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Autore: Smeralda Elesar    27/11/2012    5 recensioni
"Venne alla spiaggia un'assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura" Fabrizio De Andrè - Il pescatore
Per Lord Shen è il momento peggiore della sua vita: sconfitto e costretto a fuggire sa che non c'è nessuno disposto ad aiutarlo. O forse sì?
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il pescatore

 

Venne alla spiaggia un assassino

Due occhi grandi da bambino

Due occhi enormi di paura

Eran gli specchi di un’avventura

 

Il Pescatore – Fabrizio De Andrè

 

Per fortuna la corrente lo aveva riportato sulla spiaggia, aggrappato com’era ad una tavola di legno.

Ancora frastornato mosse qualche passo sulla sabbia e volse lo sguardo verso la città di Gong Men.

Fuochi d’artificio esplodevano in cielo e le onde moltiplicavano i riflessi della luce sull’acqua.

Sicuramente tutti quei botti erano per festeggiare la sua sconfitta. Shen sentì la rabbia corrodergli le vene come acido.

Scacciato di nuovo dalla città che era sua di diritto e costretto a scappare da una palla di lardo che aveva distrutto in pochi minuti la sua armata costruita in tanti anni.

Li odiava tutti con un’intensità tale da strizzargli i visceri. Vendetta. Non avrebbe avuto pace fino a che non li avesse visti in ginocchio davanti a lui ad implorare pietà.

Ma per avere la sua vendetta doveva prima ricostruire il suo esercito, e per farlo doveva sparire dalla circolazione. Avrebbe lasciato che lo credessero morto, poi, una volta ricostruito il suo esercito ed il suo arsenale sarebbe tornato per schiacciarli, ma per il momento se ne doveva andare.

Doveva mettere più distanza possibile tra se e la città dei Gong.

Lasciò un ultimo sguardo carico di odio alla città che ancora una volta lo rifiutava e si incamminò sulla spiaggia.

Si sentiva terribilmente debole ed anche la solitudine gli pesava in quel momento.

La prima volta che era stato esiliato almeno la sua armata di lupi lo aveva seguito e avrebbe potuto ordinare a loro di saccheggiare qualche villaggio per procurarsi il cibo, invece ora era solo e non poteva permettersi il minimo passo falso.

Continuò a camminare e dopo un periodo che gli sembrò lunghissimo vide una capanna in riva al mare.

Si nascose dietro una macchia di vegetazione ed aspettò di vedere da chi era abitata.

Se erano pochi e deboli avrebbe potuto facilmente avere ragione di loro anche con le poche lame da lancio che gli erano rimaste.

Aspettò nell’ombra fino al tramonto, poi finalmente una piccola barca si avvicinò alla riva e ne scese un vecchio cormorano che canticchiava a mezza voce.

Shen riuscì anche a sentire qualche parola.

 

All’ombra dell’ultimo sole

Si era assopito un pescatore

E aveva un solco lungo il viso

Come una specie di sorriso

 

“Solo lui? Meglio di quanto mi potessi aspettare”

 

Shen rimase ancora un po’ nascosto ad osservare il vecchio per accertarsi che fosse davvero solo, poi, quando lo vide appollaiarsi di fronte al mare, decise di uscire allo scoperto.

Si avvicinò all’altro uccello con la massima attenzione, ma la precauzione era inutile perché il vecchio sembrava essersi assopito.

Tuttavia Shen non volle rischiare e gli premette una lama sulla gola prima di chiamarlo.

Il cormorano aprì gli occhi lentamente e, quando vide la lama puntata su di lui, ebbe solo un moto di vaga sorpresa.

 

:-Ah, un pavone albino. Tu devi essere Lord Shen, ho sentito parlare di te-:

 

Certo che ne aveva sentito parlare, tutti nel raggio di chilometri conoscevano la storia del principe bianco come la neve che voleva conquistare la Cina.

 

:-Non mi interessa. Dammi da bere e da mangiare e non azzardarti a chiamare nessuno perché sei morto-:

 

Il vecchio si limitò ad annuire ed indicò un cesto accanto a se.

Shen abbassò la lama senza staccare gli occhi dall’altro, poi lo prese.

Si sentiva terribilmente debole, tanto da non riuscire a slegare il cordino che teneva le due estremità.

 

“Non deve vedere che tremo, se no…”

 

Pensava che il cormorano avrebbe approfittato della sua debolezza per attaccarlo o qualcosa del genere, invece quello slegò il laccio e gli porse un pezzo di pane cotto al vapore.

Shen lo guardò sorpreso dall’aiuto.

Cominciò a mangiare sempre tenendolo d’occhio, alla ricerca del minimo segno di ostilità.

Era strano che il vecchio non ce l’avesse con lui dopo che lo aveva minacciato di tagliargli la gola. Semplicemente era tornato a guardare il mare.

Quando si girò incrociò lo sguardo di Shen che lo fissava.

 

:-Come ti senti? Va meglio?-:

 

Gli chiese.

 

:-Posso riprendere il mio viaggio-:

 

Rispose Shen secco.

Riprese la lama dalla manica e se la rigirò tra le dita.

Non poteva lasciare testimoni dietro di se, sarebbe stato come gridare “Hei, maestri di kung fu, sono qui, venite a prendermi!” però…

Guardò di nuovo il vecchio.

 

:-Io non sono mai passato di qui, è chiaro?-:

 

Gli intimò con tutta la ferocia di cui era capace.

Il cormorano non sembrò spaventato, anzi lo guardò con un’ombra di compassione.

 

:-Naturalmente-:

 

Gli disse solo.

Shen annuì, poi rimise la lama al suo posto, gli voltò le spalle e riprese il cammino.

 

“Quel vecchio era proprio strano”

 

Pensò.

Si girò a guardarlo un’ultima, pronto a lanciare una lama se lo avesse visto correre verso la città a dare l’allarme, invece il vecchio cormorano sembrava essersi assopito di nuovo mentre guardava il tramonto.

 

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Cantuccio dell’autore

 

Salve gente! Dopo un periodo di assenza ho deciso di postare questa song fiction scritta di getto (leggete “non ricontrollata”) quest’estate.

C’è bisogno di giustificazioni? Sì, ce n’è bisogno!

A mia difesa posso dire solo che non è colpa mia, è colpa di un pianista di piano bar che ha suonato “Il Pescatore” di Fabrizio De Andrè mentre io pensavo a come sciogliere un nodo narrativo nell’altra mia fiction su Shen “Chi tu scegli di essere” quindi mi è venuta questa associazione di idee.

E a proposito di “Chi tu scegli di essere” non l’ho abbandonata, solo che per ora non ho la concentrazione giusta per continuare. Sì, lo so, mannaggia a me e a quando non finisco di scrivere le storie prima di cominciare a postarle. E sì, lo so, merito la lapidazione.

 

                                                                                            Makochan

 

   
 
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