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Autore: Akira14    24/11/2012    1 recensioni
Le persone vivono le loro vite aggrappandosi a ciò che conoscono e comprendono. E la chiamiamo "realtà". Ma "conoscenza" e "comprensione" sono termini vaghi. La realtà potrebbe essere un'illusione. Tutti vivono in base alle loro supposizioni... Così diceva Itachi.
Be', questa storia racconta la 'realtà' vista da Itachi stesso.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Prima dell'inizio, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Quand'è che si è persa l'innocenza? Chi ha soffocato la speranza, infranto i sogni?
Non saprebbero dirvelo. È stata una presa di coscienza graduale, non imputabile ad una particolare causa esterna. Le prime missioni ad alto livello hanno aperto loro gli occhi.
Appurare quali orrori la gente è disposta a perpetrare, in nome del vile denaro o per il prestigio di una carica altisonante, vi ha fatto venire qualche dubbio sull'insita bontà del genere umano.
Decisamente non la si può dare per scontata: non tutti possono essere persuasi a lasciar perdere, non tutti meritano di essere salvati da loro stessi. Alcuni vanno uccisi.

“Se, per assurdo, il nostro clan si ribellasse contro la Foglia... cosa dovremmo fare? Ammazzare anche loro?”

Shisui non gli risponde subito. Osserva il fiume che scorre al fondo del dirupo, quasi stesse contemplando di buttarvisi dentro – che assurdità! - e finge di non aver sentito.
Itachi non si fa certo ingannare, ma sa che sarebbe inutile ripetere la domanda. Inutile quanto porla ad alta voce, d'altronde. S'incammina verso casa, deciso a dimenticare certe sciocchezze.
Magari anche Shisui ci passerà sopra. Scorderà le stranezze del suo ultimo giorno da genin...

“Loro chi? Chi dovremmo uccidere, Itachi?” Ribatte, non adirato ma confuso ed alquanto incuriosito.

“Chi ci minaccia. Chi minaccia ciò che desideriamo difendere.” Spiega, senza sbilanciarsi.

“Tuo padre e l'Hokage li si potrebbe anche far arrivare ad un accordo. Koharu, Homura, Danzo ed il resto del clan d'altro canto... Forse li dovremmo ammazzare, come suggerisci. O forse no. Lo so che i buoni propositi non sono che illusioni. Che noi ninja siamo spesso chiamati a fare scelte difficili. Eppure ci spero ancora, sai, che si possa risolvere tutto senza spargimenti di sangue.”

“C'è da aspettarselo, da uno come te. Tutto questo ottimismo, questa fiducia nel prossimo... è così sciocca ed infantile.” Lo schernisce Itachi, sorridendo. “Il giorno in cui smetterai di sperare sarà l'inizio della fine.”

“Probabile.”

***********

Hai a disposizione una manciata di minuti prima che l'ecatombe venga scoperta, prima che sia ordinato alla squadra speciale di trovarne il responsabile e liberarsene. Giusto il tempo per precipitarsi dall'Hokage. Il quale, ben sapendo cosa è successo poco fa, ti sta aspettando sul terrazzo di casa sua. Lo raggiungi saltando giù dal tetto, stupito che non vi sia nessuno ad intralciare il tuo cammino.

“Ho detto loro di non aver sonno stanotte. Di essere vecchio ma non tanto malconcio da non potermi difendere da solo. Qualcuno è restato, ma si trovano tutti all'interno. Puoi parlare liberamente, Itachi.” Ti dà la schiena, incapace di sostenere il tuo sguardo. È palpabile il suo senso di colpa per non essere stato in grado di trovare un compromesso con tuo padre, per averti costretto ad arrivare a tanto.

“Gli Uchiha non sono più una minaccia.” Gli comunichi, prontamente.

“Sasuke?” Ti domanda, senza pretendere ulteriori dettagli sull'eliminazione della suddetta minaccia.

“È al sicuro ora e vi prego...” T'inginocchi e chini il capo, notando che s'è si è voltato un poco, quanto basta per stabilire un contatto visivo. “... vi scongiuro di proteggerlo voi d'ora in avanti. Dalla verità e da tutti coloro che in essa sono coinvolti. Comprendo di non poter avanzare alcuna richiesta, ma...”

“Lo farò.” Dichiara, stentoreo. “Ne avrò cura. Anche se, ti confesso, che crescere divorato dal desiderio di vendetta, dall'ossessione di essere il più forte ed il migliore in ogni campo... Ho paura possa trasformarlo in un individuo simile ad Orochimaru.”

Sei alquanto stupito nel sentirlo farti un discorso del genere, menzionando addirittura il suo vecchio allievo. Le sue paure, però, sono infondate.

“L'ho già messo in conto, vostra eccellenza. In tal caso me ne occuperò io, ma vedrete che tornerà a Konoha come l'eroe che ha vendicato i valorosi Uchiha e dimenticherà certe sciocche ambizioni.” Affermi, con decisione.

“Spero tu abbia ragione, dopotutto lo conosci meglio di me.” Annuisce, accarezzandosi il pizzetto. “E per quanto riguarda la verità: a che pro raccontarla? Per cercare di alleviare il peso che grava sulla mia coscienza e fallire? No, metterei soltanto Sasuke in pericolo. Temendo che possa tornare per avere la sua rivalsa sull'intero villaggio lo farebbero fuori.” La sua onestà quasi ti spiazza, ma sei grato che non abbia cercato di indorare la pillola come fa spesso con i ninja più giovani. Non è certo di illusioni e false speranze che hai bisogno, adesso.

“Ed invece da domani piangeranno con lui.”

“Già. Verrà fuori che ogni abitante del villaggio aveva almeno un amico tra gli Uchiha. Saranno ben felici quando porterà loro la tua testa su un piatto d'argento.”

“Esatto. Siamo d'accordo, quindi?”

“Hai la mia parola.” Si volta del tutto, guardandoti dritto negli occhi. Vi stringete la mano, poi scivoli via nel buio della notte.

Dando un ultimo sguardo all'assopita cittadina, attraversi i portoni che delimitano il perimetro.
Piangi le tue ultime lacrime e l'abbandoni, conscio che non potrai mai più ritornarvi.

Sebbene tu l'abbia appena lasciata alle tue spalle non sei ancora un ninja senza patria senza patria. Un rinnegato. No, manca ancora qualcosa. Tiri fuori un kunai ed incidi una lunga linea sul tuo coprifronte, spezzando di netto il simbolo della Foglia.

In quel preciso istante cessi di esistere come persona. Itachi Uchiha del Villaggio della Foglia è morto.
Diventi un paio d'occhi, orecchie ed all'occorrenza mani o gambe al servizio del criminale che ti paga di più. Non ti fai certo scrupoli di coscienza pur di farti un nome, in un mondo dove sei praticamente uno sconosciuto.
Inevitabilmente, man mano che scendi sempre più a fondo – o sali di grado nella gerarchia criminale, a seconda della prospettiva in cui si guarda la cosa: stai imparando che la realtà è un concetto labile, manipolabile per i propri fini senza alcun bisogno delle arti illusorie – ti capita comunque di aver a che fare con dei ninja. Benché molti di loro provengano da una delle Cinque Grandi Nazioni, spesso non sono tanto pericolosi da costringerti a esporti. Lasci che se ne occupino altri. Piuttosto che farti catturare e strappar via gli occhi, passeresti volentieri il resto dei tuoi giorni facendo il mercenario da quattro soldi che sopravvive spaventando gli indifesi ed ammazzandoli quando il boss di turno lo ritiene necessario.

Nel giro di qualche mese noti di non essere l'unico ad avere la smania di farsi conoscere ed assoldare a cifre sempre più alti. C'è un tale, Pain, che ha preso il controllo del Villaggio delle Piogge e lo sta rendendo uno degli eserciti più temibili mai conosciuti. Lui stesso è stato in grado di sconfiggere Hanzo delle Salamandre, nonostante Danzo avesse inviato una squadra di supporto della Radice per evitare il colpo di stato.
Inoltre, sospetti che dietro quello pseudonimo possa nascondersi Nagato Uzumaki e che stia raccogliendo intorno a lui una rosa d'individui dotati di capacità innate. Tra cui Sasori della Sabbia Rossa, marionettista omicida senza pari, e Kisame Hoshigaki, altrettanto letale.

Già questo sarebbe abbastanza per mettere lui e la sua organizzazione, Alba, in cima alle tue priorità. Per seguirlo ventiquattro ore su ventiquattro ed assicurarti che stia ben lontano dalla Foglia. Quando se ne interessa perfino Orochimaru, poi, ti senti in dovere di indagare più a fondo entrando a farne parte. Gli ampi capotti e l'anello non li definiresti funzionali al combattimento ma, d'altra parte, nemmeno i capelli lunghi – spesso Danzo ti aveva “suggerito” di tagliarli, senza che tu gli dessi ascolto – lo sono. Pertanto taci e, benché tu lo ritenga alquanto ridicolo, completi il tuo look dandoti lo smalto. Aggiungi anche la catenina d'argento che, inspiegabilmente, ti sei trovato in tasca. Il primo ed unico regalo di Tomoko.

Indossata la divisa, ti presenti nuovamente al cospetto di Pain. È presente anche Orochimaru, che interrompe la conversazione che stava avendo con Konan per fissarti rapito. Chissà che avrà raccontato, a lei ed a Pain, per convincerli a prenderlo nella loro organizzazione. Chissà se è in netto contrasto con le pretese che intende avanzare. Comunque sia, non è un tuo problema.
Poterti avvicinare, poter provare a mettere le mani sullo Sharingan, è infatti una prospettiva tanto allettante da spingerlo a chiedere espressamente di averti come compagno di squadra. Non sapendo come dare una motivazione valida, non senza svelare le sue reali intenzioni, non viene accontentato e rimane in coppia con Sasori.

Tu, invece, sei designato ad affiancare lo spadaccino delle Nebbie. È lui stesso a comunicartelo, raggiungendoti sul molo dove sei seduto ad attendere il tuo primo incarico. Soltanto perché ha sentito delle voci sul tuo conto pensa di sapere tutto di te, tanto da sostenere sia stata proprio questa sua profonda conoscenza a guidare la scelta di Pain nella formazione delle coppie. Se ti rassicura che nessuno abbia svelato il tuo inganno, nemmeno lui, dall'altra sei un po' infastidito da questo chiacchierone. Perciò lo stuzzichi, ponendogli un interrogativo che sai perfettamente andrà a toccare un nervo scoperto.

“Sei piuttosto loquace. Dici di conoscermi bene, ma cosa sai di te stesso? Sei approdato qui dopo esserti smarrito nella nebbia. Sei un errante fuorilegge che non sa nemmeno qual è la sua meta. O sbaglio?” Neppure ti volti, quando poggia la sua spada sulla spalla. Rimani impassibile a guardare le onde anche quando ti mette in guardia, paragonandosi ad uno squalo che divora i propri 'compagni' fin dal concepimento.

“Da oggi anche voi siete parte di Alba e siete il mio compagno. Vi consiglio, perciò, di fare attenzione al sottoscritto.”

“Lo stesso vale per te.” Mormori, attivando per un attimo lo Sharingan Ipnotico. Lo senti ridere: già comincia a piacerti di più. Poteva prenderlo come un pretesto per dar inizio ad un combattimento, giusto per saggiare i tuoi poteri e capacità. Non l'ha fatto. Si fida della tua reputazione.

“Naturalmente preferirei che andassimo d'accordo e ci divertissimo insieme. Se tutto andrà come ha da andare, non dovremmo finire a combattere l'uno contro l'altro.”

“Chi tradisce i propri compagni è destinato, senza dubbio, ad una morte lenta e dolorosa. Preparati.” Gli dici alzandoti, deciso a mettere fine alla vostra simpatica chiacchierata.

Risponde con un'altra risata. “Allora noi due siamo già bollati come esseri orribili, nevvero?”

“No. Siamo esseri umani, non pesci. Non sappiamo che genere di persone siamo, non fino all'attimo prima della nostra dipartita. È la morte a farci capire chi siamo. Serve a questo, non credi?” T'allontani, sospendendo il tuo giudizio nei suoi confronti. Non è un attaccabrighe, non è irruento: non hai bisogno di sapere di più sul suo conto per averlo come partner.

La divisione dei ruoli vi viene subito naturale, senza nemmeno doverne discutere: tu raccogli informazioni, lui uccide coloro da cui le hai appena estratte. Continua ad essere un gran chiacchierone ma, dal momento che non si aspetta una tua risposta, ti ci abitui quasi subito.
Di solito sono semplicemente amenità dette per colmare il silenzio, del tipo 'Oh, mi ricordo di essere passato per questi boschi, anni fa, dopo aver fatto fuori Tal Dei Tali: c'è un posticino giusto alla fine della strada dove hanno dei dolci davvero deliziosi. Io mi ci fermerei, a meno che voi non abbiate fretta di rientrare.'
Ad incarico terminato non vedi perché rifiutare. Non diresti mai di no a dessert deliziosi e lui se n'è accorto. Non è nemmeno l'unica cosa che ha notato di te, da quando lavorate assieme.

“Non dovreste usare quella tecnica, se non quando è indispensabile.” Sentenzia, come se stesse appurando un dato di fatto e non dandoti un consiglio, sorseggiando una tazza di tè bollente. A chi origliasse la vostra conversazione – e non resterebbe vivo per raccontarla – parrebbe un'affermazione assai vaga. Tuttavia, Kisame si riferisce a qualcosa di ben preciso. Non gli è sfuggita la frazione di secondo in cui hai portato una mano al volto, coprendo l'occhio che avevi utilizzato per lo Sharingan Ipnotico. Una stupida, dolorosissima, fitta. Un leggero calo della vista. Tutto qui. Nulla di preoccupante, per ora.

“Per quale ragione?” Domandi, per capire se sta bluffando o se effettivamente è a conoscenza degli effetti collaterali dello Sharingan.

“Lo sapete meglio di me: v'indebolisce. In quali modi e fino a che punto, confesso, non mi è del tutto chiaro. Mi trovo bene con con voi, mi spiacerebbe ve ne andaste anzitempo perché non siete stato cosciente dei vostri limiti.” Sembra sinceramente interessato alla tua salute e non soltanto per non avere un peso morto a coprirgli le spalle. Le tue labbra si piegano nell'ombra di un sorriso: sei sorpreso dalla sua premura.

“Può darsi che io sia destinato a morire giovane. Tanto vale che utilizzi la più rapida delle mie tecniche, così da portare a termine il maggior numero di missioni.”

“Può darsi che lo siate, ma suppongo che vogliate sopravvivere almeno finché vostro fratello non verrà a cercarvi.” Supposizione esatta, perciò lasciate entrambi cadere la questione.

Terrai a mente il suo avvertimento, smettendo di usare le arti illusorie in ogni scontro.

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I giorni, le settimane, i mesi si susseguono monotoni l'uno dopo l'altro.
Di tanto in tanto, però, Orochimaru convince Pain a mettersi contro schiere di nemici tanto vaste da richiedere l'intervento di tutti voi quattro. Sono incarichi assai remunerativi, dopotutto, specie quando sono commissionati da personalità del calibro di Onoki, Kage del Villaggio della Roccia.
Lavorando con lui ti accorgi di come sia un vero peccato che si sia fatto divorare dall'ossessione di sapere tutto, di padroneggiare ogni tecnica possibile ed immaginabile. Perché è freddo e calcolatore perfino più di te il che, sul campo di battaglia, si traduce in massima efficienza con il minimo sforzo. Potresti imparare molto da uno dei tre ninja supremi, se soltanto avesse qualche interesse ad insegnarti.
Invece se ne sta per conto suo a fissarti, fingendo di ascoltare le direttive che Sasori gli sta impartendo ed aspettando che tu ti distragga. Ne approfitti per studiarlo attentamente: come sia rimasto immutato dagli anni della Seconda Guerra dei ninja, da quelle foto scolorite che avevi visto da bambino negli archivi di guerra, è una scottante questione irrisolta su cui vale la pena indagare. Deve avere a che fare con le ricerche e gli esperimenti che hanno portato al suo allontanamento, questo è poco ma sicuro. Li fa sui cadaveri o direttamente su carne viva, vale a dire tutti coloro che recluta all'insaputa di Pain – o, almeno, così crede – apponendo un sigillo sui loro corpi?
Parte del tuo interessamento, ovviamente, è dovuta al futuro che hai riservato a Sasuke.
I mostri di cui si circonda, i pochi che non hanno rigettato la marchiatura, sono alquanto spaventosi. Non vorresti proprio che tuo fratello rinunciasse alla sua umanità per batterti, ma quando mai è importato qualcosa di ciò che desideri tu? Se ne avrà bisogno gli darai addirittura un incentivo per seguire questa rivoltante, viscida, creatura. Nonostante significhi lasciarsi usare per un po, diventando uno dei suoi raccapriccianti giocattolini.

Ben presto il periodo d'osservazione giunge al termine: Orochimaru si è stancato di collaborare con Alba, visto che non ne ricava alcun vantaggio. Non è nemmeno riuscito ad impossessarsi del Rinnegan o di te. Tra l'altro, nonostante usi cadaveri per la tecnica delle Sei Vie – o così supponi, avendo già visto quei volti ma associandoli ad altri nomi: peccato tu non sappia dove si trova chi li controlla – il vostro capo si fa degli scrupoli sui suoi esperimenti. Gli ordina di averne dei resoconti ed è un vero e proprio affronto che Orochimaru fatica a sopportare. Tuttavia, per non lasciarsi fuggire un'ultima occasione di averti, stringe i denti. Sibila un “Sarà fatto.” pur avendo già deciso di andarsene in giornata. Qualche ora più tardi, infatti, chiede d'incontrarti. Da soli. Kisame ti domanda se hai bisogno che ti copra le spalle, ma tu scuoti la testa.
Ci provi pure a sfidare qualcuno che non ha nessuna speranza di battere. Hai atteso fin troppo a lungo questo momento. Soltanto una volta che ti sarai liberato di lui, infatti, potrai sviluppare al meglio le tue nuove tecniche. Ce n'è una, che chiamerai Amaterasu, che sembra piuttosto letale.
Devi perfezionarla, però. Le fiamme sono troppo tenui, si spengono subito quando invece dovrebbero bruciare finché non hanno polverizzato il nemico. Smettere di pianger sangue quando la usi, poi, non sarebbe affatto male. Già senti i rimproveri di Kisame...
Finora non hai potuto, perché non è proprio il caso di rendersi più appetibile ai suoi occhi.
Insomma, Orochimaru non è l'unico a fremere al pensiero di sferrare il suo attacco. Anche tu non vedi l'ora di farlo scappar via a gambe levate.
Ti presenti all'orario accordato, ma di lui non c'è traccia. Sarebbe futile aspettarlo: è qui da qualche parte, nascosto per evitare uno scontro frontale. Stai per andartene, risalendo i gradini di pietra che conducono al Quartier Generale, ed ecco che si fa vivo. T'attacca alle spalle con i suoi serpenti, o almeno così gli fai credere. In realtà lo hai intrappolato nella sua illusione con la coda dell'occhio, senza che lui nemmeno se ne accorgesse.

“Com'è possibile? Mi hai paralizzato con un arte illusoria... Che potere straordinario si cela in quegli occhi. Spettacolare.” Mormora, con un brivido di piacere. Incredibile contando che, oltre ad essere paralizzato, ha enormi paletti conficcati dalla testa ai piedi. Dolore, terrore: questo è ciò che dovrebbe percepire. Ne hai incontrati di masochisti, che ti hanno pure pagato perché facessi loro del male – il tuo corpo è una merce, uno strumento al servizio di chi ti offre un compenso: non hai mai discusso le richieste né le hai mai giudicate – ma lui li batte tutti.

“Orochimaru... Tutte le tue tecniche non possono nulla contro i miei poteri oculari.” Lo informi, mentre arriva ad amputarsi un braccio per tornare immediatamente alla realtà. Ammirevole.

“Devo avere quegli occhi, capisci?” Si lecca le labbra, famelico.

“Non da me, scordatelo.” Incroci le braccia davanti al petto, inarcando le sopracciglia in segno di sfida.

“Ti rendi conto che, rifiutando, mi spingi tra le braccia del tuo fratellino?” Ridacchia, persuaso d'averti detto qualcosa che ti farà capitolare. Ma per favore.

“Forse è proprio ciò che voglio.”

“Lo odi a tal punto?”

“Sì” Poi, d'istinto, aggiungi “E tu lo sopravvaluti troppo.”

“Stai forse insinuando che potrebbe essere lui ad assorbire me?” Scoppia in una sonora risata, non capacitandosi di un'ipotesi tanto ridicola.
“Io non ho insinuato nulla, hai fatto tutto da solo. Comunque sia, se non la ritieni una possibilità concreta non hai motivo di preoccuparti, giusto? Ora, se non ti dispiace, vorrei andarmi a riposare. Immagino, inoltre, tu debba rassegnare le tue dimissioni. Restituire mantello ed anello a Pain, a meno che tu non te li voglia tenere come souvenir, e andartene prima che mi veda costretto a raccontargli di questo nostro incontro.” Gli comunichi, chiudendo qui la questione. Almeno per quanto ti riguarda.

“Se me vado è perché ho compreso quanto insulsi siano gli obbiettivi di questa organizzazione, mica per altro. Certo non per paura di quel moccioso.” Dichiara, indignato, prima di girare i tacchi ed andarsene.

Con la sua melodrammatica defezione si chiude il capitolo della tua vita concernente Orochimaru. Ci sarà un epilogo tra un paio d'anni, ma per il momento ti concedi di essere sollevato di non averlo più tra i piedi.
La tua storia con Alba, invece, è soltanto all'inizio. Come Orochimaru, ti auguri sia più utile che memorabile.

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Nove, come i cercoteri. È il numero necessario – ma non indispensabile – per attuare il rituale dell'estrazione ed impossessarvi della loro forza. Con la quale terrorizzerete il mondo, lo metterete in ginocchio e quando la disperazione regnerà sovrana gli tenderete una mano amica. Solo così potrà regnare la pace. Nel timore reverenziale di una punizione divina, inflitta da Pain ogni qualvolta si provi a far prevalere i propri egoistici desideri.

“Questo è lo scopo della nostra organizzazione. Se non vi sta bene, quella è la porta.” Annuncia il vostro leader, in risposta ai dubbi espressi da Sasori (che in realtà aleggiavano un po' nella mente di tutti voi).

Che fretta c'è di sostituire Orochimaru? Cosa dovrebbe convincervi a continuare a lavorare per Alba, quando potreste benissimo essere padroni di voi stessi?
Be', ora lo sapete. Più o meno. Sei sicuro che ti nascondano qualcosa, che ci sia una persona con tutt'altri obiettivi a servirsi di voi da dietro le quinte. Ma ci puoi passare sopra. A te sta bene, insomma, così come sta bene a tutti gli altri. Perciò restate.

Quando si sparge la voce che ci sia un bombarolo molto talentuoso, un terrorista mercenario che ha raggiunto la classe S – la più letale, a cui tutti appartenete – benché sia perfino più giovane di te... Naturale che andiate ad accaparrarvelo al Villaggio della Roccia, nonostante questo vi metta in cattiva luce con Onoki.
Riuscirci è così facile che temi che questo Deidara sia sopravvalutato, per quanto incredibile sia la sua abilità innata. Il problema maggiore è che lui stesso pensa che essa sia quanto di più straordinario esista al mondo, non dando il giusto peso ai suoi avversari.
Non vedi il vantaggio di averlo come compagno. Magari ti sbagli.
Indubbiamente l'accoppiata con Sasori funziona. Si completano a vicenda. Entrambi si definiscono “artisti”, sebbene abbiano visioni diametralmente opposte su cosa sia o meno Arte. Uno è rumoroso ed istintivo tanto quanto l'altro è silenzioso e riflessivo.
Sasori ha innumerevoli nemici, Deidara una sola nemesi: tu. Non può tollerare che lo Sharingan sia stato capace di lasciarlo senza parole. Tanto peggio per lui.
In un'altra vita avrebbe potuto essere un rispettabile avversario. Il migliore che si possa avere. Di quelli che s'impegnano così tanto per arrivare al tuo livello, cercando di far passare la loro ammirazione per invidia, da spingerti a migliorare continuamente per farti trovare pronto quanto ti sfiderà apertamente. Dieci volte lo batterai ma, forse, l'undicesima sarà lui a battere te.
Il suo essere casinista ai limiti dell'umana sopportazione, poi, metterebbe a dura prova la tua pazienza affinando così il controllo – che già hai – sulle emozioni.
Vi migliorereste a vicenda, insomma. Potreste addirittura diventare amici, sentirvi come fratelli.
In un'altra vita. In questa cerchi di evitarlo il più possibile perché non hai proprio tempo da perdere con lui.

Per via delle tue origini, infatti, ti sarà assegnata la Volpe a Nove Code e devi essere convincente nel tuo tentativo di catturarla.
Devi tenerti impegnato in missioni di poco conto, mentre persuadi i tuoi compagni ed il capo che sia meglio aspettare. Almeno fino all'esame per diventare chūnin delle due forze portanti più giovani, Naruto e Gaara.

“Attaccare finché l'Hokage è vivo è sconsigliabile. Proteggerebbe Naruto a costo della vita ed il suo assassinio punterebbe i riflettori sulla nostra organizzazione molto prima rispetto a quando voi, venerabile Pain, avete previsto. Comprendo che aspettare sia insopportabile per alcuni dei miei compagni più irrequieti...” Rivolgi a Deidara un'occhiata pregna di disprezzo. “... ma parliamo di un uomo anziano che morirà nel giro di qualche anno. Che Orochimaru stesso intende ammazzare. Lasciamolo fare, quindi, poi agiremo sfruttando l'instabilità che il suo attacco andrà a creare tra le Cinque Grandi Terre.”

“Condivido pienamente quanto appena detto, Itachi. Dobbiamo ancora terminare il nostro reclutamento, trovare e mettere alla prova per saggiarne l'idoneità sia un ottavo sia un nono membro della squadra. Abbiamo atteso a lungo per vedere le nostre aspettative realizzarsi, anni in cui abbiamo studiato accuratamente ogni dettaglio del nostro piano. Aspettare un altro po', rimandando la sua attuazione di qualche anno, non è certo un problema. Anzi, è d'obbligo se possiamo supporre che stare a vedere come evolveranno le cose invece di agire ci avvantaggerà. Se questo non t'aggrada, Deidara...”

“... quella è la porta, eccetera eccetera. Capito l'antifona, capo. Mi distrarrò perfezionando la mia Arte. Già, Uchiha. Non credere che ti libererai tanto facilmente di me. C'è altro o possiamo considerare chiusa questa pallosissima riunione?” Sbuffa l'interessato, già pronto a squagliarsela.

“Andate. Quando verrà il momento di agire sarete avvisati.”

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Non rientrava nei tuoi piani affezionarti a Kisame. Ridere alle sue battute, raccontarvi insignificanti dettagli della vostra vita passata – non sarete mai tanto intimi da scambiarvi confidenze; ovvio – sdraiati su un prato ad osservare le nuvole o pescando sulle scogliere. Tornati da una missione si circonda di donne, si rimpinza di cibo fino a scoppiare e si crogiola nel dolce far niente. Spesso riesce a coinvolgere anche te nelle sue, quantomeno discutibili, attività ricreative.
Lasci che t'insegni a goderti la vita, benché tu creda di non meritare certi lussi.
Non l'avevi messo in conto di farlo, ma è accaduto. Lo accetti. Trovi conforto nell'idea che l'avrai al tuo fianco fino all'ultimo, che sarai tu andartene per primo. Quella no, è una parte del tuo disegno che non subirà mai modifiche.

Pain si fa sentire solo per assegnarvi nuove missioni, usando come tramite gli abitanti del villaggio della Pioggia. Sono adepti al culto della sua persona, ormai, gente che farebbe qualsiasi cosa per compiacere il proprio Dio. Non sono stolti, o disperati. Chi ha riportato ordine e stabilità in un luogo martoriato dalla guerra ed oppresso dal governo del suo predecessore merita di essere elevato al rango di Divinità Salvifica, no? Così come è cosa buona e giusta che voi veniate trattati con tutti i riguardi che si confanno ai suoi venerabili apostoli.
In realtà hai letto abbastanza riguardo ad Hanzo da sapere che era animato da ideali condivisibili, che si proponevano il benessere dei suoi concittadini. Peccato li considerasse degli idioti, incapaci di sapere ciò di cui necessitavano realmente. Non era stato in grado di ascoltarli, di trattare con i dissidenti e ciò l'aveva portato alla sua disfatta. Un destino non dissimile da quello di Madara Uchiha, se fosse stato lui ad essere stato scelto come Hokage, ne sei certo. Perché fosse chiaro soltanto a te e non al resto del tuo clan è una domanda che non troverà mai risposta, purtroppo.
Di tanto in tanto chiedi a qualche seguace di andare a controllare cosa succeda al Villaggio della Foglia, dopo avergli assicurato di avere il benestare di Pain.

“Non vi facevo così nostalgico.” Constata, divertito, Kisame.

“Non è per nostalgia, è perché...” Ribatti, venendo subito interrotto dal tuo interlocutore.

“... perché desiderate essere informato circa lo stato miserabile in cui sperate viva vostro fratello. É perché gradite tenervi aggiornato riguardo a potenziali, futuri, nemici: in tanti promettono bene, tra i coetanei di Sasuke, o così vi è stato riferito. É perché siete un maniaco del controllo.”

“Esattamente.” Annuisci, confermando ogni sua parola.

“Un maniaco del controllo con un pizzico di nostalgia.”

Quali che siano le tue reali intenzioni o i sentimenti che si celano dietro ad esse – forse un po' di nostalgia c'è, ma puoi ammetterlo soltanto a te stesso – continui a tenere d'occhio il tuo paese natale. Ti metti in contatto con Sarutobi, avvisandolo di un possibile attacco da parte di Orochimaru. Per difendere il tuo villaggio sei disposto ad esser buttato fuori da Alba, a venir giustiziato per tradimento. Sempre che riescano a prenderti una volta fuggito e, per quanto Pain sia abile, dubiti fortemente che ne siano in grado. Sei pronto a nasconderti, finché non sarà Sasuke a trovarti.
Nulla di tutto questo, però, si rivela necessario.

Esattamente come avevi previsto, Orochimaru sceglie di attaccare durante la più importante riunione delle Cinque Grandi Terre: gli esami per avanzare di grado. Nell'anno in cui può trovare Sasuke alla selezione dei chūnin ed apporre il proprio marchio su di lui, ovviamente.

Le notizie che t'arrivano al riguardo sono frammentarie e contrastanti.
Alcuni sostengono si sia trattato di un agguato orchestrato dal Paese del Vento. Il che non ha molto senso, dal momento che anche il Kazekage è morto. Più probabile è che Orochimaru abbia plagiato il daimyo e l'abbia convinto ad attaccare il Paese del Fuoco.
Ti sono anche giunte voci che sostengono che, dopo la morte dell'Hokage, i due paesi siano giunti ad un accordo. I più arditi giurano che siano diventati perfino alleati, grazie a Naruto Uzumaki e a come ha saputo tener testa alla loro forza portante. Non escludi possa essere vero, se quel ragazzino assomiglia anche solo lontanamente ai suoi genitori.

Non ti è ben chiaro perché l'Hokage abbia optato per una soluzione del genere, quando l'avevi avvisato con largo anticipo riguardo a ciò che sarebbe potuto accadere. È quasi come se avesse pensato “Se proprio devo farmi uccidere dal mio discepolo, affinché Itachi possa mantenere la sua copertura, farò in modo di renderlo meno pericoloso prima di andarmene” o qualcosa del genere. Tuttavia, non è un'ipotesi molto convincente.
L'unica certezza è che tu debba precipitarti a Konoha e ricordare a Danzo e ai suoi degni compari che sei ancora vivo. Che non esiterai ad avere le loro teste su piatto d'argento se minacceranno Sasuke.
Pain non ha nulla da ridire circa la tua impazienza di metter le mani sulla Volpe. Anzi, è molto soddisfatto di vederti così zelante e pronto all'azione. Kisame ti segue senza batter ciglio o proferir parola finché non arrivate nella strada principale del villaggio.

“È da parecchio tempo che non tornate a casa. Che ne dite? Potremmo fermarci in un quel locale” T'indica il luogo con un cenno del capo quasi impercettibile. “prima di iniziare la nostra ricerca.”

“D'accordo.”

Acconsentendo sai di esporti al pericolo di essere identificato dai tuoi ex concittadini, nonostante il cappello ed il mantello rendano difficile capire immediatamente chi siete.
I tuoi timori si rivelano fondati quando sulla soglia spuntano Asuma e Kurenai, accompagnati da Kakashi. Intuiscono subito che siete degli intrusi, benché non sia loro chiaro con chi hanno a che fare. Preferiresti non dover combattere contro di loro, ma per mantenere la tua fama di efferato criminale e traditore non c'è altra scelta. Se s'ostineranno ad ostacolarti dovrai ucciderli, ma recitando bene la tua parte con Kisame potrai evitarlo. Se il tizio che hai pagato per fare una soffiata a Gai non ti deluderà, la vostra ritirata sembrerà addirittura obbligata.
Hai soltanto una manciata di secondi, quanto basta per sentir Kakashi nominare Sasuke ed intravedere che è perfettamente in salute – meno male, temevi un rigetto del marchio da parte del suo corpo – prima di doverti volatilizzare. Non intendi coinvolgere innocenti avventori del locale nel vostro scontro, perciò li conduci lungo la riva del fiume. Ora sì, che siete isolati dal resto del Villaggio.

Riduci al minimo i convenevoli, alzando il cappello per rivelare il tuo Sharingan quando ti domandano se tu sia un ex shinobi della Foglia e come tu possa conoscere i loro nomi.
Il combattimento segue per filo e per segno il copione che avevi in mente: sono tutti così prevedibili che già sapevi come avrebbero agito e addirittura cosa avrebbero detto.
Kurenai sferra il suo attacco contro di te, mentre Asuma si occupa di Kisame.
Li tieni occupati, senza che nessuno si faccia del male, fino all'arrivo di Kakashi. Con lui, purtroppo, sei costretto ad usare le maniere forti. Benché dotato di un solo Sharingan e non appartenente alla casata degli Uchiha è un avversario temibile, impareggiabile nel vedere oltre le illusioni. Devi ricorrere allo Tsukuyomi, intrappolandolo a lungo – nella sua mente son ben settantadue ore, nonostante nel mondo reale si tratti di pochi secondi – e facendolo soffrire parecchio. Se non lo facessi incomincerebbe a nutrire qualche sospetto nei tuoi confronti.
Quando Kisame si sta ormai spazientendo, arriva Gai che ti dà l'occasione di ricordargli che non siete lì per dare inizio a una guerra. Il vostro obbiettivo è l'eredità del Quarto Hokage, ovvero Naruto. Se l'è forse dimenticato? Ops, ora lo sanno tutti! Chissà che non rendano molto più difficile sequestrarlo, magari affidandolo ad uno dei ninja supremi...

La tua ipotesi trova conferma poco dopo. Intravedete Naruto all'Ichiraku, intento a sbafarsi una scodella di ramen in compagnia di Jiraiya. Origliando la loro conversazione vi sembra di capire che siano diretti fuori città, per recuperare Tsunade e convincerla ad assumere la carica di Hokage.
Attaccare ora, con i ninja della Foglia già all'erta, comprometterebbe definitivamente la missione. Lo fai presente a Kisame, che era già pronto ad avventarsi su di loro.

“Aspettiamo che si fermino lungo la strada. Conosco le debolezze di Jiraiya abbastanza da neutralizzarlo per il tempo che ci sarà necessario per impossessarci della Volpe.” Gli dici.

“La vostra prudenza è così noiosa...” Fa scrocchiare le ossa del collo, piegando la testa da lato a lato. “... ma non ho mai avuto ragione di dubitare di voi o delle vostre scelte tattiche.” Si sono rivelate sempre vincenti e questo Kisame non può negarlo. “Non inizierò a farlo oggi.”

Ingannare Jiraiya è fin troppo facile. Ci sarà qualcosa sotto, per forza.
Perciò già sapete di avere i minuti contati, quando Naruto apre la porta. Stai pensando a quale diversivo attuare per attardarti e permettere all'anziano shinobi di raggiungervi quand'ecco che, inaspettatamente, spunta fuori Sasuke.
Ti sputa in faccia tutto il suo odio, ma è ancora debole. Troppo debole. Tanto che ti basta prenderlo per un braccio per fermare la sua tecnica più letale. Gli spezzi anche un polso, mettendolo così fuori gioco per un po'.

Kisame, nel frattempo, ha deciso che tagliandogli una gamba sarà più facile portare via Naruto e non hai modo di evitarlo, di farlo rinsavire, che già la lama sta scendendo verso la sua vittima... Per poi venir bloccata da uno dei rospi di Jiraiya.
Il quale minaccia di farvi fuori ma viene fermato, come avevi messo in conto, da Sasuke. Ancora è convinto di poterti uccidere, poverino.

“Non ho nessun interesse nei tuoi confronti, adesso.” Mormori, degnandolo appena d'uno sguardo. Con un calcio lo scaraventi verso il muro, ma ancora non si dà per vinto. Ti costringe a pestarlo, a ribadire che non ti odia ancora abbastanza, concludendo il tutto con un'altra dimostrazione della potenza del tuo Tsukuyomi. Non dovresti farne uso così spesso, non ti fa bene, e Kisame non s'esime da fartelo notare.

Approfittando della tua distrazione, inoltre, Jiraiya ne ha approfittato per intrappolarvi nello stomaco della sua rana e per uscire non puoi che ricorrere ad Amaterasu. Stremato dall'uso delle due tecniche in un lasso di tempo così breve, sei obbligato alla ritirata. O almeno questa è la scusa che fornisci a Kisame, affinché non insista nel chiederti perché mai stiate fuggendo.
Digrigna i denti, lamentandosi di quanto infruttuosa sia stata la giornata.
Non per te, che hai rivisto il tuo fratellino. Non per te, che hai incontrato Naruto. Ti ha colpito quanto ti detesti per ciò che hai fatto a tuo fratello. Potrà essere un valido, inconsapevole, alleato. Potrai affidargli, forse, ciò che ti ha lasciato Shisui.
Non ora, però. Deve ancora crescere. Devono ancora crescere entrambi. Tornerai, tra qualche anno.

L'intervento di Jiraiya sembra condizione sufficiente a Pain per spiegare il fallimento della missione. Potresti giurare che non lo conosca soltanto di fama.
Per ragioni a te non chiare, ma sulle quali rinunci ad indagare perché non rientra nei tuoi progetti, si decide di posticipare la cattura del Monocoda e dell'Enneacoda. Deidara minaccia fuoco e fiamme, esplosioni a volontà.

“Aspettiamo che sia nominato Kazekage! Sì, mi pare un idea brillante!” Non ha tutti i torti, ma lungi da te farlo notare. Fortunatamente c'è Sasori a calmarlo, ricordandogli che meno impegni con Alba equivalgono a più occasioni per offrire il suo genio dinamitardo a chiunque sia interessato e lo paghi profumatamente.

“Nh. Hai ragione. Non so perché continuo a sprecare il mio tempo con questa organizzazione.”

Rimarrà finché ci sarai tu e, quando sarai morto, se la prenderà con Sasuke per dimostrare che la sua Arte è superiore allo Sharingan. Non capisci perché s'ostini a negare la propria inferiorità, ma in fondo è solo una delle innumerevoli sfaccettature di Deidara che ti sono incomprensibili.
Peccato non avere una vita intera per studiarlo più a fondo.
L'incontro si conclude con l'annuncio che verranno riassegnate le forze portanti da catturare da parte di ciascuna coppia. Poi venite mandati ognuno per la propria strada.

L'attesa ricomincia.

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Tutto ha inizio con un braccio intorpidito.
Non ci hai nemmeno fatto troppo caso quando t'era successo la prima volta, poco prima del combattimento contro i senpai della Foglia. Sei costretto ad accorgertene ora che si somma ad una serie di altri sintomi che ti costringono a letto per settimane.
Fitte allo sterno, dolori intercostali, intorpidimento generale degli arti. Febbre, nausea, vomito.
Rischieresti la morte per disidratazione, se non ci fosse Kisame al tuo fianco.
Nonostante al vostro primo incontro ti abbia raccontato quell'aneddoto sul cannibalismo degli squali, infatti, non si rivela poi così simile a loro. Anzi, pare avere molto a cuore i propri compagni.
“Conosco qualcuno che fa proprio al caso vostro.” Ti annuncia, non appena la malattia ti lascia un attimo di tregua e riacquisti forze e lucidità. “È un medico dalle doti pressoché miracolose.”
Malgrado le supposte doti ti comunica un'impietosa diagnosi dopo averti visitato.

“Lei sta morendo e c'è ben poco che io possa fare. I polmoni sono malmessi e ciò sta avendo ripercussioni sul sistema cardiocircolatorio. Per non contare lo Sharingan - di cui mi ha informato il suo collega e per il quale non nutro alcun interesse, non si preoccupi – che minaccia di compromettere il nervo ottico. Mentre per quest'ultima questione un trapianto d'occhi sarebbe sufficiente, specie se il donatore fosse un consanguineo, ma questo lo saprà anche lei... Per il resto si va ben oltre le mie possibilità. È un processo di deterioramento che non ha nulla a che fare con il chakra, a cui solo le venerabili Tsunade della Foglia o Chiyo della Sabbia potrebbero forse porre rimedio. Sia perciò consapevole che la terapia potrà tutt'al più rallentare il decorso della malattia, non curarla. Così come siete messo ora, senza alcun trattamento, vi darei sei mesi. Massimo un anno. Con le mie medicine, delle quali dovrete imbottirvi, e riposandovi il più possibile... Potreste addirittura essere tanto fortunato da sopravvivere ben tre o quattro anni.”

Confortante.
Sei disposto a pagare qualsiasi prezzo per allungare la tua agonia, fino all'istante in cui sarà Sasuke ad ucciderti. O a credere di farlo, perlomeno. Ma non a farti ricattare. Non a permettere che qualcuno sfrutti, ancora una volta, le tue debolezze. Un assaggio dello Tsukuyomi mette subito le cose in chiaro.
Scordato qualsiasi ricatto t'implora pietà, attaccandosi alle tue vesti. Gliela concedi, a patto che ti dia le medicine di cui hai bisogno seduta stante e che c'impegni a mandartene nuove scorte ogni qual volta tu ne ne abbia bisogno. Ovunque tu sia. Saprà come trovarti, gli assicuri, prima di uscire dal suo studio.

“Necessito di un lungo periodo di riposo, prima che le medicine facciano effetto. E avrò comunque meno resistenza, minor chakra a disposizione durante i combattimenti. Perciò mi è stato consigliato di ridurli al minimo indispensabile.” Comunichi a Kisame, che scrolla le spalle.

“Cambia ben poco per noi, insomma. Gran parte delle volte vi è sufficiente alzare lo sguardo perché tutto sia finito in una manciata di secondi e quando non lo sarà interverrò io. O credevate che vi avrei abbandonato al vostro destino chiedendo di far coppia con qualcun altro? E se poi mi capita una testa calda come Deidara o una marionetta psicotica tipo Sasori? No, grazie.”

“Non ti avrei biasimato, ma hai ragione. Non ci sarà alcun radicale mutamento, se non che dovrò imbottirmi di farmaci.”

“Non c'è speranza che vi rendano più amabile e loquace, giusto?” Scherza, azzardandosi a darti un amichevole pacca sulla spalla.

“Non ho ancora iniziato la cura, Kisame.” Lo avverti, con un'occhiataccia. “E non ci farei troppo affidamento. Anche i miracoli hanno i loro limiti.”

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La monotonia prende nuovamente il sopravvento. Perdi il conto di quanti giorni passino, tutti indistinguibilmente identici l'uno all'altro.
Ti alzi, ti alleni fino al tramonto e poi torni a dormire. T'interrompi solamente per i pasti e per le pillole. Ogni ora ha la sua, spesso anche più d'una.
Di tanto in tanto vi vengono richieste semplici missioni di spionaggio. Quando ciò non accade, Kisame si cerca un incarico da spadaccino mercenario – non è certo entrato in Alba per fare la crocerossina e poi Samehada non gradisce l'inattività – e tu continui con la tua routine.

Passano anni prima che, finalmente, sorga l'alba di un nuovo giorno. Diverso dai precedenti. Precursore di un periodo frenetico, eccitante. L'attesa è finita.
Di punto in bianco, infatti, Pain vi ha chiamati tutti al proprio cospetto.
Non tanto per presentarvi i nuovi acquisti, Kakuzu e Hidan, ma piuttosto per assegnare a Deidara e Sasori il compito di catturare il Monocoda.
Inoltre, vista la posizione di prestigio della sua forza portante, nientemeno che il Kazekage, e dell'alleanza che si è formata tra il Villaggio della Sabbia e quello della Foglia, il vostro capo ritiene che sia più prudente che tu e Kisame copriate le spalle ai vostri compagni. Non dovrete venir fisicamente coinvolti nella battaglia – Pain si rivolge in particolare a te, come se sapesse delle tue precarie condizioni di salute – ma farà in modo che possiate combattere a distanza usando soltanto parte delle vostre energie. Il vostro compito non è tanto quello di sconfiggere chi proverà a salvare Gaara quanto di rallentare il nemico cosicché il rituale d'estrazione non venga interrotto.

Kisame ti chiede se si può occupare della “strana bestiola” che l'ha incuriosito durante la vostra visita a Konoha. Gai non è solo, ma l'inferiorità numerica non sembra preoccupare il tuo compagno. Che si debba occupare dei suoi allievi, sostiene, potrebbe anzi rivelarsi vantaggioso per lui.
A te, invece, tocca quel che resta del Team 7. Noti immediatamente che sono accompagnati da Chiyo. Hai sentito dire, inoltre, che Sakura Haruno è diventata un'allieva di Tsunade.
Resistere alla tentazione di forzare loro la mano, obbligandole a guarirti, non è facile. Devi far leva sulla tua forza di volontà, sul tuo spirito di sacrificio – che ormai è diventato la sola parte di te a cui dai un minimo d'ascolto – e non fai molta attenzione a quello che sta accadendo intorno a te.
La tua distrazione pesa sulla battaglia, ma non è l'unico elemento ad influenzare l'esito.
Tanto Naruto quanto Kakashi sono migliorati molto dall'ultima volta che ti sei scontrato con loro. Naruto ne deve ancora fare di strada per essere al tuo livello, per poter sperare di scontrarsi alla pari con Sasuke ma sta andando nella giusta direzione con passo spedito. Quando ti sferra il colpo che mette fine al vostro combattimento, non puoi fare a meno di sorridere. Avevi ragione.
Puoi contare su di lui.

Nonostante la vittoria, comunque, Alba riesce ciò che voleva: il Monocoda.
È stato necessario il sacrificio di Sasori, ma Pain sembrava averlo messo in conto fin da subito. Tant'è che già un nuovo membro pronto a sostituirlo.
Non appena vedi lo Sharingan dietro la maschera capisci subito di chi si tratta. Si presenta come Tobi, ma tu lo conosci come “Madara”.
Ovviamente non lo stesso Madara che ha fondato il tuo clan, perché sarà ormai morto di vecchiaia. Uno come lui non si sarebbe mai abbassato ad usare il corpo di qualcun altro come fa Orochimaru o a modificarlo in modi grotteschi tipo Kakuzu. Non ce lo vedi nemmeno come devoto adepto al culto di Jashin, a far compagnia a Hidan ed a meno che non esistano altri modi a te sconosciuti per ottenere l'immortalità...
Molto più probabile che si tratti di Obito, piuttosto. Dopotutto, il suo corpo non è mai stato recuperato. È una conclusione a cui sei giunto dopo anni, ma ancora non ne hai avuto conferma. Non che ti serva. In fondo, poco importa di chi realmente si tratti. Morirà bruciato da Amaterasu non appena tenterà di dire a Sasuke la verità, per manipolarlo e spingerlo attaccare la Foglia.
Ci riuscirebbe senza difficoltà, dopotutto chissà da quanto tempo manovra Pain ed Alba da dietro le quinte. È un maestro nel servirsi del prossimo e pertanto non va sottovalutato.
Pain lo mette in coppia con Deidara, ovviamente, assegnando loro il Tricoda. Il più debole dei cercoteri, in quanto privo di una forza portante. Dovrebbero riuscirlo a catturare senza troppi problemi.
A Hidan e Kakuzu, invece, toccano la Bicoda e successivamente l'Enneacoda. È bello vederli convinti, sapendo che Naruto ed i suoi amici li faranno fuori. Anche a te, come a Kisame, spiacerà un po' non vedere come si son liberati della famigerata “accoppiata immortale”.
Tu e Kisame venite mandati ad impossessarvi del Tetracoda, come già era stato concordato.

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Durante la ricerca di Roshi e del suo cercoterio la tua salute subisce un repentino peggioramento. Non hai più alcuna resistenza, la vista è completamente annebbiata e fatichi a respirare senza tossire sangue. Ti rimangono un paio di settimane al massimo, se sei fortunato.
Speri che Sasuke sia pronto per lo scontro finale, perché il tempo a tua disposizione è ormai agli sgoccioli. Diresti di sì, a giudicare dal fatto che Pain vi richiami soltanto per avvisarvi di quanto lui ed il suo team stiano diventando fastidiosamente pericolosi. Non si può correre il rischio che qualcuno capace di uccidere Orochimaru intralci i vostri piani, dice.

L'hai visto anche tu con i tuoi occhi, quando ancora eri in grado di distinguere qualcosa che non fosse ad un palmo dal tuo naso, da chi esattamente era composta la squadra che lui chiama 'Serpe'.
Suigetsu Hozuki, Yuugo e Karin. Tutti ragazzi contraddistinti da un'abilità innata, la cui scomparsa dai propri villaggi risaliva ad anni prima.
Avresti voluto avvicinarli, confessare tutto a Sasuke ed essere ancora un fratello per lui – confortarlo, guidarlo, spingerlo oltre i suoi limiti – perciò te ne sei andato senza più guardarti indietro.

Deidara, sottovalutandolo, si offre di eliminarlo. Non ti sorprende che, qualche giorno dopo, veniate chiamati di nuovo a rapporto ed informati della sua morte. Sembrerebbe che si sia suicidato, trasformando il proprio corpo in una bomba e che l'esplosione abbia ammazzato anche Tobi e Sasuke. Risvolto improbabile per entrambi, a tuo parere. Tobi avrà utilizzato la sua tecnica, che se ben ricordi gli dovrebbe consentire di accedere ad un'altra dimensione e quindi non subire danni. Sasuke potrebbe aver evocato Manda per usarlo come scudo, anche se ciò l'avrebbe ucciso. È ciò che avresti fatto tu, anche perché quella serpe gigantesca non è mai stata fedele nemmeno ad Orochimaru per cui non è sicuramente una grave perdita.
Kisame non arriva alla tua stessa conclusione, evidentemente, perché ti offre le sue condoglianze. Arriva addirittura a dire che, sotto la pioggia, sembra che tu stia piangendo.
Assurdo, perché mai dovresti? Non è mica morto.
Ma se è stato in grado di farlo credere a Pain, significa che è pronto. Non ci sono dubbi.

Non ti resta che consegnare a Naruto l'eredità di Shisui e poi farti trovare esattamente nel posto che Sasuke designerà come sua prima destinazione. Comunichi prontamente le tue intenzioni a Kisame, perché in fondo ci sarebbe ancora il corpo di Roshi da portare al vostro quartier generale. La tua stanchezza cronica e lo scrosciare incessante della pioggia vi hanno rallentato, ma ora che è tornato il sole dovreste potervi muovere più velocemente senza lasciar tracce. Già ha fatto tutto il lavoro lui, vincendo una sfida che si è rivelata molto più difficile del previsto... Potrebbe anche rifiutarsi di viaggiare da solo con la forza portante poggiata sulla sua spada soltanto perché tu hai di meglio da fare.

“Lasciate che porti io Roshi dal capo. Cercherò di sbrigarmi, in modo da poter bloccare e tener occupati i ragazzini al seguito di vostro fratello.” Ti risponde, smentendo ogni tua previsione.

“Non so come ringraziarti, Kisame.”

“Restare in vita sarebbe un ringraziamento sufficiente, credetemi. A Deidara era andata bene con Tobi, ma se venisse reclutato qualche altro psicolabile...”

“Farò del mio meglio per tornare, hai la mia parola.”

“Ho come l'impressione che oggi valga meno del solito. In ogni caso, buona fortuna. È stato un onore combattere al vostro fianco.”

Vi salutate, per quella che sapete entrambi essere l'ultima volta.

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È Naruto a cercarti.
Ancora non si è dato per vinto, ancora è sicuro di poter riportare Sasuke a casa nonostante il suo straordinario potere persuasivo non abbia mai funzionato con tuo fratello. Non ci arriva a capire che l'esito non cambierà nemmeno stavolta, non se tu sarai ancora in vita. Ti sei assicurato che la vendetta, il farti fuori, sia il chiodo fisso di Sasuke e che non abbia pace finché non ti vedrà steso a terra, esanime.
Intende combattere contro di te, sconfiggerti per poi usarti come esca per stanare Sasuke ma tu non hai la benché minima intenzione di stare al gioco. Ti obbliga a ricorrere ad un'illusione, quando ne avresti volentieri fatto a meno in vista dello scontro decisivo.

“Perché sei così ossessionato da mio fratello?” gli chiedi. “Dopotutto è un ninja traditore che vi ha abbandonati.”

“Perché per me Sasuke è un fratello, molto più di quanto non lo sia mai stato per te!” Ribatte, furioso. Sapevi che ti avrebbe risposto così: è la ragione stessa per cui non potresti affidarti a nessun altro che lui per l'atto finale del tuo piano, quello che si svolgerà ben dopo la tua morte.

“Dici di voler riportare Sasuke a casa, ma cosa faresti se si rifiutasse?” Lo interroghi, andando dritto al punto.

“Farei tutto il possibile perché cambiasse idea. ”

“Tutto il possibile... Potrebbe anche funzionare, dando per scontato che poi Sasuke ritorni pacificamente al Villaggio. Se così non fosse, però, che faresti?”

“Cosa stai dicendo, scusa?”

“Hai appena detto che Sasuke è come un fratello per te. Cosa faresti, quindi, se tuo 'fratello' decidesse di attaccare Konoha?” Insisti, perché Naruto ha capito benissimo ciò che stai implicando. Per lui è un'eventualità talmente assurda, però, che non vuole nemmeno prenderla in considerazione. In gran parte condividi il suo ottimismo, la sua fiducia in Sasuke, ma non puoi lasciare nulla al caso e men che meno alla speranza.

“Perché mai Sasuke dovrebbe-”

“L'animo di Sasuke è ancora una tabula rasa, una tela intonsa su cui la persona sbagliata potrebbe dipingere ciò che più gli aggrada. Se questo accadesse, saresti in grado di fermarlo? Se per riuscirci fossi costretto ad ucciderlo, saresti disposto a scegliere tra Sasuke e Konoha?” Eccola la questione cruciale, quella che deve ottenere il responso sperato o l'intera chiacchierata si rivelerebbe inutile.

“Proteggerei il villaggio e fermerei Sasuke senza ucciderlo!”

“Ti stai ancora comportando come un bambino. Vivi in un mondo utopico, ma devi accettare che come shinobi sarai costretto a prendere decisioni impossibili. Come questa.” Come quella che hai dovuto prendere tu, anni fa, quando Danzo ti ha chiesto di scegliere tra il villaggio, Sasuke ed il resto della tua famiglia.

“Qualcuno mi ha detto la stessa cosa, una volta. Ma io ho già preso la mia decisione... Non mi rimangio mai le mie promesse: questo è il mio credo ninja.” Sorridi, perché è esattamente ciò che volevi sentire. Puoi procedere con la fase successiva. Gli doni l'occhio di Shisui, quello che lui stesso ha lasciato a te e che hai impiantato in uno dei tuoi corvi.

“Ti ho donato parte del mio potere. Spero non dovrai mai arrivare a farne uso.” Confessi, prossimo ormai ad andartene.

“P-Perché? Volevi me, non è vero? Ed allora combatti, adesso!” Vorrebbe trattenerti, ritornare al suo progetto iniziale per cui tu avresti dovuto condurlo da Sasuke, ma già sa che è una causa persa. Quando s'accorgerà di avere davanti una copia, sarà troppo tardi per poterti raggiungere.

“Devo andare, ho un impegno importante che mi aspetta.”

------------------------------------

Le ore che precedono l'arrivo di Sasuke assomigliano fin troppo a quelle che anticiparono il massacro. Non passano mentre le vivi, ma se ti guardi indietro sono volate senza che tu te ne accorgessi. Uno stillicidio che logora i tuoi nervi, così come il tuo corpo che vorrebbe soltanto poter riposare.
Ripercorri mentalmente ogni parola, gesto e tecnica che dovrà venir usata contro Sasuke.
Apparirai alle sue spalle non appena entrerà nella grotta.
Noterai come sia cresciuto e lui ribatterà che tu, invece, non sei affatto cambiato. Che hai sempre lo stesso sguardo, freddo ed impietoso.
Lo stuzzicherai, chiedendogli se anche stavolta urlerà gettandosi a capofitto contro di te. Di rimando, Sasuke ti dirà che non sai niente di lui. Non più. Non sai quanto l'odio nei tuoi confronti lo abbia reso forte. Non ne hai idea.
Ti attaccherà con un chidori e tu lascerai ti colpisca, credendo di averti ucciso.

“Sei diventato molto forte...” Noterai, prima che la tua copia si dissolva in uno stormo di corvi. “Raggiungimi al rifugio segreto degli Uchiha. Da solo. Lì concluderemo la nostra battaglia.”

Rimanderai lo scontro al giorno successivo, perché l'ultima boccetta di farmaci ti arriverà in serata e senza di essi sarebbe fin troppo facile per Sasuke sconfiggerti.
Lo devi, invece, ridurre allo stremo perché si abbassi a chiedere l'aiuto di Orochimaru e lo evochi.
Soltanto allora potrai sigillarlo con la spada Totsuka, ottenuta grazie ad un rotolo consegnatoti dallo stesso Hokage. Ha sempre saputo dove si trovasse, ma non ha mai mandato nessuno a recuperarla.
Forse perché sapeva che il binomio perfetto sarebbe stato soltanto con il Susanoo e non voleva fornire agli Uchiha un'arma per essere ancor più letali. Forse perché non è mai stato realmente intenzionato a liberarsi di Orochimaru. Fatto sta che l'ha affidata a te, perfettamente conscio dell'uso che ne avresti fatto. Non avrà mai condiviso il piano che hai architettato, ma è sempre stato al corrente di ogni mossa che avresti compiuto.
Sapeva che la lama avrebbe funzionato solamente se Orochimaru fosse stato tanto debole da poter materializzarsi soltanto tramite la tecnica del Richiamo, grazie al sigillo apposto sul corpo di colui o colei che l'aveva assorbito.
Sapeva che se si fossero realizzate le condizioni per neutralizzare Orochimaru una volta per tutte, non avresti esitato a liberare il mondo da quella viscida creatura. Vorrà pur dire qualcosa, no?

Sasuke verrà da solo. I suoi compagni vorranno seguirlo, ma Kisame manterrà la sua parola intralciandoli.
Svuoterai la boccetta in un colpo solo, ingozzandoti di pillole.
Lo aspetterai seduto sul trono – questo nascondiglio risale ai tempi in cui ancora Konoha non era stata fondata e il capoclan era come un Re per i suoi sottoposti – da cui non ti alzerai finché non ti avrà trafitto con la sua spada.

Gli getterai il guanto di sfida, chiedendogli cosa riesce a vedere il tuo Sharingan. Conoscendolo, dirà sicuramente “Tu. Morto.” o qualcosa del genere.
“Vediamo quanto è buona la tua vista, allora.” Risponderai.

Vi sfiderete e si replicherà la stessa identica scena già vista nella grotta. Crederà di averti trafitto con il chidori, ma quella che ha colpito si rivelerà soltanto una copia, che indicherà il te stesso seduto sul trono.
Convinto che tu non sappia che anche lui si è creato una copia, e che il vero Sasuke ti colpirà alle spalle, permetterai che un fendente ti colga di sorpresa e squarci spina dorsale e torace.
Credendo di averti in pugno, porrà le sue condizioni per infliggerti il colpo finale invece di godersi la tua agonia. Pretenderà di sapere chi sia il terzo Uchiha ancora in vita, così da potersi vendicare del tuo complice una volta che avrà finito con te.
Gli racconterai la storia di Madara ed Izuna, di come l'unico modo per ottenere lo Sharingan Ipnotico Eterno – ed usare così tutte le tecniche, inclusa quella per controllare i cercoteri, senza aver più alcun timore di perdere la vista - sia trapiantarsi gli occhi del proprio fratello.
Fino all'istante in cui le medicine in cui le medicine cesseranno il loro effetto ed il tuo cuore si fermerà, insomma, Sasuke dovrà credere che tu sia un pazzo megalomane che punta a strappargli gli occhi ed essere così il più forte – nonché unico, una volta ucciso 'Madara' – Uchiha vivente.

La realtà si discosta un po' dalle tue previsioni, ma neanche poi troppo.
Non avevi previsto previsto di lasciar trapelare i tuoi veri pensieri, gli stessi che hai tenuto sotto chiave per quasi un decennio, ormai.
Eppure ti trovi a dirgli che “Le persone vivono le loro vite aggrappandosi a ciò che conoscono e comprendono. E la chiamiamo 'realtà'. Ma 'conoscenza' e 'comprensione' sono termini vaghi. La realtà potrebbe essere un'illusione. Tutti vivono in base alle loro supposizioni.” Ti salvi in corner, aggiungendo degli esempi che sviano da ciò che realmente volevi dire. “Vuoi un esempio? Il fatto che Madara sia morto è una tua supposizione. Il fatto che io sia il tuo gentile fratello maggiore è una tua supposizione." Per tua fortuna, Sasuke non indaga oltre.

Inoltre, le sue abilità sorpassano ogni tua più rosea aspettativa. È pur vero che se non ti reggessi a malapena in piedi ben pochi dei suoi attacchi sarebbero andati a segno, ma questo non t'impedisce di riconoscere il suo valore.
Ti obbliga ad usare per ben due volte consecutive l'Amaterasu, così da farti perdere l'occhio sinistro.
Fatichi ben più di quanto non avessi messo in conto per non dover ricorrere al Susanoo troppo presto. Devi essere matematicamente sicuro che abbia esaurito il chakra, che se anche scegliesse di incanalare l'energia dell'ambiente circostante e scagliarti contro un fulmine quella mossa non abbia ulteriori alternative.
Evocare quella difesa impenetrabile ti è costata l'occhio destro. Per mantenerla, inoltre, devi spendere gran parte della poca energia che ti è rimasta.

Privato della vista, è l'udito a guidarti. Lo scricchiolio delle tue gambe malferme, il suono dei tuoi passi incerti, il sibilare delle nove teste dell'idra di Orochimaru. Ne tagli otto con la Totsuka, che per le sue capacità sovrannaturali fa sì che non ricrescano, e bocca della della nona senti provenire la risata di quel vecchio folle. Hai la netta impressione che la cecità ti abbia risparmiato uno spettacolo disgustoso, tipico del suo stile.

“Ora e adesso! L'opportunità che aspettavo da tempo è finalmente giunta! Ed è soltanto grazie a te, che hai costretto Sasuke-kun ad utilizzare tutto il chakra a sua disposizione, incluso quello che usava per tenermi a bada. M'impossesserò del suo corpo e ti sconfiggerò.”

Nell'istante esatto in cui ti minaccia, la Totsuka lo trafigge e lo sigilla nel giro di pochi secondi.

“Bene, Sasuke. Hai qualche altro asso nella manica?”

No, non ce l'ha. Percepisci il suo terrore, mentre arranchi verso di lui.
È giunta l'ora di mettere in scena la farsa conclusiva, di calare il sipario.

“I tuoi occhi mi appartengono, ora. Me ne impossesserò lentamente; voglio assaporare questo momento...”

Una fitta particolarmente dolorosa al cuore ti fa cedere le gambe e, mentre sei occupato a sputare sangue, Sasuke ne approfitta per lanciarti addosso dei kunai esplosivi. Attacchi che nulla possono contro il Susanoo, sebbene stia ormai svanendo.
Tuo fratello è disorientato, non sa più cosa fare. Oscilla tra attimi in cui indietreggia, impaurito, e momenti in cui fa ricorso ad ogni arma ancora disponibile nel suo arsenale.
Finché non lo metti con le spalle al muro. Non ha via di scampo.
Allunghi la mano verso di lui, sentendo le sue gambe tremare ed il suo respiro morirgli in gola.

“Perdonami, Sasuke. Questa è l'ultima volta.” Le dita, che parevano essere dirette verso la sua orbita oculare, si poggiano invece sulla sua fronte.
Sorridi, concedendoti un nanosecondo per essere di nuovo Itachi Uchiha del Villaggio della Foglia. Il ragazzo che ama smisuratamente il suo fratellino. Che lo considera quanto di più prezioso abbia a questo mondo. Forse non hai mai smesso di esserlo, non del tutto. Chissà.

I polmoni collassano. Il cuore si ferma.
Il sipario scende, ma tu non ci sei più.

  
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