresti che si prolungasse il più possibile, dall'altra non vedi l'ora che arrivi la fatidica notte.

Sei quasi allo stremo, diviso tra due fuochi, quando finalmente sorge l'alba di quella mattina.
Senza nemmeno aver chiuso occhio, ti alzi per affilare la tua katana. Poi esci ad esercitarti negli affondi. Ne saggi velocità e precisione, non fermandoti finché non ti ritieni soddisfatto dei risultati.

Quando ti siedi, chiudendo gli occhi, non è per riposare: visualizzi ogni attimo della missione nella tua mente. Il percorso, l'ordine delle vittime e le disperate colluttazioni con coloro che cercheranno inutilmente di difendersi. È tutto programmato. Sebbene ci sia la variabile dello PseudoMadara la tua previsione dovrebbe essere molto accurata lo stesso.
Perfetto. Ti alzi e torni a casa per uno spuntino, riflettendo sui possibili intoppi. Non ti pare che ve ne sia nessuno. Ti domandi dove nasconderti fino al colloquio con l'Hokage. La risposta è semplice ed immediata: non c'è posto che sia abbastanza sicuro, perciò ti conviene sgattaiolare lungo i vicoli e recarti immediatamente da lui. A meno che tu non voglia ritrovarti a combattere contro la tua squadra. Farti arrestare non è tra le ipotesi contemplabili: se ti si parassero davanti dovresti far fuori pure loro. Meglio non coinvolgerli, no?
Dall'Hokage, però, ci devi assolutamente andare. Non ti fidi di Danzo. Hai bisogno che anche Sarutobi ti prometta di che a Sasuke non sarà torto un capello e che la verità sul mancato colpo di stato morirà con te.
Mangi giusto quel che ti basta per non svenire, isolandoti dal resto della famiglia. Desideri vederli il meno possibile, oggi. Specie Sasuke.

Manco ti leggesse nel pensiero, tuo fratello ti raggiunge proprio quando stai per uscire nuovamente di casa.

“Itachi... Oggi mi puoi seguire nell'allenamento con gli shuriken?” Conclusa con un sorriso sprezzante, più che una richiesta ti pare una domanda retorica. Ovvio che accetterai, secondo lui.

“Io ho fare, fatti insegnare da nostro padre.” Tagli corto. Avanti, alzati. Vattene. Perché continui a restare seduto, che aspetti? Che Sasuke ti convinca a mandare tutto all'aria?

“Ma sei più bravo tu con gli shuriken. Anche un bimbo come me lo capisce.” Il fratellino non demorde, provando a giocare la carta dell'adulazione. Per non lasciar nulla d'intentato, aggiunge anche un lamentoso “Mi tratti sempre come fossi una seccatura.” Il che non è affatto vero e lo sa, ma se può risvegliare qualche latente senso di colpa e farti cambiare idea... Per quanto ti riguarda, è pure una strategia vincente.

Sei davvero tentato di mandare tutto all'aria, di andartene nel bosco ad insegnargli a lanciare quei maledettissimi shuriken, ma non ti è permesso. Non è possibile. Non vuoi nemmeno farlo, in realtà. Convincetene. Subito, okay? Okay. Bene.

Ora chiedigli di avvicinarsi, dagli dai un colpetto con le dita sulla fronte. Digli “Perdonami Sasuke... Ti insegnerò la prossima volta.” come fai sempre.
“Oggi non ho tempo di starti dietro.” Insisti, alzandoti.
Fatto? Ottimo. Ora esci senza voltarti.

“Non fai altro che toccarmi sulla fronte dicendomi 'Perdonami, Sasuke...' ma la volta successiva hai sempre da fare.” Cantilena, irritato, ma ormai tu hai aperto la porta. Lo ignori.

Per il resto della giornata ti dedichi al combattimento corpo a corpo e ad affinare le arti illusorie.
I tuoi compagni della squadra speciale lo prendono semplicemente come un eccesso di zelo e son più che contenti di darti una mano.
Al calar delle tenebre torni verso il quartiere residenziale, il 'ghetto' degli Uchiha.
È giunta l'ora.

Inizi dai due che t'avevano accusato d'aver ucciso Shisui: non sono affatto migliorati rispetto a qualche settimana fa e, nonostante lo Sharingan, fai presto a tagliar loro la gola.
Poi le donne ed i bambini. Ti si raggela il sangue e non senti più alcun rumore al di fuori dei passi di chi tenta disperatamente di scappare – ma non ce la farà – e dei loro respiri, che verranno presto spezzati. Le prime vittime ti richiedono uno sforzo sovrumano, poi diventa meccanico.
Scansati per non prendere le unghiate negli occhi o in pieno viso. Spezza il collo. Trapassa il ventre con la spada.
Piangono. Gridano. Miserabilmente si attaccano alla vita e supplicano pietà, ma tu sei sordo alle loro richieste. C'è chi, come Tomoko, s'appella alla tua umanità. Peccato non ve ne sia rimasta alcuna in te, non da quando hai sguainato la spada. Ad alcuni fai addirittura credere di avere qualche possibilità di salvarsi. Li lasci scappare fino alla strada principale e soltanto allora li ammazzi.
Mostro. Criminale. Traditore del proprio sangue: chi non supplica t'insulta, prima di esalare l'ultimo respiro. Hanno ragione. È così che meriti di essere ricordato. Perché è ciò che sei. Non un martire o un eroe. Hai fatto quello che ritenevi necessario ma nell'intravedere Sasuke, dalla cima del palo su cui ti trovi, ricordi che avrebbero potuto esistere delle alternative. Non hai voluto neanche prenderle in considerazione. Non hai voluto fidarti di lui, giudicandolo troppo piccolo per capire. Hai preferito fare tutto da solo.
Magari... Se solo... È troppo tardi. Cala il sipario su questo sanguinoso sterminio. Fomenta l'odio di Sasuke offrendogli un magnifico replay dell'ultimo atto.

Stai attento, però, a non mostrargli l'unico attimo di esitazione che hai avuto nel corso della missione. Proprio non te l'aspettavi che i tuoi genitori si sarebbero fatti trovare nel salone, disarmati e pronti a farsi giustiziare. Che attendessero con rassegnazione il proprio boia, nonostante si trattasse del loro stesso figlio.

“Vedo che hai scelto di stare dalla loro parte.” Ha constatato tuo padre, serafico. Preso alla sprovvista, hai esitato. Hai provato a cercare le parole per scusarti con loro, senza trovarle.

“Lo sappiamo, Itachi...” Ha risposto tua madre, intuendo tutte le parole che non riuscivi a dire.

Non rivelargli di esserti messo a piangere, quando papà ti ha chiesto di prenderti cura di lui. Non raccontargli di come, accorgendosi della tua titubanza, t'abbia spronato a concludere quanto iniziato. O di come la tua spada abbia tremato mentre li uccidevi.
Sii prudente.

Quando Sasuke ti raggiunge nel salone, non c'è più traccia delle lacrime ed hai già represso – nuovamente - i tuoi sentimenti. Sarebbe da dilettanti sbagliare ora.
Con uno shuriken chiudi la porta alle sue spalle, poi lo intrappoli per qualche minuto nell'illusione creata dallo Sharingan ipnotico.

“Perché lo hai fatto?” Ti chiede, letteralmente atterrito dall'orrore che gli hai appena mostrato.

“Per testare le mie capacità.” Rispondi, pronto a vestire i panni dello psicopatico ossessionato dal potere. Il copione hai iniziato a scriverlo nell'attimo in cui hai accettato l'incarico affidatoti da Danzo, ma non hai certo avuto occasione di provarlo. Ti auguri che Sasuke non se ne accorga.

“Testare le tue capacità? Tutto qui? Vorresti dirmi che solo per questo hai sterminato il clan?” Si rifiuta di crederci, pretende una spiegazione più approfondita. Meno assurda. Non gliela darai.

“Era una cosa fondamentale.” Replichi, laconico. Un'affermazione che non è neanche tanto lontana dalla realtà dei fatti, ma Sasuke non può saperlo. Non deve saperlo. Mai.

“Ma ti senti? TU SEI PAZZO!” Si scaglia contro di te, trovandosi però intralciato dai cadaveri dei vostri genitori. Casca rovinosamente sul pavimento, in lacrime. Tremando si rialza. Fugge.

Lo insegui, parandoti davanti a lui.
Gli spieghi di averlo lasciato in vita per un semplice ed egoistico motivo: nessun altro ha il potenziale per metterti alla prova. Nessun altro potrebbe sviluppare lo Sharingan Ipnotico, facendo sì che i suoi utilizzatori viventi salgano a tre.
Dovrà avere il coraggio di uccidere il suo migliore amico, così come hai fatto tu. Dovrà odiarti, sopravvivere come un miserabile, aggrapparsi alla vita e continuare a scappare fino al giorno in cui non vi rincontrerete. Il giorno in cui lui avrà i tuoi stessi occhi.
Che sarà anche quello il suo odio per te sarà tanto forte da ammazzarti, ma questo non ti è concesso anticiparglielo. Non rientra nei tuoi piani.
Concludi la tua scena madre mostrandogli ancora una volta lo Sharingan Ipnotico, ma le tue minacce non paiono tanto spaventarlo quanto rinvigorirlo. Nei suoi occhi si attiva lo Sharingan per la prima volta e in circostanze diverse sarebbe stato un evento da festeggiare, di cui andare orgogliosi vista la sua giovanissima età. Distogli lo sguardo e t'allontani. Benché si regga in piedi a malapena, su quelle sue gambette malferme, non rinuncia ad inseguirti ed attaccarti con degli shuriken. Uno dei tre che ti ha lanciato tocca il tuo coprifronte, facendolo cadere ai tuoi piedi.
È esattamente ciò che t'auguravi accadesse. Eppure piangi. Non sai nemmeno bene perché, se sia per la strage di cui ti sei macchiato o per il futuro plumbeo che si prospetta per voi due. Probabilmente per entrambe le cose.
Lo stai a guardare mentre crolla a terra, privo di sensi, poi lo prendi tra le tue braccia per l'ultima volta. Lo porti in ospedale e, senza che nessuno ti noti – o se ti hanno notato fanno finta di non vederti e verranno poi fatti sparire da Danzo – metti Sasuke a letto, rimboccandogli le coperte.
Poggi la tua fronte contro la sua, dicendogli addio.

È finita.

  
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