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Autore: Akira14    24/11/2012    1 recensioni
Le persone vivono le loro vite aggrappandosi a ciò che conoscono e comprendono. E la chiamiamo "realtà". Ma "conoscenza" e "comprensione" sono termini vaghi. La realtà potrebbe essere un'illusione. Tutti vivono in base alle loro supposizioni... Così diceva Itachi.
Be', questa storia racconta la 'realtà' vista da Itachi stesso.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Prima dell'inizio, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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“Ehi, Itachi, lo dici allo zio Obito cosa vorresti per il prossimo Natale?”
“Un fratello!”
“Okay... Nient'altro?”
“No. VOGLIO UN FRATELLO. O una sorella. Anche le femmine non sono male.”
“No, non sono male affatto. Specialmente se somigliano a Rin.... Ma andiamo! Non è una di quelle cose che si possono comprare. Non li vuoi un paio di occhiali favolosi come i miei?”
“Piuttosto un altro peluche, grazie.”
“Lo vedi, Uchiha? Neppure a tuo cugino riesci a rifilare certe patacche. D'altra parte, per la sua età, è parecchio più intelligente di te.”
“Hatake! Ritira subito quello che hai detto! E non insultarmi davanti al mio cuginetto. Non sai che lui aspira a diventare come me da grande?”
“Io voglio essere come Kakashi...”
“Itachi, tu così mi spezzi il cuore...”

Quella chiacchierata, in una fredda giornata di dicembre, è rimasta impressa nei suoi ricordi. Di tanto in tanto se la sogna, perfino.
Ormai la sua memoria l'ha modificata a tal punto, specie nelle sue frasi che saranno state piuttosto quelle stentate e sgrammaticate di un bambino di due anni, che non sa se accaduta realmente.
Non ha importanza. Ripensarci lo fa sentire bene. Lo fa sorridere. Questo è ciò che conta.

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Itachi non ha nemmeno quattro anni e già s'intravedono in lui grandi potenzialità. Maneggia kunai e shuriken con inusuale destrezza, ha uno spiccato spirito d'osservazione e quando gli si racconta una missione individua il punto debole dell'avversario molto prima che la narrazione arrivi effettivamente a menzionarlo.
“Mica male, eh? Dovrai tenerlo d'occhio, perché sarà lui il prossimo Hokage.” Fugaku proclama, con orgoglio.
“Se si prenderà cura del Villaggio come fa con Sasuke, saremo in buone mani.” Concede Minato, più interessato al suo lato umano. In Itachi s'intravede una risorsa inestimabile per il Villaggio, se cresciuto senza un lavaggio del cervello sulla supposta superiorità del clan degli Uchiha. O facendogli credere che con il suo talento non ha bisogno di nessun altro. Né di Konoha né del clan. Potrebbe essere un novello Hashirama, certo. O un altro Orochimaru.
Entrambe le strade sono aperte ed è compito di Minato, come Hokage, assicurarsi che percorra quella giusta.
Intanto sarà importante continuare a mantenere rapporti civili con gli orgogliosi Uchiha, scegliendo i più promettenti – Shisui, tra qualche anno, per esempio – per la squadra ANBU.
Non dimenticare mai che anche nella loro famiglia c'è chi, come Obito, ha dato la vita per proteggere Konoha.
Smettere di vederli come possibili fomentatori di una guerra civile.

“Io non voglio mica prendere il tuo posto, sai?” Gli confessa lo stesso Itachi, sedendosi accanto a lui mentre aspettano che Fugaku e Mikoto ritornino con il té.
“Ah no?” Domanda, incuriosito. Essendo il sogno che ha condiviso fin da bambino con Kushina, talvolta si dimentica che non tutti aspirano a diventare Hokage.
“No. Lo farà Shisui ed io sarò il suo braccio destro.” Dichiara, solennemente. “Soltanto se ce ne sarà bisogno, però. Se voi non ci sarete più, insomma. Non voglio altre guerre. Eviterete che ce ne siano ancora, non è vero?”
“Non posso prometterti che non ce ne saranno. Hai la mia parola, però, che proteggerò sia te che la tua famiglia affinché un giorno Shisui e Naruto – se lo vorrà – potranno contendersi il ruolo di Hokage. So che non è molto ma...”
“Può bastare. Può bastare eccome.”

Minato non ha vissuto abbastanza da mantenere la parola data, ma questo è secondario.
Itachi non dimenticherà mai quel dialogo tra loro, apparentemente insignificante , ma che in verità è stata la prima volta che si è sentito parte di una comunità.

Itachi Uchiha del Villaggio della Foglia.

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“Tu non hai paura di nulla, Itachi?” Sasuke si stringe al fratello, terrorizzato dal boato dei tuoni. Dalle vibrazioni dei vetri, che paiono sul punto di frantumarsi. Odia i temporali.
“Mhhhh... Be, sì, ci sono cose di cui anche io ho paura.”
“Davvero?” Incredibile. Era sicuro che Itachi non sapesse neanche cos'è, la paura.
“Di fallire. Di tradire il mio credo ninja o di montarmi la testa, diventando qualcuno che non sono e... Della mamma.” Conclude, con un sorriso.
“La mamma è tremenda, concordo.”

È stata l'unica volta che ha esternato i suoi timori, ma Sasuke non era ancora abbastanza grande per comprenderli. Se solo glieli avesse ricordati qualche anno più tardi, sarebbe forse cambiato qualcosa?

*****************

La morte non è sollievo. Non è tormento.
Non una luce soffusa che avvolge la tua anima martoriata. Non un abisso di tenebra che la inghiotte.
Non è la dannazione ad una solitudine eterna. Non è il riunirsi con chi se n'è andato prima di te.
Non è.
È la cessazione stessa dell'essere e se hai compreso di aver sbagliato tutto solo nell'istante in cui ti ha colto, tanto peggio per te. Non potrai farne tesoro, avvisando qualcun altro di non fare il tuo stesso errore.
A meno che non ti venga data una seconda possibilità.

Questo è il primo pensiero che affiora nella tua mente, nell'attimo in cui ti risvegli.
Ha la precedenza perfino su Sasuke o sul domandarsi chi ti abbia riportato in vita. Kabuto, supponi, perfezionando la Tecnica della Resurrezione Impura. Spiegherebbe perché ti senti manovrato da una forza esterna ad accompagnare Nagato – avevi ragione, era lui a celarsi dietro lo pseudonimo di Pain – verso il campo di battaglia.
Potreste trovarvi ad affrontare chiunque, perfino tuo fratello che ormai dovrebbe essere tornato al Villaggio come l'eroe che ha ucciso l'efferato criminale colpevole di aver massacrato gli Uchiha. Tuttavia, tu speri si tratti di Naruto.
Avendo sconfitto Nagato, convincendolo addirittura a resuscitare gli abitanti della Foglia caduti in battaglia, dubiti possa aver avuto problemi a trattare con Sasuke.
Perciò è lecito concludere che abbia ancora con sé l'occhio di Shisui, inutilizzato.
Dovrai usarlo su di te, in modo che il Kotoamatsukami spezzi i fili a cui Kabuto ti tiene legato.
Avrebbe dovuto essere l'ultima risorsa di Naruto, una tecnica che costringe chi ha i tuoi stessi occhi a proteggere Konoha, ma in fondo non ne ha più bisogno, giusto?

Sbagliato.
La fortuna è dalla tua parte nel farti incontrare Naruto come avversario, ma non per il resto.
A quanto pare, non ne ha mai avuto bisogno come ora: Sasuke minaccia di polverizzare Konoha per vendicarti.
Dannazione. 'Madara', in qualche modo, è riuscito a sopravvivere all'Amaterasu ed ha raccontato la verità a tuo fratello. Avrà sicuramente iniziato da Danzo e, dopo aver inizialmente rifiutato di farlo, si sarà preso una pausa per trapiantarsi i tuoi occhi.
Dovresti quindi rinunciare? Tentare la sorte e vedere se Naruto, con l'aiuto di Killer Bee, ha qualche speranza contro Rinnegan e Sharingan?
No, sarebbe una mossa fin troppo azzardata. Tra l'altro non sapresti chi altri, a parte te, possa scovare Kabuto e costringerlo a far tornare tutte le anime nell'aldilà. Ritorni al piano iniziale ed usi il Kotoamatsukami su di te.
Dovrai contare su Naruto, per quanto riguarda Sasuke. Dovrai affidare a lui il compito di riportarlo sulla retta via.
Prima, però, c'è da sconfiggere Nagato.
È una lotta senza esclusione di colpi, in cui ognuno di voi sfodera le sue tecniche migliori. Combattere fianco a fianco con Naruto, poter contribuire ad evitare il Chibaku Tensei grazie ad una pronta e veloce analisi della situazione – ogni tecnica ha il suo punto debole, in fondo; si tratta solo d'individuarlo - ti riporta alla mente uno dei tuoi pochi rimpianti: il non aver potuto insegnare nulla alle nuove generazioni. Chissà se saresti stato un buon maestro.
Si conclude piuttosto in fretta, una volta sfoderata la spada di Totsuka.

La vittoria dà alla testa a Naruto, che ora vuole fare tutto da solo. Vincere la guerra. Annullare la Resurrezione Impura, nonostante ti sia appena offerto tu di farlo.
Eccola. Eccola la tua occasione per riparare, almeno in parte, ai tuoi errori. Per evitare che qualcun altro li ripeta.

“Ricordi cosa mi hai detto, quando ho notato quanto fossi diventato forte? Che era 'soltanto grazie all'aiuto degli altri se sono arrivato fin qui'. Se concentri troppo la tua attenzione su di te, diventando arrogante e dimenticando gli altri... Un giorno diventerai come Madara.
Non importa quanto potente tu possa diventare, non provare mai a portare il peso di tutto quanto sulle tue sole spalle. Minato è diventato Hokage perché aveva al suo fianco tua madre e tutto il resto del villaggio. Il tuo sogno è lo stesso di tuo padre, se non sbaglio. Allora ricordati sempre...che non è che chi diventa Hokage ottiene la stima del villaggio. Ma è chi ha ottenuto la stima del villaggio che diviene Hokage. Non ti scordare dei tuoi compagni.”

Le tue parole lo fanno rinsavire, fortunatamente.

Per sicurezza, prima di raggiungere il nascondiglio di Kabuto, distruggi l'occhio di Shisui. Sei sicuro che Naruto possa far desistere Sasuke dal suo folle proposito anche senza e poi, se anche non si dovessero aspettare altri dieci anni per poter riattivare il Kotoamatsukami, hai già manipolato e privato Sasuke del libero arbitrio a sufficienza.
'Hai già fatto abbastanza per il Villaggio.' Ha detto Naruto.
Sì, ci mancava solo che sterminassi tutti per lasciar posto ad una razza di Eletti scelti da Danzo.

“Ho provato a fare tutto da solo ed ho fallito. M'occuperò io della Resurrezione Impura. Lascio a te il resto.”

Riparti, sollevato di aver scaricato la responsabilità di Sasuke su Naruto.
Con che coraggio lo avresti incontrato ancora, dopo averlo gettato nelle tenebre ed averlo trasformato in un individuo costantemente assetato di vendetta?
Cosa gli avresti detto, poi?

“Oh scusa tanto, avrei dovuto parlarne fin da subito con te del colpo di stato e magari insieme avremmo trovato una soluzione.”

Ma andiamo! La vergogna che provi per il tuo fallimento te lo impedisce.
Egoista? Probabile. Esecrabile? Certamente.
Speri che quei due non dicano a nessuno che sei stato tu ad affrontare Kabuto, perché temi che ti dipingerebbero come un eroe. Che è quanto di più lontano dalla verità possa venir riferito.
Sei un debole. Sei un codardo. Sarai pure un ninja discreto ma sei una persona poco raccomandabile. Non certo un esempio da seguire. Non certo un eroe.

Il destino, però, sembra avere altri programmi.
Chi potevi incrociare lungo il tuo cammino, se non Sasuke?
Ti rifiuti di fermarti, di fornirgli spiegazioni. Non ne hai, quindi tanto vale restare concentrati sul neutralizzare Kabuto, no?
Insiste tanto da tirarti fuori almeno la ragione per cui lo hai risparmiato. Era giovane, non sapeva nulla dei progetti degli Uchiha e per il crimine che avevi commesso contro il clan meritavi che fosse qualcuno del clan stesso a fartela pagare. Sono fattori che hai preso in considerazione realmente, per giustificare a te stesso l'incapacità di ammazzare Sasuke, per cui non gli stai mentendo. Hai selezionato parte della verità, quella che ti fa comodo. Tutto qui.
Non gli basta. Non è quello che cerca. Nonostante la tua ostinazione ad ignorarlo, a proseguire imperterrito la tua corsa, lui non demorde: ti tallona finché non giungi a destinazione.
Ammiri la tua tenacia. Merita di venir premiata, se te ne verrà data la possibilità.

La priorità, ora, resta Kabuto.
Una volta colto che non c'è modo di ritardare pacificamente la tua tabella di marcia, Sasuke diventa decisamente più collaborativo. Aiuta anche il disprezzo nei confronti di Orochimaru e della sua eredità, che rendono l'ex miglior spia di Konoha un nemico comune.
A nulla servono i tentativi di manipolazione di quest'ultimo per portarlo dalla sua parte: sebbene siano accomunati dal desiderio di distruggere il Villaggio della Foglia, Sasuke non vuole spartire la sua vendetta con nessuno, vuole attuarla secondo i suoi modi e le sue condizioni che non includono Kabuto. Preferirebbe ammazzarlo, piuttosto, così da poter far due chiacchiere con te.
Peccato tu non possa permetterglielo, altrimenti la Resurrezione Impura durerebbe in eterno.

“Okay.” Concedi. “Avrai le risposte che cerchi, più tardi. In cambio dovrai aiutarmi a sconfiggerlo. Senza ammazzarlo.”

Sasuke sembra rifletterci su, mentre gli spieghi dettagliatamente come intendi fermare il vostro avversario. Combatterai anche contro di lui, se sarà necessario, ma preferiresti evitarlo.

“Itachi... Vedi di mantenere la tua promessa, almeno questa volta.” Trattieni a sento un sospiro di sollievo.

Lo farai. La manterrai, almeno questa volta.

Coalizzarvi contro un comune nemico è un'esperienza straordinaria, un'occasione di cui sei infinitamente grato benché tu non sia minimamente degno di averla.
Sasuke non è l'unico a venir riportato indietro di anni, a sentirsi sempre più vicino a te man mano che la lotta si fa più serrata. Potresti dire lo stesso.
Come puoi quindi biasimarlo, quando riesci perfino a trovare una scusante alle azioni di Kabuto ed inneschi Izanami per aiutarlo? Non puoi. Ha tutto il diritto di calpestare le tue volontà, di vendicarsi in tuo nome, quando tu non hai fatto altro che causargli dolore.
Ovviamente Sasuke non capisce perché qualcuno di tanto “perfetto” come te s'interessi di un relitto umano, una copia fallita del proprio padrone e maestro.

Perfetto? Tu? Ma quando mai?

“Ero arrivato perfino a mettere in conto di usare una tecnica chiamata Kotoamatsukami su di te, per controllarti. Ti ho trattato come un bambino più di chiunque altro; ti ho sempre visto soltanto come qualcuno da difendere e non ho avuto fiducia nelle tue capacità.” Sei ben lontano dalla perfezione, insomma.

Come può non rendersene conto? Come può non vedere che tu e Kabuto non siete poi così diversi, nell'esservi nascosti dietro alle menzogne tanto a lungo da non sapere più quale sia la verità?
Che chi ha natali prestigiosi, chi è dotato di numerosi talenti che ha messo a frutto senza troppa fatica può avere un destino non dissimile da chi non sa né come si chiama, né da dove viene ed ha sputato sangue lungo tutto il suo percorso? La Radice, in fondo, vi ha usati entrambi come pedine. Indistintamente, senza guardare in faccia a nessuno.
Evidentemente per lui non è così lampante, perciò glielo spieghi. Gli chiarisci come tu voglia offrire a Kabuto, attraverso Izanami, la possibilità di comprendere ed accettare se stesso – con tutti i difetti ed i limiti che gli appartengono, in quanto essere umano – senza dover morire, come invece è stato per te.

Non gli sta bene? Ormai è andata così. Non c'è tempo per ulteriori disquisizioni sull'argomento. Non puoi procrastinare o finirai col voler restare.
È arrivato il momento di farsi dire da Kabuto come annullare la Resurrezione Impura. Di copiare ogni gesto delle sue mani ed attendere il ritorno all'oblio, al nulla da cui sei stato violentemente strappato. Di dare a Sasuke tutte le risposte che ha atteso fin troppo a lungo.
Ne pretende soltanto una, in realtà. Di sapere se ciò che gli è stato detto da Tobi e Danzo abbia un qualche fondamento.

“Quella notte è andata esattamente come ti hanno detto. Ti mostrerò la verità. ”

Non ometti quasi nulla, non cerchi di metterti in buona luce ai suoi occhi. Gli offri i tuoi ricordi così come sono. A lui trarre le conclusioni.
Se glissi sulla parte del massacro è perché effettivamente nemmeno tu ne hai memoria. Sai di averlo fatto ma c'è un buco tra quando hai iniziato la missione e quando l'hai conclusa, uccidendo i tuoi genitori. Dev'essere un meccanismo di difesa inconscio, un blocco che la tua mente ha posto per non impazzire. Quand'è che gliel'hai chiesto, a questo stupido cervello anarchico?
Maledizione. Ti dispiace non potergli fornire ulteriori dettagli, ma ora devi proprio andare.

“Non ho fatto altro che mentirti, chiedendoti di scusarmi e tenendoti a distanza con le mie stesse mani. Non volevo coinvolgerti... Eppure adesso mi ritrovo a pensare che, forse, tu saresti stato capace di far cambiare idea a nostro padre, nostra madre ed al resto del clan. Se te ne avessi parlato fin dall'inizio, provando a vedere le cose dal tuo punto di vista e raccontandoti tutta la verità... Ma ho fallito e qualsiasi cosa possa dirti ora non avrà alcun peso per te. Per questo motivo ti dirò finalmente ciò che penso davvero: non ti sentire in dovere di perdonarmi. E sappi che non conta ciò che deciderai di fare d'ora in poi... Io ti amerò per sempre.”

Ancora una volta muori, con un sorriso sul volto. Sparisci in un'ondata di luce, scendendo una volta per tutte dal palcoscenico. Non ci sarà più nessun bis.

È finita.

È davvero finita.

  
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