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Autore: xdreamsrmywings    26/11/2012    1 recensioni
“Is this the real life? Is this just fantasy?” lesse con tono da intellettuale.
“Bella canzone” aggiunse subito dopo.
“Già” mi limitai a rispondere per chiudere li la conversazione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathan Sykes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre mi dirigevo svelta verso il mio armadietto ringraziavo l'inventore delle divise scolastiche che quotidinamente mi salvava dall'ardua decisone dell'outfit della giornata.
Mi guardai un'ultima volta allo specchio attaccato all'anta, in modo da risultare il più presentabile possibile, era mattina presto ed essendo in ritardo non ero riuscita  a mettermi un filo di correttore sulle occhiaie.
Richiusi velocemente e con un minimo di forza per far sì che si chiudesse in un solo colpo, al rumore quasi assordante dell'anta seguì lo spavento porvocatomi dalla visione di Nathan appoggiato agli armadietti vicini con le mani in tasca, intento a fissarmi.
"Spiegami, di santa ragione, perchè devi sempre apparire in questo modo barbaro" domandai con una mano sul cuore come se stessi provando a diminuire i battiti.
"Perchè sono un mago e appaio dal nulla" rispose divertito agitando le mani in senso circolare.
"Dì, che vuoi?" ribattei annoiata dal suo pessimo umorismo."Hai promesso di aiutarmi, il mese prossimo ho il test." caddi dalle nuvole, avevo completamente dimenticato l'impegno preso.
"Oh, già....Shakespeare" balbettai con un tono di voce udibile solo con gli ultrasuoni.
"Te ne sei dimenticata...Ti ripeto, è un  problema per te?" sincera più che non mai pensai, e ripeto pensai "Effettivamente è un problema, sei un problema" ma non lo dissi, poichè mi venne in mente la "ricompensa" in denaro che mi avrebbe dato.
"No, non è un problema, anche perchè dobbiamo finire la relazione di biologia. Direi.. Facciamo mercoledì alle 4 sempre il biblioteca?" risposi poco convinta mimando un sorriso.
"Okay" si limitò a rispondere il cntante da quattro soldi, nonché mio interlocutore.
"Bene, allora a mercoledì" tagliai corto prima di correre verso l'aula di letteratura.

Afferrai il primo ombrello che c'era all'ingresso, salutai distrattamente mia madre e dopo essermi stretta nel cappotto fin troppo grande per me, uscii di casa, destinazione biblioteca.
Oramai mi ci recavo troppo spesso in quel luogo, un pò per studiare, un pò per aiutare Nathan. Aprii la grande porta prima di richiudere l'ombrello e lasciarlo nel portaombrelli. L'ambiente era più freddo del solito, così decisi di tenere su il cappotto.
Mi diressi verso la bibliotecaria, non ne poteva più di me, ne ero certa si vedeva da come puntava i suoi piccoli occhi su di me. Lasciai perdere le sue condiderazioni nei miei confronti e mi decisi a parlare, "Salve, è già arrivato Nathan Sykes?" chiesi col tono di voce più gentile che avessi.
La donna sulla cinquantina dopo avermi squadrata per la milionesima volta, si degò di rispondermi "Nathan Sykes dice? Un attimo che controllo" 
Non risposi e rimasi in attesa appoggiata al grande bancone di legno, quando la donna tornò Nathan fece capolino affianco a me, rendendo la ricerca della donna inutile.
"Ciao Heiley" esclamò sorridente.
"Oh, eccoti! Signora è arrivato, grazie comunque" abbozzò un sorriso, il più finto e pieno di cattiveria che avesse.
Guardai Nathan e insieme ci dirigemmo verso una delle scrivanie, "Dovrebbero sostituirla quella donna, è inutile" affermai annoiata prendendo posto.
"Povera, per quello che fa è perfetta" rispose divertito Nathan.
"Fa poco, e quel poco lo fa male"
Nathan scoppiò in una fragorosa risata che attirò l'attenzione di tutti ma gli procurò una bella sgridata dall'acida donna.
"Cominciamo Sykes, prima di fare un'altra figura di merda"
Nathan uscì dallo zaino dei foglio completamente scritti e gentilmente me li porse, li presi e incominciai a leggere.
"Ecco la mia recensione, potrà sembrarti strano ma ho già fatto tutti i collegamenti e finito tutti i paragrafi che mi toccavano. Bisogna solo unirla alla tua parte". 
Rimasi sorpresa, ma soprattutto sollevata, dal lavoro che aveva fatto. Il linguaggio e la terminologia erano tecnici e gli argomenti non cozzavano tra loro. Presi la mia parte di relazione e insieme i mettemmo al lavoro per completarla al più presto.

Dopo aver sistemato alcune cose, fatto gli opportuni collegamenti e trascritto tutto al computer, uscimmo dalla biblioteca, stanchi e soddisfatti.
La pioggia aveva deciso di non darmi tregua, e tornare a casa con quel temporale significava arrivare un pezzo d'acqua, decisi così di aspettare che spiovesse nel bar lì accanto.
"Andiamo?" mi chiese Nathan girandosi a guardarmi.
"Io credo che aspetterò che spiova" risposi palesemente in imbarazzo.
"Dai, sono in macchina. Ti accompagno io"
"No, no, non è necessario. Ma grazie comunque, veramente"
"No, insisto! E' il minimo che possa fare per il tuo aiuto"
Feci un sospiro profondo e accettai mio malgrando, rendendomi conto qualche secondo dopo che quello era un modo per ringraziarmi. Inevitabilmente sorrisi.
L'atmosfera in macchina era piuttosto tesa, continuavo a fissare un punto indefinito fuori dal finestrino pur di non incrociare lo sguardo di Nathan, che puntualmente sentivo posarsi su di me ad ogni semaforo rosso.
Dopo avergli spiegato la strada per arrivarci, sempre evitando qualsiasi contatto visivo, finalmente arrivammo a destinazione.
"Allora, quando ci vediamo per Shekespeare?"
Mi fermai a pensare e decisi di lasciar scegliere a lui il giorn, dopotutto si era offerto di accompagnarmi a casa di sua spontanea volontà.
"Decidi tu, per me va bene qualsiasi giorno" risposi con un tono di voce più basso di un'ottava, oregando con tutto il cuore che non facesse battutine stupide.
"Senti, io non lo so. Dipende dai miei impegni e ora non ho la più pallida idea di ciò che devo fare. Ti lascio il mio numero e ci mettiamo d'accordo okay?"
Misi le mani nelle tasche, ma mi ricordai di aver lasciato il telefono in casa "Ho il telefono in casa, ti lascio il mio di numero" la mia mente continuava a ripetermi "stupida, stupida, stupida!" 
Mi porse il suo telefono e digitai velocemente il numero, per poi renderglielo. Raccolsi la mia borsa e l'ombrello e mi affrettai a scendere dalla macchina, ma prima che potessi aprire la porta Nathan attirò la mia attenzione.
"Allora, sotterriamo l'ascia di guerra?" domandò allungando una mano nella mia direzione. Fissai per un momento quest'ultima per poi spostare lo sguardo sui suoi occhi.
"Okay" affermai un pò incerta stringendogli la mano.
"A domani allora" salutò sorridente Nathan.
"A domani" mi congedai io.
Scesi dalla macchina e corsi sotto il portico al riparo dalla pioggia. Entrai in casa e sistemando il cappotto sull'attaccapanni, attraverso le finestrelle della porta vidi la macchina di Nathan allontanarsi velocemente.

"Non è poi così malvagio" pensai mentre mi dirigevo in camera mia.

   
 
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