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Autore: Ema Kiryu    25/11/2012    2 recensioni
E se fossi stata trovata per strada da degli sconosciuti? Se l'unica cosa che vi fosse rimasta è una collana? Se vi sentiste strani?
Come vi sentireste ad essere me?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero stata trovata dai miei genitori vicino la casa in cui abitavano 15 anni fa, ero in una cesta di vimini molto grande, ricoperta da un telo di seta bianca, l’unica cosa che avevo era una tutina rossa e un ciondolo ,a forma di rosa, al collo. Ricercarono i miei genitori biologici per anni, le ricerche dettero un nulla di fatto, nessuno sapeva niente, nessuno della zona vide qualcuno abbandonare lì una cesta. I miei genitori persero le speranze e decisero che sarei stata la bambina che non avevano mai avuto in dieci anni di matrimonio.
Sono cresciuta sempre in modo diverso dalle alle bambine della mia età e tutti davano la colpa alle mie origini straniere, soprattutto i miei genitori, un po’  per giustificarsi con la gente che parlava troppo, un po’ per convincersi di non avere una figlia tanto “anormale”. Si ero strana: alta, mora con occhi scuri come la pece e un intelligenza fuori dal normale.
Anni e anni passati così, prima pensavo fosse dura per i miei genitori, ma crescendo capii che non era tutto più difficile per loro, ma per me. Non erano loro ad essere allontanati da tutti, non erano loro quelli che venivano guardati male, non erano loro quelli che venivano trattati come degli appestati, ma io.
Ogni anno, da quando compii 10 anni feci il conto alla rovescia per i miei 18 anni, il momento in cui sarei riuscita nel mio intento: cambiare finalmente casa, città e se ne era necessario nazione.
Poi tre anni dopo, precisamente il giorno del mio tredicesimo compleanno mi dettero la notizia che di lì a pochi giorni avremmo cambiato casa, non era poi tanto distante dal paese, era solo una città un po’ più grande, ma tutto il mondo tornò quasi ad essere a colori dopo quella bella notizia.
Potevo ricominciare da zero, nessuno mi avrebbe più vista come una “strana”, avevo avuto una possibilità di cambiare e non volevo certo perdermela.
Qualche giorno dopo arrivammo nella nuova casa, era più grande, invece di essere su di un solo piano ne aveva un altro e anche una mansarda enorme che, con molta insistenza, diventò la mia stanza.
Fino ai quattordici anni quasi nulla cambiò, ero per tutti la solita ragazza “anormale”, quella intoccabile a cui nessuno doveva avvicinarsi, ero diventata quasi uno spirito che girovagava per la città.
Avevo perso le speranze, avevo smesso di fare quel conto alla rovescia per i diciotto anni, ormai non valevano più a nulla, niente sarebbe mai cambiato. Non sapevo però cosa sarebbe accaduto da lì a poco.
Arrivò il giorno dei quindici anni e la mattina appena sveglia, guardai quel girocollo che ho sempre tenuto con me, notai qualcosa di insolito: la piccola rosa che era sempre stata di color bianco stava cominciando a macchiarsi di un rosso molto forte, rosso sangue.
   
 
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