Anime & Manga > Junjou Romantica
Segui la storia  |       
Autore: Temari    25/11/2012    1 recensioni
Una raccolta di drabble random, sui temi più svariati.
Cap. 9 - Secondo il suo umile punto di vista, e dato il suo status di plebeo, Misaki riteneva di avere un innato buonsenso.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti! =D
Sono di nuovo qui--qualcuno si ricorda ancora di questa raccolta...?? *passa balla di fieno* Oook... ^^"
Beh, per chi ancora segue la raccolta, ecco un nuovo capitolo in cui la mia logorroicità è tornata a colpire.

Note: Cross-over con Sekai e vaghi riferimenti alla serie 'Takahashi Misaki no Baai'.

Ja ne,
Temari

Snapshots



- Uncommon Common Sense [*] -
 
        Misaki era un ragazzo (giovane uomo, in realtà) semplice, senza particolari stravaganze che lo contraddistinguevano... Il fatto che Sumi-senpai, quella prima volta che si erano incontrati all'università, lo avesse definito un 'membro della plebe' non gli era sembrato per nulla sbagliato, dopotutto non faceva certo parte di una famiglia ricca e prestigiosa come Usagi-san o Sumi-senpai stesso.
        Secondo il suo umile punto di vista, e dato il suo status di plebeo, Misaki riteneva di avere un innato buonsenso—qualità che mancava decisamente a quei personaggi provenienti da famiglie altolocate, quali i due esempi sopracitati.
 
        La veridicità di quel pensiero venne però messa in dubbio quando conobbe Aikawa-san e, più avanti, quando entrò a far parte dello staff della sezione shojou della Marukawa.
        Soprattutto in quell'ambiente, si ritrovò circondato da gente proveniente da normalissime famiglie, proprio come lui, che però erano totalmente prive del comune buonsenso! La pazzia dilagava in quel reparto... Una pazzia ed una stranezza che raggiungevano livelli profondi, e che erano ormai impossibili da estirpare.
        Nonostante questo, il ragazzo era convinto che loro fossero un'eccezione a conferma della regola—regola che, però, comprendeva senza dubbio Misaki.
 
        C'era però qualcosa di cui Misaki non riusciva a rendersi conto: il fatto che lui riuscisse - volontariamente e senza troppo sforzo - a convivere con la stranezza ed il mancato buonsenso di tutti coloro con cui aveva a che fare dimostrava quanto, in fondo, nemmeno lui avesse così tanto buonsenso.


- A Bad Day -
 
        Faceva parte della classe di Letteratura di Kamijou Hiroki ormai da più di tre anni e mezzo perciò, come la gran parte degli altri studenti, aveva imparato a cogliere alcuni segni che indicavano di che umore fosse il loro professore quando entrava in aula. Erano tutti segnali ben nascosti e ci era voluta molta applicazione per distinguere la differenza fra le sopracciglia corrugate in un normale giorno e quelle dei giorni in cui il Diavolo era di umore nero.
        Oggi, Misaki, seduto insolitamente vicino alla cattedra, si voltò nel sentire la porta aprirsi e venire chiusa con decisamente più forza del necessario—decisamente un brutto segno, pensò il ventunenne deglutendo nervosamente e arrischiandosi di lanciare un'occhiata al viso del docente.
        "Uwaaahh..." Gemette, resistendo all'impulso di scivolare dalla panca su cui era seduto e nascondersi sotto la lunga tavola di legno che componeva un unico, lungo, banco. Quando Kamijou-sensei sbatté sulla cattedra il registro di classe e la pila di libri che aveva in mano, invece, Misaki e tutti gli altri studenti fecero un salto dalla sorpresa, fissando il professore con occhi timorosi.
        Scrutando uno per uno i ragazzi sulle gradinate di banchi, Kamijou strinse ulteriormente gli occhi - un'espressione che lo faceva sembrare davvero un demone -. «Oggi interrogo.» Dichiarò senza preamboli, la voce paurosamente piatta, prima di iniziare a sparare domande a raffica agli studenti in ordine alfabetico. Alcuni ebbero il sangue freddo per rispondere, ma la maggior parte era preso così di sorpresa ed era così impaurito dallo sguardo feroce di Kamijou-sensei che facevano scena muta.
        Con terrore crescente Misaki si rese conto che era quasi il suo turno, e infatti «Takahashi!» tuonò il trentunenne facendolo drizzare sulla panca con le mani tremanti e sudate.
        «S-s-s-sì...?» Esalò Misaki con un filo di voce, già pronto a venire preso di mira da uno dei libri a portata della mano del Diavolo.
        Kamijou fece per chiedergli qualcosa, quando bussarono alla porta ed uno dei segretari dell'università fece un passo dentro l'aula. «Kamijou-sensei, c'è una visita per lei. Sembra... Molto... Urgente...» L'uomo esitò verso la fine a causa dello sguardo caustico che il professore gli lanciò contro.
        «Ch'...!» Sbottò, chiaramente disgustato dall'interruzione e, giurando mentalmente di uccidere chiunque fosse il responsabile, sparì dall'aula pestando i piedi.
        Tirando un enorme sospiro di sollievo e appoggiandosi mollemente allo schienale della panca, Misaki ringraziò silenziosamente chiunque l'avesse salvato e pensò che l'avrebbe volentieri baciato, se solo avesse saputo chi era.
 
        Arrivato a casa, a fine giornata, trovò Usagi-san nel soggiorno principale con una piccola pila di libri sul tavolino da caffè ed uno aperto in mano, che stava leggendo attentamente. Nel sentire la porta che collegava il genkan al salotto aprirsi e chiudersi, lo scrittore alzò la testa, sorridendo nel vedere Misaki. «Bentornato.» Lo salutò, abbassando il volume sulle ginocchia, e battendo appena la mano libera sul divano, facendo segno di sederglisi accanto.
        Sbuffando in maniera fintamente irritata, Misaki lo assecondò e rimase fermo mentre Usagi-san gli passava il braccio attorno alle spalle attirandolo a sé. Ispirando piano, il ventunenne sentì la familiare fragranza della colonia dello scrittore avvolgerlo in una sorta di coperta calda e rassicurante; completamente rilassato - e felice di non venire assalito sul posto - Misaki adocchiò i libri. «Usagi-san... Dove hai preso quei libri? Non sembrano venire dalla libreria di sopra...» Chiese, curioso.
        «Mmh? Oh, sono di Hiroki.» Rispose Usagi-san con fare distratto, mentre riprendeva a leggere e allo stesso tempo ad accarezzava il braccio sinistro dello studente, «Ho fatto un salto alla Mitsuhashi, stamattina, per chiedergli di prestarmeli per una ricerca... Aveva un diavolo per capello, non ha fatto che urlarmi dietro finché non me ne sono andato—credo che quel suo dottore non l'abbia soddisfatto a dovere ieri, haha!!» concluse con una risata.
        Misaki, al suo fianco, si era immobilizzato con gli occhi spalancati. Era stato Usagi-san a far interrompere la lezione e a salvarlo, inconsciamente, da una figuraccia "No no no, non se ne parla che lo baci davvero... Assolutamente no!" pensò, scuotendo la testa da una parte e dall'altra fino quasi a farsi venire le vertigini. All'improvviso una mano gli afferrò il viso e si ritrovò a fissare Uasgi-san dritto negli occhi.
        Dopo qualche secondo di silenzio, lo scrittore disse «Ho come la sensazione che tu mi debba un bacio.»
        «Cosa sei, un esper?!» Sbottò Misaki con gli occhi fuori dalle orbite; non ebbe il tempo di reagire, che Usagi-san lo spinse lungo disteso sul divano porpora, il viso a pochi centimetri dal suo ed un sogghigno sulle labbra.
        «Chissà...» Commentò enigmatico, «Non vorrai lasciare debiti insoluti in giro, vero?» e senza attendere una risposta approfittò della bocca spalancata dalla sorpresa di Misaki, facendo languidamente scivolare la lingua su quella del più giovane che, conscio di non avere scampo in ogni caso, lo lasciò fare, ricambiando con la passione che sempre si risvegliava al minimo tocco di Usagi-san. 





Nota 2: [*] "Common sense is not so common." -Voltaire
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Junjou Romantica / Vai alla pagina dell'autore: Temari