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Autore: _Whatever_    25/11/2012    2 recensioni
Dopo una vita passata pensando di dover rendersi utile alla società, Elizabeth si ritrova a fare da Angelo Custode, o come preferiva definirsi lei, da baby-sitter a due rockstar, ma i rapporti con i fratelli Gallagher non sono semplici, soprattutto se non si soffre il loro fascino! Per lei erano solo lavoro!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nei giorni che ci separavano dalla partenza per il tour mondiale non successe nulla di particolare, a parte un incontro con Alan Mcgee.
Non sapevo il motivo per cui mi volesse vedere, ma quando entrai nel suo ufficio non era solo; credevo di aver sbagliato orario, ma lui mi fece segno di accomodarmi.
Noel era seduto e sembrava sul serio arrabbiato.
“Liza, il tour in America è molto importante e questa volta sono contento che parta anche tu con loro.” Non capivo questa sua introduzione e il mio sguardo doveva averlo fatto intendere, perché Alan riprese a parlare.
“L’ultima volta che gli Oasis sono stati in America, Noel ha abbandonato il gruppo nel bel mezzo delle date, perché aveva litigato con Liam.”
“Non mi sembra che la mia scappatella sia stata del tutto improduttiva.” Noel sussurrò, come se parlasse a se stesso. Non capivo assolutamente niente.
“Tu terrai i passaporti di tutti i ragazzi e mi auguro che tu riesca ad essere onnipresente.”
“E’ così importante il pubblico d’oltreoceano?” chiesi innocentemente.
“Il problema non è il pubblico. Lo sanno tutti che non capiscono niente di musica. Il problema sono le situazioni che potrebbero crearsi e non possiamo permetterci di trattare con sufficienza la situazione. In America sarai onnipresente, sarai ad ogni concerto, ad ogni intervista, ad ogni conferenza e la sera uscirai con loro..”
“Cazzo, Alan, devi proprio?” Noel era davvero scocciato.
“Se vi comporterete bene, non vi accorgerete nemmeno della sua presenza.” Alan non voleva sentire ragioni.
Noel uscì dall’ufficio senza aggiungere altro.
Alan manteneva la tranquillità anche in quella situazione.
Stavo per uscire anche io, quando Alan parlò di nuovo.
“Noel è una brava persona, ma non si impegna. Sa cosa deve e cosa non può fare, il problema è che si diverte a dimenticarlo, come si diverte a ricordare a tutti che lui è il capo. Liam è solo un ragazzo e sa ancora quanto grande può diventare, perché è troppo impegnato ad ammirare/invidiare suo fratello. Non so quanto questo possa esserti utile, però buona fortuna.”
“Incoraggiante!” sorrisi e uscì dall’ufficio.


Arrivò il giorno della partenza e i ragazzi erano già un po’ stanchi, perché avevano fatto delle date in giro per l’Inghilterra, prima ancora che io venissi assunta.
La prima tappa era Baltimora e il viaggio ovviamente molto lungo.
In aereo mi sedetti vicino a Bonehead, l’unico con cui avessi mai parlato a parte Liam e Noel.
Noel non aveva nessuno di fianco, quindi di certo non mi ci si sarei seduta io, mentre con Liam non volevo mettergli pressione, non volevo che si sentisse costretto a parlarmi o a rivelarmi qualcosa, quindi avrei lasciato a lui la prima mossa. Volevo scoprire la questione del padre e cosa fosse successo in America durante lo scorso tour e prima o poi lo avrei scoperto.
Dopo nemmeno un’ora di chiacchiere Bonehead iniziò a sbadigliare, così decisi di lasciarlo dormire e ci mise veramente poco a iniziare a russare.
Guardai Noel e vidi che anche lui aveva sentito la dolce sintonia prodotta da Bonehead e infatti con un cenno mi invitò a spostarmi di fianco a lui. Almeno era cortese anche con chi non gli stava particolarmente simpatico.
Mi spostai vicino a lui e volevo assolutamente chiedergli spiegazioni sull’America e sul padre, ma ero combattuta, perché non volevo discuterci subito.
In realtà c’era un altro argomento di cui avrei voluto parlargli e così decisi di iniziare da quello, anche se non sembrava avesse voglia di parlare.
“Posso togliermi una curiosità?”
“Se proprio devi” mi rispose senza distogliere lo sguardo dal paesaggio fuori dal finestrino.
“Ho ascoltato i vostri dischi e ti ho anche sentito cantare dal vivo e per questo mi chiedevo perché tu abbia registrato solo Don’t look back in anger.”
Si girò e mi sorrise enigmatico.
“Cosa pensi di quella canzone?”
“Che è molto bella.”
“E cosa pensi delle altre?”
“Anche le altre sono belle.”
“Riusciresti a immaginarmi cantare Cigarettes and Alcohol? Oppure Supersonic?”
“Non lo so, potresti provare.”
“No, Liam è perfetto per quelle” era la prima volta che parlava con rispetto del fratello minore.
“Quindi ti sei tenuto per te l’unica che non andrebbe bene per lui.”
“Mi sono tenuto per una di quelle che volevo cantare a tutti i costi…comunque io non canto solo quella canzone.”
“Non capisco, quali altre canzoni avresti voluto cantare e quali altre canzoni hai cantato oltre a don’t look back in anger?” Mi era sfuggito qualcosa a casa di Liam?
“Ogni volta che esce un nostro singolo, c’è anche una b-sides; io ho cantanto delle b-sides che tu non hai avuto modo di sentire. Per quanto riguarda le canzoni che avrei voluto cantare, ti lascio indovinare.”
Quando parlava di musica era tranquillo e rilassato, non era sulla difensiva, era perfino piacevole conversare con lui.
“Suppongo che tu tenga particolarmente a Slide Away, o almeno lo spero, perché è una canzone meravigliosa…e poi mi viene in mente Married with children. Ho indovinato o ho sbagliato in pieno?”
“Non ci credo…ci hai preso, ma te ne manca una!” Evidentemente era vero, perché aveva un’espressione davvero sorpresa.
“Non mi vengono in mente tutti i titoli. Mi ripeti la tracklist di What’s the story bla bla bla?”
“D’accordo, ma dalla prossima settimana devi sapere tutti i nostri titoli a memoria: Hello, Roll with it, Wonderwall, Don’t look back in anger, Hey Now!, Some might say, Cast no shadow, She’s electric, Morning Glory e Champagne Supernova.”
“Ah sì, ci sono, punto su Cast no Shadow.” Mi pareva ovvio che fosse quella.
“Non è possibile, sono così prevedibile? Mi devi spiegare il criterio con cui hai scelto queste canzoni.”
“Slide away è una canzone troppo bella per non essere stata scritta pensando a una persona in particolare, quindi penso che la consideri tua tua, non degli oasis. Married with Children dev’essere frutto di una discussione veramente accaduta, no?”
“Ok, hai afferrato il concetto. E cast no shadow e don’t look back in anger?”
“Penso che anche tu sappia che su Cast no shadow, per quanto sia bella la voce di Liam, ci sarebbe stata molto meglio la tua voce. Don’t look back in anger probabilmente nella tua testa è nata solo con la tua voce. Mi sbaglio?” Mi guardava sbalordito.
“No, non sbagli. E qual è la tua canzone preferita?”
“Quella sulle lasagne” Scoppiò a ridere.
“Dai seriamente, puoi dirmene anche una per album.”
“Non lo so, ce ne sono molte che mi piacciono: Live Forever, Slide Away, Don’t look back in anger.”
“Ho capito che tipo sei: tu ascolti prima di tutto le parole e poi la musica. Hai scelto quelle con i testi più puri e felici.”
“E’ un problema?” probabilmente aveva ragione
“No, è solo che ti devo svelare che io non penso molto a quello che scrivo, a volte mi vengono in mente le parole come se fossero filastrocche, a volte mi ci devo veramente impegnare per costruire qualcosa da mettere sulla musica.”
“Va bhè, il risultato mi sembra comunque buono.” Non mi ero accorta di avergli fatto un complimento.
“Grazie.”
Dopo qualche minuto di silenzio iniziò lui una conversazione.
“Liam mi ha parlato. Mi ha detto che non siete andati a letto insieme.”
“Bene, ora ci credi?”
“Sì, ma sono certo che ci abbia provato.” Conosceva fin troppo bene suo fratello.
“Sì, ci ha provato, ma ha ricevuto uno schiaffo.” Scoppiò a ridere.
“Questo non me l’aveva detto quel bastardo.”
“Io gli avevo chiesto solo di specificarti quello che non era successo, non era tenuto a dirti quello che è successo.”
“Sei lesbica?”
“Scusa?”
“Ti piacciono le donne? Non ho mai visto nessuna rifiutare le avances di mio fratello, poi, insomma il tuo aspetto. Capito cosa intendo?” Tutti prima o poi sospettavano questo.
“Con tuo fratello ci devo lavorare e non mi sembra professionale finirci a letto. Per quanto riguarda il mio aspetto, scommetto che ti riferisci alla mancanza di trucco, all’abbigliamento semplice.”
“Sì, ma per me non c’è problema. Puoi fare quel cazzo che vuoi.” Sempre sboccato.
“Non sono lesbica, semplicemente non ritengo necessario dovermi truccare per venire al lavoro o vestirmi in modo provocante per andare a fare la spesa.”
“Come vuoi. Scommetto che hai la fila di ragazzi sotto casa.” Ovviamente il discorso non poteva che andare a finire con lui che mi prendeva in giro.
“Sembra che tu sappia già la risposta.”
“Vivi da repressa! Prova a lasciarti andare e a divertirti cazzo!”
“Magari io non mi diverto a mostrare il mio corpo o a bere o a drogarmi.”Io ero sul serio infastidita da questo discorso, mentre lui sorrideva e sembrava volermi dare dei consigli sulla vita.
“Sei una maestrina del cazzo.”
“Lo ritengo un complimento.”
“Non lo è, cazzo! Goditi la vita!” Non ne potevo più.
“Cazzo, Noel, non sai niente della mi vita. Non sai che prima di accettare questo lavoro mi occupavo di ragazze madri, di tossicodipendenti e di senzatetto. Non sai che mi occupavo della riabilitazione di persone che per motivi più o meno gravi erano diventate il fantasma di sé stessi.
Raccoglievo i ragazzi dalla strada, non si ricordavano più chi fossero. Cercavo dei posti per accogliere i senza tetto e dei lavori per delle ragazze che non sapevano nemmeno badare a se stesse.
Secondo te riuscirei a godermi la vita come fate voi? Io apprezzo le cose sane della vita, non le cose che rovinano la salute, quindi per favore, visto che non sono qui per farti abbandonare le tue dipendenze, non cercare almeno di convincermi che il modo giusto per vivere sia il vostro.” L’avevo zittito. Per un’ora non disse nulla, poi quasi come si volesse scusare, sussurrò “Allora non sei del tutto una borghese del cazzo.”




La storia non segue il tour in modo preciso, perché ho fatto degli errori con le date tra l’uscita degli album e dei singoli, quindi perde un po’ di credibilità, ma spero non vi offendiate.
  
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