Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
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Autore: AnnieLeto22    28/11/2012    2 recensioni
La nostra Annie, per inseguire il suo sogno di attrice, si trasferisce a Los Angeles con la sorellina Sophie, amante di una band, i 30 Seconds to Mars, che Annie non conosce. Ma quando sua sorella la convincerà ad andare un giorno in montagna a sciare, un incontro cambierà la sua vita....Prima in peggio, ma poi decisamente in meglio ;D ... Ricco di colpi di scena, alternanza di momenti felici e tristi, vi consiglio di leggerla ;) Spero vi piaccia!!! :D
Queste sono alcune frasi che ritroverete nella mia prima FF che abbia mai scritto.
*- Però ricorda…Segui i tuoi sogni, non importa cosa, puoi fare tutto se lo vuoi. Buona fortuna Annie -
*…Quando si voltò, il mio cuore saltò un battito. Era lui. Era proprio lui.
*- Scusate, mia sorella Sophie è una vostra grandissima fan e…-
- Echelon, non fan…Siamo una famiglia -
*- Ecco, Annie, io ti ho invitato a ballare ma devo ammettere che…sono una frana -
- Non importa, lascia che la musica ti guidi -
*- Quando vi ho ascoltato…Ho provato delle emozioni forti…Non so come spiegartelo…-
- Così? - e appoggiò le sue morbide labbra sulle mie.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 22 – UNA SERATA (QUASI) PERFETTA

 
Scendemmo in strada e salimmo sulla sua auto, stavolta era un’Audi5 nera, la mia preferita.
-E’ nuova. Ti piace? – mi chiese lui.
- Ci credi se ti dicessi che è la mia preferita da sempre? –
Rise e mise in moto.
- Dove mi porti allora stasera? – domandai io poco dopo.
- E’ una sorpresa –

Ci fermammo dopo dieci minuti davanti ad un ristorante. Jared si infilò una felpa nera e si alzò il cappuccio sulla fronte prima di scendere. – Altrimenti mi riconoscono e roviniamo la bella serata tra foto e interviste – spiegò. Come un vero gentiluomo, mi venne ad aprire la portiera e mi fece scendere, entrammo nel lussuoso ristorante e salutò un uomo che ci venne incontro. Egli ricambiò il saluto dandogli del tu e ci fece accomodare ad un tavolo circolare in un angolo. A parte lo sfarzo della sala, non potei non notare che la sala era completamente vuota eccetto noi e i camerieri.
-Perché siamo solo noi? – chiesi.
-Ho prenotato la sala esclusivamente per me e te, così nessuno verrà a disturbarci. Il proprietario è un mio amico e mi ha dato il permesso per farlo – Sorrise, poi si tolse la felpa e si risistemò i capelli. Wow, nessuno aveva mai fatto tanto per me, pensai.
Ci sedemmo e guardammo i piatti dal menù. Pesce, carne, riso…
-Tu cosa scegli? – chiesi. – Io penso…riso e carne –
Lui fece una smorfia alla parola ‘carne’. – Ehm…anche io del riso e…un’insalata -
Risi. – Sei a dieta? Coraggio, prendi una bella fetta di carne! -
Ancora quella smorfia. – No, non sono a dieta…sono vegano –

Che figura… - Ah, scusa non lo sapevo! – tentai di giustificarmi.
Ordinammo e cominciammo a parlare delle nostre vite. Su mia esortazione iniziò a raccontarmi di cosa faceva prima che diventasse una rockstar famosa in tutto il mondo e scoprii che il suo primo lavoro era stato il lavapiatti e che all’inizio sognava di diventare un pittore; poi era diventato un attore e in seguito un cantante.
-Ho sempre amato la musica – spiegò. – Ma adesso raccontami un po’ di te, sto parlando solo io –
Gli raccontai della mia vita serena e felice prima della morte dei miei genitori e di come si era trasformata in difficile e impegnativa dopo. Mi disse che anche il suo padre biologico era morto e che sua madre si era risposata. Infine gli parlai della mia immensa passione per la recitazione e il cinema.
Il tempo passò in fretta e in serenità, finimmo di mangiare, lui si rimise la felpa nera col cappuccio e si diresse verso il bancone per pagare. Lo fermai afferrandogli il braccio.
- Jay…- Lo guardai negli occhi. Non avevo abbastanza soldi per pagare quella cena raffinata, lo sapevo già prima di entrare, ma non accettavo che pagasse solo lui.
- Non ti preoccupare, faccio io tesoro – Sorrise e raggiunse il bancone. Il fatto che mi avesse chiamato ‘tesoro’ mi fece dimenticare il senso di colpa che mi attanagliava fino a pochi istanti prima.
Uscimmo dal ristorante e feci per ringraziarlo, ma lui lo intuì e mi interruppe prima che potessi aprire bocca.
-Sssh…Non devi dirmi niente, non devi assolutamente preoccuparti per questo -
- E va bene… -
Appena rientrammo in macchina, mi disse di girarmi, io ubbidii e lui mi legò una benda scura intorno agli occhi.
-Che stai facendo, Jay? -
-Voglio portarti in un posto…e farti una sorpresa –
- Ancora? – chiesi sorpresa.
Lo sentii ridere. – Sì, tesoro, ancora -
Mi venne una fitta allo stomaco a sentire di nuovo quella parola così dolce. Arrossii e notai che lo stavo facendo parecchie volte quella sera.
Mise in moto la macchina e si fermò solamente dopo quello che mi parve circa un quarto d’ora. Sentii che scendeva dalla macchina e veniva ad aprirmi la portiera, mi prese la mano e la richiuse alle mie spalle.
-Dove siamo? – domandai.
-Lo scoprirai –
Mi fece camminare per un po’, in salita, e di tanto in tanto mi diceva “attenta lì” o “qui c’è un masso” oppure “Salta la buca”.
-Beh, allora? Arriviamo o no? Sono troppo curiosa! –
- Aspetta, siamo quasi arrivati –
Feci per alzarmi la benda, ma lui mi diede uno schiaffetto sul braccio e mi costrinse a non sbirciare. Mi fece fermare poco dopo, probabilmente in cima a quella che poteva essere una collina.
-Ecco, siamo arrivati! – disse finalmente Jay e mi slegò la benda.
Il panorama da lassù mi mozzò il fiato. Si vedevano tutti i profili dei grattacieli illuminati, uno più alto dell’altro, che si stagliavano contro il nero del cielo; la luna quasi piena emanava una luce debole sul paesaggio.
-Oh, Jared, è meraviglioso! –
Lui rise di gusto. – Vieni, sediamoci qui –
Si sedette sul prato e mi tese la mano, io la presi e mi sedetti tra le sue gambe; poi lui mi abbracciò da dietro e incrociò le dita delle sue mani con le mie.
-Grazie Jay – gli sussurrai.
- E di che cosa? –
- Per tutto –
Voltai la testa verso di lui e vidi che avvicinava il suo viso al mio, io non mi allontanai. Mi baciò intensamente e quel bacio fu forse quello più emozionante di tutti perché era pieno di amore e passione, stavolta eravamo entrambi veramente consapevoli di quello che stavamo facendo e di quello che volevamo l’uno dall’altro. Desideravamo solo poter stare insieme, senza limitazioni, senza vergogne, senza paura che qualcuno potesse giudicare il nostro rapporto.
Lui si staccò un secondo, sfiorò il mio orecchio con le labbra e mi sussurrò: - Vuoi diventare la mia fidanzata? –
Una lacrima solcò il mio viso senza che io potessi controllarla. Ero felice, immensamente felice che me lo avesse chiesto.
-Sì…- mormorai, poi lo dissi ancora più forte, fino quasi ad urlarlo: - Sì, Jared, sì!! –
Lui sorrise e riprese a baciarmi. Quindi anche quello di stamattina da parte sua era un sì, pensai felice.
Quando dovetti andarmene perché si era fatto tardi e dovevo andare a prendere Sophie, scendemmo giù per la collina per raggiungere la macchina; ad un tratto udii un fruscio di foglie in lontananza ma sul momento pensai che fosse solo un po’ di vento e mi infilai in macchina di Jared che mi riportò a casa.
Ignoravo che invece era stato qualcosa di ben diverso a muovere quel cespuglio. Lo avrei scoperto già la mattina seguente.

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Nota autrice. Ciaaaaoo!! Premetto che in questo capitolo ho rischiato l'infarto molte volte XD Comunque, cosa ne pensate di questa storia e di questo capitolo??? Fatemi sapere in tanti, vi prego!! Per me è importante il vostro giudizio!! :)

  
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