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Autore: Ema Kiryu    26/11/2012    2 recensioni
E se fossi stata trovata per strada da degli sconosciuti? Se l'unica cosa che vi fosse rimasta è una collana? Se vi sentiste strani?
Come vi sentireste ad essere me?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scioccata atterrai a corpo morto sul letto, tastai le zone vicino alla collanina, forse un taglio aveva provocato quel colore così caldo e intenso. Nulla, né un piccolo segno di taglio sotto le dita né sangue, era impossibile che la rosa avesse cominciato a prendere colore così.
Erano ormai venti minuti che mi chiedevo il perché, quando mi saltò alla mente un’altra domanda: come poteva una collana starmi così perfettamente per quindici anni? Possibile che io potevo tenerla ancora al collo anche se ero cresciuta?
Tutte queste domande mi affollavano la mente, ero quasi circondata in una bolla, io e i miei pensieri non davamo spazio a nulla attorno. Presa da questi enigmi non mi ero neppure accorta dell’orario, era tardissimo le lezioni sarebbero iniziate da lì a 20 minuti e la scuola distava circa 30 minuti da casa mia, il professore non avrebbe accettato un altro ritardo. Uscii dalla stanza, infilai la scarpe nero vernice e cominciai a correre.
Arrivai con cinque minuti di ritardo, ma nessuno se ne accorse, anzi molti ragazzi erano ancora nei corridoi a parlare. Tutto era come sempre: gente che si girava per non incontrare il mio sguardo, altri che incontrando il mio sguardo abbassavano la testa quasi schifati o altri addirittura spaventati. Cominciai a farmi altre domande: potevo davvero essere così mostruosa agli occhi degli altri? Potevo continuare questa vita o dovevo rinchiudermi in casa? Certo, era la soluzione a tutti i miei guai, le persone non avrebbero più visto la mia brutta faccia e io non sarei più vissuta con la convinzione di essere un mostro. In classe guardai l’orologio, segnava ancora le otto eppure ero sicura del mio enorme ritardo e del fatto che c’era qualcosa che non sapevo.
Le ore di lezione passarono troppo velocemente rispetto al solito, non sapevo cosa stava accadendo, troppe cose strane in così poche ore della giornata.
Tornata a casa salii subito in camera mia e chiusi la porta a chiave, non volevo vedere nessuno; puntai i piedi di fronte allo specchio e fissai la mia attenzione sulla piccola rosa dove il colore stava sempre più espandendosi. Perché stava diventando rossa? Era una domanda a cui non avevo risposta e non l’avrei avuta per il tempo necessario a impazzire.
Mi sdraiai sul letto, dovevo avere una posizione comoda per riuscire a pensare meglio a ciò che stava accadendo, non è che ci capissi molto però.
Passai così tanto tempo sul letto a guardare fisso lo specchio, per capire quanto fossi strana e il perché, che mi addormentai. Ad un certo punto il mondo si fece oscuro e poco dopo cominciò a macchiarsi di rosso, tante chiazze di sangue ovunque così tanto che tutto attorno a me aveva assunto quel colore. Mi svegliai di soprassalto, avevo il fiato corto, gli occhi mi bruciavano e sentivo una stretta alla gola; presi meglio coscienza e mi alzai ad accendere la luce: tutto era nella norma, non una sola traccia di sangue, quella rosa mi stava mandando in paranoia, in poco tempo sarei diventata pazza.
Mi fermai un secondo per calmarmi e poi decisi di tornare a dormire, passai accanto a quel dannato specchio dove avevo passato la maggior parte del tempo e lo superai, tornai immediatamente indietro, con la coda dell’occhio avevo visto un altro cambiamento nella rosa.
Guardai meglio quel ciondolino, il colore si stava espandendo a vista d’occhio, dopo qualche secondo era tutto rosso ormai. Cominciai a sentire il girocollo stringermi , così tanto che si creò un piccolo taglio dal quale uscì un po’ di sangue che andò a bagnare il ciondolo, che ora quasi brillava, e poi scese in un rivoletto verso la base del collo e poi sempre più giù.
<< Finalmente, cara Sophie>>, era la prima volta che una voce sconosciuta pronunciava il mio nome.
   
 
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