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Autore: itsjudsie    27/11/2012    3 recensioni
(...) Sobbalzai, non me l'aspettavo.
No, in realtà forse sì.
C'era sotto qualcosa, e quel 'qualcosa' non mi piaceva. (...)
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5. Il piano.
 

Avevo chiamato Cho dicendogli che li avrei aspettati alle 19:00 nella mia stanza, sopra gli uffici.
Dovevamo parlarne, decidere di fare qualcosa. Non avevamo tutto il tempo del mondo.
Non osavo pensare cosa sarebbe successo se qualcosa fosse andato storto.
Anche se non volevo ammetterlo, il tempo passava, e la cosa che più odiavo era che non avevo ancora fatto niente di concreto
Almeno però avevo una certezza. Lisbon non sarebbe morta.
«Jane!»
«Apri, siamo noi!»
Cho e la dolce voce di Van Pelt mi calmarono e addirittura, in un certo senso, mi rassicurarono.
Pur sapendo che la porta non era chiusa a chiave, andai ad aprire.
Appena la aprii, Grace mi si gettò al collo. Non piangeva, e questa volta era  lei che voleva consolare me.
Rimasi sorpreso però. Sorpreso piacevolmente.
Il suo profumo mi fece tornare in mente un sacco di ricordi, ma soprattutto Lisbon. Era lo stesso.
Mi ricordai del giorno del compleanno della ragazza, e del regalo che le avevamo fatto io e Theresa, questo profumo appunto. Lo mettevano tutte e due. Non ci avevo mai fatto caso, però.
Non mi capita spesso di starle vicino, e quelle poche volte non do importanza a questi dettagli.
«Grazie, Grace»
«Jane, il capo sta cominciando a insospettirsi, Lisbon manca da troppo tempo» Wayne aveva notato i suoi continui avanti e indietro nell’ufficio dell’agente.
«E tu inventati qualche scusa. Qualsiasi cosa andrà bene»
 
Driin. Driin.
 
Era il mio cellulare. Sullo schermo c’era scritto ‘sconosciuto’, ma sapevo benissimo chi era. Un cenno del capo da parte di Cho e risposi.
«Ciao Patrick» fece una pausa.. «non sei felice di risentirmi?»
«Dimmi quello che voglio sapere, John.» pronunciai il suo nome con un po’ di disprezzo, ma non se ne accorse. Era troppo impegnato a ‘fare il cattivo.
«E dimmi, cos’è che vuoi sapere?» .. «Ah, si. La tua amichetta è ancora viva» ridacchiò.
«Ed è così che voglio rivederla»
Suonava tanto una minaccia, ma non m’importava. Non avevo paura di quell’uomo, non dovevo temerlo.
«AHAHAHAH» scoppiò in una risata, così forte che la sentirono pure i ragazzi, anche se non era in vivavoce.
La mia mente comunque stava lavorando, era un computer che non si spegneva mai. Non si riposava neanche quando passavo la maggior parte del tempo sul mio divano.
«Mi dispiace Jane, ma non ci troverete tanto facilmente. Rassegnati, è l’unica cosa che puoi fare. Ascolta quello che ti dico, e credimi: non scoprirai mai chi sono, e non vedrai mai più Theresa. Mai.»
Un nodo alla gola. Ma era ciò che voleva. No?
Mai gliel’avrei data vinta, mai.
 
Riattaccai e scossi le spalle.
Gli altri non capirono il mio gesto: Grace spalancò la bocca per lo stupore e Cho mi fulminò con lo sguardo.
Ahh, mi credevano pazzi, sospirai.
«Ragazzi, non è indifferenza la mia» sottolineai «è che so dove si trovano» dissi con tutta la calma del mondo.
La ragazza fece per venirmi incontro ma per poco non inciampò nelle sue stesse scarpe, quindi decise di fermarsi lì dov’era.
 
Wayne si mise a pensare, stava elaborando i dati anche lui.
Ma c’era un dettaglio che ero sicuro avrebbe perso.
 
«Sì!» urlò, facendomi sobbalzare.
Mi girai verso di lui e alzai un sopracciglio, e con le braccia gli feci segno di parlare.
«Sì, ho capito anch’io!» non l’avevo mai visto così entusiasta.
Grace e Kim non capivano, a loro era sfuggito tutto. Ma l’agente Rigsby mi aveva colto di sorpresa. Ora doveva solo confermare quello che sapevo io.
E il dettaglio.
«Avete sentito » cominciò a spiegare quello che era riuscito a capire « mentre Red John parlava, sotto c’erano dei rumori. Sembravano come delle rotaie, avete presente, quel rumore fastidioso quando passa il treno.»
«E c’era il rimbombo tipico degli spazi sotterranei, bravo Rigsby.» gli feci l’occhiolino «Si trovano, in una stazione, questo è ovvio. Però quale?» interrogai i miei colleghi, volevo metterli alla prova «niente? Bene, ve lo dico io: durante la telefonata l’unico rumore era quello, niente traffico, niente clacson. Qui l’unica stazione lontana da qualsiasi strada è  quella nell’Old Sacramento, nella zona disabitata. Quindi, quale miglior posto per nascondere una persona, se non nel nulla?»
 
Bene, per oggi avevo dato, il mio ruolo da investigatore era finito.
O almeno, per qualche ora.
Erano le 20:00, avremmo aspettato le 23:00 per partite.
John, a quest’ora, non se lo sarebbe aspettato.

…Theresa…  



 

Note: scusate se non sono riuscita ad aggiornare prima, ma ho avuto qualche problema con la connessione.
Spero vi piaccia, mi raccomando fatemi sapere che ne pensate ;)
Un bacione
-M

Ps: PENULTIMO CAPITOLO.
La prossima settimana vi posto l'ultimo.

  
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