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Autore: Synacky_    25/11/2012    1 recensioni
Ciao a tutti ^.-!!
Vorrei riproporvi una mia storia pubblicata in precedenza. Questa volta sarà più dettagliata e descritta e molti aspetti cambieranno. Spero sia di vostro gradimento ecco a voi la trama.
Re Riccardo ventuno anni fa diede alla luce una bambina degli occhi smeraldo. La principessa Ada. Lei divenne presto un'abile soldato. Di classe e dal carattere freddo e distaccato, vedrà la sua vita capovolta quando suo padre le farà un'annuncio:
Dal prologo:
"-Dovrò andare in Palestina, questi giorni… visto che dopo la morte di Roberto di Sable è un po’ in confusione. Sarò scortato come tu ben sai… ma vorrei un soldato abbastanza capace. Perciò verrai con me. Domande?- "
Buona lettura ^.-!! Recensite in tanti ^^
Genere: Azione, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf , Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Principessa dei miei stivali'
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Arrivò ad Acri ormai in tarda sera, quei due ormai dovevano essersi già incontrati, era certo. Perciò non passò nemmeno alla dimora e andò direttamente alla muraglia, pensava che se fosse salita su una di quelle torri avrebbe avuto una visuale migliore. Così fece e…

-Maria?!- disse sorpreso Altair dopo aver seguito la templare sino alla torre di vedetta. Lei sorrise maliziosa e lo tirò a se baciandolo appassionatamente. Altair per un primo momento fu sorpreso, ma da bravo ominide maschile rispose al bacio con la stessa passione.

Sarà stato per il bustino o magari per la visuale che le si poneva davanti, ma le mancava il fiato. Respirava affannosamente, in iperventilazione, ma non sapeva spiegarsi il perché. Si poggiò al muretto della torre per cercare di calmarsi. Maria…. La sua peggior nemica, l’avrebbe sicuramente rovinata, ne era certa… proprio lei doveva essere?! Tutti i suoi piani stavano andando in fumo, tutta questa fatica per niente. L’ansia non calò e il fiato si fece sempre più veloce, come il battito cardiaco. Il corpo per non andare incontro a morte certa, decise che era meglio smettere le funzioni cerebrali, perciò la giovane svenne, e cadde giù dalla torre. Precipitò su una bancarella e anche se aveva attutito il colpo rimase più inerme di prima a terra.
Passarono ora finché una guardia non vide la fanciulla e accorse a vedere chi fosse. Ne volle approfittare e la prese di scatto. Ada si svegliò ma era ancora convalescente e non riusciva a difendersi. Lui la picchiava per farla smettere di urlare e cercava di toglierle i vestiti. Riuscì pian piano a farsi spazio. Stava per spostarle il velo quando una mano lo fermò e rapido l’uccise. Prese la ragazza in braccio e la portò alla dimora. Una volta tolto il cappuccio, rivelò essere un uomo, anziano dai capelli bianchi. Mise la ragazza sul letto, chiuse la porta e andò via.
Nella notte Ada si svegliò e in un primo momento si chiese cosa fosse successo, ma dopo una manciata di secondi i ricordi divennero chiari… purtroppo. Si alzò di scatto e si tenne la testa. Si guardò intorno. Era una stanza angusta, piccola e umida. Era interamente di legno, mentre le pareti erano di mattoni ricchi di muffa. Il letto era duro e scomodo e odorava di odore dolciastro, di sangue. Si alzò e andò verso la porta. Si trovò di fronte l’uomo che doveva essere un assassino… giusto era nella dimora di Acri e lui era il capo. Tranquilla che non sapeva chi fosse per via del velo, abbassò il capo e  l’uomo acido le disse
-Tu dovresti essere Melissa, giusto? Dimmi, perché ti trovi ad Acri nel bel mezzo della notte?- Ada parve pensarci e rispose la prima cosa che le passò in mente
-Dovevo… sbrigare della faccende, ma poi… sono stata a-aggredita da…- balbettò, anche se non ci era riuscito il dolore era comunque grande abbastanza da farla star male.
L’uomo la guardò dall’alto con disgusto
-Non sarai mai un assassina con le miserabili capacità che ti ritrovi e…- Ada non lo lasciò finire e tagliò corto, andando verso la porta e prendendo il mantello.
-Non voglio lo diventare, vado- la sua voce era fredda, come sempre. Ma l’uomo rimase sorpreso di simile cambiamento, che suscitò in lui dei dubbi, ma vennero subito lasciati in un angolo della sua mente, pensando che si fosse solamente offesa.
 
Si ritrovò davanti ad un immenso castello, prese un respiro profondo e si avvicinò. Le guardie erano addormentate, perfetto. Che bella efficienza! Pensò Ada passando vicino ad esse. Poggiò la lettera vicino al soldato e se ne andò. In essa vi era riportato:
Saluti, Sir. Francesco e famiglia.
Fonti mi dicono che mio padre alloggi da voi, farò tesoro di ciò e vi proporrò il mio accordo. Se farete come vi dico non farò del male a nessuno e tornerò a casa. Non voglio assolutamente sposare Sir. Francesco di Acri, non mi piace essere trattata come merce di scambio. Ho sempre avuto idee rivoluzionarie e voglio portarle avanti. Potremo trovare un accordo diverso dal matrimonio. Sono disposta a tutto. Fatemi sapere le vostre risposte mandando un falco alla torre di controllo. Spero potremo scendere a patti, altrimenti la cosa sarà molto più brusca. Se non volete farlo io se mi troverete verrò con voi senza fare storie altrimenti lotterò per non sposarmi.

Distinti saluti,

Principessa Ada Elisabetta Sofia Cuor di Leone

Lei sapeva però che così sarebbe stata facile da rintracciare… ma non sapeva perché aveva scritto quella lettere era come se… volesse farsi trovare di proposito.
Con il volto stravolto tornò alla dimora
 
La mattina seguente Altair tornò alla dimora per avvertire che sarebbe tornato al villaggio. Non appena entrò fu accolto da una voce sorpresa
-Ah, sei tu… dimmi pure- disse il vecchi Altair parve perplesso
-Si aspettava qualcun altro?- Il vecchio indicò una figura dietro di lui
-Si, lei- Altair si voltò e vide una figura col capo chino, con il mantello nero e il volto coperto da esso. Con voce fredda e distrutta l’esile figura disse
-Ho fatto ciò mi è stato richiesto dal Maestro- mentì. L’uomo annuì e diede la licenza di andare ad entrambi. Una volta fuori Altair l’afferrò per un braccio e la fece voltare verso di lui facendo aderire i loro corpi. Quello freddo di lei, per l’esposizione diretta alla notte fredda e umida, e quello caldo e accogliente di lui. Le si strinse il cuore vedendo gli occhi di lui e la sua mano che le toglieva il velo in un vicolo. Fu sorpreso vedendo il volto di lei, completamente spento, senza più la vivacità che la caratterizzava, almeno con lui. Il trucco sfumato sotto l’occhio era sinonimo che aveva pianto. Altair le accarezzò il volto
-Che ti è successo?- chiese stranamente dolce, anche lui non sapeva cosa stesse facendo. Gli occhi di lei diventarono umidi e presto calde lacrime rigarono il volto perfetto di lei. Si era fatta trovare con quella lettere, ma perché, perché lo aveva fatto?! Il respiro si fece accelerato, una parte di lei diceva che l’aveva fatto perché era stanca di fuggire; l’altra le diceva che lo aveva fatto perché preferiva essere trovata da suo padre che rovinata da quella racchia.
Le lacrime non accennavano a fermarsi e fu costretta a prendersi il capo fra le mani, ma presto le lacrime furono raggiunte dai singhiozzi incessanti. Non stava più piangendo per la lettera ma la violenza della notte passata le bussò alla porta e si sentì uno straccio, inutile… orribile
 Altair non l’aveva mai vista così e spinto da qualche forza di compassione allungò una mano verso il suo volto, ma lei lo fermò sussurrando
-E’ t-tutta c-colpa m-mia- altri singhiozzi fermarono le sue parole e cadde a terra in ginocchio. Altair si chinò su di lei e le cinse le spalle. Poi vide un alone viola su collo e spostò la spallina dell’abito e rimase senza fiato, voleva indietreggiare per lo stupore, per la rabbia. Chiunque le aveva fatto questo doveva pagare, non sopportava la violenza sulle donne e guardando lei e avendo vissuto un periodo con lei, non lo sopportava. La voleva felice e rompi balle più che mai… come prima. Tramava dalla rabbia.
-C-chi è stato?- chiese cercando di mantenere la rabbia.
-S-sono successe varie cose questa notte e … t-tutte mi hanno rovinato profondamente.- Nella sua mente riapparve Lui e Maria, la lettera e … la violenza.
Altair la tirò su e l’abbraccio. Si sentiva in colpa… lui era andato a far baldoria con Maria lasciandola sola. Certo lui aveva bisogno della sua vita sentimentale, ma a quanto pare ora aveva lei l’assoluta priorità. Ada si sentiva protetta al sicuro tra le forti braccia di lui. Sentiva di essere sempre più vicina alle donne che aveva protetto tutti questi anni e sentiva che Altair era una persona meravigliosa…certo purtroppo aveva delle storie con le persone sbagliate.
-Mi dispiace- disse stringendola forte. Ada ricambiò l’abbraccio e si fece consolare, qualche volta anche due nemici avevano bisogno di una tregua durante la battaglia, al resto avrebbero pensato dopo, con calma. Una soluzione si trova sempre, ed ogni cosa ha un rimedio, tranne la morte, certo.

 





Ciao!
Scusate il ritardo! Sono un mese che non aggiorno! Che vergogna!! Ma dovete capirmi, la scuola mi assilla, non mi lascia un momento libero!! Spero mi capirete e spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Un ringrazio speciale alla mia dolce Mary,
Ezia98 che saluto tanto e che voglio un mondo di bene per recensirmi sempre! Spero recensirete in tanti in questo capitolo. Un bacione grande, vostra

Ali :3 Nee-chan

  
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